AMICI ottobre 1999 - Don Orione - Genova
AMICI ottobre 1999 - Don Orione - Genova
AMICI ottobre 1999 - Don Orione - Genova
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Spedizione in a.p. - art. 2, comma 20/c - legge n. 662/96 - Filiale di Bergamo - Anno XXXIX - N. 8 - Ottobre <strong>1999</strong><br />
<strong>AMICI</strong> DIDONORIONE<br />
Mensile del<br />
Piccolo Cottolengo<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> <strong>Genova</strong><br />
bogliasco<br />
istituto<br />
“famiglia moresco”:<br />
il nuovo<br />
cortile interno
2 MOTIVI<br />
... “Dica alla buona Marchesa<br />
Cattaneo che preghi un po’,<br />
e poi vogliate aiutarmi nel Signore<br />
ad aprire in <strong>Genova</strong><br />
il Piccolo Cottolengo.<br />
La Madonna vuole questo dai genovesi.<br />
Verranno nel nome del Signore<br />
e nel rinnegamento di sé,<br />
e nell’imitazione di Cristo benedetto,<br />
troveranno il Paradiso”.<br />
(Da Tortona, 2 Febbraio 1921, ad una Benefattrice genovese)<br />
In apertura di questo numero<br />
proponiamo testo ed immagini<br />
(la riproduzione non sarà<br />
ottimale) di un dépliant<br />
preparato in funzione dell’anno<br />
santo 2000 durante il quale la<br />
sede centrale del Piccolo<br />
Cottolengo Genovese sarà luogo<br />
giubilare della carità. Sebbene<br />
non contenga novità, ha il pregio<br />
di una sintetica esposizione<br />
ideologica del nostro modo di<br />
essere “servizio”.<br />
Istituto Paverano<br />
L’Istituto Paverano ha come fine specifico l’assistenza<br />
e la promozione umana di persone anziane<br />
e portatrici di handicap autosufficienti e non<br />
autosufficienti. La sua storia e soprattutto il carisma<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> guidano ancora il presente e il<br />
futuro della sua attività, che è da intendersi come<br />
improntata e diretta dalle seguenti prospettive:<br />
1) Il valore sociale della carità, inteso come la<br />
creazione e la diffusione di una cultura della solidarietà.<br />
2) Il valore ecclesiale della carità che la rende<br />
diversa da un semplice raccogliere le sofferenze<br />
di oggi. Essa è ben più profonda di questo: nel<br />
progetto di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> la carità è il segno vivo<br />
di una testimonianza cristiana, talmente forte da<br />
attrarre gli uomini all’interno del popolo di Dio:<br />
l’Istituto Paverano “diventerà la ‘cittadella<br />
spirituale di <strong>Genova</strong>’. Altro che la lanterna che<br />
sta sullo scoglio! Il Piccolo Cottolengo sarà un<br />
faro gigantesco che spanderà la sua luce e il suo<br />
calore di carità spirituale anche oltre <strong>Genova</strong> e<br />
Beato Luigi <strong>Orione</strong>, Padre dei Poveri<br />
e fondatore dei Piccoli Cottolengo<br />
Il Piccolo Cottolengo<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong><br />
Istituto Paverano<br />
<strong>Genova</strong><br />
oltre l’Italia.” (LI 53, 7) “Tanti non sanno capire<br />
l’opera di culto, e allora bisognerà unire l’opera<br />
di carità” (Scritti 100, 195).<br />
3) La riabilitazione della disabilità al fine di<br />
preservare e potenziare l’autonomia della persona<br />
e la sua autostima.<br />
4) La socializzazione dell’anziano e del portatore<br />
di handicap: la vita comunitaria improntata<br />
alla gratuità e alla fratellanza insieme ad un ambiente<br />
sereno e festoso agevolano le relazioni<br />
significative e richiamano la voglia di vivere, così<br />
decisiva per la stessa salute complessiva degli<br />
ospiti.<br />
5) La pastorale religiosa dell’anziano e del<br />
portatore di handicap, attuata con la saggezza<br />
di chi propone e non impone, ma al contempo<br />
sa di portare all’uomo un servizio di altissimo valore,<br />
inteso nella direzione della ricerca del significato<br />
della vita e della morte, del dolore e<br />
della vita comunitaria. L’annuncio cristiano e il<br />
carisma orionino sono strumenti formidabili di<br />
questo servizio alla persona.<br />
chiesa e cortile interno. socializzazione al bar...<br />
interno della chiesa dell’istituto.<br />
Tenendo presenti questi obiettivi l’Istituto Paverano<br />
offre ai suoi utenti: a) L’assistenza medico-geriatrica<br />
e medico-neurologica intesa in<br />
senso integrale, individuando la malattia dell’anziano<br />
e del portatore di handicap come un evento<br />
inserito all’interno di considerazioni ambientali<br />
e socio-relazionali oltre che sanitarie. b) Il<br />
nursing infermieristico-professionale e la riabilitazione<br />
fisioterapica.<br />
c) L’assistenza ai bisogni primari dell’ospite,<br />
che è certamente aiutato nella corretta alimentazione,<br />
nell’igiene del corpo e del vestiario ma<br />
anche stimolato ad assumersi in proprio le attività<br />
della vita quotidiana.<br />
... e nel giardino.<br />
chiosco di ritrovo e svago.<br />
d) L’educazione professionale e l’animazione<br />
geriatrica, con un’adeguata programmazione<br />
del tempo libero e un supporto affettivo e psicopedagogico<br />
in grado di prevenire le involuzioni<br />
e agevolare il recupero o il mantenimento<br />
funzionale.<br />
e) un servizio di animazione religiosa, individuale<br />
e liturgica.<br />
<strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> tra storia e attualità<br />
<strong>Don</strong> Luigi <strong>Orione</strong> (1872/1940), prete piemontese,<br />
dedicò tutta la sua vita a testimoniare il<br />
Vangelo di Gesù Cristo con la realizzazione di in-
