SUD ETIOPIA e OMO River Valley 2011 www.<strong>arteteca</strong>.net
SUD ETIOPIA e OMO River Valley 2011 Pranzett<strong>in</strong>o con pizza e pennica dopo-pranzo f<strong>in</strong>o alle 16, un gran lusso <strong>in</strong> questo lodge molto alla buona. Il pomeriggio è dedicato alle danze Hamer; non senza mal<strong>in</strong>tesi con la guida locale – <strong>in</strong> Etiopia bisogna <strong>in</strong>gaggiare una guida locale ovunque – ci riportano al villaggio del matt<strong>in</strong>o, che pare sia il più grande e più bello della zona. Siamo i primi ma subito arrivano tante jeep e re-<strong>in</strong>contriamo tanti turisti già <strong>in</strong>contrati a Yabelo. Le danze <strong>in</strong>iziano <strong>in</strong> sord<strong>in</strong>a, con un piccolo gruppetto di uom<strong>in</strong>i che <strong>in</strong>iziano a cantare e saltare, ma pian piano dalle capanne <strong>in</strong>iziano a sciamare le donne ben aggh<strong>in</strong>date. La luce del tramonto è fantastica e possiamo scattare tutte le foto che vogliamo – sono <strong>in</strong>cluse nel biglietto di 100 birr (4 EUR) che abbiamo pagato, f<strong>in</strong>o all’applauso f<strong>in</strong>ale, poi scatta immediatamente la tariffazione. Incontro di nuovo Kanki e la sua amica Ali che si dimostrano molto socievoli e sorridenti. Chiediamo <strong>in</strong> giro del SALTO DEL TORO, la cerimonia di <strong>in</strong>iziazione all’età adulta, tipica di queste tribù, ma nessuno ne sa nulla; pare ce ne sia stata una due giorni fa … solita fortuna. TURMI – KOLCHO Etnia KARO (MAR 16 AGO) Questa è davvero scenografica: siamo a KOLCHO, <strong>in</strong> corrispondenza di un’ansa del fiume OMO che sembra voglia tornare <strong>in</strong>dietro, formando una grande U. Il villaggio dell’etnia KARO (che vuol dire mangiatore di pesce) è su un terrazzamento rialzato sull’ansa del fiume e lo spettacolo e grandioso. Quando arriviamo nello spiazzo davanti al villaggio, alcuni di loro sono già <strong>in</strong> posa, cantilenando 2 birr … 2 birr. Qui le donne sono rasate, niente argilla nei capelli, ma punt<strong>in</strong>i colorati sul corpo e ornamenti vari fissati ai vari pierc<strong>in</strong>g sul corpo. I bimbi tutti rigorosamente col ciuffetto – presa e sui corpi degli uom<strong>in</strong>i fango bianco su cui sono tracciati disegni. E tanti fucili; servono per le iene … ma <strong>in</strong>tanto li sfoggiano. DIMEKA è un grosso bivio attorno al quale è sorto un villaggio – capita spesso <strong>in</strong> Africa. Ha un bel mercato, migliore di quello di Turmi; gli Hamer sono più numerosi, ma ci sono anche tanti Etiopi, un po’ di bancarelle di cibo ed anche manufatti artigianali tribali, con prezzi più che triplicati per i faranji, qu<strong>in</strong>di è obbligatorio contrattare. Pranziamo al sacco nell’hotel di fronte al mercato – def<strong>in</strong>irlo hotel è una forzatura – e qui l’esperienza è Africana al 100%. Sedie di plastica st<strong>in</strong>te dal sole e sgangherate, assi di legno come tavoli. Dentro buio, vernici azzurre e verdi consunte, frigoriferi che hanno tirato le cuoia e ritratti sbiaditi di Selassiè. In una stanzetta nel retro, tre anziani uom<strong>in</strong>i Hamer chiacchierano sorseggiando un caffè, mentre <strong>in</strong> un angolo, alcune donne con bimbi piccoli e due vecchietti si prendono cura di un braciere su cui brucia <strong>in</strong>censo, mentre fuori il mondo cont<strong>in</strong>ua a ruotare attorno a quei qu<strong>in</strong>dici turisti. Gli autisti e le guide sono attorno ad un tavolo su cui ci sono dei rametti con foglie verdi, il CHAT, soft dr<strong>in</strong>ks e nocciol<strong>in</strong>e. Mi <strong>in</strong>vitano a provare il chat, mi dicono che rilassa; ne mastico un po’ … forse troppo poco … ma non mi succede praticamente nulla. Sulla strada di ritorno all’Evangadi Lodge mi sparerò una dormita di due ore … nonostante lo sterrato. Ritornati abbastanza presto al Lodge, abbiamo il pomeriggio libero per una doccia – sempre meglio approfittarne quando si può – per una partita a calcio balilla con i ragazz<strong>in</strong>i di Turmi, e per ricercare un bar – parolone – che faccia la birra di sorgo, una sbobba gialla fermentata. Vari ragazz<strong>in</strong>i fanno la gara per portarci nel “loro” bar – che si riconosce per una latta appesa ad un ramo all’esterno. Alla f<strong>in</strong>e ne sceglieremo uno a caso, ma mi asterrò dall’assaggio. www.<strong>arteteca</strong>.net