I,2_IT_Il patrimonio scultoreo di Villa Vigoni
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esistono e<strong>di</strong>zioni con ex libris <strong>di</strong> Enrico Mylius che si trovano nella biblioteca <strong>di</strong> <strong>Villa</strong><br />
<strong>Vigoni</strong> - e che la statua era collocata nella stanza attigua al salone, l’o<strong>di</strong>erna sala della<br />
musica, dove costituiva il prelu<strong>di</strong>o alla rassegna delle opere scultoree; perciò in certi<br />
perio<strong>di</strong> questa stanza è stata chiamata Sala d’Eva, come risulta anche dal sopraccitato<br />
inventario della <strong>Villa</strong> scritto dopo il 1887.<br />
La statua <strong>di</strong> marmo a grandezza naturale del Baruzzi appartiene alle opere donate dalla<br />
famiglia <strong>Vigoni</strong> a Brera nel 1927. Un esemplare della composizione identico a quello <strong>di</strong><br />
Mylius nell’illustrazione dell’ Erklärenden Notizen esposto nella Civica Galleria d’Arte<br />
Moderna <strong>di</strong> Milano, proviene, secondo i dati del catalogo, da un’altra proprietà. 9<br />
Nell’elencazione delle statue segue il gruppo <strong>scultoreo</strong> della Madre <strong>di</strong> Mosè reso con<br />
grande pathos; secondo Rüppell il tema ricorda “<strong>di</strong>e Bestimmungen der Vorsehung, <strong>di</strong>e so<br />
oft von unbedeutenden Kleinigkeiten <strong>di</strong>e grössten Weltbegebenheiten abhängig macht”. 10<br />
<strong>Il</strong> gruppo sarebbe stato eseguito dallo scultore Democrito Gandolfi (1797-1874) nel 1845;<br />
allo stesso autore viene attribuito anche il busto <strong>di</strong> Rachele, recentemente identificato, che<br />
si trova nella grande biblioteca <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Vigoni</strong>. 11<br />
La paternità della prima scultura citata è confermata sia dalla firma sul retro<br />
GANDOLFI, sia dal catalogo della mostra dell’Accademia <strong>di</strong> Milano. 12 Nonostante non sia<br />
più al posto <strong>di</strong> un tempo, si trova ancora nel salone della <strong>Villa</strong> e conserva, come anche la<br />
Ruth, il suo basamento originario in legno nero laccato.<br />
Quest’ultima statua <strong>di</strong> Heinrich Maximilian Imhof (1798 - 1869), terminata nel 1847<br />
rappresenta Ruth mentre raccoglie le spighe; Rüppell la collega in modo comprensibile con<br />
la storia della famiglia Mylius:<br />
Die kindliche Liebe mit welcher, laut der Erzählung der Heiligen Schrift, jene junge Wittwe sich in den<br />
Familienkreis ihrer adoptiv Aeltern einlebte, könnte vielleicht an eine entfernte Aehnlichkeit des Schicksals<br />
erinnern, dass auch in <strong>di</strong>esem Hause, nach dem herben Verlust des einzigen Sohnes, den Aeltern eine<br />
unschätzbare Schmerzenslinderung durch eine zärtlich liebende Schwiegertochter zu Theil ward. 13<br />
La statua <strong>di</strong> Ruth, ora al primo piano, è firmata e, <strong>di</strong>vergendo dalle informazioni <strong>di</strong><br />
Rüppell, datata 1848: H. M. IMHOF FEC<strong>IT</strong> ROMAE 1848.<br />
Segue la scultura denominata David il salmista “durch Gesang mit der Harfe das Lob<br />
Gottes preisend” 14 compiuto presumibilmente nel 1849. Si tratta <strong>di</strong> un’opera dello scultore<br />
Gaetano Manfre<strong>di</strong>ni (1800 - 1870), autore del rilievo marmoreo che decora la cappella<br />
della famiglia Mylius nel cimitero <strong>di</strong> Loveno, raffigurante la Religione e descritto<br />
nell’appen<strong>di</strong>ce delle Erklärenden Notizen. In una lettera del 7 ottobre 1848 da Enrico<br />
Mylius a Giovanni Servi e pubblicata <strong>di</strong> recente da Frank Baasner, si parla proprio del<br />
progetto della statua <strong>di</strong> David. 15<br />
Mylius, in qualità <strong>di</strong> committente volle rimanere sconosciuto il più a lungo possibile;<br />
evidentemente fece condurre a Servi le trattative con Manfre<strong>di</strong>ni sui tempi <strong>di</strong> esecuzione e<br />
sui costi. A proposito della scelta dell’argomento si <strong>di</strong>ce:<br />
9 L. Caramel - C. Piovano, Galleria d’Arte Moderna. Opere dell’Ottocento, A-E, Nr. 77 (Tav. 78): “Legato Gian Giacomo Bolognini-<br />
Attendolo, 1863”. La statua <strong>di</strong> Eva sarebbe secondo il catalogo, identica ad una Eva che Baruzzi aveva presentato già nel 1837 nella<br />
Mostra dell’Accademia <strong>di</strong> Milano.<br />
10 “Le <strong>di</strong>sposizioni della provvidenza, che spesso fa <strong>di</strong>pendere da inezie i gran<strong>di</strong> avvenimenti dell’umanità.”<br />
11 Esposizione delle Opere degli Artisti e dei Dilettanti nelle Gallerie dell’ I. R. Academia <strong>di</strong> Belle Arti per l’Anno 1846, Milano 1846,<br />
Nr. 458: “Busto rappresentante Rachele, acquistato dal sig. Enrico Mylius [...].”<br />
12 Ibidem [...] per l’Anno 1845, Nr. 413 “Gandolfi, Democrito: Gruppo in marmo rappresentante Jocabed nell’atto d’implorare dal cielo<br />
la bene<strong>di</strong>zione sul suo figlio Mosé che ha deposto sul Nilo; <strong>di</strong> commissione del nob. sig. Mylius [...].”<br />
13 “L’ amore filiale con cui, secondo il racconto delle Sacre Scritture, quella giovane vedova si legò alla famiglia adottiva, potrebbe forse<br />
ricordare una lontana similitu<strong>di</strong>ne del destino, e cioè che anche in questa casa dopo la triste per<strong>di</strong>ta dell’ unico figlio, la presenza<br />
affettuosa <strong>di</strong> una dolce nuora alleviò immensamente il dolore dei genitori.”<br />
14 “Che con l’arpa canta lo<strong>di</strong> a Dio.”<br />
15 I Mylius-<strong>Vigoni</strong>. Italiani e tedeschi nel XIX e XX secolo, a cura <strong>di</strong> Frank Baasner, Firenze 1994, 183 ss.