15.06.2013 Views

Modelli statistici nell'analisi dell'evoluzione dell'NDVI (Normalized ...

Modelli statistici nell'analisi dell'evoluzione dell'NDVI (Normalized ...

Modelli statistici nell'analisi dell'evoluzione dell'NDVI (Normalized ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Modelli</strong> <strong>statistici</strong> nell’analisi dell’evoluzione dell’NDVI<br />

(<strong>Normalized</strong> Difference Vegetation Index) in Val Pola (Valtellina)<br />

prima e dopo la frana del Monte Coppetto (28 luglio 1987)<br />

Abstract<br />

Oscar Del Barba, a Angelo Pecci, b Orazio Rossi, b* Pierfrancesca Rossi, a Nicola<br />

Zaccarelli, c Giovanni Zurlini c<br />

a Unità Organizzativa Risorse Naturali e Paesaggistiche , ARPA Lombardia, Piazzale Morandi 1, 20121, Milano, Italia<br />

b Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Parma, Via G. P. Usberti 11/A, 43100 Parma, Italia<br />

c Di.S.Te.B.A., Università di Lecce, Prov.le Lecce-Monteroni, 73100 Lecce, Italia<br />

Sono state prese in esame immagini aeree satellitari estive LANDSAT relative ad un’area della Valtellina (Val Pola) di<br />

ampiezza 118.2 km 2 , interessata da una rovinosa frana (Monte Coppetto) nel luglio del 1987. Le immagini utilizzate si<br />

riferiscono agli anni 1984, 1985, 1986, 1990, 1992, 1999, 2001, 2004 e coprono pertanto gli anni immediatamente prima e<br />

dopo la frana fino ai nostri giorni. Utilizzando appropriate tecniche di Change Detection Analysis applicate ai valori di NDVI<br />

di ciascun pixel dell’area studiata, e mediante successive analisi di dati con specifici modelli <strong>statistici</strong>, è risultato che l’effetto<br />

distruttivo della frana sulla vegetazione è evidenziato, a partire dall’immagine del 1990, da forte riduzione dell’NDVI fino a<br />

valori spesso prossimi a zero, a testimonianza di un suolo nudo o molto scarsamente vegetato. Il successivo recupero della<br />

vegetazione è testimoniato dal crescere dell’NDVI fino a 0.45 nel 2004, comunque nettamente inferiore a quelli pre-frana<br />

tipici di ambienti densamente vegetati; la distribuzione spaziale delle forti diminuzioni di NDVI è nettamente aggregata e<br />

localizzata a coprire un’area che identifica all’incirca il corpo della frana. Tuttavia, già a partire da almeno 100 metri di<br />

distanza dal corpo di frana, i valori di NDVI non sembrano, in tutti i casi, essere diversi da quelli pre-frana. © 2005 SItE. All<br />

rights reserved<br />

Keywords: NDVI; telerilevamento; monitoraggio ecosistemico, cinetica di recupero, change detection analysis.<br />

1. Introduzione<br />

Il telerilevamento permette un approccio sintetico<br />

e quantitativo alla conoscenza del territorio, pertanto<br />

costituisce un importante strumento di supporto alle<br />

indagini ecologico-ambientali. L’impiego di modelli<br />

<strong>statistici</strong> negli studi ambientali consente di fare<br />

———<br />

* Corresponding author. Tel.: +39-0521-905698; fax: +39-0521-905698; e-mail: orazio.rossi@unipr.it.<br />

previsioni probabilistico-quantitative sull’evoluzione<br />

dei sistemi ecologici, andando anche a modellizzare<br />

le interazioni tra il fattore spaziale e quello<br />

temporale. Lo studio dell’ambiente, del suo stato e<br />

della sua evoluzione, richiede un approccio<br />

multidisciplinare applicato a diverse scale spaziotemporali.<br />

Molte problematiche ecologiche<br />

complesse possono essere più efficacemente<br />

affrontate coniugando il sistema di conoscenze


2<br />

Available online at Available online at http://www.ecologia.it/congressi/XVI/articles/<br />

