caro babbo natale... - Chiaiamagazine.it

anno IV n.12 

dicembre 2009 

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SAPER VIVERE LA CITTÀ 

il mensile di Chiaia San Ferdinando Posillipo 

IUPPITER 

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"CARO 

BABBO NATALE, 

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ENTRARE 

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Inchieste / Costume / Storie / Personaggi / Cultura / Sport / Lifestyle / Eventi / Turismo / Relax 

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Anno IV n.12 - dicembre 2009 

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Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 

Iscrizione al Roc n° 18263 

IL PUNTO. RIPARTIAMO DAI CENTRI COMMERCIALI NATURALI 

di NINO DE NICOLA 

Il ritardo è stato colpevole, ma finalmente il gap col 

resto delle regioni italiane è stato colmato. Il 18 

settembre la Giunta regionale ha licenziato la delibera 

che istituisce i Centri Commerciali Naturali. 

Un provvedimento che mira a favorire le realtà 

produttive e turistiche dei centri storici (appunto i Centri Naturali) 

con incisive azioni di sostegno e che annulla la discriminazione di 

trattamento tra attività al dettaglio del Centro Storico e quelle dei 

grandi ipermercati di periferia, finora privilegiati dall'azione 

Aprite i locali 

e chiudere Gomorra 

Gentile direttore, 

la musica a Napoli è sempre la 

stessa: la movida sta morendo o 

è già morta? Vi meravigliate 

ancora che i locali della movida 

siano stati chiusi? 

Andiamo indietro nel tempo: 

come mai una città come 

Napoli, che dovrebbe fondarsi 

sul turismo come prima risorsa 

economica, considerate le sue 

grandi bellezze naturali (vedi 

costiera amalfitana, Capri, 

Ischia...) non favorisce mai 

questa sua grande vocazione? 

Grandi metropoli come Milano, 

Barcellona, Parigi, Londra e la 

famosissima isola del divertimento 

Ibiza, sono l'esempio 

lampante di come si può realizzare 

un vero progetto fondato 

sul turismo e sul by night. Gli 

imprenditori della notte, nelle 

altre città europee ed oltre 

oceano (vedi Miami, New York), 

sono sempre favoriti dalle 

autorità locali per la realizzazione 

dei loro progetti in favore 

del turismo. Qui a Napoli, 

invece, è tutto il contrario. Ci 

sono lacci, lacciuoli e paletti che 

non permettono uno sviluppo 

organico di un turismo degno 

di questa città. Se al governo 

della nostra regione avremo 

sempre personaggi come Jervolino 

e Bassolino, che non danno 

mai spazio agli imprenditori 

del turismo e del by night, come 

si potrà mai avere un turismo e 

un by night cosmopolita? E 

come la mettiamo poi con i 

camorristi che vogliono avere il 

dominio di tutte le attività 

economiche e commerciali? 

Ormai è Gomorra che tiene le 

mani sulla nostra città. E 

allora? Allora noi giovani, che 

abbiamo idee liberali, dobbiamo 

riappropriarci della città 

con le nostre forze democratiche. 

Come? Io punterei in primo 

luogo sulla realizzazione di una 

«spiaggia-artificiale» tipo 

quella che fu creata all'inizio 

del Novecento nella baia di Rio 

De Janeiro. 

Attraverso dei drenaggi i 

brasiliani riuscirono a realizzare 

la favolosa spiaggia di 

Copacabana e di Ipanema, che 

sono ora famose in tutto il 

mondo e che richiamano milioni 

di turisti soprattutto nei 

periodi di Capodanno e di 

Carnevale. Ma per fare tutto ciò 

non ci vogliono solo idee ma 

soprattutto potere onesto e soldi 

puliti che in questa regione 

vengono solo sperperati per 

feste di piazza dai nostri cari 

«governanti». Allora, immaginiamo 

per un attimo al posto 

della scogliera di via Caracciolo 

La vignetta di Malatesta 

una grande spiaggia tipo 

quella di Copacabana. Aumenterebbero 

i turisti e diminuirebbero 

i tanti disoccupati che 

finalmente potrebbero avere 

l'opportunità di trovare un 

lavoro nell'ambito del turismo. I 

quartieri più poveri e degradati 

di Napoli, come ben sappiamo, 

sono da tempo in mano a 

Gomorra che arruola questi 

giovani disoccupati, “buttati” 

come monnezza per le strade 

della città e della periferia a 

spacciare droga o a fare scippi. 

A Rio le autorità stanno cominciando 

a risolvere il problema, 

in vista dei mondiali e delle 

Olimpiadi. Molti giovani faventales 

sono stati recuperati e 

utilizzati come operatori degli 

stabilimenti balneari. 

A Napoli manca un progetto 

globale; manca un governo 

regionale all'altezza che abbia 

piani ben studiati e programmati 

per il settore del turismo e 

della notte. A Napoli, d'altro 

canto, tra le tante altre carenze, 

manca anche un aeroporto 

internazionale. Ma non è mai 

troppo tardi se c'è davvero 

volontà politica da parte di chi 

governa e governerà la città. 

Invece di chiudere i locali, 

invece di ostacolare chi ha idee 

e progetti, bisogna aprire la 

città agli imprenditori onesti e 

capaci. E chiudere definitivamente 

le porte ai politici corrotti, 

a Gomorra e ai suoi soci 

occulti. 

Fabio Tempesta 

amministrativa. In soldoni: l'impulso alle aziende «naturali» si 

concretizza in bandi di finanziamento a progetti che possono essere 

presentati da consorzi in cui dovranno organizzarsi gli imprenditori 

(commercianti, ristoratori, professionisti, artigiani). 

La scadenza di presentazione dei piani (che possono essere sociali, 

vedi creazione di asili nido, oppure di decoro/arredo delle strade e 

dei negozi) è fissata per il prossimo 31 gennaio. 

Arriva insomma un formidabile strumento di riqualificazione del 

territorio a disposizione degli operatori economici. Un'arma che, 

ad esempio, a Genova ha ridisegnato il centro storico urbano. Ora 

sta a noi agire. 

Pubbliche affissioni 

pubblici dubbi 

Gentile redazione, 

abbiamo appreso, dal dimissionario 

assessore al Bilancio 

Realfonzo, che il comune di 

Napoli in media incassa dal 

servizio delle pubbliche affissioni 

circa un settimo di quanto 

incassano i comuni di Milano e 

Roma, e ciò sebbene abbia 

costituito - a differenza dei 

predetti comuni - una società 

mista a ciò deputata (la Elpis 

spa). Abbiamo altresì appreso 

che il socio privato del Comune 

è fallito e che anche quelle 

briciole che sono state incassate 

negli ultimi esercizi di bilancio 

difficilmente potranno essere 

girate al Comune. 

In sostanza, abbiamo appreso 

che l’«inondazione» delle migliaia 

di cartelloni pubblicitari - 

di cui la Elpis è stata tra i 

soggetti responsabili in questi 

anni recenti - che così profondamente 

ha inciso sul decoro di 

strade e piazze tra le più belle 

della nostra città, non apporterà 

alcun oggettivo vantaggio 

economico alle casse del Comune. 

A questo punto, la Magistratura 

(penale e soprattutto 

contabile) ha il dovere di intervenire 

per accertare se la scelta 

di avere affidato ai privati il 

servizio di raccolta pubblicitaria 

- che ben avrebbe potuto 

essere svolto dal Comune, anche 

con un numero decisamente 

ridotto di impianti pubblicitari 

- risponde ad oggettive esigenze 

di pubblico interesse o piuttosto 

a quelle di pochi. 

Alberto Saggiomo 

Ponte di Chiaia, 

ascensori fuori uso 


trovo scandaloso in una città 

che desidera riconquistare 

prestigio internazionale, che gli 

ascensori del Ponte di Chiaia 

sono fuori uso. Non sono più 

giovane e forte come una volta e 

l’ascensore di Chiaia aiuta me e 

tanti altri cittadini a vivere 

meglio la città. La nostra voce, 

però, è inascoltata, inutile, 

debole: sentire ancora mille 

giustificazioni su guasti e 

controguasti alimenta solo 

rabbia e sfiducia nelle istituzioni. 

Spero che la Muncipalità 1 

intervenga con forza e decisione 

affinché gli ascensori ritornino 

a funzionare. 

Gino Buglione 

Galleria Umberto, 

la solita storia 

Gentile direttore, 

anche quest’anno l’albero dei 

desideri nella Galleria Umberto 

è stato sequestrato e Napoli, 

come al solito, è finita sulle 

pagine di tutti i giornali per 

questa poco edificante storia. 

Sappiamo tutti, poi, che i 

protagonisti idioti del furto a 

ore hanno restituito la merce - 

sicuramente soddisfatti di aver 

dimostrato alle istituzioni e alla 

città che possono fare quello che 

vogliono, senza doversi preoccupare 

delle conseguenze. C’è da 

piangere e non certo da ridere 

nel dover assistere ad azioni del 

genere che umiliano Napoli e i 

napoletani. Anche quest’anno, 

quindi, la solita storia, i soliti 

commenti, la solita figuraccia, 

la solita tristezza. 

Maria Avitabile 

City angels, 

ronde e baraonde 


volevo esprimere il mio giudizio 

positivo sull’utilizzo dei city 

angels a Chiaia. Lo stop all’iniziativa 

è pretestuoso e poco 

lungimirante. I city angels, già 

attivi in altre città, potrebbero 

dare una mano ad aumentare la 

percezione di sicurezza dei 

cittadini. I giornali, sbagliando, 

hanno paragonato questo «corpo 

pacifico» alle ronde, dimostrando 

una non conoscenza dell’argomento. 

Speriamo che chi è contro 

i city angels si ravveda e capisca 

che il loro utilizzo è utile per il 

bene della collettività. 

Pasquale Canale

PRIMO PIANO DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 3 

Centro Storicoe Forum, Comune bocciato 

L’INCHIESTA. Alla vigilia di due megaoperazioni destinate a risanare la città 

antica e Napoli ovest, l’Unesco e il Governo sfiduciano la Giunta Iervolino 


Al Comune la fanno facile, 

ma la verità è che il Grande 

progetto del Centro Storico e 

il Forum Universale delle 

Culture 2013, due megaoperazioni 

che risaneranno 

mezza Napoli con un'orgia 

di euro, si stanno intrecciando 

in un viluppo infernale. 

Di sicuro, o quasi, solo 

le cifre: 810 milioni di euro 

per la città antica e poi un 

miliardo e 200 milioni per il 

Forum, programmato a Bagnoli. 

In tutto 2 miliardi e 10 milioni, 

quasi tutti europei se si 

eccettuano investimenti 

parziali di Regione e privati. 

Il resto è un'incognita: chi 

gestirà i superfondi? E come, 

dove e quando? Una palude 

di dubbi: e dentro ci sta affondando 

soprattutto il Comune. 

Sulla credibilità della 

giunta Iervolino a gestire i 

capitali in arrivo, infatti, 

avanza perplessità autorevoli 

proprio l'Unesco, l'organismo 

dell'ONU che preserva 

il patrimonio artistico e ambientale 

mondiale in nome 

dell'umanità. Di suo l'Unesco 

non ha un centesimo ma 

governa il rubinetto dei finanziamenti 

internazionali: 

nel caso di Napoli, ad esempio, 

nel '95 l'organismo decretò 

la tutela dell'intero 

centro storico. Dunque un'egida 

internazionale, in grado 

di dirottare risorse stellari 

sul risanamento della città 

storica. Ma a un patto: l'attendibilità 

del Comune beneficiario. 

E con questo metro, 

per Napoli si è messa male 

da subito. 

Soldi sulla fiducia al Comune? 

Rispondono i fatti. Dopo 

un sopralluogo nel dicembre 

2008, gli ispettori Unesco se 

ne sono tornati nella loro sede 

a Parigi con in tasca uno 

shock, quello del degrado di 

un centro storico devastato, 

e un sospetto, quello di gravi 

responsabilità della pubblica 

amministrazione sulla 

deriva della città. 

E dopo il primo cartellino 

giallo, ne è arrivato un altro. 

Napoli ha rischiato l'espulsione 

dalle città tutelate perché 

ha snobbato un passaggio-chiave 

che l'Unesco impone 

alle amministrazioni 

interlocutrici: la redazione 

del «Piano di Gestione», cioè 

la lista dei tesori da salvare e 

relative strategie operative. 

