Untitled - DNA Design Natura Artigianato
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realizzava merletti su base grafica tipica<br />
di Sansepolcro.<br />
La lavorazione ebbe ben presto successo<br />
e fu conosciuta ed apprezzata in tutta<br />
Europa ed in America (mercato che si<br />
aprì nel momento in cui Ginna Marcelli<br />
ebbe come socio Giovanni Melardi),<br />
come attestano gli alti riconoscimenti, i<br />
diplomi e le medaglie d’oro conseguiti in<br />
esposizioni internazionali di assoluto prestigio.<br />
Morta prematuramente Adele, nel<br />
1912, Ginna portò avanti con il marito la<br />
sua attività, ma con la crisi economica a<br />
seguito della II guerra mondiale cominciò<br />
la decadenza di quell’attività artigianale<br />
che aveva reso celebre Sansepolcro per<br />
l’arte del merletto e del ricamo. A questo<br />
proposito, si ricorda che tale decadenza<br />
coinvolse anche altre scuole aperte in<br />
quegli anni da alcune allieve delle Marcelli:<br />
Agnese Tamburini, Zaira Baragli,<br />
Leda Fatti, Margherita Tricca Monanni e<br />
Amalia Benci.<br />
Alla fine della guerra la Premiata scuola,<br />
sia pure con personale ridotto, riprese<br />
a funzionare; nel 1948 Domenico Petri<br />
venne a mancare e Ginna si trovò a proseguire<br />
la sua attività da sola.<br />
Nel 1955 presso la Scuola d’Arte e mestieri<br />
per l’Industria e l’artigianato, che poi<br />
diventerà l’Istituto Statale d’Arte di Sansepolcro<br />
trasformandosi da laboratorio<br />
sperimentale in creativa progettazione<br />
di disegno professionale, fu fondata la<br />
sezione di ebanisteria e merletto e Ginna<br />
Marcelli fu chiamata ad organizzarla<br />
e ad iniziare l’insegnamento; degno di<br />
menzione fu l’insegnante Notàri che influì<br />
nel modificare i motivi decorativi dei<br />
disegni che poi, sono entrati a far parte<br />
della tradizione. Dopo pochi anni, però,<br />
la sezione di merletto fu sostituita con<br />
quella di tessuti.<br />
Ginna Marcelli morì nel 1977, a 95 anni.<br />
Nello stesso anno presso l’Istituto Schianteschi<br />
sorse una nuova scuola di merlet-<br />
Anche se la trina biturgense era in precedenza già usata sotto<br />
forma di profilature e bordini negli abiti quotidiani e da festa ma<br />
con applicazioni autonome ed isolate, ora, per la prima volta, si<br />
studia e si realizza una collezione di modelli in cui il merletto a fu-<br />
selli locale viene posto non casualmente, ma secondo uno stu-<br />
dio del tessuto, della linea e del colore, tanto da dare un’impron-<br />
ta biturgense alla moda contemporanea. La mostra, accolta dal-<br />
la Biennale e da essa lanciata in un contesto internazionale, ha<br />
riscosso tanto successo da essere stata ospitata in Germania,<br />
in Francia, in Svizzera, al BIT di Milano e in diverse manifestazioni<br />
del centro e del nord Italia.<br />
Anche se la Biennale aveva già esposto in precedenza qualche<br />
abito di moda con merletto di scuola italiana e anche estera, da<br />
ora in poi ha riservato un apposito spazio alla “moda con mer-<br />
letto”, facendosi in questo aspetto un punto qualificato di riferi-<br />
mento. Questa apertura della Biennale alla moda ha generato<br />
contatti e rapporti con lo stilismo più raffinato, da cui sono scatu-<br />
rite mostre significative di stiliste note e anche richieste di espo-<br />
sizioni da parte di stiliste nuove e giovani.<br />
Quali esempi ricordiamo la mostra di successo degli abiti con<br />
merletto di Chiara Boni: dieci abiti presentati nel 2004 a Palaz-<br />
il merletto la tradizione nelle mani