17.06.2013 Views

Oscillatore armonico tridimensionale

Oscillatore armonico tridimensionale

Oscillatore armonico tridimensionale

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Oscillatore</strong> <strong>armonico</strong> <strong>tridimensionale</strong><br />

1. Soluzione in coordinate cartesiane<br />

Consideriamo un oscillatore <strong>armonico</strong> <strong>tridimensionale</strong> isotropo di massa m e freuenza classica<br />

ω. La sua hamiltoniana è data da<br />

(1.1) H = p2 1<br />

+<br />

2m 2 mω2x 2 .<br />

L’equazione di Schrödinger stazionaria<br />

(1.2) H u(x) = E u(x)<br />

si può risolvere facilmente sia in coordinate cartesiane che in coordinate sferiche. È istruttivo<br />

trovare le due soluzioni e confrontare i risultati.<br />

In coordinate cartesiane H si può scrivere come somma di tre termini indipendenti:<br />

(1.3) H = H1 + H2 + H3,<br />

dove<br />

(1.4) Hi = p2i 1<br />

+<br />

2m 2 mω2x 2 i<br />

(i = 1, 2, 3)<br />

corrisponde alla hamiltoniana di un oscillatore che si muove lungo l’asse xi. Come è noto, la (1.2)<br />

si separa nelle tre equazioni unidimensionali nelle variabili xi, in modo tale che un’autofunzione<br />

u(x) si può esprimere come prodotto delle autofunzioni unidimensionali uni (xi) e l’autovalore<br />

E è la somma degli autovlori Ei. Ricordando le soluzioni esplicite del caso unidimensionale<br />

(1.5)<br />

⎧<br />

⎨ En = ¯hω (n + 1<br />

2 ), n ∈ N<br />

⎩<br />

1 − un(x) = Nn Hn(αx) e 2 α2x 2<br />

dove α = mω/¯h e Hn è un polinomio di Hermite, si ottengono per le soluzioni della (1.2) le<br />

seguenti espressioni:<br />

(1.6)<br />

(1.7)<br />

E = E1 + E2 + E3 = ¯hω(n1 + n2 + n3 + 3<br />

2 )<br />

u(x) ≡ un1n2n3 (x) = un1 (x1)un2 (x2)un3 (x3)<br />

Osserviamo che gli autovalori dell’energia dipendono solo dalla somma dei tre numeri quantici<br />

ni, per cui ponendo n = n1 + n2 + n3 possiamo scrivere<br />

(1.8) E ≡ En = ¯hω(n + 3<br />

2 ).<br />

1


Lo spettro del livelli coincide con quello del caso unidimensionale, salvo che per lo stato<br />

fondamentale. Tuttavia nel nostro caso i livelli sono degeneri, poiché per un dato n > 0 a<br />

diverse scelte dei numeri ni corrispondono stati diversi, come mostra la (1.7).<br />

La degenerazione dn del livello n è data quindi dal numero delle soluzioni intere non negative<br />

dell’equazione n1 + n2 + n3 = n e risulta 1<br />

<br />

n + 2<br />

(1.9) dn =<br />

2<br />

= 1<br />

(n + 2)(n + 1).<br />

2<br />

Osserviamo che le autofunzioni (1.7) hanno parità definita. Infatti ciascuna delle uni (xi) ha<br />

parità (−1) ni , per cui in totale si ha<br />

(1.10) un1n2n3 (−x) = (−1)n un1n2n3 (x)<br />

2. Soluzione in coordinate sferiche<br />

(2.1)<br />

Riscriviamo l’equazione di Schrödinger (1.2) nella forma<br />

<br />

− ¯h2<br />

2m ∇2 + 1<br />

2 mω2r 2 <br />

− E u(x) = 0.<br />

Poiché il potenziale è centrale, conviene passare alle coordinate sferiche, usando l’espressione<br />

(2.2) ∇ 2 = ∂2 2<br />

+<br />

∂r2 r<br />

∂<br />

∂r<br />

l2<br />

− ,<br />

r2 dove l è l’operatore del momento angolare orbitale in unità ¯h (usiamo la notazione L = ¯h l =<br />

x ∧ p). L’autofunzione u(x) si può allora fattorizzare nel solito modo, ponendo<br />

