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EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Le linee guida sono state condivise dall’intera partnership del<br />

progetto ed elaborata dalla PS IT-G-VEN-008 GLOCAL<br />

composta da:<br />

• Confindustria Veneto SIAV SpA<br />

Via Torino, 151/C – 30172 Mestre Venezia<br />

Tel: 041.2517511 – email: area.progetti@siav.net<br />

• Agfol<br />

Via Pasini, 38 – 30175 Marghera Venezia<br />

Tel: 041.2594311 – email: agfol@agfol.it<br />

• Anolf<br />

Via Piave, 7 – 30170 Mestre Venezia<br />

Tel: 041.5330862 – email: usr_veneto@cisl.it<br />

• Aiccre<br />

Isola di San Servolo – 30100 Venezia<br />

Tel: 041.2719564 – email: info@europelago.it<br />

• Veneto Lavoro<br />

Via Ca' Marcello, 67 – 30172 Mestre Venezia<br />

Tel: 041.2919377 – email: mail.lavoro@venetolavoro.it<br />

Coordinamento scientifico del prof. Renzo Scortegagna, docente di Sociologia<br />

dell’organizzazione all’Università di Padova, consulente di direzione e<br />

management. Tra i suoi interessi di ricerca l’impatto dell’invecchiamento nei<br />

processi produttivi e nei servizi alle persone. Ha pubblicato per Il mulino<br />

Invecchiare (1999)<br />

Il presente dossier è stato curato da Confindustria Veneto SIAV SpA.<br />

Sul tema sono disponibili anche le linee guida a supporto delle<br />

Istituzioni e del Sindacato.<br />

Sito web: www.agemanagement.it<br />

Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “Age<br />

management” (IT-G-VEN-062) finanziato dall’iniziativa comunitaria EQUAL nella<br />

Regione Veneto.<br />

2


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

IL VALORE<br />

DELL’ESPERIENZA<br />

aziende<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

INDICE<br />

Premessa pg. 5<br />

L’iniziativa Comunitaria Equal e il progetto<br />

“Age Management”<br />

L’iniziativa<br />

Il progetto<br />

Introduzione<br />

Le indicazioni demografiche<br />

Il sistema produttivo<br />

Il lavoratore anziano nell’azienda e nella società<br />

Nuovi scenari e prospettive di intervento<br />

Le criticità sulle quali intervenire<br />

Le ragioni delle linee guida e i relativi destinatari<br />

LINEE GUIDA A SUPPORTO DELLE AZIENDE<br />

RICONOSCERE<br />

COMPETERE<br />

INNOVARE<br />

CAPITALE UMANO E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE<br />

INCLUSIONE SOCIALE<br />

RESPONSABILITA’ SOCIALE<br />

pg. 9<br />

9<br />

10<br />

pg. 13<br />

13<br />

13<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

pg. 21<br />

22<br />

24<br />

27<br />

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35<br />

37<br />

3


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

4


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Premessa<br />

§<br />

Ormai da alcuni anni l’Iniziativa Comunitaria EQUAL sta migliorando i<br />

mercati del lavoro dei vari Paesi europei, combattendone disuguaglianze e<br />

discriminazioni attraverso il supporto finanziario ad iniziative di sostegno<br />

per l’occupazione e l’inclusione sociale.<br />

Fra le cause di crescente preoccupazione, in Europa ed anche nella nostra<br />

Regione, l’invecchiamento della popolazione e della forza lavoro occupa<br />

un posto non indifferente. Infatti, i bassi indici di natalità e l’aumento<br />

dell’aspettativa di vita realizzato grazie alle conquiste della scienza ed al<br />

miglioramento delle condizioni socio-economiche mettono in discussione<br />

la sostenibilità dei sistemi pensionistici e rendono necessario un<br />

prolungamento della vita attiva. La stessa Unione europea ha chiesto di<br />

portare, entro il 2010, il tasso di occupazione per la fascia di età 55-64<br />

anni al 50% e di posticipare l’età di cessazione dell’attività lavorativa di 5<br />

anni nello stesso periodo.<br />

Sulla base di queste considerazioni la Regione, consapevole che il Veneto<br />

presenta una percentuale di occupati fra i 55 e i 64 anni coerente con la<br />

media nazionale del 28 %, ben al di sotto dell’obiettivo comunitario, ha<br />

scelto di inserire il prolungamento dell’attività della forza lavoro nella sua<br />

agenda politica.<br />

E’ in questo ambito che si colloca l’iniziativa dell’Assessorato alle politiche<br />

del lavoro che ha individuato risorse adeguate per lanciare e sostenere<br />

finanziariamente un Progetto EQUAL, denominato appunto “Age<br />

Management” per promuovere nuovi approcci in grado di gestire i<br />

processi del cambiamento demografico, con particolare riferimento alla<br />

conciliazione tra le esigenze dei lavoratori e le necessità delle imprese.<br />

Il Presidente della Regione del Veneto<br />

Giancarlo Galan<br />

5


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

6<br />

§<br />

Nel mercato del lavoro veneto, caratterizzato dalla piena occupazione, si<br />

assiste da un lato ad un’evoluzione delle aspettative e degli atteggiamenti<br />

dei singoli e delle collettività verso la qualità della vita e il benessere<br />

lavorativo e dall’altro all’emersione di nuove forme di emarginazione<br />

sociale per i soggetti a basso potenziale, soprattutto anziani, che stentano<br />

ad uscire dall’economia sommersa o che rischiano di ingrossarne le fila.<br />

Tale preoccupazione non è immotivata: il fattore età risulta fortemente<br />

discriminante e non solo nei casi di crisi aziendale ove i prepensionamenti<br />

hanno agito da ammortizzatore sociale a fronte delle riduzioni di<br />

personale, ma anche in quelli dei nuovi inserimenti in cui i giovani sono<br />

preferiti per la migliore preparazione in ambito di nuove tecnologie, la<br />

maggiore flessibilità (di mobilità, orario, ecc.) e la più facile adattabilità<br />

all’innovazione.<br />

Cosa significa ciò per la società e l’economia del Veneto ? Gli obiettivi<br />

comunitari potranno essere raggiungibili solo a condizione che il<br />

lavoratore anziano sia messo in grado di porsi sul mercato del lavoro con<br />

adeguati strumenti di competitività. Alcuni - e non trascurabili – si<br />

trovano già nelle sue mani e sono rappresentati dalle capacità e<br />

competenze legate all’esperienza. La mente va allo spreco che ne è stato<br />

fatto nelle grandi ristrutturazioni industriali degli anni ’80 e ’90 con le<br />

massicce uscite dei cosiddetti “giovani anziani”. Altri strumenti devono<br />

essergli forniti. Tra questi in primo luogo l’aggiornamento delle<br />

conoscenze che deve avvenire lungo tutto l’arco della vita e non arrestarsi<br />

ad un certo punto: è l’inderogabile logica della Formazione Continua.<br />

Quante volte invece si è sentito dire che al di sopra di una certa età non<br />

vale più la pena di investire nelle persone?<br />

Rendere possibile lo sviluppo della conoscenza significa anche operare per<br />

la ricerca di mansioni adeguate all’età, per l’adozione di orari specifici<br />

(flessibili, part-time) e per attribuire all’anziano la veste di tutor verso le<br />

giovani leve per la trasmissione sia di quelle competenze che altrimenti<br />

andrebbero disperse, sia di quella “cultura aziendale” di cui il neofita è<br />

inevitabilmente privo.<br />

L’Assessorato alle politiche del lavoro ha fermamente voluto che il<br />

problema dei lavoratori anziani venisse analizzato e studiato con un<br />

approccio pratico, ossia non soltanto a livello di rilevazioni e di<br />

considerazioni statistiche, ma di analisi, valutazione e proposta di<br />

iniziative ed interventi volti ad incrementarne l’occupabilità e la<br />

permanenza attiva sul posto di lavoro.<br />

Il Progetto Equal “Age Management”, sostenuto appunto dall’Assessorato<br />

alle politiche del lavoro, rappresenta una prima esperienza in cui si è<br />

affrontato in modo completo e approfondito il fenomeno<br />

dell’invecchiamento attivo. Le quattro partnership di sviluppo, ossia<br />

quattro reti esperte per aver già operato nella prima fase di Equal, hanno<br />

lavorato congiuntamente, sotto la regia della Direzione Regionale Lavoro,


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

in aree e settori integrati tra loro, per proporre metodi e modelli volti ad<br />

un’efficiente ed efficace gestione del fattore età nel mercato del lavoro.<br />

I fascicoli che qui si presentano sono fra i risultati tangibili di questo<br />

progetto; essi propongono, al di là delle considerazioni teoriche<br />

volutamente ridotte al minimo per adottare una logica operativa e<br />

propositiva, una serie di indicazioni e raccomandazioni indirizzate a tre<br />

tipologie di protagonisti del mercato del lavoro stesso. Si tratta delle<br />

Aziende e dei loro Organi associativi, dei Sindacati e dei Lavoratori che<br />

essi rappresentano e delle Istituzioni Pubbliche ai differenti livelli di<br />

intervento, ossia di una serie di Organismi che, operando in sinergia,<br />

possono essere in grado di incidere in maniera valida e positiva proprio<br />

nella logica dell’ “Age Management” ossia del fattore età visto non come<br />

un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare.<br />

I problemi delle società moderne sono problemi complessi che esigono<br />

risposte complesse: lavorare in rete può aiutare a formulare tali risposte,<br />

poiché consente di mobilitare e utilizzare la varietà di culture, di approcci,<br />

di metodologie e di strumenti di cui la nostra realtà veneta è ricca.<br />

L’Assessore alle Politiche dell’istruzione, formazione e lavoro<br />

Elena Donazzan<br />

7


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

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EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