assistenza medico-infermieristica. controllo medico. dalla parrucchiera.<br />
Laboratorio creativo.<br />
numerevoli opere di carità al<br />
servizio dei poveri più poveri,<br />
cioè delle persone maggiormente<br />
in difficoltà.<br />
Egli fondò la Congregazione<br />
religiosa della Piccola<br />
Opera della Divina Provvidenza,<br />
i cui religiosi, i figli della<br />
Divina Provvidenza e le Piccole<br />
Suore Missionarie della Carità,<br />
proseguono l’impegno<br />
nell’assistenza e nell’educazione.<br />
La Congregazione di <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> vuole proseguire il<br />
cammino inaugurato dal suo<br />
Fondatore: “Nel prodigarci a<br />
favore dei fratelli poveri e bisognosi, tenendo<br />
presenti i valori evangelici e culturali di cui questi<br />
sono portatori, procuriamo di rispettare, difendere<br />
e promuovere integralmente i diritti e la<br />
dignità di ogni uomo”. (Cfr. Art. 124 delle Costituzioni)<br />
Continuare l’opera intrapresa da don <strong>Orione</strong><br />
significa allora ancora oggi “riconoscere una dignità<br />
umana anche nei più derelitti e in coloro<br />
Laboratorio interno.<br />
animazione geriatrica.<br />
riabilitazione fisioterapica.<br />
che sono emarginati dalla collettività”,<br />
poiché “nel più misero degli<br />
uomini brilla l’immagine di Dio”<br />
(<strong>Don</strong> <strong>Orione</strong>).<br />
<strong>Don</strong> Luigi <strong>Orione</strong> ha messo in pratica e propone<br />
ancora oggi alle soglie del terzo millennio<br />
questa visione dell’uomo, servendo e generando<br />
in tutti i continenti della terra strutture a servizio<br />
dell’uomo. I continuatori dell’opera di don<br />
<strong>Orione</strong> proseguono con le scelte già intraprese,<br />
ma hanno lo sguardo attento alla realtà di oggi<br />
per comprenderla e per dare risposte aggiornate<br />
e, se necessario, nuove.<br />
panoramica del paverano ad inizio secolo. alcuni reparti.<br />
Storia dell’Istituto<br />
La struttura dell’Istituto Paverano<br />
che sorge sull’omonima<br />
collina ha alle spalle oltre nove<br />
secoli di storia.<br />
Dal 1100 al 1650, allora convento,<br />
fu sede di numerosi ordini<br />
religiosi. Nel 1118 divenne priorato<br />
dell’ordine dei Canonici Regolari<br />
di Santa Croce in Mortara.<br />
Nei cinque secoli seguenti divenne<br />
sede dei Canonici secolari<br />
di S. Giovanni in Alga seguiti<br />
dai Gesuiti ed infine dai Signori<br />
delle Scuole Pie o Scolopi.<br />
Nel 1656, allorché il Lazzaretto<br />
dell’Artoria non fu più in grado<br />
di accogliere gli appestati, l’Istituto<br />
Paverano, sotto il Commissariato<br />
di Sanità di Giovanni<br />
Francesco Spinola, supplì alle<br />
carenze grazie anche a molti benefattori.<br />
Negli anni successivi a seguito<br />
di sfavorevoli vicende politiche<br />
l’Istituto Paverano venne pressoché<br />
distrutto.<br />
Nel 1853 Pietro Bernardo<br />
Gambaro elargì una cospicua<br />
somma di denaro per garantire<br />
un sicuro asilo ai poveri; l’Istituto divenne così<br />
un ricovero di mendicità, allorquando questi<br />
vennero sistemati nella nuova sede dell’Istituto<br />
Doria. Nel 1911 l’Amministrazione della Provincia<br />
lo destinava ad ospedale per infermi di<br />
mente.<br />
Più di un decennio dopo, nel 1924, con l’apertura<br />
della casa di via del Camoscio a Marassi<br />
<strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> aveva dato inizio alla sua attività<br />
caritativa per i poveri del Piccolo Cottolengo:<br />
a questa casa si aggiunsero in breve tempo<br />
il Conservatorio di S. Girolamo a Quarto dei<br />
Mille, le case di Quezzi, di Salita Angeli e l’Isti-<br />
visione d’insieme da via cellini.<br />
navata e... ...abside del XII secolo.<br />
tuto di via Bartolomeo Bosco in Portoria.<br />
Ben presto però le case disponibili risultarono<br />
insufficienti. <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> cominciò per tempo<br />
a progettare un disegno di maggiore penetrazione<br />
nel contesto della carità cittadina e di<br />
più sicura garanzia per lo sviluppo delle sue<br />
istituzioni: l’acquisto di una sede centrale che<br />
fosse di spicco sia per dimensioni che per posizione,<br />
che diventasse l’anima di un corpo complesso,<br />
il centro di una costellazione.<br />
Il 10/8/1933 veniva offerta dall’Amministrazione<br />
Provinciale al Piccolo Cottolengo la possibilità<br />
di acquistare l’Istituto Paverano per la
il centro von pauer.<br />
somma di 1650000 lire (donate poi in gran parte<br />
dalla Sig.ra Angela Queirolo).<br />
<strong>Don</strong> <strong>Orione</strong>, avvertito della prevista cessazione<br />
del Paverano in quanto ricovero per alienate,<br />
iniziò ad un tempo a pregare e a predisporre<br />
strategie per l’eventuale acquisto. Fondò così la<br />
“Società Anonima Ligure per la gestione di immobili”,<br />
destinata a tutelare giuridicamente la<br />
proprietà dell’acquirendo Paverano e composta<br />
da autorevoli cittadini genovesi quali l’on. avv.<br />
Antonio Boggiano Pico, il dott. Alfonso Dufour,<br />
il conte Agostino Ravano ed altri.<br />
L’8 marzo 1933 lo schema di accordo tra la<br />
Provincia di <strong>Genova</strong> e <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> fu firmato, e<br />
la domenica seguente i quotidiani della città ne<br />
davano notizia, sottolineandone i benefici.<br />
Intanto <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong>, dopo aver chiamato intorno<br />