All'Unesco lo hanno aspettato 

invano per 15 anni: adesso 

non ci cascano più. Il peg- 

gio, però, è arrivato quando 

al posto del Piano è spuntato 

ben altro: il megapiano 

per il Centro storico, firmato 

nel 2007 da Regione, Comune 

e Arcidiocesi. Un progettone 

che sbandierava il 

patrocinio Unesco e la disponibilità 

di 220 milioni di 

fondi europei. Un'avventura 

che fino a ieri è andata avanti 

per i fatti suoi, sfornando 

persino un pacchetto di 31 

interventi sul centro storico. 

All'Unesco non è piaciuto: 

così a novembre ha annunciato 

l'invio a Napoli dei suoi 

superconsulenti per marcare 

stretto la cabina di regia del 

megapiano, composta da 

esperti nominati in gran parte 

da Comune e Regione. «O 

così o ritiriamo il marchio 

Unesco, e addio quattrini europei!», 

è stato l'ultimatum 

di Parigi. Al Comune non è 

restato che accettare le sentinelle 

internazionali: e dovrà 

pure spesarle. 

La sua figura, del resto, il Comune 

la sta facendo anche 

nel pasticcio n. 2. Clima pesante, 

infatti, anche per l'edizione 

partenopea del Forum, 

kermesse planetaria 

della cultura in agenda nel 

2013. Qui la domanda è: a 

chi spetta la gestione econo- 

mica e strategica del superfestival? 

Già, perché, cultura 

a parte, in ballo c'è la riqualificazione 

di Napoli ovest, 

soprattutto Bagnoli. 

Il Forum a Napoli lo ha portato 

Nicola Oddati, assessore 

alla Cultura, che il suo 

ruolo di timoniere dell'operazione 

lo ha sempre rivendicato 

ma che per ora presiede 

solo la Consulta Generale 

del Festival. Ma Oddati è 

anche l'ideatore dei 31 interventi 

sul Centro Storico, 

quelli che non hanno convinto 

l'Unesco. Qual è il problema? 

Che l'Unesco c'entra 

anche con il Forum visto che 

lo promuove insieme a Barcellona. 

E così torna in ballo 

la sfiducia dell'Organismo 

mondiale nelle capacità del 

Comune. E non basta. 

L'altra diffida sul Forum il 

Comune l'ha incassata dal 

Governo che, in cambio della 

concessione al Forum del 

marchio di «Grande Evento» 

e dei relativi appoggi economici, 

sta imponendo al sindaco 

Iervolino la creazione 

di una struttura commissariale 

diretta da un fiduciario 

di Palazzo Chigi: così sarà 

Roma a gestire la cassa del 

Forum. Napoli commissariata 

in anticipo: un record. 

IL CORSIVO 

di MASSIMILIANO DE FRANCESCO 

RITORNO AL TAROCCO 

Natale a Napoli, egemonia delle tradizioni. Le 

peggiori, ovviamente. Galleria Umberto: 

l'albero dei desideri scompare e riappare non 

per una magia di Copperfield, ma per il tradizionale 

furto di un manipolo di fetentielli. 

Raffaele La Capria dal Corriere della Sera lancia 

una provocazione: mettiamo una guardia sotto 

l'albero. Più di una servirebbe, invece, a vigilare 

l'albero delle società partecipate: radici salde al 

centro del potere, rami carichi di silenti gazze e 

luci in festa. Una pianta così natalizia ha 

causato il consueto rimpasto di fine anno, 

specialità cinica e indigesta in cui il sindaco 

eccelle. Protagonista del caos nel giardino dei 

supplizi di Palazzo San Giacomo, Riccardo 

Realfonzo, ex assessore al Bilancio, dimissionario 

con un sogno marcito nel cassetto: potare l'ulivo 

delle società miste. Niente da fare, forbici vietate: 

non serve un giardiniere al Bilancio, ma un 

ragioniere, possibilmente abile sistemista di 

potere e fervido cultore del calcolo clientelare. 

Chi lo dice? Proprio Realfonzo che, nel lasciare la 

poltrona, ha innaffiato la polemica con queste 

parole: “Frange egemoni del Pd difendono 

interessi particolari e usano le partecipate per il 

consenso”. Nulla da aggiungere, scampato 

pericolo per la classe “digerente”, frange risollevate 

tra i rami e attesa per la nuova fiction in 

giunta. Copione immutato, nel pieno rispetto 

delle tradizioni: il ruolo secondario spetta alla 

Iervolino, la regia è di Bassolino, fellini delle 

società miste. Un dato preso a caso dal Satyricon 

del governatore: nel solo biennio 2004-2005, la 

Regione Campania ha speso per tenere in vita le 

sue 37 società partecipate ben 36 milioni di 

euro. Intanto mentre si manovra (l'importante 

non è vincere, ma “partecipate”), due organizzatori, 

ognuno nel proprio campo, preservano le 

nostre tradizioni: l'ex sovrintendente Spinosa ha 

lanciato la sontuosa mostra “Ritorno al Barocco”, 

nata per riscoprire “la nostra identità”; 

Salvatore Alajo, invisibile consigliere alla 

Municipalità 1, è finito agli arresti con l'accusa 

di essere la mente della truffa che chiamiamo 

“Ritorno al Tarocco”: un giro di finti ciechi con 

pensioni d'invalidità che, in alcuni casi, arrivavano 

a 1000 euro al mese. Il caso è l'esempio di 

come i napoletani (frange non egemoni) per 

superare la perenne vertigine della precarietà 

s'appellino all'illegale sistema del raggiro 

ingegnoso. Riempiono il vuoto con barocche e 

tarocche azioni, sostenuti da colpevoli compiacenze. 

Nulla cambia sotto l'albero. Un altro 

Natale tradizionale. Un altro paccotto alla città. 

Dal 18 dicembre è online il NUOVO 

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PRIMO PIANO DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 4 

Presepe «vip», è l’ora del numero chiuso 

LA PROVOCAZIONE. Da Corona ai trans di via Gradoli: aumentano, di anno in anno, 

i pastori del gossip che entrano nella rappresentazione della Natività. È giusto? 

Nelle foto: A sin. Saviano in versione statuina presepiale a S. Gregorio Armeno. A destra particolare del presepe Bianco 

Aldo De Francesco 

S’ 

infoltisce la processione 

di «new entry» di «vip e 

big» nel presepe napole- 

tano, e c'è da chiedersi come 

mai non sia stata ancora stilata 

l'anagrafe e fatto il «censimento» 

di questi eccellenti 

pastori. Con nomi, cognomi, 

professione, hobby. Ci sono 

anagrafe tributaria, Pra, il 

pubblico registro automobilistico, 

e ad Agri Brianza è nato 

addirittura il villaggio di 

Natale; ma, nella patria del 

presepe, non c'è neanche una 

banca dati dei «vip» che, ogni 

anno, entrano a furor di gossip 

nella più antica rappresentazione 

della Natività. E vi 

restano nei secoli dei secoli? 

Da Erode a Garibaldi, da Barabba 

a Di Pietro, da Cleopatra 

a Sophia Loren, da Melchiorre, 

Gaspare e Baldassarre a Santoro, 

Travaglio e Fazio, la sconfinata 

schiera di «pastori» di 

ogni tempo, a quanto pare, 

supererebbe addirittura il 

numero dell'umanità, prevista 

per il giorno - di là da venire - 

dell'Apocalisse- nella Valle di 

Giosafat, dove l'apostolo San 

Giovanni ha dato a tutti appuntamento. 

Un megastadio 

per gli ultimi e decisivi Mondiali 

con milioni di posti in 

piedi e una tribuna d'onore. 

Naturalmente riservata alla 

Terna Arbitrale Celeste. Forse è 

giunta l'ora di fare un censimento. 

In un mondo in cui gli 

ingorghi (dal traffico alle 

Università, dalle affollate coste 

del Sud all'arcipelago dei 

consulenti regionali e dei 

raccomandati: a Napoli il 68% 

nel settore pubblico, cifre 

bulgare nel pubblico) stanno 

facendo saltare tutte le regole 

e valutare l'opportunità di 

regolamentarli, prima o poi 

c'era da aspettarselo: l'intasamento 

avrebbe riguardato 

anche il presepe napoletano. 

Non so che cosa pensino di 

questi «flussi mondani», sempre 

più incontrollabili, i pastori 

«residenti», quelli che possono 

liberamente circolare nelle 

«Ztl», nelle zone a traffico 

limitato tra San Biagio dei 

Librai e San Gregorio Armeno - 

tanto per capirci, Benino, 

l'oste Belfagor, Razzullo, Sarchiapone 

- penso, però, che, 

sotto sotto, a loro non dispiacerebbe 

il «numero chiuso». 

In seconda ipotesi: un Centro 

di prima accoglienza, in attesa 

di accertare provenienza, 

generalità e credenziali dei 

«vip» prima del permesso di 

soggiorno e di un reddito di 

cittadinanza nel presepe 

partenopeo. 

È ora di chiederci tra il «serio e 

l'aceto, il lusco e il lambrusco», 

come piaceva scrivere ai 

gazzettieri della «Belle Epo- 

que», quando l'imbarazzo 

delle scelte faceva «squagliare» 

le parole: perché mai per 

entrare in un Circolo nautico 

cittadino occorrono due soci 

presentatori e una serie di 

referenze - in qualche caso 

addirittura vincere una battaglia 

navale tra palline bianche 

e nere - mentre per entrare nel 

presepe napoletano dei vip, 

basta una bravata, una foto su 

«Chi», una bella «coronata»? 

Visto che, in questi giorni di 

Natale, a Napoli si stanno 

passando al setaccio i titolari 

di pensioni di invalidità e che, 

dalle prime revisioni, vengono 

fuori beneficiari - con la salute 

di gladiatori e un vitalizio da 

falsi moribondi - perché non 

fare la stessa cosa con il presepe 

papoletano dei vip? Cioè 

una «revisione» su vecchi e 

nuovi flussi e, se necessaria, 

con una finale, severa rottamazione? 

Se per un Di Pietro, vissuto tra 

caciotte, galline e capretti, la 

corsia preferenziale nel presepe 

napoletano è un diritto 

acquisito e inalienabile, un po' 

più di cautela suggerisce 

qualche recente arrivo da via 

Gradoli. Non vogliamo che, un 

giorno, si possa dire anche per 

il presepe, di questa magica e 

mistica poesia che ha incantato 

mezzo mondo: «Sic trans-it 

gloria mundi». 

Iuppiter Edizioni presenta 

IL MIO NOME È BODE di FABRIZIO TAVASSI 

Viaggio nel mondo dei videogiochi tra dipendenza e competizione 

Nelle migliori librerie di Napoli e Provincia a soli 10 euro 

Per acquistare il volume e per informazioni: 081.19361500 

“A volte è proprio vero: il gioco è bello quando dura poco. Forse.” 

LE OPINIONI 

NON MORTIFICHIAMO LA TRADIZIONE 

Se a Bruxelles quella per affiancare il presepe all'albero di 

Natale nella sede del Parlamento Europeo è diventata una 

lotta «ideologica», in Italia, a Napoli precisamente, si lotta 

per preservare il presepe tradizionale, quello di Benino, 

Cicci Bacco e i due compari. A San Gregorio Armeno, come 

ogni anno, gli ultimi artigiani depositari 

di questa preziosissima arte si sfidano 

in gare di fantasia: ed ecco spuntare 

Noemi Letizia, Michael Jackson, la 

Gelmini in dolce attesa, fino ad arrivare 

a Marrazzo con Brenda e Natalie. Ma 

come si fa a stabilire il confine tra folklore 

e cattivo gusto? Maurizio 

Marinella, ambasciatore dello stile 

made in Naples, non ha dubbi: «Statuine 

come quelle di 

Lavezzi e De Laurentiis fanno sorridere i 

turisti ma il presepe è un'altra cosa. 

Bisogna recuperare il senso religioso del 

presepe, nella sua versione classica. La 

presenza di un trans mi sembra eccessiva, 

bisogna abbandonare questi retaggi 

di una napoletanità fuori dalle righe». 

Riguardo all'ipotesi provocatoria di fondare 

una commissione per stabilire 

quali personaggi 

hanno diritto a figurare tra le bancarelle 

e quali no Vittorio Paliotti, giornalista, 

scrittore e commediografo napoletano, 

è perentorio: «Le commissioni non 

possono insegnare alla gente ad essere 

intelligente. Queste operazioni di marketing, 

create apposta per far rumore, 

sono cretine e fanno presa solo sulla 

gente che le condivide». Gli fa eco 

Marco Abbamondi, 

artista e artigiano purista del presepe 

settecentesco napoletano: «Sono totalmente 

contrario. Una commissione 

sarebbe inutile perché la composizione 

del presepe tradizionale del '700 è chiara 

e prevede statuine fatte col corpo in 

fil di ferro rivestito di stoppa, non quelle 

di terracotta, magari raffiguranti 

personaggi in vista come Obama e 

Marrazzo». A favore della tradizione si è 

schierato anche l'attore Gino Rivieccio: «Sono affezionato 

ai personaggi classici come Benino e la lavandaia. Per me 

nel presepe non dovrebbero figurare nemmeno Pulcinella, 

Troisi ed Eduardo perché così si perde il significato religioso 

di questa tradizione. Siamo aperti a tutto ma i trans 

lasciamoli dove stanno». Ai napoletani, dunque, la natività 

piace tradizionale, con buona pace dei pionieri del «presepe 

di attualità» che negli anni '80 inserirono Maradona 

come capostipite delle celebrità di terracotta. (r.g.)

