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l'apporto marchigiano al popolamento di corneto - Società ...

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il ciclo 22 , ma sono già partiti quasi tutti per tornare <strong>al</strong>le loro case 23 quando ormai<br />

anche i loro campi cominciano a imbion<strong>di</strong>re, e nelle maremme l’aria si è fatta greve e<br />

m<strong>al</strong>sana. Così ogni anno, per secoli, fino agli inizi del Novecento.<br />

Le ondate migratorie degli stagion<strong>al</strong>i generano fat<strong>al</strong>mente il terzo tipo <strong>di</strong><br />

emigrazione, quella permanente. Chi in patria ha meno da perdere, anche sul piano<br />

umano; chi riesce a farsi un cre<strong>di</strong>to con la propria capacità e laboriosità; chi riesce a<br />

combinare i suoi piani con qu<strong>al</strong>che zitella o vedova proprietaria <strong>di</strong> casa; chi sa<br />

inventarsi un mestiere; chi infine ha un gruzzoletto da investire ed è in grado <strong>di</strong><br />

sfruttare le agevolazioni statutarie; chi trova uno stabile impiego nelle aziende <strong>di</strong><br />

campagna o nei p<strong>al</strong>azzi dei cornetani ricchi: tutti costoro finiscono per cogliere<br />

l’occasione e si accasano in città, acquisendo ben presto i <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>ni originari.<br />

4. “L’aggregato <strong>di</strong> tante famiglie forastiere”<br />

Come, attraverso l’assorbimento <strong>di</strong> popolazione immigrata, Corneto sia riuscita (a<br />

<strong>di</strong>fferenza della maggior parte dei centri vicini) ad assicurarsi una sostanzi<strong>al</strong>e tenuta<br />

demografica e poi vistosi incrementi, e qu<strong>al</strong>e sia stato il contributo dei marchigiani <strong>al</strong><br />

ri<strong>popolamento</strong> <strong>di</strong> questa città che per tanti <strong>di</strong> loro è stata m<strong>al</strong>e<strong>di</strong>zione e <strong>al</strong> tempo<br />

stesso west avventuroso e terra promessa, è dunque il tema <strong>di</strong> queste pagine.<br />

Il contributo si limita, anche per la <strong>di</strong>stanza dell’autore delle fonti documentarie, <strong>al</strong>la<br />

tabulazione <strong>di</strong> dati che si ritengono in vario modo utili, e ad annotazioni che,<br />

rinviando a quei dati e senza pretesa <strong>di</strong> esaurire l’argomento, sottolineino, della storia<br />

quoti<strong>di</strong>ana e umile <strong>di</strong> Corneto moderna24 , gli aspetti che sono sembrati più<br />

significativi o più problematici.<br />

22 Sulle tecniche agrarie in area marchigiana G. BATTARRA, Pratica agraria <strong>di</strong>stribuita in vari <strong>di</strong><strong>al</strong>oghi, Cesena<br />

1782/2 (1. a ed. 1778); G. PEDROCCO, Storia dell’agricoltura nelle Marche d<strong>al</strong>l’Unità ad oggi, Urbino 1976; in area<br />

lazi<strong>al</strong>e L. DORIA, Istituzioni georgiche per la coltivazione de’ grani ad uso delle Campagne Romane, Roma 1799/2 (1.<br />

a ed. 1777); E. METALLI, Usi e costumi della Campagna romana, Roma 1982/3 (1. a ed. 1903); A.M. GIRELLI, Le<br />

terre dei Chigi ad Ariccia, Milano 1983; ROSSI, L’Agro cit.<br />

23 Risultano quasi tutte stipulate nelle più vicine loc<strong>al</strong>ità della maremma interna, viterbese e toscana, le scritture<br />

concernenti la trebbiatura (“gavette <strong>di</strong> trita” e “trecce <strong>di</strong> cav<strong>al</strong>le”) conservate in ABFT, Scrittura ed apoche 1815-1827 e<br />

Apoche dell’azienda campestre 1850-1878.<br />

24 Sono gli orientamenti <strong>di</strong> una storiografia nuova (cfr. L. OSBAT, Gli Statuti della Città <strong>di</strong> Corneto nel 1545 nel<br />

quadro dello sviluppo del centr<strong>al</strong>ismo amministrativo dello Stato Pontificio, in “Bollettino STAS”, n. 12 (1983), pp. 5<br />

sgg;) che a Tarquinia, comprensibilmente dato l’immenso prestigio del patrimonio archeologico della città, più stenta a<br />

farsi strada.

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