L’INIZIATIVA COMUNITARIA EQUAL E IL PROGETTO<br />

“AGE MANAGEMENT”<br />

IT G VEN 062-1<br />

L’iniziativa<br />

L’iniziativa EQUAL fa parte della strategia dell’Unione Europea mirante alla<br />

creazione di un maggior numero di posti di lavoro, di migliore qualità,<br />

facendo in modo che a nessuno sia negato l’accesso al mercato del<br />

lavoro.<br />

Quale iniziativa del Fondo Sociale Europeo, EQUAL è volta a reperire nuovi<br />

mezzi per raggiungere gli obiettivi della strategia europea per<br />

l’occupazione e l’inclusione sociale, sviluppando la lotta contro la<br />

discriminazione e le disuguaglianze nel mercato del lavoro, fornendo<br />

esempi di buone prassi, favorendo la cooperazione attiva fra gli Stati<br />

membri, puntando a far condividere ed adottare a livello comunitario i<br />

risultati maggiormente positivi.<br />

Articolata in due fasi varate rispettivamente nel 2000 e nel 2004, EQUAL<br />

fa parte della strategia integrata dell’UE contro ogni forma<br />

discriminatoria, sia essa basata sul sesso, l’origine razziale o etnica, la<br />

religione o il credo, la disabilità, l’età o le tendenze sessuali.<br />

EQUAL promuove dei partenariati di sviluppo fondati sulla<br />

responsabilizzazione, la cooperazione transnazionale, l’integrazione e<br />

l’innovazione, riunendo attori che cooperano per definire una strategia<br />

integrata, unendo sforzi e risorse nella ricerca di soluzioni innovatrici per<br />

problemi ed obiettivi comuni.<br />

La prima fase di EQUAL ha gestito una serie di interventi legati a settori<br />

tematici, inquadrati nel contesto dei quattro pilastri della Strategia<br />

Europea dell’Occupazione (SEO): Occupabilità, Imprenditorialità,<br />

Adattabilità e Pari Opportunità; mentre la seconda - pur con lo stesso<br />

obiettivo generale - è stata imperniata sugli obiettivi, le priorità e i<br />

bersagli volti a far diventare l’economia dell’UE la più competitiva e<br />

dinamica al mondo basata sulla conoscenza, per una crescita economica<br />

sostenibile, con una maggiore disponibilità di posti di lavoro di migliore<br />

qualità ed una più elevata coesione sociale.<br />

I settori tematici di EQUAL seconda fase hanno compreso: facilitare<br />

l’accesso e il rientro nel mercato del lavoro, che deve essere aperto a<br />

tutti; lottare contro il razzismo e la xenofobia; aprire a tutti la possibilità<br />

di creare impresa; rafforzare l’economia sociale (terzo settore);<br />

promuovere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e favorire<br />

l’inserimento di coloro che sono vittime di discriminazione e disparità;<br />

sostenere l’adattabilità delle imprese e dei dipendenti ai mutamenti<br />

strutturali economici e all’utilizzazione delle nuove tecnologie; conciliare<br />

vita familiare e lavorativa, favorire il reintegro di chi ha lasciato il lavoro,<br />

sviluppare modalità efficaci e flessibili di organizzazione del lavoro e<br />

servizi di sostegno; ridurre il divario fra i generi e sostenere la<br />

desegregazione professionale; sostenere l’integrazione sociale e<br />

professionale dei rifugiati.<br />

Gli ambiti de1l’azione di EQUAL prima fase da continuare nella seconda,<br />

comprendono il “Prolungamento della Vita Attiva del Lavoratori” relativa al<br />

problema della gestione dell’età, divenuto scottante a livello sia delle<br />

singole nazioni, sia europeo. Nel suo ambito vengono sperimentati due<br />

approcci diversi ma complementari:<br />

9


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

- uno di tipo “reattivo” che affronta gli ostacoli più immediati ed attuali<br />

per i lavoratori più anziani quali la motivazione, la formazione ed i<br />

nuovi metodi di lavoro;<br />

- uno di tipo “preventivo” che si basa sulla pianificazione strategica, le<br />

strategie delle risorse umane a lungo termine e sulle prassi in<br />

materia di gestione dell’età.<br />

Infatti la maggior fonte di motivazione per i lavoratori anziani consiste nel<br />

fatto di essere considerati parte integrante del problema, utilizzando una<br />

prospettiva down – top che permette loro di partecipare alle soluzioni ed<br />

esprimere le loro idee. Al tempo stesso con tale sistema si riconosce<br />

tacitamente la loro esperienza stimolando la consapevolezza del loro ruolo<br />

di “trasmettitori” della cultura dell’impresa nei confronti sia dei colleghi<br />

più giovani, sia dei datori di lavoro. Essi vengono così sostenuti fornendo<br />

delle possibilità di scelta, in modo da permettere loro di avere accesso a<br />

nuovi settori d’attività meglio adatti alle loro possibilità, sfruttando al<br />

massimo le loro caratteristiche.<br />

Il problema del prolungamento della vita attiva si collega per l’Azienda a<br />

quello della “Corporate Social Responsabiliy” (CSR), altra prassi che<br />

EQUAL promuove, in particolare nelle piccole e medie imprese ove, non<br />

disponendo di importanti strutture per la gestione delle Risorse Umane, si<br />

incontrano notevoli difficoltà per la sua applicazione. Il sostegno di<br />

EQUAL, basato sui programmi di formazione, sul tutoraggio, sulla<br />

gestione dei casi, sulla determinazione dei profili e sull’abbinamento dei<br />

posti di lavoro, punta a consentire alle PMI di affrontare i problemi<br />

connessi alla loro situazione specifica per quanto riguarda l’occupazione di<br />

persone in situazioni particolari, tra cui il problema dell’”Age”.<br />

Il Progetto<br />

Il Progetto EQUAL “Age Management” la cui realizzazione è stata voluta e<br />

promossa dalla Regione Veneto e che ha visto una attiva presenza di suoi<br />

rappresentanti, si è posto l’obiettivo di cercare di dare risposta ad alcune<br />

domande: chi sono e quanti sono i Lavoratori “Aged” ossia quelli compresi<br />

nella fascia di età tra i 45 ed i 65 anni? quali le loro esigenze in un<br />

contesto produttivo e sociale in fase di sempre più rapido cambiamento?<br />

come potrebbe essere possibile da un lato riqualificare e dall’altro<br />

valorizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze che essi<br />

possiedono?.<br />

Nel suo sviluppo il Progetto ha inteso sperimentare un approccio sistemico<br />

per affrontare i problemi della bassa occupabilità della forza lavoro<br />

matura promuovendo il processo dell’“invecchiamento attivo” dei<br />

lavoratori, fenomeno sinora poco studiato e conseguentemente ancora<br />

meno applicato e puntando a fornire un supporto sia conoscitivo, sia<br />

operativo per favorirlo tanto nel campo del lavoro retribuito, come in<br />

quello delle attività volontaristiche, in quanto in entrambi i casi esso<br />

rappresenta una risorsa importante per la società.<br />

Il fenomeno, che sta raggiungendo dimensioni rilevanti sia dal punto di<br />

vista produttivo che da quello sociale, è stato affiancato, sia per lo stretto<br />

legame esistente, sia secondo l’indirizzo comunitario, a quello della CSR,<br />

che rappresenta l’orientamento dell’Impresa a soddisfare in misura<br />

crescente le legittime attese in campo economico, ambientale e sociale<br />

dei vari portatori di interesse (gli stakeholders) nello svolgimento di tutte<br />

