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PARCO ADAMELLO A cura di Dario Furlanetto Nel novembre del ...

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Se, come sopra abbiamo brevemente descritto, la parte a nord <strong>del</strong> gruppo<br />

<strong>del</strong>l’Adamello è dominata dai ghiacciai e dalle rocce tonalitiche, i cui margini<br />

risultano spesso colonizzati da rade specie pioniere adattate a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita<br />

<strong>di</strong>fficili ed estreme, verso sud il paesaggio geologico è caratterizzato da rocce<br />

se<strong>di</strong>mentarie rappresentate soprattutto da calcari, arenarie, marne e scisti e da molte<br />

altre rocce che danno origine ad un paesaggio geologico multiforme, spesso anche<br />

multicolore, con pochi paragoni in altre aree territorialmente così limitate, tanto da<br />

far proporre <strong>di</strong> inserire tale complesso tra i “Geoparchi” europei.<br />

Tra le emergenze geologiche <strong>del</strong>la zona sud, spicca per maestà e straor<strong>di</strong>naria<br />

bellezza, la vetta <strong>del</strong> Pizzo Ba<strong>di</strong>le, caratterizzata da una massa <strong>di</strong> rocce carbonatiche<br />

attraversata da un filone magmatico visibile sin dal fondovalle, una lingua s<strong>cura</strong><br />

orizzontale <strong>di</strong> grano<strong>di</strong>orite spessa alcune decine <strong>di</strong> metri, nettamente separata dai<br />

bianchi calcari <strong>del</strong>la porzione sommitale <strong>del</strong>la montagna. Qui si ha spettacolare<br />

evidenza <strong>del</strong> tormentato contatto tra rocce magmatiche e se<strong>di</strong>mentarie che ha<br />

determinato l’origine <strong>di</strong> quest’area. Questo fatto arricchisce la zona anche <strong>di</strong><br />

minerali: granati, tormaline, epidoti ed un’infinita varietà <strong>di</strong> quarzi caratterizzano,<br />

soprattutto il territorio tra la Valpaghera <strong>di</strong> Ceto, la Val Malga ed il Lago <strong>del</strong>la Vacca.<br />

Spettacolari ed unici sono i monumenti litologici <strong>del</strong> Monte Asino, conici e<br />

rotondeggianti, costituiti interamente da granito e <strong>del</strong>la Corna bianca, vero e proprio<br />

scoglio marmoreo che si staglia a fianco <strong>del</strong> sentiero che conduce al Lago <strong>del</strong>la<br />

Vacca, emergendo all'improvviso dai pascoli circostanti.<br />

E’ in questa zona, più che nell’area nord <strong>del</strong> Parco, dove il contatto tra rocce <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versa origine e composizione chimica vede calcari e dolomie mescolarsi a tonaliti e<br />

rocce granitoi<strong>di</strong>, che si viene a determinare una straor<strong>di</strong>naria varietà floristica, non<br />

solo caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> numerose specie rare ed endemiche, ma anche da<br />

un insieme <strong>di</strong> specie floristiche che per varietà e composizione <strong>di</strong> forme e colori sono<br />

in grado <strong>di</strong> influenzare fortemente il paesaggio.<br />

Se i pascoli <strong>del</strong>la zona nord, formati da comunità acidofile dominate dalla Festuca<br />

varia e da lembi <strong>di</strong> prateria a Carex curvula, costituiscono associazioni vegetali nel<br />

complesso abbastanza monotone, i pascoli <strong>del</strong>la zona sud, dominati da Sesleria varia<br />

e da Carici <strong>del</strong>le specie calcarea, sempervirens e firma costituiscono l’apoteosi<br />

floristica <strong>del</strong> Parco, vero scrigno <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità botanica. Le specie endemiche sono<br />

circa una trentina e moltissime sono le specie ritenute rare o molto rare, sebbene non<br />

endemiche, che qui si trovano in abbondante consorzio.<br />

Soprattutto da maggio a luglio milioni <strong>di</strong> fiori appartenenti a centinaia <strong>di</strong> specie<br />

<strong>di</strong>verse trasformano i pascoli in tavolozze colorate <strong>di</strong> infinite tonalità. La varietà<br />

floristica, che attribuisce a queste zone una grande importanza scientifica e<br />

paesaggistica, data la maestà dei luoghi, non<strong>di</strong>meno rappresenta una ricchezza<br />

economica tutt’altro che <strong>di</strong>sprezzabile per la vita valligiana.<br />

I pascoli costituiscono, infatti, un valore economico che, sebbene residuale, grazie<br />

anche all’ottima fertilità <strong>del</strong> terreno e all'aromaticità <strong>di</strong> molte erbe consente alle<br />

numerose malghe <strong>del</strong>la zona <strong>di</strong> produrre alcuni formaggi rinomati: il Silter,il Casolet,<br />

il Fatulì e le varie formaggelle <strong>di</strong> latte vaccino, pur necessitando ancora <strong>di</strong><br />

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