a sé medici di tutto rilievo, così commentò<br />
l’acquisto: “E se la Congregazione deve ringraziare<br />
Dio per l’acquisto fatto, deve farlo, non<br />
tanto per l’onore che avremo, oppure per l’importanza<br />
dell’edificio, ma perché ci dà modo di<br />
dilatare la carità.”<br />
Infine ecco che al Paverano giungono moderne<br />
attrezzature, il reparto di radiologia, il laboratorio<br />
di chimica clinica, i vari ambulatori, la farmacia<br />
e poi ancora i reparti di fisiochinesiterapia,<br />
per non dimenticare l’impianto di condizionamento<br />
d’aria e l’apparato centralizzato di comunicazione<br />
audio-visiva.<br />
L’Istituto Paverano, ampliato e continuamente<br />
rimodernato negli ultimi decenni, ospita a<br />
tutt’oggi circa 600 donne accolte in 19 residenze<br />
sanitarie e protette.<br />
Il CentroVon Pauer<br />
L’idea di un Centro Diurno<br />
di socializzazione e di<br />
assistenza all’anziano è<br />
considerata a tutt’oggi,<br />
insieme all’assistenza domiciliare<br />
integrata, una<br />
delle risposte più adeguate<br />
al problema della<br />
terza età, anche in presenza<br />
di demenze senili.<br />
La storia recente dell’Istituto<br />
Paverano dimostra<br />
una volta di più la volontà<br />
di stare al cammino dei<br />
tempi, se non addirittura<br />
di precorrerli. Grazie ad<br />
una assai generosa donazione<br />
da parte del barone<br />
Carletto Von Pauer già<br />
nel 1989 veniva posata la<br />
prima pietra, mentre a distanza<br />
di 5 anni, nel dicembre<br />
1994, il Card. Canestri ne benediceva<br />
l’inizio delle attività, nelle sue dimensioni di assistenza<br />
diurna ma anche di poliambulatorio. Tra il<br />
disagio sovente legato all’istitutizzazione e le<br />
difficoltà della famiglia a sostenere a domicilio il<br />
carico assistenziale della terza età il centro-diurno<br />
si colloca come risorsa intermedia, in grado<br />
di far mantenere all’utente il calore e il conforto<br />
del proprio domicilio e contemporaneamente di<br />
assicurargli l’interezza di un supporto terapeutico<br />
ed umano, che nel passato rimaneva proprio<br />
solo dei centri residenziali.<br />
Come raggiungere l’Istituto<br />
• MEZZI PUBBLICI 1.Bus AMT n° 84<br />
(da stazione Brignole) fermata P.za Solari<br />
a piedi 100 mt<br />
di Via Cellini<br />
2.Bus AMT n° 37<br />
fermata Chiesa S. Fede<br />
a piedi Via <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong><br />
-Via Ayroli<br />
• IN AUTO 1.Da P.za Martinez<br />
Via C. Varese - Via Cellini<br />
2.Da C.so Sardegna<br />
- Via <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> - Via Ayroli<br />
Piccolo Cottolengo di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong><br />
Istituto Paverano<br />
Via Cellini, 22 - 16143 <strong>Genova</strong> - Tel. 010.52291<br />
7 PAGINA MISSIONARIA<br />
RASSEGNA COLLETTIVA D’ARTE<br />
A FAVORE DELLE MISSIONI ORIONINE<br />
Presso l’oratorio “S. Giovanni<br />
Bosco” di Scannabue<br />
(CR) di cui è responsabile<br />
<strong>Don</strong> Agostino Alghisi<br />
l’amico Giovanni Cornalba<br />
ha organizzato, nella prima<br />
quindicina di giugno, una<br />
mostra collettiva d’arte il cui<br />
ricavato è stato devoluto al<br />
Centro Handicappati di Bo-<br />
INCONTRI<br />
noua (Costa d’Avorio.).<br />
Oltre all’organizzatore<br />
hanno partecipato: Antonella<br />
Appiani, Cosetta Bertoni,<br />
Franco Cianflone, Alberto<br />
Chiodelli, Gabriele Comanduli,<br />
Gianmario Rigamonti,<br />
Claudia Zaninelli, Alfredo Galimberti,<br />
Anna Genevini, Ermanno<br />
Facchi.<br />
Nell’esprimere il nostro<br />
plauso ed il doveroso ringraziamento<br />
a tutti quanti, ci piace<br />
sottolineare che, quando<br />
esiste il desiderio di fare qualcosa<br />
di concreto per gli altri,<br />
non si attende un imput particolare,<br />
ma si agisce nei limiti<br />
delle proprie possibilità creative<br />
o economiche.<br />
È l’incontro che, dopo la festa di Camaldoli, apre ufficialmente il nuovo anno sociale, a cavallo<br />
fra il secondo e terzo millennio dell’era cristiana. Durante l’estate si sono verificati alcuni<br />
cambiamenti fra i religiosi, come di solito accade ogni tre anni. Ci è sembrato pertanto opportuno<br />
chiamare a celebrare la S. Messa ed a presiedere la successiva assemblea il Rev.mo<br />
<strong>Don</strong> Giampiero Congiu<br />
Domenica 31 <strong>ottobre</strong> <strong>1999</strong>,<br />
ore 10<br />
raduno amici a paverano<br />
nuovo Parroco di S. Giuseppe Cottolengo in via Cellini.<br />
Fra le notizie di famiglia sarà dato rilievo all’Anno Santo, del quale siamo ormai alle porte, anche<br />
perché, come anticipato, l’Istituto di Paverano è stato scelto Dalla Curia genovese “Luogo<br />
Giubilare della carità”.<br />
Ricordiamo, a chi desidera fermarsi al pranzo, di prenotarsi almeno tre giorni prima presso la<br />
nostra segreteria (Tel. 010/5229334).<br />
sabato 30 <strong>ottobre</strong>, ore 11<br />
s. Messa al cimitero di staglieno<br />
in suffragio degli amici e benefattori defunti<br />
Oltre che una bella tradizione, è un segno pubblico della gratitudine che il Piccolo Cottolengo<br />
Genovese nutre nei confronti di quanti sono stati la mano provvida di Dio verso le tante povertà<br />
in esso ospitate.<br />
È un modo di stare assieme, attorno a Cristo, vivi e defunti in quello spirito di comunione suggerito<br />
dalla fede, uniti nell’ideale di “fare del bene sempre, del bene a tutti, del male mai, a nessuno”.