le attività aziendali. La CSR si integra così nella gestione strategica ed<br />

operativa dell’impresa in tutte le sue dimensioni.<br />

10


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

In fase realizzativa il Progetto è stato articolato in quattro aree di<br />

intervento:<br />

• una fase di ricerca, volta a costruire un quadro di riferimento per<br />

l’interpretazione del fenomeno. I suoi risultati possono costituire un<br />

utile elemento per future indagini legate al tema;<br />

• una fase di assistenza alle imprese ed ai lavoratori e di intervento,<br />

con la sperimentazione di iniziative pilota in alcune aziende venete,<br />

volte da un lato ad individuare delle best practices, esperienze<br />

positive di “Age Management” da diffondere in altre realtà lavorative,<br />

dall’altro a far riconoscere all’interno delle imprese stesse la loro<br />

posizione in rapporto all’“Age Management” e individuare le iniziative<br />

più adeguate per la sua gestione;<br />

• una fase di promozione, con lo scopo di favorire nelle imprese e nei<br />

lavoratori la conoscenza degli strumenti per meglio affrontare il<br />

fenomeno dell’invecchiamento attivo. Ciò attraverso l’organizzazione<br />

di sportelli informativi in cinque province, aperti al pubblico e alle<br />

aziende e l’attivazione di un portale Internet<br />

www.agemanagement.it;<br />

• le fasi di monitoraggio, valutazione e diffusione dei dati<br />

significativi, continuate per tutta la durata del Progetto, in modo da<br />

garantirne la massima efficacia. E’ stata attivata una Comunità di<br />

Pratica per favorire il confronto e il dialogo tra imprenditori e<br />

lavoratori sul tema della gestione dell’età e per facilitare la<br />

condivisione di esperienze significative in tema di “Age Management”.<br />

Il restituire dignità e ruolo agli “aged workers” quali portatori di<br />

conoscenze, competenze, esperienze e valori da trasmettere alle più<br />

giovani generazioni rappresenta una necessità sia dal lato economico, sia<br />

da quello culturale: la discriminazione basata sull’età (come del resto<br />

qualsiasi altra discriminazione) costituisce sempre, prima ancora che<br />

un’ingiustizia, una perdita di risorse: l’apporto degli anziani può<br />

rappresentare un elemento essenziale allo sviluppo sostenibile di un<br />

Paese.<br />

11


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

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Introduzione<br />

EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Le indicazioni demografiche<br />

Nel decennio 1993-2003 gli occupati nel Veneto sono saliti di oltre<br />

200.000 unità, 57.000 nel primo quinquennio e 144.000 nel secondo;<br />

specialmente in quest’ultimo, l’aumento è da attribuirsi in buona misura<br />

(quasi la metà ) ai lavoratori anziani, cioè a persone con più di 50 anni e<br />

di questi i due quinti sono donne.<br />

Nonostante questi aumenti, il dato medio di occupazione (rapportato<br />

quindi al totale della fascia di popolazione interessata) è del 28,2 %,<br />

ancora lontano da quello annunciato dal “Piano di Azione Nazionale per<br />

l’Occupazione 2003” che fissa per il 2005 un tasso di occupazione medio<br />

del 40%, per avvicinarsi poi all’obiettivo europeo, pari al 50% di occupati<br />

(maschi e femmine di età compresa tra i 55 e 64 anni) da raggiungere<br />

entro il 2010 (strategia di Lisbona).<br />

La situazione, specialmente rispetto al lavoro femminile pagato, risente di<br />

un retaggio culturale o di un vero e proprio ritardo storico, che ha sempre<br />

ostacolato il lavoro fuori casa della donna, privilegiando per lei la<br />

dedizione totale alla famiglia e alla casa. Tali stereotipi sono ancora<br />

presenti nelle politiche e nelle strategie occupazionali, ed emergono in<br />

particolare nelle situazioni di crisi.<br />

Un’analisi più attenta evidenzia anche che:<br />

• la quota di indipendenti tra i lavoratori anziani è più che doppia<br />

rispetto a quella fra i giovani e supera di oltre 20 punti quella<br />

registrata tra gli adulti: è probabile che qui siano comprese<br />

persone in pensione per problemi di età e di convenienza, che<br />

continuano a lavorare con contratti di collaborazione e non di<br />

dipendenza (e ciò vale in particolare per i maschi);<br />

• gli anziani superano in percentuale le età precedenti nelle<br />

qualifiche di dirigenti e nelle professioni intellettuali e,<br />

all’estremo opposto, nelle posizioni non qualificate (elemento che<br />

si riscontra anche per le donne), mentre sono minoranza nelle<br />

professioni tecniche ed in quelle esecutive qualificate;<br />

• il contratto part-time interessa il 23,3% delle lavoratrici donne<br />

contro il 33,4 della media europea (dato 2003) e il 3,1% dei<br />

lavoratori maschi. Un dato che conferma il pregiudizio culturale<br />

che vede il part-time come una diminutio, che squalifica il lavoro<br />

e la professione, giustificabile per la donna (nell’ottica di ruoli<br />

paralleli) e meno per i maschi.<br />

Il sistema produttivo<br />

La fortuna del Nord Est nel sistema Italia si è fondata sulla prevalenza<br />

della PMI e sulla sua forza dinamica e velocità riscontrabili nell’inseguire e<br />

nell’adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. I valori<br />

tradizionali centrati sulla famiglia e la spinta imprenditoriale proiettata<br />

verso uno sviluppo autonomo si sono ben combinati con le innovazioni<br />

tecnologiche e la creatività di base, evitando in tal modo le difficoltà della<br />

grande azienda, provocate dalla mancanza di un’adeguata cultura<br />

manageriale e dalle carenze del mercato finanziario e del credito.<br />

Dopo tanti anni però il Nord Est sta subendo un rallentamento, perché i<br />

fattori di forza che ne hanno caratterizzato la crescita, non sono più<br />

13


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

efficaci. Dall’euforia degli ultimi decenni può subentrare quindi una specie<br />

di disorientamento o di depressione, che impediscono di usare la<br />

razionalità necessaria per non perdere la rotta.<br />

Le cause sono di diversa natura:<br />

14<br />

1. le innovazione tecnologiche e il loro impatto nei cicli produttivi (in<br />

particolare l’ICT);<br />

2. la globalizzazione e i relativi effetti nel sistema produttivo e nei<br />

mercati (compreso il mercato del lavoro);<br />

3. l’allargamento dell’Europa e la configurazione di nuove aree di<br />

riferimento.<br />

Ciascuna di queste trova precisi riscontri nelle questioni interessanti i<br />

lavoratori anziani:<br />

a) l’impatto delle nuove tecnologie si scontra con professionalità e<br />

competenze già sedimentate e cresciute nel tempo;<br />

b) nei rapporti intergenerazionali si introducono aspetti interculturali<br />

per la presenza di lavoratori immigrati;<br />

c) la mobilità nello spazio legato alle modifiche del ciclo produttivo<br />

richiede modifiche nello stile di vita quotidiano;<br />

d) per sostenere il cambiamento e lo sviluppo non basta più il sistema<br />

di relazioni informali tipico della cultura aziendale imprenditorialefamiliare.<br />

La situazione impone di imboccare nuove strade (Brunetti):<br />

1. integrare le imprese piccole nelle reti lunghe a livello globale,<br />

contaminando la base manifatturiera con l’ICT;<br />

2. sviluppare la competitività sulla capacità delle imprese di esaltare<br />

le diversità;<br />

3. investire nelle conoscenze generate dalle persone e dalle culture<br />

aziendali;<br />

4. riconoscere e valorizzare il capitale umano, visto come capacità<br />

tecniche, ma anche come esperienza e cultura del lavoro: le<br />

competenze “tacite”;<br />

5. operare in una logica di sistema, superando i limiti di una<br />

progettualità individuale.<br />

La situazione appare complessa e le soluzioni dovranno ispirarsi a principi<br />

di governance e di sussidiarietà, in modo che, dentro un sistema di<br />

regolazione “a legami deboli”, vengano valorizzate le iniziative dei singoli<br />

attori, evitando i rischi della competizione diretta, propria dei modelli<br />

liberisti. Si invoca cioè una politica capace di governare le dinamiche di<br />

sviluppo, senza affidarsi alla rigidità degli apparati burocratici.<br />

All’impresa non bastano la velocità di adattamento e la flessibilità nelle<br />

decisioni. Non bastano la coscienza individuale e l’achievement<br />

dell’imprenditore. Occorre capacità di sviluppare tutto il potenziale<br />

aziendale attraverso:<br />

a) l’adeguamento e lo sviluppo della dimensione organizzativa<br />

dell’azienda, sia negli aspetti strutturali, che in quelli gestionali;<br />

b) la valorizzazione del capitale umano, sia in termini di competenze<br />

che di esperienze.<br />

Gli obiettivi di competitività dovranno così conciliarsi con quelli<br />

dell’innovazione, sapendo che i primi si misurano nel breve periodo,<br />

mentre i secondi si collocano all’interno di scenari di medio-lungo periodo.


