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Renzo Novatore SONO LA MIA CAUSA - Hop Frog

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<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong><br />

<strong>SONO</strong> <strong>LA</strong> <strong>MIA</strong> <strong>CAUSA</strong><br />

Edizioni Cerbero


Indice<br />

Introduzione alla prima edizione di “<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> – Sono la mia causa” edizioni Cerbero<br />

Note biografiche e introduzione a cura di Virginio De Martin<br />

prefazione – il Figlio dell'Etna<br />

1.Verso il Nulla Creatore<br />

2.Fiori Selvaggi (Cronaca Libertaria,Milano,a1,n.8,20 settembre 1917)<br />

3.Grido Ribelle (Cronaca Libertaria,Milano,a1,n.2,10 agosto 1917)<br />

4.Verso l'Uragano (Il Libertario,La Spezia,a.XVIII,n.721,27 febbraio 1919)<br />

5.Ritornando (Il Libertario,La Spezia,n.732,25 settembre 1919)<br />

6.L'Espropriatore (Iconoclasta!,Pistoia,a.I,1°s.,n.10,26 novembre 1919)<br />

7.Il mio Individualismo Iconoclasta (Iconoclasta!,gennaio 1920)<br />

8.Le mie sentenze(dal taccuino dei miei pensieri ultimi) (Iconoclasta!,Pistoia,n12,15 ottobre 1920)<br />

9.Il temperamento anarchico nel vortice della storia (Il Libertario,La Spezia,a.XVIII,n793,1920)<br />

10.Nel regno dei fantasmi (Vertice,Arcola,21,aprile 1921)<br />

11.il sogno della mia adolescenza (Vertice,Arcola,21 aprile 1921)<br />

12.Ballata Crepuscolare Preludio sinfonico di “dinamite”<br />

Nella ristampa aggiunti:<br />

13.Alla conquista di novelle Aurore<br />

14.De profundis e Germinal!<br />

15.Fiori Selvaggi<br />

16.I vagabondi dello spirito<br />

17.L'amicizia e gli amici<br />

18.Nel cerchio della vita<br />

19.Parabola<br />

20.Pensieri e Sentenze<br />

21.Pianto<br />

22.Sferzata<br />

23.Una Femmina<br />

24.Al di sopra delle due anarchie<br />

25.La misteriosa<br />

Appendici<br />

Cattive passioni - Sono La mia Causa (Volantino-Provocatorio introduttivo alle edizioni Cerbero apparso qualche anno a<br />

dietro – non del tutto finito)<br />

Circulo Individualista Aves del Fuego (Mercoledì, 7 settembre 2011)<br />

Note Editoriali<br />

Vengo subito al dunque...le nostre intenzioni sono quelle di propagandare tramite opuscoli,libri e azione il messaggio del<br />

qui e ora come metodo di lotta per la totale liberazione individuale e definitiva da qualsiasi sovrastruttura etico-morale e<br />

repressiva:Lo Stato come Le religioni.<br />

Non cerchiamo consenso nelle masse inermi,nessuna propaganda speculativa al riguardo è affar nostro. Detto questo per<br />

ora abbiamo stampato i nostri opuscoli seguendo una linea precisa che cerca di fornire al singolo i mezzi teorici per<br />

riflettere e approfondire sulla sua autoliberazione -partendo sempre dal principio che ognuno dispone a se di questi<br />

mezzi-da non vedere, ne come forma consigliare ne come opera caritatevole verso chi di questi mezzi non ne ha<br />

coscienza,ma come metodo di confronto per rendere la propria lotta più radicale possibile.<br />

Non solo teoria però,alcuni dei nostri opuscoli già stampati e da stampare,hanno come punto d'attenzione il metodo<br />

d'azione pratica,dove si gioca il confronto vero e violento,ogni metodo illegale e amorale sarà un<br />

riferimento costante e indispensabile.<br />

"Io so che vivo e che voglio vivere.<br />

E’ molto difficile mettere in azione questo voglio. Siamo circondati da un’umanità che vuole quello che vogliono gli altri.<br />

La mia affermazione isolata è delitto de’ più gravi.<br />

Legge e morale, a gara, m’intimoriscono e persuadono.<br />

Il “biondo rabbi” ha trionfato.<br />

Si prega, s’implora, si bestemmia, ma non si osa.<br />

La vigliaccheria, carezzata dal cristianesimo, crea la morale, e questa giustifica la viltà e genera la rinuncia."<br />

"Mi strappo dalla fronte<br />

le spine della rinuncia cristiana e bevo il profumo delle rose."<br />

(Bruno Filippi "il me faut vivre ma vie")


Introduzione - Sono lo spirito che Nega<br />

Sono lo spirito che sempre dice no.<br />

Ed a ragione.<br />

Nulla c'è che nasca e non meriti<br />

di finire disfatto.<br />

Meglio sarebbe che nulla nascesse.<br />

Così tutto quello che dite Peccato<br />

o Distruzione,Male insomma,<br />

è il mio elemento vero.<br />

(J.W.Goethe,Mefistofele)<br />

Personaggio,natura carismatica,paradossale per chi solca il sentiero dell'unicità distruttrice.Il suo agire<br />

trasforma il suo scritto in un mostro divoratore di ogni cosa passata presente e futura.Il ripudio di una<br />

vita delegata al futuro svolge in sé stesso una potenza dilaniante verso le nature dominanti<br />

religiose/sociali lacerandole in mille pezzetti fino alla loro completa scomparsa.”Aver compreso la Vita”<br />

ha dettato una consapevolezza incontrovertibile del suo principio e della sua fine,la voglia di vivere<br />

senza devozioni di alcun genere segnerà ogni suo passo,ogni suo fremito,ogni suo pensiero.La<br />

Decadenza del cristianesimo non riesce a coincidere con la Forza e la Bellezza primordiale,quell'istinto<br />

perso oramai anche dai sedicenti circoli anarchici rivoluzionari che attafano l'aria come un cadavere<br />

prossimo ai vermi.Armato di solo “io”,non disperde la predicazione del nulla(che soltanto conoscerà la<br />

fine) ma anzi trova nuova ragione di essere e inesorabile continua la sua marcia trionfante.Invita tutti<br />

alla sua festa,una festa per pochi,per nessuno;sà che brinderà solo.L'esistenza è concepita per viverla<br />

egoisticamente,ognuno ha da che pensare alla propria morte.Possedere l'essenza del tempo.Ora io vivo<br />

in piedi.L'uomo in preda al nulla(e quindi in solitudine) si crea un dio o un sistema sociale?L'uomo<br />

nuovo,l'io rigenerato,nega il sacro e il costituito!Il confessionale di invenzione dei preti verrà sostituito<br />

da un mucchio di ceneri fumanti.L'individuo carico di se stesso affronta il mondo dei vivi e dei morti<br />

con irrefrenabie iconoclastia,non compra ne paradisi ne inferni.Un dramma o una sfida essere<br />

paragonato a questo uomo a questa umanità che piega il capo ovunque trova un predicatore di<br />

verità/menzogne.Mi viene da vomitare.Perciò serrare i denti e scalare il vertice,la cima di un'insensata<br />

umanità:ma non per governarla o venerarla ma per deriderla!Allora l'uomo che volevate crocifisso per<br />

onorare la magnificenza dei cieli e del creatore unico e solenne padrone del gene del tutto,negherà.<br />

Cerbero


NOTA BIOGRAFICA<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong>, pseudonimo di Abele Rizieri Ferrari, nasce ad Arcola (SP) il 12 maggio 1890 da una<br />

modesta famiglia di contadini.<br />

Refrattario alla disciplina scolastica, frequenta soltanto per alcuni mesi la prima classe elementare;<br />

quindi abbandona la scuola definitivamente e viene costretto dal padre a lavorare nei campi. Ma il suo<br />

profondo desiderio di conoscenza unito ad una tenacia e ad una volontà già radicate lo fanno diventare<br />

un precoce autodidatta: col tempo diviene un lettore instancabile e con un acuto senso critico che gli<br />

impedisce di essere dominato dalle<br />

idee altrui.<br />

Ancora adolescente viene accusato con una decina di suoi coetanei di aver appiccato un incendio alla<br />

chiesa di N. S. degli Angeli: arrestato, dopo tre mesi viene processato e poi assolto.<br />

Scoppiata la prima guerra mondiale <strong>Novatore</strong> decide di armarsi contro la Società della Guerra.<br />

Condannato a morte per diserzione ed alto tradimento, si sposta in Emilia e comincia a propagandare la<br />

ribellione armata contro la ferocia degli Stati.<br />

Dopo l'armistizio, mentre tutti gli altri compagni di Arcola rientrano, <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> continua ad essere<br />

latitante: le forze poliziesche si danno da fare con accanimento per scovare questo «pericoloso bandito<br />

anarchico» contro il quale hanno l'ordine di sparare a vista-Arrestato in seguito ai moti di La Spezia del<br />

1919, viene condannato a dieci anni di carcere duro, ma esce dalla prigione di Livorno grazie alla<br />

sopravvenuta amnistia.<br />

Riprende a dedicarsi con immutato entusiasmo all'azione anarchica ed intraprende diversi tentativi<br />

insurrezionali.<br />

Viene nuovamente arrestato per l'assalto armato alla polveriera e alla caserma dei marinai di Val di<br />

Fornola.<br />

Appena libero, nel periodo dell'occupazione delle fabbriche lo ritroviamo impegnato in un vasto<br />

tentativo insurrezionale che fallisce in seguito ad una delazione.<br />

Dopo un periodo di relativa calma in cui da vita alla rivista Vertice, in seguito ad uno scontro a fuoco<br />

con la polizia è costretto ad abbandonare Arcola e a girare l'Italia settentrionale, proseguendo<br />

comunque la sua attività rivoluzionaria.<br />

Sposatosi con Emma, ha tre figli, uno dei quali muore in tenera età; gli altri sono <strong>Renzo</strong> e Stelio (l'unico<br />

ancora in vita).<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> muore il 29 novembre 1922 a Teglia (GE), ucciso in un conflitto a fuoco dai carabinieri.<br />

* * *<br />

La sua vasta opera, andata in parte perduta, è sparsa su numerosi giornali anarchici dell'epoca, fra cui<br />

ricordiamo II Libertario di La Spezia, Cronaca Libertaria di Milano, Iconoclasta di Pistola, Gli Scamiciati<br />

di Pegli, Pagine Libertarie di Milano, il Proletario di Pontremoli e la rivista Vertice.<br />

Due anni dopo la sua morte il gruppo anarchico "I Figli dell'Etna" di Siracusa pubblicò Verso il Nulla<br />

Creatore e Al disopra dell'Arco, entrambi ristampati fra il 1949 ed il 1953 dalGruppo Editoriale Albatros<br />

di Firenze. L'edizione di Verso il Nulla Creatore che presentiamo è quella americana del 1939, curata da<br />

Virginio De Martin.


INTRODUZIONE 1<br />

La bella Prefazione dell'ignoto figlio dell'Etna e le pagine di espressione eroica del <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> io<br />

solo raccomando di leggerle bene e comprenderle. Militante libertario per vent'anni, egli scrisse queste<br />

pagine durante gli episodi avvenuti in Italia nel 1919-1921.<br />

Fremito di riscossa risvegliò rutto il popolo italiano immerso nel dolore accumulato durante le macabre<br />

danze del male della grande guerra; i più bei giovani d'Italia erano morti in un mare di sangue mentre i<br />

vecchi le donne ed i bimbi morivano di dolore e di fame.<br />

La morte era lenta, non sapevano né vivere né morire, e fu in questa notte cupa che gli individualisti e<br />

gli iconoclasti udirono i gridi e accesero le torce cantando strane canzoni: che la vita era bella e bella<br />

era la Lotta contro i carnefici ed i tiranni. La grassa e mediocre borghesia ingrassata coi profitti della<br />

guerra tripudiava e dormiva sonni tranquilli, e fu Bruno Filippi il primo iconoclasta che il 7 settembre<br />

1919 di mattina come una violenta scossa di terremoto risvegliò Milano e il pidocchiume plebeo ed<br />

aristocratico. La Milano dei gufi e dei coccodrilli si sentì scricchiolare il terreno sotto i piedi da un rombo<br />

spaventevole, Bruno si era drizzato alto contro la legge ed egli fece tremare gli uomini e le cose... E<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> rallegrò la danza colla poesia... Dei liberi e dei forti ridendo... Tutto il bel poetico Popolo<br />

Cadorino sorrise... Sentì l'imperioso bisogno di vivere la sua propria vita nell'atmosfera altamente e<br />

sublimemente intellettuale del pensiero propugnante la gioia di vivere. Come bionde e feline Leonesse,<br />

le donne dell'Alto Cadere incitate dai ribelli presero i loro piccini ed incitarono gli abitanti delle maestose<br />

e profumate foreste verdi e selvagge a conquistare la libertà e la vita ridendo. La filosofia del <strong>Renzo</strong><br />

<strong>Novatore</strong> è la più bella, e l'unica via per chi intende vivere intensamente la vita.<br />

PREFAZIONE<br />

Virginio De Martin<br />

Triste storia quella dell'individualismo anarchico in Italia!<br />

Incompreso nella tristezza del suo Dolore e nella giocondità della sua Gioia; schernito da quanti<br />

potevano intenderlo se non ammirarlo, lo scherno non arrivò mai agli altipiani soleggiati dell'Odio, ma<br />

insinuò, denigrò, vilipese...nell'ombra...come una spia...per paura;tradito da alcuni suoi assertori di un<br />

giorno che con gli anni avevano perduto la fede nel Nulla, fu accusato di debolezza, di aberrazioni, di<br />

intolleranze...ed i deboli, gli aberrati,gl'intolleranti erano loro, i ricreduti.<br />

Al disopra delle incomprensioni, oltre lo scherno, più in alto del tradimento illuminò — seppur con dei<br />

fulmini — la notte di tutte le rinunzie.Ed i suoi furono fari agli anormali, ai ribelli, ai vagabondi, nella<br />

notte delle rinunzie che dura.<br />

Si consumarono in attimi o in ere? Nulla chiesero.<br />

...Ed i fari sono ancora accesi…<br />

* * *<br />

Minoranza assoluta in lotta con una maggioranza potentemente organizzata, gli individualisti lottano per<br />

realizzare il loro ideale materiato di canti, di fiori, di luci al di sopra e al fuori della società borghese.<br />

Non hanno fede nei compagni, perché riconoscono che il compagno non è un'affinità elettiva come<br />

l'amico.<br />

E per un sogno si battono, per un sogno sacrificano tesori di affetti, per un sogno vivono.Sicuri della<br />

sconfitta, vivono della Lotta, e saranno gli eterni sconfitti, perché il giorno che vincessero sarebbe la<br />

fine, e loro vogliono essere l'inizio.<br />

* * *<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> in queste pagine è l'individualista tipo, così come l'intendo io meridionalissimo.<br />

Un grande ribelle, un rude artista della penna, un maestro dell'armonia. Ricchissimo di sentimenti, ad<br />

ogni pagina dona qualche piccola parte di se stesso, perché sapeva che un'azione è nobile, un affetto<br />

grande, solo quando vi è sacrificio.<br />

...E come gli altri non fu compreso. E come gli altri fu calunniato…<br />

Ma lui stava molto in alto a cantare le sue canzoni agli amici e non se ne accorse.Lavoro gettato giù<br />

tutto d'un fiato in un momento di ispirazione, che dei lavori di getto se ne sente la mancanza della lima,<br />

conserva la verginità delle impressioni.<br />

1 Questa Introduzione e la Prefazione che segue fanno parte del lavoro originale.


Il suo periodare è una melodia snervante ed avvincente insieme, che ha qualche cosa del barbaro e le<br />

ripetizioni sono il motivo dominante troppo caro all'autore perché lo possa abbandonare.<br />

Autodidatta, <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> sconosceva il commercio dei sentimenti più cari e così li profuse a piene<br />

mani senza nulla chiedere. E noi li abbiamo raccolti e li conserviamo quei fiori, quelle pallide camelie,<br />

per offrirle un giorno a chi ne saprà apprezzare il profumo.<br />

Il Figlio dell'Etna


VERSO IL NUL<strong>LA</strong> CREATORE


I<br />

La nostra epoca è un'epoca di decadenza. La civiltà borghese-cristiano-plebea è giunta da<br />

parecchio tempo al punto morto della sua evoluzione...<br />

È giunta la democrazia!<br />

Ma sotto il falso splendore della civiltà democratica, i più alti valori spirituali sono caduti<br />

infranti.<br />

La forza volitiva, l'individualità barbara, l'arte libera, l'eroismo, il genio, la poesia, sono<br />

stati scherniti, derisi, calunniati.<br />

E non in nome dell' "io", ma della "collettività". Non in nome dell' "unico", ma della<br />

"società".<br />

Così il cristianesimo — condannando la forza primitiva e selvaggia del vergine istinto —<br />

uccise il "concetto" vigorosamente pagano della gioia terrena. La democrazia — sua figliola<br />

— lo glorificò facendo l'apologia di questo delitto e celebrandone la bieca e volgare<br />

grandezza...<br />

Ormai lo sappiamo!<br />

Il cristianesimo fu la lama avvelenata piantata brutalmente nella carne sana e palpitante di<br />

tutta l'umanità; fu una fredda ondata di tenebra spinta con furia misticamente brutale ad<br />

offuscare il tripudio sereno e festante dello spirito dionisiaco dei nostri padri pagani.<br />

In una fredda serata invernale fatalmente piombata sopra un caldo meriggio d'estate! Fu<br />

egli — il cristianesimo — che sostituendo il fantasma del "dio" alla realtà palpitante dell'<br />

"io", si dichiarò nemico feroce della gioia del vivere, e si vendicò canagliescamente colla<br />

vita terrena.<br />

Col cristianesimo la Vita fu mandata a rimpiangere nei paurosi abissi delle più amare<br />

rinunce; fu spinta verso i ghiacciai della rinnegazione e della morte. E da questa ghiacciaia<br />

di rinnegazione e di morte nacque la democrazia...<br />

Poiché essa — la madre del socialismo — è figlia del cristianesimo.<br />

II<br />

Col trionfo della civiltà democratica venne glorificata la plebe dello spirito. Col suo feroce<br />

antindividualismo — la democrazia — calpestò — perché incapace di comprenderla — ogni<br />

eroica bellezza dell' "io" anticollettivista e creatore.<br />

I rospi borghesi e le rane proletarie si strinsero le mani in una comune volgarità spirituale,<br />

comunicandosi religiosamente nel calice di piombo contenente il viscido liquore delle<br />

stesse menzogne sociali che la democrazia agli uni e agli altri porgeva.<br />

Ed i canti, che borghesi e proletari innalzarono alla loro spirituale comunione, furono un<br />

comune e fragoroso "Hurrà!" all'Oca vittoriosa e trionfante.<br />

E mentre gli "hurrà!" scoppiavano alti e frenetici, ella — la democrazia — si calcava il<br />

berretto plebeo sulla livida fronte, proclamando — bieca e feroce ironia — gli eguali<br />

diritti... dell'Uomo!<br />

Fu allora che le aquile, nella loro consapevolezza prudente, batterono più forte le loro ali<br />

titaniche, librandosi — nauseate dal triviale spettacolo — verso le vette solitarie della<br />

meditazione.<br />

Così, l'Oca democratica, rimasta regina del mondo e signora di tutte le cose, imperò<br />

padrona e sovrana.<br />

Ma visto che al di sopra di lei qualcosa rideva attendendo, ella, per mezzo del socialismo,<br />

suo unico e vero figliolo, fece lanciare una pietra ed un verbo, nel basso dominio paludoso<br />

ove gracchiavano i rospi e le rane, per sollevare un pugilato ventristico, e farlo passare per<br />

una guerra titanica di idee superbe e di spiritualità. E nelle paludi, il pugilato avvenne...<br />

Avvenne così plateale, fino a schizzare il fango tanto in alto da insudiciare le stelle!<br />

Così, colla democrazia, tutto fu contaminato.<br />

Tutto!<br />

Anche ciò che vi era di migliore.<br />

Anche ciò che vi era di peggiore.<br />

Nel regno della democrazia, le lotte che si apersero tra capitale e lavoro, furono lotte


achitiche, larve impotenti di guerra, prive d'ogni contenuto d'alta spiritualità, e d'ogni<br />

valorosa grandezza rivoluzionaria, incapaci a creare un altro concetto di vita più forte e più<br />

bella!<br />

Borghesi e proletari, pure urtandosi per questione di classe, di dominio e di ventre,<br />

rimasero pur sempre affratellati nell'odio comune verso i grandi vagabondi dello spirito,<br />

contro i solitari dell'idea. Contro tutti gli straziati del pensiero, contro tutti i trasfigurati da<br />

una superiore bellezza.<br />

Colla civiltà democratica, Cristo ha trionfato...<br />

"I poveri di spirito", oltre il paradiso dei cieli, hanno avuto la democrazia sulla terra. Se il<br />

trionfo non fosse ancora completo, lo completerà il socialismo. Nel suo concetto teorico lo<br />

ha già da lungo tempo annunciato. Egli tende a "livellare" tutti i valori umani. Attenti, o<br />

giovani spiriti!<br />

La guerra contro l'uomo-individuo fu incominciata da Cristo in nome di Dio, fu sviluppata<br />

attraverso la democrazia in nome della società, minaccia di completarsi nel socialismo, in<br />

nome dell'umanità.<br />

Se non sapremo distruggere in tempo questi tre assurdi quanto pericolosi fantasmi,<br />

l'individuo sarà inesorabilmente perduto.<br />

Bisogna che la rivolta dell' "io" si espanda, si allarghi, si generalizzi!<br />

Noi — i precorritori del tempo — abbiamo già acceso i fari!<br />

Abbiamo acceso le torce del pensiero.<br />

Abbiamo brandito la scure dell'azione. E abbiamo infranto. Abbiamo scardinato!<br />

Ma i nostri "delitti" individuali devono essere l'annuncio fatale della grande tempesta<br />

sociale.<br />

Quella grande e tremenda tempesta che frantumerà tutti gli edifici delle menzogne<br />

convenzionali, che scardinerà i muri di tutte le ipocrisie, che ridurrà il vecchio mondo in un<br />

mucchio di macerie e di rovine fumanti!<br />

Perché è da queste macerie di dio, della società, della famiglia e dell'umanità, che potrà<br />

nascere rigogliosa e festante la nuova anima umana. Quella nuova anima umana che sulle<br />

rovine di tutto un passato canterà la nascita dell'uomo liberato: dell’ "io" libero e grande.<br />

III<br />

Cristo fu un paradossale equivoco degli evangeli. Fu un triste e doloroso fenomeno di<br />

decadenza, nato dalla stanchezza pagana.<br />

L'Anticristo è il figlio sano di tutto l'odio gagliardo che la Vita ha covato nel segreto del suo<br />

seno fecondo, durante i venti e più secoli del dominio cristiano.<br />

Perché la storia ritorna.<br />

Perché l'eterno ritorno è la legge che regola l'universo.<br />

È il destino del mondo!<br />

È l'asse a cui si aggira intorno la vita!<br />

Per perpetuarsi.<br />

Per ricorrersi.<br />

Per contraddirsi.<br />

Per rincorrersi.<br />

Per non morire...<br />

Perché la vita è un moto, un'azione.<br />

Che rincorre il pensiero.<br />

che cerca il pensiero.<br />

Che ama il pensiero.<br />

E questo cammina, corre, si affanna.<br />

Vuole trascinare la Vita nel regno delle idee.<br />

Ma quando la via è impraticabile, allora, piange il pensiero.<br />

Piange e si dispera...<br />

Poi la stanchezza lo fa debole, lo rende cristiano.<br />

Allora egli prende la sorella Vita per mano e cerca di confinarla nel regno della morte.<br />

Ma l'Anticristo — lo spirito dell'istinto più misterioso e profondo — richiama a sé la Vita,<br />

gridandole barbaramente: Ricominciamo!


E la Vita ricomincia!<br />

Perché non vuole morire.<br />

E se Cristo simboleggia la stanchezza della vita, il tramonto del pensiero: la morte<br />

dell'idea!<br />

L'Anticristo simboleggia l'istinto della vita.<br />

Simboleggia la resurrezione del pensiero.<br />

L'Anticristo è il simbolo di una nuova aurora.<br />

IV<br />

Se la morente civiltà democratica (borghese-cristiano-plebea) riuscì a livellare l'anima<br />

umana, negando ogni alto valore spirituale emergente al di sopra si essa, non riuscì —<br />

fortunatamente<br />

— a livellare le differenze di classe, di privilegio e di casta, le quali<br />

— come già abbiamo detto — rimasero divise soltanto per una questione di ventre.<br />

Poiché — per gli uni e gli altri — il ventre rimase — bisogna pur confessarlo, e non<br />

confessarlo soltanto — come ideale supremo. E il socialismo tutto ciò lo comprese...<br />

Lo comprese, e da abile — e praticamente forse utile, ormai speculatore — gettò il veleno<br />

delle sue grossolane dottrine di eguaglianza (eguaglianza di pidocchi, innanzi alla sacra<br />

maestà dello Stato sovrano) dentro i pozzi della schiavitù ove felice si dissetava la<br />

innocenza.<br />

Ma il veleno che il socialismo sparse non era il veleno possente capace di dare delle virtù<br />

eroiche a chi lo avesse bevuto.<br />

No: non era il veleno radicale capace a compiere il miracolo che innalza — trasfigurandola<br />

e liberandola — l'anima umana. Ma era un'ibrida miscela di "sì" e di "no". Un livido impasto<br />

di "autorità" e di "fede", di "Stato" e di "avvenire"!<br />

Cosicché, col socialismo, la plebe proletaria si sentì ancora una volta vicina alla plebe<br />

borghese ed insieme si volsero verso l'orizzonte, attendendo fidenti il Sole dell'Avvenire!<br />

E questo perché, mentre il socialismo non fu capace di tramutare le mani tremanti degli<br />

schiavi in tanti artigli iconoclasti, empi e rapaci; fu pure incapace di tramutare la gretta<br />

avarizia dei tiranni in alta e superiore virtù donatrice.<br />

Col socialismo, il cerchio vizioso e vischioso, creato dal cristianesimo e sviluppato dalla<br />

democrazia, non fu spezzato. Anzi: si consolidò maggiormente...<br />

Il Socialismo rimase in mezzo al tiranno ed allo schiavo come un ponte pericoloso ed<br />

impraticabile; come un anello falso di congiunzione; come l'equivoco del "sì" e del "no" di<br />

cui è impastato il suo assurdo principio informatore.<br />

E noi abbiamo veduto, ancora una volta, il giuoco fatalmente osceno che ci ha nauseati.<br />

Abbiamo veduto socialismo, proletariato e borghesia, rientrare entrambi nell'orbita della<br />

più bassa povertà spirituale per adorare la democrazia. Ma essendo—la democrazia—il<br />

popolo che governa il popolo a colpi di bastone — per amore del popolo come un giorno<br />

Oscar Wilde ebbe a sentenziare—era logico che i veri liberi spiriti, i grandi vagabondi<br />

dell'idea, sentissero più forte il bisogno di spingersi decisamente verso l'estremo confine<br />

della loro iconoclastia di solitari, per preparare nel silenzioso deserto le agguerrite falangi<br />

delle aquile umane, che interverranno furenti alla tragica celebrazione del vespro sociale,<br />

per travolgere la civiltà democratica tra i loro artigli ferrigni, ed inabissarla nel vuoto d'un<br />

vecchio tempo che fu!<br />

V<br />

Quando i borghesi furono inginocchiati a destra del socialismo, nel sacro tempio della<br />

democrazia, si adagiarono tranquillamente sul letto dell'attesa per dormire il loro assurdo<br />

sogno di pace. Ma i proletari, che bevendo il veleno socialista avevano perduto la loro<br />

innocenza felice, urlarono dalla parte sinistra, turbando il sonno tranquillo dell'idiota<br />

borghesia criminale.<br />

Intanto, sulle più alte montagne del pensiero i vagabondi dell'idea vincevano la nausea,<br />

annunciando che qualche cosa simile al riso scrosciante di Zarathustra aveva sinistramente


echeggiato...<br />

Il vento dello spirito, simile all'uragano, avrebbe dovuto compenetrare l'anima umana e<br />

sollevarla impetuosamente nel turbine delle idee per travolgere tutti i vecchi valori nella<br />

tenebra del tempo, rialzando nel sole la vita dell'istinto sublimato dal nuovo pensiero.<br />

Ma i rospi borghesi compresero, svegliandosi, che qualche cosa di incompreso gridava<br />

nell'alto, minacciando la loro bassa esistenza. Sì: compresero che dall'alto giungeva una<br />

qualche cosa come una pietra, un rombo, una minaccia.<br />

Compresero che la voce satanica dei frenetici precorritori del tempo annunciava una<br />

furibonda tempesta che, partendo dalla volontà rin-novatrice dei pochi solitari, esplodeva<br />

nelle viscere della società per raderla al suolo.<br />

Ma non compresero (e non lo comprenderanno mai finché non saranno schiacciati) che ciò<br />

che passava sul mondo era l'ala possente d'una libera vita, nel battito della quale stava la<br />

morte dell' "uomo borghese" e dell' "uomo proletario", perché tutti gli uomini fossero<br />

"unici" ed "universali" al medesimo tempo.<br />

E questo fu il motivo per cui tutte le borghesie del mondo suonarono a stormo le loro<br />

campane, coniate di falso metallo idealistico, chiamandosi in grande adunata.<br />

E l'adunata fu generale…<br />

Tutte le borghesie si raccolsero.<br />

Si raccolsero fra i viscidi giunchi cresciuti nel pantano delle loro comuni menzogne e lì, nel<br />

silenzio del fango, decisero lo sterminio delle rane proletarie, loro serve e loro amiche...<br />

Al feroce complotto fecero parte tutti i sacerdoti di Cristo e della democrazia.<br />

Presenziavano pure tutti gli ex apostoli delle rane. La guerra fu decisa e il principe delle<br />

vipere nere benedisse le armi fratricide in nome di quel dio che disse "non uccidere",<br />

mentre il simbolico vicario della morte implorò la sua dea che venisse a danzare sul<br />

mondo.<br />

Allora il socialismo — da abile acrobata e pratico saltimbanco — fece un balzo in avanti.<br />

Saltò sul filo teso della sentimentale speculazione politica, si cinse di nero la fronte; e,<br />

dolorando e piangendo, così più o meno, parlò: "Io sono il vero nemico della violenza.<br />

Sono nemico della guerra, e più nemico della rivoluzione. Sono il nemico del sangue".<br />

E dopo avere ancora parlato di "pace" e di "eguaglianza", di "fede" e di "martirio",<br />

d'"umanità" e di "avvenire", intonò una canzone sui motivi del "sì" e del "no", piegò il capo<br />

e pianse...<br />

Pianse le lacrime di Giuda, che non sono neppure il "me ne lavo le mani" di Pilato!<br />

E le rane partirono...<br />

Partirono verso il regno della suprema viltà umana.<br />

Partirono verso il fango di tutte le trincee.<br />

Partirono...<br />

E la morte venne!<br />

Venne ebbra di sangue e danzò macabramente sul mondo.<br />

Per cinque lunghi anni...<br />

Fu allora che i grandi vagabondi dello spirito, presi da nuova nausea, cavalcarono un'altra<br />

volta le loro libere aquile per librarsi vertiginosamente nella solitudine dei loro lontani<br />

ghiacciai a ridere e maledire.<br />

Anche lo spirito di Zarathustra — il più vero amante della guerra e il più sincero amico dei<br />

guerrieri — dovette rimanere abbastanza nauseato e sdegnato poiché qualcuno lo sentì<br />

esclamare: "Voi dovete essere per me coloro che tendono gli sguardi in cerca del nemico<br />

— del vostro nemico. E in alcuni di voi divampa l'odio al primo sguardo. Voi dovete cercare<br />

il vostro nemico, combattere la vostra guerra, e ciò per le vostre idee!<br />

E se la vostra idea soccombe, che la vostra rettitudine gridi al trionfo!".<br />

Ma, ahimè! La predicazione eroica del barbaro liberatore a nulla valse!<br />

Le rane umane non seppero distinguere il loro nemico, né combattere per le proprie idee.<br />

(Le rane non hanno idee!).<br />

E non conoscendo il loro nemico, né avendo idee proprie, combatterono per il ventre dei<br />

loro fratelli in Cristo, per i loro eguali in democrazia.<br />

Combatterono contro se stessi per il loro nemico.<br />

Abele, risorto, moriva per Caino una seconda volta.


Ma questa volta da sé!<br />

Volontariamente...<br />

Volontariamente, perché poteva rivoltarsi e non lo ha fatto...<br />

Perché poteva dire: no!<br />

O sì!<br />

Perché dicendo: "no", sarebbe stato forte!<br />

Perché dicendo: "sì", avrebbe dimostrato di "credere" alla "causa" per cui combatteva.<br />

Ma non ha detto né "sì" né "no".<br />

È partito!<br />

Da imbelle!<br />

Come sempre!<br />

È partito...<br />

È andato verso la morte!...<br />

Senza sapere il perché.<br />

Come sempre.<br />

E la morte è venuta...<br />

È venuta a danzare sul mondo: per cinque lunghi anni!<br />

E danzò macabramente sulle fangose trincee di tutte le parti del mondo.<br />

Danzò con piedi di folgore...<br />

Danzò e rise...<br />

Rise e danzò...<br />

Per cinque lunghi anni!<br />

Ah! Come è volgare la morte che danza senza avere sul dorso le ali di un'idea...<br />

Che cosa idiota il morire senza sapere il perché...<br />

Noi l'abbiamo veduta — quando danzava — la Morte.<br />

Era una Morte nera, senza trasparenze di luce.<br />

Era una Morte senz'ali!<br />

Come era brutta e volgare...<br />

Come era goffa la danza.<br />

Ma pure danzava!<br />

E come li falciava — danzando — tutti i superflui, e tutti quelli che c'erano di più. Tutti<br />

coloro per cui — dice il grande liberatore — fu inventato lo Stato.<br />

Ma ohimè! Non soltanto quelli falciava...<br />

La morte — per vendicare lo Stato — ha falciato anche i non inutili, anche i necessari!...<br />

Ma coloro che non erano inutili, coloro che non c'erano di più, coloro che sono caduti<br />

dicendo di "no!"<br />

Saranno vendicati.<br />

Noi li vendicheremo.<br />

Li vendicheremo perché erano fratelli nostri!<br />

Li vendicheremo perché sono caduti con negli occhi le stelle.<br />

Perché morendo hanno bevuto il sole.<br />

Il sole della vita, il sole della lotta, il sole di un'Idea.<br />

VI<br />

Che cosa ha rinnovato la guerra?<br />

Ov'è la trasfigurazione eroica dello spirito?<br />

Ove le hanno appese le tavole fosforescenti dei nuovi valori umani?<br />

In quale tempio sono state deposte le sacre anfore d'oro racchiudenti i cuori luminosi e<br />

fiammanti degli eroi dominatori e creatori?<br />

Ov'è lo splendore maestoso del grande e nuovo meriggio?<br />

Fiumi paurosi di sangue lavarono tutte le zolle e percorsero tutti i sentieri del mondo.<br />

Torrenti spaventosi di lacrime fecero echeggiare il loro straziante lamento attraverso i<br />

vortici di tutta la terra: montagne di ossa e di carname umano ovunque biancheggiarono e<br />

ovunque imputridirono al sole.<br />

-


Ma nulla si trasformò, nulla si evolse!<br />

Solo il ventre borghese ruttò per sazietà e quello proletario urlò per troppa fame.<br />

E basta!<br />

Con Carlo Marx l'anima umana discese all'intestino.<br />

Il ruggito che oggi passa sul mondo è sempre un ruggito ventrista.<br />

Possa la nostra volontà trasformarlo in grido d'anima.<br />

In tempesta spirituale.<br />

In urlo di libera vita.<br />

In uragano di fulmini.<br />

Possa la folgore nostra scardinare la realtà del presente, squarciare la porta dell'ignoto<br />

mistero dal sogno nostro anelato, e mostrarci la bellezza suprema dell'uomo liberato.<br />

Perché noi siamo i folli precorritori del tempo.<br />

I roghi.<br />

I fari.<br />

I segni.<br />

I primi annunci.<br />

VII<br />

La guerra!<br />

La ricordate?<br />

Che cosa ha creato la guerra?<br />

Ecco:<br />

La donna vendette il suo corpo e la sua prostituzione chiamò libero amore.<br />

L'uomo, che s' "imboscò" a fabbricare proiettili e a predicare la sublime bellezza della<br />

guerra, chiamò la sua viltà: "fine furberia e scaltrezza eroica!".<br />

Colui che visse sempre di infamia incosciente, di viltà, di umiltà, di indifferenza e di rinunce<br />

deboli, imprecò contro i pochi audaci — che aveva sempre detestato — perché non ebbero<br />

da soli la forza di impedire che il suo ventre non fosse squarciato da quelle armi ch'egli<br />

stesso aveva costruito per un vile tozzo di pane.<br />

Perché anche i pezzenti dello spirito — coloro che, mentre la parte più nobile dell'umanità<br />

entra nell'inferno della vita, rimangono sempre fuori a scaldarsi — questi servi umili e<br />

devoti del loro tiranno, questi calunniatori incoscienti delle anime superiori, anche costoro,<br />

diciamo, non volevano partire.<br />

Non volevano morire.<br />

Si contorcevano, piangevano, imploravano, pregavano!<br />

Ma tutto ciò per un basso istinto di conservazione impotente ed animalesca, priva di ogni<br />

fremito eroico di rivolta e non per altre questioni di umanità superiore, di raffinata<br />

profondità sentimentale, di bellezza spirituale.<br />

No, no, no!<br />

Nulla di tutto ciò!<br />

Il ventre!<br />

Il ventre animalesco soltanto.<br />

Ideale borghese — ideale proletario — a ventre!<br />

Ma intanto la morte venne...<br />

Venne a danzare sul mondo senza avere sul dorso le ali di un'idea!<br />

E danzò...<br />

Danzò e rise.<br />

Per cinque lunghi anni...<br />

E mentre sui confini, ubriaca di sangue, la morte senz'ali danzava, a casa, nel sacro abside<br />

dell'interno fronte, si declamava e cantava — sulle volgari "gazzette" della menzogna — la<br />

miracolosa evoluzione morale e materiale compiuta dalle nostre donne nonché la suprema<br />

vetta spirituale su cui ascendeva il nostro eroico fante glorioso. Colui che moriva<br />

piangendo, senza sapere il "perché".<br />

Quante menzogne feroci, quanto cinismo volgare vomitavano sulle loro "gazzette" le<br />

bieche anime della democratica società e dello Stato-Chi la ricorda la guerra?