8 PREPARAZIONE ALL’ANNO 2000<br />
Giubileo del 1900<br />
anno giubilare è indetto da<br />
L’ Papa Leone XIII, alla età di<br />
novant’anni, l’11 maggio 1899,<br />
giorno dell’Ascensione con la<br />
bolla “Properante” letta in San<br />
Pietro davanti a fedeli pieni di<br />
esultanza. I tempi erano tristi:<br />
si era in piena questione romana<br />
creatasi con la presa di Roma<br />
dell’esercito italiano e la<br />
perdita del dominio dello stato<br />
pontificio a seguito dei famosi<br />
plebisciti, deposti i capi dei vari<br />
brani dell’italica penisola, si<br />
veniva formando un unico stato,<br />
l’Italia. Era l’opera del risorgimento<br />
che si compiva con<br />
Roma capitale d’Italia.<br />
Il Papa Leone XIII, facendo<br />
fede della libertà di cui il papato<br />
gode anche in forza delle<br />
guarantigie offerte dal governo<br />
italiano, aveva ripreso le<br />
sue antiche cerimonie, concistori<br />
pubblici, beatificazioni e<br />
canonizzazioni in San Pietro,<br />
cappelle papali, ritenne non<br />
essere giusto privare il popolo<br />
cattolico e fedele di tutto il<br />
mondo dei benefici spirituali<br />
del giubileo.<br />
Leone XIII – Gioacchino<br />
Pecci – originario di Carpineto<br />
Romano, eletto Papa il 18 febbraio<br />
1878 all’età di sessantotto<br />
anni, era vescovo e cardinale<br />
di doti eccelse riconosciute<br />
in tutto il mondo cattolico.<br />
Alla sua elezione non potendo<br />
benedire il suo popolo<br />
dalla loggia esterna di San Pietro<br />
impartì la benedizione urbi<br />
et orbi all’interno della Basilica.<br />
Una nota sulla situazione di<br />
disagio creatasi: “Papa Leone<br />
XIII seppe usare abilmente diplomatica<br />
azione con i diversi<br />
governi allo scopo di salvaguardare<br />
con ogni mezzo la<br />
funzione di guida civile e morale<br />
oltre che religiosa, della<br />
Chiesa cattolica”.<br />
Fu figura di Pontefice veramente<br />
poliedrica e gigantesca,<br />
Pontefice grande e piissimo;<br />
anima di sovrano e poeta che<br />
aveva come programma “Non<br />
osare dire nulla di falso, né di<br />
tacere nulla di vero, che niun<br />
sospetto di favore appaia nello<br />
scrittore, niuno di odio”.<br />
Visse in modo intelligente la<br />
fase dell’industrializzazione<br />
della società con il grande<br />
messaggio della Rerum Novarum<br />
sulla condizione dei lavoratori<br />
ancora oggi pietra miliare<br />
sulla strada dei diritti e doveri<br />
di ogni operatore pubblico.<br />
Il suo Anno santo fu un accorrere<br />
di migliaia di pellegrini<br />
di tutto il mondo, quasi una<br />
esplosione di fede compressa<br />
da avvenimenti strani. Con la<br />
regina Margherita vi partecipò<br />
anche il re Umberto I visitando,<br />
pellegrini, le quattro Basiliche<br />
romane; il re fu poi assassinato<br />
il 29 luglio 1900 a Monza.<br />
Il nostro Padre fondatore<br />
<strong>Don</strong> Luigi <strong>Orione</strong>, nel suo<br />
amore totale al Papa, ebbe ottimi<br />
rapporti con Leone XIII e a<br />
lui presentò le prime bozze di<br />
costituzione dell’incipiente<br />
Opera della Divina Provvidenza.<br />
La terza Basilica romana per<br />
le sante indulgenze è la Basilica<br />
di San Paolo fuori le mura,<br />
sulla via Ostiense.<br />
Ricorda come nelle sue vicinanze<br />
diede la sua testimonianza<br />
(martirio) San Paolo con<br />
la pena riservata ai cittadini romani,<br />
il taglio della testa. La<br />
primigenia la creò l’imperatore<br />
Costantino volendo onorare i<br />
dodici apostoli di Gesù in Roma;<br />
fu poi ampliata e completata<br />
con ottimi mosaici nel 386<br />
da Papa Onorio; era bellissima<br />
tra tutte le chiese di Roma. Rimase<br />
intatta fino al 1823 quando<br />
un furioso incendio la devastò<br />
completamente; ricostruita<br />
sulle precedenti basi venne riconsacrata<br />
da Papa Pio IX nel<br />
1854. Auguro a tutti la visita<br />
penitenziale ma anche una visita<br />
attenta a tutti i capolavori<br />
esistenti ed in particolare i volti<br />
dei 264 Papi della storia della<br />
Chiesa, ultimo Papa Giovanni<br />
Paolo II.<br />
<strong>Don</strong> Ferdinando<br />
9 CONOSCERCI E’ AMARCI<br />
UNA LODE ALLA NOSTRA<br />
Scuola Materna<br />
CI STIMOLA A FARE SEMPRE MEGLIO<br />
Sono la mamma di Greta<br />
Marrari, una bambina che<br />
frequenta il vostro asilo da più<br />
di due anni; tempo considerevolmente<br />
sufficiente per esprimere<br />
un giudizio sull’ambiente<br />
umano e strutturale della suddetta<br />
comunità ...<br />
In questo asilo abbiamo trovato<br />
il calore e l’affetto di<br />
quattro mamme premurose<br />
ed attente nonché di quattro<br />
donne espansive e disponibili<br />
sotto ogni punto di vista. Il nostro<br />
primo incontro è alle 7, 30<br />
del mattino; un volto sempre<br />
dolce e solare e la voce calda<br />
della preghiera diffusa dagli<br />
altoparlanti ci infondono una<br />
serenità d’animo che vorremo<br />
ci accompagnasse per tutto il<br />
resto della giornata. I bambini,<br />
infatti, continuano a respirare<br />
un clima di serenità nei vari<br />
percorsi didattici ed educativi<br />
in cui sono diligentemente impegnati...<br />
Concludo dicendo che<br />
io non sono un extraterrestre,<br />
la mia opinione<br />
è quella non espressa<br />
di tante altre<br />
mamme e non ho<br />
descritto il castello<br />
di quattro<br />
fate in possesso<br />
di bacchette<br />
magiche in grado<br />
di esaudire<br />
ogni desiderio<br />
ma di persone che<br />
con non poche dif-<br />
ficoltà svolgono il loro lavoro<br />
con dignità, correttezza e tanto<br />
... AMORE.<br />
Siamo giunti alla fine di<br />
questo percorso, con sincero<br />
affetto voglio ringraziarVi perché<br />
insieme ai vostri collabora-<br />
tori (Suor Laetare, Sig. Vittorio)<br />
mi siete stati vicini nel mio disagio<br />
economico “arricchendomi”<br />
della speranza che esiste<br />
ancora in questa società<br />
l’Amore che Dio ci ha sempre<br />
insegnato.<br />
Per <strong>Don</strong> Nino e i Confratelli<br />
pomodori freschi e belli<br />
fagiolini profumati<br />
per banchetti prelibati.<br />
Sono i primi del raccolto<br />
