I coralli del Mediterraneo - Oceana
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<strong>Oceana</strong> e i <strong>coralli</strong><br />
Nell’allegato II <strong>del</strong>la Direttiva Habitat, dovrebbero<br />
essere elencate tutte le specie di antozoi<br />
vulnerabili o minacciate, a cominciare dalle<br />
specie menzionate più avanti.<br />
Nell’allegato IV <strong>del</strong>la Direttiva Habitat, allegato<br />
II di BARCON e allegato II di Berna, si<br />
dovrebbero aggiungere almeno le seguenti<br />
specie: Astroides calycularis, Gerardia savaglia,<br />
Isi<strong>del</strong>la elongata e Funiculina quadrangularis.<br />
Gli allegati III di BARCON e Berna dovrebbero<br />
includere specie quali Paramuricea<br />
clavata, Eunicella singularis, Cladocora caespitosa,<br />
Dendrophyllia sp., e tutte le specie<br />
Antipatharia.<br />
Nell’allegato V <strong>del</strong>la Direttiva Habitat si dovrebbero<br />
includere tutte le specie di scleractinie<br />
e antipatari, come precauzione contro<br />
il loro sfruttamento e commercializzazione<br />
abusiva.<br />
Nell’allegato VI <strong>del</strong>la Direttiva Habitat e nell’allegato<br />
IV di Berna, si dovrebbe introdurre,<br />
come indicato precedentemente, gli attrezzi<br />
vietati per la pesca degli antozoi, come<br />
la sbarra italiana, la croce di Sant’Andrea<br />
e qualsiasi attrezzo a strascico o ingegno<br />
meccanico.<br />
Infine, si dovrebbe includere la Gerardia savaglia<br />
nell’Appendice I <strong>del</strong>la CITES (massima<br />
protezione) e il Corallium rubrum nell’Appendice<br />
II.<br />
Piani di valutazione e recupero<br />
di specie minacciate<br />
Se si considera che si possiedono scarse<br />
conoscenze sulla maggioranza degli antozoi<br />
esistenti nel <strong>Mediterraneo</strong> e sul loro stato di<br />
conservazione, si deve approvare, all’interno<br />
<strong>del</strong>la Convenzione di Barcellona, un piano di<br />
valutazione di 10 anni di durata, per conoscere<br />
lo stato <strong>del</strong>le popolazioni di <strong>coralli</strong>, gorgonie<br />
e anemoni nel <strong>Mediterraneo</strong>.<br />
Al termine di questo periodo bisogna includere,<br />
nelle convenzioni internazionali e nelle<br />
legislazioni europee, le specie di antozoi<br />
vulnerabili o in pericolo, per evitare il loro<br />
peggioramento. Inoltre, si dovranno mettere<br />
in atto dei piani di gestione e recupero <strong>del</strong>le<br />
specie proposte, per includerle negli allegati<br />
di questi accordi e leggi.<br />
Con urgenza, i primi studi dovranno concentrarsi<br />
sulle specie maggiormente minacciate<br />
(come le scleractinie), quelle sfruttate commercialmente<br />
(come il corallo rosso, il falso<br />
corallo nero, gli anemoni, ecc.), quelle più<br />
colpite da morie massive (Paramuricea clavata,<br />
Eunicella singularis, Cladocora caespitosa,<br />
ecc.), quelle che formano habitat e le specie<br />
più sconosciute (quelle <strong>del</strong> piano circalitorale<br />
inferiore e di acque profonde, quali Viminella<br />
flagellum, Elisella paraplexauroides, Paramuricea<br />
macrospina, Spinimuricea klavereni,<br />
Callogorgia verticillata, ecc.).<br />
Inoltre, è assai probabile che in questo mare<br />
nei prossimi anni compaiano o si scoprano<br />
nuovi <strong>coralli</strong> per i quali saranno necessari<br />
dei piani di gestione. <strong>Oceana</strong> recentemente<br />
ha trovato nel <strong>Mediterraneo</strong> una nuova specie<br />
di cui si sapeva soltanto che era dif fusa<br />
nell’oceano Atlantico in luoghi come il Golfo<br />
di Vizcaya e le isole Canarie 249 . Si tratta <strong>del</strong>la<br />
gorgonia a frusta Spinimuricea atlantica.<br />
Diminuzione <strong>del</strong>l’impatto di<br />
attività antropiche<br />
sui <strong>coralli</strong><br />
I paesi mediterranei, in particolare i paesi<br />
europei, devono essere molto scrupolosi<br />
nell’adempiere i loro impegni internazionali<br />
relativi alla riduzione di emissioni di CO nell’atmosfera,<br />
allo scopo di evitare gli ef fetti<br />
nocivi che il cambiamento climatico e l’acidificazione<br />
<strong>del</strong> mare hanno sui <strong>coralli</strong>. Inoltre,<br />
dovrebbero essere in prima linea a livello internazionale<br />
nel sostenere misure più drastiche<br />
per ridurre l’emissione di gas inquinanti,<br />
poiché il <strong>Mediterraneo</strong> sarà una <strong>del</strong>le zone<br />
più colpite dal cambiamento climatico.