Come gracchiavano i corvi...<br />

I corvi e le civette!<br />

E intanto la Morte danzava!<br />

Danzava senza avere sul dorso le ali di un'idea!<br />

Di un'idea pericolosa che feconda e che crea!<br />

Danzava...<br />

Danzava e rideva!<br />

E come li falciava — danzando — i superflui. Tutti coloro che c'erano di più. Quelli per cui<br />

fu inventato lo Stato.<br />

Ma, ohimè! Non soltanto quelli falciava...<br />

Falciava anche quelli che avevano negli occhi raggi di sole, che avevano nelle pupille le<br />

stelle!<br />

v'è l'arte epica, l'arte eroica, l'arte suprema che la guerra ci aveva promesso? Ov'è la vita<br />

libera, il trionfo della nuova aurora, lo splendore del meriggio, la gloria festante del sole?<br />

VIII<br />

Ov'è la redenzione dalla schiavitù materiale?<br />

Ov'è chi ha creato la fine e profonda poesia che doveva germinare dolorosamente in<br />

questo tragico e pauroso abisso di sangue e di morte, per dirci lo strazio silenzioso e<br />

crudele provato dall'anima umana?<br />

Chi ce l'ha detta la parola dolce e buona che dice un mattino sereno dopo una terribile<br />

notte d'uragano?<br />

Chi ce l'ha detta la parola dominatrice che fa grandi come il proprio dolore, puri nella<br />

bellezza e profondi nell'umanità?<br />

Chi è, chi è mai il genio che ha saputo curvarsi con amore e con fede sopra le ferite<br />

aperteci nella carne viva della nostra vita, per accoglierne tutto il nobile pianto, acciocché<br />

il sereno riso dello spirito redentore potesse strappare gli artigli ai famelici mostri dei nostri<br />

errori passati per farci ascendere verso il concetto di un'etica superiore, ove, attraverso il<br />

principio luminoso della bellezza umana purificata nel sangue e nel dolore, potessimo<br />

ergerci forti e maestosi—come freccia tesa sull'arco della volontà — per cantare alla vita<br />

terrena la più profonda e soave melodia della più alta di tutte le nostre speranze!<br />

Ove? Ove?<br />

Io non la vedo!<br />

Io non la sento!<br />

Mi guardo attorno, ma altro non vedo che volgare pornografia, e falso cinismo...<br />

Almeno un Omero dell'arte, ed un Napoleone dell'azione la guerra ci avesse dato...<br />

Un uomo che avesse avuto la forza di distruggere un'epoca, di creare una nuova storia…<br />

Ma niente!<br />

Né grandi cantori, né grandi dominatori, la guerra ci ha dato.<br />

Solo larve bugiarde e bieche parodie.<br />

IX<br />

La guerra è passata lavando la storia e l'umanità nel pianto e nel sangue, ma l'epoca è<br />

rimasta immutata.<br />

Epoca di disfacimento...<br />

Il collettivismo è morente e l'individualismo non si è ancora affermato;<br />

Nessuno sa ubbidire, nessuno sa comandare.<br />

Ma da tutto questo, al saper vivere liberi, c'è ancora di mezzo un abisso.<br />

Abisso che potrà essere riempito soltanto col cadavere della schiavitù e quello dell'autorità.<br />

La guerra non poteva riempire questo abisso. Poteva soltanto scavarlo più profondo. Ma<br />

ciò che la guerra non poteva fare, deve farlo la rivoluzione.<br />

La guerra ha reso gli uomini più bestiali e plebei.<br />

Più triviali e più brutti!<br />

La rivoluzione deve renderli migliori.<br />

Deve nobilitarli!


X<br />

Ormai — socialmente parlando — siamo sdrucciolati nella china fatale, e non c'è più<br />

possibilità di tornare indietro.<br />

n tentarlo soltanto sarebbe un delitto.<br />

Ma non un delitto nobile e grande.<br />

Ma un delitto volgare. Un delitto più che inutile e vano. Un delitto contro la carne delle<br />

nostre idee.<br />

Perché noi non siamo i nemici del sangue...<br />

Siamo i nemici della volgarità!<br />

Ora che l'età del dovere e della schiavitù è agonizzante, vogliamo chiudere il ciclo del<br />

pensiero teorico e contemplativo per aprire il varco all'azione violenta, che è volontà di vita<br />

e tripudio di espansione.<br />

Sulle macerie della pietà e della religione vogliamo erigere la durezza creatrice del nostro<br />

cuore superbo.<br />

Noi non siamo gli ammiratori dell' "uomo ideale" dai "diritti sociali", ma i proclamatori dell'<br />

"individuo reale", nemico delle astrazioni sociali.<br />

Noi lottiamo per la liberazione dell'individuo.<br />

Per la conquista della vita.<br />

Per il trionfo della nostra idea. Per la realizzazione dei nostri sogni.<br />

E se le nostre idee sono pericolose, è perché noi siamo coloro che amano vivere<br />

pericolosamente.<br />

E se i nostri sogni sono folli, è perché siamo folli.<br />

Ma la nostra follia è la saggezza suprema.<br />

Ma le nostre idee sono il cuore della vita; ma i nostri pensieri sono i fari dell'umanità.<br />

E ciò che la guerra non ha fatto deve farlo la rivoluzione.<br />

Perché la rivoluzione è il fuoco della nostra volontà e un bisogno delle nostre anime<br />

solitàrie, è un dovere dell'aristocrazia libertaria.<br />

Per creare nuovi valori etici.<br />

Per creare nuovi valori estetici.<br />

Per comunizzare la ricchezza materiale.<br />

Per individualizzare la ricchezza spirituale.<br />

Perché noi — cerebralisti violenti e sentimentalisti passionali al medesimo tempo —<br />

comprendiamo e sappiamo che la rivoluzione e una necessità del dolore silenzioso che<br />

spasima nel basso, ed un bisogno dei liberi spiriti che spasimano in alto.<br />

Perché, se il dolore che spasima in basso vuole ascendere nel sorriso felice del sole, gli<br />

spiriti liberi che spasimano in alto non vogliono più sentirsi le pupille offese dallo strazio<br />

della volgare schiavitù che li circonda.<br />

Lo spirito umano è diviso in tre correnti:<br />

La corrente della schiavitù, la corrente della tirannia, la corrente della libertà!<br />

Colla rivoluzione bisogna che l'ultima di queste tre correnti irrompa sulle altre due e le<br />

travolga.<br />

Bisogna che crei la bellezza spirituale, che insegni ai poveri la vergogna della loro povertà,<br />

ed ai ricchi la vergogna della loro ricchezza.<br />

Bisogna che tutto ciò che si chiama "proprietà materiale", "proprietà privata", "proprietà<br />

esteriore" diventi per gli individui ciò che è il sole, la luce, il cielo, il mare, le stelle. E ciò<br />

avverrà!<br />

Avverrà perché noi — gli iconoclasti — la violenteremo! Solo la ricchezza etica e spirituale<br />

è invulnerabile. È vera proprietà dell'individuo. Il resto no! Il resto è vulnerabile! E tutto ciò<br />

che è vulnerabile sarà vulnerato. Lo sarà dalla potenza spregiudicata dell' "io". Dalla forza<br />

eroica dell'uomo liberato.<br />

E al di là d'ogni legge, d'ogni morale tiranna, d'ogni società, d'ogni concetto di falsa<br />

umanità...<br />

Noi dobbiamo tendere il nostro sforzo a tramutare la rivoluzione che si avanza in "delitto<br />

anarchico", per spingere l'umanità al di là dello Stato, al di là del socialismo. Verso


l'Anarchia.<br />

Se con la guerra gli uomini non poterono sublimarsi nella morte, la morte ha purificato il<br />

sangue dei caduti.<br />

E il sangue che la morte ha purificato — e che il suolo ha avidamente bevuto — ora urla di<br />

sotterra!<br />

E noi solitari, noi non siamo i cantori del ventre, ma gli ascoltatori dei morti; della voce dei<br />

morti che urlano di sotterra!<br />

Della voce del sangue "impuro" che si è purificato nella morte.<br />

E il sangue di tutti i caduti urla!<br />

Urla di sotterra!<br />

E l'urlo di questo sangue chiama pure noi verso l'abisso...<br />

Ha bisogno di essere sprigionato!<br />

O giovani minatori, siate pronti!<br />

Prepariamo torce e paramine.<br />

Bisogna dissodare il terreno.<br />

È tempo! È tempo! È tempo!<br />

Il sangue dei morti dev'essere sprigionato.<br />

Vuole alzarsi dalle tenebrose profondità per lanciarsi verso il cielo e conquistare le stelle.<br />

Perché le stelle sono le amiche dei morti.<br />

Sono le buone sorelle che li hanno veduti morire.<br />

Sono coloro che tutte le sere vanno al loro sepolcro coi piedi di luce e dicono loro:<br />

Domani!...<br />

E noi — i figli del Domani — siamo venuti oggi a dirvi:<br />

È tempo! È tempo! È tempo!<br />

E siamo venuti nelle ore antelucane...<br />

In compagnia dell'alba e delle ultime stelle!<br />

Ed ai morti abbiamo aggiunto altri morti...<br />

Ma tutti coloro che cadono hanno nella pupilla una stella d'oro che brilla!<br />

Una stella d'oro che dice:<br />

"La viltà dei fratelli rimasti si tramuterà in sogno creatore: in eroismo vendicatore!<br />

Perché, se così non fosse, non meriterebbe di morire!".<br />

Come dev'essere triste il morire.<br />

Senza una speranza nel cuore... senza un rogo nel cervello; senza un gran sogno<br />

nell'anima; senza una stella d'oro che brilla nella nostra pupilla!<br />

* * *<br />

II sangue dei morti — dei nostri morti — urla di sotterra. Noi lo udiamo chiaro e distinto<br />

quel grido. Quel grido che ci inebria di strazio e di dolore.<br />

E non possiamo, né vogliamo, essere sordi a quella voce... noi. Non vogliamo esserle<br />

sordi, perché la vita ci ha detto: "Chi è sordo alla voce del sangue non è degno di me.<br />

Perché il sangue è il mio vino; e i morti il mio segreto. Solo a colui che ascolterà la voce<br />

dei morti, scioglierò l'enigma del mio grande mistero!".<br />

E noi risponderemo a questa voce:<br />

Perché solo coloro che sanno rispondere alla voce dell'abisso possono conquistare le stelle!<br />

Io mi rivolgo a te, o mio fratello! A te mi rivolgo e ti dico:<br />

"Se sei di coloro che stanno inginocchiati sul cerchio di mezzo, chiudi gli occhi nella<br />

tenebra e precipitati nell'abisso.<br />

Solo così potrai rimbalzare sulle più alte vette e spalancare le pupille tue grandi nel sole".<br />

Perché non si può essere aquile se non si è palombari. Non si può spaziare sulle vette<br />

quando si è incapaci alle profondità. Nel basso abita il dolore, nell'alto il tormento. Sul<br />

tramonto di tutte le età, sorge un'alba unica fra due vespri diversi.<br />

Fra la luce vergine di quest'unica alba, il dolore del palombaro che<br />

è in noi deve congiungersi al tormento dell'aquila che pur vive in noi,<br />

per celebrare le nozze tragiche e feconde della perpetua rinnovazione.<br />

Rinnovazione dell' "io" personale fra le tempeste collettive e gli uragani sociali.


Perché la solitudine perenne è solo dei santi che riconoscono in dio il loro testimonio. Ma<br />

noi siamo i figli atei della solitudine. Siamo i demoni solitari senza testimoni.<br />

Nel basso, vogliamo vivere la realtà del dolore; nell'alto, il dolore del sogno...<br />

Per vivere intensamente e pericolosamente tutte le battaglie, tutte le sconfitte, tutte le<br />

vittorie, tutti i sogni, tutti i dolori e tutte le speranze! E vogliamo cantare nel sole,<br />

vogliamo urlare nei venti! Perché il nostro cervello è un rogo sfavillante ove il gran fuoco<br />

del pensiero crepita e arde in folli e gioiosi tormenti.<br />

Perché la purezza di tutte le albe, la fiamma di tutti i meriggi, la melanconia di tutti i<br />

tramonti, il silenzio di tutte le tombe, l'odio di tutti i cuori, il mormone di tutte le foreste,<br />

ed il sorriso di tutte le stelle, sono le note misteriose componenti la musica segreta<br />

dell'anima nostra traboccante di esuberanza vitale.<br />

Perché nel profondo del nostro cuore udiamo parlare una voce di umana individuazione<br />

così imperiosa e gagliarda che, spesse volte, nell’ascoltarla proviamo paura e terrore.<br />

Perché la voce che parla, è la voce di Lui: il Demone alato delle nostre profondità.<br />

XI<br />

Ormai è provato...<br />

La vita è dolore!<br />

Ma noi abbiamo imparato ad amare il dolore, per amare la vita!<br />

Perché nell'amare il dolore abbiamo imparato a lottare.<br />

E nella lotta — nella lotta soltanto — sta la gioia del vivere nostro.<br />

Restare sospesi a metà non è mestiere per noi.<br />

Il cerchio di mezzo simboleggia il vecchio "sì e no".<br />

L'impotenza del vivere e del morire.<br />

È il cerchio del socialismo, della pietà e della fede.<br />

Ma noi non siamo socialisti...<br />

Siamo anarchici. E individualisti, e nichilisti, e aristocratici.<br />

Perché veniamo dai monti.<br />

Da vicino alle stelle.<br />

Veniamo dall'alto: da ridere e maledire!<br />

Siamo venuti ad accendere sulla terra una selva di roghi, per illuminarla lungo la notte che<br />

precede il grande meriggio.<br />

E i roghi nostri saranno spenti soltanto quando l'incendio del sole scoppierà maestoso sul<br />

mare. E se quel giorno non dovesse venire, i nostri roghi continueranno a crepitare<br />

tragicamente fra la tenebra della notte eterna.<br />

Perché noi amiamo tutto ciò che è grande.<br />

Siamo gli amanti di ogni miracolo, i fautori d'ogni prodigio, i creatori d'ogni meraviglia!<br />

Sì: lo sappiamo!...<br />

Vi sono cose grandi nel bene come nel male.<br />

Ma noi viviamo al di là del bene e del male, perché tutto ciò che è grande appartiene alla<br />

bellezza!<br />

Anche il "delitto".<br />

Anche la "perversità".<br />

Anche il"dolore"!<br />

E noi vogliamo essere grandi come il nostro delitto!<br />

Per non calunniarlo:<br />

Vogliamo essere grandi come la nostra perversità!<br />

Per renderla cosciente.<br />

Vogliamo essere grandi come il nostro dolore.<br />

Per esserne degni.<br />

Perché veniamo dall'alto. Dalla casa della Bellezza.<br />

Siamo venuti ad accendere sulla terra una selva di roghi per illuminarla lungo la notte che<br />

precede il grande meriggio.<br />

Fino l'ora in cui l'incendio del sole scoppierà maestoso sul mare.<br />

Perché vogliamo celebrare la festa del gran prodigio umano.<br />

Vogliamo che l'anima nostra vibri in un nuovo sogno.


Vogliamo che da questo tragico vespro sociale il nostro "io" ne esca calmo e fremente di<br />

luce universale.<br />

Perché siamo i nichilisti dei fantasmi sociali.<br />

Perché sentiamo la voce del sangue urlare di sotterra.<br />

Prepariamo le paramine e le torce, o giovani minatori.<br />

L'abisso ci attende. Precipitiamoci in fondo: Verso il nulla creatore!<br />

XII<br />

Il nostro nichilismo non è nichilismo cristiano.<br />

Noi non neghiamo la vita. No! Noi siamo i grandi iconoclasti della menzogna. E tutto ciò<br />

che è proclamato "sacro" è menzogna.<br />

Noi siamo i nemici del "sacro".<br />

E vi è una legge "sacra"; una società "sacra"; una morale "sacra"; un'idea "sacra"!<br />

Ma noi — i padroni e gli amanti della forza empia e della bellezza volitiva, dell'Idea<br />

violentatrice — noi, gli iconoclasti di tutto ciò che è consacrato — ridiamo satanicamente,<br />

d'un bel riso largo e beffardo.<br />

Ridiamo!...<br />

E ridendo teniamo l'arco della nostra pagana volontà di gioire sempre teso verso la piena<br />

integrità della vita.<br />

E le nostre verità le scriviamo col riso.<br />

E le nostre passioni le scriviamo col sangue.<br />

E ridiamo!...<br />

Ridiamo il bel riso sano e rosso dell'odio.<br />

Ridiamo il bel riso azzurro e fresco dell'amore.<br />

Ridiamo!...<br />

Ma ridendo ci ricordiamo, con somma serietà, di essere i legittimi figli, e i degni eredi,<br />

d'una grande aristocrazia libertaria che ci trasmise nel sangue satanici impeti di folle<br />

eroismo, e nella carne ondate di poesia, di soli e di canzoni!<br />

Il nostro cervello è un rogo sfavillante, ove il crepitante fuoco del pensiero arde in gioiosi<br />

tormenti.<br />

L'anima nostra è un'oasi solitaria sempre fiorita e festante ove una musica segreta canta le<br />

complicate melodie del nostro alato mistero.<br />

E nel cervello ci urlano tutti i venti del monte; nella carne ci urlano tutte le tempeste del<br />

mare; tutte le Ninfe del Male; i nostri sogni sono cicli reali abitati da vergini muse<br />

frementi.<br />

Noi siamo i veri demoni della Vita.<br />

I precorritori del tempo.<br />

I primi annunci!<br />

La nostra esuberanza vitale ci ubriaca di forza e di sdegno.<br />

Ci insegna a disprezzare la Morte!<br />

XIII<br />

Oggi siamo giunti alla tragica celebrazione d'un grande vespro<br />

sociale. Il crepuscolo è rosso. Il tramonto è insanguinato. L'ansia batte nel vento le sue ali<br />

frementi. Ali rosse di sangue; ali nere di morte! Il Dolore organizza nell'ombra l'esercito dei<br />

suoi figli ignoti. La bellezza è nel giardino della Vita, e sta intrecciando ghirlande di fiori<br />

per incoronare la fronte degli eroi.<br />

I liberi spiriti hanno già lanciato le loro folgori attraverso il crepuscolo.<br />

Come primi annunci di fuoco: primi segnali di guerra!<br />

L'epoca nostra è sotto le ruote della storia.<br />

- 19 -<br />

La civiltà democratica volge verso la tomba.<br />

La società borghese e plebea si sfascia fatalmente, inesorabilmente!<br />

II fenomeno fascista ne è la prova più certa e inconfutabile<br />

Per dimostrarlo non ci sarebbe bisogno che di risalire il tempo e interrogare la storia.


Ma questo bisogno non c'è!<br />

Il presente parla con abbastanza eloquenza!<br />

Il fascismo altro non è che lo spasimo convulsionario e crudele d'una società plebea,<br />

smidollata e volgare, che agonizza tragicamente affogata nel pantano dei suoi vizi e delle<br />

sue proprie menzogne.<br />

Egli — il fascismo — celebra questi suoi baccanali con roghi di fiamme, e orge malvagio di<br />

sangue.<br />

Ma dal fosco crepitio dei suoi lividi fuochi non sprizza neppure una sola scintilla di<br />

gagliarda spiritualità innovatrice, mentre il sangue che sparge si tramuta in vino che i<br />

precorritori del tempo raccolgono tacitamente nei calici rossi dell'odio, destinandolo come<br />

bevanda eroica per comunicare tutti i figli del dolore sociale chiamati alla crepuscolare<br />

celebrazione del vespro.<br />

Perché i grandi precorritori del tempo sono i fratelli e gli amici dei figli del dolore.<br />

Del dolore che lotta.<br />

Del dolore che ascende.<br />

Del dolore che crea!<br />

Noi prenderemo per mano questi fratelli ignoti per marciare assieme contro tutti i "no"<br />

della negazione, ed assieme salire verso tutti i "si" dell'affermazione; verso nuove albe<br />

spirituali: verso nuovi meriggi di vita.<br />

Perché noi siamo gli amanti del pericolo; i temerari di tutte le imprese, i conquistatori<br />

dell'impossibile, i fautori e i precursori di tutte le "prove"!<br />

Perché la vita è una prova!<br />

Dopo la celebrazione negatrice del vespro sociale, vogliamo celebrare il rito dell' "io": il<br />

grande meriggio dell'individuo integro e reale.<br />

Acciocché la notte più non trionfi.<br />

Acciocché la tenebra più non ci avvolga.<br />

Acciocché il maestoso incendio del sole perpetui la sua festa di luce nel ciclo e nel mare.<br />

XIV<br />

Il fascismo è un ostacolo troppo effimero ed impotente per impedire il corso dell'umano<br />

pensiero che irrompe al di là d'ogni diga e straripa al di là d'ogni segno, trascinando sui<br />

suoi passi l'azione.<br />

È impotente perché è forza bruta. È materia senza spirito: è notte senz'alba! Il fascismo è<br />

l'altra faccia del socialismo. L'uno e l'altro sono due corpi senz'anima.<br />

XV<br />

Il socialismo è la forza materiale che, agendo all' ombra di un dogma, si risolve e dissolve<br />

in un "no" spirituale.<br />

Il fascismo è un tisico del "no" spirituale che tende — infelice — ad un sì materiale...<br />

L'uno e l'altro mancano di qualità volitive.<br />

Sono i cerotti del tempo: i temporeggiatori del fatto!<br />

Sono reazionari e conservatori.<br />

Sono i fossili cristallizzati che il dinamismo volitivo della storia che passa travolgerà<br />

assieme.<br />

Perché, nel campo volitivo dei valori morali e spirituali, i due nemici si equivalgono...<br />

E si noti che, se il fascismo è nato, solo il socialismo ne è il complice diretto ed il padre<br />

responsabile.<br />

Perché, se quando la nazione, se quando lo Stato, se quando l'Italia democratica, se<br />

quando la società borghese fremeva di spasimo e di agonia fra le mani nodose e poderose<br />

del "proletariato" in rivolta, il socialismo non ne avesse impedito vilmente la tragica stretta<br />

mortale — perdendo i lumi della ragione innanzi agli sbarrati occhi di lei — certo che il<br />

fascismo non sarebbe neppure nato, oltre a non avere vissuto.<br />

Ma il goffo colosso senz'anima si è invece lasciato prendere — per tema che i vagabondi<br />

dell'idea spingessero il movimento di rivolta oltre il segno prestabilito — in un volgarissimo


giuoco di bieca pietà con-servatrice, e falso amore umano.<br />

Così l'Italia borghese invece di morire ha partorito...<br />

Ha partorito il fascismo!<br />

Perché il fascismo è una creatura tisica e deforme, nata dagli amori impotenti del<br />

socialismo colla borghesia.<br />

Uno n'è il padre, l'altra la madre. Ma l'uno e l'altra non ne vogliono la responsabilità.<br />

Forse lo trovano un figlio troppo snaturato.<br />

Ed è questo il perché lo chiamano "bastardo"!<br />

Ed egli si vendica...<br />

Già abbastanza infelice per essere nato così, si ribella al padre e oltraggia la madre...E<br />

forse ha ragione…<br />

Ma noi, tutto questo lo rileviamo per la storia. Per la storia e per la verità, non per noi. Per<br />

noi — il fascismo — è un fungo velenoso piantato tanto bene nel marcio cuore della<br />

società, che proprio ci contenta...<br />

XVI<br />

Solo i grandi vagabondi dell'idea potranno — e dovranno — essere il luminoso fulcro<br />

spirituale della tempestosa rivoluzione, che cupa sul mondo si avanza...<br />

Il sangue chiede sangue.<br />

È vecchia storia!<br />

Indietro non si può più tornare.<br />

Tentare di tornare indietro — come fa il socialismo — sarebbe un delitto inutile e vano.<br />

Noi dobbiamo precipitarci nell'abisso.<br />

Dobbiamo rispondere alla voce dei morti.<br />

Di quei morti che sono caduti con nelle pupille immense stelle d'oro.<br />

Bisogna dissodare il suolo.<br />

Sprigionare il sangue di sotterra!<br />

Perché vuole ascendere verso le stelle.<br />

Vuole bruciare le sue buone sorelle luminose e lontane che l'hanno veduto morire.<br />

Dicono i morti, i morti nostri:<br />

"Noi siamo morti con negli occhi le stelle.<br />

Noi siamo morti con nelle pupille raggi di sole.<br />

Noi siamo morti col cuore gonfio di sogni.<br />

Noi siamo morti con nell'anima il canto della più bella speranza.<br />

Noi siamo morti con nel cervello il fuoco di un'idea.<br />

Noi siamo morti...".<br />

Come deve essere triste il morire come gli altri morti — i morti non nostri — senza tutto<br />

ciò nel cervello, nell'anima, nel cuore, negli occhi, nelle pupille!<br />

Oh morti, oh morti!... Oh morti nostri! Oh torce luminose! Oh fari ardenti! Oh roghi<br />

crepitanti! Oh morti...<br />

Ecco, siamo al crepuscolo!<br />

La tragica celebrazione del grande vespro sociale si appressa.<br />

La nostra anima grande già si spalanca verso la vasta luce sotterranea, o morti!<br />

Perché anche noi abbiamo negli occhi le stelle, il sole nelle pupille, il sogno nel cuore, il<br />

canto della speranza nell'anima e, nel cervello, un'idea.<br />

Sì, anche noi, anche noi!<br />

Oh morti, oh morti! Oh morti nostri! Oh torce! Oh fari! Oh roghi!<br />

Noi vi abbiamo intesi parlare nel silenzio solenne delle nostre notti profonde.<br />

Dicevate:<br />

"Noi volevamo ascendere nel ciclo del libero sole...<br />

Noi volevamo ascendere nel ciclo della libera vita...<br />

Noi volevamo ascendere lassù, dove un giorno si fissò lo sguardo penetrante del pagano<br />

poeta:<br />

Dove sorgono e stanno come inviolabili querce tra gli uomini i grandi pensieri; dove<br />

scende, invocata dai puri poeti, e serena tra gli uomini sta la bellezza; dove l'amore crea la


vita e respira la gioia!".<br />

Lassù, dove la vita tripudia e si espande in piena armonia di splendore...<br />

E per questo, per questo sogno lottammo, per questa grande sogno morimmo...<br />

E la nostra lotta fu chiamata delitto.<br />

Ma il nostro "delitto" non deve essere considerato che come virtù titanica, che come sforzo<br />

prometeaco di liberazione.<br />

Perché fummo i nemici di ogni dominazione materiale e dì ogni livellazione spirituale.<br />

Perché noi, al di là di ogni schiavitù e di ogni dogma, vedemmo danzare libera e nuda la<br />

vita.<br />

E la nostra morte deve insegnare a voi la bellezza del vivere eroico!"<br />

Oh morti, oh morti! Oh morti nostri...<br />

Noi l'abbiamo udita la vostra voce...<br />

L'abbiamo udita parlare così, nel silenzio solenne delle nostre notti profonde!<br />

Profonde, profonde, profonde!<br />

Perché noi siamo i sensitivi.<br />

Il nostro cuore è una torcia, la nostra anima è un faro, il nostro cervello è un rogo!...<br />

Noi siamo l'anima della vita!...<br />

Siamo gli antelucani che bevono la rugiada nel calice dei fiori.<br />

Ma i fiori hanno le radici fosforiche abbarbicate nell'oscurità della terra.<br />

In quella terra che ha bevuto il vostro sangue.<br />

Oh morti! Oh morti nostri!<br />

Quel vostro sangue che urla, che rugge, che vuole essere sprigionato, per lanciarsi verso il<br />

ciclo e conquistare le stelle! Quelle vostre lontane e luminose sorelle che vi hanno veduti<br />

morire.<br />

E noi — i vagabondi dello spirito, i solitari dell'idea — vogliamo che l'anima nostra, libera e<br />

grande, spalanchi le sue ali nel sole.<br />

Vogliamo che il vespro sociale sia celebrato in questo crepuscolo di società borghese,<br />

acciocché l'ultima notte nera si faccia vermiglia di sangue.<br />

Perché i figli dell'aurora devono nascere dal sangue...<br />

Perché i mostri della tenebra devono essere uccisi dall'alba...<br />

Perché le nuove idee individuali devono nascere dalle tragedie sociali...<br />

Perché gli uomini nuovi devono essere forgiati nel fuoco!<br />

E solo dalla tragedia, dal fuoco e dal sangue, nascerà il vero Anticristo profondo d'umanità<br />

e di pensiero.<br />

Il vero figlio della terra e del sole.<br />

L'Anticristo deve nascere dalle macerie fumanti della rivoluzione<br />

per animare i figli della nuova aurora.<br />

Perché l'Anticristo è colui che viene dall'abisso, per ascendere oltre ogni confine.<br />

È il nemico volitivo della cristallizzazione, della prestabilizzazione, della conservazione !...<br />

Egli è colui che sospingerà gli uomini attraverso le misteriose caverne dell'ignoto allo<br />

scoprimento perenne di nuove sorgenti di vita e di pensiero.<br />

E noi — i liberi spiriti, gli atei della solitudine, i demoni del deserto - senza-testimoni — ci<br />

siamo già spinti verso le vette più estreme...<br />

Perché ogni cosa - con noi — deve essere spinta al massimo delle sue conseguenze.<br />

Anche l'Odio.<br />

Anche la Violenza.<br />

Anche il delitto!<br />

Perché l'Odio da la forza.<br />

La violenza scardina.<br />

Il delitto rinnova.<br />

La crudeltà crea.<br />

E noi vogliamo scardinare, rinnovare, creare!<br />

Perché tutto ciò che è volgarità pigmea deve essere superato.<br />

Perché tutto ciò che vive deve essere grande.<br />

Perché tutto ciò che è grande appartiene alla bellezza!


XVII<br />

E la vita deve essere bella!<br />

Noi abbiamo ucciso il "dovere" acciocché la nostra brama di libera fraternità acquisti un<br />

valore eroico nella vita.<br />

Noi abbiamo ucciso la "pietà" perché siamo barbari capaci al grande amore.<br />

Noi abbiamo ucciso l' "altruismo" perché siamo egoisti donatori.<br />

Noi abbiamo ucciso la "solidarietà filantropica" acciocché l'uomo sociale scavi il suo "io" più<br />

segreto e trovi la forza dell' "Unico".<br />

Perché noi lo sappiamo. La Vita è stanca di avere amanti rachitici.<br />

Perché la terra è stanca di sentirsi pestata da lunghe falangi di pigmei salmodianti preci<br />

cristiane.<br />

Ed infine, perché siamo stanchi dei nostri fratelli, carogne incapaci alla pace e alla guerra.<br />

Inferiori all'odio e all'amore.<br />

Stanchi e nauseati siamo...<br />

Sì, molto stanchi: molto nauseati!<br />

E poi quella voce dei morti…<br />

Dei morti nostri!<br />

La voce di quel sangue che urla di sotterra!<br />

Di quel sangue che vuole sprigionarsi per lanciarsi verso il ciclo e conquistare le stelle!<br />

Quelle stelle che — benedicendoli — hanno brillato nelle loro pupille nell'ultimo momento<br />

della morte, trasformando i loro occhi sognanti in vasti dischi d'oro.<br />

Perché gli occhi dei morti — dei nostri morti — sono dischi d'oro.<br />

Sono meteore luminose che vagano nell'infinito per additarci il cammino.<br />

Quel cammino senza fine che è la strada dell'eternità.<br />

Gli occhi dei nostri morti ci dicono il "Perché" della vita, mostrandoci il fuoco segreto che<br />

arde nel nostro mistero. Di quel nostro segreto mistero che nessuno ha cantato finora...<br />

Ma oggi il crepuscolo è rosso...<br />

Il tramonto è insanguinato...<br />

Siamo prossimi alla tragica celebrazione del gran vespro sociale.<br />

Già sulle campane della storia il tempo ha battuto i primi colpì antelucani d'un nuovo<br />

giorno.<br />

Basta, basta, basta!<br />

È l'ora della tragedia sociale!<br />

Noi distruggeremo ridendo.<br />

Noi incendieremo ridendo.<br />

Noi uccideremo ridendo.<br />

Noi esproprieremo ridendo.<br />

E la società cadrà. La patria cadrà. La famiglia cadrà.<br />

Tutto cadrà, poiché l'Uomo libero è nato.<br />

È nato colui che attraverso il pianto e il dolore ha imparato l'arte dionisiaca della gioia e<br />

del riso.<br />

È giunta l'ora di affogare il nemico nel sangue...<br />

È giunta l'ora di lavare l'anima nostra nel sangue.<br />

Basta, basta, basta!<br />

Che il poeta tramuti in pugnale la sua lira!<br />

Che il filosofo tramuti in bomba la sua sonda!<br />

Che il pescatore tramuti il suo remo in formidabile scure.<br />

Che il minatore esca armato del suo ferro lucente dagli antri micidiali delle oscure miniere.<br />

Che il contadino tramuti in lancia guerriera la sua vanga feconda.<br />

Che l'operaio tramuti il suo martello in falce e scure.<br />

E avanti, avanti, avanti!<br />

È tempo, è tempo — è tempo!<br />

E la società cadrà.


La patria cadrà.<br />

La famiglia cadrà.<br />

Tutto cadrà, poiché l'Uomo Libero è nato.<br />

Avanti, avanti, avanti, o giocondi distruttori.<br />

Sotto il labaro nero della morte, noi conquisteremo la Vita!<br />

Ridendo!<br />

E la faremo nostra schiava.<br />

Ridendo!<br />

E l'ameremo ridendo!<br />

Poiché gli uomini seri sono soltanto coloro che sanno operare ridendo.<br />

E il nostro odio ride...<br />

Ride rosso. Avanti!<br />

Avanti, per la totale distruzione della menzogna e dei fantasmi!<br />

Avanti, per l'integrale conquista dell'Individualità e della Vita!


FIORI SELVAGGI<br />

(Cronaca Libertaria,Milano,a1,n.8,20 settembre 1917)


Premessa. Anche attraverso le lande sterminate dei brulli deserti germinano dei fiori. Fiori selvaggi che<br />

emanano peccaminosi profumi e che colle loro spine fanno sanguinare le stesse mani di coloro che le<br />

raccolgono, ma che hanno però, la loro storia grandiosa di gioia, di dolore e d’amore. Ripeto: sono fiori<br />

strani e selvaggi che sorti dal nulla che crea,<br />

furono fecondati dal sole e poscia sbattuti dall’uragano crudelmente, così!<br />

Questi fiori sono pensieri germinati nella solitudine meditativa e profonda dell’anima mia mentre al di<br />

fuori, nel mondo che più non mi appartiene imperversa furiosamente la pazzia solcata dal fuoco<br />

elettrizzante del fulmine che implacabile schianta.<br />

Ed io, vagabondo impenitente, che amo galoppare nelle gioiose e paurose vie di questo mio regno<br />

solitario e deserto, mi compiacerò di raccogliere periodicamente un fascio di questi fiori selvaggi per<br />

incoronare questa bandiera ribelle che già una volta vigliaccamente e brutalmente stroncata canta<br />

ancora per il ritornello gioioso dell’eterno ritorno.<br />

*<br />

Anarchico è solo colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha ritrovato sé stesso e si è<br />

posto, sdegnoso e superbo “sui margini della società” negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.<br />

Colui che non sa essere all’altezza delle proprie azioni riconoscendosi, egli solo a giudice di sé stesso,<br />

potrà magari credersi anarchico ma non lo è!<br />

La forza di volontà e di potenza (da non confondersi col potere) lo spirito di autoelevazione e di<br />

individualizzazione sono i primi gradini d’una scala lunga ed interminabile ove sale colui che vuole<br />

superare anche se stesso oltre tutte le cose.<br />

Solo colui che sa apprezzare con impetuosa violenza i rugginosi cancelli che chiudono la casa della gran<br />

menzogna ove si sono dati convegno i lubrici ladri dell’Io (dio, stato,società, umanità), per riprendere<br />

dalle mani viscide e rapaci – inanellate del falso oro dell’amore della pietà e della civiltà, dei biechi<br />

predatori, il suo più grande tesoro, può sentirsi padrone e signore di sé, e chiamarsi anarchico.<br />

*<br />

L’anarchico, oltre ad essere il più grande ribelle ha pure il vanto di essere un Re. Il Re di sé stesso<br />

s’intende!<br />

Chi crede che Cristo possa essere il segnacolo ed il simbolo che l’uomo deve sventolare per giungere<br />

alla libertaria sintesi della vita, non può essere che un socialista o un cristiano negatore<br />

dell’anarchismo.<br />

Quando Socrate, che malgrado tutto, era senza dubbio di molto superiore alla bestialità di quel suo<br />

popolo che lo condannava, accettò la cicuta che questo gli imponeva di trangugiare, fece una tal opera<br />

di viltà e di dedizione che l’anarchismo spietatamente condanna.<br />

*<br />

Sfuggire, con qualsiasi mezzo, all’invincibile bestialità di un popolo reso feroce e brutale da<br />

cannibaleschi pregiudizi e spaventosa ignoranza, o alla sadica depravazione d’una putrefatta società la<br />

quale si crede in diritto di giudicare e condannare un singolo perché ha consumato una data azione che<br />

la suddetta società non è all’altezza di comprendere mai; è un atto superbamente ribelle ed<br />

individualistico che solo nell’anarchismo può trovare la sua ragion d’essere e la sua glorificazione.<br />

*<br />

Ahimè! Anche la coscienza è stata fin qui un fantasma atavico e pauroso. E solo cesserà di essere tale,<br />

quando l’uomo l’avrà saputa rendere l’immagine e lo specchio della sua propria ed unica volontà.<br />

*<br />

Il primo uomo che disse: “Non vi è nessun dio”, fu senza dubbio un atleta dell’umano pensiero. Ma colui<br />

che si limitò a dire che: “Il dio del prete non c’è”, barò coll’equivoco lasciando a sufficienza<br />

comprendere di essere, egli, un losco partigiano il quale già premeditava di uccidere gli uomini forse<br />

con una nuova menzogna.<br />

Tenetevi ben guardinghi da coloro che si limitano alla sola negazione di dio.


GRIDO RIBELLE<br />

(Cronaca Libertaria,Milano,a1,n.2,10 agosto 1917)


Dedicato alla plebe<br />

La caduta dei popoli e dell’umanità<br />

Sarà il segnale della mia elevazione<br />

M. Stirner<br />

Non è più con la storica cicuta di Socrate e con la leggendaria croce di Cristo che si possa alimentare lo<br />

spirito irrequieto e dubbioso degli uomini nuovi.<br />

Questi due sacrifici, caduti ormai fortunatamente nei profondi abissi d’un tenebroso passato, furono –<br />

senza dubbio – consumati a totale danno delle rigogliose individualità tendenti e pulsanti manifestazioni<br />

di libera vita.<br />

Ed io confesso che lo stesso Diogene, nei confronti di Socrate e di Cristo, mi sembra davvero un grande<br />

innovatore, giacché la sua botte ha un significato ben più profondo e diverso dalla Cicuta dell’uno e<br />

dalla Croce dell’altro.<br />

Ma se Socrate e Cristo, con la loro morte inutile, hanno colpito - fino a farle sanguinare orribilmente - le<br />

vere e proprie potenze individuali, tutte le rivoluzioni da parte loro non fecero forse altrettanto?<br />

Non fu dunque con la dinamica rivoluzionaria che il Cristianesimo trionfò sulla quasi invidiabile società<br />

pagana?<br />

E tutte le repubbliche, gli imperi, le monarchie liberali, costituzionali, assolutiste o…democratiche, non<br />

nacquero forse dai torrenti di sangue, ondeggianti nelle infuocate contrade delle guerre e delle<br />

rivoluzioni?<br />

Ma perché mai dunque il polso violento e febbrile di tutte le rivoluzioni si spezzò sempre liberamente,<br />

permettendo che nuovi fantasmi si ergessero ancora a dominatori sovrani?<br />

La risposta non si fa attendere molto certamente giacché a nessuno riuscirà difficile comprendere che<br />

tutte le Rivoluzioni furono, in un modo o nell’altro, ammaestrate e i rivoluzionari furono sempre - a<br />

parte le infime minoranze, i “pazzi” - degli automi guidati da chimerici e favolosi fantasmi.Ma quale<br />

valore possono avere per me codesti fantasmi? A cosa può servire a me tutto ciò? A me Iconoclasta,<br />

uccisore dei fantasmi, frantumatore di idoli vecchi e nuovi?A che cosa può servire a me, per esempio, il<br />

trionfo del Cristianesimo? A me che sono anticristiano per eccellenza?<br />

E le repubbliche e le monarchie, e tutte le altre forme di società insomma che, ergendosi a sovrane<br />

“sacre”, non possono riconoscere in me che il “cristiano”, il “suddito”, il “cittadino”, il “membro”, ecc.<br />

ecc.? Giacché non mi sembra difficile comprendere che in ogni forma di società vi deve essere un<br />

“sistema” sia pure, questo sistema, il migliore dei migliori:l’Uguaglianza!<br />

Ma ogni sistema “sacro” e tutto ciò che è Sacro, o divinamente o umanamente, richiede a me,<br />

Individuo, delle rinunce e delle umiliazioni. Ma v’è di più ancora.<br />

Giacché ogni forma di società, nata sui frantumi della vecchia caduta fragorosamente nel nulla, ha la<br />

convinzione di essere la sola perfetta. Ed è precisamente questo dogma della perfezione che la<br />

sospinge ad essere maggiormente reazionaria verso l’irrequieto Ribelle che non intende inchinarsi<br />

nemmeno di fronte al nuovo Dio: giacché se oggi, ad esempio, la rivolta contro il despota di tutte le<br />

Russie trova le sue approvazioni e giustificazioni nelle sudice gazzette nostrane, queste non<br />

approverebbero e non giustificherebbero un bel nulla se tale rivolta scoppiasse nel…candido seno<br />

della…liberale e…democratica Italia.<br />

Anzi…Ma facciamo un passo più avanti ancora! Supponiamo, ad esempio, che domani in Italia si<br />

proclamasse la Repubblica: in questo caso una grandissima parte di coloro che oggi si fanno credere<br />

rabbiosamente rivoluzionari, non sarebbero essi stessi i più feroci reazionari conservatori di domani?<br />

Se qualche “testa calda”, qualche “pazzo” o qualche “esaltato” volesse minare ancora una volta il loro<br />

nuovo edificio, il loro nuovissimo Dio? Ma qui mi sembra di udire certa buona gente - forse troppo<br />

buona - ad esclamare: Ma costui è dunque un nemico della Rivoluzione?! – No, no. O buona gente<br />

ascoltatemi ancora giacché io sono tanto rivoluzionario da non riconoscermi quasi! E sapete perché<br />

sono un rivoluzionario quasi irriconoscibile? Per una cosa molto semplice ma…grande nella sua<br />

semplicità. Ed è questa: ch’io sono rivoluzionario guidato solo dall’impulso immenso ed irrefrenabile<br />

della <strong>MIA</strong> espansione di volontà e di potenza.<br />

Non è un fantasma che mi guida, ma sono io che cammino; non è il sogno chimerico di una società<br />

perfetta di universale redenzione umana, ma è il bisogno assoluto della mia potenziale affermazione<br />

innanzi alle altre potenze.<br />

Dio, lo Stato, la Società, l’Umanità ecc. ecc. hanno per essi una propria causa. Se io non voglio<br />

sottomettermi alla causa di Dio, sono un “peccatore”. Se non voglio subire lo Stato, la Società,<br />

l’Umanità sono un “empio”, un “criminale”, un “delinquente”.


