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Composizione plurilingue del territorio del Friuli Venezia Giulia

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I dialetti di Grado e Marano sono riusciti a conservare la loro impronta<br />

dialettale veneta nonostante la prossimità con la terraferma di espressione<br />

compattamente friulana (a ridosso di Grado e Marano ci sono infatti<br />

rispettivamente Aquileia e Carlino che sono centri friulanofoni); a proposito<br />

<strong>del</strong>le varietà gradese e maranese si è parlato di ‘veneto lagunare’ (Carla<br />

Marcato) sia per l'ambito geografico sia per la connessione storica con<br />

l'insieme degli analoghi centri che si distribuiscono lungo tutto l'arco lagunare<br />

alto-adriatico fino a Chioggia.<br />

Per quanto riguarda il bisiacco (localmente bisiàc), è praticato nella<br />

parte meridionale <strong>del</strong>la provincia di Gorizia, il cosiddetto Territorio, con centro<br />

di riferimento Monfalcone. Tuttavia il bisiacco vero e proprio non si parla in<br />

questa cittadina (dove, semmai, si usa una sorta di triestino o un bisiacco<br />

talmente contaminato da elementi triestini che non si può più definire tale), "ma<br />

nel suo entroterra, in un triangolo che ha per lati il Golfo di Panzano, il corso<br />

<strong>del</strong>l'Isonzo dalla foce (Sdobba) fino a Sagrado e la cresta collinare, con cui<br />

termina l'altipiano carsico ... sino alle porte di Monfalcone stessa" (Doria 1986,<br />

p. 481 <strong>del</strong>la rist.). Sulla scia di Pellis 1930, Zamboni conferma la <strong>del</strong>imitazione<br />

<strong>del</strong>l'area dialettale bisiacca col triangolo Sagrado - San Canzian d'Isonzo -<br />

Monfalcone e la segnala come meglio conservata nei centri di Pieris, Begliano<br />

e Fogliano. Nel complesso, in base alla classificazione di Pfister, i comuni<br />

compresi nell'area dialettale bisiacca sono Monfalcone, Staranzano, Ronchi dei<br />

Legionari, San Canzian d'Isonzo, Turriaco, San Pier d'Isonzo, Fogliano<br />

Redipuglia e Sagrado, tutti in provincia di Gorizia. Circa l'origine di tale<br />

varietà, c'è chi l'ha attribuita ad una sovrapposizione <strong>del</strong> veneto su un idioma di<br />

ceppo friulano (Pellis) e c'è invece chi (Crevatin 1978), sulla base di nuovi e<br />

più ampi materiali, avanza l'ipotesi "che esso possa piuttosto essere il risultato<br />

finale di una parlata veneta autoctona storicamente legata alla costante presenza<br />

veneziana" (Ursini 1988, p. 542).<br />

2.2 Veneto di 'contatto'<br />

Tra il Tagliamento e il Livenza, nel <strong>Friuli</strong> occidentale ed in particolare<br />

lungo la fascia di confine veneto-friulana (oggetto <strong>del</strong>le indagini condotte da<br />

Lüdtke nel 1957) troviamo un mo<strong>del</strong>lo veneto irradiato da località adiacenti (è<br />

giudicato prossimo a quello parlato in <strong>territorio</strong> trevigiano-bellunese), e dunque<br />

dovuto a diretto contatto linguistico.<br />

Il confine linguistico tra area venetofona e area friulanofona passa lungo<br />

la linea Montereale Valcellina - Giais - Aviano - Dardago - Budoia -

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