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Il nuovo profilo dell’imprenditore veneto non potrà connotarsi per la sua<br />

capacità “di fare” e di “fare da sé”, come chiavi di risposta rapida alle<br />

esigenze derivanti dal cambiamento; egli dovrà prestare attenzione “al<br />

pensare e al pensare strategico” che implica conoscenza e innovazione,<br />

valorizzazione del patrimonio aziendale, in termini di cultura, competenze,<br />

esperienze, formazione continua, sviluppo organizzativo, costruzione di<br />

reti.<br />

Il lavoratore anziano nell’azienda e nella società<br />

Chi è il lavoratore anziano?<br />

Per lo stereotipo costruito dalla normativa sul pensionamento, la persona<br />

che associa una certa età anagrafica con un numero di anni<br />

effettivamente lavorati. Secondo la ricerca svolta su un campione di<br />

lavoratori, una persona compresa tra i 56 e i 61 anni.<br />

Se si considera la categoria “anziano” al di fuori del contesto lavorativo,<br />

una persona cinquantacinquenne o sessantenne risulta ancora molto<br />

efficiente, generalmente con una buona salute e con una speranza di vita<br />

intorno ai vent’anni (un po’ più per le donne e un po’ meno per i maschi).<br />

Queste due considerazioni descrivono una situazione facilmente<br />

riscontrabile nella realtà. Ci sono persone troppo “giovani” per essere<br />

espulse dal mercato del lavoro, ma troppo “vecchie” per sottostare ai<br />

parametri di produttività standard richiesti dal mercato alle aziende.<br />

In generale si parla di anzianità come fase del processo di<br />

invecchiamento, che segna il passaggio dall’età adulta alla vecchiaia vera<br />

e propria. E per definirla si utilizza l’età, perché è un modo semplice, che<br />

facilita la comunicazione; ma i suoi contenuti sono influenzati sia da<br />

fattori genetici, che da fattori biografici, dove si comprendono le<br />

esperienze vissute, il livello di istruzione, il genere, lo stile di vita ecc..<br />

Anche il contesto sociale attribuisce contenuti all’anzianità, attraverso i<br />

modelli culturali dominanti, la configurazione economica del territorio, la<br />

conformazione geografica, gli usi e i costumi ecc.. La città, il paese, la<br />

collina, la pianura ecc. sono tutte configurazioni sociali, che concorrono a<br />

rappresentare socialmente l’anziano.<br />

A livello aziendale infine l’anzianità subisce le influenze del settore<br />

produttivo nel quale si colloca l’azienda, delle caratteristiche dei prodotti e<br />

dei servizi che costituiscono l’oggetto della produzione, dello stesso ciclo<br />

produttivo e della sua localizzazione, dell’entità e della qualità di<br />

tecnologia impiegata, delle dimensioni dell’azienda, della cultura<br />

aziendale, delle congiunture economiche, ecc..<br />

In definitiva si può affermare che ci sono tanti tipi di lavoratore anziano e<br />

sarebbe un errore raggrupparli in un’unica categoria, rinunciando a<br />

comprenderne le caratteristiche, le potenzialità ed i limiti nei contesti di<br />

appartenenza, aziendali e sociali.<br />

Sembra un’affermazione ovvia eppure nel pensiero comune gli anziani<br />

vengono considerati spesso come fossero una categoria omogenea,<br />

conformata sulla base di alcuni stereotipi culturali e di altrettanti<br />

pregiudizi. Gli stessi anziani sono prigionieri di tali gabbie concettuali e<br />

tendono a costruirsi un’auto immagine che corrisponda a tali concetti. Lo<br />

15


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

si riscontra nei casi in cui gli stessi anziani rifiutano nuovi impegni,<br />

restano tiepidi di fronte a nuovi obiettivi, si disinteressano del<br />

cambiamento e dell’innovazione, assumendo un atteggiamento “passivo”<br />

che toglie ogni significato all’attenzione verso l’ “age”.<br />

Sulla medesima linea si colloca anche la normativa riguardante i<br />

lavoratori, molto assente rispetto alla valorizzazione del lavoratore<br />

anziano. L’approccio normativo evidenzia semmai la somiglianza tra<br />

l’anziano e la persona svantaggiata, con la preoccupazione di fornire<br />

tutela e assistenza, una prospettiva che, ancora una volta, va nella<br />

direzione opposta di quella qui sostenuta.<br />

Questa tentazione di affidarsi agli stereotipi non è una banale ottusità, ma<br />

nasce dall’esigenza di avere dei riferimenti culturalmente omologati; porre<br />

in evidenza il lavoratore anziano nelle sue diversità per tracciarne il<br />

profilo, implica infatti un impegno critico, che può non essere condiviso<br />

dagli altri attori del sistema. L’attenzione verso il fattore “age”<br />

nell’azienda e nella società non può quindi essere data per implicita, come<br />

un normale codice di lettura della realtà. E’ fondamentale al contrario che,<br />

almeno in questo momento di status nascendi, ci sia un interesse esplicito<br />

per il fenomeno e la disponibilità a coglierne gli aspetti originali per<br />

interagire con esso.<br />

Nuovi scenari e prospettive di intervento<br />

L’invecchiamento dei lavoratori è entrato nelle agende dei responsabili<br />

dell’economia in occasione del summit dei Paesi del G-8 nel 1997. Da quel<br />

momento esso è oramai presente in tutti i documenti della Commissione<br />

Europea, che ha anche costituito appositi comitati per lo studio e la<br />

ricerca in questo campo. Il principale riferimento per l’Unione Europea è la<br />

“strategia di Lisbona”, dove, riconoscendo la relazione tra i fattori<br />

demografici e la crescita economica nei diversi Paesi dell’UE, si pone tra<br />

l’altro l’obiettivo che nel 2010 il 50% delle persone (lavoratori anziani,<br />

maschi e femmine) comprese nella fascia di età dai 55 ai 64 anni sia<br />

attivamente occupato.<br />

Fin da subito gli aspetti considerati sono stati vari: dal rischio di<br />

emarginare precocemente persone in possesso di patrimoni utili alla<br />

società con effetti negativi di esclusione sociale vera e propria, alla<br />

necessità di non perdere le opportunità derivanti dai patrimoni dei<br />

lavoratori “aged”, al richiamo alla Life Long Learning come l’azione<br />

fondamentale per accompagnare lo stesso invecchiamento, prevenendo<br />

forme di esclusione.<br />

L’Italia, in quanto Paese dell’UE, aderisce naturalmente a tali<br />

raccomandazioni, tant’è vero che gli obiettivi di Lisbona sono inseriti nel<br />

Piano Nazionale per l’Occupazione elaborato dal Governo Italiano, anche<br />

se nel medesimo Piano si sottolineano le difficoltà di perseguire, entro i<br />

termini indicati, gli obiettivi europei, per l’accentuata differenza accertata<br />

tra la situazione di fatto esistente e quella desiderata.<br />

Questa presa di posizione da parte dei Governi assume comunque una<br />

rilevanza notevole, in quanto elimina qualsiasi rischio che<br />

l’invecchiamento possa essere considerato come un problema individuale<br />

o privato. Esso rientra nei problemi che qualificano la politica economica,<br />

sociale e, in una parola, la politica di sviluppo. In questo modo<br />

l’invecchiamento viene riconosciuto non soltanto come una questione che<br />

interessa la medicina e la demografia o al massimo la politica sociale, ma<br />

16


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

un aspetto importante della politica economica e del lavoro, intese in<br />

senso lato.<br />

Trattandosi di lavoratori anziani, si deve sottolineare che l’azienda non<br />

deve essere sola nell’affrontare la questione, perché non è all’interno delle<br />

sue strategie che possono essere elaborate soluzioni soddisfacenti. E’<br />

fondamentale che con essa operino anche le diverse istituzioni territoriali,<br />

le associazioni, le organizzazioni sindacali, le agenzie formative e culturali<br />

e tutti coloro che possono aver titolo nei processi di costruzione del<br />

benessere, non soltanto economico, ma anche sociale (la cosiddetta<br />

welfare community).<br />

In questa cornice assume anche un nuovo significato la Responsabilità<br />

Sociale d’Impresa (CSR), che colloca ogni azienda in una rete sociale più<br />

ampia di quella strettamente funzionale e strumentale al suo<br />

funzionamento.<br />

Nel declinare il tema del lavoratore anziano, includendo anche i compiti<br />

derivanti dalla Responsabilità Sociale, si riconosce una specie di<br />

reciprocità tra l’azienda e gli altri attori del sistema. Il lavoratore anziano<br />

è una persona che si trova alla soglia dell'abbandono dell’impegno<br />

lavorativo o quanto meno alla vigilia di una riduzione, in termini di tempo<br />

e di responsabilità, dell’impegno stesso. Una prospettiva che richiama il<br />

ruolo del lavoro nei processi di costruzione e di mantenimento delle<br />

identità personali dei lavoratori: questo ruolo si ridurrà sempre più, fino a<br />

scomparire, con conseguenze facili da immaginare.<br />

Come allora aiutare la persona che invecchia a modificare la propria<br />

identità, costruendo nuove relazioni significative e assumendo nuove<br />

responsabilità?<br />

La presenza dell’azienda sul territorio e i legami che essa ha con le altre<br />

componenti della comunità potranno senza dubbio contribuire a<br />

sviluppare tali processi, senza lasciarli esclusivamente alla responsabilità<br />

dei singoli. In tal senso la responsabilità sociale non si manifesta come<br />

una funzione unidirezionale verso la società, ma come un sistema di<br />

reciprocità che riguarda tutti gli attori sociali.<br />

Le criticità sulle quali intervenire<br />

A questo punto si tratta di focalizzare i punti che dovranno guidare e<br />

orientare gli interventi da effettuare. L’ordine con cui vengono presentati<br />