Ma che cosa è il “peccato”? Che cosa è il “delitto”?<br />

Anche qui credo che per analizzare tutto ciò non ci sia proprio bisogno di una lunga e minuta<br />

dimostrativa divagazione; giacché anche i bambini dovrebbero sapere ormai, che il più grave peccato<br />

che si possa commettere contro la divinità è quello di schernirla, non ubbidirla, profanarla e rinnegarla.<br />

Profanare insomma ciò che è divinamente e umanamente “sacro” è il più grande “peccato”, il più<br />

grande “delitto”.<br />

“Sacro”! ecco il più mostruoso e terribile fantasma innanzi al quale fin oggi tutti hanno tremato.<br />

Ecco la vecchia e corrosa tavola che deve essere infranta dagli uomini nuovi!<br />

Dai LIBERI, dagli ICONOC<strong>LA</strong>STI, da tutti coloro che nel “peccato” e nel “delitto” hanno finalmente<br />

scoperto la nuova sorgente dalla quale zampilla la suprema sintesi della vita.<br />

Ed anche la plebe, quando imparerà a dissetarsi a queste nuove, sconosciute sorgenti, si avvedrà ben<br />

presto di essere, pur essa, una granitica potenza.<br />

Ma per far ciò occorre che questa plebe non si lasci più dominare dalla paura.<br />

O plebe ascoltami! Io non sono il nuovo Cristo venuto a sacrificarmi sull’altare della tua redenzione. Ciò<br />

facendo io sarei un pazzo e tu una mendicante.<br />

Io appresso il mio labbro al tuo orecchi profano e lancio un grido. Un grido tremebondo che ti farà<br />

impallidire. Il grido che io lancio è quello del grande ribelle tedesco Max Stirner.<br />

Ascoltalo dunque giacché è solo in virtù di questo magico grido che, come plebe, dovrai scomparire per<br />

poscia risorgere nella fiorente potenza di tutti i tuoi membri individualizzati.Eccolo il magico grido:<br />

L’Egoista si è sempre affermato col delitto ed ha, con mano sacrilega trascinato giù dai loro piedistalli i<br />

sacri idoli. Bisogna finirla col sacro; o, meglio ancora: il bisogno d’infrangere il sacro deve divenire<br />

generale. Non è una nuova rivoluzione che si avvicina: ma, possente, impetuoso, superbo, senza<br />

vergogna, senza coscienza un delitto si annunzia all’orizzonte col rumore di un tuono: non vedi tu che il<br />

cielo carico di presentimento si oscura e tace?<br />

Ma anche qui, o plebe, ti vedo indietreggiare e gridarmi con orrore: “Che cosa è mai questo delitto?<br />

Che cosa vuol dire Egli con tutto ciò?”.<br />

Ah, plebe, plebe! Non hai dunque tu ancora compreso il suo linguaggio?Ebbene ascolta ancora. È Egli<br />

che parla: Metti la mano si quanto ti abbisogna. Prendilo: è tuo. È la dichiarazione di guerra di tutti<br />

contro tutti. Io solo sono il giudice di ciò che voglio avere. Comprendi ora tu, o plebe, qual è il delitto<br />

che SI ANNUNZIA ALL’ORIZZONTE COL RUMORE DI UN TUONO? Ma tu, o plebe, forse non saprai<br />

adattarti ancora all’idea di eterna guerra, tu che ti sei fatta cullare, come un misero bambino, nel dolce<br />

sogno dell’eterna pace. Eppure chissà quanti idoli avrai ancora da adorare e sull’altare dei quali dovrai<br />

ancora sacrificarti!<br />

Povera plebe!<br />

E pensare che anche i ciechi dovrebbero accorgersi ormai che chi non sa accettare l’eterna guerra per<br />

la propria affermazione ed il trionfo deve accettare l’eterna schiavitù per il trionfo dei favolosi fantasmi,<br />

nemici dichiarati dell’Io.<br />

Sì, o plebe, io mi sono deciso ad essere, una volta tanto, sincero sino in fondo con te. Ed ecco che cosa<br />

ti dice la mia sincerità – Oggi tu ti sacrifichi sulle insanguinate trincee per una causa non tua, domani<br />

potrai forse sacrificarti nelle contrade insanguinate dalla Rivoluzione, per permettere poi che un nuovo<br />

verme parassitario e corroditore sorga sui mari di sangue uscito a caldi e fumanti fiotti dalle tue vene<br />

bronzee per ergersi a nuovo idolo e sedersi sopra di te proprio al pari dell’antico Dio.<br />

Il ritornello dell’Amore, della Pietà e del Diritto consacrato ritornerà a farsi udire, battuto con molta<br />

abilità sulle arpe nuove, componenti, per, l’arcivecchia sinfonia. Plebe ascoltami! Qualche cosa d’altro<br />

debbo dirti ancora. E ciò che ancora debbo dirti è forse, il più che mi preme.<br />

Eccomi dunque. Io sono UNICO e fino a quando tu sarai plebe io non potrò associarmi con te. Quando<br />

io lo facessi lo farei per trascinarti a cozzare contro il mio nemico che è il tuo padrone. Ma tu, come<br />

plebe, non ti lasceresti trascinare giacché adori anche troppo il tuo Signore.<br />

Tu vuoi continuare ancora a vivere inginocchiata. Ma io ho compreso la Vita!<br />

E chi ha compreso la vita non può vivere inginocchiato.<br />

Io ho pure compreso tutte le insidie che mi hanno teso i proprietari i questa.<br />

Quando costoro mi hanno veduto marciare audacemente alla conquista della mia vita,<br />

armato di tutta la mia spregiudicata potenza, essi hanno posto sotto i miei avidi occhi tutto i loro ridicoli<br />

ed insani fantasmi.<br />

Essi cercarono di terrorizzarmi con lo spauracchi del “sacro”; ma visto che io, l’Iconoclasta,l’Empio,<br />

schernisco e derido tutto quanto è “sacro” o da “consacrare” e che, come Armida,distruggo il palazzo<br />

nel quale un giorno nel quale un giorno ebbi a subire l’incanto, essi gettarono la maschera sacra e


lanciandosi contro di me, con tutta la forza della loro potenza, m’imposero il non plus ultra.<br />

Fu in quel giorno, o plebe, ch’io ebbi la vera rivelazione di ciò che è la vita, e quale posto aspetta in<br />

questa alla mia Unicità!<br />

Ora io vivo in piedi. Il mio occhio più non conosce il sonno.<br />

A nessuno riconosco diritti contro di me. Solo la forza potrà vincermi ormai, ma non più i fantasmi.<br />

Solo la forza potrà vincermi, ho detto. Ma anch’io faccio uso di questa. Non chiedo più nulla a nessuno.<br />

Non sono un mendicante io.<br />

Mi approprio soltanto di tutto ciò che sono autorizzato ad appropriarmi con la mia capacità<br />

di potenza.<br />

La mia Rivoluzione è già da molto tempo incominciata.<br />

Da quel giorno che conobbi la vita impugnai le MIE armi e dichiarai la <strong>MIA</strong> guerra.<br />

Io lotto per una causa che è mia, nessuna altra causa può più interessarmi.<br />

I miei nemici lottano anch’essi per una causa che è la loro e contro di me.<br />

Ma io non li odio per questo i miei nemici.<br />

L’interesse REALE che essi hanno a combattermi li dispensa dall’odio mio giacché non è che per il mio<br />

REALE interesse che io ho impugnato le mie armi contro di essi.<br />

Io potrà benissimo ucciderli per il mio trionfo, ma senza odiarli, senza disprezzarli; non lotto per dei<br />

fantasmi io!<br />

Che io disprezzo piuttosto i mendicanti, i pezzenti, tutti coloro che non osano combattere ma che solo<br />

sanno pregare e piangere.<br />

Sono costoro che accattano le briciole cadute dalla sfarzosa mensa del mio nemico.<br />

Ed è con questi pezzenti del corpo e dello spirito che il mio nemico si crea una potenza cieca e<br />

formidabile da lanciare contro di me nella battaglia impegnata fra noi Egoisti.<br />

Ma che cosa potranno mai guadagnare codesti pezzenti dalla vittoria riportata su di me dal mio nemico,<br />

cioè dal loro padrone? Nulla all’infuori delle solite briciole e dell’eterna schiavitù!<br />

Ma cosa sei dunque o plebe, se non la massa cieca incosciente, mendicante che ti lanci contro di me in<br />

difesa del tuo Signore? Ascoltami o plebe! Tu comeTale devi scomparire, non vi deve essere posto nel<br />

teatro della vita nuova.<br />

Sogghigni? Sei forse per scagliarti contro di me?<br />

Sono forse riuscito a svegliare in te con i colpi poderosi della mia sferza, un intimo residuo di orgoglio<br />

che dormiva nascosto nelle recondite pieghe della tua anima secolarmente servile?<br />

Già si odono in lontananza gli squilli delle tombe guerriere annunciarti gli invincibili attacchi degli Unici<br />

contro i fantasmi: Stato, Società, Dio, Umanità… Impallidite e fuggite trascinando nel baratro del nulla<br />

eterno tutti i satelliti vostri;<br />

è la falange ribelle dei Liberi e degli Iconoclasti<br />

che si avanza implacabile nel turbinoso cielo dell’Avvenire!


VERSO L'URAGANO<br />

(Il Libertario,La Spezia,a.XVIII,n.721,27 febbraio 1919)


Finché sarà giorno resteremo<br />

a testa alta e tutto ciò che<br />

potremo fare non lo lasceremo<br />

fare prima di noi<br />

W. Goethe<br />

Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore<br />

gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell’atea luce dell’anima nostra,scriviamo, scriviamo…<br />

Scriviamo così, rapidamente, senza vane ricerche letterarie, senza ripugnanti ideologie teoriche, senza<br />

bigotte e sentimentali sdolcinature da isterici e da politicanti, avvolti solo nel manto della nostra<br />

furibonda passione!<br />

Scriviamo soltanto parole di sangue, di fuoco e di luce!<br />

Scricchiola, striscia o mia ruvida penna di fuoco e di energia sul bianco candore di questo foglio, come<br />

striscia una lingua di vipera sulla tenera gola di un bambino innocente per dargli, col veleno, la morte.<br />

Via, via d’intorno a me tutte le ideologie, le teosofie, le filosofie dogmatiche e politiche;lungi da me ogni<br />

prestabilito sistema: tutto è caduto incenerito sotto le corrodenti fiamme del mio spirito negatore.<br />

Io sono il nichilista perfetto, l’ateo radicale.<br />

Non è soltanto da oggi, no, che io ho trovato, ch’io ho scoperto, che io so che l’unica, la sola, la più<br />

bella cornice entro la quale spicchi libera, solenne e maestosa la superba Individualità umana è il Nulla,<br />

il vero Nulla!<br />

Nessuna lurida prigione potrà mai più rinchiudere questa anima mia ribelle e iconoclasta; ma oggi meno<br />

che mai!<br />

Oggi che l’enorme campana del tempo ha suonato – e ha suonato sì forti colpi da rompere la più dura<br />

cervice alla plebe idiota – è dal Nulla che debbono balzare fuori furentemente le ardite falangi delle<br />

fiamme nere che, nell’impeto passionale della spontanea rivolta, costituiranno la crepitante colonna di<br />

fuoco la quale, precedendo innanzi ai popoli, darà l’annuncio primo della distruzione finale. Questa è<br />

l’ora dell’amarezza febbrile, della terribile ansia!<br />

Questa è l’ora che precede l’ora divina della tragedia imminente, che ci darà la Morte eroica e l’eroica<br />

Grandezza.O ora beata che mi dai tutta la febbrile intensità dello spirito, io t’amo!<br />

Non darei l’amarezza che tu mi rechi per tutte le mediocri dolcezze del mondo; non darei le febbri che<br />

mi martellano le tempie, che mi bruciano le tempie, che mi bruciano la fronte, per la tranquillità e la<br />

pace di tutti gli uomini vili!<br />

O Satana ispirami! Ispirami Tu o mio divino fratello!<br />

Dammi tu la infernale potenza d’incendiare tutti quei vergini spiriti che ancora non sono stati sepolti nel<br />

letamaio di bugiarde teorie; fa ch’io possa stringere attorno a me un pugno audace d’amanti di eroica e<br />

libertaria Grandezza o Eroica Morte.<br />

Ma ci saranno! Ci devono essere! Che le anime timorate se ne stiano tranquillamente a marcire in<br />

compagnia dei loro stupidi santi ed il vecchio incretinito buon dio! Ma noi marceremo! È giunta l’ora di<br />

marciare per tutti coloro che, dominando l’ideale, ne sono diventati simbolo e incarnazione.<br />

Avvolti dalla divinità del nostro strazio, procederemo in avanti e, con l’esempio dei fatti,indicheremo agli<br />

uomini quali sono le vie che conducono verso la nuova luce! Cadremo?<br />

Non importa! Noi vogliamo la liberazione da questa stupida vita di umiltà, di schiavitù, di servilità, ove<br />

l’uomo deve camminare in ginocchio e lo spirito parlare sottomesso, a bassa voce, come una preghiera.<br />

Bisogna uccidere la filosofia cristiana nel senso più radicale della parola. Quanto più va intrufolandosi<br />

nella civiltà democratica (questa forma più cinicamente feroce della depravazione cristiana) e più si va<br />

verso la categoria negazione della Individualità umana.<br />

“Democrazia! Ormai lo abbiamo compreso che significa tutto ciò – dice Oscar Wilde – Democrazia è il<br />

popolo che governa il popolo a colpi di bastone per amore del popolo”.<br />

Contro tutto ciò è suonata l’ora di insorgere e non soltanto con qualche antipatico e ripugnante<br />

teoretico belato d’agnelli…<br />

Ben altro ci vuole in questo sanguinoso crepuscolo d’una civiltà che ha fatto il suo tempo!<br />

O la Morte o un’Alba nuova dove la Individualità viva sopra ad ogni cosa.<br />

Io tutto ho dimenticato, anzi non dimenticato: superato (e lo so io con quale strazio),anche<br />

l’insuperabile amore per la mia Compagna e l’adorazione per il mio bambino.I miei libri – i miei cari libri<br />

che sopra ad ogni altra cosa amavo – ora dormono laggiù lontano, lontano da me; laggiù nell’antica<br />

casa, entro un grosso cassettone, forse coperti di polvere forse bagnati dalle lacrime della mia cara


Compagna.<br />

Ma anche l’amore per voi, o miei cari libri, o torce luminose del mio pensiero, e superato!Oggi sento<br />

dentro di me qualche cosa più forte di tutti gli amori, che mi bacia l’anima con tutto il calore di un<br />

irresistibile fascino…<br />

Sui frantumi di tutto ciò che ho distrutto con la negazione, una nuova fede è rinata. La fede<br />

dell’impossibile reso possibile dalla mia negazione, o la purificazione ultima, quanto vera, che s’incontra<br />

fra le fiamme ardenti della finale catastrofe, tragica e redentrice.<br />

Oggi cerco un’ora sola di furibonda anarchia e, per quell’ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori,<br />

tutta la mia vita.<br />

Ma quell’ora verrà! Oh, se verrà! E se non dovesse venire mi darei volontariamente nelle antropofaghe<br />

mani di quella società idiota e bestiale che già mi ha regalato una magnifica sentenza di morte (per<br />

essermi ricordato di possedere idee superiori le quali valgono per insegnare che la divina libertà dell’Io<br />

è qualche cosa di più bello e di più grande della sua guerra bestiale) e mi farei cinicamente fucilare in<br />

segno del più profondo disprezzo contro di me e la innominabile vigliaccheria di tutti gli uomini.<br />

Porgendo un saluto al “Libertario” risorto e alla prossima insurrezione sociale, stringo fraternamente la<br />

mano ai veri ribelli di tutte le varie tendenze!<br />

Oggi è vigilia d’Azione! Alle prime scintille io sarà fra voi.


RITORNANDO<br />

(Il Libertario,La Spezia,n.732,25 settembre 1919)


Caro “Libertario”<br />

Ventidue mesi ormai sono trascorsi dal giorno in cui il più brutale e viscido di tutti i mostri<br />

tentava di travolgere pure me fra le sue luride e sanguinose fauci.<br />

Sì, anch’io ero destinato ad essere trasformato in umile strumento di servilismo bestiale;<br />

anch’io ero destinato a sacrificarmi (oh, le bestie sacrificali…) sull’altare del più stupido e<br />

grottesco di tutti gli umani fantasmi; anch’io ero destinato ad essere trasformato in un<br />

“pezzo di materiale umano”…<br />

Ma io non credo al destino.<br />

Neppure alla fatalità io credo! No! Io credo soltanto nella mia capacità di potenza! Ed è<br />

soltanto in nome di questa che io risposi con superbo e sdegnoso “NO” signorilmente<br />

anarchico, e me ne andai…<br />

Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo<br />

che mai come un caro fratello. Sulle labbra ebbi sempre l’ironico sorriso dei superiori e dei<br />

forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i<br />

vri manti della libera vita.<br />

Ero solo…ma nell’ombra sapevo che stava nascosta un’ardita falange di coerenti e di<br />

audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quella anonima<br />

schiera…<br />

Che importa se una gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle?<br />

Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società dei veri ribelli, da<br />

Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale.<br />

Ed è a questo pugno di coscienti “Protestatari neri”, o caro “Libertario”, che oggi invio<br />

dalle tue colonne – dopo aver profondamente ringraziato Te e tutta quella schiera di<br />

compagni anarchici e amici socialisti per la massima solidarietà morale e materiale<br />

prestatami durante il mio vagabondaggio illegale e la mia…legale prigionia – un mio più<br />

fervido e fraterno saluto dicendo a loro: “Siate orgogliosi e fieri della vostra azione, perché<br />

e solo dalla disubbidienza e dalla rivolta che nasce un fulgido raggio di bellezza umana!”.<br />

Salve a voi o anarchici del fatto!<br />

Salve a voi o uomini fratelli!


L'ESPROPRIATORE<br />

(Iconoclasta!,Pistoia,a.I,1°s.,n.10,26 novembre 1919)


La mia libertà e i miei diritti sono<br />

tanti quanto la mia capacità di potenza.<br />

Anche la felicità e la grandezza<br />

L’avrò solo in misura della mia forza!<br />

(Da un libro da me scritto e che<br />

non vedrà mai luce)<br />

L’Espropriatore è la più bella figura maschia, spregiudicata e virile che io abbia mai incontrato<br />

nell’anarchismo. Egli è colui che non ha nulla da attendere. Egli è colui che non ha più nessun altare su cui<br />

sacrificarsi. Egli glorifica soltanto la Vita con la filosofia dell’Azione.<br />

Lo conobbi in un lontano meriggio di agosto mentre il sole ricamava in oro la verdeggiante natura che,<br />

profumata e festante, cantava gioconde canzoni di pagana bellezza.<br />

Mi disse: “Fui sempre uno spirito inquieto, vagabondo e ribelle.<br />

Ho studiato gli uomini e la loro anima nei libri e nella realtà. Li ho trovati un impasto di comico, di plebeo, di<br />

vile. Ne sono rimasto nauseato. Da una parte i biechi fantasmi morali, creati dalla menzogna e dall’ipocrisia<br />

che dominano. Dall’altra parte le bestie sacrificali che adorano con fanatismo e vigliaccheria. Questo è il<br />

mondo degli uomini.Questa è l’umanità. Per questo mondo, per questi uomini e questa umanità, io sento<br />

ripugnanza. Plebei e borghesi si equivalgono. Sono degni l’uno dell’altro. Il socialismo non è di questo<br />

parere. Egli ha fatto la scoperta del bene e del male. E per distruggere questi due antagonismi ha creato altri<br />

due fantasmi: Eguaglianza e Fratellanza fra gli uomini…<br />

“Ma gli uomini saranno uguali innanzi allo stato e liberi nel Socialismo…Egli – il socialismo – ha rinnegato la<br />

Forza, la Giovinezza, la Guerra! Ma quando i borghesi, che sono i pezzenti dello spirito, non vogliono saperne<br />

di essere uguali ai plebei, che sono i pezzenti della carne, allora anche il socialismo ammette, piagnucolando,<br />

la guerra. Sì, anche il socialismo ammette di uccidere e di espropriare. Ma in nome di un ideale di<br />

uguaglianza e di fratellanza umana…Di quella santa uguaglianza e fratellanza ch incominciò da Caino<br />

Abele!...<br />

“Ma col socialismo si pensa a metà; si è liberi a metà; si vive per metà!...Il socialismo è intolleranza, è<br />

impotenza di vivere, è la fede della paura. Io vado oltre!<br />

“Il socialismo ha trovato bene l’eguaglianza e male la disuguaglianza. Buoni i servi e cattivi i tiranni. Io ho<br />

varcato le soglie del bene e del male per vivere intensamente la mia vita. Io vivo oggi e non posso aspettare<br />

il domani. L’attesa è dei popoli e dell’umanità, perciò non può essere affare mio. L’avvenire è la maschera<br />

della paura. Il coraggio e la forza non hanno avvenire per il semplice fatto che sono essi stessi l’avvenire che<br />

si rivolta sul passato e lo distrugge.<br />

“La purezza della vita procede soltanto con la nobiltà del coraggio che è la filosofia dell’azione.”<br />

Osservai: “La purezza di questa tua vita mi sembra rasentare il delitto!”<br />

Rispose: “il delitto è sintesi suprema di libertà e di vita. Il mondo morale è il mondo dei fantasmi. Là vi sono<br />

spettri e ombre di spettri, là vi è l’Ideale, l’Amore universale,l’Avvenire. Ecco l’ombra degli spettri: là vi è<br />

ignoranza, paura, vigliaccheria. Tenebra profonda. Forse tenebra eterna. Anch’io sono vissuto, un giorno, là<br />

in quella tetra e lurida prigione. Poi mi sono armato di una torcia sacrilega per incendiare i fantasmi e<br />

violentare la notte. Quando sono giunto presso i rugginosi cancelli del bene e del male li ho<br />

furiosamente abbattuti e ne ho varcate le soglie. La borghesia mi ha lanciato il suo anatema morale e la<br />

plebe idiota la sua morale maledizione.<br />

“Ma l’una e l’altra sono umanità. Io sono un uomo. L’umanità è mia nemica. Lei vuole stringermi fra i suoi<br />

mille tentacoli orrendi. Io cerco di strappare a lei tutto ciò che necessita alle mie brame. Siamo in guerra!<br />

Tutto ciò che ho la forza di strapparle è mio. E tutto ciò che è mio lo sacrifico sull’altare della mia libertà e<br />

della mia vita. Di quella mia vita ch’io sento palpitare fra le palpitanti fiamme che mi divampano nel cuore;<br />

fra quello strazio selvaggio di tutto l’essere mio che mi gonfia l’anima di divine bufere, e che mi fa<br />

echeggiare nello spirito scroscianti fanfare di guerra e polifoniche sinfonie di un amore superiore, strano e<br />

sconosciuto; che mi empie le vene di un sangue rigoglioso e gagliardo,che sparge in tutto l’involucro dei miei<br />

muscoli, dei miei nervi e della mia carne, fremiti diabolici di tripudiante espansione; di quella mia vita ch’io<br />

intravedo attraverso la folle visione dei miei fantastici sogni, bramosa e bisognosa di sviluppo perenne. Il mio<br />

motto è:camminare espropriando e incendiando, lasciando sempre dietro di me urli di morali offese e tronchi<br />

di vecchie cose fumanti.<br />

Quando gli uomini non possiederanno più le ricchezze etiche – unici reali tesori davvero inviolabili – allora<br />

getterò i miei grimaldelli. Quando nel mondo non vi saranno più fantasmi, getterò la mia torcia. Ma questo<br />

avvenire è lontano e forse non è! E io sono un figlio di questo lontano avvenire, piombato su questo mondo<br />

dal Caso alla cui potenza io m’inchino”.<br />

Così mi disse l’Espropriatore in quel lontano meriggio d’agosto mentre il sole ricamava in oro la verdeggiante<br />

natura che, profumata e festante, cantava gioconde canzoni di pagana bellezza.


IL MIO INDIVIDUALISMO ICONOC<strong>LA</strong>STA<br />

(Iconoclasta!,gennaio 1920)


Io ho lasciato per sempre<br />

la vita delle pianure<br />

E. Ibsen<br />

1.<br />

Anche le più pure sorgenti di Vita e di Pensiero che zampillano fresche e ridenti fra le rocce solitarie<br />

delle più alte montagne per dissetare gli eletti della Natura, quando sonoscoperte dai demagogici<br />

pastori dell'ibrido gregge borghese o proletario ben presto si tramutano in fetide pozzanghere laide e<br />

melmose. Oggi è la volta dell'Individualismo! Dal volgare crumiro all'idiota e ripugnante poliziotto, dal<br />

miserabile venduto alla spregevole spia, dallo schiavo vigliaccamente imbelle all'autoritario ripugnante e<br />

tiranno, parlano d'Individualismo.<br />

È la moda!<br />

Anche i rachitici intellettualoidi del tubercoloso conservatorismo liberale, come i malati di cronica sifilide<br />

democratica, fino agli eunuchi del socialismo ed agli anemici del comunismo, tutti parlano e posano ad<br />

Individualisti!<br />

Comprendo che non essendo l'Individualismo una scuola e tanto meno un partito, non può essere<br />

"unico" ma è più vero ancora che gli Unici sono individualisti. Ed io come unico balzo sul campo di<br />

battaglia, snudo la mia spada e difendo le mie intime idee d'individualista estremo, di Unico<br />

indiscutibile, poiché possiamo essere scettici ed indifferenti, ironici e beffardi quanto vogliamo e<br />

possiamo, ma quando si è condannati a sentire dei socialisti più o meno teorizzanti ad affermare<br />

sfacciatamente ed ignorantemente che non vi è nulla d'incompatibile fra l'idea Individualista e quella<br />

collettivista, e che si tenta stupidamente di far passare un titanico cantore dell'eroica potenza<br />

dominatrice di fantasmi umani, morali e divini, che freme e palpita, tripudia e si espande, al di là del<br />

bene e del male della Chiesa e dello Stato, dei Popoli e della Umanità fra gli strani bagliori d'un nuovo<br />

incendio d'amore incompreso come il lirico creatore di Zarathustra, per un povero e volgare profeta del<br />

Socialismo che è scuola di vigliaccheria, o un iconoclasta invincibile ed insuperabile come Max Stirner<br />

per uno strumento qualsiasi messo lì a disposizione dei frenetici fautori del comunismo, allora si può<br />

avere sì un'ironica smorfia sulle labbra ma poi bisogna in-sorgere risolutamente per difendersi e per<br />

aggredire, poiché chi si sente davvero Individualista di principio, di mezzo e di fine, non può tollerare di<br />

essere minimamente confuso fra le turbe incoscienti d'un morboso gregge belante.<br />

2.<br />

L'Individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine né il Socialismo, né il<br />

Comunismo, né l'umanità. L'Individualismo ha per fine se stesso. Continuino pure i cervelli atrofizzati<br />

dal positivismo spenceriano a credersi Individualisti senza accorgersi che il loro venerato maestro è un<br />

anti-individualista per eccellenza poiché egli altro non è che un radicale monista, e come tale, amante<br />

sviscerato dell'unità e nemico giurato della particolarità. Egli, come tutti gli scienziati e i filosofi più o<br />

meno monisti, nega tutte le distinzioni, le diversità; e per affermare l'illusione sacrifica la realtà. Il suo<br />

sforzo è teso a dimostrare realtà l'illusione, ed illusione la realtà. Egli non potendo comprendere il vario,<br />

il particolare, sacrifica l'uno o l'altro sull'altare dell'universale. Egli combatte sì lo Stato in nome<br />

dell'individuo, ma al pari di tutti i sociologi di questo mondo, egli ritorna a sacrificare sotto la tirannide<br />

di un'altra società libera e perfetta, poiché lui combatte, è vero lo Stato, ma lo combatte soltanto<br />

perché così com'è non funziona come piace a lui...<br />

Ma non perché egli abbia compreso le unicità anticollettiviste ed antisociali capaci alle attività superiori<br />

dello spirito, del sentimento e dell'eroica e spregiudicata potenza. Egli odia lo Stato ma non penetra né<br />

comprende l'individuo misterioso, aristocratico, vagabondo, ribelle! E da questo punto di vista non so<br />

perché anche quel bolso ciarlatano, quell'antropologo fallito, gonfio e rigonfio di sociologia di Darwin, di<br />

Comte, di Spencer e di Marx, che ha seminato porcherie a piene mani su dei colossi dell'Arte e del<br />

Pensiero come Nietzsche, Stirner, Ibsen, Wilde, Zola, Huysman, Verlaine, Mallarmé, ecc. e che si chiama<br />

Max Nordau; non so spiegarmi, ripeto, come mai anch'egli non sia stato chiamato Individualista...<br />

poiché anche Nordau, come lo Spencer, combatte lo Stato...<br />

3.<br />

Giovanni Papini scrivendo di Spencer dice: "Come scienziato si piegò dinanzi ai fatti, come metafisico<br />

dinanzi all'inconoscibile, come moralista dinanzi al fatto immutabile delle leggi naturali. La sua filosofia<br />

si materiò di paura, d'ignoranza e di obbedienza: grandi virtù al cospetto di Cristo, ma vizi tremendi per<br />

chi vuole la supremazia dell'individuo. Egli fu, né più né meno, un falsario dell'individualismo". Ed io,<br />

pure essendo tutt'altro che un papiniano, in questo caso sono ultra d'accordo con lui !


4.<br />

E. Zoccoli, che è un profondo conoscitore del pensiero anarchico ed un intellettuale di massima portata,<br />

ma che fa professione d'una pietosa morale borghese, nel suo colossale studio "L'Anarchia", dopo aver<br />

inveito - sia pure con serenità ed una qualche ragione - contro i massimi agitatori del pensiero<br />

anarchico, da Stirner a Tucker, da Proudhon a Bakunin, si rammarica col Kropotkin perché trova che<br />

questo non è stato capace di sviluppare un nuovo anarchismo rigorosamente scientifico e sociologico<br />

come si era permesso per richiamare tutti i forsennati delinquenti dell'anarchismo estremo, o<br />

dell'Individualismo, alle sane correnti d'un vischioso sistema positivistico e scientificamente materialista<br />

ed umanista, semispenceriano, perché è questa famosa scienza che ha finalmente scoperto la nullità<br />

dell'individuo "davanti all'immensità senza limiti...". Ed anche per il Kropotkin positivista, umanista,<br />

comunista e scientifico... pare che l'uomo sia "un piccolo essere con ridicole pretese" e così sia! Chi è<br />

concentrato nella sociologia non può essere nulla di più che uno scienziato di collettività che dimentica<br />

l'individuo per cercare l'Umanità e porta sul Trono Imperiale ai piedi del quale l'Io deve rinnegare se<br />

stesso ed inginocchiarsi commosso.<br />

E quando tutti gli anarchici avranno della Vita questo sublime concetto anche E. Zoccoli sarà lieto e<br />

contento, poiché dandosi la serafica posa d'un profeta che dice agli uomini: "Io sono venuto ad offrirvi<br />

la possibilità d'una nuova Vita!", egli si rivolge a noi e dice: "Che gli anarchici rientrino nel diritto e il<br />

diritto li attende, pronto ad estendere anche ad essi le sue garanzie..."<br />

Ma che cosa è il diritto?<br />

Diamo la parola allo Stirner:<br />

"II Diritto è lo spirito della Società. Se la Società ha una volontà è precisamente questa volontà che<br />

costituisce il Diritto: la Società non esiste che per il Diritto. Ma siccome essa non esiste che per il fatto<br />

di esercitare una sovranità sull'individuo, si può dire che il Diritto è la sua volontà sovrana.<br />

" Poiché Aristotele disse: "la giustizia è il frutto della Società".<br />

Ma "ogni diritto esistente è diritto straniero, un Diritto che mi si accorda, di cui mi si permette di<br />

godere. Avrò il buon diritto della mia parte perché il mondo intiero mi da ragione? Che cosa sono<br />

dunque i miei diritti nello Stato o nella Società se non dei diritti esteriori, dei Diritti ch'io ottengo da<br />

altri? Se un imbecille mi da ragione tosto il mio diritto mi diventa un sospetto, perché non tengo in<br />

considerazione la sua approvazione. Ma se fosse anche un saggio che mi approva io non potrei per ciò<br />

dire di aver ragione. Il fatto di aver ragione o torto è assolutamente indipendente dall'approvazione del<br />

pazzo o del savio". Ora aggiungiamo ancora, a questa definizione che il ferigno ed invincibile Ribelle<br />

tedesco ci da del Diritto, il celebre aforisma di Protagora "L'uomo misura tutte le cose", e poi possiamo<br />

muovere in guerra contro ogni diritto esteriore ed ogni esteriore giustizia, poiché "la giustizia è il frutto<br />

della Società".<br />

5.<br />

Lo so! Lo so e lo comprendo: le mie idee - che non sono poi nuove - potranno far sanguinare il cuore<br />

troppo sensibile dei moderni umanisti che pullulano in grande abbondanza fra i sovversivi, ed i<br />

romantici sognatori di una fulgida umanità redenta e perfetta, danzante in un regno fatato di generale e<br />

collettiva felicità musicata dal magico flauto della pace perenne e della fratellanza universale. Ma chi<br />

insegue fantasmi si allontana dal vero, e poi si sappia che il primo ad essere arso fra le fiamme del mio<br />

corrodente pensiero fu l'intimo essere mio, il vero me stesso! Ora fra il rogo ardente delle mie Idee<br />

anch'io son diventato di fiamma; e scotto, brucio, corrodo... A me devono accostarsi soltanto coloro che<br />

gioiscono contemplando ardenti vulcani che lanciano verso le stelle le lave sinistre esplodenti dal loro<br />

seno di fuoco per poscia lasciarle cadere nel Nulla o fra la Morta Città degli uomini imbelli, dei miei<br />

fratelli carogne, per farli fuggire con fuga frenetica fuori dei loro muffiti tuguri tappezzati di rancidi e<br />

vecchi ideali.Io mi dichiaro in guerra aperta, palese e nascosta, contro la Società: contro ogni Società!<br />

Io penso, io so, che fin che ci saranno degli uomini ci sarà una società, poiché questa putrida civiltà con<br />

le sue industrie ed il suo progresso meccanico ci ha ormai portati ad un punto dove non è neppure più<br />

possibile tornare indietro fino all'invidiabile età delle caverne e delle spose divine che allevavano e<br />

difendevano i nati dal loro libero ed istintivo amore come bionde e feline Leonesse abitanti maestose<br />

foreste profumate, verdi e selvagge; ma pure so e penso con altrettanta certezza che ogni forma di<br />

società – ed appunto perché società - vorrà, per il suo bene, l'individuo umiliato. Anche il comunismo<br />

che - a quanto ci raccontano i suoi teorizzatori - è la forma di Società più umanamente perfetta, non<br />

potrà riconoscere in me che uno dei suoi membri più o meno attivo, più o meno stimato... Io per il<br />

comunismo potrà valere per quanto sarò di me stesso, di intimamente mio, di Unico e perciò<br />

incomprensibile alla collettività. Ma ciò che è in me di più incomprensibile, di più misterioso ed<br />

enigmatico per la collettività è appunto il mio tesoro più prezioso, il mio bene più caro poiché è la mia


intimità più profonda la quale io solo posso giustificare ed amare poiché solo io la<br />

comprendo.Basterebbe ad esempio ch'io dicessi al comunismo: "l'eletto esiste per non far nulla" come<br />

dice Oscar Wilde, per vedermi scacciare come un lebbroso siberiano dalla cena sacra dei nuovi Dei!<br />

Eppure uno che avesse l'imperioso bisogno di vivere la propria vita nell'atmosfera altamente e<br />

sublimemente intellettuale e spirituale del Pensiero e della contemplazione, non potrebbe dar nulla di<br />

materialmente e moralmente utile e buono alla comunità, perché ciò che potrebbe dare sarebbe<br />

incomprensibile, e per ciò nocivo ed inaccettabile, poiché egli non potrebbe dare che una strana<br />

dottrina propugnante la gioia di vivere nell'ozio contemplativo. Ma in una società comunista - come e<br />

peggio in qualsiasi altra forma di società - una tale dottrina potrebbe far opera di corruzione fra la<br />

falange di coloro che devono produrre per il mantenimento e l'equilibrio collettivo e sociale. No! Ogni<br />

forma di società è il prodotto delle maggioranze. Per i grandi Geni o per i grandi delinquenti non vi è<br />

posto fra la mediocrità trionfante che domina e comanda.<br />

6.<br />

Qualcuno mi obietterà che in quest’Alba vermiglia, in questa grandiosa vigilia d'armi e di guerra ove già<br />

risuonano frago-rosamente le note vibranti e fatidiche del gran crepuscolo dei vecchi Dei, mentre<br />

all'orizzonte già sorgono i raggi biondi e dorati d'un ridente avvenire, non è Bene partorire alla luce del<br />

sole certi intimi e delittuosi pensieri... È una vecchia quanto stupida storia!<br />

Ho ventinove anni, sono quindici anni che milito nel campo libertario e vivo anarchicamente, e mi si è<br />

sempre detto le stesse, le stessissime cose:<br />

"Per amore della concordia... ".<br />

"Per amore della propaganda... ".<br />

"Per la prossima Rivoluzione Sociale e redentrice...".<br />

Per... ma a che pro continuare!<br />

Basta! Non posso più tacere!<br />

"Se io tenessi rinchiuso nel mio cassetto un manoscritto ancora inedito, il manoscritto d'un opera<br />

bellissima che a leggersi desse brividi di voluttà sconosciute e scoprisse mondi ignorati; se io fossi certo<br />

che gli uomini su queste pagine impallidissero di spavento, e poi errassero lentamente per le vie<br />

deserte cogli occhi ferocemente dilatati nel vuoto e poi cercassero cinicamente la morte quando la<br />

pazzia non corresse loro incontro colle sue risate sinistre come lo scrosciare dei venti, e il suo lugubre<br />

stamburare di dita invisibili sui loro cervelli devastati; se io fossi certo che le donne sorridessero<br />

oscenamente e colle sottane rialzate si sdraiassero sull'orlo dei marciapiedi in attesa d'un maschio<br />

qualsiasi, e i maschi si gettassero di schianto su loro per straziarne coi denti la vulva e la gola; se le<br />

folle ubriache e affamate rincorressero a colpi di coltello pochi uomini fuggenti e tra essere ed essere ci<br />

fosse un morto a perpetuarne l'odio profondo; se dalla terra dovesse sparire per sempre la pace d'un<br />

ora, la calma dello spirito, l'amore, la lealtà, l'amicizia, e al loro posto dovessero per sempre regnare la<br />

turbolenza, l'irrequietezza, l'odio, la menzogna, l'inimicizia, la pazzia, la tenebra, la morte; se tutto<br />

questo dovesse farlo un libro bellissimo scritto da me ancora inedito e rinchiuso nel mio cassetto io lo<br />

pubblicherei quel libro e non avrei pace finché non fosse pubblicato".<br />

Così Persio Falchi scriveva sulla "Forca" parecchi anni orsono per esprimere il suo concetto sulla Libertà<br />

dell'Arte, così io oggi ripeto sull'Iconoclasta! per esprimere il mio concetto sulla Libertà del Pensiero.<br />