PRIMO PIANO 

Oscar Medina 

Dicembre 2010: nel 

taccuino di Massimo 

Vernetti (nella foto), 

lanciatissimo tycoon del 

gruppo Quick No Problem 

Parking, società leader in 

Europa nel settore della 

gestione parcheggi e servizi, 

la scadenza è cerchiata in 

rosso e scandisce il termine 

di consegna del nuovo Garage 

Morelli, avveniristico gioiello 

dell'architettura di servizio 

da incastonare, tempo un 

anno, nel cuore della Napoli 

bene. Obiettivo: miracolare 

con un indovinato by pass la 

collassata viabilità di Chiaia, 

ostaggio perenne di lamiera 

selvaggia, innescando per 

giunta una ricaduta virtuosa 

sul resto del traffico urbano 

in virtù dell'effetto a catena. 

Di trasferire, intanto, l'ambizioso 

progetto dalla cornice 

teorica a quella pratica si sta 

occupando il team di Napoletana 

Parcheggi, braccio operativo 

targato Quick: all'interno 

del gigantesco antro del 

Chiatamone, infatti, la società 

sta letteralmente bruciando 

le tappe per aggiudicarsi 

una sfida da brivido e consegnare 

l'infrastruttura ai 

napoletani nel rispetto dei 

tempi. 12 mesi a passo di 

corsa: ritmi europei che, 

almeno a Napoli, infilano il 

prossimo in contropiede. 

Piglio grintoso, allure risoluta 

di chi ha una marcia in più 

rispetto alle andature locali, 

Vernetti sfodera i numeri. A 

cominciare dai 30 milioni di 

euro sull'unghia investiti 

nell'operazione, solido pilastro 

economico di un progetto 

blindato in cifre da sballo: 

7 piani di parcheggi, 250 box 

auto su quattro piani, 230 

posti auto per il parcheggio a 

ore, 2.000 auto a rotazione 

quotidianamente, 160 telecamere 

sempre in funzione, 

rifiniture di pregio, info 

point ad ogni livello per ogni 

tipo di informazione e assistenza. 

Credenziali da record, 

quindi, per quello che i 

responsabili Quick definiscono 

«un simbolo della rinascita 

napoletana», fotografando 

in anticipo la portata «storica» 

dell'evento e innalzando 

di molto la temperatura 

dell'orgoglio napoletano viste 

le radici tutte partenopee, 

anzi posillipine, del patron. 

Un trailer di quel che sarà, 

intanto, è già disponibile nel 

video virtuale realizzato dalla 

società Media Digitali: cronaca 

per immagini, scrupolosa 

e spettacolare, di un hotel a 

cinque stelle, dedicato tutto 

alle auto, e delle sue eccellenze 

tecnologiche, estetiche e 

funzionali. Un antipasto che 

l'imprenditore ha offerto di 

recente a pubblico e media 

non solo in omaggio a legittime 

strategie di mercato ma 

anche per smarcarsi dalla 

politica delle chiacchiere e 

scuotere gli ambienti che 

contano. Nessun protagonismo, 

dicono alla Quick, ma 

un appello alla cooperazione 

tra forze sane della città, 

amministratori locali compresi, 

partendo proprio dal 

«salotto» di Napoli, invitato a 

«gestire - si illumina Vernetti - 

la leadership che il blasone 

gli assegna». E la sensazione è 

che non c’entri la diplomazia 

d’occasione ma piuttosto la 

convinzione che sia proprio 

Chiaia la quinta ideale per la 

rimonta della città : «Il quartiere, 

una volta pacificato sul 

fronte sosta e traffico, svilupperà 

- si infiamma l'imprenditore 

-le sue grandi risorse 

commerciali e turistiche con 

prevedibili dinamiche emulative 

nel resto di Napoli». 

Per Vernetti, del resto, l’impresa 

Morelli va agganciata 

ad un’intensa politica di 

partecipazione alle vicende di 

Chiaia: va letto così, ad esempio, 

il ruolo di main sponsor 

della Napoletana Parcheggi 

in occasione del tradizionale 

Party di Natale, targato 

Chiaia Magazine, del 16 

dicembre. 

DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 5 

Chiaia, la Quick «parcheggia» il futuro 

IMPRENDITORIA. Entro un anno sosta a cinque stelle nell’antro di via Morelli: lo 

garantisce Massimo Vernetti. E intanto tesse alleanze per la rinascita del quartiere 

Le iniziative di Chiaia Magazine 

In ESCLUSIVA con il giornale il film su GIANCARLO SIANI 

“E io ti seguo”, scritto, diretto e prodotto da Maurizio Fiume. 

Costo del dvd: 3,90 euro 

Per l’acquisto telefona al numero 081.19361500 

L’IDEA 

“Io non voglio conoscere la verità ma mi piacerebbe poterla scrivere” 

AUTO D’EPOCA, UN MUSEO IN CAVITA’ 

Per capire cos'era e cosa è stato per i napoletani il garage 

Morelli basterà dare uno sguardo dall'ampia agorà prevista 

e osservare dall'ingresso le ampie e inquietanti volte di tufo. 

Da ricovero a parcheggio, fino ad autorimessa di lusso, il 

garage Morelli sarà pronto in un anno, giura Massimo 

Vernetti, regista dell'operazione, per saziare la fame di parcheggi 

di Chiaia. Dunque, sette piani di sosta su sfondo tecnologico 

d’avanguardia. Si spera, tuttavia, che in un'ambientazione 

così futuristica, il management Quick, che ha 

preso in carico il garage, riservi uno spazio anche alla 

memoria, esponendo magari una di quelle auto che furono 

sequestrate durante la guerra o subito dopo, quando il contrabbando 

era l'unica risorsa di molti napoletani. Non è un 

caso che alcune macchine siano prive della panchetta posteriore, 

espediente che consentiva di trasportare più merce 

(ad esempio le tre Lancia Aprilia). Nei mesi scorsi sono state 

trovate altre carcasse, una bianchina, una 1100 B. Ma erano 

molte di più: almeno un centinaio di pezzi, alcuni molto 

pregiati e in buone condizioni; auto dissoltesi nel primo trasferimento 

dal garage Morelli ad un deposito del Comune a 

Posillipo. Qualcuno ricorda ancora una Lancia Artena, diverse 

Balilla, Lancia Ardea, Lancia Augusta, Fiat 1100, una non 

meglio identificata Lancia cabriolet, diverse Alfa Romeo. 

Ora ne restano poche, conservate al coperto in un grande 

deposito comunale a Ponticelli: si tratta di quattro Fiat, una 

1500 C sei cilindri, una 1100 B, una 500 A, una Balilla tre 

marce, cinque Lancia, tre Aprilia berlina, un'Aprilia cabriolet, 

un'Artena e un'Alfa Romeo 6c 2500 Sport, l'unico pezzo 

di valore del lotto che, secondo una leggenda metropolitana, 

sarebbe appartenuta al Duce e da lui usata per le sue 

passeggiate a Napoli. Ma si tratta di una boutade perché la 

grossa cabriolet (numero di telaio 915328, motore 926135), 

in base a quanto riportato dal registro storico della Casa 

milanese, fu carrozzata da Pininfarina su uno dei 205 telai 

prodotti nel 1947, quindi molto dopo gli eventi bellici e 

fascisti. La 2500 sei cilindri, di colore blu con interni nocciola, 

fu costruita il 29 aprile 1947 e venduta il 30 agosto 1948 

ad un certo Ferdinando Ciancarelli di Roma (immatricolata 

con la targa 8624 Lt). A giudicare dai danni sul frontale, la 

vettura fu coinvolta in un grave incidente e fu sequestrata 

dalle forze dell'ordine. L'Aprilia Cabriolet, altra rarità, fu 

immatricolata il 17 luglio 1951 (targa Na 61924, telaio 

395127, motore 20651) e intestata al Municipio di Napoli, 

Direzione nettezza urbana, e poi radiata d'ufficio nel 1983. 

Resta un mistero l'uso di una vettura così prestigiosa da 

parte della nettezza urbana di Napoli. La Fiat 1500 fu rinvenuta, 

abbandonata, nel Porto di Napoli, in un'area preclusa 

ai veicoli. L'Artena sei luci (la cosiddetta “falso Phaeton” o 

ministeriale) potrebbe essere stata impiegata per questioni 

di rappresentanza dai gerarchi fascisti e forse, più probabilmente, 

dal Duce nei suoi blitz napoletani. L'auspicio ora è 

che questo patrimonio storico non vada disperso: il restauro 

sarebbe complesso e soprattutto costoso, ma potrebbero trovare 

posto al Morelli e magari diventare un'attrazione per i 

più curiosi e per gli appassionati. (s.c.)

QUARTIERISSIME DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 6 

Via Posillipo, guerra al sanpietrino 

RESTYLING. I residenti chiedono l’adozione del manto d’asfalto. Fabio Chiosi: 

«La Soprintendenza dia il nulla osta». Ma è allarme rosso anche sul fronte sicurezza 

Rita Giuseppone 

Pare che Goethe abbia scritto «vedi 

Napoli e poi muori»: e ovviamente 

si riferiva alle imperdibili 

bellezze del capoluogo campano. 

Quello che i turisti non sanno, però, 

è che, se guardando il panorama 

da via Posillipo ci si distrae 

troppo, il rischio di lasciarci la pelle 

è concreto. Le buche e i dissesti 

disseminati su tutta la lunghezza 

della strada rendono la passeggiata 

per eccellenza una gimcana 

ad ostacoli. L'illuminazione, poi, 

lascia molto a desiderare, rendendo 

il tutto rischiosissimo per 

ruote e sospensioni di automobili, 

senza contare le articolazioni 

dei cittadini. Basti pensare che 

ogni anno il Comune di Napoli 

spende più per risarcire i danni 

degli incidenti causati dai dissesti 

che per la manutenzione della 

pavimentazione. Proprio in 

questi giorni, allora, sono state indette 

le gare d'appalto per i lavori 

di manutenzione straordinaria di 

via Manzoni e via Posillipo. Si punta 

ad un totale recupero delle due 

strade ma, come ha fatto notare il 

presidente della I Municipalità, 

Fabio Chiosi, «i lavori rischiano 

di essere inutili, visto che la pavimentazione 

in cubetti di porfido 

non sopporta il traffico di passaggio». 

Richiamare l'interesse di 

Palazzo San Giacomo, intanto, è il 

principale obiettivo di un movimento 

senza colore politico, nato 

spontaneamente dall'impegno di 

privati cittadini esasperati dalle 

condizioni di incuria nelle quali 

RIFLESSIONI 

di MIMMO DELLA CORTE 

lupo perde il pelo, ma non il vizio». E la 

conferma più lapalissiana di questa «Il 

vecchia saggezza è rappresentata dal 

Governo regionale della Campania. Per quanto 

spelacchiato, dimagrito, con le valigie dietro la 

porta e le casse vuote, - chi volesse averne consapevolezza 

diretta, può gettare uno sguardo agli 

striminziti numeri del bilancio previsionale 

2010 di cui si comincerà a discutere da qui a 

qualche giorno - esso non sembra avere alcuna 

intenzione di rinunciare al superfluo ed accontentarsi 

del necessario. Certo, quelle che voglio 

segnalarvi in questa occasione, non sono spese 

particolarmente ingenti. Ma arrivano dopo 

tantissime altre, ugualmente limitate ed inutili, 

le quali - poichè «ciènte niente accedèttero 'o 

ciuccio» - , sommate insieme, fanno un totale 

tutt'altro che indifferente. E considerato che 

siamo sempre nel campo teatral-festaiolo, viene 

da chiedersi: ma la Regione è ancora un'istituzione 

pubblica il cui scopo è quello di produrre 

sviluppo per la Campania o si è, per caso, trasformata, 

senza che ce ne accorgessimo, in 

un'agenzia per la promozione dello spettacolo? 