non corrisponde ad una gerarchia di importanza.<br />

Il primo punto riguarda la responsabilità nell’affrontare il tema. Deve<br />

maturare una responsabilità condivisa, pur nella diversità delle<br />

competenze specifiche e delle attribuzioni istituzionali, non delegabile ad<br />

un singolo attore.<br />

Il secondo punto concerne la ricerca dell’innovazione dentro modelli di<br />

competitività sostenibile e la conseguente traduzione in strategie di medio<br />

lungo periodo. Si tratta di uscire dagli schemi tradizionali che hanno<br />

connotato il processo di sviluppo del Nord Est e collocarsi all’interno di<br />

scenari nuovi, dove il patrimonio acquisito e le conoscenze maturate<br />

possano trovare la massima valorizzazione e quindi trasformarsi in valore<br />

aggiunto.<br />

17


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Il terzo punto si rivolge alle risorse umane, definibili come un vero e<br />

proprio capitale (il capitale umano). Il fattore “age” nell’organizzazione<br />

del lavoro può generare esclusioni e discriminazioni, a meno di non<br />

scoprire il potenziale e le peculiarità del lavoratore anziano. In una logica<br />

di “gestione delle differenze”, evitando di omogeneizzare tutti i lavoratori<br />

sulle mansioni o al massimo sulle competenze, occorre valorizzare le<br />

esperienze, implementando continuamente il processo di costruzione delle<br />

conoscenze.<br />

Infine il punto che fa da sfondo a tutti i ragionamenti precedenti e cioè la<br />

fiducia come elemento che connota il dialogo sociale, sia nei rapporti<br />

interni, che nei rapporti con gli altri attori del sistema. La fiducia va<br />

costruita e va sperimentata continuamente all’interno delle relazioni<br />

(capitale sociale). I modelli tradizionali affidano il funzionamento e lo<br />

sviluppo delle relazioni a regole e a norme prescrittive; se alle norme si<br />

affianca la fiducia, si creano le premesse per far crescere condivisione e<br />

corresponsabilità, elementi indispensabili per porsi obiettivi di sviluppo.<br />

Il Nord Est, in passato, ha trovato nella velocità di adattamento e nella<br />

flessibilità le chiavi del successo. Può essere che in futuro siano l’esercizio<br />

della fiducia e gli investimenti sul capitale umano a dare alle aziende<br />

nuova competitività?<br />

Le ragioni delle linee guida e i relativi destinatari<br />

La messa a fuoco del tema sollecita la curiosità verso ulteriori<br />

approfondimenti e nel contempo stimola l’interesse dei vari attori sociali a<br />

ricercare soluzioni adeguate.<br />

Da qui nasce la decisione di elaborare queste “linee guida” per fornire<br />

alcuni orientamenti a coloro che hanno il compito di intervenire nella<br />

problematica legata all’invecchiamento dei lavoratori. Si tratta di<br />

orientamenti e non di prescrizioni, in quanto è impossibile stilare delle<br />

regole uguali per tutti. I contesti particolari nei quali i fenomeni si<br />

sviluppano infatti sono tali da richiedere un approccio adhocratico, che<br />

consideri e valorizzi tutte le variabili specifiche del caso.<br />

Le linee guida, quindi, fissano alcuni riferimenti di carattere generale,<br />

indicano il percorso da seguire, segnalano i rischi da evitare,<br />

argomentano gli obiettivi da raggiungere; esse costituiscono la cornice<br />

entro la quale le singole scelte trovano la loro legittimazione e il loro<br />

senso.<br />

Nel medesimo tempo definiscono categorie concettuali, linguaggi e codici<br />

che, se condivisi, costituiscono una irrinunciabile piattaforma per<br />

sviluppare comunicazione, superando facili pregiudizi e riducendo gli<br />

ostacoli derivanti dalla soggettività delle interpretazioni.<br />

L’efficacia delle linee guida, peraltro, si evidenzia nella misura in cui i<br />

responsabili, ai quali esse si rivolgono, sono in grado di mettere in atto<br />

soluzioni valide, rispetto ai problemi da risolvere. Nel processo di<br />

formazione delle decisioni infatti si può affermare che le linee guida<br />

svolgano un ruolo di accompagnamento, che si concretizza in una serie di<br />

suggerimenti, ma anche di allarmi rivolti a quanti sono interessati ai<br />

risultati da raggiungere.<br />

Questa osservazione indica anche la strada lungo la quale le linee guida<br />

potranno trovare un loro sviluppo:<br />

18


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

a) raccogliere una serie di “buone pratiche” che verifichino la validità<br />

dei punti trattati e confermino le argomentazioni sostenute, in una<br />

prospettiva di arricchimento reciproco e di miglioramento continuo;<br />

b) monitorare nel tempo l’utilizzo e le applicazioni, per correggere e<br />

integrare i contenuti e le indicazioni metodologiche, allo scopo di<br />

mantenere attualità ed efficacia.<br />

Chi sono i destinatari?<br />

In linea di principio le linee guida si rivolgono a tutti coloro che hanno<br />

parte nel processo di invecchiamento dei lavoratori. L’enfasi sulla<br />

categoria del “lavoratore” seleziona già gli attori che hanno maggiori<br />

responsabilità al riguardo. Si tratta di:<br />

- le Aziende e gli Imprenditori<br />

- le Associazioni dei Datori di Lavoro;<br />

- le Organizzazioni Sindacali;<br />

- le Istituzioni nelle varie configurazioni ed ai diversi livelli.<br />

Le linee guida quindi non si rivolgono specificatamente ai Lavoratori intesi<br />

nella loro individualità, anche se rappresentano i primi interessati al tema.<br />

Ma a soggetti istituzionali e attori sociali complessi che rappresentano la<br />

società, sia nella sua struttura di decisionalità, sia rispetto al suo<br />

funzionamento. Alla base di tale scelta c’è la consapevolezza che<br />

sull’argomento esistano spazi di intervento a livello politico, intesi in<br />

senso lato, che si collocano al di sopra degli spazi individuali ed è proprio<br />

l’esercizio di tali iniziative che può influenzare anche le stesse strategie<br />

