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Il disastro della Val di Stava - Scienze della terra

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Le cause scatenanti del crollo (I)<br />

La rapida colata <strong>di</strong> fanghi semiflui<strong>di</strong> che seguì al collasso<br />

delle due <strong>di</strong>scariche può essere spiegata invocando un fenomeno<br />

ben noto in geotecnica: la liquefazione per filtrazione.<br />

Con questo termine si intende la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> resistenza dei terreni<br />

saturi sotto sollecitazioni statiche, in conseguenza delle<br />

quali il terreno raggiunge una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>tà pari a<br />

quella <strong>di</strong> una massa viscosa. Ciò avviene solitamente nei depositi<br />

<strong>di</strong> sabbia quando, sotto l’azione <strong>di</strong> forze idro<strong>di</strong>namiche,<br />

la pressione dell’acqua nei pori aumenta progressivamente<br />

fino ad uguagliare la pressione totale <strong>di</strong> confinamento, cioè<br />

quando gli sforzi efficaci – dai quali <strong>di</strong>pende la resistenza al<br />

taglio – si riducono a zero.<br />

I terreni suscettibili <strong>di</strong> liquefazione sono quelli in cui la resistenza<br />

è mobilizzata solo per attrito tra le particelle, cioè i<br />

terreni incoerenti (sabbie e limi).

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