proprie dell’Ecologia alle potenzialità di analisi dei<br />

modelli <strong>statistici</strong> e delle nuove tecnologie di<br />

rilevamento da satellite.<br />

In questa prospettiva, gli obbiettivi della presente<br />

ricerca sono:<br />

1. analizzare la variabilità spazio-temporale<br />

dell’indice di attività fotosintetica delle<br />

vegetazione <strong>Normalized</strong> Difference Vegetation<br />

Index (NDVI) (Rouse et al., 1974) nel contesto di<br />

un impatto ambientale;<br />

2. caratterizzare la cinetica di recupero degli<br />

ecosistemi tramite il suddetto indice utilizzando<br />

appropriati modelli <strong>statistici</strong>;<br />

3. proporre un metodo quantitativo di monitoraggio<br />

ambientale del periodo seguente l’impatto che<br />

permetta anche di stimare, in assenza di ulteriori<br />

rilevanti disturbi, il tempo di recupero degli<br />

ecosistemi.<br />

2. Area di studio<br />

L’area di studio si estende per circa 8000 ettari<br />

nella provincia di Sondrio tra i centri abitati di<br />

Sondalo e di Bormio e comprende la Val Pola, una<br />

valle laterale situata sul versante idrografico sinistro<br />

dell’Alta Valtellina. L’area è interessata da una frana<br />

verificatasi il 28 luglio 1987, quando dal versante<br />

occidentale del Monte Coppetto si sono distaccati<br />

circa 40 milioni di m 3 di materiale in valle,<br />

modificando l’assetto del fiume Adda e creando un<br />

lago, successivamente svuotato, che ha lasciato il<br />

posto ad una zona umida.<br />

Dopo circa vent’anni dall’evento, la Regione<br />

Lombardia ha pianificato una serie di interventi per il<br />

ripristino dell’alveo naturale dell’Adda, che<br />

potrebbero causare notevoli effetti negativi sulle<br />

componenti naturali dell’intero sistema vallivo.<br />

3. Materiale e Metodi<br />

Per perseguire gli obbiettivi di cui sopra è stata<br />

utilizzata una serie di immagini di immagini<br />

telerilevate Landsat TM ed ETM+ degli anni 1984,<br />

1985, 1986 1990, 1992, 1999, 2001 e 2004 (Tabella<br />

1). Ad ulteriore supporto dell’analisi sono stati<br />

utilizzati un Modello Digitale del Terreno (DEM) con<br />

una risoluzione spaziale di 20 metri, una cartografia<br />

di uso del suolo a scala 1:10.000 e delle ortofoto<br />

digitali del VoloIT 2000.<br />

Tabella 1<br />

Caratteristiche delle riprese satellitari impiegate nello studio.<br />

Anno Sensore Acquisizione<br />

1984 TM5 25-07<br />

1985 TM5 13-08<br />

1986 TM5 16-08<br />

1990 TM5 11-08<br />

1992 TM5 16-08<br />

1999 ETM7+ 13-09<br />

2001 TM5 22-06<br />

2004 TM5 18-09<br />

La prima fase dello studio è consistita in un’analisi<br />

di “effetto immediato” dell’evento franoso nei<br />

termini di una valutazione dei cambiamenti<br />

nell’attività fotosintetica degli ecosistemi intercorsa<br />

prima e dopo l’evento franoso. Le immagini acquisite<br />

in data 16 agosto 1986 ed 11 agosto 1990 sono state<br />

georeferenziate nel sistema Gauss-Boaga fuso Ovest<br />

utilizzando come riferimento le ortofoto digitali,<br />

quindi calibrate in valori di riflettanza exoatmosferica<br />

per compensare le differenze di<br />

geometria della ripresa. Per ridurre l’interferenza<br />

dell’atmosfera sul segnale registrato dal sensore è<br />

stata utilizzata la tecnica della correzione di “Corpo<br />

Nero” (Chavez, 1988), mentre per compensare<br />

l’effetto della variabilità topografica sull’intensità del<br />

segnale è stato utilizzato il metodo della C-correction<br />

(Jensen, 1996).<br />

Una volta eseguite le necessarie operazioni di preprocessing<br />

sui dati, compresa l’eliminazione delle<br />

coperture nuvolose presenti, le due immagini sono<br />

state elaborate attraverso il calcolo dell’NDVI. Tale<br />

indice è ampiamente utilizzato per lo studio della<br />

dinamica delle coperture vegetate e delle<br />

trasformazioni della copertura del suolo prodotte dal<br />

regime del disturbo, sia per la sua semplicità di<br />

calcolo, sia per la sua correlazione con variabili di<br />

interesse ecologico (Kerr et al., 2003). L’NDVI<br />

sfrutta le proprietà di riflessione delle superfici nelle<br />

bande dell’infrarosso vicino e del rosso ed assume<br />

valori compresi nell’intervallo tra -1 ed 1.


16 th Meeting of the Italian Society of Ecology, 19-22 September 2006, Viterbo/Civitavecchia 3<br />