È un mio assoluto ed imperioso bisogno quello di lanciare fra la tenebra la luce turbinosa e sinistra dei<br />

miei pensieri e il sogghigno incredulo e beffardo delle mie idee sanguinanti che, orgogliose e superbe di<br />

mostrare le loro rigogliose e spregiudicate nudità, se ne vogliono andare libere per il mondo alla ricerca<br />

di virili amplessi. Nessuno può essere più rivoluzionario di quello ch'io sono, ma è appunto per questo<br />

che voglio lanciare il corrodente mercurio dei miei pensieri fra la senile impotenza degli eunuchi<br />

dell'Umano Pensiero. Non si può essere rivoluzionari a metà, né pensare a metà. Bisogna essere come<br />

Ibsen, rivoluzionari nel senso più completo e radicale della parola. E tale sento di essere io!<br />

7.<br />

La Storia, il Materialismo, il Monismo, il Positivismo e tutti quanti gli "ismi" di questo mondo sono ferri<br />

vecchi e rugginosi che non mi servono più e più non mi riguardano. Ho per principio la Vita, per fine la<br />

Morte. Voglio vivere intensamente la mia Vita per abbracciare tragicamente la mia Morte.Voi aspettate<br />

la Rivoluzione! E sia! La mia è da molto tempo incominciata! Quando sarete pronti - Dio che<br />

lunghissima attesa! - non proverò disgusto a percorrere un tratto di cammino insieme con voi!<br />

Ma quando vi fermerete io continuerò la mia marcia folle e trionfale verso la grande e sublime<br />

conquista del Nulla!<br />

Ogni Società che voi costruirete avrà i suoi margini e sui margini di ogni Società si aggireranno i<br />

vagabondi eroici e scapigliati, dai pensieri vergini e selvaggi che solo sanno vivere preparando sempre


nuove e formidabili esplosioni ribelli!<br />

Io sarò fra quelli!<br />

E dopo di me, come prima di me, ci saranno sempre di quelli che diranno agli uomini:"Rivolgetevi<br />

dunque a voi stessi, piuttosto che ai vostri dei o ai vostri idoli: scoprite in voi ciò che è di nascosto:<br />

traetelo alla luce: rivelatevi!".<br />

Poiché ogni uomo che frugando la sua intimità estrae ciò che vi è di misteriosamente nascosto è<br />

un'ombra che oscura ogni forma di Società vivente sotto i raggi del Sole! Ogni Società trema quando<br />

l'aristocrazia sprezzante dei Vagabondi, degli Unici, degli Inaccessibili, dei dominatori dell'ideale, e dei<br />

Conquistatori del Nulla, spregiudicatamente si avanza. Orsù, dunque, o Iconoclasti, avanti!<br />

"Già il ciclo gravido di presentimenti si oscura e tace!"<br />

* * *<br />

“Polemica”<br />

(risposte apparse su Iconoclasta! in relazione al precedente intervento di <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong>)<br />

Caro "Iconoclasta"<br />

Nell'articolo di <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> "il mio individualismo" ci sono delle affermazioni che meriterebbero di<br />

essere combattute.<br />

Confesso anzitutto una cosa: terminata la lettura dell'articolo mi sono chiesto quale ne fosse lo spirito, e<br />

l'ho ricercato tra le pennellate alla Carrà e le parolone difficili ed ho concluso che..."bisogna essere<br />

come Ibsen (o come <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong>) rivoluzionari nel senso più completo della parola, per giungere a<br />

tali altezze di stile e penetrare in tali profondità di pensiero".<br />

La Storia, il Materialismo, il Monismo, il Positivismo sono, a detta di R. N., dei ferri vecchi e rugginosi,<br />

che non gli servono più a nulla e più non lo riguardano. Beato lui che non ha più nulla da imparare! Per<br />

conto mio credo di aver fatto bene a studiare quel tanto che mi permette di non dichiarare di aspirare a<br />

"tornare indietro, fino all'invidiabile età delle caverne" affermazione codesta che fa a pugni con le<br />

nozioni più elementari di quel ferro vecchio e rugginoso che è l'antropologia.<br />

Non è per fare uno sfogo polemico contro <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> che sono venuto sull'argomento ma perché<br />

penso sia l'ora di finirla con questo ritorno alla natura, con questa esaltazione della vita primitiva che<br />

mostra quanto sia poco solida la cultura di quei giovani che, invece di limitarsi a scrivere articoli<br />

proporzionati al loro bagaglio intellettuale, pretendono salire in cattedra e rigettare, con enfasi, quel po'<br />

di Stirner, o di Nietzsche, o di Rousseau,masticato faticosamente e mal digerito, e si atteggiano a<br />

superuomini mentre, con meno boria e più buon senso, potrebbero arrivare ad essere... Uomini. E<br />

veniamo allo stato di natura, così caro a tanti compagni!<br />

L'età preistorica non può rappresentare l'età della libertà e della felicità. L'antropologia moderna, per<br />

opera di Darwin, di Wallace, di Haechel e di altri scienziati, ci ha rivelata la vita dell'uomo primitivo sì<br />

che oggi è ridicolo di parlare di un'esistenza paradisiaca riferendosi all'uomo delle caverne. E questa<br />

non è una scoperta molto recente. Già il Vico nella Scienza Nuova (Lib.II) ci aveva mostrato gli uomini<br />

primitivi selvaggi abitatori di caverne in lotta terribile con la natura circostante. Lasciamo dunque ai<br />

poeti, Virgilio nel I lib. delle Georgiche, (Ovidio nel I lib. Delle Metamorfosi, ecc. ecc.) l'esaltazione della<br />

vita primitiva quale età dell'oro e non cadiamo continuamente nell'errore di far discendere l'umanità da<br />

un primitivo paradiso terrestre se non si vuole che tale pretesa antiscientifica faccia sì che l'età dell'oro<br />

da dogma cristiano diventi dogma anarchico. Bakunin (Oeuvres, voi.I) scrisse "G. G. Rousseau ebbe il<br />

torto di ricercare la libertà al principio della storia";"la libertà individuale non è punto, secondo lui, una<br />

creazione ed un prodotto storico".Quanto a Rousseau chi conosce le sue opere sa che egli pose nei suoi<br />

giusti limiti l'esaltazione dello stato di natura.Perdona, caro Iconoclasta!, queste note critiche, ma credi<br />

che sono suggerite dall'amoreper la causa nostra, superiore ad ogni simpatia personale od amicizia.<br />

tuo Camillo da Lodi<br />

* * *<br />

Caro "Iconoclasta!"<br />

dammi, ti prego, un po' del tuo spazio.<br />

Io, comunista anarchico, sento il bisogno di dire, modestamente e sinceramente, quello che penso de<br />

l'individualismo e degli individualisti. Questo bisogno è diventato prepotente, specie dopo la lettura de<br />

l'articolo di <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> "il mio individualismo iconoclasta",dove l'autore si compiace trattare con<br />

termini sì poco lusinghieri, noi, poveri comunisti.Sarò forse un po' crudo...ma non farò che seguire il tuo


sistema.<br />

D'altra parte ti darò il destro di rispondermi con altrettanta cruda sincerità. La forma non conta.<br />

L'importante per me, è di sapere il perché de l'atteggiamento altezzoso e strafottente di quasi tutti gli<br />

anarchici individualisti verso i comunisti. L'importante è di conoscere i meriti e le qualità superiori che<br />

gl'individualisti hanno per ritenere i comunisti esseri inferiori rispetto a loro.<br />

Io considero individualista soltanto quell'uomo che ha saputo mettersi al di sopra, o al di fuori, o al di<br />

sotto del livello comune a la collettività umana.<br />

L'individualista deve avere il dono de l'originalità assoluta. L'uomo, per considerarsi individualista, deve<br />

riuscire, da solo, a scavare un solco profondo e vasto su la uniforme e brulla massa umana; deve saper<br />

segnare indelebilmente la impronta de la propria individualità su un'intera epoca; deve saper portare lo<br />

scompiglio ne la organizzazione di un'intera società; deve saper terrorizzare, o estasiare, o divertire, o<br />

inebetire un intero popolo.<br />

E questo, soltanto con la forza e con la originalità del proprio pensiero, e con l'audacia di proprie gesta.<br />

In altre parole: l'individualista deve essere o un genio o un eroe, oppure genio ed eroe<br />

insieme. Tutti coloro che non sono capaci, da soli, a convulsionare, a elettrizzare, a sconvolgere il<br />

gregge umano, per me non sono individualisti. Sono de gli imitatori quando non sono de i parodisti.<br />

Più precisamente: sono de i gran bravi e diligenti ragazzi; intelligenti, e, molto, troppo studiosi. Sono<br />

bizzarri, scettici, amorali, beffardi menefreghisti, cinici, crudeli, stoici,nichilisti... così, per posa, per<br />

differenziarsi un po' da gli altri uomini...e specialmente quando scrivono e quando conversano.<br />

Eppoi è la moda! E, tanto per cambiare, bisogna pur seguirla! Vi pare niente la soddisfazione di sentirsi<br />

dare del matto, del nevrastenico, de l'originale, de l'eccentrico, del "oh, che tipo"?...Non t'incazzare,<br />

caro Iconoclasta! È così!Ma proprio sul serio tu credi individualisti coloro che per illustrare il "loro<br />

individualismo"<br />

devono ricorrere a novemiladuecentosettantatrè citazioni di altrettanti autori più o meno celebri, più o<br />

meno trapassati...<br />

Ma via! Non scherziamo!<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong>, che chiama eunuchi i socialisti (tutti?) e - bontà sua - anemici i comunisti (tutti?), per<br />

dimostrare che lui è individualista estremo, che è Unico indiscutibile, habisogno di citare scritti di Ibsen,<br />

Wilde, Nietzsche, Verlaine, Mallarmé...Ed ancora:<br />

"Giovanni Papini scrive... "<br />

"Diamo la parola a Stirner... "<br />

"Poiché Aristotele disse... "<br />

"Così Persio Falchi scriveva... "<br />

... Ha voluto persine prendersi la fatica di estrarre da le macerie di non pochi secoli, non solo Aristotele,<br />

ma anche quel brav'uomo di Protagora... Oh, povero Protagora...<br />

Sì, caro <strong>Novatore</strong>, è proprio vero che le tue idee (tue?) fanno "scoppiare il cuore troppo sensibile de i<br />

moderni umanisti che pullulano in grande abbondanza (bello quel grande abbondanza!) fra i<br />

sovversivi".<br />

Sì, e non solo fanno loro insanguinare il cuore, ma mettono a dura prova anche il loro sensibile olfatto,<br />

perché le tue idee sono tanto vecchie che puzzano maledettamente dimuffa ammuffita.<br />

Si può essere individualista senza conoscere le opere e neppure i nomi di Nietzsche,Stirner, ecc.<br />

Si può essere analfabeta ed individualista.<br />

Io sono per la rivoluzione perché odio e voglio abbattere questa società che mi opprime,sino a<br />

soffocarmi, con le sue leggi e con la sua ineguaglianza economica; e sono comunista perché ritengo il<br />

comunismo una de le organizzazioni economiche migliori per arrivare al massimo de la libertà<br />

individuale raggiungibile.<br />

Non sono pel comunismo fine a se stesso. E credo che tutti gli anarchici comunisti siano del mio parere,<br />

checché ne pensi R. <strong>Novatore</strong>.<br />

Se riuscissi a convincermi che anche senza una società, cioè senza organizzazione economica, si<br />

potrebbe vivere libera-mente la propria vita, sarei antisocietariano, sarei contro il comunismo.<br />

Ma <strong>Novatore</strong> stesso deve confessare "che fin che ci saranno degli uomini ci sarà una società"; e<br />

siccome su questo punto sono perfettamente d'accordo con lui, io cerco di abbattere questa società, ne<br />

la quale mi si toglie anche la libertà del respiro, per costruirne un'altra ch'io ritengo la migliore.<br />

Non potendo io da solo mettermi sotto i piedi la società odierna, cerco di riuscirvi unendomi ad altri che<br />

la pensano come la penso io.<br />

Credo di essere stato chiaro.<br />

Meritano forse gli sberleffi de gli individualisti queste nostre teorie?


Cosa volete...È colpa mia se la natura non mi ha dato il genio fulgidissimo e strafottentemente<br />

simpatico di Oscar Wilde? È colpa mia se non mi ha dato il carattere ferreo ed i nervi di acciaio de<br />

l'epicamente eroico Bonnot?<br />

Ma io li comprendo questi Unici, e li ammiro e li invidio; e giungo anche a dar loro il diritto di<br />

disprezzare tutto il genere umano, di deriderlo, di calpestarlo, poiché essi, ritenendosi ed essendo in<br />

realtà superiori, Unici, si sono imposti a la collettività con la propria forza,senza ricorrere assolutamente<br />

al pensiero ed a l'opera di altri. Ma io mi ribello a le ironie, a le isolenze, a gli insulti - che molte volte<br />

non hanno nemmeno il pregio de la originalità -che ci vengono sistematicamente lanciati da certi<br />

uomini che la pretendono a Unici, sol perché hanno letto e digerito più o meno felicemente gli scritti de<br />

i grandi e veri individualisti.<br />

E protesto.<br />

Volete avere questo diritto; volete avere questo gusto; volete soddisfare questa vostra ambizione?<br />

Ebbene, fate qualche cosa di vostro; osate; osate e create, create, create...<br />

E finitela di tentare di soffocarci con paradossi che ci ricordano l'età de la pietra, con sentenze che<br />

ormai hanno imparato a memoria anche i Niam-Niam; finitela con gli insulti e con quelle arie di<br />

capiscioni; finitela col sistema antiquato e antipatico di citazioni di opere de i grandi ingegni, sistema<br />

che degrada e distrugge la vostra personalità; e mandateli una volta a farsi friggere tutti questi signori<br />

Ibsen, Wilde, Confucio, Budda, Cristo, Stirner,Maometto, Aristotele, Isaia...i quali, al postutto, non si<br />

sono mai dichiarati anarchici, non hanno dimostrato di esserlo, e non lo erano.<br />

Volete essere veramente gli aristocratici del pensiero, volete essere veramente iconoclasti?<br />

Ebbene, abbiate intanto il coraggio di infrangere tutti codesti vostri idoli (Sì, vostri Idoli!) e di<br />

disperderne a sante pedate i rottami.<br />

E se vi riesce, diventate idoli eletti, unici a la vostra volta.<br />

Mario Senigalliesi<br />

* * *<br />

“Per trovare la fine”<br />

(risposta di <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong>, apparsa sempre su Iconoclasta!, a chi aveva criticato il suo<br />

intervento)<br />

Forse mi sbaglierò, ma mi sembra che il mio scritto comparso sul numero due di codesta rivista col<br />

titolo: "II mio individualismo iconoclasta" abbia un po' troppo montato i nervi e fatto perdere un po'<br />

troppo la calma e la serenità dei miei contraddittori. Io credo, e lo credo sinceramente, che se loro<br />

avessero avuto un pochino più di razionale dominio sulla loro comune impulsività non sarebbero scesi<br />

ad un linguaggio così poco rispettoso e scorretto nel contraddirmi. Non è per questo però ch'io possa<br />

sentirmi amareggiato verso di loro. No. Io sono certo che innanzi alla mia tersa serenità vorranno e<br />

sapranno pur loro - ribattendo - essere tersi e sereni, poiché sono profondamente convinto che ogni<br />

anarchico, degno di questo nome, debba volontariamente riconoscere che non è colle parole insulse,<br />

venali e triviali, che si possa dimostrare od affermare, combattere o distruggere, il rigoglioso contenuto<br />

d'un audace principio d'una tragica idea, ma bensì con l'esprimere gagliardamente delle idee ben<br />

sentite e dei pensieri ben ponderati. E Atsalconoci (altro anarchico che polemizzò in questo frangente<br />

con <strong>Novatore</strong>. n.d.c.) deve pur persuadersi per il primo che non è colle sue deboli e piagnucolose<br />

preghiere – in verità non so quanto sinceramente espresse - ed i suoi ingenui (?) e contraddittori<br />

richiami - (senza perdermi a raccogliere quella sua imprudente e ridicola affermazione che dice che i<br />

"colti" (come lui?) fanno il risolino ironico innanzi alle mie idee,e le altre cento puerilità bambinesche<br />

che compongono l'articolo suo) - che si possa confutare, combattere o distruggere un'idea scritta col<br />

sangue del cuore e col fuoco dell'anima come quella da me audacemente e coraggiosamente lanciata;<br />

poiché io invito tutte le persone "colte" ed intelligenti a rileggere il mio ed il suo scritto per convincersi<br />

della verità semplicissima di questo mio asserto. La sua critica non è mossa alle mie idee ma bensì alla<br />

forma letteraria di cui io mi servo per esprimerle.<br />

Ed io a tutto ciò non rispondo poiché "lo stile è l'uomo" ed io non posso rinnegarmi per gli occhi belli di<br />

Lui! Dunque, mio caro Atsalconoci, bisogna che tu - per questa volta almeno - abbia la santa pazienza<br />

di non vederti preso in considerazione.Quanto a te, o mio caro Camillo da Lodi alias Camillo Berneri, ti<br />

dirò sinceramente che,dietro altri tuoi scritti ch'io già conoscevo, mi sarei inteso in diritto di pretendere<br />

qualchecosa di più. Ma come, un giovane della tua intelligenza e della tua cultura deve lasciarsi vincere<br />

dalla collera fino al punto di lanciare contro i compagni dell'altra riva delle insulsaggini come questa ad<br />

esempio: "...con meno boria e più buon senso potrebbero arrivare ad essere...uomini". Ah! no, caro


Camillo, perdonami se te lo dico, ma non è così che si polemizza coi compagni dell'altra sponda o che si<br />

fa onore alla propria intelligenza.Va bene che tu confessi che terminata la lettura dell'articolo ti sei<br />

chiesto quale ne fosse lo spirito, e che dopo averlo ricercato fra le pennellate alla Carrà e le parolone<br />

difficili hai concluso ecc. ecc. Ma allora se non ne hai trovato lo spirito come mai, di grazia, ti è saltato il<br />

ticchio della contraddizione?L'unico spunto polemico che tu hai trovato è stato quello di affermare che è<br />

"ora di finirla con questo ritorno alla natura così caro a tanti compagni ecc. ecc.". E questo perché io in<br />

un frapparentesi gonfio di amaro sarcasmo e colmo di mordace ironia contro questa putrida e nefanda<br />

civiltà democratica giudaico-cristiana dell'epoca nostra grottesca e ripugnante rimpiangevo la vergine e<br />

selvaggia età delle caverne. Non è qui ove intendo soffermarmi poiché ben altre cose, forse più<br />

importanti, avrò da dire. Ti dirò soltanto che alla lotta brutale così tragicamente impari che si svolge sul<br />

teatro della vita fra l'uomo solo e puro e la vigliaccheria umana coalizzata nella morale, organizzata<br />

nella battaglia, resa forte dalla legge trionfante per il passivo consenso dell'imbecillità collettiva, io<br />

preferirei la lotta che il primitivo selvaggio combatteva corpo a corpo coll'altro selvaggio fra il profumo<br />

e le fronde delle leggendarie foreste.E se leggendo il mio scritto il tuo occhio intelligente avesse avuto<br />

la forza di restare sereno avresti potuto scorgere in questo rimpianto tutta la nobile purezza e il delicato<br />

sentimento che dilaga ed invade tutta quest'anima mia tormentata e ferita.Ma tu hai scambiato il grido<br />

eroico e sublime d'indomito vagabondo cercante disperatamente la dionisiaca Libertà vera per un<br />

bestiale grugnito animalesco. E sia! Forse non è tua la colpa. Vi sono tante cose che l'erudizione, la<br />

cultura e l'intelligenza sonoinsufficienti a comprendere.<br />

Per comprendere certi stati d'animo necessita soltanto una speciale ed originale sensibilità...<br />

E vengo a te, caro Senigalliesi.<br />

E a te dirò molte cose di più perché malgrado ch'io consideri Camillo da Lodi più competente di te in<br />

questa tenzone - (e di ciò credo non te ne sentirai offeso affatto) – tu mi dai motivi di discussione. Tu<br />

che sai di essere stato un po' "troppo crudo" con me forse ti meraviglierai di sentirti trattare con tanta<br />

cavalleria e di trovarmi così sereno. Che vuoi? io voglio guardare - ed ho la piena convinzione di riuscirci<br />

- di portare il dibattito sulle più alte vette del pensiero ove il piccolo e volgare pettegolo intessuto di<br />

personalismi non possa allignare mai. Io vivo, penso, parlo e scrivo solo per trovare la fine. E la fine io<br />

credo che la si trovi solo in alto! Vedi? tu dici: "L'importante per me, è di sapere il perché de<br />

l'atteggiamento altezzoso e strafottente di quasi tutti gli anarchici individualisti verso i comunisti". Ed<br />

aggiungi: "L'importante è di conoscere i meriti e le qualità superiori che gl'individualisti hanno per<br />

ritenere i comunisti esseri inferiori rispetto a loro". Ecco, prima di tutto incomincerò col farti notare che<br />

tu hai posta un po' troppo maliziosamente la questione.<br />

Perché vedi, se tu mi parlassi di Individualismo e di Comunismo io potrei seguirti, ma se tu mi parli di<br />

Individualisti e di Comunisti io non voglio e non posso seguirti. E tu sei abbastanza colto ed intelligente<br />

per comprenderlo senza ch'io ti spieghi il perché. Sì, tu sei abbastanza intelligente per comprendere che<br />

mentre io potrei dimostrarti e mostrarti le superiori qualità di un individualista e le inferiori qualità d'un<br />

comunista, tu potresti allo stesso tempo e colla stessa facilità prendere due altri modelli e dimostrarmi il<br />

contrario. Ma ciò facendo fra tutti e due non si riuscirebbe a togliere il tradizionale ragno dal buco.<br />

Poiché come ti ho detto, a me sarebbe facile dimostrarti che un comunista di mia conoscenza è un<br />

matricolato birbante od un perfetto imbecille mentre per te sarebbe altrettanto facile dimostrarmi che<br />

un individualista da te conosciuto è la stessa cosa del comunista che conosco io.<br />

Ma ciò facendo, tu lo comprendi, non si farebbe che del basso e volgare personalismo indegno di noi<br />

uomini emancipati. Nella nostra questione l'importante è di vedere quali sono le Idee che più valgono e<br />

non gli uomini che queste idee professano. Io non dubito della tua coerenza comunista ma non ti<br />

permetto di dubitare del mio individualismo. O meglio io non posso impedirti di dubitare perché il<br />

dubbio è una tua proprietà ma ho la facoltà e la potenza di non prendere il tuo dubbio in<br />

considerazione. Ma tu dici ancora: "Io considero individualista soltanto quell'uomo che ha saputo<br />

mettersi al di sopra, o al di fuori o al di sotto - (vedi quanto sei, non dico cattivo, ma insinuante in<br />

questo "al di sotto"?) - del livello comune alla collettività". E qui hai mille ragioni ed io sono<br />

perfettamente<br />

d'accordo con te. Con la differenza che non so che cosa ci sia che possa autorizzarti di dire a me certe<br />

cose. Credi tu dunque sul serio che io sia un "posatore"? Credi forse sul serio a quello che hai scritto al<br />

mio e all'altrui riguardo? Credi sul serio che gli individualisti scrivano e parlino così per il gusto senile di<br />

sentirsi chiamare pazzi, nevrastenici, menefreghisti, stoici e nichilisti, così per differenziarsi dagli altri<br />

uomini? No: tu non puoi crederci. Se così fosse io getterei via la penna per non risponderti più. Poiché<br />

io credo che non solo io della corrente individualista ma anche tu della corrente comunista avrai saputo<br />

metterti - nel limite delle tue forze - fuori del livello comune alla collettività perché a mio modo di


vedere non si può essere anarchici - non importa di quale tendenza - così per modo di dire: così per<br />

darsi una posa... Ma lasciamo dunque quest'argomento, che tu stesso riconoscerai molto scabroso e<br />

veniamo alle idee.<br />

Alle idee? No. Tu mi intralci ancora il cammino. Tu sei ancora qua a dirmi: "L'individualista deve avere il<br />

dono della originalità assoluta". E qui potrei dirti che il breve rilievo fatto dal compagno Gòzzoli mi<br />

avrebbe dispensato dal risponderti, ma all'altra tua troppo azzardata e poco ponderata affermazione<br />

che dice: "L'uomo per considerarsi individualista deve riuscire da solo a scavare un solco profondo ecc.<br />

ecc. per istupidire, inebetire, terrorizzare, estasiare, divertire, ecc. ecc. tutto un popolo intero", mi vien<br />

voglia di aggiungere qualche cosa anch'io. Perché l'individualismo concepito da te è quello del buon<br />

vecchio padre di Gesù che crea il tutto dal nulla e quello di Napoleone che apre un solco nel mondo e<br />

domina con imperio l'Europa. Ma l'individualismo che concepisco e che pratico io non è imperialistico<br />

ma anarchico, o mio caro Senigalliesi.<br />

Individualista è colui che attraverso le tempeste furenti della vita ed i turbinosi uragani del pensiero ha<br />

saputo sacrilega-mente svincolarsi dai vischiosi tentacoli di ogni dogmatico fantasma che l'umana<br />

superstizione ha partorito per poscia consacrarlo e far soggiacere sotto le sue zampe fangose la vera<br />

personalità sempre Unica in origine come nello sviluppo e nel fine. E quando l'Uomo è giunto all'eroica<br />

conquista della propria anima ed alla totale liberazione spirituale del proprio Io sente la gioia della<br />

Libertà e canta l'invulnerabilità dei suoi tesori e la signoria di se stesso perché nessun dio potrà più<br />

vincerlo né farlo inginocchiare. Lo so, il Senigalliesi mi obbietterà che l'uomo solo potrà,tìsicamente,<br />

essere vinto e schiacciato crudelmente nella battaglia impari; ma sta appunto qui il baratro<br />

magnificamente orrendo che pieno di fascino arcano e di tragica verità attrae la speciale psicologia<br />

individualista che vibra e palpita in un canto eroico di fede negatrice mirante alla tragica fatalità del<br />

Nulla e ritrova nel crimine l'affermazione selvaggia della propria libertà e della propria vita.<br />

Colui che nelle folle ricerca della verità ha trovato se stesso non si preoccupa più e più non si conturba<br />

innanzi alle leggi ed ai costumi del mondo esteriore che lo circonda. Il passato e l'avvenire non esistono<br />

più che come coreografiche rappresentazioni sulle quali sfilano i suoi ricordi ed i suoi sogni perché solo<br />

nel presente trova il teatro della sua fede nichilista e della sua origine iconoclastica. E quando il mondo<br />

esteriore abusando della sua forza mostruosa vuole costringerlo alla rinnegazione di se stesso egli<br />

risponde stoicamente "NO!" senza occuparsi se i suoi fratelli carogne rispondano pecorilmente "Sì"!".<br />

Poiché l'Individualista anarchico come lo intendo io non ha nulla da attendere. Né la rivoluzione sociale<br />

né il comunismo. Egli è già anarchico e come tale sente e vive la vita.Io mi ricordo – per citare un fatto<br />

pubblicamente fra i mille che non posso citare – che quando parecchi anni orsono il bieco militarismo<br />

italiano imperava terroristicamente affermando la sua triviale e perversa volontà sanguinaria sopra tutto<br />

un popolo idiota,pecorile e pezzente, che soffriva, piangeva ed ubbidiva senza un fremito forte d'audace<br />

rivolta io fui fra quelli che dissero "NO!" sfidando superbamente l'idiota Cadorna che stava emanando i<br />

suoi criminosi decreti di sterminio e di morte nonché l'idiota plebaglia che subiva ed applaudiva la<br />

guerra. E se la verde e profumata foresta strinse fra le sue fiorite braccia un BANDITO la fetida caserma<br />

e le abominate trincee non chiusero nelle loro bocche di fango il soldato. Mi sentivo già anarchico e non<br />

potevo attendere né la rivoluzione collettiva per ribellarmi, né il comunismo per ottenere la mia Libertà.<br />

E credi, caro Senigalliesi, che quando alle volte attraversavo le sterminate e verdi praterie della mia<br />

regione ospitale e guardavo - in primavera - tutta quella festa meravigliosa di fiori che si stendeva come<br />

un'amante ridente e profumata, lungo le sponde silenti dei fiumi solitari non sapevo concepire perché<br />

degli altri uomini potessero cercarmi con tanta incosciente e brutale ostinazione per darmi la morte.<br />

"Perché -mi domandavo- un fascio di queste rose fresche e selvatiche non dovrebbe bastare a<br />

disarmare l'incosciente collera di questi che vogliono uccidermi? Perché innanzi a tanta musica, a tanta<br />

poesia ed a tanta bellezza ogni nato di donna non dovrebbe abbracciare il suo simile fraternamente<br />

commosso?". E sotto questo tragico e disperato incubo il mio giovane capo si abbassava cupo e<br />

pensoso cercando - ma invano – una precisa risposta a questo eterno "Perché?".<br />

Ed allora il mio ribelle e vagabondo pensiero galoppava vertiginosamente verso le desolate foreste<br />

bibliche ove ebbe origine l'umana fratellanza di Caino e di Abele e amaramente pensavo che i cinque<br />

quinti dell'umanità non è altro che un avanzo osceno di barbarie, un assieme di fango e di vigliaccheria,<br />

di ipocrisia e di menzogna la cui sublimazione è stata, è e sarà assolutamente impossibile. E siccome<br />

sentivo echeggiare sul Trentino il rombo scrosciante del cannone omicida, pensavo che da Caino in poi<br />

solo il più forte ha ragione.E allora la mia mano, la mia mano di poeta e d'amante gettava nel torrente<br />

limpido del fiume le purpuree rose, come si gettano sul rogo della realtà i resti d'un sogno svanito, e<br />

correva al calcio freddo e lucente della mia Browning fedele. La vita è guerra. I più forti hanno ragione,<br />

ed io sono deciso a conservare e difendere la divina libertà del mio IO tragicamente. Peggio per i


deboli, per i servi e gli schiavi che altro non possono fare che sacrificare la loro impotente personalità in<br />

olocausto a dei biechi fantasmi, non importa se questi, invece di continuare a chiamarsi Dio, si<br />

chiamano Patria o Umanità, Avvenire o Ideale. E quando per affermare queste idee o queste cose si<br />

citano altri scrittori ed altri uomini che in parte hanno pensato le stesse cose, od hanno operato alla<br />

stesse maniera non si commette proprio nulla di strano, o mio caro Senigalliesi. Insegnami tu, se sei<br />

capace, un uomo, sia pure di quelli a cui pure tu concedi il diritto - (a che potrebbe servirmi un diritto<br />

che un altro mi nega o mi concede dal momento ch'io posseggo la forza sufficiente di farne senza di<br />

questo diritto esteriore? Se Senigalliesi mi concede il diritto di essere anche quello che non posso<br />

essere io non potrò mai esserlo lo stesso; se il Senigalliesi mi nega di essere quello che posso essere io<br />

lo sarò lo stesso) - di essere Unici, che per avvalorare o chiarire la loro tesi non abbiano citato. Tu dici<br />

che le mie idee sono talmente vecchie che puzzano di muffa ammuffita, e qui – a parte la<br />

valorizzazione più o meno insinuante, più o meno serena - hai santamente ragione, poiché le mie idee<br />

sono nate assieme al primo vagito dell'umano dolore ed al primo desiderio dell'umana felicità. Vale a<br />

dire che sono principiate con l'universo e finiranno con l'universo. Le mie idee sono eterne. Ripeto: sono<br />

eterne come è eterno il dolore, come è eterno il desiderio della felicità.<br />

E sono appunto assolute inquantochè sono eterne.Ma credo che queste cose non abbiano bisogno di<br />

altra dimostrazione perché tu possa comprenderle.<br />

Però, vedi, poiché tu dici - e fino ad un certo punto, se non nel lato estetico almeno nel lato etico, hai<br />

ragione - che la forma non conta, ciò che ha fatto male a te nel mio scritto in questione forse più che<br />

altro è proprio stata la forma...E che mi convince di tutto ciò è quel tuo furore verbale che si scatena<br />

impulsivamente laddove affermo essere degli eunuchi gli uomini del socialismo e degli anemici gli<br />

uomini del comunismo, perché tu, tentando di confutare queste mie affermazioni, apri due minuscole<br />

parentesi per domandarmi: tutti? E siccome io, quando dicevo gli eunuchi del socialismo e gli anemici<br />

del comunismo, non intendevo dire dei castrati sessuali i primi né anemici i secondi nel senso di anemia<br />

di sangue ch'è preludio di tisi polmonare, ma bensì eunuchi ed anemici del pensiero, rispondo. Sì, tutti!<br />

E spiegherò il perché.<br />

Perché per me anarchico individualista sono degli impotenti tutti coloro che hanno una mèta da<br />

raggiungere ed un altare su cui sacrificarsi. E se tu non hai bisogno ch'io mi dilunghi a dimostrarti che il<br />

socialismo è il sogno di chi ha sete di comandare e di dominare sia pure in modo diverso da quello del<br />

prete e della borghesia, avrai certamente bisogno ch'io ti spieghi, sia pur brevemente, il perché non<br />

sono comunista. Ed il perché è questo: che mentre il Comunismo, per giungere alla sua realizzazione,<br />

richiede a me individuo anche il sacrificio supremo, egli non intende affatto sacrificarsi per la<br />

realizzazione della mia Unicità. Tu dici: "Ma <strong>Novatore</strong> stesso deve pur confessare che fino a che vi<br />

saranno degli uomini vi sarà una società".<br />

Ma è proprio qui, e qui soltanto, caro Mario, l'abisso che ci separa. È qui che avviene l'urto<br />

irreconciliabile delle due anarchie. Qui dove lo spirito del comunista rimane ondeggiante e sospeso fra<br />

le antinomie barcollando tra la fatale necessità del comando ed il piagnucoloso lamento dell'oppresso,<br />

mentre lo spirito dell'individualista ha scelto decisamente l'eterna ribellione. È proprio perché la Società<br />

è eterna che eterna sarà la rivolta dell'IO anarchico che non vorrà mai riconoscere leggi e costumi,<br />

morali e religioni, siano pur queste nuove. Ed è per questo che nello stesso scritto da te e dagli altri<br />

due incriminato io affermavo ch'io mi dichiaro in guerra aperta, palese o nascosta, contro la Società:<br />

contro ogni Società! Ed aggiungevo che ogni forma di Società - ed appunto perché società - vorrà, per<br />

il suo bene, l'individuo umiliato.<br />

E continuavo: "Anche il Comunismo che - a quanto ci raccontano i suoi teorizzatori - è la forma di<br />

Società più umanamente perfetta, non potrà riconoscere in me che uno dei suoi membri più o meno<br />

attivo, più o meno stimato... ma io per il Comunismo non potrò mai valere per quanto sarò di me<br />

stesso, di intimamente mio, di Unico e perciò incomprensibile, di più misterioso ed enigmatico per la<br />

collettività è appunto il mio tesoro più prezioso, la mia intimità più profonda, il mio bene più caro,<br />

poiché io solo comprendo".Perciò quando dicevo che ho per principio soltanto la Vita e per fine la Morte<br />

e che voglio vivere intensamente per poter morire tragicamente non lo dicevo mica, miei egregi<br />

contradditori, per fare dell'estetismo letterario come mi diceva un mio amico socialista, ma per<br />

affermare un mio principio ben pensato e ben ponderato. E sono queste mie idee del mondo e della<br />

vita che mi gonfiano l'anima di gioia e di felicità. E se ho chiamato il Materialismo, il Positivismo, la<br />

Storia, ecc. ecc. ferri vecchi e rugginosi che a più nulla mi servono e più non mi riguardano -<br />

affermazione questa che ha fatto andare sulle furie il buon Camillo da Lodi - è proprio perché<br />

svincolandomi da ogni scuola sono diventato il signore di me stesso.<br />

Mi si diceva ad esempio: "La guerra fra le nazioni è una fatalità storica!". Ma io rispondo:


che me ne importa della Storia e della sua fatalità? Io mi ribello!<br />

Mi si dice: ma tu agendo così non sei positivista. Ma tu facendo così non sei materialista...Ma che può<br />

dunque importarmi del signor materialismo o del signor positivismo? Io sonoquel che sono!<br />

Dice Mario Senigalliesi: "Io sono per la rivoluzione perché odio questa Società che mi opprime fino a<br />

soffocarmi". E chi afferma il contrario? Ma il Senigalliesi aggiunge: "e sono comunista perché ritengo il<br />

comunismo una delle organizzazioni economiche migliori per arrivare al massimo de la libertà<br />

individuale raggiungibile".<br />

Ora domando io: qual è la massima libertà raggiungibile?<br />

Può l'individuo godere tutta la libertà nel comunismo?<br />

Può l'individuo essere più libero di quello che la sua forza di volontà e la sua capacità di<br />

potenza gli concedono?<br />

Crede Mario Senigalliesi, e con lui tutti i rivoluzionari che hanno un fine prestabilito, una mèta collettiva<br />

e sociale da raggiungere, che il problema economico sia la leva capace a risolvere tutti gli altri problemi<br />

della Vita individuale?<br />

Se sì, sarò loro tanto riconoscente non appena me l'avranno dimostrato: ma fino a che ciò non sia<br />

avvenuto ho ragione di continuare a credere che la massima libertà dell'uomo sta soltanto, non nel<br />

comunismo, ma nella sua capacità di essere libero.Perché, per me, Libertà nel senso attivo vuoi dire<br />

forza e possesso: nel senso negativo vuoi dire nulla, vuoto, morte. Io ho la capacità di liberarmi dalla<br />

Vita uccidendomi. Io ho la capacità di possedere la Vita vivendo.<br />

Ma mentre nella Morte trovo la liberazione assoluta della Vita, vivendo posseggo solo la Vita<br />

relativamente. Vale a dire: io non posso possedere la Vita che in relazione alla mia capacità di potenza.<br />

Io, in ogni forma di Società, compreso il comunismo, avrò solo quel tanto di Gloria, di amicizia e di<br />

amore che saprò conquistarmi. Se io avessi bisogno di dieci giovani amanti e avessi solo la capacità di<br />

conquistarne due, nessun comunismo me le potrebbe dare. Ma se io avessi la capacità di averne cento<br />

nessun comunismo me le potrà negare. E se egli cercherà di punirmi io mi ribellerò! E nella mia rivolta<br />

sarà l'anarchismo mentre nella sua punizione sarà l'autorità!<br />

L'Uomo, caro Senigalliesi, almeno quello sano, cerca la libertà di godere pazzamente le gioie della vita.<br />

Ma la gioia e la felicità stanno nel sapersi espandere ed affermare liberamente. Nel saper conquistare e<br />

possedere tutto ciò che fa grandi e felici. Ma il forte che ha la potenza di affermarsi nuoce sempre al più<br />

debole che questa potenza non ha.E la felicità del forte non potrà mai essere conquistata dai deboli per<br />

il semplicissimo fatto che la felicità del forte è appunto la Forza stessa.Una donna brutta e deforme non<br />

potrà mai gioire sotto le soavi carezze d'un amante appassionato. Ella non potrà comprendere mai le<br />

infinite gioie dell'amore. In nessuna forma di società io potrò godere dell'amicizia d'una persona a me<br />

cara se non posseggo capacità idonee a questa conquista.Tu devi comprendere, caro Senigalliesi, che il<br />

mondo del cieco è la tenebra, che il letto dellebbroso è all'ospedale, e che un maestoso tramonto<br />

commuove un pittore o un poeta mentre lascia indifferente un qualsiasi imbecille. Nessuna società può<br />

darmi ciò che bramo. E quanto più la Società è libera più io sarò schiavo.<br />

La vera libertà è un privilegio dei despoti che dominano e dei grandi ribelli che non sanno ubbidire. Ma<br />

gli uni e gli altri sono fuori della legge e della regola: sono fuori della mediocrità. Dunque tu lotta, o<br />

compagno Senigalliesi, contro questa schifosa e nefanda società monarchica e borghese, per restaurare<br />

la società comunista. Io lotto contro l'Ideale società per l'autonomia dell'uomo liberato. Che importa se<br />

domani tu sarai il conservatore del comunismo ed io il ribelle eterno?Presto i marosi scavalcheranno i<br />

ponti e stroncheranno le dighe sbattendoci entrambi sulle barricate. Tu combatterai per la realizzazione<br />

d'un sogno collettivo e sociale, io troverò nella battaglia il balsamo dell'immediata libertà di violenta<br />

espansione individuale.<br />

E canteremo insieme l'epico canto degli antichi Eroi. Forse nella lotta comune potremo scorgere qualche<br />

lato nuovo di questo eterno perché della Vita. La mia Negazione e la tua Fede si stringeranno<br />

nell'amplesso titanico della distruzione.<br />

Tu cadrai abbracciato al tuo utopistico sogno di redenzione collettiva e sociale ed io al crimine sacrilego<br />

della mia rinnegazione e della mia Libertà sanguinante.<br />

E forse la Morte farà splendere nelle nostre spente pupille i raggi folgoreggianti ed<br />

immortali del medesimo Sole!