(2.3) u(x) = unlm(r, θ, φ) = Rnl(r) Y m<br />

l (θ, φ).<br />

1 Questo numero si può calcolare facilmente come segue. Fissato n, n1 può prendere tutti i valori da 0 a n. Per un<br />

dato n1, n2 può prendere i valori da 0 a n − n1, in totale n − n1 + 1 valori. Infine, per n1 e n2 fissati, n3 è univocamente<br />

determinato. In definitiva il numero di terne possibili risulta<br />

dn =<br />

n<br />

n1=0<br />

(n − n1 + 1) = (n + 1) 2 − 1 2 n(n + 1) = (n + 1)( 1 2 n + 1),<br />

che coincide con la (1.9).<br />

Può essere utile risolvere il problema più generale della ripartizione di un numero n in m interi, cioè tali che<br />

n1 + n2 + . . . + nm = n. Il numero di queste ripartizioni si può calcolare col seguente ragionamento. Consideriamo una<br />

fila di n + m − 1 caselle e n pedine da disporre nelle caselle. In una data disposizione si hanno sequenze di n1, n2, . . .<br />

pedine separate da caselle vuote. Le caselle vuote sono in numero di m − 1 e separano le n pedine in m gruppi di ni.<br />

Ad ogni disposizione delle pedine corrisponde quindi una ripartizione del numero n. Di conseguenza il numero M(n, m)<br />

di tali ripartizioni è uguale al numero dei modi in cui si possono scegliere n caselle (piene) su un totale di n + m − 1 e<br />

questo è dato da<br />

Nel caso di m = 3 si ottiene ancora la (1.9).<br />

<br />

n + m − 1 n + m − 1<br />

M(n, m) =<br />

=<br />

n<br />

m − 1<br />

2


(2.4)<br />

Dalla (2.1) si ricava per R(r) l’equazione radiale<br />

2 d 2 d l(l + 1)<br />

+ −<br />

dr2 r dr r2 − m2ω2 ¯h 2 r 2 + 2mE<br />

¯h 2<br />

<br />

R(r) = 0<br />

Facciamo il cambiamento di variabile ρ = αr, con α = mω/¯h, e dividiamo l’equazione<br />

per α 2 . Si ottiene allora<br />

(2.5) R ′′ (ρ) + 2<br />

ρ R′ <br />

(ρ) + λ − ρ 2 l(l + 1)<br />

−<br />

ρ2 <br />

R(ρ) = 0,<br />

dove si è posto<br />

(2.6) λ = 2mE<br />

¯h 2 2E<br />

=<br />

α2 ¯hω .<br />

Esaminiamo gli andamenti di R(ρ) per ρ → 0 e per ρ → ∞. In ρ = 0 la (2.5) ha una<br />

singolarità regolare e le soluzioni hanno gli andamenti ρl e ρ−l−1 . Perché R(ρ) sia regolare<br />

scegliamo la soluzione che va come ρl . Per ρ → ∞ l’equazione asintotica dà gli andamenti<br />

1 ± e 2 ρ2<br />

1 − , come nel caso unidimensionale. La soluzione corretta è quella che va come e 2 ρ2.<br />

Scriviamo allora la funzione radiale nella forma<br />

(2.7) R(ρ) = ρ l 1 −<br />

e 2 ρ2<br />

F (ρ),<br />

dove F (ρ) deve essere regolare in ρ = 0 e non deve crescere più di una potenza per ρ → ∞.<br />

Ponendo la (2.7) nella (2.5) si ottiene<br />

(2.8) F ′′ (ρ) + 2<br />

ρ (l + 1 − ρ2 )F ′ (ρ) + (λ − 2l − 3)F (ρ) = 0.<br />

Conviene fare il cambiamento di variabile z = ρ 2 , da cui d/dρ = 2 √ z d/dz. Ponendo F (ρ) =<br />

G(z) si ottiene<br />

(2.9) z G ′′ (z) + (l + 3<br />

2 − z) G′ (z) + 1<br />

(λ − 2l − 3) G(z) = 0.<br />

4<br />

Quest’equazione coincide con l’equazione ipergeometrica confluente<br />

(2.10) zF ′′ (z) + (c − z)F ′ (z) − aF (z) = 0,<br />

dove a e c sono i due parametri dell’equazione. La (2.10) ammette una soluzione regolare<br />

nell’origine, mentre l’altra è singolare (va come z 1−c = ρ −2l−1 ).<br />

La soluzione regolare si indica con 1F1(a; c; z) ed è data dalla serie di potenze<br />

