PARCO ADAMELLO A cura di Dario Furlanetto Nel novembre del ...
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spesso, oggi trasformati in case per vacanze.<br />
L'abete rosso domina interi versanti <strong>del</strong>le valli <strong>del</strong>l’Adamello e in questo caso, più<br />
che dal clima e dalla quota, la <strong>di</strong>ffusione è stata favorita dall'uomo che ne ha<br />
selezionato la presenza nel corso dei secoli a danno <strong>di</strong> altre specie, in quanto in grado<br />
<strong>di</strong> fornire legname <strong>di</strong> buona lavorabilità e valido per molti usi.<br />
Scendendo ancora più in basso, il paesaggio forestale dominato dalle conifere lascia<br />
spazio al bosco <strong>di</strong> latifoglie ed in particolare al castagno, che rappresenta quasi<br />
sempre la specie dominante i versanti <strong>del</strong> Parco posti sotto la quota dei 1000 m.<br />
La <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> castagno è stata anch’essa favorita dall'uomo che vi ricavava i frutti,<br />
legname d’opera e da ardere, tannini. I numerosi castagneti da frutto, ancora presenti<br />
sui versanti maggiormente abitati <strong>del</strong> Parco, sono spesso caratterizzati da alberi<br />
vecchi <strong>di</strong> centinaia d'anni ra<strong>di</strong>cati su prati arborati che, soprattutto nel primo autunno,<br />
si presentano con forme e colori <strong>di</strong> grande impatto scenico.<br />
<strong>Nel</strong> Parco sono ancora attivi e spesso visitabili alcuni dei casotti <strong>di</strong> essicazione e<br />
conservazione <strong>del</strong>le castagne, come pure i mulini ad acqua dove le castagne venivano<br />
macinate dopo l'essicazione per ricavarne farina. Ancora oggi la filiera <strong>del</strong> castagno<br />
costituisce un elemento <strong>di</strong> sicuro valore culturale, testimoniando attivamente uno<br />
degli aspetti più importanti <strong>del</strong>l’interazione uomo – natura – paesaggio che per secoli<br />
ha caratterizzato vaste aree <strong>del</strong>le valli alpine meri<strong>di</strong>onali e che in molti altri contesti è<br />
scomparsa o risulta fortemente degradata e forse irrecuperabile. La situazione <strong>di</strong><br />
ancora relativo valore economico che caratterizza questa pratica in Valle Camonica,<br />
sebbene necessiti <strong>di</strong> ulteriore sostegno, rappresenta uno degli elementi importanti da<br />
<strong>di</strong>fendere e valorizzare nel Parco e nei territori contermini, anche riportando in luce e<br />
ricercando tutti quegli aspetti legati alla produzione culinaria e artigianale che il<br />
castagno sostiene e che, in parte, ancora sono vivi nelle tra<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong>la valle.<br />
<strong>Nel</strong>le aree prossimali ai fondovalle dove i terreni sono meno fertili, spesso albergano<br />
boschi <strong>di</strong> latifoglie, quasi sempre governati a ceduo. Le specie principalmente<br />
rappresentate sono frassini, carpini, ciliegi e querce. Sono tutte specie che, ancora<br />
oggi, forniscono ottima legna da ardere, soprattutto come fonte energetica domestica.<br />
Infine, un’ultima forma paesaggistica che ha visto da sempre l’uomo protagonista,<br />
riguarda la coltivazione agricola dei terreni. Per creare superfici pianeggianti ove<br />
lavorare più agevolmente, gli agricoltori nel corso dei secoli hanno realizzato una<br />
infinita serie <strong>di</strong> terrazzamenti che si presentano lungo i versanti assommando<br />
complessivamente a centinaia <strong>di</strong> chilometri. Qui il paesaggio <strong>del</strong> Parco è ancora oggi<br />
caratterizzato da tali terrazzi sostenuti da muretti in pietra a secco, in genere tonalite,<br />
che in alcuni casi rappresentano vere e proprie opere d'arte e <strong>di</strong> ingegneria spontanea.<br />
Su questi terrazzi venivano coltivati cereali, patate e colture orticole; oggi gran parte<br />
<strong>del</strong>l'attività agricola è scomparsa, anche se, grazie al Parco che sostiene e finanzia in<br />
parte gli interventi, da qualche anno si sta assistendo ad interessanti recuperi dei<br />
terrazzi che così tornano ad essere <strong>di</strong>sponibili per nuove coltivazioni, spesso ancora<br />
tutte da inventare, ma che in alcuni casi già vengono de<strong>di</strong>cate a piccoli frutti, fragole,<br />
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