del grazioso nostro orto<br />
dove i bimbi biricchini<br />
sono a volte contadini<br />
ed insieme a <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong><br />
fanno sempre cose buone.<br />
Buon assaggio amici cari<br />
dalle pre-elementari.<br />
La Scuola<br />
Materna
10 DON ORIONE E GENOVA<br />
Tommaso Canepa<br />
Tra questi ultimi emerge il nome<br />
di Tommaso Canepa, un<br />
semplice popolano genovese,<br />
che tutta la vita spese a far<br />
del bene, contribuendo non poco,<br />
in questi primi tempi, all’attività<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> in <strong>Genova</strong>.<br />
L’amicizia, o almeno la conoscenza,<br />
del Canepa con <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> sembra risalire agli anni<br />
dopo il 1895, quando nella città<br />
ligure vivevano e studiavano<br />
Gaspare Goggi e i primi alunni<br />
dell’Opera. Una delle figlie del<br />
Canepa, Concetta, che si sposò<br />
nel 1908, ricordava che già molti<br />
anni prima, <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> amava<br />
intrattenersi con suo papà,<br />
prendendo alloggio e residenza<br />
nella loro casa, in Salita Angeli<br />
69, ogni volta che veniva a <strong>Genova</strong>,<br />
sia che preavvertisse o vi<br />
giungesse inaspettatamente,<br />
senza alcun preavviso. Tentativi,<br />
o meglio desideri, di concretizzare<br />
insieme qualche attività, da<br />
parte dei due, pare di capire che<br />
vi furono negli anni successivi,<br />
mentre i chierici ed eremiti dell’Opera,<br />
di passaggio verso<br />
Sanremo o Roma, si avvalevano<br />
dell’ospitalità del Canepa, la cui<br />
casa di Salita Angeli era divenuta<br />
il primo recapito in <strong>Genova</strong><br />
degli orionini, quando ancora<br />
l’Opera della Divina Provvidenza<br />
non aveva sedi proprie e non<br />
vi esplicava attività di apostolato.<br />
All’inizio del nuovo secolo,<br />
tra il 1902 e il 1903, gli approcci<br />
del Canepa col Fondatore si fecero<br />
più frequenti e insistenti,<br />
intendendo mirare sempre più<br />
al concreto.<br />
È del 29 giugno 1902 una lettera<br />
di <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> in risposta al<br />
benefattore genovese: “Caro<br />
Signore, non ho risposto subito,<br />
perché ero a Sanremo; la ricevo<br />
solo adesso la<br />
vostra buona<br />
lettera. Non<br />
so cosa potrò<br />
fare, perché<br />
io capisco bene<br />
che valgo<br />
proprio nulla;<br />
tuttavia se, con<br />
l’aiuto di Dio e dei<br />
buoni potrò servire in<br />
qualche modo ad un po’ di bene,<br />
sono tutto a Vostra disposizione.<br />
Intanto preghiamo, perché<br />
si faccia la volontà del Signore.<br />
Martedì vengo a <strong>Genova</strong><br />
e passerò da voi, così vedrò di<br />
intendervi bene.<br />
E, se non riusciremo ad altro,<br />
ci conosceremo e ci ameremo in<br />
Domino. Oh! Sì! Amiamoci: –<br />
questa è l’insegna dei discepoli<br />
di Gesù. Amen. Vi abbraccio<br />
adunque, o caro Signore, e vi<br />
amo tanto in domino. Ed abbiatemi<br />
per vostro servitore, <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong>. – Fatemi la carità, di riverirmi<br />
tanto P. Semeria; martedì<br />
spero vederlo”.<br />
Nel medesimo anno <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> cercava di sapere, pungolato<br />
com’era dal Canepa, se<br />
gli era consentito attuare qualche<br />
cosa in <strong>Genova</strong>. L’idea del<br />
Canepa, suggeritagli da <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong>, era veramente degna<br />
della carità che animava entrambi.<br />
Il 15 settembre 1902 <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> scriveva a <strong>Don</strong> Sterpi:<br />
“Sono dunque stato dal Signor<br />
Canepa di <strong>Genova</strong> ed ho veduto<br />
la casa: facciamo di quella casa<br />
la “Casa della Carità”. Il Signor<br />
Canepa dice che ai nuovi<br />
mali vorrebbe opporre nuovi rimedi:<br />
ora, vedete, il gran male<br />
che c’è, e per cui si sta proprio<br />
male, è la mancanza di carità;<br />
ora manca tanto questa, e manca<br />
tutto. Avrei pensato di porre<br />
là alcuni, che abbiano<br />
per fine di coltivare in<br />
sé la carità; poi questa<br />
santissima carità,<br />
essendo di natura<br />
sua diffusiva, si sprigionerà<br />
e correrà e<br />
volerà per la terra<br />
(...)”.<br />
Prime difficoltà<br />
Purtroppo nulla si poteva<br />
fare e i motivi li<br />
spiega Mons. Daffra a<br />
<strong>Don</strong> Carlo Sterpi in una lettera<br />
del 17 <strong>ottobre</strong> 1902: “(...) Il<br />
nostro caro <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> mi parlava<br />
costì di un certo Signor Canepa<br />
di <strong>Genova</strong>. Costui venne<br />
da me, parlandomi della sua intenzione<br />
di donare all’Opera<br />
della Provvidenza la sua proprietà<br />
e lo incoraggiai a ciò fare.<br />
Ne parlai con Mons. Arcivescovo<br />
(di <strong>Genova</strong>), dicendo di <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> quanto sapevo di bene.<br />
Mi rispose che una figlia del Canepa<br />
fece rimostranze gravi in<br />
Arcivescovado contro il suo padre,<br />
e che perciò egli (l’Arcivescovo)<br />
non concederà a <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> il permesso di aprire in<br />
<strong>Genova</strong> una casa. Feci tutte le<br />
insistenze possibili, ma inutilmente.<br />
Aveva egli già parlato<br />
con altro Vescovo (Bandi), in<br />
proposito. Se credi in confidenza<br />
chiarire la cosa al caro <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong>, lo rimetto alla tua prudenza<br />
(...)”.<br />
Non potendo fare altro, <strong>Don</strong><br />
<strong>Orione</strong> confortava il Canepa, invitandolo<br />
a curare il più essenziale<br />
nella vita, senza avvilirsi, se<br />
i fatti non corrispondevano alle<br />
sue più buone aspirazioni. Scrive:<br />
“(...) Io non vorrei che, perché<br />
apparentemente le cose<br />
non sono andate, voi vi raffreddaste,<br />
o mio caro fratello Canepa.<br />
No, spero di no nel Signore<br />
che è con voi (...)”.<br />
Cronache d’archivio<br />
11 VOLONTARIATO<br />