(2.11) 1F1(a; c; z) =<br />

∞<br />

n=0<br />

(a)n<br />

(c)n n! zn = 1 + a a(a + 1)<br />

z +<br />

c c(c + 1)2! z2 + . . .<br />

dove si è usata la notazione (a)n = a(a + 1) · · · (a + n − 1). Confrontando la (2.9) con la (2.10)<br />

si ha per i parametri a e c:<br />

3


(2.12) a = 1<br />

3<br />

(2l + 3 − λ), c = l +<br />

4 2<br />

e ponendo z = ρ 2 si ottene per la F (ρ) della (2.7):<br />

(2.13) F (ρ) = 1F1<br />

<br />

1<br />

3<br />

4 (2l + 3 − λ); l + 2 ; ρ2 .<br />

Per ρ → ∞ la 1F1(z) va come ez = eρ2, salvo il caso che la serie (2.11) sia troncata. Poiché<br />

abbiamo richiesto che F (ρ) non cresca più di una potenza, questo è quello che deve accadere.<br />

Dalla (2.11) si vede che la serie si interrompe se a è un intero negativo, cioè a = −nr, con<br />

nr ∈ N. Questa condizione ci dà gli autovalori dell’energia. Infatti dalla (2.12) si ha<br />

(2.14) λ = 4nr + 2l + 3<br />

e dalla (2.6) si ottiene la formula<br />

(2.15) En = ¯hω(n + 3<br />

2 ), n = l + 2nr ∈ N<br />

che coincide con la (1.8).<br />

Per a = −nr la (2.11) si riduce a un polinomio di grado nr, detto polinomio associato<br />

di Laguerre. Questi polinomi compaiono anche nella funzione radiale dell’atomo d’idrogeno e<br />

appartengono alla classe dei polinomi ortogonali. Indichiamo un tale polinomio con L (α)<br />

n (z),<br />

dove n è il grado del polinomio e α un parametro che può essere in generale complesso. Si hanno<br />

in paricolare le seguenti espressioni:<br />

(2.16)<br />

L (α)<br />

n (z) =<br />

=<br />

<br />

n + α<br />

1F1(−n; α + 1; z)<br />

n<br />

n (−1) r<br />

r=0<br />

r!<br />

<br />

n + α<br />

z<br />

n − r<br />

r<br />

= 1<br />

n! z−α z dn<br />

e<br />

dzn n+α −z<br />

z e <br />

Ricordando le (2.7) e (2.13) e usando la prima delle (2.16), si ottiene la seguente espressione<br />

della funzione radiale:<br />

(2.17) Rnl(ρ) = Nnl ρ l 1 −<br />

e 2 ρ2<br />

1 (l+ 2 )<br />

L 1<br />

2 (n−l)(ρ2 ),<br />

dove Nnl è il coefficiente di normalizzazione. Il grado del polinomio, che è pari al numero<br />

quantico radiale nr, è stato espresso mediante n e l per mezzo della relazione nr = 1<br />

2 (n − l).<br />

Osserviamo che gli autovalori dell’energia En dipendono soltanto dal numero quantico principale<br />

n, mentre le autofunzioni (2.3) dipendono dai tre numeri quantici n, l ed m. Si ha quindi<br />

degenerazione rispetto a l e m. La degenerazione rispetto a m è tipica di qualunque potenziale<br />

centrale, mentre quella rispetto a l è una particolarità che si verifica soltanto in due casi:<br />

4


quello del potenziale coulombiano e quello del potenziale elastico. Si può dimostrare che questa<br />

proprietà è legata alla particolare simmetria della hamiltoniana.<br />

Esaminiamo più in dettaglio questa degenerazione. Per la seconda delle (2.15), l può prendere<br />

tutti i valori con la stessa parità di n, da 1 a n se n è dispari o da 0 a n se n è pari. Inoltre per<br />

un dato l, m può prendere tutti i valori da −l a l. Così lo stato fondamentale ha n = l = m = 0<br />

ed è non degenere. Il primo stato eccitato ha n = l = 1 e m = +1, 0, −1 ed è quindi 3 volte<br />

degenere. Il livello con n = 2 può avere l = 0 o l = 2 ed ha quindi 1 + 5 = 6 stati degeneri. In<br />

generale si dimostra facilmente che la degenerazione del livello n è data dalla formula (1.9).<br />

Concludiamo con un’osservazione sulla parità. Le autofunzioni (2.3) hanno la parità (−1) l<br />

data dalle armoniche sferiche. Ma questa coincide con la parità (−1) n della (1.10) poiché n e l<br />

hanno la stessa parità.<br />

5

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!