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Le Anfore del Liceo Ginnasio Statale Vittorio Emanuele II di Napoli

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Tuttavia esse, dal momento che sono tra i materiali meno deperibili<br />

in quanto, per la loro stessa composizione, sono più resistenti all’azione<br />

corrosiva <strong>del</strong> tempo e alla prolungata immersione in mare o sottoterra (lo<br />

stesso <strong>di</strong>casi per le ceramiche, gli oggetti in terracotta, i marmi, le macine<br />

<strong>di</strong> pietra, i laterizi e alcuni tipi <strong>di</strong> metalli come piombo, stagno, rame),<br />

costituiscono i reperti archeologici più <strong>di</strong>ffusi nei rinvenimenti sottomarini<br />

oltre che nei siti archeologici terrestri e rivestono pertanto una straor<strong>di</strong>naria<br />

vali<strong>di</strong>tà come strumento <strong>di</strong> indagine storica.<br />

Infatti lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la enorme quantità <strong>di</strong> anfore, rinvenute in modo<br />

fortuito o attraverso scavi archeologici scientifici, ha contribuito a ricostruire<br />

alcuni aspetti significativi <strong>del</strong>la storia economica antica, consentendo<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> alcune importanti rotte commerciali, <strong>del</strong>le attività produttive<br />

presenti nel bacino <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>terraneo in epoca antica, dei principali<br />

luoghi <strong>di</strong> fabbricazione, dei caratteri e <strong>del</strong>le forme <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse produzioni,<br />

<strong>del</strong>le merci trasportate e <strong>del</strong>l’ambito cronologico e geografico <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione.<br />

Naturalmente, perché questo sia possibile, occorre che i ritrovamenti<br />

non siano soggetti a recuperi arbitrari ma siano il frutto <strong>di</strong> uno scavo condotto<br />

in maniera sistematica, così da documentare il contesto originario e<br />

una conseguente quantità <strong>di</strong> dati scientifici che andrebbero altrimenti irrime<strong>di</strong>abilmente<br />

perduti.<br />

Nel caso <strong>del</strong>le anfore conservate nel <strong>Liceo</strong> <strong>Ginnasio</strong> <strong>Statale</strong> <strong>Vittorio</strong><br />

<strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong> le circostanze <strong>del</strong>la loro scoperta, avvenuta nel mese <strong>di</strong> aprile<br />

<strong>del</strong> 2004, in modo <strong>del</strong> tutto casuale, fra i materiali <strong>di</strong> riporto, emersi<br />

durante gli scavi che furono effettuati in occasione <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong>la<br />

riserva idrica <strong>di</strong> emergenza in fondo al cortile <strong>del</strong>la scuola, e le modalità<br />

<strong>di</strong> recupero hanno necessariamente limitato i meccanismi <strong>di</strong> ricostruzione<br />

archeologica e le possibilità interpretative.<br />

Tuttavia, ognuna <strong>del</strong>le anfore esaminate, pur decontestualizzate, è riconducibile<br />

a <strong>del</strong>le forme specifiche <strong>del</strong>le quali è possibile in<strong>di</strong>care l’area<br />

merci appartenenti a proprietari <strong>di</strong>fferenti. La deperibilità <strong>del</strong> carico e le modalità <strong>del</strong><br />

trasporto spiegano, pertanto, come <strong>di</strong> un commercio così vasto che, solo per il rifornimento<br />

<strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Roma, impiegava annualmente numerose navi da carico per l’importazione<br />

<strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> grano dall’Africa settentrionale, dall’Egitto, dalla Sicilia e, in<br />

misura minore, dalla Spagna, non sia rimasta quasi traccia nei relitti e lo stesso <strong>di</strong>casi<br />

<strong>di</strong> altri generi alimentari o prodotti <strong>di</strong> vario consumo e generi <strong>di</strong> lusso deperibili (seta<br />

e altri tessuti pregiati, tappeti, pellami, papiro, spugne, coloranti e materie prime come<br />

il legname, pellicce e parrucche, unguenti e profumi, spezie esotiche, ecc.) che dovevano<br />

d’altronde costituire una componente essenziale dei traffici commerciali marittimi,<br />

per altri versi ben documentata da attestazioni letterarie ed epigrafiche (si veda Gianfrotta,<br />

1980, pp. 134-136).<br />

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