In verità, lungi da me l'intenzione di passare per 

il «solito bastian contrario», per cui affido a voi 

la risposta. Pregandovi, però, di darla, dopo aver 

letto queste ultime news spenderecce di Palazzo 

S. Lucia. La delibera 1674 del 6 novembre stanzia 

220.000 euro per il progetto «Tuttinconcerto - 

Musica per il sociale 2009», un'iniziativa che, 

stando alla delibera, è alla sua terza edizione. 

Ma chi si è accorto delle prime due? Gli stessi 

versa tutta Posillipo. Dopo la fiaccolata 

dello scorso ottobre, i residenti, 

sollecitati da Luigi Presta, 

studente di filosofia, e da Manuel 

Romano e Ginevra Vitale, abitanti 

della zona, sono stati coinvolti 

in una singolare raccolta di 

firme «porta a porta» per sensibilizzare 

le istituzioni sul tema. Un'iniziativa 

efficace, che ha ottenuto 

200 adesioni in soli due giorni, anche 

grazie al supporto di diversi 

esercizi commerciali di piazza San 

Luigi, via Manzoni e via Posillipo. 

«Posillipo si sente abbandonata, - 

spiega Presta - i problemi sono 

molteplici. Al di là di quelli legati 

all'impraticabilità delle strade e 

alla scarsa illuminazione, vi sono 

cumuli di sporcizia e cartacce 

ovunque, oltre ai rifiuti che per 

lunghi periodi non vengono prelevati 

regolarmente, proprio nel- 

REGIONE, AGENZIA PER LO SPETTACOLO? 

la zona che in teoria dovrebbe essere 

il vanto di Napoli. Altra nota 

dolente riguarda la sicurezza, - 

prosegue Presta - è necessario un 

sistema di videosorveglianza che 

contrasti la criminalità sempre 

crescente, come dimostrato dagli 

ultimi episodi». In ogni caso la richiesta 

dei residenti di ripavimentare 

via Posillipo con l'asfalto 

drenante e fono assorbente, come 

quello usato in via Tasso, incontra 

il favore di Chiosi che incalza l'Amministrazione: 

«I benefici in termini 

di sicurezza stradale, abbattimento 

di costi e abbattimento 

di inquinamento acustico, sarebbero 

indubbi. In tal senso ho chiesto 

al Comune di aprire il confronto 

con la Soprintendenza, auspicando 

il nulla osta di quest'ultima 

per rispondere ad una reale 

esigenza del quartiere». 

che, probabilmente, si accorgeranno della terza: 

gli organizzatori ovvero i beneficiari del contributo. 

Il decreto dirigenziale 1343 del 10 novembre, 

stanzia, invece, 348.680,32 euro, destinandoli 

a 31 enti che realizzano «progetti che 

hanno comprovata storicità, qualificazione 

professionale e forte valore d'innovazione». Sia 

chiaro, non contesto l'importanza dell'iniziativa, 

ma posso mai rinunciare a chiedermi ed a 

chiedervi, come si concilia tanta prosopopea 

progettuale, con contributi di 2 e 3mila euro? 

Ed ora, «stretta la foglia, larga la via, dite la 

vostra che ho detto la mia». Senza dimenticare, 

però, gli sprechi precedenti. 

VIA MARTUCCI 

Promesse non mantenute 

Nel novembre 2008, il presidente della I Municipalità, Fabio 

Chiosi, partecipò ad un incontro con i commercianti della 

zona di via Martucci, i quali lamentavano uno stato di crisi 

delle attività dovuto al totale abbandono dell'area, penalizzata 

dai lavori prima e dall'isolamento poi. In quell'occasione il 

presidente si impegnò per rendere effettivo il passaggio di un 

bus navetta con due fermate a via Martucci, e annunciò diversi 

interventi, dal potenziamento dell'illuminazione al cambio 

del senso di marcia in via Piscicelli, e, in generale, un rilancio 

della zona. A più di un anno di distanza, purtroppo, nulla di 

tutto ciò è stato attuato: l'intera zona, infatti, versa ancora in 

stato di isolamento e abbandono, i clienti dei negozi latitano e 

i residenti, specie gli anziani, lamentano la scarsità dei collegamenti. 

Nonostante l'impegno profuso dalla Municipalità, 

sembra che l'Anm non abbia a disposizione pullmini da dirottare 

sulla zona, mentre rimangono ancora ignote le cause dei 

mancati interventi di riqualificazione. I commercianti spingono 

affinché si trovino nuove soluzioni ma si preparano, loro 

malgrado, ad affrontare l'ennesimo Natale in stato di emergenza. 

ASSOCIAZIONE ASGAM 

La risorsa mare per i bambini 

A novembre, presso il molo della Marina Militare, è stato 

varato peschereccio S.Rita, l'imbarcazione sequestrata dalla 

Guardia di Finanza di Lecce ad un gruppo criminale pugliese 

e assegnata dall'Agenzia del Demanio all'associazione Asgam 

di via Cappella Vecchia, 

presieduta da Fabio Santo 

Grasso. L'Onlus Sostenitori 

Giovani Amici del Mare, 

fondata nel 2007 da militari 

della Guardia di Finanza 

e da comuni cittadini, ha 

infatti ideato l'iniziativa 

«Un progetto Napolitano», 

dedicato al Presidente della 

Repubblica, al fine di 

utilizzare il S.Rita come 

primo «peschereccio didattico» 

d'Italia. L'imbarcazione, 

che dopo il sequestro è 

stata ospitata nel Parco 

Naturale di Baia per un'accurata 

ristrutturazione, 

sarà utilizzata dall'Asgam come «barca-scuola» per far conoscere 

ai bambini e ai giovani disagiati le risorse del golfo di 

Napoli, prospettando loro la possibilità di una formazione 

professionale come operatori nel pescaturismo. «Si tratta di 

un bel regalo che lo Stato ci ha fatto, - ha commentato Grasso, 

presidente dell'Asgam - per questo abbiamo voluto dedicare il 

progetto alla più alta carica del Paese, simbolo della legalità 

per eccellenza e anche cittadino napoletano. I nostri corsi 

sono mirati a inculcare nei ragazzi a rischio la cultura della 

legalità, socializzando attraverso il mare. Anche i disabili, 

grazie all'innovativa passerella idraulica installata sul peschereccio, 

potranno partecipare attivamente ai corsi di pesca e 

snorkeling». Il S.Rita è stato esposto dal 4 all'8 dicembre allo 

stand «Terrafelix» della Mostra D'Oltremare, mentre dal 12 al 

15 di febbraio, sarà in mostra al Fishing Show di Bologna. 

SINDACATI 

RSede rinnovata per la Uil 

16 dicembre 2009: apre i battenti la nuova sede operativa 

della Uil campania. Il quartier generale del sindacato è in 

piazza Immacolatella Nuova al civico 5, proprio nei pressi del 

Varco Pisacane, all'interno del porto di Napoli. Il rinnovamento 

logistico è stato salutato con entusiasmo dagli iscritti dell'organizzazione. 

A suggellare l'evento inaugurale, oltre a 

Luigi Angeletti, segretario nazionale Uil, e Anna Rea, segretario 

regionale, anche i vertici dei tre enti locali, ed inoltre i 

vertici responsabili della Camera di Commercio partenopea e 

dell’Autorità Portuale di Napoli. La Uil Campania, intanto, 

favorita da una sede che si trova all’interno del porto, rilancia 

tra le priorità operative anche una nuova attenzione rivolta 

alle future strategie di rilancio della realtà portuale.


Killer delle palme, la cura c’era da tempo 

AMBIENTE. Dal maggio 2008 il Comune di Roma ha debellato il punteruolo 

rosso. A Napoli si procede con gli abbattimenti di massa. La parola agli esperti 


L'annuncio trionfale 

del Comune di Napoli 

è del primo dicembre: 

grazie alla collaborazione 

con l'Università di 

Bari e con il Ministero dell'Agricoltura 

iracheno, 

l'amministrazione sostiene 

di aver trovato la terapia 

giusta per le palme attaccate 

dal punteruolo 

rosso, parassita killer che 

a Napoli, in circa 3 anni, 

ha già «assassinato» parecchie 

centinaia delle 

2.400 palme esistenti su 

suolo pubblico. Il rimedio 

miracoloso è l'amabectina, 

veleno biologico che 

si inietta nel fusto senza 

danni collaterali e uccide 

le larve. In molti casi ha 

funzionato alla grande e 

così ci prova anche il Comune 

di Napoli visto che 

il prodotto non solo «vaccina» 

le palme integre ma 

recupera anche quelle lievemente 

malate. Comune 

promosso, allora? No. 

Perchè, senza scomodare 

Bari e l'Iraq, a Roma la lotta 

biologica con l'amabectina 

è iniziata 19 mesi 

fa. Merito di una task 

force di agronomi, ingaggiata 

dal sindaco capitolino, 

che, dopo una sperimentazioneentusiasmante 

sulle palme di 

Ostia, dal maggio 2008 ha 

L’antidoto 

«salvapalme» 

L'amabectina, killer del 

punteruolo, è un veleno 

estratto da un batterio 

del terreno che, diluito in 

un solvente, 2 volte 

all'anno viene iniettato 

nel tronco della palma 

sana o con sintomi lievi. 

Il composto è assorbito 

dalle fibre: le larve se ne 

nutrono e muoiono. I 

rischi? Zero per piante e 

persone. Ma per gli 

esperti occorre anche 

aspergere, 7 o 8 volte 

all'anno, le chiome della 

palma con PPO (Prodotti 

Piante Ornamentali) in 

commercio da anni: bisogna 

solo isolare una circonferenza 

di qualche 

metro intorno alla pianta. 

A Roma è pratica consolidata 

da quasi 2 anni. 

somministrato l'antidoto 

a gran parte delle palme 

dell'Urbe, salvandole tutte. 

Insomma: non spunta 

adesso l'amabectina. Bastava 

drizzare le orecchie. 

E invece come si è regolato 

il Comune di Napoli 

nel 2008 e nel 2009? 

Usando la vecchia procedura 

fitosanitaria, ovvero 

decapitazione delle piante 

infette e incappucciamento 

degli apici: e, in alcuni 

casi, neanche a regola 

d'arte, almeno a dar 

retta alle denunce e alle 

foto spedite al nostro giornale 

da numerosi cittadini. 

Dunque tagli. E poi abbattimenti 

a tappeto: già, 

perchè ora il rischio è che 

molte palme defunte collassino 

sui passanti. Mi- 

sure tampone inevitabili, 

ci dichiarò a giugno 2008 

il Servizio Giardini, anche 

per via dei soliti conti in 

rosso che non permettevano 

le spese stellari di 

una terapia adeguata. 

Spese stellari? Pare di no. 

Secondo gli agronomi romani, 

l'intervento con l'amabectina, 

così facile che 

possono farlo anche i 

giardinieri comunali, costa 

50 euro a palma e va 

fatto due volte all'anno. E 

così a Napoli, aggiungono 

loro, trattare ad esmpio 

2mila palme costerebbe 

circa 200mila euro, 

esclusi i costi logistici, 

neanche tanto severi, che 

un Comune affronta in 

questi casi. A prescindere 

da Bari e dall'Iraq. 

LA SEGNALAZIONE 

di MASSIMO GALLOTTA 

ZTL O «ZRL»? 

Zona a traffico limitato: magari non fa i 

miracoli ma è indubbio che un provvedimento 

restrittivo nei confronti del caos traffico 

in zona Chiaia sia una mossa ecologicamente 

corretta in grado di assicurare ai week 

end una piccola dose di vivibilità. Il punto è 

un altro: anche il dispositivo natalizio si 

inserisce in quella logica dell'emergenza che 

privilegia il risultato immediato a scapito di 

soluzioni di lungo respiro. 

Insomma, il solito siparietto 

di misure tampone alla 

sua ennesima replica sul 

palcoscenico di quartiere: 

anzi peggio, perché quella 

di adesso è un'edizione 

persino rabberciata rispetto 

alle precedenti visto che 

promette ma non mantiene. 

Auto a parte, infatti, era 

previsto un capitoletto 

dedicato alla sicurezza con 

pattugliamento notturno delle forze dell'Ordine, 

vigili compresi, per garantire una movida 

tranquilla e impedire lo sversamento 

abusivo dei rifiuti. Nei fatti, invece, in tutte le 

piazze «sensibili» della movida c'è il solito 

scenario notturno di caos e violenza, comprese 

le ultime sanguinose risse di Parco Margherita. 

Dov'era la legge? E dov'è la legge nei 

presepi di monnezza che abbondano in zona? 

Altro che Ztl: questa è la «Zrl», ovvero Zona a 

responsabilità limitata. 