LE MIE SENTENZE (DAL TACCUINO DEI MIEI PENSIERI ULTIMI)<br />

(Iconoclasta!,Pistoia,n12,15 ottobre 1920)


DIO – Parto di fantasie malate. Abitatore di cervelli senili e impotenti. Compagno e confortatore di<br />

spiriti rancidi nati alla schiavitù. Cocaina per isterici. Pillola per menti stitiche chiuse al sapere. Marxismo<br />

per cuori rammolliti.<br />

UMANITA’ – Parola astratta con senso negativo, gonfia di forza e priva di verità. Maschera oscena<br />

appiccicata sul viso turpe e laido di volgarissimi furbi per dominare il volgo grossolanamente<br />

sentimentale degli idioti e degli imbecilli.<br />

PATRIA – Ergastolo intellettuale per semi-intelligenti, stalla dell’imbecillità, Circe che tramuta in cani e<br />

porci i suoi adoratori.Bagascia dei suoi padroni e ruffiana dello straniero. Mangiatrice dei suoi figli,<br />

calunniatrice dei suoi padri e schernitrice dei suoi eroi.<br />

FAMIGLIA – Rinnegazione dell’Amore, della Vita e della Libertà.<br />

SOCIALISMO – Disciplina, disciplina: Ubbidienza, ubbidienza: schiavitù ed ignoranza gravida di Autorità.<br />

Il socialismo è un corpo borghese contenente una volgarissima animaccia cristiana.È un impasto di<br />

feticismo di settarismo e di vigliaccheria.<br />

ORGANIZZAZIONE, CAMERE, SINDACATI – Chiese per impotenti. Monte di pietà per pidocchi e stracci.<br />

Molti vi sono affiliati per vivere parassitariamente alle spalle dei loro gonzi compagni tesserati. Parecchi<br />

per fare la spia. Qualcuno, i più sinceri e credetemi – poveri ingenui! – per andarsene in galera ad<br />

espiare la vergognosa vigliaccheria di tutti. Il grosso della massa per pagare, sbadigliare ed attendere.<br />

SOLIDARIETA’ – È il macabro altare sul quale i commedianti di ogni risma salgono a mettere in<br />

evidenza le loro qualità sacerdotali e a recitare abilmente la loro messa. È qualche cosa che il<br />

beneficiato non paga mai meno del cento per cento in pù della vergognosa umiliazione.<br />

AMICIZIA – Fortunato colui che ha potuto bere a questo calice senza sentirsi lo spirito offeso e l’anima<br />

avvelenata. Se uno di questi uomini esistesse lo pregherei caldamente a volermi inviare la sua<br />

fotografia. Sarei quasi certo di vedermi giungere la faccia di un idiota.<br />

AMORE – Frode della carne a danno dello spirito. Malattia d’anima, atrofizzazione del cervello,<br />

sdilingumento del cuore, corruzione dei sensi, menzogna poetica in cui mi ubriaco due o tre volte<br />

giorno, ferocemente, per poter consumare più presto questa mia cara e pur così stupida vita. E poi, in<br />

fondo, preferisco essere ucciso dall’Amore. È l’unico farabutto – dopo Giuda – che sappia uccidere<br />

ancora con dei baci.<br />

UOMO – Un sudicio impasto di schiavitù e di tirannia, di feticismo e di paura, di vanità e di ignoranza.<br />

La più grande offesa che si possa dare ad un asino è quella di chiamarlo uomo.<br />

DONNA – La più brutale di tutte le bestie schiave. La più grande vittima che striscia sulla terra. Ma la<br />

più colpevole – dopo l’uomo e il cane – meritevole di tutti i suoi guai. Sarei davvero curioso di sapere<br />

cosa pensano di me quando le bacio…O ciniche prostitute, o espropriatici audaci, ergetevi sopra la<br />

putredine ove il mondo sta immerso e fatelo impallidire sotto la luce perversa dei vostri grandi occhi<br />

profondi.<br />

Voi siete il sole più bello che oggi il sole bacia. Voi siete di un’altra razza. E l’anima vostra è un canto,<br />

un sogno la vostra vita.<br />

Scardinate il mondo o libere prostitute, o espropriatici audaci.<br />

Io canterò per voi. Il resto è fango!


IL TEMPERAMENTO ANARCHICO NEL VORTICE DEL<strong>LA</strong> STORIA<br />

(Il Libertario,La Spezia,a.XVIII,n793,8 dicembre 1920)


Nell’anarchismo – in fatto di vita praticamente e materialmente vissuta – vi sono, al di sopra dei due<br />

diversi concetti filosofici, comunistico e individualistico, che lo dividono nel campo teorico, due istinti<br />

spirituali e fisici i quali servono a distinguere due temperamenti di proprietà comune a tutte e due le<br />

tendenze teoriche e filosofiche. Pur figli entrambi della stessa sofferenza sociale, abbiamo due istinti<br />

diversi che ci danno due diverse sofferenze di origine edonistica.<br />

Vi sono quelli che soffrono – direbbe Nietzsche – per esuberanza di vita (comunisti e individualisti) e vi<br />

sono quelli che soffrono d’impoverimento della vita. A questi ultimi appartengono quei comunisti e<br />

quegli individualisti amanti della quiete e della pace, del silenzio e della solitudine. Ai primi<br />

appartengono quei comunisti e quegli individualisti che sentono l’io interiore come un possente fremito<br />

dionisiaco traboccante di potenza, e la vita come una manifestazione eroica di forza e di volontà. Sono<br />

coloro che hanno il bisogno istintivo ed irresistibile di gettare la fiamma del loro “io” contro le muraglie<br />

del mondo esteriore per scardinare e vivere la tragedia. Noi siamo di questi!Nell’anarchismo ci siamo –<br />

prima di tutto – per istinto di origine e per passionalità sentimentale. Le nostre idee altro non sono che<br />

ardimentose e luminose creature nate dal monistico amplesso primitivo con la teorica ragione negatrice.<br />

Oggi la storia dell’umanità è giunta a uno – forse il più grandioso – di quei suoi tanti vortici ove l’anima<br />

dell’uomo è chiamata a rinnovarsi radicalmente sulle rovine magnificamente orrende del fuoco e del<br />

sangue, della catastrofe e della distruzione, o cristallizzarsi vigliaccamente nel decrepito e cadaverico<br />

concetto di vita che ci ha dettato e imposto l’anacronistica società borghese.<br />

Se un forte pugno di ribelli, di superiori e di eroi, saprà balzare fuori dalle due correnti dell’anarchismo<br />

sofferente di esuberanza vitale per stringersi intorno al nero labaro della rivolta, appiccando il fuoco a<br />

tutte le nazioni d’Europa, il vecchio mondo cadrà perché intorno all’Eroe tutto deve fatalmente<br />

tramutarsi in tragedia; e solo nella tragedia nascono gli spiriti rinnovatori che sanno sentire, più<br />

nobilmente e più altamente, la canzone festante della loro libera vita.<br />

Se questo pugno di audaci non balzerà fuori dall’ombra per gettare sulla laida faccia della società<br />

borghese il nero guanto di sfida e di rivolta, i rettili della demagogia politicantesca e tutti i saltimbanchi<br />

speculatori ed ipocriti dell’umano dolore rimarranno essi i padroni del campo e sul tragico sole rosso<br />

che cerca illuminare l’oscuro vortice della cupa storia che passa, getteranno l’oscena maschera di biacca<br />

portata sul libero orizzonte dell’umano pensiero da quel debosciato arlecchino che nomasi “Marx” e<br />

tutto finirà in una commedia turpe e grottesca innanzi alla quale ogni anarchico dovrebbe suicidarsi per<br />

dignità e per vergogna.<br />

Per quella parte di anarchici italiani che soffrono di esuberanza vitale; per quella parte di anarchici<br />

italiani – individualisti e comunisti – per i quali la lotta, il pericolo e la tragedia è un loro bisogno di<br />

spirito e di materia, è giunta l’ora!<br />

L’ora d’imporsi e di dominare. La vera libertà e il vero diritto dell’uomo stanno soltanto nella sua<br />

capacità di VOLERE!<br />

Il diritto e la libertà sono la Forza!<br />

Ciò che per gli altri è doloroso sacrificio per noi deve essere dono e gioioso olocausto.Bisogna gettarsi<br />

sull’onda del tempo passato, calcare la groppa dei secoli, risalire virilmente la Storia per ribere alle<br />

vergini sorgenti dalle quali sgorga ancora, caldo e fumante, il sangue dei primi e liberi sacrifici umani.<br />

Bisogna rientrare, nudi e scalzi, fra le vive pietre della mitica selva leggendaria e nutrirsi, come i nostri<br />

padri lontani, di midolle leonine e di selvaggia natura. Solo così – al pari di Maria Vesta – potremmo dire<br />

al primo Eroe che seppe stoicamente e serenamente offrire le sua carni alle fiamme rosse d’un lugubre<br />

e crepitante rogo nemico:Ora anche noi, come te, possiamo cantare nei supplizi.<br />

La Vita che la società ci offre non è una vita piena, libera e festante. È una vita stroncata,mutilata e<br />

umiliante.<br />

Noi dobbiamo rifiutarla.<br />

Se non abbiamo la forza e la capacità di strappare violentemente dalle sue mani questa vita alta e<br />

rigogliosa da noi possentemente sentita, gettiamo questa larva sul tragico altare del sacrificio e della<br />

rinunzia finale.<br />

Almeno potremo mettere una corona eroica di bellezza sul volto sanguinante dell’arte che illumina e<br />

crea. Meglio salire sulle fiamme di un rogo e cadere con il cranio spezzato sotto la raffica di un<br />

incosciente picchetto di esecuzione che accettare questa larva d’ironica vita, che della vita non è altro<br />

che bieca parodia.<br />

Basta o amici con la viltà. Basta o compagni con la ingenua illusione dell’ “atto generoso del folle”.<br />

Basta.<br />

La folla è strame che il socialismo ha messo a marcire nella stalla della borghesia. Errico Malatesta,


Pasquale Binazzi, Dante Carnesecchi e le altre migliaia di oscuri che marciscono in quelle bolgie<br />

miasmatiche e micidiali che sono le carceri della monarchia dei Savoia e che i medagliettati del P.S.I.<br />

(Partito Socialista Italiano) hanno domandato al porcile di Montecitorio il mezzo per costruirne ancora<br />

delle più vaste, dovrebbero essere per noi tanti spettrali rimorsi, camminanti sotto forme paurose, fra i<br />

meandri incerti della dubbiosa anima nostra; dovrebbero essere tante calde vampate di sangue che ci<br />

fugge dal cuore per salirci vertiginosamente sopra le linee del volto e coprircelo di fosca vergogna.Io so,<br />

noi sappiamo, che cento UOMINI – degni di questo nome – potrebbero fare quello che cinquecentomila<br />

“organizzati” incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.Non vedete voi, o amici, l’ombra di<br />

Bruno Filippi che sogghigna e ci guarda?Che non ci siano più dunque CENTO ANARCHICI in Italia degni<br />

di questo nome? Non ci sono più di cento “IO” capaci di camminare con piedi di fiamma sul culmine<br />

vorticoso delle nostre idee? Errico Malatesta e tutte le altre migliaia di caduti fra le mani del nemico nei<br />

primi preludi di questa tempesta sociale, attendono con nobile e febbrile ansia la folgore che schianta il<br />

crollante edificio, che rischiara la storia, che rialza i valori della vita, che illumina il cammino dell’uomo…<br />

Ma la folgore luminosa e fatale non può irrompere dal cuore delle masse.Le masse che sembravano le<br />

adoratrici di Malatesta sono vili e impotenti.<br />

Il governo e la borghesia lo sanno…Lo sanno e sogghignano.<br />

Pensano: “Il P.S.I. è con noi. È la pedina indispensabile per la bieca riuscita del nostro giuoco malvagio.<br />

È l’Abracadabra che trova forma nella voce Abracas ed Abra della nostra magica e millenaria<br />

stregoneria. Le masse imbelli sono le sue schiave ed Errico Malatesta è vecchio ed ammalato. Lo<br />

faremo morire nel segreto buio di una umida cella e poscia ne getteremo il cadavere sulla faccia dei<br />

suoi compagni anarchici…”.<br />

Sì, così pensano governo e borghesia nel segreto della loro anima idiota e malvagia.<br />

Vorremmo noi sopportare con indifferenza questa ignobile sfida? Vorremmo noi sopportare in silenzio<br />

questo insulto sanguinoso e brutale? Saremo noi tanto vili?Io mi auguro che questi miei tre giganteschi<br />

punti interrogativi, così solenni e terribili,<br />

trovino nelle file dell’anarchismo una virile risposta che dica: NO! con un terribile rimbombo più terribile<br />

ancora…<br />

È dalle cime in fiamme del luminoso vertice che devono scaturire le folgori liberatrici.Il forte<br />

VEGLIARDO attende. Eroici compagni: A NOI!Il cadavere d’un vecchio agitatore costa sempre più della<br />

vita di mille malvagi imbecilli.<br />

Fratelli ricordatelo.<br />

Facciamo che non cada su di noi la più profonda di tutte le umane vergogne.


NEL REGNO DEI FANTASMI<br />

Scritto con pseud.Brunetta l'Incendiaria(Su Vertice,Arcola,21,aprile 1921)


Non esisteva che la Bellezza e la Forza<br />

ma i bruti e i deboli inventarono, per equilibrarsi,<br />

la Giustizia.<br />

Raffaele Valente<br />

Lo credevo un sogno pauroso ed invece è una realtà sanguinante. Sono assediato e compresso entro<br />

un duplice cerchio di ossessi e di pazzi.<br />

Il mondo è una pestifera chiesa laida e melmosa ove tutti hanno un idolo da feticisticamente adorare ed<br />

un altare su cui sacrificarsi. Anche coloro che accesero il rogo iconoclastico per ardere la croce sulla<br />

quale l’uomo-dio stava inchiodato, non hanno compreso ancora né il grido della vita e né l’urlo della<br />

Libertà. Dopo che Gesù Cristo, dal fondo della sua leggenda, sputò sulla faccia dell’uomo il più<br />

sanguinoso oltraggio incitandolo a rinnegarsi per avvicinarsi a dio, venne la Rivoluzione Francese la<br />

quale – feroce ironia – fece lo stessissimo appello proclamando i “diritti dell’uomo”.<br />

Con Cristo e la Rivoluzione Francese l’uomo è imperfetto.<br />

La croce di Cristo simboleggia la POSSIBILITA’ a diventare UOMO, i “diritti dell’uomo” simboleggiano la<br />

stessissima cosa.<br />

Per raggiungere la perfezione bisogna divinizzarsi per il primo, umanizzarsi per la seconda.Ma l’uno e<br />

l’altra sono d’accordo nel proclamare l’imperfezione dell’uomo-individuo, del’Io reale,affermando che<br />

solo attraverso la realizzazione dell’ideale, l’uomo può assurgere alle magiche vette della perfezione.<br />

Cristo ti dice: se tu salirai pazientemente il desolato calvario per poscia farti inchiodare sulla croce,<br />

diventando l’immagine di ME che sono l’uomo-dio, tu sarai la perfetta creatura umana degna di sedere<br />

alla destra di mio padre che è nel regno dei cieli.<br />

E la Rivoluzione francese ti dice: Io ho proclamato i diritti dell’uomo. Se tu entrerai devotamente nel<br />

chiostro simbolico della umana giustizia sociale per sublimarti e umanizzarti attraverso i canoni morali<br />

della vita sociale, tu sarai un cittadino e ti darò i tuoi diritti proclamandoti uomo. Ma chi osasse gettare<br />

alle fiamme la croce ove appeso sta l’uomo-dio e le tavole ove stanno biecamente incisi i diritti<br />

dell’uomo per poi poggiare sul vergine e granitico masso della libera forza, l’asse epicentrico della<br />

propria vita, sarebbe un empio e un malvagio contro il quale si volgerebbero le sanguinose fauci dei<br />

due sinistri fantasmi: il divino e l’umano.<br />

A destra le fiamme solforiche e sempiterne dell’inferno che punisce il PECCATO, a sinistra il sordo<br />

scricchiolio della ghigliottina che condanna il DELITTO.La fredda e disanimata vigliaccheria della paura<br />

umana, germinata dalla teorizzazione d’un sentimento mistico e malato, è finalmente riuscita a trionfare<br />

sulla sana e primitiva INGIUSTIZIA istintiva e animata che era solo Forza e Bellezza, Giovinezza e<br />

Ardimento. Il progresso (?) e la civiltà (?), la religione (?) e l’ideale (?), hanno chiuso la vita in un<br />

cerchio mortale ove i fantasmi più biechi hanno eretto il loro viscido regno.<br />

È ora di finirla! Bisogna spezzare violentemente il cerchio ed uscire. Se le chimere delle leggende divine<br />

hanno influenzato terribilmente la storia umana e se la storia umana vuole la mutilazione dell’uomo<br />

istintivo-reale per seguire il suo corso: noi ci ribelliamo! Non è nostra colpa se dalle simboliche piaghe<br />

di Cristo sono sprizzate delle purulente gocce di materia sul rosso disco dell’umanità, per proi generare<br />

su questa l’infettante marciume civile che proclamò i diritti dell’uomo. Se gli uomini vogliono marcire<br />

nelle sistematiche caverne della putrefazione sociale si accomodino pure. Non saremo noi a liberarli! Ma<br />

noi amiamo il Sole e vogliamo contorcerci liberamente nello spasimo del suo caldo e violentissimo<br />

bacio.<br />

Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare.<br />

Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo<br />

dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto.Poi viene il Genio che devo glorificare<br />

e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il<br />

materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono<br />

darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su<br />

cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.<br />

Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati<br />

ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei<br />

grandi destini…Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla<br />

pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno


potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa<br />

avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia<br />

affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.Ma io sono quel che<br />

sono, non importa cosa.E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la<br />

mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale,<br />

qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?<br />

Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto<br />

rimbomba!


IL SOGNO DEL<strong>LA</strong> <strong>MIA</strong> ADOLESCENZA<br />

Scritto con pseud.Sibilla Vane (Vertice,Arcola,21 aprile 1921)


Che la saggezza dei putrefatti imbelli non sogghigni e né si scandalizzi l’idiota castità delle signorine per<br />

bene.<br />

Io sono un’adolescente precoce che dopo lungo viaggio compiuto attraverso i labirinti fosforescenti<br />

delle più paurose profondità risalgo sul vertice per cantare nel sole la sacrilega e superba canzone della<br />

mia ancor giovane e pur così libera vita.Qualcuno mi ha detto: “Tu sarai donna, poi sposa, poi<br />

madre!...”<br />

Io ho risposto, con una domanda, così: Che cosa vuol dire donna, sposa e madre? Non dirò qui che<br />

cosa mi fu risposto; solo so che a pensarci rido, sì, rido ancora. L’Amore inteso come una missione!? La<br />

donna sposa e madre? No, no, no! Io non sarò sposa, io non sarò madre! La mia rivolta non si può<br />

fermare meta e né prendere cantonate. La mia rivolta – oltre alla famiglia – lancia pure i suoi dardi<br />

contro la natura. Io non voglio essere sposa, io non voglio essere madre. No, no, no!<br />

* * *<br />

Ieri sera mi sono spogliata nuda innanzi allo specchio e mi sono lungamente guardata. Ho veduto il mio<br />

corpo di carne avvolto in un’ombra di luce che aveva dei piccoli fremiti. Non so bene il perché ma mi<br />

sono adorata…<br />

Le turgide mammelle mi si ergevano superbe sul seno, tesoro di lattea bianchezza. Il mio ventre liscio e<br />

tondo mi dava l’impressione di essere un qualche cosa di modellato sull’avorio più fine dalla mano<br />

miracolosa di una artista divino. Avevo le bionde anella delle chiome discinte nella curva rotondità delle<br />

spalle e gli occhi dalle umide palpebre lievemente cerchiati di violetta e di nero. La peluria coronante la<br />

bassa concavità del mio ventre, mi parve un’ala d’oro sul dorso sacro degli angeli del cielo. La mia<br />

bocca rossa mi sembrava una melograna matura, aperta alle bionde carezze del sole.<br />

Mi sono avvicinata allo specchio ed ho baciato con voluttà le mie labbra riflesse…<br />

Non so se ho mai desiderato qualcosa con più intensità nella vita quando ieri sera ho desiderato di<br />

essere un uomo io stessa per rovesciare sul letto quel bianco corpo di vergine che il mistero nel terso<br />

specchio mostravami.<br />

Ma l’idea dell’amplesso mi generò un’altra idea. Ogni causa ha un effetto…<br />

Mi sdraia supina sul letto. Mi martellavano le tempie. Il sangue mi scoppiava nelle vene.<br />

Forse ho delirato…<br />

So che avevo gli occhi chiusi e non vedevo che tenebra. Ma fra al tenebra ho veduto un altro specchio.<br />

Quello dell’immaginazione che mostrava la realtà. Mi sono guardata. Ho veduto il mio bel ventre tondo<br />

e smaltato spaventosamente rigonfio, con nel centro una riga simmetrica d’un colore nero-giallo, che mi<br />

ha dato la viscida impressione di una piccola biscia distesa sopra un sacco ripieno di grossa erba<br />

appassita.<br />

Poi anche le mie mammelle bianche e superbe le ho vedute infloscite ed avvizzite…Ero madre!<br />

Un odioso marmocchio succhiava avidamente il mio sangue, sciupava la mia giovinezza,distruggeva<br />

spietatamente la mia divina bellezza che avrei voluta immortale.Il desiderio di ieri sera è passato, ma<br />

l’incubo è rimasto.<br />

Madre…Che cosa vuol dire tutto ciò? Dare figli alla specie, altri schiavi alla società, altriderelitti al<br />

dolore…<br />

…Madre…Sposa…<br />

Sono dunque queste le mete dell’Amore?<br />

Ah, vecchie stregonerie della morale, vecchie menzogne di questa vecchia umanità.<br />

No, io non sarò mai sposa di nessuno, io non darò nessun figlio alla specie. Mai!<br />

La vita è dolore, l’umanità è menzogna. Chi accetta di perpetuare la specie è un nemico della bellezza<br />

pura.<br />

L’umanità è una razza che deve SCOMPARIRE!<br />

L’Individualismo deve uccidere la società, il piacere deve strangolare il dolore. Che il pianto e il dolore<br />

muoiano affogati in un’orgia finale di gioia. Datevi alla pazza gioia del vivere voi che mate la vita, voi<br />

che mate la fine…<br />

Che deve importare l’avvenire? Che può importarvi la specie?<br />

Orsù voi che vi siete scoperti, facciamo del mondo una festa e della vita un’orgia crepuscolare d’amore.<br />

Per coloro che vengono dagli abissi della sociale menzogna ove stanno abbarbicate le radici dell’umano<br />

dolore, la gioia deve essere un fine ed il fine la meta suprema.<br />

Io non voglio avere un figlio che sciupi la mia bellezza, che avvizzisca la mia giovinezza.


Io non voglio una famiglia che costringa la mia libertà: io non voglio un marito insipido,geloso e brutale,<br />

che, in ricompensa di un tozzo di pane, impedisca all’anima mia i lirici voli attraverso le più divine e<br />

peccaminose follie della lussuria e delle voluttà che alla carne danno i molteplici amori.<br />

Io non amo i mariti e forse neppure gli amanti.<br />

Io amo il piacere e l’amore.<br />

Ma l’amore è un fiore che germina sulle bocche degli uomini.<br />

Quando io mi avvicinerò alla loro bocca per cogliere il fiore perverso dell’Amore, solo lo farò per l’amore<br />

mio.<br />

Amare gli altri è sempre superfluo e qualche vota è stolto.<br />

Basta amare se stessi. Basta sapersi amare. Ed io mi saprò amare tanto, tanto!<br />

Mi amerò nuda innanzi allo specchio nella sera, mi adorerò nuda nella vasca da bagno nel mattino, mi<br />

inebrierò nuda fra le braccia degli amanti.<br />

L’umanità cammina sulle vie del dolore per perpetuarsi, io m’incammino sulle vie del piacere perché<br />

cerco la fine.<br />

* * *<br />

Io camino verso l’oriente, io cammino verso l’occidente. Io voglio camminare per le vie del mondo per<br />

cogliere i fiori dell’amore, della gioia e della libertà.<br />

Amo le calze di seta nera e color carne. Mutande di seta bianca e seta rosa. Scarpe di caucciù e stoffe<br />

raffinate. Bagno d’acqua acetosa e di colonia, profumo di Cotty e fasci di rose.<br />

Io voglio camminare per le vie del mondo per cogliere i fiori dell’amore, della gioia e della libertà.<br />

Stroncherò le fronde dei tigli, coglierò bombole di ortensia, grappoli di glicine e fiori di oleandri per<br />

preparare al mio amore letti profumati.<br />

E sarò l’amante dei vagabondi e dei ladri. E sarò l’ideale dei poeti.<br />

Perché io non voglio dare nulla alla patria, alla specie ed all’umanità.<br />

Io voglio ubriacarmi alla sorgente del piacere, della lussuria e della voluttà. Io voglio ardermi tutta sul<br />

rogo dell’amore.<br />

Non voglio essere madre, non voglio essere sposa. No, no, no!<br />

Letti profumati, baci di amanti e musica di pazzi violini. Danze e canzoni.<br />

Lo so. Mi chiamerete pazza e perversa. Mi chiamerete p…<br />

Ma son vecchi nomi impotenti che non mi commuovono più.<br />

Sono l’adolescente precoce, che dopo aver vagato nei più paurosi abissi della profondità,<br />

rimbalzo sul vertice per cantare nel sole la sacrilega canzone della mia libera vita.<br />

Vita di bellezza e di forza, vita di arte e di amore, sorgente del peccato divino, zampillanti nell’oasi sacra<br />

della voluttà.<br />

Basta ora con le epilettiche frenesie dello spirito.<br />

Nulla di più del mio giovane corpo appartiene alla pagana bellezza.<br />

O amore involami…


BAL<strong>LA</strong>TA CREPUSCO<strong>LA</strong>RE<br />

PRELUDIO SINFONICO DI “DINAMITE”


Questa è l’ora dei miei foschi pensieri.<br />

Il mio Demonio dorme.<br />

Dorme nel crepuscolo cupo.<br />

di quest’anima mia<br />

il rosso Demonio<br />

della mia infernale allegria.<br />

Fumo…<br />

Fumo disperatamente,<br />

intensamente. Sempre!<br />

Sempre! Sempre! Sempre!<br />

Vorrei pensare, scrivere, cantare…<br />

Ma il mio Demonio dorme.<br />

Dorme nel crepuscolo cupo<br />

di quest’anima mia<br />

il rosso Demonio<br />

della mia infernale allegria.<br />

E i pensieri non vengono…<br />

Il riso e la maledizione neppure!<br />

È questa la mia ora nera<br />

di melanconia nera!<br />

*<br />

Guardo, distrattamente, la mia sigaretta.<br />

Esile, pallida e calda<br />

Come un’amante malata.<br />

La vedo consumarsi lentissimamente<br />

come la mia vita e i miei sogni:<br />

come la vita e i sogni di tutti i miei fratelli.<br />

La cenere cadde a terra e si disperse. Così!<br />

Il fumo s’innalza, denso e grigio, nell’aria<br />

e si disperse pure. Così.<br />

A me non rimane<br />

che un po’ di nicotina gialla sulle labbra amare. Così.<br />

*<br />

Il mio Demonio dorme.<br />

Dorme nel crepuscolo cupo<br />

di quest’anima mia<br />

il rosso Demonio<br />

della mia infernale allegria.<br />

Guardo il Sole!<br />

Lo vedo tramontare fra i gorghi biondi<br />

d’un bel mare d’oro.<br />

D’oro e di sangue…<br />

Ma il mio cuore è morso.<br />

Morso da un freddo pianto<br />

senza speranze e lacrime,<br />

senza odio e senza amore.<br />

Oh, potessi almeno piangere…<br />

potessi almeno imprecare…<br />

Ma, no!<br />

No! no! no!<br />

*<br />

Chi?<br />

Chi mai dunque mi ha fatto tanto male?<br />

Chi è il malefico artefice<br />

di questo mio soffrire?<br />

Ahi madre…madre mia…<br />

Se ancora avessi la forza<br />

di poterti almeno maledire…<br />

Ma, no!<br />

No! No! No!


Eppure sei tu – solo tu! –<br />

Che mi hai dato la vita,<br />

che mi hai dato il dolore,<br />

che mi hai dato il Male!<br />

Ma dimmi:<br />

Credevi tu forse nella gioia di vivere?<br />

Sono dunque il figlio d’un tal sogno grottesco?<br />

O pure sono un volgarissimo figlio<br />

della comune incoscienza?<br />

Ma perché dunque, o madre,<br />

non avesti<br />

– quel giorno –<br />

L’ispirazione eroica di battere<br />

VIOLENTEMENTE<br />

il tuo gonfio ventre<br />

sopra una dura pietra. Così!<br />

Perché io non avrei voluto vederlo<br />

Il Sole.<br />

Perché io non l’avrei voluta<br />

Questa miserabile vita.<br />

Perché io soffro tanto, così…<br />

O madre, piangi?<br />

E perché?<br />

Senti forse il rimorso<br />

di avermi creato?<br />

Immagini forse il male<br />

che mi travaglia e mi spezza<br />

terribilmente così?<br />

Oh, avessi almeno la forza<br />

Di poterti maledire…<br />

Ma, no!<br />

No! No! No!<br />

Sono troppo vile!<br />

*<br />

Il fiume scorre e canta…<br />

(il bel fiume tranquillo e ridente)<br />

Scorre sul suo fine letto<br />

Di molle arena<br />

e le sue bianche schiume<br />

son trapunte d’oro.<br />

La scogliera titanica<br />

lava i suoi granitici fianchi<br />

nelle acque tue terse<br />

– o fiume solitario –<br />

e seduto ai tuoi margini<br />

Io<br />

guardo le foglie verdi<br />

che, ricamate d’ombra e di luce,<br />

il vento accarezza. Così!<br />

Guardo. Penso e ricordo…<br />

Ma la mia anima è cupa<br />

e, tutto intorno a me,<br />

piange la sera. Nera.<br />

Io non amo più.<br />

Io più non credo!<br />

*<br />

Chi?<br />

Chi mai dunque mi ha fatto tanto male?<br />

Le donne e l’amore?<br />

Gli uomini e l’amicizia?


La società e la sua legge?<br />

L’umanità e la sua fede?<br />

Forse tutti!<br />

Forse nessuno!<br />

Non so…<br />

Mi sento tanto male…<br />

Tanto! Tanto! Tanto!<br />

Qui…nell’anima!<br />

*<br />

Il mio Demonio dorme.<br />

Dorme nel crepuscolo cupo<br />

di quest’anima mia<br />

Quanto sono triste…<br />

Triste e melanconico.<br />

*<br />

Vorrei dei nuovi amici.<br />

Dei veri nuovi amici.<br />

Ho bisogno di confidare<br />

(a qualcuno)<br />

le mie nere malinconie.<br />

Ma non ho amici<br />

Sono solo!<br />

Solo con le mie<br />

MALINCONIE<br />

Solo con il mio Destino.<br />

Solo, solo così!<br />

*<br />

Il mio Demonio dorme.<br />

Il mio cervello è attraversato<br />

da un Ricordo.<br />

Ricordo d’un sogno.<br />

Sogno di giovinezza:<br />

“Uomini forti e felici,<br />

abbracciati, intrecciati<br />

a nudi corpi di donne<br />

belle, gioiose e felici,<br />

festeggiate e glorificate<br />

da bambini innocenti e felici.<br />

Poi:<br />

Fiori e sole.<br />

Musiche e danze.<br />

Stelle e poesie.<br />

Canzoni e amore”.<br />

*<br />

Il mio Demonio dorme.<br />

Il mio cervello è attraversato<br />

Dai bagliori giallognoli<br />

neri e verdastri<br />

della turpe realtà!<br />

Della realtà che passa…<br />

“Un impasto di bruti e di brute.<br />

Un insieme di ipocrisia e d’ignoranza.<br />

Una miscela di viltà e di menzogna.<br />

Un tutto di sterco e di fango”.<br />

Ah, no!<br />

No! No! No!<br />

Io soffro tanto!<br />

Tanto! Tanto! Tanto!<br />

*


Il sole è tramontato.<br />

(il bel sole d’oro)<br />

Gli Angeli della sera<br />

sono agonizzanti…<br />

Le foglie verdi sono teschi di morte,<br />

freddi, sghignazzanti…<br />

Il fiume (il bel fiume terso)<br />

è ora un serpente nero<br />

paurosamente disteso<br />

fra i massi della scogliera.<br />

Tomba lugubre e muta.<br />

Tomba lugubre e nera.<br />

*<br />

La mia sigaretta s’è spenta…<br />

(la mia sigaretta pallida e calda<br />

come un’amante malata)<br />

La cenere s’è dispersa.<br />

Il fumo pure.<br />

A me non è rimasta che un poco<br />

di nicotina gialla<br />

sulle labbra amare:<br />

come della vita e dei sogni. Così!<br />

*<br />

Entro il crepuscolo cupo<br />

Dell’anima mia<br />

il mio rosso Demonio si desta.<br />

Sento come un rivoletto di sangue amaro<br />

scorrermi sulle labbra amare…<br />

Ho un tragico presentimento…<br />

Che avverrà nella notte?<br />

Ma…le stelle<br />

– le care stelle –<br />

vedranno<br />

Oh, se potessi ancora una volta<br />

ridere e maledire soltanto…<br />

Ma vedo un lampo sinistro (un rogo?)<br />

Brillare nell’oscurità della notte.<br />

Dovrò COLPIRE!<br />

Lo sento…<br />

Lo sento! Lo sento! Lo sento!<br />

Io sono un astro che volge<br />

verso un tramonto tragico.


AL<strong>LA</strong> CONQUISTA DI NOVELLE AURORE<br />

(da,”Il Libertario”,La Spezia,a.XV,17 marzo 1917)


Sull'albero dell'avvenire noi edifichiamo<br />

il nostro nido;le aquile rechino a noi il<br />

cibo nel loro becco adunco.<br />

In verità non un cibo che possiamo gustare<br />

anche gli impuri!<br />

Essi crederebbero di mangiare fuoco e si<br />

brucerebbero la bocca.<br />

Nietzche<br />

Quando le dita dorate dell'Aurora si avanzano sullo smaltato orizzonte,intrecciate con quelle inargentate dell'Alba,per<br />

togliere dalla faccia madreperlacea del nuovo giorno il velo bruno e funereo della notte,io fremo!<br />

Io fremo attendento il Meriggio!<br />

L'ora meridiana fa risuonare negli abissi dell'animo mio delle marce scroscianti di musiche dionisiache!<br />

“Oh,ora meridiana,ora meridiana affrettati!Fa ch'io veda danzare intorno al tuo fianco uomini di luce!Io vedo pure me<br />

stesso in questi amici miei!”<br />

Questa è la sola preghiera ch'io recito al mattino.<br />

Ma,ahimè!Quando l'ora meridiana è passata e quella crepuscolare si appresa,sento l'animo mio invaso di tristezza.<br />

Oh,la terribile ora dei vespri...Quando il sole volte al tramonto e il giorno muore...L'ora nella quale gli ultimi fasci di luce<br />

cercano resistere tenacemente alla invasione implacabile delle ombre!<br />

Ricordi?Sono parecchi anni,lunghi come secoli,che fummo travolti dalle ombre crepuscolari di un'epoca che corre verso il<br />

tramonto,ed oggi siamo ancora in piena tenebra!<br />

Oh,come io la odio la notte!Come odio questa nemica del sole e della luce!<br />

Questa megera infame dei pipistrelli e dei gufi!<br />

Oh,Aurora!Aurora novella affrettati!<br />

Portaci i caldi e palpitanti meriggi lunghi di eternità,chiusi fra le tue dita d'avorio dorate!<br />

* * *<br />

Ma ,no!Non è possibile attenderti!<br />

Occorre squarciare il ventre alla notte,bisogna rapirti al mistero!<br />

Noi lanceremo sui tetti della città addormentata la nostra pietra risvegliatrice!<br />

Noi solitari...<br />

Oh,si!Anche coloro che stanno placidamente avvolti nel manto di Morfeo noi risveglieremo!<br />

Essi dovranno imparare a seguire noi che,piccolo pugno di audaci,balzammo in piedi con chiuso nel pugno il nostro<br />

grandissimo destino e.sprezzanti di coloro che il letargico sonno ha già consegnato alla morte,trionfalmente marciano<br />

verso le eccelse vette dove schiantano i fulmini della nostra spirituale tragedia e della nostra materiale epopea!<br />

Restino pur già nelle paludi gli adoratori della luna e gli infrolliti amanti della notte:noi vogliamo la luce!Noi saliremo<br />

sulle rocce bronzee dell'orizzonte e con l'anima gonfia di una solenne e maestosa tragedia,giacereo in compagnia delle<br />

Albe!Essi ci sciolglieranno l'enigma dell'eterno “Perchè” e ci spiegheranno la canzone che lassù cantano i venti!<br />

I venti gagliardi,nascenti dalla vergine foresta dell'Ideale!<br />

Dell'Ideale che vigila le eterne ragioni dell'Infinito!<br />

“Ecco l'alba che viene,ecco viene il mio canto!”.Grida a noi l'Avvenire!<br />

E noi vogliamo danzare sopra il culmine delle più alte montagne baciate dal Sole ed incontaminate dal volgo,lassù dove<br />

tutto anarchismo e non cristianesimo.<br />

O Albe,o Albe!Venite,giacete con noi e noi porteremo a voi tutti l'ardire delle nostre vergini forze!Noi soldati del Sogno.<br />

Noi che vogliamo vivere nell'azzurro perchè così vuole l'anima nostra!<br />

Noi vogliamo distruggere tutto ciò che non è puro:così vuole la nostra volontà!<br />

Noi vogliamo essere le eterne sentinelle avanzate:così vuole la nostra potenza!<br />

Ma vogliamo pur ritornare in mezzo alla notte per disporre sui tetti pumblei della città addormentata i tesori da noi rapiti<br />

al mistero,così vuole il nostro cuore!<br />

E nessuna ricompensa,per tutto ciò,noi chiediamo ai dormienti,perchè noi siamo nati solo per donare!<br />

Sarebbe già troppo per noi la gioia di poter dar dono dei nostri tesori!<br />

Chi,fra noi,non comprende quanto sia difficile l'arte del donare?<br />

Ma con tutto ciò noi doneremo!Così vuole il nostro egoismo chè quanto dire il nostro amore per ciò che dovrebbero<br />

essere gli uomini e pure anche le donne!<br />

E voi che ci ascoltate vogliate almeno comprendere che noi non siamo sacerdoti della demagogia;troppa la nobiltà del<br />

nostro cuore per farci cadere nella vergognosa dedizione di questo ripugnante mestiere.<br />

Non lanciate di questo fango a chi sa balzare sui ponti della Libertà e sa cavalcare arcobaleni di luce,se non volete sentirvi<br />

rispondere con l'amaro e violento sarcasmo di Nietzche:”Guardatevi dallo sputare contro il vento!”.<br />

Usate riguardo agli spiriti che vogliono liberarsi definitivamente da tutto ciò che è parto mostruoso del passato e che<br />

suona:realtà del presente.<br />

Rispettate coloro che vivono nell'Avvenire!<br />

Il nostro sguardo si fissa intensamente ai porti dell'Isola beata che si erge al di là del bene e al di là del male.E' là ove<br />

germinano i fiori verdi e selvaggi delle nostre più belle speranze!<br />

E' là,verso quell'Isola,che volge ansiosamente la prora dorata della nostra Neve!