Mediante tecniche di Change Detection è stata<br />

realizzata una carta del cambiamento territoriale<br />

intercorso nell’attività fotosintetica degli ecosistemi<br />

dell’area tra il 1986 ed il 1990. Più in particolare, si<br />

proceduto al calcolo di un’immagine delle differenze<br />

standardizzate fra i valori di NDVI di ogni pixel<br />

mediante la seguente formula:<br />

dNDVI std<br />

=<br />

( NDVI − NDVI )<br />

s<br />

1990<br />

2<br />

1986<br />

+ s<br />

2<br />

1990<br />

1986,<br />

1990<br />

(1)<br />

dove NDVI1986 e NDVI1990 sono i valori dell’indice di<br />

vegetazione per il pixel, δNDVI è la differenza fra i<br />

valori medi delle immagini dell’indice, s 2 1986 e s 2 1990<br />

sono le varianze dell’indice nelle immagini e<br />

cov1986,1990 è la covarianza delle due immagini. In<br />

seguito è stata individuata la distribuzione spaziale<br />

degli “eventi estremi” (i punti caratterizzati dalle<br />

massime variazioni dell’indice nell’ambito del<br />

sistema Val Pola) così come descritti dai valori<br />

presenti sulle due code nella distribuzione di<br />

δNDVIstd. Si è scelto di considerare come variazioni<br />

significative di NDVI quelle comprese entro le soglie<br />

del 2.5% dei valori positivi, e del 2.5% dei valori<br />

negativi più estremi nella distribuzione dei valori<br />

delle differenze standardizzate.<br />

La seconda fase della ricerca è stata improntata<br />

all’analisi della cinetica del recupero ecologico degli<br />

ecosistemi dall’impatto della frana.<br />

In un primo tempo, usando l’intera serie temporale<br />

di immagini, si è analizzata mediante metodi<br />

quantitativi la variabilità temporale del grado di<br />

attività fotosintetica degli ecosistemi. Dopo avere<br />

utilizzato le consuete procedure di pre-processing, le<br />

immagini sono state elaborate per ricavare l’NDVI e<br />

sono state prese in esame le distribuzioni di frequenza<br />

dei valori di NDVI ricavati da ogni immagine<br />

calcolando i relativi Coefficienti di Variazione<br />

(C.V.).<br />

In un secondo tempo, per esplorare in maniera più<br />

approfondita le relazioni tra il grado di attività<br />

fotosintetica della vegetazione e l’impatto dell’evento<br />

franoso, è stata presa in considerazione, oltre alla<br />

dimensione temporale, anche quella spaziale. Più<br />

precisamente, è stato messo a punto un apposito<br />

Disegno Sperimentale spazio-temporale, inteso ad<br />

esplorare il possibile recupero ecologico-naturalistico<br />