Con commercianti, cittadini e frequentatori 

della Municipalità 1 che continuano a sedere 

pericolosamente sulla polveriera Chiaia- 

Posillipo-S. Ferdinando.

LA NOVITÀ DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 8 

Nasce il primo O1magazine che apre le 1O porte del piacere. 

Chiaia Magazine, il giornale del saper vivere e Il1O, il nuovissimo magazine 

dei fuoriclasse, uniscono i loro talenti editoriali per diventare una sola rivista “fuori 

dal comune”, culturalmente trasversale, libera nei contenuti. Due testate, un solo 

obiettivo: giocare con fantasia e intelligenza un nuovo ruolo nel panorama 

editoriale. Due anime ma un solo cuore i cui battiti seguono il ritmo dell’ironia, 

della sorpresa, della bellezza, ma anche della riscoperta di valori sociali. 

Un bimagazine in grado di stuzzicare un pubblico curioso e fortemente legato 

alla schiera più sana e propositiva della propria città, attraverso servizi, 

approfondimenti, interviste e nuovi format di comunicazione. 

L’im-porta 

Il passepartout inciso 

sul frontespizio caratterizza 

molte delle nostre porte. 

“Non importa ciò che è, ma 

quello che diventa importante”: 

un’irrinunciabile porta-spia 

su ciò che non si può non sapere: 

temi di scottante attualità, 

inchieste e realtà metropolitane 

La porta sul rètro 

“Il passato è l’unica cosa 

di cui siamo davvero certi”. 

Perché se le prospettive sono 

sempre affascinanti, non c’è 

nulla di più seducente 

dei ricordi. Pagine tematiche 

che coinvolgeranno personaggi 

pubblici negli aspetti più intimi 

della loro vita 

La porta del gol 

“In qualunque angolo del mondo 

c’è un bambino che tira calci 

ad un pallone e milioni di adulti 

che vorrebbero essere 

quel bambino”: è il segreto 

del calcio, delle sue storie, 

dei suoi personaggi, dei racconti 

che si tramandano di padre 

in figlio, della fede che scatena 

La porta virtuosa 

“Abitudine, indifferenza, vizio: 

siamo diventati terribilmente 

spreconi”. Ma abbiamo anche 

terribilmente bisogno 

di comportamenti positivi, 

di esempi da emulare, di persone 

in grado di interpretare quella 

parte sana della società che, 

però, non vince sempre 

Un neoprodotto elegante, intrigante, capace di catturare prima lo sguardo 

poi la parte più “debole” dell’uomo: quella che alimenta le PASSIONI. 

Il1O è il numero che contraddistingue il concetto dell’eccellenza: 

il calciatore di maggior classe, l’imprenditore di successo, il voto più alto in pagella, la 

realtà che funziona, il sogno, la società che garantisce benessere. La realtà, virtuale o 

virtuosa, verso cui il nostro animo è proteso istintivamente. Ecco perché Il1O diventa 

un distillato di PASSIONI. Un concentrato di immagini e storie che mettano a nudo la 

parte più intima ed irrinunciabile di ognuno, anche se viene considerata soltanto un 

GIOCO. Gioco di parole che già appare in copertina, con un unico termine che 

sembra la testata del magazine ma non lo è: in questo modo 1O diventa così una 

parte integrante della PASS1ONE. Forse quella più evidente. 

Sicuramente la CHIAVE che conduce alle 1O PORTE DEL PIACERE selezionate 

di volta in volta, che il lettore dovrà aprire con curiosità magari anche solo 

“sbirciando” dal buco della serratura. Ogni Porta rappresenta un pretesto per 

consentire al lettore di spaziare dove non è mai stato. O, meglio, dove in fondo 

vorrebbe essere. Una CHIAVE D’ACCESSO per tutto ciò che è aspettativa, pulsione 

e desiderio, fonte inesauribile di idee, viaggi in luoghi del buon vivere e non, incontri 

con personaggi must, curiosità, divertissement ma anche una miriade di aspetti della 

realtà che gioco non sono. Il tutto condito con l’eterna ed invincibile arma dell’ironia. 

La porta compulsiva 

“L’irrefrenabile passione 

per lo shopping fa capire 

al mondo di che pasta è fatta 

la donna. E pure l’uomo.” 

Ecco il motore della nostra 

economia: conquistare 

continuamente qualcosa. 

Una raffinata guida alle 

occasioni da non perdere 

La porta del corpo 

“Benessere o non benessere: 

non è questo il problema. 

Ma orientarsi verso la 

salute(interiore) è la vera 

salvezza”: dalle novità 

scientifiche, alle cure possibili, 

agli interventi di esperti 

in grado di migliorare 

la vita di ognuno

LA NOVITÀ 

Chiaia Magazine già vanta storicamente un forte radicamento con i suoi 500 

punti di distribuzione nella zona chic di Napoli, dove un evento non passa mai 

inosservato: Chiaia e Posillipo rappresentano così un territorio privilegiato cui ancorare 

un moderno media integrato da siti internet ed iniziative promozionali. Il cuore 

pulsante e “benpensante” della città, da integrare all’inedita distribuzione realizzata in 

partnership con la rete dell’Aci di Napoli, con gli Azzurro Service Point e all’interno di 

700 taxi. Insieme a Il1O, dunque, un irresistibile susseguirsi di pagine confezionate in 

modo da suscitare l’immediata sensazione della bellezza, della provocazione, 

dell’intrigante doppio senso, delle insospettabili confessioni a cuore aperto da parte di 

opinion leaders i cui stili di vita sono da sempre oggetto di pubblica emulazione. 

CHIAIA 

magazine 


il mensile di Chiaia San Ferdinando Posillipo 

w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t 

La porta segreta 

“Ognuno ha una passione 

nascosta che muore dalla voglia 

di raccontare agli altri.” 

Mai come oggi è di lusso 

il riflusso nel privato: 

ma come tutti sanno 

la privacy non è mai priva 

di argomenti di interesse 

pubblico. Anzi. 

La porta dei sensi 

“Toccare, vedere, sentire, 

gustare, annusare: 

cibo per la mente” 

La passione nella sua accezione 

più istintiva, quella legata 

ai cinque sensi, ma attenzione: 

ricombinandoli e condendoli 

con lo spirito dell’ironia, 

diventano molti di più 

La porta magica 

“Ogni favola è un gioco ed è vera 

soltanto a metà”: la frase di una 

canzone di Edoardo Bennato 

diventa il simbolo per parlare di 

passioni come il gioco, le 

scommesse, i sogni di gloria, le 

nuove tecnologie che cambiano 

la vita. Il futuro prossimo da 

raccontare ad occhi aperti 

La portiera 

“La protesi migliorativa umana 

più antica del mondo resta la 

più ambita: la ruota. In numero 

vario, da due a quattro 

in genere, accompagna l’uomo 

dalla casa all’avventura 

che si chiami ufficio 

o viaggio con famiglia. 

Ma senza un motore...” 

Chiaia Magazine, mensile nato nel 2005 e definito dal 

settimanale Il Mondo come “il difensore civico del cuore di 

Napoli”, è la rivista “controcorrente” che è riuscita con 

inchieste coraggiose e cover originali a diventare il punto d’incontro e di riferimento 

per quei lettori attenti alla vivacità, alle proposte, alle risorse e all’identità storica del 

quartiere Chiaia. Un’autorevolezza che Chiaia Magazine ha conquistato sul campo 

non solo per l’abilità nell’affrontare le problematiche della city, ma anche per 

l’eleganza con cui sa aprire il libro del saper vivere, riuscendone a cogliere 

l’essenza e a raccontarne le storie e gli eventi più incredibili. 

Copertine “aggressive” e grafica accattivante, temi scottanti d’attualità e un ventaglio 

di rubriche curate da collaboratori di prestigio: queste sono solo alcune delle 

caratteristiche che hanno permesso a Chiaia Magazine di diventare il caso editoriale 

napoletano. L’evoluzione editoriale a rivista patinata rappresenta quindi un segno 

tangibile di una maturità giornalistica consapevole sì del ruolo fin qui svolto, ma 

costantemente in evoluzione in senso mediatico. Inchieste / Costume / Storie / 

Personaggi / Cultura / Sport / Lifestyle / Eventi / Turismo / Passioni 

/ Relax / Webmania sono i temi da sempre affrontati dalla testata che, oltre a 

risiedere nella classica collocazione in rubrica verranno anche “dispensati” da 

specialisti tematici tra le Porte del bimagazine. 

DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 9 

La tenacia 

dei fuoriclasse 

di Marco Mansueto 

Un’inedita alleanza editoriale, un 

progetto grafico innovativo, la 

voglia di rilanciare il romanticismo 

giornalistico: questo e altro ancora 

è «10», periodico dedicato alle 

passioni che, mese dopo mese, 

aprirà le infinite porte del piacere. 

In questo viaggio intrigante e 

originale nel panorama dei media 

locali e nazionali, «10» avrà come 

compagno di strada il già 

consolidato mensile Chiaia 

Magazine che è riuscito, grazie alle 

sue battaglie e alla vivacità 

intellettuale della sua redazione, a 

divenire, come ha già scritto 

qualcuno, «il difensore civico» del 

cuore di Napoli. 

I due giornali, pur mantenendo 

distinte le loro «personalità» 

editoriali, formeranno un prodotto 

unico, un «bimagazine» del saper 

vivere pronto a raccogliere sogni e 

manie di vip e nip, a narrare guizzi 

e magie di eroi e antieroi, a 

ridisegnare la mappa della cultura 

partenopea, proponendo, ad 

esempio, alternativi itinerari 

turistici e artistici che non 

rientrano nelle solite guide ufficiali. 

C’è tanto da scoprire, valorizzare, 

promuovere: sta a noi «ripensare» i 

nostri territori, alimentandone miti 

e riti attraverso storie nuove, i cui 

protagonisti brillano per fantasia, 

operosità, intraprendenza. 

Vogliamo raccontare il meglio e i 

migliori: lo faremo con piglio 

ironico e passionale 

partecipazione. La tenacia dei 

fuoriclasse sarà la nostra stella. Il 

viaggio ha inizio. Ai lettori 

chiediamo ancora un altro po’ di 

pazienza. A gennaio, il 

«bimagazine» aprirà le sue porte. 

Per il momento, auguri di Buon 

Natale e di un grandioso 2010.


Aria di derby tra le squadre di Chiaia 

TERZA CATEGORIA. Regalano spettacolo in campionato ma in gironi diversi 

Chiaia Calcio e Chiaja Roboris attendono un’amichevole per giocare a sfidarsi 

Anche Chiaia ha la sua 

«stracittadina». In Terza 

Categoria, infatti, lo 

scorso 22 novembre, hanno 

debuttato due neonate formazioni, 

entrambe rappresentanti 

il quartiere Chiaia. Sono il 

Chiaia Calcio e il Chiaja Roboris, 

rispettivamente presiedute 

da Pasquale Insigne e 

Pietro de Maio. La squadra del 

Chiaia Calcio è stata fondata 

lo scorso giugno: il direttore 

sportivo è Lorenzo Botta e la 

guida tecnica è affidata a 

Stefano Napoletano mentre 

Pietro Ramaglia prepara i 

portieri. La rosa, che si allena 

e gioca al centro sportivo 

Kennedy, è impreziosita da 

tanti talenti, molti dei quali 

chiaiesi doc, e milita nel 

girone A. Insigne, presidente e 

attaccante della formazione 

gialloblu (foto in alto), ha 

giocato per anni in categorie 

superiori e conosce bene le 

insidie del campionato, avendo 

già guidato nella scorsa 

stagione il progetto «Davide 

Corduas», squadra che, dopo il 

piazzamento di metà classifica, 

è stata rinnovata per un 

terzo, dando vita al Chiaia 

Calcio. Un gruppo di giovani 

imprenditori è anche la mente 

del progetto Chiaja Roboris. 