DE PROFUNDIS E GERMINAL!<br />

(da “La testa di Ferro”,Fiume,n.40,12 dicembre 1920,p.3)


Sulle vie crepuscolari dell'epoca nostra morente passa una bara.<br />

È il funerale classico della vecchia arte romantica-sentimentale uccisa dalla violenta,cerebrale arte del<br />

futuro.<br />

I giovani artisti ribelli ed innovatori hanno ormai conficcati i lucidi chiodi del loro genio sul nero<br />

coperchio della bara in cui giace definitivamente il cadavere dell'arte che fu.<br />

Deprofundis,dunque,deprofundis!<br />

Anche nella nostra città siamo in attesa di cantare i salmi funerei a quelle ultime larve del passato che al<br />

pari della rancida monarchia dei Savoia – si ostinano a voler vivere oltre il loro tempo.<br />

Però,quasi consci-questi passatisti- della cupa fatalità che grava inesorabilmente sul loro capo,non<br />

trovano nel loro decrepito interiore neanche il coraggio della lotta.Questo constateranno quasi<br />

certamente nel prossimo concorso fra gli artisti spezzini.<br />

Il triste ed oscuro presentimento profetico di questi vecchi mai nati,li preavverte che le loro anemiche e<br />

grottesche creature prive di ogni ardimento di fantasia immaginatrice,impallidirebbero d'impotenza e di<br />

vergogna come appassite zitelle,nate e cresciute ignoranti,tremerebbero d'impotenza ed arrossirebbero<br />

di rabbia trovandosi ad un bacetico e voluttuoso convito fra belle e precoci adolescenti libere e<br />

spregiudicate.<br />

Ma non vorrà la loro fuga,il loro,il loro assenteismo,la loro diserzione a salvarli dalla fine fatale segnata<br />

dal loro destino.<br />

Se intervenissero sarebbero vinti implacabilmente,inesorabilmente,indiscutibilmente,vinti come è vinta<br />

un'oscura scaglia d'ombra sotto una pioggia calda e dorata di sole meridiano.<br />

Se non interverranno la loro fine sarà ancora più vergognosa ed umiliante.<br />

Deprodfunis!ripeto.Deprofundis!Deprofundis e Germinal!<br />

Fate largo all'impetuoso ardimento geniale e creatore dei giovani ribelli figli dell'avvenire.Gloria al<br />

futuro che viene;dimenticanza del passato che se ne va.<br />

I nostri giovani artisti sono gli stupratori d'albe e di misteri.<br />

Sono i forti e sicuri fecondatori di ciò che è,ed i padri di ciò che sarà.Non è colpa loro se la generazione<br />

passata non conobbe i decisi ardimenti.<br />

Ma i morti sono morti e i morenti saranno aiutati a scomparire.<br />

Germinal!Germinal!<br />

I nostri giovani sono il caldo e possente meriggio antisentimentale dell'avvenire.Sono i folli e temerari<br />

amanti di quella forza che osa e che vuole;di quella massima forza creatrice che in se racchiude il<br />

pensiero.<br />

Sono i cerebralisti violenti,cavalcanti i più diabolici e furenti destrieri della loro saggia pazzia.<br />

Gloria dunque al manipolo audace.<br />

Germinal!


FIORI SELVAGGI<br />

(tratto da “Cronaca Libertaria”,Milano,a.I,n.10,4 ottobre 1917)


Non so perché quando penso ai NOSTRI(!)scrupolosi(!)giornalisti,ai fornitori della “nostra cara<br />

patria”,nonchè agli eroi del fronte interno con tutta quella somma di élite di RI-VO-LU-ZIO-NA-RI<br />

interventisti che stanno sblimandosi in un bel<br />

bagno caldo di sfolgorante sole italico,mi sembra di udire la melodiosa voce di Laerte,nel'Odissea omerica,ad<br />

esclamare in un ebbro delirio di gioia:”Qual sole – oggi risplende in cielo,aurati Numi! - Gareggian di virtù i<br />

figli e nipoti – Giorno più bello non mi sorse mai!”<br />

* * *<br />

Ieri sera,prima di coricarmi,mi venne la bizzarra idea di interrogare un mio grande e diletto amico,morto di<br />

pazzia parecchi anni or sono,intorno alla cinica apostasia di coloro che un giorno credevansi,dicevansi od<br />

erano compagni nostri.Ed egli,Federico Nietzche – il mio grande amico morto con il consueto sarcasmo<br />

violento, mi rispose testualmente così:”Davvero molti di loro a quel tempo alzavano le gambe simili a<br />

danzatrici giacchè il riso della mia saggezza gli attirava – ma poi mutarono avviso,ed ora gli vedo strisciare<br />

tutti incurvati verso la croce”.<br />

* * *<br />

“Ahimè!Son sempre pochi quelli il cui cuore possiede un lungo e durevole coraggio ed il cui spirito ha la virtù<br />

della costanza.Tutti gli altri sono codardi”.<br />

* * *<br />

Volersi affermare,voler fare trionfare le proprie idee,voler vivere secondo le proprie inclinazioni e voler<br />

sviluppare tutte le proprie qualità fisiologiche e cerebrali,ecco lo scopo di tutti coloro che hanno finalmente<br />

trovato il loro BENE e il loro MALE.<br />

* * *<br />

Voler innalzare la propria individualità ed il proprio ideale fino al vero amore degli amici,ed al rispetto degli<br />

avversari e dei nemici,dando a questi guerra spietata e senza quartiere a tutti i tentativi fatti da parte loro per<br />

abbatterci ed umiliarci è da forti,è da audaci.Ma pretendere che tutti dovessero vivere e pensare come noi,a<br />

me sembrerebbe troppo grottesco,giacchè “ciascun uomo – dice Stendhal – in fondo,se vuole darsi la briga di<br />

studiare se stesso,ha il suo bello ideale,e mi pare vi sia sempre un po' di ridicolo nel tentare di convertire il<br />

vicino”.<br />

* * *<br />

Non ho mai saputo spiegarmi il perchè vi possa ancora essere una quasi moltitudine di uomini<br />

apparentemente molto distinti ed evoluti i quali credono e sperano di poter trovare il proprio trionfo e la<br />

propria elevazione,nel trionfo e nella elevazione del popolo.Costoro non si sono accorti mai – come direbbe<br />

per altre questioni il Balzac – che giace uno scheletro dov'essi si curvano per raccogliere un tesoro.<br />

* * *<br />

“Quando si considera – dice il refrattario Chanfort – che il frutto del lavoro e del pensiero di trenta o<br />

quaranta secoli,è stato quello di abbandonare trecento milioni di uomini sparsi sulla terra ad una trentina di<br />

desposti per la maggior parte ignoranti e imbecilli,ciascuno dei quali è governato a sua volta da tre o quattro<br />

scellerati assai spesso stupidi,che pensare dell'umanità e delle sue sorti future?”.<br />

Povero Chanfort!Se tu potessi alzarti dal tuo freddo sepolcro,ove giaci ormai da più di un secolo,potresti<br />

vedere quali erano i destini che attendevano al varco questa MISERABILE umanità dei nostri giorni!<br />

* * *<br />

“...gli spietati non danno che cambiare culto e nel quadro stesso dell'eresia mettono e conservano sempre dei<br />

ricordi di religione”(G.Vales)<br />

* * *<br />

Malgrado le prove fatte da certi selvaggi,dai Tartari,da Licurgo e da certe greche popolazioni,di mettere la<br />

donna in comune,oggi l'uomo,per fortuna sua,e forse della specie,è abituato comportarsi con questa da<br />

proprietario!”La mia donna!” dice l'uomo sano.Giacchè dire:”la nostra donna” sarebbe da depravati.<br />

Ma,cosa dice la donna?Come risponde essa?<br />

Ah,che caos!Che terribile caos!<br />

* * *<br />

“I bambini,questi piccoli innocenti bambini!Li vidi rincorrersi nella via con occhi accesi,giocando alla guerra<br />

ed udii uno di loro piangere,con la sua fine voce infantile:in me fremette un senso di orrore,di raccapriccio.<br />

Andai a casa,la notte cadde,e quegli innocenti bambini mi si trasformarono nel sogno fiammeggiante,come<br />

un incendio notturno,in intere legioni di giovani assassini”(L.Andreiff)


I VAGABONDI DELLO SPIRITO<br />

(Tratto da “Cronaca Libertaria”,Milano,1917)


Sotto il nome di vagabondi – dice lo Stirner – si potrebbe riunire tutti coloro che il buon borghese<br />

considera sospetti,ostili,e “pericolosi”.Qualunque vagabondaggio,d'altronde.spiace alla borghesia;ed<br />

esistono pure i vagabondi dello spirito i quali,sentendosi soffocare sotto il tetto che accoglieva i loro<br />

padri,vanno a cercare più lontano maggior spazio e più luce.Invece di rimanere rincattucciati<br />

nell'antro familiare a smuovere le ceneri d'una opinione moderata,invece di accettare per verità<br />

indiscutibili ciò che ha cercato sollievo e conforto a tante generazioni,essi sorpassano la barriere che<br />

chiude il campo paterno e,per il cammino della critica,vanno ove li conduce la loro indomabile<br />

curiosità del dubbio.Questi vagabondi stravaganti appartengono essi pure alla classe degli irrequieti<br />

volubili,instabili,formata dal proletariato;e quando lasciano supporre la loro mancanza di domicilio<br />

morale,vengono chiamati “turbolenti”,”teste calde”,”esaltati”...<br />

Oh,i vagabondi dello Spirito!I pallidi sovvertitori impenitenti!Coloro che galoppano senza posa<br />

attraverso le sterminate regioni della loro capricciosa fantasia creatrice di nuove cose!<br />

Disse un giorno Zarathustra,parlando a costoro:”Ancora la terra è libera per le anime grandi.Ci sono<br />

molti porti ancora per le anime solitarie e le gemelle,intorno alle quali aleggia il profumo dei mari<br />

tranquilli:Ancora libera è la vita:libera per le anime libere”.<br />

Poi proseguì:”Solo là dove lo Stato cessa di esistere incomincia l'uomo non inutile:di là incomincia<br />

l'inno del necessario,il ritornello non uniforme.Là dove lo Stato cessa di esistere...ma guardate un po',o<br />

miei fratelli:non vedete laggiù l'arcobaleno e i ponti del superuomo?”.<br />

Ma prima di dire a loro tutto ciò,parlando delle scimmie e dei pazzi che si prostano a piè del “nuovo<br />

idolo”- lo Stato – disse ancora:”O miei fratelli,vorreste essere forse soffocati dall'alito delle loro putride<br />

bocche e delle loro malsane bramosie?Piuttosto spezzate i vetri alle finestre e salvatevi all'aria pura!”.<br />

Ed essi – i vagabondi dello Spirito – spezzarono i vetri alle finestre e si lanciarono avidamente<br />

attraverso la libertà profanatrice dei campi,ove la festante natura intreccia canzoni di vita;là dove le<br />

messi d'oro biondeggiano danzanti nel vento,baciate dal sole.<br />

Essi – i sovvertitori – da quel giorno si proclamarono banditi...<br />

Avvinti dal seducente fascino della libertà conquistata stavano quasi per giacere per terra e prendere<br />

riposo,quando il simbolico mormorio uscente dalla fronde verdeggianti della montagna li chiamò<br />

ancora,più lontano...più in alto...<br />

Si guardarono negli occhi a vicenda.Il fuoco d'amore lampeggiava nelle pupille di ognuno come<br />

vulcanica lava.Compresero allora ciò che gli disse il Maestro e,riconoscendosi “anime<br />

gemelle”,partirono tutti verso il culmine della verde montagna che doveva rivelare loro la nuova vita.<br />

Quando il loro piede sacrilego e profanatore si posò sulle alte vette,il sole era già calato al tramonto non<br />

lasciando di sé che enormi striscie rosse somiglianti a grandiose lingue di fuoco.<br />

Attraverso l'animo di tutti passò,in quel momento,una triste visione.A tutti parve di vedere l'ombra del<br />

Maestro naufragare in quelle vampe rosse.Ma in quel primitivo e desolante silenzio parve pure di udire<br />

la sua voce che diceva loro:”Non temete.Io risorgerò col Sole.Anche per voi ora s'appresta il<br />

tramonto,ma pure voi risorgerete con i primi raggi dell'Aurora”.<br />

Ma,ahimè,ritornando a guardarsi a vicenda sentirono come un brivido di terrore avvolgente tutti in un<br />

manto di desolazione,giacchè nelle loro pupille più non colava il fuoco d'amore come vulcanica lava.<br />

L'ala nera della malinconia battè con violenza alla porta dei loro cuori colmandoli di tristezza e di<br />

sonno.<br />

Quando l'alba venne a frugare,con le sue pagliuzze d'argento,le pupille dei liberi dormienti,per<br />

annunziarvi la nascita del giorno novello,essi balzarono in piedi con negli occhi una fiamma ancora più<br />

ardente.Cantarono un inno alla vita e fissarono lo sguardo intensamente lontano...<br />

Pochi istanti passarono quando un urlo di dionisiaca gioia scaturì da tutti quei petti pulsanti.<br />

L'arcobaleno e il ponte del superuomo a cui il Maestro aveva loro parlato,ora si ergevano<br />

maestosamente,luminosamente d'in fra le fiamme fosche delle nebbie cristiane.<br />

Man mano che il sole rischiarava l'orizzonte essi si accorsero che quei luoghi erano già abitati da altre<br />

Creature.<br />

Oh,essi conobbero pure questi abitanti...Essi videro,in tutta la loro tragica bellezza,le creature di Enrico<br />

Ibsen che,con negli occhi il vulcanico fuoco della passione,distruggevano terribilmente le cancrenose<br />

piaghe tese all”io” da secolari pregiudizi sociali.<br />

Ed attraverso a tutti quei distruttori simboli ibseniani parve a loro di scorgere la nascita del superuomo.<br />

Essi guardarono,con il cuore in fiamme e l'anima muta,Rubek e Irene risorgere dal sepolcro per


incamminarsi ove li attendeva la bianca valanga che,satura di morte,sprizzava luce eterna di vita. […]<br />

Ma essi guardarono ancora...Guardarono e videro!<br />

Videro sbucar fuori il “Pescatore” che abita la Casa dei Melograni eretta da Oscar Wilde in mezzo ai<br />

vapori di luce emananti dall'arcobaleno che si erge ai fianchi del Superuomo,e lanciandosi – con chiusa<br />

nel cuore la sua grande e indiscutibile passione – verso la casa del prete,verso la piazza del<br />

Mercato,verso la roccia abitata da una giovane e paurosa Mayulda e sulla montagna satura d'artefizi<br />

malefici,ove questa lo sospinge per poterlo sedurre in una diabolica danza di streghe,presieduta da<br />

Colui che tutto aveva potuto prima dell'apparire del Pescatore.<br />

Ma il PESCATORE tutto sfida,tutto vince,tanto è imperiosa la volontà folle e tenace della propria<br />

passione.<br />

Egli doveva liberarsi dell'anima sua,unico ostacolo ormai fra lui e il proprio cuore giacchè solo dopo<br />

questa liberazione avrebbe potuto tuffarsi liberamente nei gorghi spaventosi del mare per raggiungere<br />

la sua Sirena che ne abitava gli abissi.E che sola poteva dargli le gioiose ebrezze dell'amore. […]<br />

Oh ,quante cose avrebbero ancora veduto rilucere tra l'”arcobaleno” e i ponte del “superuomo” questi<br />

Vagabondi dello Spirito se l'urlo rozzo e bestiale del volgo che vegeta già nelle acque stagnanti e che<br />

invecchia senza mai rinnovarsi ai piedi della pietrosa montagna,non gli avesse brutalmente scossi<br />

chiamandoli “maniaci” e “pazzi”.[...]<br />

Avevano ancora increspato sulle labbra un sorriso di scherno e d'amara ironia,quando una rossa<br />

automobile attraversò sinistramente una delle più grandi città moderne e,terribile come la<br />

folgore,propagò una nuova forma di vita.<br />

Ma ora io mi accorgo di aver divagato.E,quel che è peggio,che,divagando,mi sono messo in brutta<br />

compagnia...<br />

Stirner e Nietzche,Enrico ibsen e Oscar Wilde.<br />

Vi è pure una automobile grigia?!<br />

“Pazzi”,”degenerati”,”delinquenti”,tutti costoro.<br />

Oh,numi,salvatemi voi dai fulmini della gente per bene...<br />

E salvatemi pure anche da quelli che invece di occuparsi di distruggere,nella battaglia di tutti i giorni,un<br />

brano di questa società che ci opprime e che ci schiaccia,perdono il loro tempo a voler insegnare,ad<br />

imporre sistemi di lotta e di pensiero a coloro che hanno voluto imparare a lottare e a pensare da sé.<br />

E quando il loro tempo non è consumato a compire tutto ciò,viene impiegato a guardare in quale misura<br />

dovranno essere costruiti i manicomi che dovranno rinchiudere i nuovi ribelli della futura società<br />

Io,per mio conto,mi trovo bene in compagnia di questi “pazzi” e,insieme a uno di loro,forse il<br />

migliore,grido:<br />

“Spezzateli,spezzateli i buoni e i giusti giacchè essi furono sempre il principio della fine”.<br />

Oh,come io vivo bene in compagnia di questi “Pazzi”!<br />

Come la trovo grande la loro “pazzia di distruzione”!<br />

Giuro che amo di più,immensamente di più,la pazzia distruttrice che la conservatrice saggezza.<br />

Si,si,lasciatemi ai miei “pazzi” giacchè vi prometto che se la prossima rivoluzione Europea ci negherà la<br />

gioia di cadere avvolti in un delirio di DISTRUZIONE,in tempi migliori io ritornerò a parlare di Essi,e se<br />

qualche cosa ci sarà da rimproverare -forse la loro poca “pazzia”?!-lo faremo e senza alcun riserbo.


L'AMICIZIA E GLI AMICI<br />

(Postumo,trad.dallo spagnolo a cura del figlio <strong>Renzo</strong> Ferrari tratto da “Ruta”,Parigi,1950)


Un “Uomo” mi ha detto:”Non comprendo le tue idee e la tua maniera di pensare non l'approvo;però non<br />

ti credo assurdo”.Senza rispondergli mi sono scansato da lui e ho continuato la mia passeggiata nel<br />

marciapiede opposto.<br />

Perchè?Semplicemente:perchè ho riscontrato ancora una volta che non è giunta l'epoca che un amico<br />

possa dire al suo prossimo:”Non mi interessano le tue idee,nè il tuo pensiero;ma ammiro ed apprezzo il<br />

complesso misterioso della tua individualità”.Quando l'uomo saprà pronunciare con la viva voce della<br />

sincerità questa ed altre parole per esprimere diafanamente,senza veli,il suo pensiero,si sarà tracciato il<br />

cammino che lo condurrà nel regno dell'amicizia e dell'amore.<br />

La nostra epoca è fatta di odio memetizzato e di una guerra bassa e insidiosa:tutte le parole di Amore e<br />

di Amicizia sono profumati veli ma nascondono l'avvelenato acciaio che non procura altro che dolori e<br />

lacrime.<br />

Quel”non ti credo assurdo” del mio interlocutore dimostrava,con tutta evidenza,quello che nascondeva<br />

dietro la sua apparente benevolenza.Perciò ho lasciato l'individuo senza risposta e mi sono scansato da<br />

lui.<br />

Io credo che quando non sia possibile fidarsi dell'amicizia di un essere,il meno che si possa fare è<br />

dichiararsi suo nemico.<br />

Apprezzo sinceramente coloro che respingono le affettuosità del mio cuore.Essi sono degni della mia<br />

spada.Debbo essere chiaro:posseggo un cuore e una spada,e tanto all'uno come all'altra piace essere<br />

prodighi.<br />

Un giorno un “Amico” mi disse:”Quello che scrivi o dici m'importa solo relativamente,però m'interessa<br />

molto apprezzare ciò che senti.E credo che nella espressione dei tuoi sentimenti difetteranno le<br />

parole...e così troverai il modo che nessuno ti comprenda”.<br />

“Non parlare dunque,e lascia che ti guardi negli occhi dove leggerò la tua intimità e cercherò<br />

d'indovinare il tuo stato d'animo!”<br />

Socchiuderò le palpebre affinchè non sia possibile penetrare nel profondo delle mie trasparenti<br />

pupille,perchè non si possa scrutare nel fondo della mia anima.Conosco,per esperienza,la pericolosità<br />

dell'indovinare.Nel segreto del mio cervello penso che possibilmente quel giorno finirò col perdere un<br />

“Amico”.<br />

Oggi,quando gironzolavo in cerca di qualche disperso relitto della mia taglia,ho trovato...un amico.<br />

Però,posso credere in che cosa sarà duratura questa amicizia?<br />

Simile interrogativo non è frequente in me,e più difficile è dargli la sua risposta.Mi viene fatto di<br />

pensare quasi con sicurezza che mentre io scruto nelle mie supposizioni,egli rimane calmo,e fra breve<br />

non sarà più amico mio.L'amicizia è una cosa tanto tenue,tanto appariscente,una cosa tanto scarsa,che<br />

trovo quasi giustificato che certi individui rinuncino a cercarla.Grideranno al titolo di misantropo?No!<br />

In tutti i casi sono dei solitari!<br />

Io sono di questi,perchè odio gli uomini che fanno legge del vivere in comunità,mentre apprezzo coloro<br />

che sanno restar soli.<br />

Il sentimento della solitudine è il più elevato fra tutti i sentimenti umani.Appartiene allo stesso tempo<br />

alla forza e alla bellezza.<br />

Inoltre i solitari sono gli uomini che più benefici hanno sparso sopra l'umanità.<br />

Ed è per ciò che l'Umanità “riconoscente” li disprezza.<br />

In sintesi:il solitario sceglie pochi amici,perchè gli ripugna l'ipocrisia e la menzogna.


NEL CERCHIO DEL<strong>LA</strong> VITA<br />

(da “Iconoclasta!”,Pistoia,a.I,2a s.,n.1,1 gennaio 1920)


In memoria di Bruno Filippi<br />

Le persone che desiderano essere<br />

se stesse non sanno mai dove vanno<br />

…....................................................<br />

Il risultato ultimo della sapienza<br />

consiste nel riconoscere che<br />

l'anima di un uomo è inconoscibile.<br />

Oscar Wilde<br />

Senza essere un simulatore di rabbioso “cinismo” papiniano o un superficiale e profumato “voluttuoso” alla<br />

Guido Da Verona;senza sentirmi sulle labbra l'ironico scetticismo e la dolora amarezza di Mario<br />

Mariani,sento ed affermo che la vita non può essere degna di tutto questo nome se non è vissuta da Artisti,da<br />

Ribelli e da Eroi!<br />

Schopenhauer ne' suoi poderosi e paurosi volumi di metafisica,si sofferma a dimostrare che la vita è dolore e<br />

che per ciò non meriterebbe la pena di viverla.Ma l'Arte attinge dall'umano dolore i più profondi e lirici<br />

palpiti per sublimare la Bellezza eroica che nella divinatoria esaltazione del simbolo trasfigurato dalla gioia<br />

creatrice ci insegna la purezza selvaggia che irradia lo spirito amante,che insegna ad amare follemente la<br />

vita.Se la politica,il socialismo,il cristianesimo,la logica,la coerenza,il diritto,il dovere,il giusto e l'ingiusto,il<br />

bene e il male.la verità e la giustizia,sono ormai cose noiose,vuote e sonnecchianti,larve impallidite e svanite<br />

sotto il sole,antropocentrico dell'unico negatore,parodie di una morente civiltà che ci ispirano<br />

nausea,ripugnanza e disprezzo:l'arte c'insegna il grande amore alla vita.Abbiamo il bisogno di amarla “fino<br />

all'annientamento dell'essere”.Il Dolore e lo Strazio per l'Arte pure sorgenti di palpitante Bellezza.<br />

E' negli abissi sulfurei del Dolore che l'Arte tiene abbaribicate le sue luminose radici per poter lanciare la<br />

verdeggiante felicità delle sue fronde su in alto fra il misterioso contrasto dei venti in una danza di Sole e di<br />

Luce ove i sogni,la speranza e la Bellezza si fondono in un tragico canto di felicità e di Grandezza.<br />

Sì!Ogni culmine che,bianco di neve,canta polifoniche sinfonie di musica e di poesia,d'amore e di bellezza,su<br />

in alto,fra la purezza eterea della luce e le dorate e bionde carezze del Sole,viene pure da un abisso di<br />

tenebra.Così è la Vita!<br />

Il Dolore è il nostro abisso creatore;la Gioia e la Felicità è il nostro sogno possente!<br />

Anche se il Dolore non ci rendesse migliori “io penso-dice Nietzche – che ci renderebbe più profondi”.<br />

E nella misteriosa profondità dell'essere nostro si travaglia e si nasconde l'inconoscibile enigma che,ora per<br />

ora,istante per istante,si tramuta in incognita emozione,in cognito pensiero luminoso e splendente che<br />

folgoreggia i suoi raggi saettanti sui vergini purpurei culmini della conoscenza rivelatrice.Ed allora come<br />

vaste e scintillanti teorie di stelle vaganti nella tersità di una notte serena,si specchiano nell'azzurrità<br />

profonda di un mare tranquillo,così la felicità da noi,e per noi stessi creata,si specchierà sorridente nel mare<br />

triste del nostro dolore:di quel nostro dolore che ci ha dato la Vita!<br />

“Noi dobbiamo incessantemente partorire i nostri pensieri dal nostro dolore,e dare a loro materialmente ciò<br />

che in noi è di sangue,di cuore,di fuoco,di piacere,di passione,di tormento,di conoscenza,di destino e di<br />

fatalità.<br />

“Vita è per noi mutare in luce e fiamma tutto ciò che noi siamo e tutto ciò che ci tocca,senza mai poter altro<br />

fare”.<br />

Questo è il cerchio,forse troppo stretto-della Vita,ove noi incessantemente ci dibattiamo senza mai poterne<br />

uscire se non attraverso le silenziose vie della Morte!<br />

Non è la Morte però che ci mette spavento o terrore!Anzi...<br />

Noi che veniamo verso l'Ignoto dell'eternità ed andiamo verso l'eternità dell'Ignoto,abbiamo imparato a<br />

considerare la Morte come un istante qualsiasi della nostra Vita.Ed è questo il nostro più bello,il nostro più<br />

sublime mistero!<br />

Questa è l'ultima delle conoscenze.L'inconoscibile!<br />

Ed è da questa nostra inconoscibile unicità che si sprigiona la possente voce diabolica delle nostre fameliche<br />

brame.<br />

Brame di giovane carne avida di piacere,grido dello spirito anelante a libertà sconfinate,a voli folli dell'anima<br />

attraverso l'Ignoto inesplorato e lontano;a utli e a feroci bestemmie del nostro galoppante e vagabondo<br />

pensiero cozzante nei muri troppo misteriosi dell'eternità con canti trionfali e dioniasici d'una Vita intravista<br />

attraverso il delirio di un sogno:di un sogno composto di un Tutto,disperso e vagante in un Nulla.E nel Nulla<br />

ci attende la Morte.<br />

Quella Morte è nostra come nostra è la Vita.Quella Morte che amiamo!.<br />

Ma non si può scendere nella tomba col cuore gonfio di tristezza e di pianto.Occorre prima avere<br />

intensamente vissuto da Artisti,da Ribelli e da Eroi,senza essersi bagnati mai nelle amare acque del<br />

pentimento che scorrono nei fiumi cristiani.Il vero peccatore originale e geniale non può morire affogato nei<br />

gorghi melmosi d'un più melmoso rimorso,ma bensì avvolto nella rossa fiammata di un più grande<br />

peccato.Prima di morire occorre avere consumato din l'ultima guizzante scintilla del nostro rigoglioso<br />

pensiero,aver fatto del mondo una festa e dell'Azione un godimento infinito.<br />

Prima di morire -come dice Emerson-bisogna sentire tutte le cose divenire familiari,tutti gli eventi utili,tutti i


giorni santi,tutti gli uomini divini.Poi?”Poi viene la nausea,la ripugnanza,lo schifo”,dice Bruno Filippi,e allora<br />

“si osa”,e osando si va,con lo spirito sereno e terso,verso il regno silente della Morte ove l'anima si disperde<br />

nell'immensa pace del Nulla e la materia si scompone per vivere negli atomi un'altra forma di vita<br />

sconosciuta.Ma anche la Morte deve essere per noi una vigorosa manifestazione di Vita,d'Arte e di Bellezza!<br />

L'Eroe della Vita va verso la Morte accompagnato dalla marcia tragicamente trionfale della dinamite e il capo<br />

cinto di fiori.<br />

Sì,chi ha voluto e saputo vivere da Ribelle e da Eroe vuole la libertà d'essere arso in una bella fiammata<br />

accesa da un più grande peccatto acciò che il preludio della Morte altro non sia che un verso melanconico e<br />

dolce baciante una rossa aurora ove risuona la voce d'Orfeo sintesi dei singhiozzi di Prometeo e delle risa<br />

bacchiche e scroscianti di Dionisio.<br />

* * *<br />

Io ammiro Corrado Brando con iconoclastico entusiasmo e atea religiosità,anche se il suo creatore non ha<br />

saputo morire a tempo ed ha lasciato cadere sulla sua anima ardente la pioggia lunga del tempo che lo ha<br />

miracolosamente logorato ed avvizzito;anche se,per crearlo,ha avuto bisogno di ubbriacarsi alle vergini e<br />

pericolose sorgenti zarathustriane zampillanti sui misteriosi culmini della gaia e gioconda solitudine<br />

nietzschiana;anche se innanzi a Lui fuggono inorriditi i catoncelli stercorarii di quella Taide putrida,di quella<br />

Circe odiosa che nomasi Morale.Perchè “Corrado Brando non à glorificato il delitto come pretendono i grassi<br />

e sottili Beoti,ma son manifeste-con i segni propri dell'arte tragica-l'efficacia e la dignità del delitto concepito<br />

come virtù prometea”.MA mentre ammiro questa vigorosa creatura sbocciata rigogliosamente a traverso il<br />

pagano mistero dell'arte omericamente tragica che,simbolo di sublime bellezza eroica,s'innalza sopra il cielo<br />

dell'Ombra della Notte come fatale annuncio d'una splendente aurora di sangue,di fuoco e di luce,vedo<br />

staccarsi dalla grigia penombra della realtà


PARABO<strong>LA</strong><br />

(da “Iconoclasta!”,Pistoia,1920)


Si:io sono un essere multiforme e una realtà complicata!<br />

È solo nello specchio dei passati ricordi e nei sogni dell'avvenire ch'io posso penetrare,contemplare e<br />

comprendere la vera e profonda essenza di questo enigmatico e misterioso essere mio.<br />

Uomini,o miei cari fratelli perduti e rinnegati,in verità io vi dico che sono un egoista donatore;ma a voi<br />

non posso offrire che l'ombra di me stesso.Se a voi preme trovarmi,io abito dietro quest'ombra.Io abito<br />

la casa ridente del più gioioso dolore.Ma ditemi,o miei fratelli,ditemi amici miei:chi mai di voi seppe<br />

sempre resistere all'occhio del Demonio tentatore,all'occhio del Serpente peccatore?<br />

Fratelli,io sono il Male,il Grande,il Vero,il Magnifico Male!<br />

Guardate l'ombra mia.Io vivo dietro lei cullato docissimamente dalle invisibili braccia della mia amante<br />

eterea,della mia divina e infernale follia (l'hanno chiamata così perchè è nata da un folle amplesso<br />

avvenuto nei boschi sacri al Dolore,fra il Sogno e l'Immaginazione,fra la Materia e l'Idea).<br />

Ma ella non è,come la Morte,una amante di carne bianca e odorosa.O fratelli,no!Le vostre amanti di<br />

carne vi hanno perduti.La mia di spirito e luce mi ha esaltato,trasfigurato,purificato e redento...<br />

O Ombra!O mia Ombra,salvami tu ora dal cinico sguardo dei miei fratelli rivali,poichè il Male e la<br />

Follia,strettamente abbracciati,danzano ora dentro il più profondo e luminoso abisso di questo essere<br />

mio.<br />

Oh,quanto è sublime il divino mistero della PAZZIA!<br />

Ora contemplo l'Arco Sacro del fuoco sempiterno.Su questo – con la chioma discinta- vedo ergersi nuda<br />

la Vita – la mia Vita- con stretto nel pugno un bacchico Tirso inghirlandato di grappoli biondi e di<br />

rose.Or cammina fantasticamente con piedi nudi ed alati sulle libere e ridenti vie dello spirito illuminato<br />

da un'alba corrusca di sangue.E corro laggiù,lontano,verso i cocenti raggi meridiani dell'ultimo sole per<br />

“imputridire allegramente al suo bacio”.<br />

Ecco che giungono i vagabondi solitari.<br />

I Pazzi,i Poeti,gli Eroi.<br />

O ultimi e veri amici miei venite,è tempo,è tempo!<br />

Non vedete laggiù,in lontananza,quella pura Città di bianchissima neve?<br />

O amici,amici,siate forti perchè la tragedia si appressa...<br />

Presto vedrete la bianca e pura città liquefarsi sotto l'infuocata potenza del Sole.<br />

Ah,il Sole,il Sole!L'ultimo Fuoco,l'ultima Forza,l'ultima Bellezza,l'ultima maestosa e sacrilega Potenza...<br />

Ma tu,o mia Follia,perchè mai dunque sogghigni beffardamente così?<br />

Ah,comprendo,comprendo...<br />

Il tuo sorriso è uno scherno.Forse l'ultimo tuo potentissimo scherno?!Forse?Sì,forse...


PENSIERI E SENTENZE<br />

(da “Il Libertario”,La Spezia,a.XVI,n.695[1917])


“L'uomo deve il suo braccio alla Repubblica,la sua inteligenza agli Dei,la sua persona alla famiglia:ma i<br />

sentimenti del suo cuore sono liberi”.Così scrisse Platone.<br />

Ma io di tutto ciò non approvo che quello che riguarda i sentimenti del cuore;il resto oltre ad essere<br />

molto discutibile potrebbe anche essere detestabile.<br />

* * *<br />

Trailus scrisse:”Non voglio essere me stesso,nè avere cognizioni di ciò che sento”.Ed io constato,con<br />

amara tristezza,che sono troppi coloro che hanno fatta propria questa terrificante bestemmia,e,quel che<br />

è peggio,che vogliono imporla come vangelo di vita ai figli loro.<br />

* * *<br />

Colui che ha ritrovato se stesso sente risuonare negli abissi dell'animo suo,gloriosi canti di libertà e di<br />

vittoria.<br />

* * *<br />

“Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo”,affermò Voltaire;fortunatamente che il Bakunin<br />

rispose:”Se dio esistesse bisognerebbe ammazzarlo”.<br />

* * *<br />

“L'anima resa a se stessa,solo in possesso di tutto il proprio essere e di tutta la propria<br />

potenza,intravede naturalmente e sente questo qualche cosa inaccessibile alla ragione”.Così scrisse<br />

Thaumassim.Ma chi di voi non sa ch'era un teologo?<br />

* * *<br />

“Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio che di volere savia e filosofica la vita”.Così<br />

sentenziò il Leopardi,e nel dire ciò egli disse una grande verità.Ma oggi la pazzia collettiva ha passato di<br />

gran lunga il segno,ed il triste e melanconico poeta del Dolore non può avere nessuna morale<br />

responsabilità in questa bieca faccenda.<br />

* * *<br />

Tacito fu implacabilmente inesorabile contro tutti i responsabili delle guerre atroci che devastarono<br />

tutta l'umanità dei tempi suoi.Ma Tacito visse in una di quelle infelici(?) epoche in cui le guerre<br />

venivano chiamate “barbarie” anche dai grandi storici come Egli stesso era.Mentre invece nel secolo<br />

nostro e di Benedetto Croce,la guerra chiamasi “civiltà”!Quando si dice i tempi!...<br />

* * *<br />

Lucrezio,il quale visse in un'epoca satura di orrori guerreschi,cantava i suoi carmi alla Venere,dea<br />

dell'Amore,supplicandola di placare le ire feroci di Marte.<br />

Gabriele D'Annunzio,improvvisatosi a novello Omero(?),pizzica la sua lira facendone scaturire l'osanna<br />

al bestiale dio della guerra acciocchè possa diventare ancor più bestiale e crudele.<br />

Anche questa potrebbe essere una questione dei tempi,ma io credo che sia piuttosto una questione di<br />

vanità e di...quattrini!<br />

* * *<br />

Orazio,rivolgendosi – come si direbbe in lingua moderna – ai “civilizzatori” dell'epoca<br />

sua,esclamava:”Un cieco furore vi trascina?-Rispondetemi!Tacciono” - Egli prosegue:”Una bianco<br />

pallore tinge i loro volti;è il delitto del fratricidio fin da quando cadde sulla terra il sangue di Remo<br />

esecrando ai nepoti”.Ma Orazio è morto da molto tempo ed il “bianco pallore” non tinge più il volto dei<br />

nostri guerrieri!