degli ecosistemi della valle in base al comportamento<br />

1986<br />

− 2cov<br />

−δNDVI<br />

di tre gruppi di pixel confrontati nello spazio e nel<br />

tempo.<br />

Il primo gruppo è costituito da 50 pixel,<br />

caratterizzati dal fatto che subiranno un forte<br />

decremento dell’NDVI post-frana, in quanto cadono<br />

sul corpo franoso, o nelle immediate vicinanze.<br />

Queste unità sono state estratte mediante un<br />

procedimento di campionamento casuale nelle<br />

porzioni delle immagini non coperte dalle nuvole e<br />

nell’ambito dei punti (in prossimità del corpo<br />

franoso) che la precedente indagine di Change<br />

Detection aveva individuato come contraddistinti da<br />

un elevato decremento dell’NDVI tra il 1986 e il<br />

1990. Questi pixel, che hanno risentito fortemente<br />

dell’impatto della frana, sono stati campionati con il<br />

vincolo di una distanza minima di 120 metri per<br />

minimizzare l’autocorrelazione spaziale, e sono stati<br />

seguiti per un ventennio nell’arco temporale tra il<br />

1984 e il 2004 mediante il set delle immagini<br />

telerilevate.<br />

Il secondo gruppo è costituito da 50 pixel,<br />

campionati casualmente ad una distanza minima di<br />

120 metri tra loro, ma situati a circa 100 metri dal<br />

corpo franoso.<br />

Il terzo gruppo comprende 50 pixel casuali, situati<br />

ad una distanza minima di 120 metri tra loro e di<br />

circa 300 metri dal corpo franoso.<br />

Per tutti e tre i gruppi l’andamento dell’NDVI è<br />

stato monitorato tra il 1984 e il 2004.<br />

L’ultima fase della ricerca è stata finalizzata alla<br />

predisposizione di un Piano di Monitoraggio delle<br />

componenti ecosistemiche nell’area, anche in vista<br />

del prossimo inizio dei lavori di cantiere per il<br />

ripristino dell’alveo naturale dell’Adda.<br />

Il Piano di Monitoraggio consta di tre Carte di<br />

Controllo, messe a punto sulla base di una serie<br />

ventennale di dati tra il 1984 e il 2004, che faranno da<br />

riferimento per il monitoraggio negli anni successivi.<br />

Tali Carte riguardano rispettivamente gli ecosistemi<br />

situati alla distanza di 100 e 300 metri dal corpo di<br />

frana e quelli situati sul corpo franoso.<br />

In tutti questi casi è stato individuato un intervallo<br />

fiduciale al 99.9% per delimitare le fluttuazioni dello<br />

stato stazionario dei valori di NDVI lungo il decorso<br />

temporale dal 1984 al 2004.


4<br />

4. Risultati e Discussione<br />

Available online at Available online at http://www.ecologia.it/congressi/XVI/articles/<br />