Chiaia Calcio Presentata a novembre negli 

Chiaja Roboris 

Dopo le prime tre partite, che hanno fruttato due 

vittorie casalinghe e una sconfitta esterna, 

pregiudicata dalle tante assenze causate dall'influenza, 

il Chiaia Calcio è secondo nella classifica 

del girone A. Con un investimento di circa 18mila euro, il presidente 

Insigne ha allestito una squadra molto competitiva, arricchita 

dai talenti selezionati tra gli 80 aspiranti presentatisi agli stage di 

metà settembre. «Sono soddisfatto di questo gruppo - ha dichiarato 

il presidente - e spero che la squadra acquisti presto consapevolezza 

delle proprie qualità tecniche, per ora lascio che sia il campo 

a parlare». Quanto all'ipotesi di un eventuale derby col Chiaja 

Roboris, Insigne si è mostrato favorevole: «Giochiamo innanzitutto 

per divertirci e credo che sarebbe simpatico confrontarci, se non in 

amichevole, magari l'anno prossimo in campionato». 

ambienti della «Caffettiera» di 

piazza dei Martiri, la squadra 

biancoverde (foto in basso), che 

il ct Angelo Puzone allena tre 

giorni a settimana nello 

stadio Sabatino De Rosa di 

Arzano, si sta facendo valere 

nel girone B, anche grazie ai 

tanti giocatori che vantano 

già diverse esperienze in 

rinomati club campani. Un 

gruppo che, dopo una prima 

battuta d'arresto, ha subito 

trovato la via del gol e della 

vittoria e spera di ritrovare al 

più presto anche l'affetto dei 

supporters di Chiaia, visto che 

si gioca lontano dal quartiere 

ed inevitabilmente i risultati 

si sono dimostrati un po' 

condizionati dall’assenza 

della torcida. Insomma, è 

mancato proprio il fattore 

casalingo: e proprio per questo 

il presidente de Maio si 

augura di trovare presto uno 

Giocare lontano dal quartiere ha penalizzato il 

Chiaja Roboris che, alla terza di campionato, 

vanta due successi esterni e una sconfitta 

casalinga patita all'esordio, e ora occupa il 

terzo posto nella classifica del girone B. L'operazione, il cui costo 

oscilla tra i 10 e i 20mila euro, è molto ambiziosa e il giovane de 

Maio non nasconde velleità di successo immediato: «Il nostro 

obiettivo - ha dichiarato il presidente - è quello di approdare 

presto alle soglie del calcio regionale, affinché il progetto trovi la 

sua definitiva consacrazione in un arco di tempo che sia inferiore 

ai dieci anni». Anche de Maio appare aperto alla possibilità di 

confrontarsi col Chiaia Calcio: «Visto che in questo campionato 

non sarà possibile, sarebbe bello se venisse organizzato, magari in 

primavera, un torneo che coinvolga tutt'e due le squadre». 

stadio in città, magari a Posillipo, 

dove disputare le gare 

interne pur continuando gli 

allenamenti al Sabatino De 

Rosa, struttura all'avanguardia 

col campo in erba sintetica. 

Intanto un quartiere con 

due club calcistici stimola una 

prospettiva intrigante. Infatti 

la possibilità di vedere le due 

squadre di Chiaia in campo, 

l'una contro l'altra in una 

stracittadina di quartiere, non 

è poi così remota: a breve 

scadenza le due formazioni 

potrebbero affrontarsi in 

tornei o eventi sportivi non 

organizzati dalla Figc con 

altre squadre comunali. 

Chiaia attende il suo derby.


Natale alla Nuova Stazione Marittima 

TENDENZE. Nel terminal di Porta di Massa un prezioso presepe d’autore. Lo stile 

e l’accoglienza di una una dynasty di imprenditori che concilia economia e cultura 

Nuova Stazione Marittima. Da sin: il presepe del maestro Del Prete, il salone centrale 

Agli sgoccioli del secondo anno 

di attività, la Nuova Stazione 

Marittima, decollata nel febbraio 

2008, non è più un sorpresa ma 

una realtà consolidata del comparto 

accoglienza e trasporti della città di 

Napoli. Un fiore all'occhiello dello 

scenario portuale partenopeo sbocciato 

sul molo di Porta di Massa 

grazie all'iniziativa e agli investimenti 

della famiglia Improta, collaudata 

stirpe di manager dei servizi marittimi, 

che qualche anno fa ha deciso di 

scommettere su un prezioso ma 

fatiscente gioiello dell'architettura 

del '900, ridisegnando funzione ed 

estetica dell'edificio nei limiti di un 

rispettoso restauro per candidare poi 

la rifondata struttura a terminal di 

punta nel settore dei collegamenti 

con le isole del golfo, con le Eolie, e 

con Sicilia e Sardegna. E ora Cinzia 

Improta, amministratore delegato 

della Compagnia Marittima Meridionale, 

insieme ai cugini Gaetano, 

presidente del Cda, e Titti, consigliere 

del direttivo, sfoglia, alle soglie del 

nuovo anno, il lusinghiero consuntivo 

dei quasi due anni di vita della 

Nuova stazione Marittima, giovane 

snodo di terra delle rotte primarie 

che solcano il Tirreno meridionale. 

Risultati che sono merito del talento 

e di una gestione, regolata non solo 

dalla logica di mercato ma anche dal 

buongusto che si respira sotto le 

volte della struttura. 

È, infatti, l'attenzione allo stile e al 

decoro che conferisce agli ambienti 

lo spunto vincente: tocchi preziosi e 

discreti, come accade nei terminal 

internazionali all'avanguardia. E' 

appunto il caso della scultura in 

bronzo del maestro Gianfranco Meg- 

giato, considerato l'erede di Giò 

Pomodoro, collocata al centro dell'agorà 

della stazione. O del presepe 

artistico che, anche in occasione di 

questo Natale 2009, gli imprenditori 

hanno voluto allestire, sempre nel 

salone centrale, affidando per la 

seconda volta l'incarico ad un maestro 

dell'arte presepiale come Donato 

Del Prete: una Natività mistica e 

suggestiva, uno scintillante pastello 

barocco discretamente annidato in 

una nicchia dell'atrio che l'artista ha 

modulato secondo i canoni classici 

ereditati dai figurari napoletani del 

'700. Un omaggio beneaugurale, 

certo, ma al contempo anche la 

testimonianza culturale eloquente di 

una genialità antica della città, proposta 

con orgoglio ai visitatori. Tutti 

segnali importanti che confermano, 

anche a Napoli, il doppio ruolo di 

Scegli e regala 

Campagna abbonamenti. Per saperne di più chiama lo 081.19361500 

spinta degli imprenditori «illuminati», 

quelli cioè capaci di conciliare le 

ragioni dell'economia con quelle 

della cultura. Vocazione che è nel 

Dna degli Improta e che, per giunta, 

è assecondata dalla posizione del 

terminal, da un lato proteso verso 

l'orizzonte del mare ma dall'altro ad 

un passo da via Duomo, porta d'ingresso 

ai percorsi d'arte del centro 

antico. Amministrare la Nuova Stazione 

Marittima, però, impone alla 

Compagnia anche una tensione 

costante sul fronte dei servizi offerti 

all'utenza. Così alla già cospicua rete 

di confort, come il bar-buffet, la 

farmacia o lo sportello della Banca di 

Credito Popolare, nel 2009 si sono 

aggiunti l'edicola-libreria Mondadori 

e un angolo giochi per giovanissimi. 

Dettagli che contano e che propiziano 

il viaggio.

Laura Cocozza 

Babbo Natale in persona 

ha dato il via quest’anno, 

il 14 dicembre, 

a «Natale a Napoli 2009- 

Chiaia in festa”, la manifestazione 

ideata dalla Run 

communication e organizzata 

dall’associazione culturale 

Apa in collaborazione 

con Iuppiter Group. Santa 

Claus ha infatti deciso di 

fare un sosta “straordinaria” 

a Napoli, stabilendo la 

propria dimora, per tutte le 

festività, a Passeggiata Colonna, 

la promenade cittadina 

che collega via Vittoria 

Colonna con piazza 

Amedeo. All’interno della 

casetta allestita come si conviene 

ad un magico ospite, 

i bambini possono imbucare 

la loro letterina o raccontare 

i propri desideri direttamente 

a Babbo Natale. 

Oppure, possono farsi fotografare 

seduti assieme a lui 

sul suo enorme trono rivestito 

di velluto rosso. Ma 

questo è solo l’inizio: il Natale 

a Chiaia, che quest’anno 

avrà come epicentro Passeggiata 

Colonna, trasformata 

per l’occasione nella 

via del Natale, riserva infatti 

molte altre sorprese. Lungo 

la strada, le vetrine ospiteranno 

dipinti degli artisti 

Loris Lombardo, Aldo De 

Francesco, Imma Maddaloni 

e manufatti artistici. Poco 

più avanti della casa di 

Babbo Natale, ecco l’albero 

della fortuna, un abete di 5 

metri decorato con luci, palline 

e cornicelli per un 

buon 2010. Poi il Comicon 

Christmas, un temporary 

store dei fumetti e dei videogiochi 

dove i ragazzi di 

tutte le età possono sfidarsi 

in virtuali competizioni. 

Ancora più avanti, un luogo 

ideale per gli amanti del 

Presepe “La grotta dell'arte 

presepiale” dove i tre artisti-artigiani 

Marco Abbamondi, 

Marco Salerno e 

Giada Morzillo non solo 

propongono i loro allestimenti 

presepiali e i pastori 

in stile del '700, ma insegnano 

la loro arte, mostrando 

come si costruisce 

e si anima un vero presepe, 

attraverso la ricostruzione 

video della creazione del 

presepe Bianco, opera esposta 

nella chiesa di San Francesco 

di Paola. A rendere il 

tutto più suggestivo ci penseranno 

poi, di volta in volta, 

i vari appuntamenti musicali 

previsti. Per gli amanti 

della tradizione, ci sarà il 

quartetto Daltrocanto e il 

chiaiamagazine 

SAPERVIVERE 

SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ 

Correte bambini a casa di Babbo Natale 

LA KERMESSE. Inaugurata l’edizione 2009 di «Natale a Napoli-Chiaia in festa» 

con l’arrivo di Santa Claus a Passeggiata Colonna. Tutti gli eventi della manifestazione 

quintetto Symphonia, per 

la prima volta a Napoli da 

Salerno e dalla Costiera 

Amalfitana che interpreteranno 

con pregiati strumenti 

di fattura artigianale, 

il classico repertorio delle 

novene natalizie, delle pastorali 

e delle danze dei momenti 

di festa durante coinvolgenti 

concerti itineranti. 

Sabato 19 sarà la volta 

del coro Gospel Voices 

composto da 14 ragazzi 

campani. Per i più pop, invece, 

il dj Alfonso Russo si 

esibirà lunedì 21 dicembre 

sulle scale della Passeggiata, 

dalle 18,30 in poi, in una selezione 

musicale di rock natalizio, 

per un happyhour 

post-shopping. Durante tutto 

il periodo natalizio ci saranno 

sorprese gastronomiche 

con le degustazioni 

offerte da Convivium Colonna, 

il nuovo store dell’enogastronomia, 

i roccocò 

offerti da Leopoldo e le immancabili 

caldarroste. Al di 

fuori di Passeggiata Colonna, 

numerosi altri eventi 

animeranno tutta Chiaia. 

Ogni giorno, fino al 24, alle 

18, parte dall’inizio di via 

Chiaia (lato Trieste e Trentopasticceria 

Leopoldo) l’insolito 

tour attraverso i palazzi 

di Chiaia dove si celano 

leggendari fantasmi e 

cunicoli segreti. Venerdì 18, 

alle 18,30, nella chiesa di 

Santa Caterina, si esibisce 

il Coro Polifonico Instabile 

dell’Istituto Fiorelli, “Cantori 

in corso”. Domenica 20, 

alle 17,30, appuntamento 

con Cristina D’Avena al 

Bluestone di via Alabardieri, 

per un pomeriggio musicale 

dedicato ai bambini. 

NUOVE APERTURE 

Kvetna, lusso quotidiano 

Ha aperto a Napoli, a Passeggiata Colonna, ilprimo 

flag ship store italiano “Kvetna 1794”, storico marchio 

di cristalleria made in Boemia. Questo innovativo 

store, gestito e diretto da Valentina Marroni (art 

director) e Lenka Kosikova (responsabile della divisione 

Kvetna italia), rappresenta l'attuazione di una serie 

di concetti diversi da quelli del punto vendita tradizionale. 

Come ad esempio la location, la tipologia 

delle collezioni di design esposte come in una galleria 

d'arte contemporanea e l’assortimento più ampio. Sul 

cristallo, simbolo di lusso e di eleganza, si è fondata la 

produzione di Moravske Sklarny Kvetna fin dalla sua 

nascita in Boemia nel lontano 1794. Proprio da una 

storia di oltre duecento anni scaturisce il suo inconfondibile 

stile, frutto di una esperienza fatta di lavorazioni 

manuali e arte della decorazione. Ma anche 

nelle più moderne collezioni ideate da designer 

internazionali come Jean-Marie Massaud, Arik Levy, 

Lars Kemper, Rony Plesl, Barbora Skorpilova, Olgoj 

Chorchoj, Martin Zampack o Jan Knotek, l'abilità dei 

maestri soffiatori e la memoria antica si fondono 

armonicamente, per garantire insieme funzione ed 

emozione e realizzare linee che possano rappresentare 

un vero e proprio “lusso quotidiano”. (l.c.) 