PIANTO<br />

(Da ,La Spezia,a.XV,n.686,15 febbraio 1917)


Pianto!<br />

…............censura...................<br />

...Ed i “pochi erano nostri.....Erano nostri e caddero...<br />

Quanti sono i nostri caduti?<br />

Quanti coloro che cadranno ancora?<br />

Ecco i due interrogativi terribili che ci chiudono in un singhiozzo la gola e che ci gonfiano il cuore di pianto!<br />

Oh,non è vero,no!che il pianto sia sempre “cristiano”.<br />

Vi sono dei momenti nella vita -dei momenti angosciosi e strazianti- nei quali il pianto è solo dei forti,degli audaci,di<br />

coloro che nuotano disperatamente contro il torrente...<br />

Oh,essi caddero i “pochi”!Caddero nel fango insaguinato delle trincee,con il cuore orribilmente squarciato dalla polvere e<br />

dal ferro omicida...Eppure entro quei cuori generosi e buoni vi stava chiuso tutto un superbo e grandioso sogno d'amore...<br />

Ma questo è un “sentimentalismo da folli e da visionari”,non è vero o ex compagni di ieri?<br />

Oh,se vi considerassi ancora degni del nostro disprezzo!<br />

Se potessimo ancora onorarvi della nostra sferza!<br />

Ma la mota con la quale avete sostituito il vostro cervello e il vostro cuore,l'avete raccolta in paludi troppo pestifere per<br />

potervi ancora degnare di tutto ciò!<br />

…...........censura.......................<br />

...Ma questa è ancora e sempre “moralina da pretonzoli e da filosofastri”,non è vero o egregi rinnegati?<br />

Ah,tre volte vili!<br />

Però non illudetevi almeno di essere discepoli del Nietzche o dello Stirner,o Rabagas da strapazzo,o vari anarcoidi alla<br />

Tancredi o alla Nerucci;risparmiate questo supremo insulto a queste due austere ombre di pensatori che seppero portare<br />

un soffio possente d'innovazione nel campo sconfinato della filosofia;mentre voi non siete mai stati che i loro<br />

scimmiottatori e ciò che avete detto o scritto non è stato che una ripugnante caricatura e che una turpe parodia.<br />

Ma noi,ripetiamo,non possiamo più avere parole per voi!<br />

In questa notte tenebrosa,satura di collettiva pazzia,noi pensiamo ai nostri “pochi” caduti,e per essi versiamo a torrenti<br />

tutto il nostro amarissimo pianto!<br />

DE PROFUNDIS!<br />

Sì,noi versiamo a torrenti tutto il nostro amarissimo pianto!<br />

Ma le nostre lacrime cadono- come rugiada benefica sopra le messi biondeggianti- entro i tersi calici<br />

dell'Avvenire,attraverso i quali già brilla la fulgia luce di un nuovo giorno!<br />

Noi siamo coloro che nati nel presente viviamo nell'avvenire:voi siete la rimanenza di un medioevale passato che le<br />

ondate tumultuosa della storia hanno fatto sobbalzare fino ai giorni nostri per farci assistere al funerale grandioso che<br />

accompagna alla tomba tutta la vostra semibarbara civiltà borghese – cristiana e … democratica.<br />

Oh,quanto è fatale la Storia...Ella ha voluto – con un tragico ma magnifico giuco – porvi in mano la vanga con la quale<br />

dovete voi stessi spalancarvi la fossa...<br />

Ella grida a gran voce il DE PROFUNDIS di tutti i vostri tradizionali ideali e la vostra decrepita società sta dibattendosi<br />

nei crudeli spasimi della più atroce agonia,ed intorno al suo letto di turpitudini e di degenerazioni a migliaia e a milioni si<br />

ergono i teschi sghignazzanti!<br />

Ma quei teschi,mentre sghignazzano,parlano uno strano linguaggio che voi non volete e non potete comprendere,ma che<br />

noi vi spiegheremo domani...Domani...Ma oggi?Oggi non ci resta che il pianto...il pianto per i nostri “pochi” caduti!<br />

GERMINAL! Il sole ritornerà sulla terra!Egli il protettore e l'amico degli sviscerati amanti della Luce!<br />

L'alba ucciderà i tenebrosi figli della Notte!<br />

Non è per essi che sorgono le vergini Aurore!<br />

Oh,l'alba!L'Aurora!Il Sole!Il Meriggio!<br />

GERMINAL!Ecco il fatidico grido nel quale la voce del Genio e quella dell'Eroe si fondono e si confondono per<br />

unitamente dissolversi in un canto fremente che,ripetendosi di “eco” in “eco”,attraverso la notte dei Secoli,corre in uno<br />

sterminato galoppo verso l'Infinito,verso l'Universale,verso l'Eternità.<br />

GERMINAL!Ecco l'altare su cui si sono sacrificati i veri Eroi!<br />

Ecco il grandioso e incotaminato giardino dove dal “sublime Lucrezio” - come il Leopardi lo definiva- a tutti i vari geni<br />

dell'Ellenismo antico,hanno gettato i primi germi dei fiori dell'Avvenire e dove il “grande ribelle tedesco” gettò i germi<br />

che fecondarono gli “Unici”,i “Liberi”,gli “Iconoclasti”.<br />

Ed ecco il Nietzche,il barbaro che impazzisce per insegnare agli uomini di superare se stessi,per spingerli verso le<br />

altissime vette,in faccia ai venti gagliardi dove solo possono sopravvivere i PURI,coloro che sanno comprendere le feste<br />

superbe,celebrate in mezzo alla grandiosa e naturale bellezza!<br />

E Tolstoi?Ecco colui che sparse,a piene mani,l'Amore!<br />

Ecco colui che volle insegnare agli uomini a liberarsi da un mondo pieno di abbiette cattiverie e di abbrobriose viltà!<br />

E Proudhon?E Schoupenhauer?Rousseau,Rèclus,Gori,Ferrer?E molti altri?<br />

Oh,quanti,quanti gridarono:GERMINAL!<br />

E i Poeti?E gli Artisti?Ecco Oscar Wilde!<br />

Ecco colui che visse avvolto in un sogno grandioso di bellezza e che attraverso la polifonica sinfonia dell'Arte sua traspare<br />

tutto un mondo nuovo,purtroppo ancora sconosciuto ed ignorato da quasi tutti coloro che vivono l'opera nostra?<br />

E Ibsen?E L'autore dei Fiori del Male?<br />

E Shelley?E Zola?<br />

Oh,quanti!Quanti per vie opposte e diverse hanno corso e corrono verso la sintesi suprema,verso il grande<br />

Meriggio,mentre,accompagnati dalle note strazianti di Riccardo Wagner,essi gridano:GERMINAL!<br />

E Germinal!<br />

La condanna di tutto un turpe passato che si sgretola miseramente e che la Storia travolge nell'ombra spaventosa del<br />

tempo!<br />

E Noi Germinal!Lo abbiamo inciso nel cuore!


SFERZATA<br />

(Rubrica su “Iconoclasta!”,a.II,n.1-2,20 febbraio 1921,pp.5-6)


Signor settario da Lodi.<br />

Ho letto sul n.13 dell'”Iconoclasta!”- il contenuto volgare e stercorario che voi-sotto il<br />

titolo:Individualismo o futurismo?-avete voluto compiacervi di vomitare contro di me.<br />

Ecco:che voi foste un socialistoide epilettico lo sapevo fino da quando avevo ancora la francescana<br />

pazienza di leggere i vostri aborti scientifico(?)-filosofici(???)tutti verminati di moralina putrida.<br />

Che voi foste un bavoso gesuita settario e impotente me ne accorsi fino a quando io-con quella serena e<br />

sicra superiorità che mi caratterizza-risposi con uno scritto amichevole ed ultra sereno(scritto col quale<br />

accarezzai per fino la vostra vanità per indurvi ad accettare una discussione)a quell'attacco bilioso e<br />

stupido da voi a me diretto.Risposta innanzi alla quale fuggiste vigliaccamente non trovando neppure<br />

più-causa la vostra orgogliosetta impotenza-la forza di confessare la vostra incapacità polemica a<br />

sostenere quello che erroneamente pensate!Che voi vi crediate(more solito)un piccolo padreterno<br />

dell'anarchia senza averne compreso neppure l'abici è un fatto che ormai devono sapere anche i<br />

bambini:che voi siete un caco isterico geloso della mia penna se ne sono accorti-e sono arrossiti di<br />

vergogna per voi-anche parecchi simpatizzanti lettori.<br />

Che l'anima vostra sia un lurido impasto di morale e manzoniana bigotta e clericale satura<br />

d'intolleranza cristiana antianarchica ed antilibertaria è una cosa di cui,se non erro,dovete esservi<br />

accorto pure voi:che voi siate un cieco e fanatico adoratore della filosofia(???)ministeriale reazionaria ed<br />

antianarchica di quell'equivocante quadrumane del pensiero e dell'arte che corrisponde al nome di<br />

Benedetto Croce è una logica conseguenza della vostra inferiore mentalità di pachiderma del pensiero<br />

volitivo e di mummia cristallizzata dell'intellettualità.<br />

Che voi cerchiate di rafforzare la vostra testi(???)coll'appoggio di quel tal signor Max Nordau che tutti i<br />

perfetti idioti celebrano come un “Grande” perchè è stato uno dei più grandi calunniatori del genio e<br />

dell'arte è un'altra logica conseguenza della vostra rachitica incapacità a comprendere le alture e le<br />

profondità delle anime più raffinate e più rare.Che voi abbiate trovato posto nell'anarchismo è anche<br />

questa-causa la quasi incapacità degli anarchici a saper bene distinguere-una cosa naturale.Ma che non<br />

è naturale,nè anarchico né umano è quel vostro idiota cinismo che osate verso di<br />

me.Voi,dimenticandovi che avete da saldarmi quel vecchio conto d'oro e di sole,me ne aprite un'altro di<br />

sterco e di fango.Certo cinismo incosciente è per me inconcepibile.Voi chiamate i miei scritti -che colla<br />

vostra inferiore mentalità di occhialuto pedante moralista non potrete comprendere mai-”deliri<br />

letterari(?)”(come dimostra tutta l'impotenza della vostra rabbia infelice quello stupiduccio punto<br />

interrogativo messo là tra parentesi!)”prose vuote e pazze”ecc.ecc.<br />

E dopo avermi paragonato(oh come la vostra profondità vi rende divinatore...)ai decadenti alcoolizzati<br />

ed inebetiti sconvolti dell'oppio e smidollati dalle sirene(sarete mica voi per caso Camillo,anche un<br />

CASTRATO fisicamente oltre ad esserlo spiritualmente?)vi compiacete pure classificarmi<br />

“grafomane”e”megalomane”.<br />

Io invece-per pareggiare bene i miei conti con voi-vi classificherò STERCOMANE.Classifica,questa,che<br />

do senza tema di dovermi smentire.<br />

* * *<br />

Ho quasi la ferma convinzione di avermi servito come meritate e di avervi accontentato oltre ogni dire.<br />

Cercavate un bel maschio forte e virile sano di corpo e di mente che sapesse maneggiare la sferza per<br />

frustare un po' la vostra senile mentalità floscia ed avvizzita e lo avete trovato.<br />

Siatene tanto riconoscente al vostro Max Nordau ed al ministro Benedetto Croce vostro ispiratore e<br />

maestro di morale.<br />

Quanto a me sono un ANARCHICO,vale a dire:un AMORALISTA.<br />

E la vostra morale mi fa schifo.<br />

Ed ora,prima di far punto,mi faccio il dovere di rendervi noto che non ho più ne tempo né pazienza da<br />

perdere con voi.<br />

Questa volta ho voluto essere indulgente e farvi quella rèclame da voi tanto agognata.Ma ora basta!<br />

Alle vostre sbrodolature di isterico settarista,risponderanno soltanto le note alte e solenni del mio<br />

sprezzante silenzio.Peggio per voi se non accorgendovi della vostra vanitosa presunzione continuerete a<br />

credervi un professore di scienza e d'anarchismo.<br />

Perchè,badate:voi volete epurare l'anarchismo dai “pazzoidi”.Ma gli scemi oltre ad essere dei poveri<br />

disgraziati muovono quasi sempre a compassione.<br />

E voi-ben lo sapete-siete proprio fra questi!<br />

* * *


UNA FEMMINA<br />

(da “il Proletario”,Pontremoli,a.I,n.1.,5 giugno 1922,pp.1-2)


Io t'amo sopratutto quando la<br />

tua gioia fugge dalla tua fronte oppressa;<br />

quando il tuo cuore si annega ne l'errore;<br />

quando sul tuo<br />

presente si stende la nube orribile<br />

del tuo passato.<br />

CARLO BAUDE<strong>LA</strong>IRE<br />

Io sono un poeta strano e maledetto.<br />

Tutto ciò che è anormale e perverso esercita su me un morboso fascino.<br />

Il mio spirito-farfalla velenosa dalle sembianze divine-è attratto dai peccaminosi profumi che emanano i<br />

fiori del male.<br />

Oggi canto la bellezza perversa di una “Femmina”,di una Femmina nostra che non ho mai posseduta e<br />

che non possederò mai...<br />

Ella cammina ora senza un nome,dimenticata ed ignorata attraverso le ariose vie della vita con chiuso<br />

nel cuore un così cupo e profondo dolore che l'innalza al di sopra della Donna e la rende divina.<br />

Questo gran fiore del male-contaminato e contaminatore-racchiude ancora in sé una purezza umana da<br />

sublimare tutta una vita e divinarla.<br />

Femmina!<br />

Sì,forse!...<br />

Intorno al suo nome circola una strana leggenda.Dice che il di lei corpo bello e peccaminoso spasimò tra<br />

le braccia dei vagabondi e dei ladri,dei nottambuli e dei poeti,dei ribelli e degli eroi...<br />

Tutti i mostri della notte conoscono i voluttuosi segreti delle sue carni bianche...<br />

Tutti gli assetati d'amore hanno bevuto i suoi baci...<br />

Ma ovunque Ella è passata ha lasciato cuori feriti e anime sanguinanti;carni piangenti e spiriti in<br />

rivolta...<br />

Perchè Ella-la Folle-fu-come il poeme Zarathustra-un Arpe dionisiaca di voluttà per tutti e per<br />

nessuno...<br />

Mentre il di lei corpo peccaminoso e fremente giaceva avvolto in voluttuosi spasimi sul letto dell'amore<br />

travolto negli abissi della gran dedizione,il di lei spirito inquieto,vagabondo e ribelle,vagava attraverso<br />

le sterminate regioni dell'infinito per dar corpo e forma ad un'impalpabile sogno etereo.La sua anima<br />

ammalata di solitudine e di lontananza non si lasciò mai travolgere dalla febbre spasmodica della<br />

insaziabile carne.<br />

Ella non amò che se stessa...<br />

*<br />

Qualcuno tra coloro che strinsero tra le loro braccia il corpo odoroso e perverso di questa “Femmina”<br />

bianca gettò nel suo grembo-purtroppo fecondo-i germi fatali di un'altra infelicissima vita.La<br />

“Femmina” sotto l'imperioso comandamento della natura divenne Madre.E la società che fu<br />

ingiusta,vendicativa e crudele,verso la Femmina,lo fu anche contro la Madre e contro lo stesso<br />

bambino.Egli-solo e impotente-fu lanciato tra la travolgente tempesta della vita in preda alla più triste<br />

solitudine materiale e di miseria e di disperazine.<br />

La madre,sola,derisa,perseguitata,maledetta,schernita.<br />

Lui,triste e melanconico.Figlio d'una vittima,fu vittima prematura a sua volta.<br />

*<br />

Fisso lo sguardo nell'alba misteriosa di quest'anima di Femmina strana per raccoglierne i rottami<br />

dispersi e ricostruirne il segreto.<br />

So che sotto la dionisiaca giocondità di queste creature perverse e scapigliate,scorre quasi sempre un<br />

filo sottile di mistica malinconia...<br />

Attraverso la mia poetica fantasia ricostruttrice la vedo vergine adolescente quando la prima volta il sole<br />

caldo e perverso della voluttà e del piacere s'immerse come una lama d'oro nelle sue carni pulsanti di<br />

desiderio,facendole risuonare nell'anima il grido irresistibile della giovinezza esuberante:<br />

amore,amore,amore!<br />

Forse era un'aurora tiepida e bionda;forse era un crepuscolo rosso.<br />

Ella si concesse al primo amplesso d'amore,e da quel giorno il suo corpo bianco fu un'Arpe di voluttà,un<br />

poema di piacere in preda alle fiamme pagane;un inno d'ebrezza cantato al di là del bene e del male,ove<br />

li spiriti liberi celebrano il rito iconoclastico alla gioia del vivere umano.<br />

Ma sotto la dionisiaca giocondità di questa creatura perversa e scapigliata scorreva un filo sottile di


mistica melanconia.<br />

Un giorno-forse uno di quei tristi giorni che gli astri a mezzo fi quelle forze occulte e magnetiche che<br />

preannunciano all'essere l'oscura fatalità del proprio destino-in una via formicolante di popolo d'una<br />

grande città rumorosa tre o quattro colpi di pistola eccheggiarono sinistramente.<br />

Un Pallido adolescente giunto sul culmine orrendo della più tragica disperazione prima di cadere<br />

esausto vinto sul fango della via volle fare udire il rombo cupo della sua protesta all'insensibile umanità<br />

che tutto ignora.<br />

Cosa tragica e triste.<br />

Insieme ad un membro della colpevole umanità cadde un compagno di rivendicazione.<br />

Chi era il pallido adolescente che tramutò la sua esile mano di giglio bianco in artiglio vendicatore?<br />

Il figlio della Femmina ribelle:della spregiudicata!<br />

*<br />

Alla tragica annunciazione,la Femmina perversa si ripiegò su se stessa come un melanconico salce<br />

piangente sotto l'imperversar dell'uragano e si purificò nel gran dolore della madre ferita a morte nel<br />

più intimo,caro e segreto di tutti i suoi affetti!<br />

Quel voluttuoso fiore del male si lavò l'anima,forse impura,ma bella,nella divina e benedetta rugiada del<br />

pianto,e divenne fiore di lilia e bellezza pura e incontaminata.<br />

Quell'anima sua insensibile che forse nessuno possedette mai per intiero,era riservata a raccogliere il<br />

grande dolore che lo stesso figlio delle sue viscere doveva arrecargli per vendicarla,mentre si vendicava.<br />

*<br />

La “Femmina” scapigliata e gioconda è oggi la Madre solitaria che chiusa nel cerchio del proprio<br />

dolore,muta e tragica come un'impenetrabile sfinge cammina senza un nome attraverso le velenose vie<br />

della vita,forse a perdonare;forse a maledire...<br />

La furibonda Anarchia del suo libero istinto si è fusa nella raffinata sensibilità del suo nuovo sentimento<br />

di madre,e dalla condensazione di questi due elementi profondamente umani deve ora scintillare una<br />

spiritualità così affascinante da irradiare le più sconosciute costellazioni del dolore umano.<br />

Io spalanco la bocca verso l'ignoto e chiamo a gran voce questa Femmina-madre per salutarla col nome<br />

di Sorella!<br />

La “donna”?<br />

Che me ne importa!<br />

Questa Femmina vive oggi al di sopra di lei:in una vetta più alta!<br />

Io amo le creature scapigliate e gioconde sotto la di cui dionisiaca paganità scorre sempre un filo sottile<br />

di mistica malinconia.E le amo maggiormente quando sul loro presente si stende la nube orribile di<br />

tutto il loro passato...


AL DI SOPRA DELLE DUE ANARCHIE<br />

(da “Vertice”,La Spezia,n.u.,21 aprile 1921)


Il pensiero sociale saturo di dinamica rivoluzionaria che irradia il concetto politico-sociale dei comunisti<br />

libertari irrompe attraverso l'universale profondità del dolore umano per intrecciarsi in un quasi<br />

monistico amplesso con l'altro più alto e vasto concetto psichico-spirituale dell'individualismo<br />

anarchico anelante alla definitiva e radicale anarchia.<br />

Ma essendo l'Anarchia un “assoluto finale” in piena armonia con l'infinito ideale ed il comunismo un<br />

“relativo” trapasso giuridico sociale sboccante nell'impirismo economico-perciò preludio e promessa ma<br />

non musicale armonia di piena e finale epopea-avviene che i rigogliosi figli delle due correnti teoretiche<br />

del divenire sociale continuano ad accapigliarsi ancora a vicenda contendendosi-or tempestosi ed or<br />

sereni-il patrimonio filosofico-spirituale della pura Anarchia.È l'antico dualismo che,rivestito di logica<br />

apparente,si aggira ancora nel cerchio vizioso ove la giostra del dogma e dell'utopia rotea sull'asse<br />

infausta del sogno che la verità deforma e trasfigura la vita.<br />

Ed è da questo cerchio vizioso,ove nessuna delle due parti ha ancora osato arditamente di uscire,ch'io<br />

voglio definitivamente svincolarmi per poscia immergermi nel bagno di un nuovo sole.<br />

L'anarchico che aspira al comunismo e l'individualista che aspra all'Anarchia non si accorgono di essere<br />

ancora stretti,violentemente,fra i ceppi della sociologia castratrice e fra le faci dell'umanesimo che è un<br />

viscido impasto di non-volontà individuale e di morale pseudo-cristiana.<br />

Chi accetta una causa sociale,collettiva ed umana,non è nella pura Anarchia del libero istinto vergine e<br />

originale dell'antropocentrico inassimilabile e negatore.<br />

Io-Anarchico e individualista-non voglio e non posso sposare la causa del comunismo ateo,perchè non<br />

credo nella suprema elevazione delle folle e perciò nego la realizzazione dell'Anarchia intesa come forma<br />

sociale di umana convivenza.<br />

L'Anarchia è negli spirit liberi,nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.<br />

L'Anarchia è l'intimo mistero animatore delle incomprese unicità,forti perchè sole,nobili perchè hanno<br />

il coraggio della solitudine e dell'amore,aristocratiche perchè sprezzanti della volgarità,eroiche perchè<br />

contro tutti...<br />

Nettare per l'Io psichico è l'Anarchia e non alcool sociologicoo per collettività.<br />

Anarchico è colui che si nega a tutte le cause per la gioia della propria vita irradiata dall'interiore<br />

intensità dello spirito.<br />

* * *<br />

Nessun avvenire e nessuna umanità,nessun comunismo e nessuna anarchia valgono il sacrificio della<br />

mia vita.Dal giorno che mi sono scoperto ho considerato me stesso come META suprema.<br />

Ora avvolto nella parabola ascendente del mio spirito libero e liberatore,sciolgo le briglie della pura<br />

nudità dell'istinto per librarmi al di sopra dell'arco-ispirazione sociologica ideale-che aggiunge e<br />

congiunge l'utopismo dogmatico delle due pallide anarchie sognatrici per glorificare-fra il contrasto dei<br />

venti e le feste del sole-l'egoarchia e possente signoria di me stesso.<br />

Oltre il tragio ponte del superuomo nietzschiano io scorgo un vertice ancora piu libero e fosforescente<br />

sul quale nessun dio-uomo mai celebrò i suoi natali né la sua pasqua di resurezione.<br />

Al di sopra dei popoli e dell'umanità vive e palpita l'assurdo e sublime mistero dell'UNICO indefinito.<br />

Io-folle aquila umana-irrompo fra la tenebrosa oscurità di questa fosca notte,ove urla la tempesta delle<br />

idee e rumoreggiano i venti del pensiero,per poscia librarmi oltre le braccia antelucane dell'alba e,fra<br />

l'ardente fiamma del sole meridiano,divinarmi nel palpito voluttuoso e dionisiaco dell'istinto<br />

amoralistico e vitale ove la luce dello spirito e la passionalità del sentimento si inebbriano nelle vergini e<br />

selvagge sorgenti del sangue e della carne.<br />

* * *<br />

La gioia è-prima di tutto-un modo speciale di sentire la vita.<br />

Per l'uomo superiore e di sentire elevato esiste la sublime gioia del dolore e la profonda tristezza della<br />

felicità.Zarathustra che,attraverso la dolorosa e sublime solitudine delle vette,cerca,con avidità,la fine<br />

gioia della conoscenza,ed incontra la folle e divina pazzia;Giulio Bonnot che,attraverso il”Crimine” ed il<br />

“Delitto”,sublima la volontà dell'Unico che,al di là del Bene e del Male,ascende verso il cielo dell'Arte<br />

eroica del vivere e del morire.Bruno Filippi che si annienta nello sforzo titanico,che rivendica il diritto<br />

dell'”Io” contro le costrizioni sociali delle viscide collettività borghesi e plebee,sono le gemme radiose<br />

componenti la ghirlanda libertaria del mio amoralismo vitale,nonchè i protagonisti della mia tragedia<br />

spirituale.


Io nella vita cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto.E non m'importa sapere se<br />

queste abbiano le loro radici perverse entro le caverne del bene o entro i vorticosi abissi del male.Io<br />

ascendo,e se nell'ascendere incontrerò il tragico fulmine del mio destino,la vita e la more si curveranno<br />

sulla mia bocca contorta per poscia seguirmi nel turbine supremo ove l'Arte glorifica i forti ed<br />

incompresi ribelli che la morale vitupera e condanna,che la scienza chiama pazzi e che la società<br />

maledice.<br />

* * *<br />

Io sono dunque il tripudiante istinto liberato.Porgendo l'orecchio a me stesso sento l'urlo scrosciante<br />

dello spirito mio liberatore che canta l'epica e trionfale canzone della vittoria finale.<br />

Tutte le ARCHIE sono cadute infrante.Ora mi amo e mi esalto,mi canto mi glorifico.I miei vecchi sogni<br />

hanno trovato riposo sulla pelle bianca e odorosa delle donne.L'ardente e pagana anima mia di<br />

spregiudicato poeta si specchia con voluttà nei loro occhi perversi ove gli spiriti del Piacere e del Male<br />

danzano la danza più folle.Solo il luccicar delle stelle,lo scorrere dei fiumi,il mormorio della<br />

foresta,dicono qualche cosa di ciò che vive in me.Chi non comprende le strane sinfonie della natura non<br />

può comprendere le strofe sonore delle mie maliarde canzoni.<br />

* * *<br />

Il mionon è un pensiero o una teoria,ma uno stato d'animo,un modo particolare di sentire.Quando<br />

sentirò il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri ed i miei furenti stalloni,sarà intorno<br />

a me un'orgia pazza d'amore e di sangue,perchè io sono-lo sento-ciò che gli abitanti delle paludi morali<br />

della società chiamano “delinquente comune”.<br />

* * *<br />

Pazzo?Come volete!Gli esseri normali non hanno mai goduto le mie simpatie.Fra gli uomini i più che<br />

amo sono i “delinquenti” del Pensiero e dell'Azione(Artisti,Ladri,Vagabondi,Poeti).<br />

Fra le donne amo le pervertite.Le amo vestite di azzurro nei tramonti serali.Le amo vestite di rosso fra il<br />

biondo delle albe nascenti,le amo nude e profumate sul letto d'amore,le amo vestite di bianco sul<br />

piccolo letto di morte.<br />

Povere,piccole,grandi sorelle mie che ho sempre amato e possedute mai.Io vi amo!vi amo!vi amo!<br />

Ditemi o sorelle mie viventi,o sorelle mie trapassate:chi?chi di voi fu la più celebre,la più grande,la più<br />

pervertita?<br />

Ah,ricordo,ricordo!...<br />

Clara fosti tu!...Ma ora dove sei?<br />

Ti conobbi una volta attraverso il Giardino dei Supplizi di Ottavio Mir[a]beau.Ti conobbi e ti amai!Tu<br />

sei la più strana e raffinata creatura,più romanticamente e profondamente umana e crudele che abbia<br />

saputo sentire finemente la vita e squisitamente l'amore fra il gemito straziante dei suppliziati ed il<br />

profumo dei fiori.Quando ti penso a correre,folle e leggere,sotto il preludio biondo del crepuscolo d'oro<br />

per trovare una verde zolla arrossata di sangue e fartene un letto nuziale per concederti al più profondo<br />

amplesso d'amore,io mi sento esaltato dall'ammirazione per te.<br />

Ah,romantica e raffinata creatura,come tu sai penetrare il miracolo divino dei fiori e come il profumo<br />

sensuale del Tallitro cinesi ti insegna a sublimare...<br />

Solo una grande lussuriosa e una grande pervertita tua pari poteva udire-anche fra l'urlo straziante e<br />

terribile dei suppliziati-la voce forte e possente dell'instintiva natura che<br />

grida:”Amatevi!...Amatevi!...Fate anche voi come i fiori...Non c'è che l'Amore di vero!.Ed io lo<br />

comprendo e lo sento,o Clara,il tuo amore peccaminismo e amorale,maledetto ed abbominato dalla<br />

castrata purezza della morale dei casti e degli uomini.Lo sento che folle e impetuoso s'innalza dalle più<br />

sotterranee profondità dell'istinto,per rimbalzare-con musicale armonia d'ansie e di misterispregiudicato<br />

e superbo innanzi al barbaro e crudele spettacolo dei sacrifici umani e per celebrare il<br />

palpito supremo e gagliardo della GIOIA più dolorosamente profonda,risuonante nel cuore sanguinante<br />

della vita più tragica e piena.<br />

* * *<br />

O perversa eroina di Ottavio Mir[a]beau,io ti sublimo e ti canto perchè sono il barbaro canto del Male.<br />

Al di sopra delle due Anarchie della Ragione e del Bene,io innalzo-glorioso e trionfante-il vessillo<br />

dell'Anarchia dell'Istinto e del Male.


<strong>LA</strong> MISTERIOSA<br />

(Con pseud. Di Mario Ferrento,da “Vertice”,La Spezia,21 aprile 1921)


Ci incontrammo sulla riva di un fiume in un caldo meriggio di agosto.Mi guardò,la guardai...<br />

Dalla sua carne bianca e odorosa si sprigionava il sensuale profumo di tutti i fiori festanti e dai suoi<br />

occhi emanava tutta la divina luce del sole.<br />

Nelle sue vene azzurre ,caldo e fecondo,tutto il sangue umano ed il palpito possente del suo grande<br />

cuore era l'enorme palpito di tutto l'Universo.<br />

Nell'anima sua vi erano abissi paurosi contenenti tutta la tenebra popolata di spiriti spettrali della<br />

negazione,e tutti i culmini abitati dai radiosi spiriti di tutte le luci dell'affermazione.<br />

Ella simboleggiava l'infinito ed il finito,l'enigma e la verità,il rivelato e l'ignoto,la sfinge e il mistero...<br />

Io non vidi mai figura più perfetta di zingara vagabonda e senza alcuna mèta.<br />

Mi disse:”Si,si,lo comprendo quel folgorante punto interrogativo che brilla cosi stranamente nelle tue<br />

pupille come un diamante dalle virtù malefiche incastonato in un anello d'oro.Si,si,lo comprendo!...”<br />

Tu mi vuoi dire:”Noi ci siamo già veduti una volta...”?<br />

“infatti...”Ma ella non mi lasciò finire.Mi troncò-con un grido-la parola a metà e “taci,taci” mi disse.<br />

“Non mi parlare di ciò che sai,non mi parlare di ciò che sai,non mi parlare di ciò che fu...”E<br />

continuò:”Del resto avvenne a te quello che avvenne anche alla quasi totalità degli uomini.<br />

Tu non mi avesti che in sogno e molto deformata!<br />

Storia volgare dunque quella del nostro amore.Ma ora non più sogni...non più volgarità!.<br />

Guardami!non sono la solita chimera,la solita creatura dei sogni.No!Sono proprio io che ti parlo<br />

ora.Guardami negli occhi!...Vedi di quale alito perverso sprigiona dalle mie vergini labbra?Odi quale<br />

musica strana compongono i ritmici battiti del mio enorme cuore?Ed il folle tremendo mistero di questa<br />

paurosa anima mia lo comprendi?”<br />

…....................<br />

Ero disorientato.Credevo che qualche eccesso di delirio o qualche ondata di gioia mi avessero dato<br />

l'allucinazione.Distolsi i miei occhi dagli occhi di lei e guardai le acque del fiume che scorrevano<br />

maestosamente nella concavità del loro letto silente come liquido di purissimo argento.<br />

Fra i verdi cespugli d'erba popolanti la riva,delle piccole striscie di ombra giocavano a rincorrersi-fra le<br />

danze leggere del vento-con delle sottili scaglie di sole.<br />

La domestica campagna e la selvaggia foresta intrecciavano-poco lontano-i cori maestosi e festanti delle<br />

loro superbe canzoni.<br />

Ella-la Misteriosa-continuò a parlarmi così:”Io ti ho veduto pallido e triste,ma con la pupilla divinata ed<br />

irradiata dalla speranza,scendere nei più profondi labirinti dell'umano dolore per raccogliere qualche<br />

gemma preziosa,dispersa fra le scorie di antiche miniere scavate nella groppa del tempo da antichi<br />

minatori.<br />

Ma ogni pietra raccolta ti sanguinò le mani ed ogni vulnerata carverna ti mostrò la mostruosa faccia del<br />

Dubbio fra le fauci del quale la tua anima fu stretta come da un morso atroce.<br />

Pensavi:-E se la pietra raccolta fosse falsa? E se le fatiche mie fossero vane?-Ma quando poi scoprivi il<br />

radioso brillare di un'altra gemma,nascosta fra le inutili scorie,subito il ti riassaliva la gioia del lavoro<br />

con le sue mille svariate frenesie,e frebbrilmente scavavi,innocurante del sudore che ti bagnava la fronte<br />

e del sangue che ti sgorgava dal cuore.E quando sull'altare della pagana anima avevi deposto tutte le<br />

preziose pietre dell'antico sapere,spalancavi le ali del nuovo pensiero per volare sul culmine dell'ideale<br />

per dissetarti alle pure sorgenti della fede.<br />

Ma quando sedevi sull'assolato culmine,soddisfatto delle tue grandi conquiste,ecco che le furie del<br />

dubbio chiamavano a raccolta i neri demoni della malinconia per dare la scalata alla montagna ed<br />

assalirti nel tuo sacro eremo.<br />

Allora ti accorgevi di non aver trovato la via luminosa della vera pace e le tue pipille,fosche e smarrite,si<br />

fissavano intensamente nel vuoto.<br />

Ah,si!Tu cercavi la VIA povero pazzo.Ma la via non c'era...<br />

Ci sono molte vie ma non l'unica via!E l'unica via eri tu.<br />

Tu con tutti i tuoi grandi difetti e le tue grandi virtù.<br />

Ma tu non ti vedesti...Fosti uno scopritore di mondi ignorati ma tu non ti scopristi.Tu che di tutti i<br />

mondi eri il centro animatore.<br />

Tu non fosti mai il grande solitario monologico,dimentico del mondo,e di te stesso Dio e contemplatore.<br />

Io ho veduto i materialisti strisciare con il ventre a terra come dei neri rettili,e gli<br />

spiritualisti(idealisti)volare,trasportati e vuoti come delle miserabili perfezioni disseccate.E dietro di<br />

loro ho vedute le lunghe coorti dei mistici e le infinite teorie degli asceti,vagare-poveri pazzi-alla ricerca<br />

di leggi esteriori da servire in una chiavica umida e muffosa di teoria e ombrata di fede,entro la quale<br />

incanalare la loro inutile vita di ossessi!<br />

L'uomo-anche colui che porta nel pugno il labaro della Libertà-cerca sempre la schiavitù nella vita.<br />

Nessuno vuole persuadersi d'una verità che nega ogni”sistema”,ogni”regola”,ogni”forma”.<br />

Anche i libertari cercano il sistema,la regola,la forma...


Cercano la teoria svirilizzante e la fede omicida.Prova dire a costore:nè “regole” né “forme” e ne<br />

“sistemi”,ma Brividi e Fremiti,Sensività e Intuizioni,Lirismo e Immaginazione,Forza e Fantasia ed essi ti<br />

diranno:”Ben altro ci vuole per la Società,ben altro ci vuole per l'Umanità!”<br />

La Società e l'Umanità sono l'incubo degli ossessi!E questo incubo tormentatore della Società e del “Ci<br />

vuole...”crea le oscure falangi dei pessimisti che tutto vedono nero e quelle degli ottimisti che tutto<br />

vedono rosso.<br />

Il mondo è-per se stesso-la stassa cosa di tutti.Ma gli scettici non credono e i religiosi adorano.Ma gli<br />

uni e gli altri si ostinano rabbiosamente a condannare colui che sa essere religioso e ateo,santo e<br />

peccatore,scettico e credente,ribelle e dominatore proprio al medesimo tempo.E questo semplicemente<br />

perchè nessuno vuole comprendere che l'essere è un tutto nel tutto e non una particella infinitesimale<br />

dell'universo o una rotella microscopica della macchina umana.Ed anche tu-mio povero pazzo-cercavi<br />

una via,un orizonte,un “là” alla tua vita.Ma al vagabondo dello spirito tutte le vie sono aperte,come per<br />

l'iconoclasta ogni tempio è vulnerabile ed all'Eroe possibile ogni mèta.<br />

Non c'è una VIA ma vi sono tutte le VIE.<br />

Non c'è una Verità ma vi sono tutte le Verità.<br />

Non c'è il diritto ma la Forza.<br />

Non c'è la legge ma il libero arbitrio.<br />

Non esiste la Giustizia ma l'Ingiustizia.<br />

Non esiste ciò che si chiama Amore ma bensi l'Egoismo.<br />

Ogni coerenza teoretica è mutilazione vitale e la vera logica è l'illogicità.Ogni uomo che segue una via<br />

con gli occhi fissi a una mèta è sempre in compagnia del rimorso come colui che giurando trova sempre<br />

il rimpianto.<br />

Solo colui che cammina su tutte le vie con l'occhio fisso nel disco del suo mondo interiore può essere il<br />

signore della serenità e il Dio della pace felice.”<br />

Qui la Misteriosa ebbe una pausa.Girò lo sguardo intorno.Guardo il bel sole,il fiume cristallino e la<br />

festante foresta.Cantò un inno ateo alla solitudine che non ha testimoni.Poi mi disse allegramente:”Si,io<br />

sono tua,tutta tua.È questo il luogo in cui tu devi prendermi”.E così dicendomi si tramutò sotto le forme<br />

di un'ombra ed avvicinandomi mi conmpenetrò.Da quel giorno io sono il corpo di lei poiché Ella altro<br />

non è se non l'Anima mia.