Educatori per il nuovo millennio<br />
Mercoledì 26 maggio presso<br />
il teatro del Centro Von<br />
Pauer -<br />
Opera <strong>Don</strong> <strong>Orione</strong> si è svolto un<br />
convegno nazionale dal titolo:<br />
“L’educatore professionale: quale<br />
futuro?” che ha visto presenti<br />
circa trecento partecipanti, tra<br />
operatori dei servizi, autorità e<br />
curiosi.<br />
Al centro della riflessione,<br />
che ha visto protagonisti studiosi<br />
di livello internazionale,<br />
come il prof. Duccio Demetrio<br />
e il prof. Carlo Mario Mozzanica,<br />
c’era il rilievo che le figure<br />
educative potranno e dovranno<br />
avere in vista del terzo millennio.<br />
Da poco il Ministero della<br />
sanità ha emanato un decreto<br />
che riconosce la qualifica di<br />
educatore solo a coloro che sono<br />
formati con il diploma universitario<br />
presso la facoltà di<br />
medicina e chirurgia... se questo<br />
è comunque un passo avan-<br />
tavola rotonda: da sinistra,<br />
dott. M. Rosa Valla,<br />
don antonio balletto,<br />
dott. Roberto franchini,<br />
dott. Carla costanzi<br />
e dott. Anna banchero.<br />
un aspetto della sala teatro<br />
durante il convegno.<br />
ti, è evidentemente riduttivo<br />
pensare ad educatori che ricevono<br />
mentalità e formazione a<br />
provenienza sanitaria!<br />
Il convegno, cui erano presenti<br />
anche l’assessore alla Promozione<br />
sociale dott. Sergio<br />
Rossetti, il direttore generale<br />
della USL 3 dott. Giuseppe Giusti,<br />
altri dirigenti regionali e comunali<br />
tra cui le dott.sse Anna<br />
Banchero, Maria Rosa Valla e<br />
Carla Costanzi, ha provato ad<br />
allargare le prospettive, immaginando<br />
una figura educativa<br />
che dalla formazione pedagogica<br />
e dal tirocinio che proviene<br />
dall’esperienza sul campo trae<br />
le fonti del suo operare e del<br />
suo riflettere<br />
Di figure simili c’è sicuramente<br />
il bisogno, in attesa di<br />
un futuro (ormai alle porte!) dove<br />
le carenze educative e il vuoto<br />
di formazione creeranno (e<br />
già sta accadendo) conflitti,<br />
tensioni, vecchie e nuove emarginazioni.<br />
All’educatore allora il<br />
compito di generare la bellezza<br />
e la forza del cambiamento, la<br />
bellezza e la forza del domani,<br />
avendo cura del debole come<br />
del forte, del disabile come di<br />
qualsiasi cittadino del mondo.<br />
Auguri dunque agli educatori.<br />
Buon lavoro, buon lavoro<br />
davvero.<br />
Roberto Franchini
12 FIORETTI<br />
Un dono dal cielo<br />
In silenzio, come è stato il suo stare con noi, così Silvana se ne è andata una mattina, quando<br />
il suo tempo è maturato.<br />
Ora una piccola sorella in cielo possiede e gode tutto ciò che la povera terra non poté e non<br />
seppe darle.<br />
Ora Silvana ci vede e continua a camminare vicino a noi come i suoi cari che, nella fedeltà a<br />
sentimenti maturati negli anni, ci hanno donato un uovo di cioccolato grande grande, per la<br />
gioia di un momento ma per dire un bene che dobbiamo custodire nei nostri cuori e che non deve<br />
andar sprecato nemmeno in una briciola, come non è andata sprecata nemmeno una briciola<br />
di questa leccornia!<br />
Le Buone Figlie<br />
del reparto “<strong>Don</strong> Sciaccaluga”<br />
MARINA, BARBARA, MARIA PIA,<br />
ELVIRA, CRISTINA, MARIA, WILMA...<br />
ROSARIA, BELLEZZA, EDDA, CRISTINA,<br />
MARIA ROSA, ELENA, MARIA TERESA,<br />
RITA, CATERINA, GIULIANA, ROSALIA,<br />
SUOR MICHELINA...<br />
13 CRONACA<br />
La corriera<br />
S ottocolle è una bellissima<br />
colonia dotata d’aria buona,<br />
bel panorama e ottimo vitto,<br />
ma pecca per quanto riguarda<br />
i locali adibibili ad attività<br />
lavorative e ludiche, soprattutto<br />
nel periodo invernale<br />
quando il tempo non permette<br />
di usufruire dello spazio<br />
esterno. Le Beniamine che vi<br />
abitano, è risaputo, sono ragazze<br />
vivaci e laboriose ma a<br />
Sottocolle non sanno dove<br />
svolgere le numerose attività<br />
alle quali sono abituate. Come<br />
risolvere questo non piccolo<br />
problema? Le vie del Signore,<br />
si sa, sono infinite ed incredibilmente<br />
passano anche per<br />
l’AMT che d’altra parte di strade<br />
se ne intende. Per meglio<br />
spiegare, il Signore si è servito<br />
dell’AMT dando l’ispirazione a<br />
Suor Laetare ed alle sue colla-<br />
boratrici di chiedere alla direzione<br />
che si occupa dei mezzi<br />
pubblici la possibilità di avere<br />
un autobus in demolizione al<br />
fine di adibirlo a laboratorio.<br />
Così timidamente fu rivolta la<br />
richiesta alla signora Gioiele<br />
dell’azienda municipalizzata<br />
dei trasporti, attendendo una<br />
risposta negativa o in ogni<br />
modo un milione di problemi e<br />
difficoltà, invece non solo la risposa<br />
fu decisamente positiva,<br />
ma da quel momento, sorpresa<br />
dopo sorpresa, vi fu un crescendo<br />
di interesse ed un moltiplicarsi<br />
di azioni favorenti la<br />
risoluzione del problema.<br />
Operatori, capi, autisti, ingegneri<br />
dell’ATM si prodigarono<br />
venendo di persona a più riprese<br />
dalla rimessa di Cornigliano<br />
a Sottocolle per prendere<br />
misure, fare calcoli usan-<br />
do tutte le loro forze per poter<br />
fare entrare un mezzo di trasporto<br />
lungo ben dieci metri<br />
attraverso l’angusto passaggio<br />
che dal cancello porta alla<br />
casa. Le ragazze tenute fino all’ultimo<br />
all’oscuro della faccenda,<br />
per non eccitare gli animi,<br />
incuriosite seguirono tutto<br />
quest’andirivieni, guardarono<br />
perplesse questi signori che<br />
misuravano con lunghi metri a<br />
destra e a sinistra, che confabulavano<br />
lisciandosi il mento,<br />
allargando le braccia, grattandosi<br />
la testa, perché il grosso<br />
problema era fare entrare una<br />
corriera di dieci metri in un posto<br />
dove un comune autista<br />
non sarebbe passato neanche<br />
con un camioncino del latte.<br />
Alla fine, un bel giorno giunse<br />
una telefonata da Cornigliano<br />
che ci avvisò che la corriera sarebbe<br />
giunta nella mattinata.<br />
sottocolle:<br />
un autobus<br />
per laboratorio.
