Scarica il pdf - Gruppo Storico Romano
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Anno I Numero III Acta Bimestria<br />
men (sostanza forse sim<strong>il</strong>e al nostro<br />
vetriolo) si spegneva <strong>il</strong> fuoco.<br />
“…lignum alumine oblitum non<br />
ardere…”<br />
Gellio, Noctium Atticarum, XV, 1<br />
Venivano inoltre ut<strong>il</strong>izzati vari attrezzi,<br />
detti ferramenta, per circoscrivere gli<br />
incendi, come ad esempio l’ascia con<br />
doppia estremità, una a lama verticale<br />
e l’altra a punta, chiamata dolabra,<br />
adatta in particolar modo ad abbattere i<br />
muri, e molti altri quali ramponi, martelli,<br />
bidenti, seghe, roncole e male-epeggio,<br />
così come si è evinto dai ritrovamenti<br />
nelle caserme.<br />
Statio ed excubitorium<br />
Dai Cataloghi Regionari del IV sec.<br />
d.C. abbiamo notizia che a seguito della<br />
riforma di Augusto erano presenti in<br />
città sette coorti di vig<strong>il</strong>i e quattordici<br />
excubitoria, quindi, come riportato da<br />
varie fonti, ogni coorte aveva giurisdizione<br />
su due regioni augustee probab<strong>il</strong>mente<br />
confinanti. Ogni coorte disponeva<br />
di una caserma principale, statio, in<br />
una delle due regioni di competenza, e<br />
di un corpo di guardia, excubitorium,<br />
nell’altra.<br />
“Itaque septem cohortes oportunis<br />
locis constituit, ut binas regiones<br />
urbis unaquaeque cohors tueatur,<br />
praepositis eis tribunis et super omnes<br />
spectab<strong>il</strong>i viro qui praefectus vig<strong>il</strong>um<br />
appellatur”<br />
Paolo, Digesta Iustiniani, I, 15, 3<br />
Attualmente si conosce soltanto l’esatta<br />
posizione della statio della V coorte<br />
e dell’excubitorium della VII coorte,<br />
mentre per le altre sono state fatte<br />
delle ipotesi che le posizionerebbero<br />
comunque tutte vicine alle porte delle<br />
mura serviane come già detto in precedenza.<br />
Nel 1866 venne portato alla luce, nel<br />
quartiere di Trastevere (Regio XIV<br />
Trans Tiberim), l’excubitorium della<br />
VII Coorte dei Vig<strong>il</strong>i. Durante lo scavo,<br />
effettuato all’interno di un giardino<br />
privato nei pressi della chiesa di San<br />
Crisogono, vennero alla luce un busto<br />
di Alessandro Severo, alcuni voti<br />
fitt<strong>il</strong>i raffiguranti una donna con capo<br />
velato e con mitra e la già citata torcia<br />
in bronzo, ma soprattutto delle iscrizioni<br />
graffite, risalenti ad un periodo<br />
compreso tra <strong>il</strong> 215 e <strong>il</strong> 245 d.C., che<br />
permisero di scoprire la destinazione<br />
d’uso di quegli ambienti. Purtroppo,<br />
a causa dell’incuria cui fu lasciato <strong>il</strong><br />
sito per quasi cento anni, solo nel 1969<br />
si realizzò una copertura, le iscrizioni<br />
andarono perse e ne rimase memoria<br />
solo nella trascrizione e poi nella successiva<br />
pubblicazione fatta dal Prof.<br />
Henzen nel 1874. Una di queste, che<br />
menzionava <strong>il</strong> GENIO EXCVBITORI,<br />
consentì agli studiosi di identificare gli<br />
ambienti scoperti con quelli dell’excubitorium<br />
della VII coorte. Da un altro<br />
graffito, invece, si desunse che, molto<br />
probab<strong>il</strong>mente, l’altra regione di competenza<br />
della coorte era la Regio IX<br />
Circus Flaminius, o come asseriscono<br />
altri la Regio XI Circus Maximus, in<br />
una delle due comunque doveva essere<br />
collocata la statio. Sempre dai graffiti<br />
si è inoltre saputo che la coorte assunse<br />
i titoli di Severiana, Mamiana, Alexan-<br />
Excubitorium della VII coorte dei vig<strong>il</strong>i - Fontana e pavimento in mosaico - E. de Magistris<br />
IX