individuali.<br />

19


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

20


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

LINEE GUIDA A SUPPORTO<br />

DELLE AZIENDE<br />

21


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

RICONOSCERE<br />

Avvertire con consapevolezza l’age come questione<br />

con cui confrontarsi, non per una semplice curiosità<br />

intellettuale, ma per i significati che esprime e per le<br />

conseguenze, positive o negative che essa può<br />

generare in azienda.<br />

I lavoratori anziani in azienda si distinguono per anzianità<br />

anagrafica (persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni) e<br />

per anzianità aziendale (persone presenti in azienda da un<br />

certo numero di anni).<br />

Si tratta di situazioni che pongono alcuni interrogativi, cui<br />

l’azienda è chiamata a rispondere:<br />

1. le poche chances riconosciute ai lavoratori e alle<br />

22<br />

lavoratrici anziane dal mercato del lavoro rispondono a<br />

un momento congiunturale, oppure indicano una<br />

trasformazione strutturale destinata a durare nel<br />

tempo?<br />

2. l’azienda deve soltanto preoccuparsi di redditività o può<br />

anche concorrere a promuovere e a sviluppare culture?<br />

3. il potenziale presente nei lavoratori (uomini e donne)<br />

che vanno in pensione vale soltanto per la persona<br />

anziana o anche per l’azienda e per la società?<br />

Obiettivo<br />

Considerare il lavoratore anziano una risorsa per l’Azienda,<br />

scoprendo le potenzialità proprie dell’anzianità ed<br />

opponendosi alla “tendenza dominante” di espellere<br />

precocemente questi lavoratori dal mercato del lavoro.<br />

Condividere piuttosto la disponibilità a partecipare<br />

attivamente al processo di cambiamento culturale,


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

destinato a produrre nuovi significati e nuovi valori in<br />

questo ambito, sia a livello soggettivo, che nel contesto<br />

sociale di riferimento.<br />

Azioni attivabili<br />

dal dirigente delle risorse umane o dall’imprenditore:<br />

1. coinvolgere i lavoratori anziani, attraverso colloqui<br />

individuali, per riconoscere l’anzianità e gli aspetti<br />

positivi e negativi;<br />

2. analizzare, insieme ai responsabili delle varie<br />

funzioni, i contenuti correlati con l’age all’interno delle<br />

singole mansioni;<br />

3. affrontare il tema in modo esplicito o attraverso<br />

un’iniziativa ad hoc o/e servendosi dei mezzi di<br />

comunicazione interna già attivi in azienda (giornale<br />

aziendale, bacheca, ecc.)<br />

4. identificare alcune “buone pratiche” influenzate<br />

dall’esperienza e istituire un “libro” per la relativa<br />

registrazione;<br />

5. considerare la possibilità di organizzare eventi di<br />

valorizzazione dell’anzianità (escludendo facili<br />

tentazioni retoriche), collocati dentro la cornice dei<br />

rapporti intergenerazionali.<br />

Valutazioni<br />

Nel primo anno di attività svolgere almeno le azioni<br />

previste ai precedenti n. 1 e 3<br />

Nel second’anno svolgere le azioni previste ai numeri 2 e 4<br />

Nel terzo anno organizzare almeno un evento di cui al<br />

precedente n. 5<br />

23


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

COMPETERE<br />

La competitività ha le proprie radici nel mercato e<br />

nelle sue dinamiche. Essa si misura e si definisce nel<br />

confronto con gli altri competitors e si manifesta<br />

all’interno del mercato stesso come capacità di<br />

attrarre domanda.<br />

La competitività viene di solito analizzata con strumenti di<br />

tipo quantitativo, tra i quali emerge il costo del lavoro. Si<br />

può però pensare ad una competitività che consideri la<br />

qualità delle prestazioni, il valore immesso nei beni e nei<br />

servizi prodotti ed infine il clima e la cultura aziendale che<br />

danno senso all’organizzazione del lavoro.<br />

La competitività si affida anche alla flessibilità dell’azienda,<br />

come capacità di adattamento alle esigenze di mercato.<br />

Queste dimensioni hanno una diretta correlazione con<br />

l’esperienza, non intesa come qualcosa di statico e di<br />

rigido, una specie di “crosta” che protegge una<br />

competenza acquisita e migliorata nel tempo,<br />

garantendone la ripetizione, ma come un “liquido” che<br />

penetra negli interstizi della competenza, dandole<br />

flessibilità, specialmente nelle situazioni di emergenza e di<br />

incertezza. In quest’ottica sostituire un lavoratore o una<br />

lavoratrice anziani potrebbe comportare un vantaggio<br />

economico immediato, ma potrebbe risultare un danno per<br />

l’azienda la perdita del patrimonio che è in loro.<br />

L’esperienza quindi può diventare fattore favorente o<br />

frenante, a seconda del significato attribuito alla<br />

competitività dalla stessa azienda.<br />

24


Obiettivo:<br />

EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Valutare l’effetto competitivo dell’esperienza all’interno del<br />

contesto aziendale di riferimento, quali i caratteri specifici<br />

dei cicli produttivi, la rilevanza delle diverse funzioni<br />

aziendali, le tipologie di mansioni in esse svolte, i livelli di<br />

divisione delle responsabilità, i sistemi di gestione ed i<br />

profili personali, ecc. Promuovere nel contempo una<br />

cultura aziendale e organizzativa che pur esaltando gli<br />

approcci razionali, lasci spazio a ciò che non è<br />

scientificamente misurabile, così da essere in grado di<br />

intercettare e apprezzare l’esperienza.<br />

Azioni attivabili<br />

dalla direzione strategica e/o dall’imprenditore<br />

1. Individuare elementi connotanti l’esperienza e<br />

definire i criteri per renderli comunicabili (esempio<br />

all’interno di campagne di marketing) anche<br />

attraverso il coinvolgimento dei lavoratori anziani;<br />

2. definire modalità di fidelizzazione dei clienti,<br />

valorizzando contenuti di qualità e di affidabilità (dei<br />

prodotti o dei processi) che implichino l’esperienza;<br />

3. sostenere azioni di adattabilità e di flessibilità,<br />

contrastando eventuali forme di pregiudizio verso gli<br />

schemi rigidi rispetto ai lavoratori anziani.<br />

Valutazione<br />

Riscontri da campagne di marketing o nella<br />

documentazione di comunicazione esterna.<br />

Trasformazione per adattamento di profili applicati a<br />

lavoratori anziani.<br />

25


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Costruzione di nuove competenze (che valorizzino<br />

l’esperienza) finalizzate a migliorare prodotti o/e prodotti o<br />

processi.<br />

26


INNOVARE<br />

EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

L’innovazione è connessa con i processi di sviluppo e<br />

di ricerca e si manifesta come istanza di<br />

cambiamento orientato verso il futuro. Essa<br />

caratterizza le strategie di sviluppo, sia a livello di<br />

processi produttivi, che a livello di prodotti,<br />

rapportate nel medio-lungo periodo.<br />

Comunemente si pensa che “l’innovazione sia giovane” e<br />

perciò non trovi buona accoglienza nelle mappe mentali<br />

degli anziani a causa degli schemi di riferimento e delle<br />

abitudini ben consolidati che creano delle barriere verso le<br />

innovazioni stesse. Nell’ambito della ricerca scientifica<br />

sembra non esistano prove contrarie, Ma ciò vale anche<br />

nella ricerca applicata?<br />

Sono pregiudizi o valutazioni fondate?<br />

Per coniugare esperienza e cambiamento, occorre<br />

considerare l’esperienza come un processo di<br />

accumulazione continua di situazioni vissute lungo un arco<br />

di tempo. Si accumula però soltanto quello a cui viene<br />

attribuito un senso, come se nella persona che vive le<br />

situazioni diverse operasse un filtro che sceglie ciò che va<br />

accumulato e ciò che può essere lasciato. L’esperienza<br />

quindi non è una operazione meccanica, ma il risultato di<br />

una relazione tra la persona che compie l’azione ed il<br />

contesto (aziendale e non) nel quale l’azione si sviluppa.<br />

Ad esempio un contesto stimolante arricchisce l’esperienza,<br />

al contrario di un contesto privo di motivazione, nel quale<br />

la persona può assumere un atteggiamento passivo,<br />

rinunciando ad accumulare elementi interessanti.<br />

L’esperienza quindi non può essere separata dal contesto<br />

nel quale è maturata. Considerarla come una categoria a<br />

sé stante può generare equivoci o pregiudizi. Ciò vale<br />

27


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

specialmente in Azienda, quando l’esperienza viene<br />

accostata al cambiamento, perché sono i contesti aziendali<br />

ed ambientali che danno valore innovativo all’esperienza,<br />

come fonte insostituibile di informazioni.<br />

Obiettivo:<br />

Verificare il peso dei pregiudizi nella cultura dello sviluppo,<br />

per interrogarsi sul rapporto tra ricerca ed esperienza. La<br />

ricerca utilizza di norma metodologie scientifiche e quindi<br />

fornisce dati oggettivi, mentre l’esperienza nasce dai<br />

vissuti e quindi offre informazioni soggettive. Nel primo<br />

caso i riferimenti (i dati) sono espliciti, verificabili,<br />

attendibili e facilmente comunicabili; nel secondo caso i<br />

dati rivelano saperi “taciti” e quindi difficilmente<br />

comunicabili, se non attraverso l’intervento e l’attendibilità<br />

di chi li possiede. La ricerca e l’esperienza sono quindi due<br />

categorie concettuali diverse, non antagoniste tra loro, né<br />

alternative. I dati (quantitativi e qualitativi) provenienti<br />

dall’una e dall’altra fonte sono quindi destinati ad interagire<br />

continuamente tra loro, per alimentare il processo di<br />

formazione delle scelte strategiche innovative dell’Azienda.<br />

Ciò contribuisce anche a promuovere una cultura aperta<br />

all’age.<br />

Azioni attivabili<br />

dalla direzione strategica e/o dall’imprenditore<br />

28<br />

1. Sviluppare azioni di ricerca (sia sui mercati, che sui<br />

prodotti, che sui processi) per confrontarsi<br />

concretamente con l’innovazione;<br />

2. coinvolgere gruppi di lavoratori anziani nei processi di<br />

lettura dei dati di ricerca, per estrarre e focalizzare i


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

dati di esperienza ed attivare un processo di<br />

interazione;<br />

3. dotare l’azienda di strumenti di analisi<br />

dell’esperienza, che possano costituire una banca dati<br />

permanente a supporto dei processi di formazione<br />

delle decisioni.<br />

Valutazione<br />

Lo svolgimento di almeno una ricerca orientata<br />

all’innovazione (nel primo anno) e in prospettiva<br />

l’istituzione di un’unità organizzativa dedicata a tale<br />

compito, che comprenda anche i contenuti di cui alla<br />

precedente azione n. 3<br />

L’organizzazione di almeno un gruppo di lavoro (o un<br />

focus) con lavoratori anziani, per la lettura dei dati di<br />

ricerca.<br />

29


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

CAPITALE UMANO E SVILUPPO DELLE RISORSE<br />

UMANE<br />

Il capitale umano è una combinazione di fattori<br />

appartenenti alla sfera individuale, quali le<br />

caratteristiche personali, le competenze e le capacità<br />

di fare, le conoscenze e la disponibilità ad<br />

apprendere, l’attitudine e la pratica di lavorare con<br />

gli altri, condividendo informazioni, conoscenze,<br />

“saperi” ecc., espressi e agiti in un sistema di<br />

interazione che appartiene all’azienda e alla sua<br />

organizzazione. Così i fattori individuali diventano<br />

“capitale”.<br />

Lo sviluppo delle risorse umane è una funzione<br />

aziendale ben nota, essenziale per il funzionamento<br />

dell’organizzazione stessa. Le risorse umane<br />

possono definirsi la componente strutturale del<br />

capitale umano, mentre il loro agire nell’azienda<br />

costituisce ciò che dà valore a detto capitale.<br />

Sviluppare le risorse significa mettere le persone<br />

nelle migliori condizioni possibili per agire e quindi<br />

dare valore al capitale umano.<br />

L’attenzione verso le persone che lavorano nell’azienda è<br />

sempre stata nell’agenda degli imprenditori e dei manager.<br />

Al tema age invece non si è mai riservato un approccio<br />

specifico e il lavoratore anziano è stato trattato conciliando<br />

l’evoluzione naturale del ciclo di vita e le esigenze<br />

dell’azienda. E questo non per negligenza, ma perché la<br />

questione non presentava le criticità che oggi presenta.<br />

Un tempo la dimensione quantitativa del lavoro era<br />

considerata prevalente, tanto da poter misurare la<br />

produttività come rapporto tra ore lavorate e prodotti<br />

ottenuti. Poi la cultura della qualità ha collegato il<br />

momento della prestazione, con l'esito della prestazione<br />

stessa, declinando la responsabilità non soltanto sulla<br />

prestazione in quanto tale, ma sull’intero processo.<br />

30


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Il dibattito attuale considera il lavoro non soltanto una<br />