Riunite le ragazze, spiegammo<br />
loro finalmente il mistero di<br />
tanto trambusto, vi fu un’ovazione<br />
generale e di lì a presso<br />
tutte erano appoggiate alla<br />
ringhiera del cortile scrutando<br />
la strada come tanti piccoli indiani.<br />
L’attesa non fu lunga,<br />
preceduta da un mezzo trainante<br />
ecco giungere la corriera<br />
blu che come una signora<br />
avanzava a testa alta dandosi<br />
una grande importanza. Le ragazze<br />
non credevano ai propri<br />
occhi, una corriera blu, proprio<br />
come quelle che portano le<br />
persone in giro e tutta per loro,<br />
per poterci giocare e lavo-<br />
su “la madonna della guardia”<br />
di genova È apparso<br />
un articolo di don aldo viti<br />
nel quale si parla della<br />
costruzione di un santuario<br />
alla patrona della liguria<br />
sulla “collina dei sogni”<br />
accanto al noviziato<br />
di bonoua (costa d’avorio).<br />
nella foto un pellegrinaggio...<br />
a seminar medagliette?<br />
rare. La suora e le operatrici<br />
per sicurezza fecero entrare le<br />
ospiti in casa, esse appena entrate<br />
furono immediatamente<br />
alle finestre del salone per attendere<br />
il passaggio della corriera.<br />
Intanto in fondo al cancello<br />
gli autisti armeggiavano<br />
per fare entrare il mezzo e Dio<br />
solo sa come fecero perché vi<br />
entrò e venne su per la salita<br />
che porta al cortile con un tale<br />
sussiego da sembrare una persona<br />
viva che dicesse: “Eccomi,<br />
sono arrivata, non mi fate<br />
un applauso?”. E l’applauso ci<br />
fu, lungo e caloroso, esso veniva<br />
dal cuore per ringraziare<br />
quegli uomini che avevano fatto<br />
l’impossibile perché quell’impresa<br />
si realizzasse. Appena<br />
terminate le manovre e la<br />
corriera fu a posto, le ragazze<br />
uscirono dal salone ed ispezionarono<br />
la corriera, il cane Dick<br />
la “bagnò” per buon auspicio<br />
e tutti ringraziammo affettuosamente<br />
gli uomini che di lì a<br />
poco se ne andarono con la<br />
promessa di ritornare a trovarci.<br />
Ora la corriera fa bella mostra<br />
di sé tra le foglie degli alberi<br />
di Sottocolle, è già stata<br />
privata dei sedili, presto sarà<br />
dipinta e trasformata in laboratorio.<br />
gaston<br />
kindou<br />
diacono.<br />
È stato ordinato<br />
a cara (togo)<br />
il 24 luglio.<br />
È il primo<br />
sacerdote<br />
orionino del togo,<br />
il quarto<br />
sacerdote<br />
della Provincia<br />
religiosa africana<br />
Notre dame<br />
d’afrique.<br />
IN MEMORIA<br />
Raccomandiamo alle preghiere<br />
dei nostri lettori gli amici,<br />
i benefattori e gli assistiti<br />
mancati da poco o dei quali ricorre<br />
l’anniversario della morte:<br />
sig.a Caterina Pedemonte,<br />
sig.a Elisa Pescetto in Capurro,<br />
avv. Domingo Rapallo,<br />
mons. Raffaellangelo Palazzi,<br />
sig.a Edelweiss Mark, sig.a<br />
Fiorentina Rossi Magna, sig.a<br />
Nelide Questa, don Alberto<br />
Zambarbieri, sig. Nilo Pozzi,<br />
sig.a Rachele Prestini, suor M.<br />
Onoria, sig. Domenico Carpi,<br />
sig. Pietro Ravano, don Mario<br />
Schiavini, sig. Giovanni Battista<br />
Franzoni, sig.a Ines Vegni<br />
Minoliti, dott. Santino Richeri,<br />
can. Elia Marini, don Giuseppe<br />
Dutto, sig.a Lolla Marchese,<br />
sig.a Maria Lanza, sig.a<br />
Caterina Sappa, cav. rag. Enrico<br />
De Lucchi, sig.a Angela<br />
Scrollavezza, asp. Mauro<br />
Montagna, sig. Raffaele Poggio,<br />
sig.a Maria Brindasso,<br />
suor M. Placida, sig. Tito Gherardi,<br />
sig.a Maria Rivelli ved.<br />
Aureli, sig.a Rachele Sciaccaluga,<br />
don Giuseppe Masiero,<br />
don Angelo Riva, sig. Antonio<br />
Rossi, sig. Luigi Bacigalupo,<br />
cav. Giuseppe Capurro, sig.a<br />
Tina Accame, suor M. Eufrasia,<br />
sig.a Maria Figari, sig.<br />
Giuseppe Macciò, don Severi-<br />
no Ghiglione, sig. Ambrogio<br />
Salviati, sig.a Artemisia Soracco<br />
ved. Veloce, sig.a Germaine<br />
Clerc, sig. Virgilio Schiavini,<br />
prof. Leonardo Grossi, don<br />
Pietro Boselli, comm. G.B.<br />
Chiarella, sig.a Paola Solenghi,<br />
sig.a Adele Carbone,<br />
com.te Giuseppe Bancalari,<br />
suor M. Deodata, sig.a Angela<br />
Mantelli, sig.a Giovanna<br />
Gambaro Ravano, sig.a Anita<br />
Serra Galli, dott. Silvio Patrone,<br />
sig.a Maria De Veris, sig.<br />
Guido Sammito, fratel Ambrogio<br />
Pavesi, m.se Mingo<br />
Raggio, suor M. Gennara, sig.<br />
Vincenzo De Marco, don Pietro<br />
Parodi, padre Raffaele<br />
Giachino, sig. Angelo Tononi,<br />
sig. Duilio Bellomo, sig. Ugo<br />
Cannella, sig. Guglielmo Cortemiglia,<br />
ing. Luigi Voena,<br />
sig.a Adelina Torre in Sammito,<br />
sig. Alessandro Bertuzzo,<br />