CATTIVE PASSIONI<br />

Le ragioni e la necessità di affrontare con impegno la pubblicazione e la riedizione di testi-teorico pratici<br />

sotto il nome di Edizioni Cerbero 2 ha per principio riflessivo la maturazione individuale libera delle<br />

cattive passioni 3 quelle passioni personali uniche ed egoiste che fanno da perno al libero arbitrio e al<br />

relativismo,ricacciate dalla società come rovina dell'ideale di un umanità convivente. Partendo da questo<br />

amorale incipit,tendere e portare avanti proposte anarchiche-nichiliste per colpire il costituito “altare del<br />

bene e del male” gene delle galere e degli applausi nei teatri di stato,degli inferni e dei paradisi, dei premi e<br />

del privilegio, fino alle punizioni perpetuate dai cani delle leggi accresciuti sull'edificazione di Stati o di<br />

Società ideali. Intenzione iniziale è appunto riconquistare l'io 4 ,riconquistare la libertà illimitata delle nostre<br />

passioni. Analizzare con la scelta di opuscoli ,comunicati e rivendicazioni vecchi e recenti di attentati anarcoterroristi<br />

5 contro lo stato come nel caso delle “Cellule di cospirazione di fuoco-Gruppo di guerrigliafrazione<br />

nichilista” su i metodi di lotta e i mezzi fisici e morali che più delle volte impone il cosiddetto<br />

sedicente movimento anarchico nelle sue più lontane e contrastanti correnti che per una malsana ipocrisia<br />

cristiana-comunista democratica raccoglie sotto la bandiera rivoluzionaria la valutazione opportunista<br />

dell'unione fa la forza ,del tutto e il contrario di tutto, amici di oggi e nemici di un domani;vediamone un<br />

esempio:<br />

“Ma se,o per le conseguenze dell'educazione ricevuta dalla presente società o per malore fisico,o per qualsiasi altra<br />

causa,uno volesse fare del danno a noi ed agli altri,noi ci adopereremmo,se non per essere certi,a impedirglielo con tutti i<br />

mezzi a nostra portata.Certo,siccome noi sappiamo che l'uomo è la conseguenza del proprio organismo e dell'ambiente<br />

cosmico e sociale in cui vive;siccome non confondiamo il diritto della difesa col pretesto,assurdo diritto di punire;e<br />

siccome nel delinquente, cioè in colui che commette atti antisociali, non vedremmo già lo schiavo ribelle,come avviene al<br />

giudice di ogg,ma il fratello ammalato e necessitato di cura,così noi non metteremmo odio nella repressione,ci<br />

sofrzeremmo di non oltrepassare la necessità della difesa, e non penseremmo a vendicarci ma a curare,a redimere<br />

l'infelice con tutti i mezzi che la scienza ci insegnerebbe.In ogni modo ,comunque l'intendessero gli anarchici(ai quali<br />

potrebbe accadere come a tutti i teorici di perder di vista la realtà,per correr dietro ad un sembiante di logica)è certo che<br />

il popolo non intenderebbe lasciare attentare impunemente al suo benessere ad alla sua libertà,e,se la necessità si<br />

presentasse provvederebbe a difendersi contro le tendenze antisociali di alcuni..” 6<br />

Se non facciamo caso ad alcune definizioni questo scritto ricorda qualsiasi discorso proclamato da un<br />

qualsivoglia politico filo cattolico democratico,un socialista “illuminato dalla fede” ,un frate cappuccino ,un<br />

assistente sociale,un possibile carceriere misericordioso,uno psichiatra...invece è Errico Malatesta,che per<br />

risolvere il problema “delle tendenze antisociali” ricorrerebbe a mezzi coercitivi quali in evidenza il<br />

“manicomio criminale” in contrasto poi con il punto 2 del suo programma;. 7<br />

2 Non è a caso,Cerbero sorveglia le porte del nostro inferno personale dove nessuno può entrare e dove nulla esce<br />

3Non sono i grandi sentimenti a decidere della moralità o della santità delle persone; essi sono la riserva inesauribile<br />

delle immagini e degli affetti nei quali si esprime la vita morale. Le passioni sono moralmente buone quando<br />

contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive nel caso contrario. La volontà retta ordina al bene e alla beatitudine i<br />

moti sensibili che essa assume; la volontà cattiva cede alle passioni disordinate e le inasprisce. Le emozioni e i sentimenti<br />

possono essere assunti nelle virtù, o pervertiti nei vizi.” cfr. Catechismo della chiesa cattolica<br />

4“Anarchico è solo colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha ritrovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e<br />

superbo “sui margini della società” negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.” <strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> ora in “Sono la mia<br />

causa” ,edizioni Cerbero<br />

5“Lasciamo liberare i nostri istinti distruttivi.Può iniziare un nuovo ciclo di guerriglia, ancor più forte, ancor più<br />

distruttivo.Ogni casa può divenire un nascondiglio e da tutti i posti nascosti verrà il fuoco che li brucerà tutti vivi.<br />

Che sappiamo che la nuova guerriglia non è una bolla di sapone, né un impulso adolescenziale o un'esplosione d'ansietà<br />

artistica.La realizzazione e la rivitalizzazione dei nostri desideri aggressivi, le nostre negazioni, la nostra esistenza sono<br />

nell'attacco allo status quo.<br />

Sarai sempre dritto di fronte a noi ... e vedremo chi avrà con la schiena contro il muro.<br />

Cospirazione delle Cellule di Fuoco - Frazione Nichilista”<br />

6da “l'Anarchia” di Errico Malatesta.mi costringo in questa nota inopportuna a specificare la provenienza di questo testo<br />

che per altro ho già inserito nelle note(del volantino introduttivo,incompleto).Risolvo forse ad alcuni il problema di<br />

rispolverare gli scritti ,che seppur compagni amanti di Malatesta non riescono ad individuare il passo citato.<br />

7Errico Malatesta ,L'anarchia:<br />

“Abolizione del governo e di ogni potere che faccia la legge e la imponga agli altri:Quindi abolizione di<br />

monarchie,repubbliche,parlamenti,eserciti,polizie,magistrature,ed ogni qualsiasi istituzione dotata di mezzi coercitivi.”<br />

Spesso e volentieri gli anarchici combattono un mondo ,quello di oggi, che gli calza a pennello...come un vestito fatto su<br />

misura,covando – fra i più astuti che sanno nasconderlo-istinti conservatori,vedi la paura nel distruggere abitudini e<br />

tradizioni secolari morali e architettoniche,le radici:”opere<br />

d'arte,monumenti,relazioni,rispetto,carità,socialità,umanità,religiosità,educazione,...”.Inorriditi dall'amoralità<br />

Mantengono tutto così com'è - anzi a volte le rinnovano con battesimi verbali,con vestitini da prima comunione per farlo<br />

sembrare più bello,chiamando pratiche conservatrici con nomi rivoluzionari, un abile virtuosismo lessico grammaticale<br />

che muta esteticamente ma che non toglie il puzzo stantio delle cose vecchie-,quel Tutto,anche a discapito<br />

dell'individuo,L'io,che è la ragione di ognuno,la propria causa qualunque essa sia,unica e non di tutti-per rispondere ai


“La resistenza all'oppressione del potere politico non ricorrerà legittimamente alle armi,salvo quando sussistano tutte<br />

insieme le seguenti condizioni:<br />

1.in caso di violazioni certe,gravi e prolungate dei diritti fondamentali;2.dopo che siano tentate tutte le altre vie;3.senza<br />

che si provochino disordini peggiori;4.qualora vi sia fondata speranza di successo;5.se è possibile intravedere<br />

ragionevolmente soluzioni migliori.”<br />

“Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario,il suo atto è illecito.Se invece reagisce con<br />

moderazione,allora la difesa è lecita[...].” 8<br />

Per difendersi dalla pericolosità dell'unico ,come si può ben vedere,tutte le dottrine sociali tendenti nella<br />

propria natura alla loro conservazione colpiscono “adeguatamente” qualsiasi perversione che non vuole<br />

inglobarsi e inglobare la propria cattiva passione nei contenitori collettivi ,detentori di verità inviolabili. In<br />

Dio con il Battesimo,e con la morale (del Socialimo) nell'Umanità.<br />

Sono la mia Causa<br />

Il <strong>Novatore</strong>,altra scelta editoriale delle Edizioni Cerbero,colpisce in pieno proprio questo punto,un punto<br />

importante a mio avviso sulle prospettive,presenti,che deve darsi un singolo rispetto alle analisi che lo<br />

vorrebbero collocato in una processione parrocchiale-rivoluzionaria ci mette in guardia dai predicatori<br />

sociali,ladri dell'io:<br />

“Solo colui che sa apprezzare con impetuosa violenza i rugginosi cancelli che chiudono la casa della gran menzogna ove si<br />

sono dati convegno i lubrici ladri dell’Io (dio, stato,società, umanità), per riprendere dalle mani viscide e rapaci –<br />

inanellate del falso oro dell’amore della pietà e della civiltà, dei biechi predatori, il suo più grande tesoro, può sentirsi<br />

padrone e signore di sé, e chiamarsi anarchico.”<br />

continua:<br />

“Il primo uomo che disse: “Non vi è nessun dio”, fu senza dubbio un atleta dell’umano pensiero. Ma colui che si limitò a<br />

dire che: “Il dio del prete non c’è”, barò coll’equivoco lasciando a sufficienza comprendere di essere, egli, un losco<br />

partigiano il quale già premeditava di uccidere gli uomini forse con una nuova menzogna.<br />

Tenetevi ben guardinghi da coloro che si limitano alla sola negazione di dio.”<br />

l'io quindi è il tutto,il Nulla che crea dal Nulla,Max Stirner 9 ne ha dato la base nel suo “l'unico e la sua<br />

propietà”e in <strong>Novatore</strong> si trova una degno riassunto:<br />

“La guerra contro l'uomo-individuo fu incominciata da Cristo in nome di Dio, fu sviluppata attraverso la democrazia in<br />

nome della società, minaccia di completarsi nel socialismo, in nome dell'umanità.<br />

Se non sapremo distruggere in tempo questi tre assurdi quanto pericolosi fantasmi, l'individuo sarà inesorabilmente<br />

perduto.<br />

conservatori sociali leggere M.Stirner<br />

8La legittima difesa,oltre che un diritto,può essere anche un grave dovere,per chi è responsabile della vita di altri.la difesa<br />

del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere.A questo titolo,i legittimi detentori<br />

dell'autorità hjanno il diritto di usare anche armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro<br />

responsabilità.<br />

Corrisponde ad un'esigenza di tutela del bene comune lo sforzo dello stato inteso a contenere il diffondersi di<br />

comportamenti lesivi dei diritti dell'uomo e delle regole fondamentali della convivenza civile.La legittima autorità<br />

pubblica ha il diritto ed il dovere di infiliggere pene proporzionate alla gravità del delitto.La pena ha innanzi tutto lo<br />

scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa.Quando è volontariamente accettata dal colpevole,essa assume valore<br />

di espiazione.La pena poi,oltre che a difendere l'ordine pubblico e a tutelare la sicurezza delle persone,mira ad uno scopo<br />

medicinale:nella misura del possibile,essa deve contribuire alla correzzione del colpevole.<br />

L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude,supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità<br />

del colpevole,il ricorso alla pena di morte,quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente<br />

dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.Se,invece,i mezzi incruenti sono sufficenti per difendere dall'aggressore e<br />

per proteggere la sicurezza delle persone,l'autorità si limiterà a questi mezzi,poichè essi sono meglio rispondenti alle<br />

condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.Oggi infatti a seguito delle<br />

possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha<br />

commesso,senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi,i casi di assoluta necessità di soppressione del reo<br />

“sono ormai molto rari,se non addirittura praticamente inesistenti”.<br />

Cfr.Catechismo della chiesa cattolica – San Tommaso d'Aquino “summa theologiae”-<br />

9“Dio e l'umanità hanno fondato la loro causa su nulla,su null'altro che se stessi.Allo stesso modo io fondo allora la mia<br />

causa su me stesso,io che,al pari di Dio,sono il nulla di ogni altro,che sono il mio tutto,io che sono l'unico.Se Dio,se<br />

l'umanità hanno,come voi assicurate,sufficiente sostanza in sé per essere a se stessi il tutto in tutto,allora io sento che a<br />

me mancherà ancora meno e che non avrò da lamentarmi della mia “vuotezza”.Io non sono nulla nel senso della<br />

vuotezza,bensì il nulla creatore,il nulla dal quale io stesso,in quanto creatore,creo tutto.” Max Stirner,Lunico e la sua<br />

proprietà


Bisogna che la rivolta dell' "io" si espanda, si allarghi, si generalizzi!<br />

Noi — i precorritori del tempo — abbiamo già acceso i fari!<br />

Abbiamo acceso le torce del pensiero.<br />

Abbiamo brandito la scure dell'azione. E abbiamo infranto. Abbiamo scardinato!<br />

Ma i nostri "delitti" individuali devono essere l'annuncio fatale della grande tempesta<br />

sociale.<br />

Quella grande e tremenda tempesta che frantumerà tutti gli edifici delle menzogne<br />

convenzionali, che scardinerà i muri di tutte le ipocrisie, che ridurrà il vecchio mondo in un<br />

mucchio di macerie e di rovine fumanti!<br />

Perché è da queste macerie di dio, della società, della famiglia e dell'umanità, che potrà<br />

nascere rigogliosa e festante la nuova anima umana. Quella nuova anima umana che sulle<br />

rovine di tutto un passato canterà la nascita dell'uomo liberato: dell’ "io" libero e grande.”<br />

potrei sommergere queste pagine di citazioni e avvertimenti del <strong>Novatore</strong> a riguardo, meriterebbe di più<br />

soffermarsi su alcuni punti cardine del suo pensiero,ma lo spazio a disposizione non me lo consente come<br />

vorrei.<br />

“Il mio non è un pensiero o una teoria,ma uno stato d'animo,un modo particolare di sentire.Quando sentirò il bisogno di<br />

mettere decisamente in libertà i miei Centauri ed i miei furenti stalloni,sarà intorno a me un'orgia pazza d'amore e di<br />

sangue,perchè io sono-lo sento-ciò che gli abitanti delle paludi morali della società chiamano “delinquente comune”.<br />

Ah!<strong>Novatore</strong> tocca qui un nervo scoperto.In pochi possono - senza avere un brivido di terrore e raccapriccio<br />

ipocrita-leggere e sostenere il messaggio di unicità che viene esposto in maniera così concreta quanto<br />

poetica.In pochissimi riescono a condividere il fatto che un “delinquente comune” possa essere considerato<br />

un'anarchico.<br />

Il prigioniero politico ha dalla sua la solidarietà dei compagni(e qui bisognerebbe aprire una parentesi su<br />

cosa si intende per solidarietà,ma mi riservo per ora qualche momento di salute),gli stessi compagni che,<br />

seppur sbandierando l'annientamento del sistema carcerario,covano in loro,un piccolo muratore che già<br />

comincia a tirar su mattone su mattone un edificio simile a quello appena demolito -nel migliore dei<br />

casi-,altri invece le mura già le hanno tirate su da un pezzo-nel peggiore dei casi-,mura contenenti pensieri<br />

prima che persone:una psicopolizia preventiva.<br />

Alcuni compagni però non si fermano a limitare i propri pensieri e voleri,ma vogliono che questo limite sia<br />

applicato in maniera collettiva,democratica, e con ciò, impartire su scala un piano regolatore per edificare<br />

senza errori di percorso le galere dell'azione.Non potete immaginare quante braccia hanno le carceri di<br />

codesti sedicenti compagni!<br />

Utilizzare il termine compagno confonde purtroppo la questione in se.<br />

La solidarietà come dicevo è un punto di forza del movimento anarchico?<br />

Penso che idealmente lo sia,ma rimane come tale,un'idea un'astrazione.<br />

Non è questa la sede per approfondire tutto il senso della solidarietà.Ora la solidarietà -fortunatamente non<br />

in tutti i compagni,per alcuni- è un mezzo che muove solo un consenso di forza-etica da chi lo riceve,questo<br />

atto,e non come forza-attiva;funziona da motivatore e non da formula risolutiva del problema.Un rosario o<br />

una pregheria hanno lo stesso effetto.<br />

Ora,il detenuto politico ha dalla sua la massa inerme che si canalizza nella sua etica e solo a condizione di<br />

queste premesse si muove a questo scopo,che poco serve a tirarti fuori dalla galera ma che ti fa diventare un<br />

martire della causa se hai i numeri giusti.<br />

In pratica ti osservano morire e, dopo morto,alcuni canteranno messa per pareggiare i conti con la coscienza.<br />

Il delinquente comune è colui che è uscito fuori.<br />

Il delinquente del pensiero e dell'azione ha saputo osare,andare oltre!.<br />

Bruno Filippi in proposito scrive così:<br />

“Io so che vivo e che voglio vivere.<br />

E’ molto difficile mettere in azione questo voglio. Siamo circondati da un’umanità che vuole quello che vogliono gli altri.<br />

La mia affermazione isolata è delitto de’ più gravi.”<br />

(Il me faut vivre ma vie)<br />

Affermare se stesso è un crimine contro l'umanità.<br />

Il crimine più grande di cui la società si è macchiata è quello di aver tolto la possibilità e i mezzi all'individuo<br />

per comprendere e riconoscersi se stessi :<br />

E’ inutile sono bacato. La società mi ha vinto. E odio. Odio forsennatamente questa umanità bruta che mi ha ucciso, che<br />

ha fatto di me una scorza d’uomo.<br />

(ibidem)


La società colpisce le diversità con estrema violenza,e dal suo punto di vista è la cosa più ovvia che possa<br />

fare.Bakunin afferma nella sua filosofia che non può esistere “la libertà senza socialismo” e un “socialismo<br />

senza la libertà”.La società quindi per il rivoluzionario russo è una sorta di agente plasmativo<br />

dell'individuo;l'individuo è sottoposto continuamente ad influenze esterne a lui che assorbendole mutano il<br />

carattere esistenziale dell'essere.Devo dire che in parte è vero.Molto degli individui che conosciamo o che<br />

conosceremo sono il risultato delle proprie esperienze o come viene detto prodotti dell'apparato geograficostatale<br />

dove sono cresciuti ecc. .<br />

Ma così affermando,l'individuo perde di senso,perde quella cosa che si chiama unicità.<br />

Cioè è come dire,se nasci in una famiglia di ladri,da grande sarai un ladro.<br />

È certo che se nati in un mondo dove il dominio è legge,chi vivendo o subendo questo sistema si sentirà<br />

leggittimato moralmente a seguirne i precetti.<br />

Ma questa categoria è la categoria che farà “massa” o popolo.<br />

È anche questo uno dei tanti motivi per cui la società è un male,un male che per molti è inevitabile,comodo e<br />

scomodo a seconda del grado di compromesso che si vuole accettare.<br />

Cioran diceva che se si contasse ogni pensiero omicida di ognuno verso un suo simile,il mondo sarebbe una<br />

landa deserta.Chi almeno una volta non ha desiderato la morte di qualcuno?<br />

Ritornando alla società,Bakunin pensa che più ci sarà una società fatta da liberi e più il grado di individualità<br />

sarà di pari passo libero.<br />

<strong>Novatore</strong> nei suoi appunti è lapidario a questo proposito:<br />

“Non ho mai saputo spiegarmi il perchè vi possa ancora essere una quasi moltitudine di uomini apparentemente molto<br />

distinti ed evoluti i quali credono e sperano di poter trovare il proprio trionfo e la propria elevazione,nel trionfo e nella<br />

elevazione del popolo.Costoro non si sono accorti mai – come direbbe per altre questioni il Balzac – che giace uno<br />

scheletro dov'essi si curvano per raccogliere un tesoro.”<br />

Chiunque,spero,abbia avuto un briciolo di contatto con la società attuale (e con questo ci metto in mezzo<br />

anche gli anarchici)sà benissimo che è come riporre fiducia nel vuoto.La società ama la propria illusione del<br />

perdurare nel tempo,non mette in conto la sua estinzione(che sarebbe la cosa più auspicabile).<br />

Io sono un individuo a prescindere dalla società in cui vivo.Bisogna negare,operare nella diseducazione delle<br />

cose,rifiutare completamente tutto quello che ci è stato servito.Accettare teoricamente la proposta bakunista<br />

è accettare almeno in parte di essere dipendente dalla sollevazione generale.<br />

L'umanità bruta che odia Filippi è proprio la stessa umanità che dovrebbe aiutarmi a trovare me stesso?Un<br />

discorso del genere non si può accettare.Io desidero vedere tutti liberi ma non per inglobarli in un sistema<br />

teorico preventivato prima “del caos”che promette ordine,ma perchè voglio vedere la natura umana compiere<br />

il tragitto più breve per arrivare al nulla:o una umanità sconosciuta a l'uomo oppure l'immediata barbarie.Il<br />

resto è cristianesimo.<br />

Come spesso affermo parlando con compagni di vario genere,sono convinto che è difficile non condizionare<br />

la libertà futura o presente,per essere più positivi.L'essere umano è corrotto non come lo si intende<br />

cristianamente,non basta un sacro battesimo per riportarlo alla retta via.Un rivoluzionario dovrebbe<br />

desiderare, se il suo scopo è quello di cercare la purezza e l'armonia ,di essere un genitore suicida.L'umanità<br />

che molti desiderano non è affare di chi l'umanità la stà vivendo ora.Un rivoluzionario altruista,dovrebbe<br />

figliare e spararsi per far si che il nascituro non abbia di che relazionarsi con il passato decadente<br />

genitoriale.Solo su questo piano la filosofia umanitaria Bakunista ha del sensato,la società può pervertire il<br />

tuo essere,un essere che è prima della società e non è soltanto dopo la società.Ti modifica non ti crea.<br />

Ma ora io mi accorgo di aver divagato.E,quel che è peggio,che,divagando,mi sono messo in brutta compagnia...<br />

Stirner e Nietzche,Enrico ibsen e Oscar Wilde.<br />

Vi è pure una automobile grigia?!<br />

“Pazzi”,”degenerati”,”delinquenti”,tutti costoro.<br />

Oh,numi,salvatemi voi dai fulmini della gente per bene...<br />

E salvatemi pure anche da quelli che invece di occuparsi di distruggere,nella battaglia di tutti i giorni,un brano di questa<br />

società che ci opprime e che ci schiaccia,perdono il loro tempo a voler insegnare,ad imporre sistemi di lotta e di pensiero<br />

a coloro che hanno voluto imparare a lottare e a pensare da sé.<br />

E quando il loro tempo non è consumato a compire tutto ciò,viene impiegato a guardare in quale misura dovranno essere<br />

costruiti i manicomi che dovranno rinchiudere i nuovi ribelli della futura società<br />

Io,per mio conto,mi trovo bene in compagnia di questi “pazzi” e,insieme a uno di loro,forse il migliore,grido:<br />

“Spezzateli,spezzatee i giusti giacchè essi furono sempre il principio della fine”.<br />

Oh,come io vivo bene in compagnia di questi “Pazzi”!<br />

Come la trovo grande la loro “pazzia di distruzione”!<br />

Giuro che amo di più,immensamente di più,la pazzia distruttrice che la conservatrice saggezza.li i buoni<br />

Si,si,lasciatemi ai miei “pazzi” giacchè vi prometto che se la prossima rivoluzione Europea ci negherà la gioia di cadere<br />

avvolti in un delirio di DISTRUZIONE,in tempi migliori io ritornerò a parlare di Essi,e se qualche cosa ci sarà da<br />

rimproverare -forse la loro poca “pazzia”?!-lo faremo e senza alcun riserbo.<br />

Cerbero


Circulo Individualista Aves del Fuego<br />

“Noi combattiamo per la liberazione dell’individuo. Per la conquista della vita. Per il trionfo delle nostre<br />

idee. Per la realizzazione dei nostri sogni. E se le nostre idee sono pericolose, è perché noi siamo coloro<br />

che amano vivere pericolosamente. E se i nostri sogni sono pazzi, è perché noi siamo pazzi. Ma la nostra<br />

follia è la nostra grande saggezza…” 10 .<br />

Eccoli là, ancora una volta la vorace gioventù, distruggendo tutto, erigendo barricate, scontrandosi con<br />

la polizia, niente può fermarli… c’è fuoco e passione nei loro cuori, amore e odio dentro di loro, coraggio<br />

e decisione. La bellezza del caos è tornata per abbellire le strade, non è solo fuoco che adorna l’asfalto, è<br />

anche l’energia dei giovani, l’abolizione dei sessi, ognuno nella lotta…<br />

Darà frutti questa lotta? Voler studiare solo per essere qualcuno nella vita? L’individuo che cerca la vera<br />

felicità, non si ferma a così poco, sa che può educare se stessa, e sebbene la strada sia più lunga, questo<br />

non la rende meno interessante, perché tutto il resto è interminabile…<br />

Distruggere la scuola è possibile oggi, come è stato fatto nel colegio Guillermo Cruz de Estaciòn Central,<br />

nel colegio Gabriel Gonzales Videla, che ha protetto gli studenti del liceo Insuco 2 da un terremoto e<br />

anche il Politecnico di Arica; questi luoghi sono stati intenzionalmente dati alle fiamme da quei<br />

bellissimi pajarillas che capiscono che questa distruzione è un grande passo verso la conquista della<br />

vita…<br />

Il viaggio è intenso e difficile, com’è sempre stato, quando individui stufi delle loro miserabili condizioni<br />

si organizzano ed attaccano. Non si può essere preoccupati per quelli che si organizzano solo per un<br />

colpo specifico sebbene sia solo per distruggere, perché a questo punto sappiamo che per costruire,<br />

dobbiamo distruggere…<br />

E tutta la ragione che dicono di avere questi meschini politici quando parlano di problemi di<br />

educazione, non serve a niente, perché il malcontento cresce e avanza, sebbene i burocrati e gli uomini<br />

d’affari vincano quasi sempre alla fine.<br />

E credono che reprimere la passione sia cosa facile, che con un po’ di lacrimogeno e un po’ di acqua<br />

spegneranno tutto questo, come ogni altra fiamma, quindi gli si deve ricordare che sono nel torto,<br />

ancora e ancora, quegl’idioti.<br />

La notte illumina sempre i nostri passi, così come l’amore libero ci permette una felicità illimitata, per<br />

ritrovarci col bellissimo silenzio dell’oscurità, o ai piedi dei freschi raggi del sole che sorge; (raggi che<br />

non accarezzano quei lavoratori inetti che sbavano sulle finestre dell’autobus e sui vetri della<br />

metropolitana), correndo nel calore di una barricata, è magico, è qualcosa di supremo, o solo dio può<br />

esserlo? Noi bruciamo le chiese coi loro preti pedofili all’interno, guardiamo questi vili violentatori in<br />

faccia per sputargli addosso… un altro giorno arriva, ma questo è uno di quelli stupendi, perché<br />

uniremo il sole che ci accarezza con il suo ardore con un fuoco liberatore pieno di gioia e di speranza…<br />

Ecco ancora una volta le barricate, con quelle forme sensuali disegnate dal fuoco, che un giorno è<br />

arrivato al magazzino La Polar fornito con la sua sporca merce. Ma i bravi ragazzi stanno arrivando, i<br />

vigili del fuoco, gli esseri più spregevoli, quei guardoni infami, che si lamentano di essere stati colpiti<br />

con le pietre quando stavano andando a spegnere il fuoco, ma ricordiamo ancora quando hanno dato le<br />

loro scale alla polizia per sgomberare le persone di Andha Chile che stavano occupando il Mapocho per<br />

un’esistenza dignitosa; i codardi sempre al servizio dell’autorità.<br />

L’individuo che si mobilita verso la più grande gioia possibile, non cadrà mai, il suo viaggio è unico e<br />

senza eguali, non c’è nulla che lo possa fermare, non saranno gli sbirri che lo picchiano coi manganelli,<br />

non sarà la morale che impone i suoi limiti, non saranno gli infiltrati della polizia che sporcano il suo<br />

cammino, non saranno il rumore delle sirene a zittirlo…<br />

“Noi scacciamo da noi stessi completamente queste terribili usanze, come l’uomo malvagio che per così<br />

tanto ci ha causato danno” 11 , imponendo norme, morali, disciplina, dei e le loro dottrine idiote, noi<br />

dimentichiamo sempre la società e i suoi domini e ci lanciamo nudi in uno scontro con il nostro essere<br />

interno.<br />

Oggi nelle nostre teste è il momento di uccidere gli sbirri, e questa, per essere sicuri, è una grande<br />

battaglia. È molto più facile tirare una rocca a un carro armato e credere che, da questo atto, segua<br />

subito la libertà. È molto più facile passare ore ed ore parlando di rivoluzione ed organizzazione. È<br />

molto più facile credere che andando in una libera università cambierà il mondo.<br />

Studenti, non fatevi ingannare, ricordate che anche coloro che controllano il mondo hanno frequentato<br />

l’università, e per loro disgrazia, qualcuno ha studiato da sé. E cosa sono diventati? Esseri senza cuore<br />

capaci di torturare nelle loro prigioni e uccidere per qualche centesimo, e cosa dite ora? Che voi sarete<br />

un altro di questi? Questo resta da vedere…<br />

10<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> – Verso il Nulla Creatore.<br />

11Epicuro – Vari testi


La libertà è una forza vitale e assoluta, questo è ciò che ci deve unire, qualsiasi altra richiesta svanirà col<br />

tempo, ma se raggiungiamo la comprensione della vitalità della conquista della vita dell’individuo, non<br />

ci saranno leggi che lo possano fermare, nessuna paura che lo possa paralizzare, nessuna catena a<br />

legarlo, nessun dio che lo punisca se avanza fermamente verso l’emancipazione totale!<br />

Ci sono coloro che ancora credono nella rivoluzione e a loro diciamo che la nostra è cominciata tempo<br />

fa, nel momento in cui abbiamo deciso di smettere di esser pecore e siamo diventati anarchici<br />

individualisti e nichilisti.<br />

Dunque, noi non siamo spaventati di dire loro che oggi, la rivoluzione sociale è impossibile, perché<br />

questa società è marcia dall’interno, come prodotto del quale l’individuo è stato lentamente preparato<br />

con valori e un moralismo che lo distrugge completamente, e come? Un assaggio della frusta e della sua<br />

punizione, di un’educazione militarizzata, dell’opus dei dell’eccessivo cattolicesimo, e di una tradizione<br />

cristiana borghese, ecc… in sostanza, del sistema.<br />

E ciò che è peggio è che queste persone si sentono orgogliose di essere umani e non animali, e come se<br />

non bastasse, schiavizzano e usano indiscriminatamente gli animali per prolungare le loro miserabili<br />

vite. Così, noi disprezziamo l’umanità, semplicemente perché il suo comportamento obbediente e<br />

alienato che fa di lei una schiava moderna, non è in noi.<br />

In questo mondo di malattia, “ci sentiamo vivi quando rabbrividiamo col profumo dei fiori, con i canti<br />

degli uccelli, con le onde che si infrangono, col suono del vento, col silenzio della solitudine” 12 , ci<br />

sentiamo vivi quando tremiamo con l’ardore del fuoco, con la carezza del caos, con le notti di rivolta…<br />

“Ci siamo lanciati nell’abisso, per rispondere alle voci dei nostri morti” 13 , coloro che sono morti<br />

combattendo con le armi in mano ed immense stelle dorate nei loro occhi, coloro che sono immortali<br />

come el punky Mauri, come Claudia Lopez, chi in ogni notte trova se stesso a fronteggiare la morte così<br />

graziosamente. Sì, perché a quelli di noi che decidono di vivere una vita intensa e pericolosa, la morte li<br />

riceve a braccia aperte, li accarezza e li bacia…<br />

Perché non ci fa paura la morte? Perché “siamo soliti pensare che la morte non sia nulla per noi, perché<br />

tutto, buono e cattivo, risiede nelle sensazioni e la morte è la privazione delle sensazioni. La morte non è<br />

nulla per noi perché quando esistiamo lei è assente e, quando la morte è presente, allora noi non<br />

esistiamo più.” 14<br />

“Il saggio (il fiero individuo) né rifiuta la vita né teme la morte, perché per lui non è un fardello essere<br />

vivo, né è un male non esserlo.” 15<br />

E’ vero, noi vogliamo tutto, sogniamo enormi banchetti ed evitiamo pane e tè, vogliamo grandi orge e<br />

rigettiamo la monogamia. Crediamo nell’amore libero perché noi sappiamo”che la gelosia, ed<br />

esclusivamente le storie d’amore, la fedeltà coniugale uccide parte dell’io, impoverisce la personalità<br />

sentimentale, limita orizzonti analitici, tra le altre cose. Ed inoltre, nell’amore come in qualsiasi altra<br />

cosa, è solo l’abbondanza che annichilisce la gelosia e l’invidia…” 16 vogliamo correre insieme agli animali<br />

nei campi e nelle foreste, vogliamo farci il bagno nudi sulle spiagge, nei fiumi e nei laghi e non finire in<br />

un recinto per indecenza.<br />

“Riaffermiamo il diritto di vivere nudi, di toglierci i vestiti, di vagare nudi, di unirci tra nudisti senza<br />

nessuna preoccupazione di scoprire la resistenza del corpo alla temperatura, questo per affermare il<br />

diritto alla disposizione della corporalità individuale…” 17<br />

Se ci sono quelli che sminuiscono la nostra bellissima solitudine, allora proponiamo loro libera<br />

associazione anziché una società (società = appartenenza forzata). Noi siamo egoisti, ma il nostro<br />

egoismo è generoso. Cosa significa? Che possiamo dare qualcosa o preoccuparci per qualcuno che<br />

consideriamo nostro amico, semplicemente perché è un’emozione scelta, a differenza dei compagni,<br />

perché nella maggior parte delle situazioni non li scegli, li incontri soltanto in qualche conflitto globale o<br />

particolare e perché non puoi aspettarti nulla da loro.<br />

La società cilena si sta agitando, sa che c’è un conflitto e non sa quando finirà, ci sono studenti feriti,<br />

due morti e alcuni in prigione, ci sono altri in sciopero della fame, la tensione cresce, è visibile nelle<br />

strade ogni volta che c’è un giorno di azione e protesta, il confronto tra contestatori pacifici e violenti<br />

continua ad aumentare, così tanto che hanno scoperto il cappuccio a qualche encapuchadxs. Questi<br />

pseudo-rivoluzionari hanno anche spento le barricate, agendo come polizia “ad honorem”. Attenti, cari<br />

12Emile Armand – Per Sentirsi Vivi<br />

13<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> – Verso il Nulla Creatore.<br />

14Epicuro – Vari testi<br />

15Epicuro – Vari testi<br />

16Emile Armand – Amore tra Anarco-Individualisti.<br />

17Emile Armand – Nudismo


cittadini, la guerra civile non ci spaventa…<br />

La violenza liberatoria è l’unico modo per porre fine alla sofferenza quotidiana dell’individuo e alle<br />

crudeli tragedie che flagellano gli umani e gli animali di questa terra.<br />

La violenza è giustificabile solo quando necessaria per difendere se stessi, o se desideri, gli altri dalla<br />

violenza. L’oppresso e il povero sono costantemente in uno stato di legittima difesa, quindi la loro<br />

violenza contro i loro sfruttatori ed oppressori è sempre giustificata. Al di là di questo, due persone per<br />

vivere in pace, devono entrambi volerla; se uno dei due insiste nel voler forzare l’altro (con la fame) a<br />

lavorare, studiare, seguire le sue leggi, l’oppresso, se vuole mantenere la sua dignità come individuo e<br />

non esser ridotto alla più abietta schiavitù, nonostante tutto il suo amore per la pace e l’armonia, non<br />

avrà altra scelta se non resistere con la forza con mezzi appropriati per le circostanze…<br />

Ogni cambiamento reale dovrà necessariamente essere violento, anche se la violenza è in sé un male.<br />

Bisogna essere violenti perché sarebbe una pazzia sperare che i privilegiati riconoscano il danno e<br />

l’ingiustizia dei loro privilegi e si decidano a rinunciarvi volontariamente. Bisogna essere violenti perché<br />

la violenza rivoluzionaria transitoria è l’unico mezzo per porre fine alla violenza maggiore e perpetua<br />

che tiene schiava la maggioranza degli esseri umani e degli animali…<br />

Oggi vogliamo presentare il punto di vista anarchico individualista-nichilista di questo conflitto, anche<br />

per ravvivare le idee catturate su carta che alcune persone hanno fatto su certi temi che risultano<br />

tangenziali. La nostra intenzione non sarà mai quella di parlare come autorità o di guidare un gregge.<br />

Siamo la negazione della negazione, siamo un incubo eterno per coloro che pretendono di egemonizzare<br />

l’anarchismo o continuare col vecchio e marcio concetto della lotta di classe, siamo chiari su ciò che<br />

crediamo e vogliamo, non ci interessa fare una buona impressione sulle persone, per noi la guerra di<br />

classe è morta, il povero ruba al povero, nelle strade è il proletariato che reprime il proletario<br />

insorgente, gli schiavi moderni che aggiungono un anello alla loro catena ogni giorno, si sono<br />

inginocchiati al consumo.<br />

Cosa farebbe la gente se chiudessimo tutti i loro fast food?<br />

Cosa farebbe la gente se bruciassimo tutti i suoi negozi?<br />

Cosa farebbero gli studenti se rompessimo le loro scuole e università?<br />

Cosa farebbe la società se si distruggessero i ripetitori dei loro amati telefoni e internet?<br />

Per riassumere, cosa farebbero i proletari se gli dessimo indietro la loro vita? Crediamo che ci<br />

cercherebbero e dopo averci trovato ci ucciderebbero, ma ciò che non sanno è che noi siamo già morti, e<br />

purtroppo i morti non possono essere uccisi…<br />

La rivolta è qui, dobbiamo accrescere la nostra partecipazione, il nostro generoso egoismo ha bisogno di<br />

contribuire, per ora, alla lotta, per chiamare e organizzarci per fini specifici come la distruzione, il<br />

godimento, l’essere amorevolmente compagni, l’incontro con il caos, avanzare verso l’alba del nulla<br />

creatore, quindi tornare nei nostri nascondigli, per gioire e danzare con gli uccelli, per nutrirci<br />

dell’energia degli alberi, per sentire la brezza dell’oceano, per sentire l’affascinante melodia del vento…<br />

L’abbiamo già detto e lo ripeteremo: la nostra rivoluzione è già iniziata, la facciamo ogni giorno, facendo<br />

l’amore libero, dichiarandoci contro ogni dio e religione, decostruendo il linguaggio dominante che ci<br />

impongono, opponendoci apertamente ad ogni società, la facciamo smettendo di essere donne e uomini<br />

e diventando esseri umani unici.<br />

Si lamentano, ragionevolmente, che gli anarchici individualisti e nichilisti non hanno un programma o<br />

offrono un progetto pseudo-rivoluzionario, né sono interessati ad inserirsi in qualsiasi tipo di società.<br />

Per metterla sul quantitativo: tra occupazioni illimitate, nostra è la ricerca per la soddisfazione totale, la<br />

gioia infinita, il piacere, la felicità eterna, la rivoluzione individuale qui e adesso. Dopo tutto, diremo<br />

loro: solo il tempo dirà chi raggiungerà i suoi obiettivi… è l’ora della tragedia sociale!<br />

Noi distruggeremo, ridendo.<br />

Noi bruceremo, ridendo.<br />

Noi uccideremo, ridendo.<br />

Noi esproprieremo, ridendo. E la società cadrà. La patria cadrà. La famiglia cadrà. Tutto cadrà, quando<br />

l’uomo libero sarà nato. È arrivato il tempo di affogare il nemico nel sangue… 18<br />

Per un’Unione Internazionale di Egoisti. ALL’ALBA, <strong>LA</strong> NOTTE CADRA’!<br />

Nota: Se abbiamo deciso di usare alcune citazioni letteralmente e altre solo in parte, è solo per discutere su individui che hanno dato le<br />

loro vite nel pensiero e nell’azione di un ideale: la LIBERTA’ INDIVIDUALE!<br />

Nota 2: Un abbraccio gigante alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, specialmente ai suoi prigionieri, per il suo enorme contributo alla<br />

lotta individualista-nichilista.<br />

Nota 3: Saluti a tutti i membri della FAI / Federazione Anarchica Informale.<br />

Nota 4: Amore a tutti i prigionieri.<br />

Nota 5: Al nostro caro fratello Luciano: solo con l’azione diretta violenta pagheremo il tuo omaggio, le nostre mani sono ora anche le tue,<br />

molta forza.<br />

18<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> – Verso il Nulla Creatore.


Cerbero ha nella stessa collana i seguenti opuscoli:<br />

Cospirazione delle Cellule di Fuoco –<br />

Gruppo di guerriglia Frazione Nichilista (Fuori catalogo)<br />

…........................................................................................................................................................................................N.000<br />

<strong>Renzo</strong> <strong>Novatore</strong> -<br />

Sono la Mia Causa................................................................ …..........................................................................................N.001<br />

Cospirazione delle Cellule di Fuoco -<br />

Niente meno che il Tutto...................................................................................................................................................N.002<br />

PierLeone M. Porcu –<br />

Le Ragioni del Nichilismo -<br />

Il Nichilismo della Ragione...............................................................................................................................................N.003<br />

PierLeone M.Porcu –<br />

Odiare la Giustizia –<br />

L'indagatore e l'indagato un solo rapporto<br />

…........................................................................................................................................................................................N.004<br />

In attesa di stampa<br />

Cospirazione delle cellule di Fuoco -<br />

Sul processo...........................................................................................................................................................................005<br />

- Cronologia processuale -<br />

Sergej G.Necaev -<br />

Il catechismo del Rivoluzionario...........................................................................................................................................006<br />

Max Stirner -<br />

scritti minori..........................................................................................................................................................................007<br />

Bruno Filippi –<br />

Parla la Dinamite.............................................................. ....................................................................................................008<br />

- raccolta degli scritti di Bruno Filippi -<br />

Individuo e Insurrezione -<br />

Stirner e le culture della rivolta............................................................................................................................................009<br />

-Libro ,ristampa degli atti del comvegno,promosso dalla libera associazione di studi Anarchici - 12 13 dicembre 1992 -<br />

-contiene scritti e riflessioni sull'opera stirneriana dei seguenti compagni:<br />

Giorgio Penzo,Roberto Escobar,Ferruccio Andolfi,Marco Cossutta,Errico Ferri,<br />

Carmine Mangone,Franco di Sabantonio,Antimo Negri,<br />

Alfredo Maria Bonanno,Guido Durante,Fabio Bazzani,Massimo Passamani,Pier Leone Mario Porcu.<br />

*i testi in attesa di stampa hanno titolo provvisorio<br />

Cerbero-Mostro “mitologico” a tre teste:<br />

”Rappresentano la distruzione del passato,del presente e del futuro”.<br />

Da tempo covava dentro noi un desiderio:<br />

”Portare avanti e attuare nel “reale” delle scelteesclusive”.<br />

Scelte che possono passare attraverso tante esperienze:<br />

”Le nostre sono quelle tra affinità elettive”.<br />

Supportiamo l'egoismo,nella forma e nella concezione che per noi è:<br />

”Liberarsi e “spezzare” quella morale imposta,che porta il singolo a dipendere da un altro singolo.<br />

Per noi l'egoismo è una forma(rara) di individualità propria.<br />

”l'Io” rappresenta il nostro punto focale:accentra -dentro se stesso- tutto quello che percepisce,per poi “esplodere” nella<br />

realtà,senza “dipendere” da niente e nessuno!<br />

La realtà è fatta di visioni,sensazioni,emozioni:<br />

Le nostre sono quelle della distruzione dell'ordine esistente.<br />

E qua ritorna la scelta di rieditare dei testi sotto il nome di Ed.Cerbero :<br />

“La distruzione deve passare attraverso le basi che ci hanno imposto e inculcato(Il passato),la realtà che viviamo (il<br />

presente)e tutto quello che nel caos primordiale di una rivolta generalizzata futura per noi rappresenta la negazione<br />

dei nostri desideri ormai ridotti al nulla esistenziale.<br />

Per noi il futuro è vedere le rovine di questo mondo “putrido”,<br />

dal nulla-L'esistente attuale-Verso il nulla.<br />

La nostra priorità attuale attraverso la riedizioni di testi sull'individualismo anarchico e il nichilismo è quella della<br />

riappropriazione individuale delle nostre passioni.<br />

Senza accettare imposizioni o dogmi dei puristi dell'anarchia,e individuando nell'essenza della nostra singolarità e<br />

delle nostre scelte il punto cardine delle Ed.Cerbero.<br />

Edizioni Cerbero -<br />

Libreria Anomalia –<br />

Centro di documentazione anarchica<br />

Via dei Campani 71/73 – 00185 (per la posta)<br />

Per contatti :<br />

Cerberus@Distruzione.Org

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