SABINA ALBANO GALLERY 

In mostra Alberi di luce 

In perfetta sintonia col binomio Arte-Moda, fulcro degli 

intenti culturali della Sabina Albano Modart Gallery, lo 

spazio espositivo nel cuore di Chiaja presenta la mostra 

“Alberi di luce”, visitabile dal 17 dicembre 2009 al 10 

gennaio 2010. In esposizione circa 30 nuove creazioni 

orafe di Maria Pia Lacorazza, artigiana di origini colombiane 

che è stata in grado di accostare felicemente 

due realtà lontane: da una parte, Bogotà con la sua 

mitologia e la sua cultura e, dall'altra, Napoli, la forza 

eruttiva del Vesuvio e i colori della sua terra, in una 

perfetta sinergia di sagome, forme e luci. Anche l’allestimento 

celebra questo binomio artistico-culturale. 

Su di un tavolo al centro dell'open space una serie di 

alzatine coperte da campane trasparenti mostra al 

pubblico i gioielli, al pari di ideali “offerte votive” agli 

dei da parte degli Indios. E ancora, microsculture e 

piccole installazioni, come nel caso dei due candelabri, 

che su ogni braccio hanno un cumulo di sabbia bruna 

del Vesuvio con su adagiati i gioielli dalle nuance 

dell'oro e dell'argento. (l.c)

SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 13 

IL DIPLOMA DELLA FORTUNA. Alla Tabaccheria 

Postiglione di Largo Ferrandina a Chiaia c’è stato il 

grande colpo. Grandissimo: con un gratta e vinci della serie 

«megamiliardario» un fortunato passante si è portato a casa 

un milione di euro. Non si è fatto attendere il «Diploma della 

Fortuna» inviato dalla Aams (Amministrazione Autonoma dei 

monopoli di Stato) ad Antonio Postiglione (nella foto), titolare 

della Tabaccheria e padre del nostro mago dei numeri Alberto. 

Insomma, la slitta della fortuna si è fermata a Chiaia e 

porta con sé ancora altri numeri. Alberto Postiglione, tra un 

terno e una favola, ha dichiarato: «Auguro a tutti i lettori di 

Chiaia Magazine un grande Natale e un felice anno nuovo. 

Giocate il terno del roccocò: 56 - 40 - 25. sulle ruote di Napoli, 

Roma e Milano, almeno per 9 estrazioni.» Così faremo.... 

terni favole 

& 

SFIZI&NOTE 

di MASSIMO LO IACONO 

RISCOPRIRE MARTUCCI 

Gli è intitolata una strada centralissima, nevralgica per 

il traffico a Chiaia, però Giuseppe Martucci resta 

ignoto ai più. Magari credendo sia stato personaggio del 

Risorgimento, tra i “Mille” e Crispi, forse, delle strade 

vicine. Del compositore, direttore d'orchestra, direttore 

del “San Pietro a Maiella” pochi sanno: lo si esegue anche 

pochissimo. Di recente lo ha riproposto Muti al San Carlo 

con i Filarmonici di Berlino il primo Maggio, solista 

Violeta Urmana, con “Canzone dei ricordi”, e, ad inizio 

Dicembre, lo straordinario Giuseppe Albanese al pianoforte, 

per il concerto op.66, alla Rai: entrambe le volte 

nell'ambito delle attività del San Carlo, ospitante oppure 

organizzatore. Ma i giovani non lo suonano, né gli adulti 

né i famosi né gli esordienti: eppure fino agli anni Settanta 

con l'orchestra Rai Martucci lo si proponeva e 

piaceva. Di lui, mitizzato direttore d'orchestra, ancora 

decenni fa molti avevano un ricordo palpitante e lo 

hanno tramandato a voce anche a chi scrive. Nei giorni 

scorsi ha cercato di vitalizzare l'immagine dell'artista 

(che a Chiaia organizzò pure concerti da camera, tra i 

primi pubblici in città, nel salone oggi cinema “Ambasciatori”) 

in un convegno di studi il “Suor Orsola” con il 

Conservatorio ed il sostegno a diverso modo operoso di 

San Carlo e “Scarlatti”. Tanti e dotti gli interventi, di 

docenti insigni ospiti da Roma e Napoli, università e 

Conservatorio, Ferroni, Restagno, de Martino tra i tanti, 

Vizioli, Tortora, c'è stata una relazione del maestro d'Avalos; 

poi giornalisti napoletani, Paola de Simone (”Corriere 

del mezzogiorno”), l'autore di queste righe, il pianista 

Dario Candela tra gli apostoli del Novecento napoletano, 

ed infine il pianista Albanese, fascinoso e generoso affabulatore 

come quando suona, mai si smetterebbe di 

sentirlo. Bella una pubblicazione dell'università “Suor 

Orsola” già pronta e seguiranno gli atti del convegno. 

Speriamo bene, e che si ricordi, chi vive a Chiaia, che 

Martucci fu fior di musicista, teso ad innovare ed arricchire 

la vita musicale cittadina. Tutti noi appassionati gli 

dobbiamo qualcosa. 

Aurora Cacopardo 

In una Italia incomparabile con l'inerte 

civiltà mediatica che ci assedia, il libro di 

Aldo Cazzullo «L'Italia de noantri» (Mondadori) 

è un messaggio intelligente che 

sollecita riflessioni ed approfondimenti 

sul nostro Paese. Paese abitato e governato 

da furbi, nel quale è più facile sopravvivere 

che vivere e dove il senso dello 

Stato e del dovere si sono dimostrati 

concetti estranei alla cultura delle classi 

dirigenti, dai sindaci ai governatori: 

popolo, intellettuali, governanti e governati, 

sprofondati sempre più verso il 

basso. Il saggio, con una scrittura felice 

ed incalzante, interpreta il costume, la 

politica, i vizi ed i vezzi italiani ed ha il 

Massimiliano De Francesco 

Pierre-Yves Le Duc, artista francese 

dalla carismatica eleganza e 

dagli occhi invaghiti delle piccole 

cose, non è solo uno sperimentatore 

contemporaneo di 

luce, ma è, per usare una parola 

cara a Guido Ceronetti, un 

“avvertitore”. Con il suo sguardo, 

mai catturato dalla faciloneria 

e profondamente guidato da 

un talento essenziale, “avverte” 

gli altri e se stesso dell'inevitabile 

gettito della spugna dinanzi 

ai colpi del destino. La filosofia 

dell'arco della vita, sia umana 

che (dis)umana, è ciò che si 

coglie nel progetto-mostra “Soap 

Opera” (Galleria Philomarino 

Arte Contemporanea, fino al 10 

gennaio 2010) esposizione di 

pannelli in bianco e nero in cui 

un'onda nasce, si evolve, aggredisce, 

si spegne e poi muore 

nell'abisso dell'oscurità. La 

scintilla del progetto ha origine 

mentre Le Duc, nel pulire la 

pentola col sapone dei piatti, ha 

“fissato” i segni prodotti dalla 

schiuma, perfetti per rappresentare 

il vigore di un'onda. Da qui, 

da un insignificante azione 

quotidiana, da “invisibili”ma 

vitali movimenti, prende corpo 

l'azione creativa e, di conseguenza, 

la narrazione ciclica che 

affascina e domina l'autore. Il 

resto è tecnica: china su carta, 

lavoro febbrile per sentire il 

respiro dell'onda e inseguire le 

tracce dell'evoluzione per registrarle, 

fermarle, ammirarle. 

Entrare nell'“onda Le Duc”, 

seguirne il moto circolare, 

significa bagnarsi di caducità e 

merito di aver riportato ad un centro 

unitario la discussione sui problemi del 

Sud e del Nord che, a detta dell'autore, 

sono sempre più simili. 

Il saggio si compone di sette capitoli: 

sette tappe di un viaggio che comincia 

dalla sua terra, le langhe, e prosegue 

nella Roma del Palazzo e dei Vanzina, 

capitale «de noantri». Molto puntuali 

nelle analisi i capitoli sei e sette, riguardanti 

il Cavaliere e la Chiesa. Il primo 

entra in politica certamente non spuntando 

dal nulla ma avendo conquistato e 

cambiato profondamente due pilastri 

della vita pubblica italiana: la tv e il 

calcio. La Chiesa è per l'autore universale 

per definizione, quindi è l'antitesi dell'Italia 

«de noantri» ed è motivo di speran- 

I timbri sono 

la punteggiatura dei 

burocrati. 

Per sapere dove va la 

religione bisogna 

consultare le previsioni 

del tempio. 

L'amore è come 

i fondi di investimento: 

col tempo 

si perde l'interesse 

Renato Rocco 

LA MOSTRA/GALLERIA PHILOMARINO 

Le Duc, un’onda tra poesia e catastrofe 

capire che è impossibile conquistarne 

la cresta, reggerne la 

forza. Il tempo decide ogni cosa 

e quella forza, fotogramma dopo 

fotogramma, è destinata a 

invecchiare, perdersi. In questo 

poetico e violento gioco d'acqua, 

l'artista pone l'uomo al centro 

dello tzunami dell'esistenza, 

senza dargli speranze ma solo 

illusori appigli di luce. Le Duc, 

con il suo estremo e semplice 

stile, narra il supplizio della vita 

tracciando le sue traiettorie, le 

sue grida “grafiche.”. Non vi è 

mistero nelle sue opere né vi 

sono numi tutelari: il suo è un 

romanticismo catastrofico, 

senza il conforto di una stella, in 

cui un silenzio incredibile 

accompagna il viaggiatore 

mentre fissa i segni del già 

segnato e disegnato domani. 

LIBRIDINE 

Aldo Cazzullo e «L’Italia de Noantri»: viaggio nel paese dei furbi 

za. Molto suggestive le pagine che parlano 

de «I pazzi di Dio» come Cazzullo 

definisce i religiosi che ha incontrato: dai 

Cardinali ai prelati di strada, tra i pochi 

ad essere portatori di radicalità e di 

profonde verità. Questo capitolo esprime 

un giudizio positivo sulla presenza sociale 

e pubblica della Chiesa in Italia, pur 

essendo diventata un argomento polemico, 

difesa strumentalmente dalla destra e 

attaccata, altrettanto strumentalmente, 

dalla sinistra, la Chiesa sembra essere 

l'unica speranza per l'intero Paese. 

Il saggio si conclude con la visione di un 

presente verso il quale Cazzullo dice 

«occorre essere severi» ma anche con la 

speranza racchiusa in fondo al vaso di 

Pandora.

SOCIETÀ&COSTUME DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 14 

AMARCORD 

MARECHIARO 

di ROSARIO SCAVETTA 

PALAZZO DEGLI SPIRITI 

Tutti conoscono la costruzione di epoca 

romana che si trova sul tratto di mare tra 

Marechiaro e Gaiola, da sempre il luogo 

prescelto dai bagnanti estivi per proporre 

spettacolari tuffi in modo da poter farsi 

notare da tutti i divertiti spettatori accorsi 

a cercare un po’ di sollievo dalla calura 

estiva. Da lì, infatti, è impossibile non 

notare un rudere ancora ben conservato, 

strutturato su due piani, di cui quello 

inferiore è immerso sott’acqua. 

I vecchi abitanti del luogo l'hanno sempre 

chiamato «il palazzo degli spiriti». 

Ma da dove 

viene fuori 

questo nome? Il 

merito di questa 

curiosa denominazione 

è in 

realtà dovuto ad 

un'antica leggenda 

locale 

dove si racconta 

che in alcune 

stanze, un gruppo 

di falsari 

levantini avevano 

impiantato 

una zecca clandestina. 

Qui contraffacevano i sesterzi, alterando 

peso e composizione di oro e argento. I 

falsari, per non essere disturbati nel loro 

lavoro notturno ed evitare il rischio che 

qualcuno si accorgesse della natura illegale 

dell’attività, prendevano la precauzione 

di porre dei teli bianchi alle finestre, 

illuminandoli sul retro con delle torce. 

La brezza marina, agitando i teli, completava 

l'illusione di una casa abitata dagli 

spiriti e quindi inavvicinabile. In verità, 

una parvenza enigmatica è rimasta tra le 

antiche pietre e continua a sconcertare 

chiunque tenti di avventurarsi tra i suoi 

meandri. 

CURIOSITÀ 

Palazzo San Teodoro/Mercatini di Natale. 