L’analisi del cambiamento condotta sui valori di<br />

differenze standardizzate di NDVI ha restituito una<br />

mappa che rappresenta la distribuzione spaziale del<br />

livello di attività fotosintetica degli ecosistemi. La<br />

distribuzione di frequenza dei valori presenta un<br />

andamento fortemente leptocurtico ed una spiccata<br />

asimmetria sinistra correlabile all’effetto dell’evento<br />

franoso (Fig.1). La successiva individuazione delle<br />

situazioni estreme di cambiamento di NDVI ha<br />

permesso di individuare i punti critici sotto il profilo<br />

del funzionamento ecosistemico. La distribuzione<br />

spaziale di tali zone ha evidenziato chiaramente la<br />

correlazione esistente tra le variazioni negative<br />

dell’attività fotosintetica degli ecosistemi e l’area<br />

interessata dalla frana (Fig.2).<br />

Fig.1. Distribuzione di frequenza dei valori di differenza<br />

standardizzate di NDVI (1986-1990).<br />

L’analisi multitemporale del trend di attività<br />

fotosintetica degli ecosistemi ante-lavori di cantiere<br />

ha restituito delle informazioni sullo stato funzionale<br />

degli ecosistemi dell’area nell’arco di un ventennio<br />

(1984-2004). L’analisi dei C.V. delle distribuzioni di<br />

frequenza dei valori di NDVI dei diversi anni ha<br />

evidenziato che in corrispondenza dell’anno 1990 il<br />

C.V. è aumentato notevolmente rispetto al periodo<br />

pre-frana, ad indicare che l’evento franoso ha creato<br />

una maggiore variabilità in termini di attività<br />

fotosintetica della vegetazione. Tale condizione tende<br />

poi a mantenersi nel tempo, infatti il C.V. medio prefrana,<br />

pari a 0.239, supera di quasi l’80% il C.V.<br />

medio post-frana, pari a 0.301, suggerendo dunque<br />

che un periodo di quasi 15 anni non è stato<br />

sufficiente per annullare la variabilità creata, ma solo<br />

ad affievolire l’impatto causato dalla frana.<br />

Fig.2. Carta dei valori di differenza standardizzata di NDVI. In<br />

colore progressivamente più scuro sono rappresentate le aree<br />

aventi i valori negativi più estremi.<br />

Il Disegno Sperimentale messo a punto per<br />

studiare la dinamica di recupero naturalistico degli<br />

ecosistemi è basato su un Modello Statistico Lineare<br />

Fattoriale Gerarchico Misto. Tale modello scompone<br />

infatti la variabilità complessiva nelle componenti<br />

spaziale (pixel e distanze), temporale (anni) e nelle<br />

relative interazioni “Distanze per Anni” e “Pixel<br />

entro Distanze”, confrontando i valori di NDVI<br />

assunti dai pixel in diversi tempi e in vari punti dello<br />

spazio.<br />

Dopo il calcolo delle varianze ascrivibili ai diversi<br />

fattori e alle loro interazioni, e dei valori dei relativi<br />

coefficienti F di Fisher, si è quindi valutata la loro<br />

significatività statistica. In particolare, è risultata<br />

significativa l’interazione “Distanze per Anni” (F =<br />

84.79, p-value < 0.001), ad indicare che l’andamento<br />

temporale dell’NDVI varia alle diverse distanze<br />

considerate. Dai risultati si evince quindi che c’è una<br />

evidente interazione tra i fattori spazio e tempo, e che<br />

tale interazione è responsabile della maggior quota<br />

della variabilità osservata negli ecosistemi in studio<br />

(24%) (Tabella 2). Dall’analisi del grafico derivato<br />

dall’applicazione del Modello (Fig.3), emergono<br />

alcune osservazioni interessanti sotto il profilo del<br />

monitoraggio ecosistemico:


16 th Meeting of the Italian Society of Ecology, 19-22 September 2006, Viterbo/Civitavecchia 5<br />

