L'origine dell'uomo

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Nei loro movimenti tettonici le zolle africana ed indiana entrando in collisione con la zolla eurasiatica innescarono una intensa attività orogenetica che diede origine ad una nuova serie di catene montuose, il sistema alpino-himalayano. Questo processo geologico, iniziato durante il periodo Cretaceo, raggiunse il suo apice nel Miocene. Si formò così quella catena quasi ininterrotta di montagne che, dai Pirenei, attraverso le Alpi, i Carpazi e il Caucaso, giunse all' Himalaya attraversando l'intero continente eurasiatico e separandone la parte settentrionale da quella meridionale. Questo sistema montuoso apportò un notevole mutamento climatico ed una diversa dinamica delle precipitazioni, che a loro volta determinarono sostanziali modifiche ambientali. Le immense foreste, che sino all' Oligocene occupavano in modo quasi ininterrotto tutto il continente, subirono una sempre maggiore diminuzione sostituite da grandi praterie, steppe e deserti. Mutamenti ambientali e nuove barriere ecologiche influenzarono notevolmente i processi evolutivi delle diverse specie animali.
La formazione dell’Oceano Atlantico , che iniziò durante il periodo giurassico, circa 150 milioni d'anni fa, quando un'enorme fessura apertasi nel continente di Gondwana, separò l'America meridionale dall'Africa, influì sulla evoluzione delle Scimmie: dopo la separazione tra Africa e Sudamerica presero origine due “rami “ di Scimmie: le Platirrine o scimmie del Nuovo Mondo (caratterizzate da setto nasale ampio e narici laterali) e le scimmie del Vecchio Mondo o Catarrine (con narici frontali). La definitiva apertura del Nord Atlantico causò l’estinzione dei primati nordamericani. Dalle scimmie catarrine si ottennero due gruppi:i Cercopitecoidi (scimmie di piccola taglia con la coda) e gli Ominoidei ( scimmie grandi e senza coda), questi ultimi distinti in scimmie antropomorfe ( panidi e pongidi) e ominidi.
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Acquisizione della stazione eretta,
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