sig. Pietro Schiavini, sig.a Antonietta<br />
Avanzino, sig.a Maria<br />
Salviati, sig.a Anna Piazza<br />
ved. Arena, sig.a Raimondina<br />
Cervetti, dott. Giovanni Casaccia,<br />
don Albino Cesaro,<br />
prof. Luigi Rolla, sig. Domenico<br />
Canepa, prof. dott. Felice<br />
Geriola, sig.a Luigia Folcio<br />
ved. Turati, sig.a Adalgisa<br />
Speroni, don Pietro Andreani,<br />
don Giuseppe Nava, dott.<br />
la devozione<br />
alla madonna della guardia<br />
È una costante<br />
dell’opera orionina.<br />
Nella foto<br />
l’immagine all’ingresso<br />
del “famiglia moresco”<br />
di bogliasco.<br />
Agostino Cogorno, sig. Luigi<br />
Ameri, dott. Ubaldo Zoboli,<br />
prof. Maura Faraggi, cap. Giuseppe<br />
Caruso, sig.a Benedetta<br />
Ravenna, avv. Giuseppe<br />
Garaventa, c.te Camillo Gigli<br />
Molinari, sig. Filippo Borni,<br />
sig.a Dina Gandilio, don Giuseppe<br />
Granelli, comm. rag.<br />
Ferdinando Francardo, sig.a<br />
Santa Chiappori, sig.a Angela<br />
Guazzone Ghiazza, cav. Armando<br />
Ferrari, sig. Giacomo<br />
Bernardi, sig.a Elena Costa,<br />
sig.a Evelina Tanfulla ved. Canini,<br />
sig.a Lilla Lopez de Gonzalo,<br />
sig. Vittorio Dapelo,<br />
sig.a Linda D’Ancona, asp. Alfredo<br />
Divano, sig. Fabrizio Rosati,<br />
sig. Alfredo De Romano,<br />
sig. Raimondo Mancini, sig.<br />
Colombo Tasca, sig. Aldo Ercole<br />
Grossi, sig. Mario Betti,<br />
sig.a Gabriella Podestà, sig.a<br />
Ida Costa, sig.a Elena Gelati,<br />
sig.a Maria Flammini, sig.a Teresa<br />
Ricci, sig.a Cristina Boccardo,<br />
sig.a Guerrina Zanella,<br />
sig.a Giuseppina Faitanini,<br />
sig.a Maria Ignazia Lauria,<br />
sig.a Bianca Moretti, sig.a<br />
Giuseppina Bellelli, sig.a Teresa<br />
Macciò, sig.a Luigia Maria<br />
Rosa, sig.a Giuseppina Bailo,<br />
sig.a Carmela Medica, notaio<br />
avv. Biagio Petraroli, sig.a Arina<br />
Celoria ved. Pagliano.
COME AIUTARE IL PICCOLO COTTOLENGO<br />
AULE (L. 1.000.O00)<br />
(concorre all’ordinaria manutenzione delle sedi del Piccolo Cottolengo)<br />
- ROMILDA PIETRAFRACCIA SANGUINETI - il figlio Ing. Manlio Pietrafraccia<br />
- MARIA EUGENIA PIETRAFRACCIA - il fratello Ing. Manlio Pietrafraccia<br />
BORSA MISSIONARIA (L. 500.000)<br />
(concorre all’acquisto di materiale - protesi, carrozzelle ecc. - per le missioni)<br />
- BRUNO DACASTO - la sig.a Giuseppina Balbo Ved. Dacasto<br />
BORSA FARMACEUTICA (L. 350.000)<br />
(concorre all’acquisto di medicinali, protesi e presidi sanitari ai nostri ospiti)<br />
BORSA DI STUDIO (L. 200.000)<br />
(concorre a mantenere agli studi chi si prepara alla vita religiosa)<br />
- MARESA ARMANINO - la sorella Carmen<br />
BORSA DI PANE (L. 150.000)<br />
(integra la retta di chi non riesce ad arrivare alla quota stabilita)<br />
LETTINI (L. 100.000)<br />
(per la biancheria e il vestiario degli ospiti)<br />
- ANTONIO e MARIA SOLARI -<br />
- GIORGIO FORNO - la nipote Anna Maria<br />
- RINO GINOCCHIO - la sig.a Anna Maria Opisso<br />
- BACCI CAVASOLA - gli amici Maria Cristina, Maria Luisa, Graziella, Nella, Pupa e Davide<br />
- BEATO DON ORIONE - <strong>Don</strong> Andrea Borinato<br />
BANCHI (L. 50.000)<br />
(serve per l’acquisto e il riordino delle suppellettili)<br />
- GIORGIO BORGHESE - i genitori Mario Borghese e Minerva Moglione<br />
- MINA e RENATO BELLINI - (2) - la Sig. a Giuliana Occhiena<br />
- SANTINA NOLI -<br />
- ANTONIO PITTO e MARIA CLAVARINO - le figlie Vittoria e Teresa<br />
- MARIO MANFREDI - la sig.a Lidia Manfredi<br />
- PALMIRA MERELLO - l’amica Olga<br />
- ANTONIO MERELLO - l’amica Olga<br />
PER DONAZIONI E LASCITI<br />
Siccome avvengono degli inconvenienti nella<br />
procedura del disbrigo della pratica, si prega<br />
usare esclusivamente la seguente dicitura:<br />
«Lascio alla PROVINCIA RELIGIOSA SAN BE-<br />
NEDETTO DI DON ORIONE con sede in <strong>Genova</strong><br />
- Via Paverano 55 - per l'assistenza degli<br />
anziani, ammalati, handicappati e per l'educazione<br />
e la riabilitazione dei giovani, in favore<br />
del dipendente PICCOLO COTTOLENGO<br />
DI DON ORIONE IN GENOVA».<br />
Rivista inviata a nome dei nostri assistiti<br />
in omaggio a benefattori, simpatizzanti, amici<br />
e a quanti ne facciano richiesta.<br />
16143 GENOVA - Via Paverano, 55 - Tel. 5229.1<br />
- Conto Cor. Post. N. 00201160<br />
Autorizz. della Cancelleria del Trib. di Tortona<br />
in data 26-6-'61 - n. 42 del Reg.<br />
Direttore: <strong>Don</strong> NINO ZANICHELLI<br />
Responsabile: Sac. Carlo Matricardi<br />
Progetto grafico e impaginazione: Anna Mauri<br />
Stampa: Litonova s.r.l. - Gorle (Bergamo)<br />
Realizzazione a cura della<br />
Editrice Velar s.p.a. - Gorle (Bergamo)