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20 Anni tra amici - Fondazione Idra

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Mi piace sempre ricordarli come un gruppo unito,<br />

armonico, capace di annullare le tensioni e i problemi<br />

sDon Roberto<br />

Terenghi<br />

Sono diventato prete il 2 giugno 1956 e durante<br />

il mio mandato, durato esattamente trentadue<br />

anni, ho girato varie parrocchie: prima Brivio,<br />

poi Cesano Maderno, quindi Bellusco. Da lì non<br />

me ne sono più andato e anche ora che sono<br />

ufficialmente in pensione ho deciso di <strong>tra</strong>scorrere<br />

qui i miei giorni. Attualmente vivo presso la<br />

<strong>Fondazione</strong> Maria Bambina.<br />

don Roberto, com’è il suo rapporto con il<br />

paese di bellusco?<br />

Molto forte anche perché, pur vivendo in una<br />

casa di riposo, cerco di rendere utile il tempo che<br />

ho ancora davanti: qua, infatti, ho l’occasione di<br />

pregare, celebrare la Santa Messa, confessare,<br />

conversare con gli altri ospiti e soprattutto<br />

scrivere.<br />

immagino che siano numerose le persone a<br />

cui si sente profondamente legato.<br />

Sento ancora molto forte il legame con gli Amici<br />

della Parrocchia. Penso spesso a loro e mi<br />

piace sempre ricordarli come un gruppo unito,<br />

armonico, capace di annullare le tensioni e i<br />

problemi per dare invece spazio a un forte senso<br />

di <strong>amici</strong>zia e condivisione.<br />

può raccontarci come è nato quel gruppo di<br />

volenterosi?<br />

È successo tutto nell’oratorio, dove da tempo<br />

raccoglievamo quello che la gente buttava<br />

at<strong>tra</strong>verso un sistema di raccolta piccolo e<br />

artigianale. Che man mano, però, si è strutturato.<br />

Il tutto è venuto magicamente da sé e questo<br />

grazie soprattutto alla disponibilità dei cittadini che<br />

neanche per un momento si sono tirati indietro.<br />

Anche il Vangelo dice che c’è più gioia nel dare<br />

che nel ricevere o nel tenere per sé. E questa era<br />

una modalità at<strong>tra</strong>verso la quale ognuno viveva la<br />

propria vita come dono.<br />

non dev’essere stato facile per lei lasciare.<br />

In realtà, quando ho dovuto ritirarmi per un fatto<br />

puramente anagrafico, ero sereno: sapevo infatti<br />

che si <strong>tra</strong>ttava di una realtà ormai ben avviata e<br />

consapevole.<br />

al punto che oggi festeggia addirittura<br />

vent’anni.<br />

Questo vuol dire che oltre il lavoro e la dedizione,<br />

i volontari potevano contare su una fortissima<br />

motivazione che si riassume con la fede,<br />

l’<strong>amici</strong>zia e la consapevolezza di essere cresciuti<br />

all’interno di una forte realtà parrocchiale.<br />

erano tanti i momenti di condivisione?<br />

Tantissimi, direi. Ogni occasione, compresi Natale<br />

e Pasqua, era buona per ritrovarsi in maniera<br />

amichevole e avere così la possibilità di far<br />

crescere e maturare questa realtà. Oltretutto io<br />

sono un amante della fotografia e per questo nel<br />

corso del tempo ho regolarmente immortalato<br />

i momenti più salienti dell’associazione. Così<br />

facendo, ora abbiamo a disposizione un archivio<br />

pressoché completo ed esaustivo. Mi capita<br />

spesso di riguardare i vecchi scatti per ricordarmi<br />

dei bei momenti passati insieme e per rendere<br />

omaggio a tutte quelle persone che ora sono in<br />

compagnia di Dio.<br />

eppure non devono essere mancati i momenti<br />

di scoramento.<br />

È vero, ci sono stati, ma ciò nonostante non ho<br />

assolutamente mai pensato che fosse un progetto<br />

senza futuro. Del resto era sotto gli occhi di tutti<br />

che i rifiuti stavano man mano aumentando e<br />

che doveva cambiare in profondità il rapporto di<br />

ciascuno di noi con il Creato. Abbiamo il dovere<br />

infatti di rispettarlo, di usarlo coscientemente e di<br />

preservarlo.<br />

in questo senso avete partecipato anche a un<br />

convegno a Roma?<br />

Esatto. Ogni anno la Cei organizza un incontro<br />

sulla responsabilità del Creato. Noi vi abbiamo<br />

preso parte nel <strong>20</strong>07, portando quella che era la<br />

nos<strong>tra</strong> esperienza e naturalmente la cosa ci ha<br />

riempito d’orgoglio.<br />

Cosa può fare la Chiesa per formare una<br />

coscienza civile?<br />

Indubbiamente gli oratori sono il luogo privilegiato<br />

dove i ragazzi possono diventare adulti capendo<br />

l’importanza di tematiche come quella ambientale.<br />

È qui, infatti, che si impara il rispetto verso ciò che<br />

ci circonda e gli Amici della Parrocchia ne sono<br />

sempre stati un esempio. Mi hanno aiutato, infatti,<br />

a sviluppare una nuova umanità. E a crescere<br />

come persona.<br />

53<br />

1992: L’annus<br />

horribilis peR L’immondizia<br />

in LombaRdia <br />

Sembra s<strong>tra</strong>no immaginare che, anche nella<br />

operosa Lombardia, si sia vissuta in passato<br />

la stessa emergenza rifiuti che affligge ancora<br />

oggi altre regioni italiane. Il 1992 fu un anno<br />

tanto orribile quanto decisivo per le sorti della<br />

raccolta differenziata del territorio milanese.<br />

Sacchi dell’immondizia abbandonati per<br />

s<strong>tra</strong>da, discariche <strong>tra</strong>boccanti e tasse rifiuti a<br />

livelli esorbitanti: questi erano gli elementi più<br />

visibili di un’emergenza che assunse molto<br />

rapidamente toni drammatici.<br />

Nell’Est Milanese, la scintilla che fece<br />

esplodere la polveriera fu la chiusura della<br />

discarica di Cavenago di Brianza. In risposta<br />

all’emergenza, Cem e i Comuni aderenti<br />

decisero di rimboccarsi le maniche e di<br />

realizzare, in poco tempo, una stazione<br />

di <strong>tra</strong>sferimento dei rifiuti <strong>tra</strong> i Comuni di<br />

Mezzago e Bellusco. Inoltre, dopo le difficoltà<br />

incon<strong>tra</strong>te per realizzare un inceneritore sul<br />

territorio, nel 1994 venne avviata a Bellusco la<br />

sperimentazione della raccolta porta a porta da<br />

parte degli Amici della Parrocchia.<br />

Da una tale necessità è quindi scaturito<br />

quel comportamento virtuoso che ha fatto<br />

di Bellusco un capostipite della raccolta<br />

differenziata.

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