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Luigi STANZIONE - Università degli Studi della Basilicata

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turali; la dimensione sociale e politica, soprattutto in tema di libertà<br />

dei popoli e di democrazia; l’attenuazione <strong>degli</strong> squilibri economici<br />

e sociali tra le diverse parti del pianeta ecc.<br />

Il concetto sfugge, dunque, alla misurabilità meramente quantitativa,<br />

anche perché non esiste una sola via “esportabile” allo sviluppo,<br />

mentre i percorsi che caratterizzano le possibili alternative<br />

rappresentano il portato di diversità culturali (territorializzate) incancellabili.<br />

E allora si torna al punto cruciale: bisogna collocarsi nella prospettiva<br />

globale, senza che ciò implichi come unica possibilità interpretativa<br />

quella di ritenere che “il mondo sia diventato uno e<br />

uno solo (…) come conseguenza dell’espansione dell’Europa e <strong>della</strong><br />

sua civiltà”. 14 E’ necessario, invece, prendere atto <strong>della</strong> varietà<br />

delle forme di organizzazione economica e sociale, che tendono ad<br />

escludere schemi analitici omologanti, che ponevano alla base dello<br />

sviluppo quasi esclusivamente le concentrazioni tecnologiche ed<br />

economiche. 15<br />

Gerarchie consolidate sembrano oggi stravolte dall’emergere<br />

dei paesi di nuova industrializzazione, 16 mentre si indebolisce il<br />

primato produttivo che l’Occidente conservava sin dalla Rivoluzione<br />

industriale. Tali processi trovano una loro spiegazione solo<br />

se si esce da una logica puramente economicistica: essi sono stati<br />

sorretti anche da strutture sociali e valori diversi da quelli che hanno<br />

favorito i percorsi di sviluppo nel “nostro” mondo. Rigidità <strong>degli</strong><br />

ordinamenti sociali e forte senso <strong>della</strong> gerarchia, che permeano<br />

la cultura di molti paesi asiatici, ad esempio, rappresentano elementi<br />

non secondari dei nuovi assetti geo-economici.<br />

Nello stesso tempo, tuttavia, l’affermarsi sulla scena mondiale<br />

di paesi un tempo considerati sottosviluppati contrasta con l’acuirsi<br />

14 K. LAMERS, “Il panorama <strong>degli</strong> equilibri trasformati: l’Europa nel nuovo<br />

ordine mondiale”, «Il Mulino», I, 1996, p. 11.<br />

15 S. CONTI, Prefazione, «Geotema», II, 1995, p. 5.<br />

16 La Cina, l’India e l’Indonesia, ad esempio, hanno visto crescere il Prodotto<br />

Interno Lordo a tassi che si collocano tra i più alti dell’intera economia mondiale.<br />

18 <strong>Luigi</strong> <strong>STANZIONE</strong>

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