prestazione collocabile dentro un processo, ma<br />

l’espressione di una persona che spazia nell’intero processo<br />

produttivo, contribuendo a determinarne l’efficienza,<br />

l’efficacia e la qualità. In questo modo il lavoro diventa la<br />

sintesi di variabili di diversa natura (individuali e sociali), di<br />

diversa consistenza (tangibili e intangibili) e di diversa<br />

configurazione (codificate, codificabili e tacite ed implicite);<br />

un concetto complesso, impregnato di significati vecchi e<br />

nuovi, che non possono essere “dati per scontati”.<br />

Sorge perciò l’esigenza di esplorare nuovi aspetti:<br />

• la fiducia, come capacità di dialogo e disponibilità al<br />

confronto, costruita attraverso la gestione dei<br />

conflitti, la continua negoziazione e la distribuzione<br />

delle co-responsabilità (empowerment);<br />

• la “mobilità interna” come criterio di gestione delle<br />

risorse umane e di sviluppo di nuove competenze e<br />

nuove professioni e non eccezione rispetto ad un<br />

sistema rigido di divisione di ruoli;<br />

• la formazione e l’apprendimento continui finalizzati a<br />

valorizzare il potenziale umano e professionale ai fini<br />

di una crescita sia individuale che aziendale.<br />

L’interazione tra questi aspetti in una visione integrata del<br />

lavoro e della persona, costituiscono la condizione per<br />

l’attivazione in azienda di processi di costruzione di capitale<br />

umano.<br />

31


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Obiettivo:<br />

promuovere e tutelare il “capitale umano” dell’azienda,<br />

attraverso azioni dirette sulle persone e sul loro potenziale,<br />

valorizzando le differenze di genere e di età in un’ottica di<br />

crescita e di sviluppo continui e attraverso azioni finalizzate<br />

e creare, all’interno dell’azienda, condizioni organizzative<br />

e culturali tendenti a facilitare i sistemi di relazione tra le<br />

diverse componenti aziendali ed i meccanismi di<br />

appartenenza. In quest’ottica rivisitare le Relazioni<br />

sindacali e le Relazioni industriali, per sviluppare<br />

meccanismi di dialogo e di convergenza su obiettivi<br />

condivisi.<br />

Azioni da attivare<br />

dai Dirigenti del Personale (o delle Risorse Umane)<br />

Le azioni si possono distinguere a partire dalla tipologia dei<br />

“bersagli” che si intendono colpire.<br />

32<br />

a) azioni finalizzate a migliorare, a modificare, ma<br />

anche mantenere le competenze esistenti o/e a<br />

costruirne di nuove:<br />

1. formazione e aggiornamento professionale,<br />

considerando sia le differenze di età, di<br />

cultura e di genere, che l’esigenza di<br />

integrazione tra le parti<br />

2. organizzare momenti di analisi e di<br />

valutazione del potenziale, correlato con<br />

momenti di sostegno alla motivazione<br />

3. promuovere e valorizzare l’auto-<br />

apprendimento


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

b) azioni che non hanno un diretto impatto sulle<br />

persone, perché si rivolgono all’organizzazione<br />

in quanto tale e sui processi in cui essa si<br />

articola:<br />

1. scegliere i contenuti dei sistemi informativi<br />

aziendali e adeguarli alle esigenze emergenti<br />

dai modelli e dalle strategie di <strong>learning</strong><br />

organisation<br />

2. costituire sistemi di rilevazione e di<br />

valutazione delle performance, in termini di<br />

quantità e di qualità<br />

3. rivisitare la job rotation, per applicarla in una<br />

prospettiva di valorizzazione dei potenziali<br />

anche aged attraverso la mobilità interna<br />

4. istituire momenti di controllo e il<br />

monitoraggio dei processi e dei prodotti<br />

attraverso l’organizzazione di gruppi<br />

intergenerazionali di miglioramento<br />

c) azioni che concorrono a promuovere e a<br />

mantenere la cultura aziendale:<br />

1. elaborare un piano di comunicazione interna<br />

impiegando i mezzi più congrui con le<br />

caratteristiche dell’azienda<br />

2. organizzare momenti di scambio di<br />

esperienze nella logica della “buona pratica”<br />

(intergenerazionale)<br />

3. organizzare gruppi di costruzione di senso<br />

(sense-making)<br />

33


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

34<br />

d) azioni riguardanti propriamente le relazioni<br />

sindacali, quali:<br />

Valutazione<br />

1. la concertazione rispetto alle linee di sviluppo<br />

2. la contrattazione rimodulata a seconda dei<br />

livelli<br />

3. l’applicazione delle diverse formule<br />

contrattuali (tipo part-time)<br />

4. altre forme di patti<br />

La valutazione corrisponde alla rilevazione dello<br />

svolgimento o meno delle azioni indicate.<br />

E’ fondamentale graduarle nel tempo, secondo una<br />

strategia di sviluppo.<br />

Si suggerisce di intervenire in ognuno degli ambiti segnati,<br />

a seconda delle risorse disponibili, in modo da sviluppare<br />

un processo in equilibrio.


INCLUSIONE SOCIALE<br />

EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

L’inclusione sociale appartiene ai linguaggi della<br />

politica sociale e si fonda sul riconoscimento e sulla<br />

capacità di esercitare i diritti di cittadinanza sociale.<br />

Si parla di inclusione in tutti i casi in cui c’è il rischio<br />

dell’esclusione sociale, generata da stati di disagio,<br />

di povertà ecc. Anche l’”age” può essere motivo di<br />

esclusione.<br />

La scelta di parlare di inclusione sociale all’interno di<br />

queste linee guida nasce da due considerazioni importanti,<br />

riscontrabili peraltro sia nei documenti dell’UE, che in quelli<br />

nazionali:<br />

1. la condizione di inclusione sociale, è molto influenzata<br />

dalla condizione lavorativa. L’esistenza di un lavoro,<br />

la sua stabilità e la sua regolarità infatti sono una<br />

garanzia di inclusione. Il concetto di Welfare State si<br />

configura perciò come un Welfare to Work. Per questo<br />

tale tema coinvolge a pieno titolo anche le politiche<br />

del lavoro, chiamate ad integrarsi con gli altri ambiti<br />

della politica (sociale, scuola, casa, ecc.);<br />

2. il rischio di uscire precocemente dal mercato del<br />

lavoro per il lavoratore, a causa del fattore “age” o la<br />

sua permanenza all’interno dell’azienda con ruoli<br />

demotivanti o s-valorizzanti produce una condizione<br />

di disagio e di sofferenza, che può innescare processi<br />

di esclusione, tali da incidere sul piano del benessere<br />

e della sicurezza ai diversi livelli.<br />

35


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

Obiettivo:<br />

Valorizzare l’esperienza del lavoratore anziano per tutelare<br />

anche la condizione di appartenenza e di sicurezza sociale,<br />

riducendo nel contempo il fabbisogno di interventi sociali<br />

riparatori, sia all’interno dell’azienda che in ambito extra-<br />

aziendale.<br />

Azioni da attivare<br />

dalla Direzione Generale, dai Dirigenti delle Risorse<br />

Umane, dall’Imprenditore:<br />

36<br />

1. Prevedere dei momenti di ascolto e di discussione con<br />

i lavoratori anziani, per individuare precocemente<br />

eventuali rischi di disagio legati all’”age”<br />

2. Prevedere momenti di discussione e di confronto con i<br />

lavoratori e le lavoratrici anziani sulle questioni<br />

riguardanti l’uscita dal mercato del lavoro e<br />

dall’azienda<br />

3. Partecipare a iniziative extra-aziendali, attraverso<br />

persone “aged”, aventi per finalità la promozione<br />

sociale e l’esercizio dei diritti di cittadinanza<br />

Valutazione<br />

Si suggerisce, anche in questo caso, di graduare la<br />

realizzazione delle iniziative nel tempo. Per il primo anno<br />

realizzare almeno i momenti indicati ai precedenti punti 1 e<br />

2.


