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Marzo - Circhi

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dovrebbe facilitare gli adempimenti burocratici degli utenti.<br />

Nonostante la concessione dei contributi di vario tipo per le<br />

distinte finalità, non sembra che l’intervento finanziario dello<br />

Stato a favore del circo abbia risolto i problemi operativi della<br />

categoria. Spesso sentiamo i circensi riferire che rinuncerebbero<br />

ai contributi statali in cambio di maggiori facilitazioni per lo<br />

svolgimento della loro attività, quali la disponibilità di aree<br />

attrezzate non periferiche, agevolazioni fiscali.<br />

Le leggi vigenti, in particolare la n° 337 del 1968, che pure<br />

al momento della sua approvazione era all’avanguardia,<br />

sembrano non essere più in linea con i tempi e idonee a<br />

rispondere alle esigenze lavorative di questo importante settore<br />

dello spettacolo quale è considerato il circo e ad allontanare<br />

i rischi di crisi.<br />

Così dopo varie proposte di legge presentate in Parlamento<br />

negli anni passati, che prevedevano la separazione del settore<br />

circense dallo spettacolo viaggiante, c’è attualmente una<br />

proposta di legge di riforma organica di tutto lo spettacolo<br />

dal vivo, che contiene i principi generali della disciplina del<br />

teatro, musica, danza, circhi e spettacolo viaggiante.<br />

Infatti con la riforma del Titolo V della Costituzione introdotta<br />

dalla legge costituzionale del 2001 n° 3, è stata attribuita<br />

alla potestà legislativa delle regioni la materia dell’organizzazione<br />

delle attività culturali, per cui si rende necessario adeguare<br />

le politiche pubbliche in favore dello spettacolo dal vivo a<br />

tutela dell’interesse socio culturale della collettività.<br />

La proposta della legge quadro che contiene i principi generali<br />

per la disciplina dello spettacolo, è ispirata al principio della<br />

legislazione concorrente Stato-Regioni, necessario per garantire<br />

una visione unitaria della cultura e capace di valorizzare lo<br />

spettacolo italiano e quel patrimonio di tradizioni regionali<br />

e locali sempre più fondamentale nell’era della integrazione<br />

e della globalizzazione dei popoli e delle nazioni, onde evitare<br />

il rischio della perdita della propria identità.<br />

La proposta di legge riconosce lo spettacolo dal vivo, nel<br />

quale è compreso il circo, lo spettacolo viaggiante e popolare,<br />

quale componente fondamentale del patrimonio artistico e<br />

culturale del Paese.<br />

Il primo obiettivo da perseguire è quello della definizione di<br />

un programma per la presenza omogenea e diffusa dello<br />

spettacolo dal vivo su tutto il territorio al fine di favorire<br />

l’affermazione dell’identità culturale nazionale e regionale,<br />

salvaguardandone il valore sociale e formativo della collettività.<br />

Nella legge quadro di riforma dello spettacolo spetta alla<br />

Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni definire, fra le<br />

altre cose, gli indirizzi generali per il sostegno dello<br />

spettacolo dal vivo, secondo principi di qualità,<br />

progettualità, imprenditorialità ed economicità.<br />

La proposta di legge prevede per le Regioni la promozione<br />

nelle scuole dell’insegnamento della storia<br />

dello spettacolo (musica, teatro, danza e tradizione<br />

circense), la tutela del patrimonio dello spettacolo<br />

dal vivo attraverso progetti di catalogazione e di<br />

conservazione audiovisiva in rete con l’archivio<br />

DIBATTITI<br />

nazionale, la promozione di fondi di garanzia per l’accesso<br />

al credito.<br />

Un articolo specifico è riservato agli ausili finanziari indiretti<br />

(interventi fiscali) a sostegno dell’economia dello spettacolo<br />

dal vivo.<br />

L’art. 12 della proposta di legge quadro per lo spettacolo dal<br />

vivo disciplina specificatamente il settore circhi, spettacolo<br />

viaggiante, artisti di strada e spettacolo popolare. In esso si<br />

legge “La Repubblica promuove la tutela della tradizione<br />

circense, degli spettacoli viaggianti, degli artisti di strada e<br />

dello spettacolo popolare, di cui riconosce il valore sociale<br />

e culturale”.<br />

La Repubblica tutela e valorizza queste attività di spettacolo<br />

nelle diverse tradizioni ed esperienze e ne sostiene lo sviluppo<br />

attraverso:<br />

- la produzione di spettacoli di significativo valore artistico e<br />

impegno organizzativo, realizzati da un complesso organizzato<br />

di artisti, con un itinerario geografico che valorizzi l’incontro<br />

tra domanda ed offerta, anche con particolare riguardo alle<br />

aree del Paese meno servite, in un’ottica di equilibrio,<br />

omogeneità e pari opportunità per la collettività nella fruizione<br />

di un servizio culturale;<br />

- iniziative promozionali, quali festival nazionali e internazionali<br />

e attività editoriali;<br />

- iniziative di consolidamento e sviluppo dell’arte di strada<br />

e della tradizione circense e popolare mediante un’opera di<br />

assistenza, formazione, addestramento e aggiornamento<br />

professionale;<br />

- la diffusione della presenza delle attività circensi all’estero;<br />

- il parziale risarcimento di danni conseguenti ad eventi fortuiti<br />

occorsi in Italia e all’estero;<br />

- l’acquisto di nuovi impianti, macchinari, attrezzature e beni<br />

strumentali;<br />

- la ristrutturazione di aree attrezzate.<br />

Un altro importante punto della proposta di riforma normativa<br />

è la previsione per i Comuni dell’obbligo di predisporre<br />

periodicamente l’elenco delle aree disponibili ad ospitare tali<br />

attività e di regolamentare le concessioni stesse.<br />

Questa riforma normativa, unitamente alla previsione di sgravi<br />

fiscali e di contributi a vario titolo per l’attività circense,<br />

potrebbe contribuire sostanzialmente al definitivo riconoscimento<br />

dello spettacolo circense quale arte da tutelare come<br />

patrimonio culturale della nazione e da sostenere nel suo<br />

concreto svolgimento.<br />

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