1. i pixel che rientrano nel primo gruppo, mostrano<br />

in effetti un calo drastico di NDVI in<br />

corrispondenza dell’anno 1990, sono quindi<br />

interessati da un evidente “Effetto Frana”;<br />

2. i pixel degli altri due gruppi non risultano<br />

interessati da anomalie di decorso dell’NDVI, ma<br />

rappresentano sostanzialmente l’evoluzione<br />

naturale del fenomeno. Questi gruppi rivestono<br />

un’importanza fondamentale in quanto fungono<br />

da controllo interno entro la stessa valle per il<br />

monitoraggio.<br />

Tabella 2<br />

Modello statistico Lineare Fattoriale Gerarchico. Per i diversi<br />

fattori e le relative interazioni sono indicati i corrispondenti gradi<br />

di libertà, le varianze ed i valori del coefficiente F.<br />

Fattori Gradi di<br />

libertà<br />

Varianza<br />

calcolata<br />

Distanza (1) 2 7.578 (1)/(4+3-5) = 5.97<br />

Anni(2) 7 1.151 (2)/(5) = 82.79<br />

Distanza per<br />

Anni (3)<br />

14 1.179 (3)/(5) = 84.79<br />

Pixel entro<br />

Distanza (4)<br />

Pixel per<br />

Anni entro<br />

Distanza (5)<br />

Totale 1199<br />

147 0.104 (4)/(5) = 7.51<br />

1029 0.014<br />

Per derivare la legge quantitativa che definisce la<br />

cinetica di recupero ecosistemico si è fatto ricorso ad<br />

una Regressione Lineare Ponderata che ha permesso<br />

di analizzare l’andamento temporale dei valori di<br />

NDVI ponderandoli rispetto alle loro rispettive<br />

varianze. La relazione quantitativa individuata è del<br />

tipo:<br />

NDVI = 0 . 144 + 0.<br />

024 × anni (2)<br />

Tale relazione evidenzia che, a partire dall’anno<br />

1990, e nell’arco temporale di quattordici anni, si è<br />

verificato un continuo e progressivo miglioramento<br />

nello stato di fitness ecosistemico. In altri termini,<br />

l’analisi effettuata dimostra che la successione<br />

ecologica sta lentamente e gradualmente ripristinando<br />

la complessità di strutture e di funzioni degli<br />

ecosistemi.<br />

F<br />

Fig.3. Il grafico rappresenta l’andamento temporale dei valori di<br />

NDVI per i tre gruppi di pixel del modello (1, 2, 3) campionati alle<br />

diverse distanze.<br />

Sulla base di queste risultanze è stato formulato un<br />

Piano di Monitoraggio articolato su tre livelli,<br />

ciascuno dei quali acquista un più pieno significato in<br />

relazione agli altri due. In particolare, esso consta di<br />

tre Carte di Controllo, messe a punto sulla base di<br />

una serie ventennale (1984-2004) e che faranno da<br />

riferimento per il monitoraggio degli anni successivi.<br />

La prima Carta di Controllo riguarda le<br />

fluttuazioni di stato stazionario del valore medio<br />

dell’NDVI per gli ecosistemi situati alla distanza di<br />

100 metri dal corpo di frana, quindi quelli che in base<br />

alle risultanze del Modello spazio-temporale si sono<br />

rivelati non direttamente interessati dall’impatto<br />

dell’evento franoso (Fig.4).<br />

L’intervallo fiduciale al 99.9%, nei suoi limiti<br />

superiore ed inferiore, ha permesso di delimitare le<br />

fluttuazioni dello stato stazionario dei valori di NDVI<br />

nel decorso temporale dal 1984 al 2004. Pertanto, nel<br />

monitoraggio ambientale post-frana, da effettuarsi a<br />

partire dai dati del 2005, ci si attende, ceteris paribus,<br />

che le fluttuazioni dei valori medi di NDVI ricadano<br />

entro la banda fiduciale prevista in assenza di<br />

rilevanti perturbazioni. La Carta di Controllo<br />

permetterà dunque di effettuare una valutazione<br />

dell’eventuale impatto arrecato dall’inizio dei lavori<br />

di cantiere e quindi di suggerire potenziali variazioni<br />

di indirizzo sulla gestione del territorio della valle.<br />

La seconda Carta di Controllo concerne le<br />

fluttuazioni di stato stazionario del valore medio<br />

dell’NDVI per gli ecosistemi situati alla distanza di<br />

300 metri dal corpo di frana (Fig.5). Anche in questo<br />

caso, eventuali valori che non rientrino nell’ambito<br />

dello stato stazionario dovranno suggerire una serie<br />

di indagini ed approfondimenti.