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

RESPONSABILITA‘ SOCIALE<br />

La responsabilità sociale è la consapevolezza di<br />

essere parte attiva di un sistema, costituito da tanti<br />

soggetti con funzioni e interessi diversi. Per<br />

l’azienda essa corrisponde alla volontà di integrare<br />

le preoccupazioni economiche con quelle rivolte alla<br />

tutela dell’ambiente, alla valorizzazione del capitale<br />

umano e alla promozione dello sviluppo sociale.<br />

L’invito rivolto alle imprese di adottare comportamenti<br />

socialmente responsabili viene dalla politica, in particolare<br />

dall’Europa, di fronte ai rischi cui sono esposti l’ambiente e<br />

il sistema sociale nel suo insieme, rischi derivanti da un<br />

modello di sviluppo privo di riferimenti di sostenibilità. Non<br />

soltanto inquinamento e squilibrio ecologico quindi, ma<br />

anche esclusione sociale, povertà, ingiustizie,<br />

discriminazioni.<br />

Le aziende per questo sono chiamate ad avere<br />

un’attenzione nuova, sia verso la propria organizzazione,<br />

che nei rapporti con le altre componenti del sistema, per<br />

concorrere al perseguimento di obiettivi comuni.<br />

La prospettiva che si delinea nasce da alcune ipotesi,<br />

facilmente verificabili:<br />

a) la crescita e lo sviluppo della società non si misurano<br />

esclusivamente con parametri economici, ma anche<br />

attraverso la qualità della coesione sociale, in uno<br />

scenario connotato sempre più da elementi<br />

interculturali e intergenerazionali;<br />

b) la complessità della situazione, a tutti i livelli, sia locale<br />

che globale, può essere affrontata soltanto attraverso il<br />

37


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

38<br />

concorso di tutte le parti interessate, superando le<br />

tradizionali divisioni e creando e sviluppando dinamiche<br />

di network.<br />

La responsabilità sociale d’impresa quindi non si esaurisce<br />

in qualche evento sporadico, a sfondo solidaristico, ma<br />

segna un percorso etico impegnativo, finalizzato alla<br />

costruzione di un nuovo profilo di azienda, ancora più<br />

responsabilizzata e protagonista dello sviluppo economico<br />

e sociale.<br />

In quest’ottica, il tema dell’invecchiamento dei lavoratori<br />

non si esaurisce all’interno dei confini propri<br />

dell’organizzazione del lavoro e dei calcoli di produttività,<br />

ma si declina nel contesto globale di vita dei lavoratori<br />

stessi, costituito dai sistemi di relazioni che il lavoratore e<br />

le lavoratrici sviluppano con la famiglia e con la comunità<br />

di appartenenza.<br />

Per l’imprenditore allora l’age management diventa<br />

l’occasione per uscire dai confini dell’azienda e proiettarsi<br />

nella comunità (locale e globale), integrando la propria<br />

responsabilità con quella degli altri soggetti interessati, al<br />

fine di trovare risposte sostenibili e di qualità.<br />

Obiettivo<br />

Promuovere percorsi di conoscenza sulle tematiche della<br />

responsabilità sociale all’interno dell’azienda e attivare<br />

rapporti con le altre componenti del sistema locale in una<br />

logica di rete. Nell’ambito specifico dell’age partecipare<br />

all’elaborazione di progetti di accompagnamento e di<br />

sostegno riguardanti la fase di uscita dal mercato del<br />

lavoro, finalizzati a mantenere la persona anziana<br />

protagonista e attiva nella comunità di appartenenza.


Azioni da attivare<br />

EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

dall’imprenditore e dal responsabile della comunicazione:<br />

La promozione di una nuova cultura e l’adozione di<br />

comportamenti adeguati e consapevoli si appoggiano su un<br />

sistema di convinzioni e di valori condivisi e su efficaci<br />

strumenti di comunicazione. Approfondire per conoscere e<br />

comunicare le conoscenze per condividerle con altri,<br />

diventano scelte tra loro fortemente connesse e<br />

interdipendenti. Ogni azione che si sviluppa in questo<br />

ambito quindi deve risultare credibile e comunicabile.<br />

Occorre perciò avere una particolare attenzione per gli<br />

strumenti e i simboli che vengono utilizzati per visibilizzare<br />

e per comunicare i messaggi e la consapevolezza che il<br />

tempo risulta una variabile importante nei processi di<br />

promozione culturale. Sarà quindi importante graduare le<br />

azioni nel tempo, scomponendo gli obiettivi a seconda del<br />

termine di riferimento: breve, medio e lungo periodo.<br />

Le azioni che riguardano l’ambito aziendale interno sono:<br />

a) elaborare un codice etico di comportamento in materia<br />

di assunzione, cessazione, gestione e sviluppo delle<br />

risorse umane, attraverso il coinvolgimento degli<br />

organismi rappresentativi dei lavoratori e dei lavoratori<br />

stessi<br />

b) inserire i temi della responsabilità sociale nei<br />

programmi di formazione continua<br />

c) far partecipare tutte le componenti dell’azienda al<br />

processo di costruzione del bilancio sociale aziendale<br />

39


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

d) dedicare una sezione apposita nel bilancio sociale al<br />

40<br />

tema dell’age nelle sue diverse articolazioni, compresa<br />

quella relativa al genere<br />

e) raccogliere e comunicare, attraverso modi e strumenti<br />

adeguati, le “buone pratiche” realizzate in azienda<br />

rientranti nel tema della responsabilità sociale e<br />

dell’age<br />

Le azioni che si rivolgono all’ambiente esterno all’azienda<br />

sono:<br />

a) conoscere e condividere con le altre parti interessate e<br />

con le componenti della comunità gli obiettivi di<br />

sviluppo sociale e culturale per concorrere al loro<br />

perseguimento attraverso un processo continuo di<br />

integrazione con gli obiettivi di sviluppo propri<br />

dell’azienda<br />

b) partecipare a progetti riguardanti la tutela<br />

dell’ambiente e la promozione della qualità della vita<br />

sostenibile (compresa l’inclusione sociale), attivando<br />

partenariati con altri soggetti interessati (enti, privati<br />

no-profit, associazioni, ecc.), sia a livello locale che<br />

globale, secondo il principio di sussidiarietà<br />

c) costruire con le altre parti interessate e con le<br />

componenti della comunità (locale e globale) relazioni<br />

ispirate al dialogo sociale e alla fiducia reciproca in<br />

generale e sulle tematiche dell’age<br />

d) attivare azioni di comunicazione esterna finalizzate a<br />

costruire credibilità nella comunità di appartenenza in<br />

materia di responsabilità sociale, anche utilizzando lo<br />

strumento del bilancio sociale e le “buone pratiche” o<br />

altri strumenti di rendicontazione sociale


EQUAL AGE MANAGEMENT<br />

Il valore dell’esperienza – Linee guida a supporto delle aziende<br />

A sostegno delle azioni indicate esistono anche strumenti e<br />

progetti specifici elaborati e proposti dalle Autorità<br />

pubbliche, che si configurano come certificazioni,<br />

documenti, carte ecc.<br />

Valutazione<br />

Trattandosi di un processo destinato a svilupparsi nel<br />

tempo, la valutazione dovrà riguardare i singoli risultati<br />

che si riusciranno a raggiungere nei diversi periodi.<br />

In questo senso la valutazione può riguardare l’esistenza o<br />

meno dei documenti prodotti, quali il codice etico, il<br />

bilancio sociale, l’adesione ad un progetto di difesa<br />

dell’ambiente ecc., come segno di svolgimento dell’azione,<br />

ma potrà anche entrare nei contenuti e nella rilevazione<br />

dei comportamenti conseguenti.<br />

La valutazione quindi può riguardare un “atto” prodotto o<br />

può rivolgersi al processo sottostante e conseguente a<br />

quello stesso atto e quindi diventare una vera e propria<br />

valutazione di processo. In questa seconda prospettiva<br />

assumono grande rilevanza gli “indicatori di congruità”,<br />

finalizzati a misurare il grado di corrispondenza tra i<br />

messaggi comunicati e i comportamenti agiti. E questo<br />

perché la responsabilità sociale equivale ad un<br />

atteggiamento mentale, ad un modello culturale, ad<br />

un’etica fondata su determinati valori che si percepiscono<br />

nel momento in cui tutto ciò viene effettivamente agito.<br />

41


Partner del progetto Equal “Age Management” IT G VEN 062:<br />

- Treviso Tecnologia – Capofila PS 023<br />

Via Roma, 4 – 31020 Lancenigo di Villorba Treviso<br />

Tel: 0422.608858 – email: formazione@tvtecnologia.it<br />

- Confindustria Veneto SIAV SpA – Capofila PS 008<br />

Via Torino, 151/C – 30172 Mestre Venezia<br />

Tel: 041.2517511 – email: Area.progetti@siav.net<br />

- Chronos – Capofila PS 018<br />

Via Forcellini, 170/a – 35128 Padova<br />

Tel: 049.8033650 – email: progettazione@cosmigroup.net<br />

- Comunità Montana del Grappa – Capofila PS 039<br />

Via Molinetto, 15 – 31017 Crespano del Grappa Treviso<br />

Tel: 0423.53036 – email: segreteria@cmgrappa.gov.it

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