Digital Video - Coral Electronic
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DESCRIZIONE GENERALE E COLLEGAMENTI VERSUS<br />
72 dv<br />
Velodyne<br />
Impact Mini<br />
Il subwoofer della Velodyne brilla per<br />
le dimensioni assolutamente contenute<br />
e per un peso discreto. La configurazione<br />
adottata è quella del reflex<br />
meccanico ottenuta utilizzando un driver<br />
attivo da 165 millimetri, un po’ minuto<br />
in verità, ed un passivo o “drone<br />
cone” da 200 millimetri di diametro<br />
nominale. Entrambi i trasduttori utilizzano<br />
per la costruzione della membrana<br />
l’alluminio anodizzato e trattato fino<br />
a presentare un minimo smorzamento<br />
interno che comunque nell’impiego<br />
a bassa frequenza appare meno<br />
importante rispetto alla massa ridotta<br />
e alla rigidità elevata. Il woofer attivo<br />
è fissato con sei viti dalla filettatura<br />
larga e dal passo elevato, ideali per<br />
conficcarsi con una certa sicurezza<br />
nella struttura lignea. Si tratta di un<br />
discreto trasduttore, caratterizzato<br />
comunque da un cestello in lamiera<br />
stampata sufficientemente aerato al di<br />
sotto del centratore, col fondello molto<br />
bombato e dotato di un foro di decompressione<br />
con un diametro che ti<br />
aspetteresti su un quindici pollici per<br />
uso professionale. La bobina mobile è<br />
allora di diametro notevole, prossima<br />
ai due pollici, avvolta su un supporto<br />
lungo che si fissa alla membrana concava<br />
che per sua costruzione non può<br />
essere troppo profonda. Il complesso<br />
magnetico è realizzato con due larghi<br />
anelli di ferrite sovrapposti di altezza<br />
ridotta, forieri comunque assieme al<br />
minaccioso fondello verniciato in nero<br />
di una escursione notevole, escursione<br />
che comunque è dovuta in parte anche<br />
alle sospensioni in gomma di notevoli<br />
dimensioni ma abbastanza cedevoli. Il<br />
woofer passivo è molto simile a quello<br />
attivo, con la massa centrale che ne<br />
regola la frequenza di risonanza ed<br />
una copertura realizzata con un foglio<br />
di acrilico che probabilmente ne ottimizza<br />
le perdite meccaniche. Lo spessore<br />
del cabinet supera il pollice per<br />
una rigidità che viste le dimensioni<br />
non abbisogna di alcun rinforzo interno.<br />
I cavi di collegamento tra elettronica<br />
di potenza e driver appaiono di rassicuranti<br />
dimensioni e di una lunghezza<br />
appropriata fino alla connessione<br />
attuata con faston polarizzati. Una<br />
guaina in foam irrigidisce appena il<br />
passaggio dei cavi rendendoli poco inclini<br />
a suonare assieme al movimento<br />
dell’aria spostata dalla membrana.<br />
L’amplificatore interno è in classe D,<br />
ma utilizza un trasformatore tradizionale<br />
a lamierini di ferro, in verità un<br />
po’ bruttino da vedere, anche per le<br />
sue dimensioni non esaltanti, nonostante<br />
i trecento watt rms dichiarati<br />
dal costruttore. Tutto il cabinet è sollevato<br />
di circa quattro centimetri grazie<br />
a quattro piedoni di un materiale<br />
plastico abbastanza morbido, per permettere<br />
al woofer passivo di emettere<br />
verso il basso. Le connessioni di ingresso<br />
sono ad alto e a basso livello,<br />
sia in ingresso che in uscita, ma una<br />
occhiata al manuale d’uso ci chiarisce<br />
immediatamente che le uscite sono<br />
saggiamente solo passanti, senza alcun<br />
tipo di trattamento del segnale,<br />
trattamento che nella mia esperienza<br />
dovrebbe essere lasciato ad un filtro<br />
esterno, capace di adattarsi di volta in<br />
volta alle caratteristiche di emissione<br />
dei satelliti. I connettori di ingresso ad<br />
alto livello sono a molla, molto pratici<br />
ed immediati ed è assolutamente inutile<br />
storcere il naso, visto che la corrente<br />
circolante è veramente molto ridotta.<br />
La precisione della manopola<br />
dell’incrocio è anche in questo caso<br />
assolutamente aleatoria. Le tre indicazioni<br />
sono per 50, 80 e 200 Hz mentre<br />
possiamo notare che al minimo la frequenza<br />
di incrocio acustico è più che<br />
doppia, mentre a media frequenza l’errore<br />
si riduce appena sempre per eccesso<br />
ed alla massima frequenza è ancora<br />
notevole, ma questa volta per difetto.<br />
dv<br />
CI È PIACIUTO<br />
- Costruzione accurata<br />
- Dimensioni<br />
- Smorzamento<br />
NON CI È PIACIUTO<br />
- Assenza regolatore di fase<br />
- Tenuta in potenza<br />
- Estensione in basso<br />
Carta d’identità<br />
Marca: Velodyne<br />
Modello: Impact Mini<br />
Tipo: reflex meccanico<br />
Dimensioni (LxAxP): 254x254x305<br />
mm<br />
Peso: 8,4 kg<br />
Caratteristiche principali dichiarate<br />
- Potenza amplificatore interno:<br />
300 watt rms. Ingressi: alto livello e<br />
basso livello. Impedenza d’ingresso:<br />
1,2 kohm (high level) - 65 kohm (line<br />
level). Risposta in frequenza: 38-<br />
140 Hz ±3 dB. Numero delle vie:<br />
una. Frequenze di incrocio: 50-200<br />
Hz. Fase: 0 o 180°. Woofer: da 165<br />
mm. Passivo: 203 mm<br />
Distribuito da: MPI <strong>Electronic</strong>, Via<br />
De Amicis 10-12, 20010 Cornaredo<br />
(MI). Tel. 02 9361101.<br />
www.mpielectronic.com<br />
VELODYNE<br />
Impact Mini<br />
REFLEX MECCANICO<br />
PREZZO<br />
€ 580,00<br />
VELODYNE<br />
dv IMPACT MINI<br />
COMMENTO VOTO<br />
Prestazioni<br />
Costruzione<br />
Rapporto<br />
qualità/prezzo<br />
Misure<br />
Di medio livello, con una discreta<br />
facilità di messa a punto,<br />
una pressione erogata sufficiente<br />
così come la resa in<br />
ambiente.<br />
Il mobile è elegante, solido e ben<br />
realizzato. Il woofer, benché di<br />
dimensioni contenute, è costruito<br />
molto bene.<br />
Il prezzo da pagare è elevato<br />
se posto in relazione alle prestazioni<br />
offerte.<br />
Sufficiente la prestazione in<br />
gamma bassa. La pressione<br />
erogata in ambiente è anch’essa<br />
sufficiente.<br />
n.130 Febbraio 2011<br />
6,5<br />
8<br />
6,5<br />
6,8