6<br />

Available online at Available online at http://www.ecologia.it/congressi/XVI/articles/<br />

0.746<br />

0.690<br />

0.636<br />

Fig.4. Fluttuazioni di stato stazionario del valore medio di NDVI<br />

alla distanza di 100 metri dal corpo di frana dal 1984 al 2004. Sono<br />

riportati i valori della media ed i limiti superiore ed inferiore<br />

dell’intervallo fiduciale.<br />

0.822<br />

0.760<br />

0.713<br />

Fig.5. Fluttuazioni di stato stazionario del valore medio di NDVI<br />

alla distanza di 300 metri dal corpo di frana dal 1984 al 2004. Sono<br />

riportati i valori della media ed i limiti superiore ed inferiore<br />

dell’intervallo fiduciale.<br />

L’ultima Carta di Controllo prevede un intervallo<br />

fiduciale al 99.9% per lo stato stazionario del valore<br />

medio dell’NDVI degli ecosistemi più direttamente<br />

interessati dalla frana (Fig.6). In base all’andamento<br />

dei valori medi di attività fotosintetica pre-frana, sono<br />

stati individuati i limiti inferiore e superiore<br />

dell’intervallo fiduciale che fungono da riferimento<br />

nell’analisi del recupero ecologico.<br />

Coniugando le informazioni derivate<br />

dall’intervallo fiduciale all’applicazione della legge<br />

quantitativa che regola la cinetica di recupero, è stato<br />

possibile ottenere una stima del tempo necessario per<br />

il recupero ecologico degli ecosistemi. In particolare,<br />

è prevedibile un recupero pressoché completo del<br />

funzionamento degli ecosistemi tra circa 8 anni, cioè<br />

nel 2014, in assenza di rilevanti fattori di disturbo.<br />

Anche in questo caso la Carta potrà fare da<br />

riferimento nelle attività di monitoraggio per<br />

verificare se il recupero degli ecosistemi in presenza<br />

dei lavori procede secondo l’andamento previsto.<br />

Fig.6. Carta di Controllo per il monitoraggio del recupero dopo<br />

frana mediante i valori medi di NDVI. Sono riportati i valori della<br />

media ed i limiti superiore ed inferiore dell’intervallo fiduciale.<br />

5. Conclusioni<br />

L’impiego congiunto di modelli <strong>statistici</strong> e del<br />

telerilevamento ha fornito utili indicazioni<br />

sull’andamento spazio-temporale dello stato di<br />

vitalità degli ecosistemi nell’area di studio. Il quadro<br />

ambientale emerso dalla valutazione evidenzia una<br />

situazione di progressivo recupero degli ecosistemi, il<br />

cui monitoraggio riveste un’importanza fondamentale<br />

per mantenere sotto controllo l’equilibrio e la qualità<br />

dell’ambiente. In particolare, le Carte di Controllo<br />

rappresentano importanti contenuti informativi del<br />

Piano di Monitoraggio delle componenti<br />

ecosistemiche e naturali previsto per l’area.<br />

References<br />

0.841<br />

0.786<br />

0.731<br />

Chavez, P.S., (1988) An improved dark-object subtraction<br />

techniques for atmospheric scattering correction of<br />

multispectral data. Remote Sensing of the Environment, 24,<br />

459-479.<br />

Jensen, J.R., (1996) Introductory digital image processing: a<br />

remote sensing perspective. Prentice Hall, New York.<br />

Kerr, J.T. & Ostrovsky, M. (2003) From space to species:<br />

ecological applications for remote sensing. Trends in Ecology<br />

and Evolution, 18, 299-305.<br />

Rouse, J.W., Haas, R.H., Shell, J.A., Deering, D.W., & Harlan,<br />

J.C. (1974) Monitoring the vernal advancement of<br />

retrogradation of natural vegetation. Final Report, Type III,<br />

NASA/GSFC, Greenbelt, MD.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!