Successo dell’iniziativa «I mercatini di Natale», svoltasi il 

15 dicembre nella suggestiva location di Palazzo San 

Teodoro e organizzata dal padrone di casa Pietro Micillo, 

coadiuvato da Giobby Greco e Floriana Tursi. Più di trenta 

aziende di prodotti artigianali di alta qualità hanno 

proposto le loro eccellenze da mettere sotto l’albero. 

Dall’enogastronomia alla pelletteria, dal’arte orafa ad 

accessori per veri dandy: il ventaglio di scelte è stato 

ampio e ha consentito agli invitati di risparmiare tempo 

negli acquisti natalizi. Lo staff di Palazzo San Teodoro, per 

facilitare maggiormente la vita dei «cercatori» di regali, 

MISS PIN UP CHIAIA 

Cristina, principessa di Natale 

La russa Cristina Tatenko, 25 anni, 

è la Miss Pin Up Chiaia di questo 

mese. Alta 1.74, lavora come modella, 

fotomodella e showgirl, in 

virtù della sua algida bellezza tipica 

dell’est e delle sue misure perfette: 

87-65-92. Ma la bionda Cristina, 

al contrario di quanto si possa 

pensare, è tutt’altro che fredda: 

istintiva come tutti i nativi del segno 

dell’ariete, è dotata di una forza 

innovativa in tutti i campi dell’esistenza. 

Dotata di un carattere 

indomabile, è sempre pronta ad 

agire, anche in modo impulsivo, 

con mosse imprevedibili e inaspet- 

LA NOVITÀ 

N-up, patto culturale contro l’indifferenza 

Si scrive N-up, si legge «network 

per la cultura», contro 

corruzione e indifferenza. Insomma 

una factory di soggetti, 

individui o organizzazioni, 

che farà cultura in nome del 

territorio. Baricentro della 

neonata rete il centro TRIP di 

Franco Rendano (nella foto) che, 

dopo aver presentato l'iniziativa 

lo scorso 9 dicembre, ne 

impugna d'ora in poi le redini 

col ruolo di presidente mentre 

la vicepresidenza va a Maria 

Pia Incutti. 

Due vertici esperti, insomma, 

in cima ad un coordinamento 

cui aderiscono 21 componenti: 

si tratta di Art1307, Arteteca, 

Caosmos, Carlo Rendano 

Association, E-M Arts, Ecocircoli.it, 

EffeO/Freak Out, Fabbrica 

delle Arti, Fondazione 

Morra, Fondazione Plart, Fondazione 

SDN, Fondazione Tramontano 

Arte, Interno5, La 

Controra, Libera Scena Ensemble, 

Locus Solus, Magmart, 

Malatheatre, M Art Association, 

Nuovo Teatro Nuovo e 

137/a. Alla neocordata di agitatori 

culturali ha dato il proprio 

imprimatur il filosofo Aldo 

Masullo, indicando la via 

maestra: «Lavorare con coraggio 

e sveltezza a Napoli, per coinvolgere 

le giovani genera- 

zioni, prima che siano preda 

di corruzione e indifferenza”. 

Lo stesso Rendano perfeziona 

l'identikit della missione di Nup: 

«Il “network per la cultura” 

- ha spiegato - è frutto di affinità 

elettive, non un caso. 

Realtà diverse che condividono 

l'intento di promuovere 

eventi, nell'ambito della cultura, 

dell'arte, della scienza e 

di ogni disciplina, a livello cittadino, 

regionale, nazionale 

ed internazionale per lo sviluppo 

dell'immagine territoriale». 

Una dichiarazione di intenti 

che ha avuto un riflesso 

operativo immediato: con l'apporto 

ideativo e organizzativo 

dei consiglieri di N-up Raffaella 

Morra, Enrico Russo, Gabriella 

Riccio, Loredana Troise, 

Enrico Tomaselli, è già de- 

collato il progetto “Leda”, 

evento itinerante dal nome 

mitologico: più precisamente 

un percorso scandito da performance 

assortite (la prima 

nel week end 10/13 dicembre, 

la seconda in agenda per il 

17/20 dicembre), presso le sedi 

dei sodalizi o in altri spazi. 21, 

nel dettaglio, le tappe per altrettante 

occasioni creative. E 

ad ognuna di queste tappe viene 

apposto un timbro sull'appositodocumento/programma: 

chi ne colleziona almeno 

8 potrà ritirare il “premio”, 

un'opera d'arte dell'artista 

Maurizio Elettrico. Il N-up, 

pensato in origine su misura 

del Forum Universale delle 

Culture che si terrà a Napoli 

nel 2013, ha però rotto gli indugi 

da subito, presentandosi 

già ora come concreta chance 

culturale, anzi, come “nucleo 

armato per la cultura, che non 

attende - è l'epigrafe fulminante 

di Peppe Morra - compiacimenti 

politici, ma che autonomamente 

porta avanti 

ideali e fatti”. Conclude Rendano: 

«N-up sarà una fucina di 

proposte e progetti, che accoglierà 

anche suggerimenti tramite 

il proprio sito». (g.m.) 

Info 081 19565703, 

www.n.up.it, info@n-up.it 

tate. Una russa di fuoco insomma 

che ama primeggiare, adora la competitività 

perché mette in risalto la 

sua forte individualità. Solare e positiva, 

in amore si definisce un po’ 

irrequieta, come suggerisce la sua 

natura istintiva. Nei dieci anni di 

esperienza accumulati nel mondo 

dello spettacolo ha avuto la possibilità 

di spaziare, lavorando come 

modella per sfilate di moda e fotomodella 

per cataloghi e servizi fotografici 

(anche per testate come 

«Diva e Donna», «Tv Sorrisi e Canzoni», 

«Oggi» e «Gossip 2009») ed è 

apparsa in diversi videoclip musicali. 

Oltre a studiare dizione, danza 

moderna e danza del ventre, Cristina 

si dedica con frequenza ai 

suoi hobbies che sono lo yoga, l’esoterismo, 

l’arte e la filosofia. Una 

bellezza dalla personalità eclettica, 

che ama la vita e non conosce il 

significato della parola odio. I suoi 

stilisti preferiti sono Versace, Chanel, 

Jean Paul Gauter e Gucci ma 

adotta sempre uno stile personale 

nel vestire. Tra i suoi locali preferiti 

il Phoenix Club a Pozzuoli. 

(foto di Gianfranco Marrocchi) 

ha provveduto a organizzare un servizio di confezionamento 

cesti e un altro di motorecapito. 

Alberto Napolitano Pianoforti, casa della musica 

La Ditta Alberto Napolitano Pianforti (piazza Carità n.6, 

Palazzo Mastelloni), ha tenuto nella propria sede una 

manifestazione mostra-concerti conclusasi il 16 dicembre. 

Nel corso della kermesse successo dell’esposizione degli 

acquerelli e delle installazioni di pianoforti del maestropianista 

Antonio De Rosa. Seguitissimi i concerti organizzati 

dall'associazione NapoliNova. All’ultimo concerto del 

16 dicembre ha partecipato un rappresentante della 

prestigiosa fabbrica di pianoforti «Steinway & Sons» che 

ha tenuto un seminario sulla costruzione del pianoforte. 

SGUARDI LONTANI 

di FRANCESCO IODICE 

TITO LIVIO 

Presepe solidale 

Ha debuttato il 15 dicembre il presepe 

vivente, manifestazione che i ragazzi 

della Scuola Media Tito Livio organizzano 

ogni anno per le feste. Grande entusiasmo, 

allora, per i 730 scolari coinvolti 

nella rappresentazione della Natività, 

con cori e musiche degli stessi ragazzi, e 

nell'allestimento di colorati banchetti 

tipici. Nè è mancata la beneficenza per i 

“bambini di Manina” per creare scuole in 

Madagascar. Toccante poi la scena della 

Natività, allestita nella grotta posta su 

un piano rialzato, visibile già dall’ingresso 

della scuola. La Tito Livio ha ricevuto 

per prima in itala la certificazione di 

qualità Iso 9001. 

IL FANTASMA DI MARIA D’AVALOS 

Con la sua facciata nascosta dal verde, il monumentale palazzo 

eretto in via dei Mille nel XVI secolo come residenza della famiglia 

d'Avalos, marchesi di Pescara e del Vasto, dotato all'interno di belle 

decorazioni neoclassiche e di un bel giardino retrostante, nelle notti 

buie sembra evocare fantasmi e leggende. Stavolta, con uno “sguardo” 

forse più lontano del solito e con un pizzico di licenza poetica (pare 

che in realtà la storia si sia svolta nel palazzo San Severo) possiamo 

consentirci di pensare al fantasma di Maria D'Avalos. In tanti raccontano 

di averla vista, bella più che mai, evanescente, le vesti discinte ed i 

capelli scarmigliati, vagare intorno al palazzo che fu teatro di amore e 

di passione, di vendetta e di morte. La storia è presto detta. Carlo 

Gesualdo, principe di Venosa e delicato compositore italiano, ardeva 

di desiderio per la cugina Maria D'Avalos, creatura splendida ma 

irrequieta. Infatti, poco dopo averlo sposato, Maria fu delusa dal 

principe, sia come compositore che come uomo. Durante una festa da 

ballo, l'incantevole Maria incontrò il duca Fabrizio Carafa e finalmente 

conobbe il vero amore. I due, sebbene imbrigliati nei rispettivi 

matrimoni infelici, si amarono follemente davanti a tutti. In città 

chiunque era a conoscenza della romantica tresca. Il principe di 

Venosa per lungo tempo finse di non sapere, ma dopo essere stato 

informato da un amico per filo e per segno, non potè più sfuggire e 

un giorno disse di partire, ma con l'intenzione di tornare a notte 

fonda con la speranza di trovare Maria casta e dormiente. Ma, purtroppo 

per lui, quando mise piede in casa, trovò Maria, sì nel letto nuziale, 

ma nuda e avvinghiata a Fabrizio, altrettanto nudo: la vista dei due 

corpi lascivi rese Carlo folle di gelosia e di vergogna. La lunga e affilata 

lama dello stiletto del principe trafisse i corpi degli amanti tra le urla 

terrificanti di Maria nei cui occhi rimase indelebile l'immagine di 

Fabrizio che moriva fra le sue braccia. Un rapido processo chiuse la 

faccenda: alla premeditazione e alla freddezza del delitto fu anteposto 

il legittimo diritto-dovere dell'offeso di vendicare con il sangue il torto 

ricevuto. Oggi il principe, per il suo delitto d'onore, avrebbe avuto 

l'ergastolo. Secondo la leggenda, le urla di Maria rimbombano per 

tutto il palazzo ancora oggi e rompono il silenzio delle notti di luna 

piena. Si ritiene che lei si aggiri nel palazzo in cerca dell’amato Fabrizio, 

con cui consumare ancora una volta l’incanto del loro amore.

I LIBRI DI IUPPITER EDIZIONI DICEMBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 15 

ANTONINO BALLARATI 

«Così ho sedotto Roma», Messalina è qui 

Roma, anno 41 dopo Cristo. Il crudele imperatore 

Caligola viene assassinato sul 

Palatino dai pretoriani, gettando la capitale 

del più grande impero del mondo nel 

caos più assoluto. Inaspettatamente salirà 

sul trono dei Cesari il maturo Claudio 

con a fianco la giovane moglie, la bellissima 

e spregiudicata Messalina. Inizia co- 

ANTONIO BRAGA 

«My four cities», autobiografia sinfonica 

«Il 13 febbraio del 1998, Carlos Piantini 

dirigeva all'Università Internazionale di 

Miami la mia Sinfonia «My four cities», 

divisa in quattro movimenti: Naples, Paris, 

San Francisco e Santo Domingo. Partendo 

da questa, ho deciso di volgerla in 

prosa, con alcune mie note biografiche, 

risalendo agli inizi napoletani». Così ini- 

NUCCI A. ROTA 

«La bimbamamma», diario per Luisella 

Novità d’autunno: dal 15 ottobre è in distribuzione 

il libro di Nucci A. Rota dal titolo 

«La bimbamamma», sottotitolo: 

«Come convivere con l’Alzheimer: il diario 

di una figlia». Il volume verrà presentato 

nei prossimi mesi a Napoli, Roma e 

Milano e, per la sua utilità sociale, sarà 

adottato da alcuni centri di geratria. Nel- 

sì una storia trascinante e licenziosa dei 

segreti più inconfessabili nella Roma imperiale 

del I secolo dopo Cristo. Il suo autore, 

Antonino Ballarati, da sempre studioso 

e amante dei protagonisti del mito 

e della storia, ha già pubblicato i romanzi 

La guerra di Troia (2005) e Il mito 

della guerra di Sybaris (2007). 

ziano le memorie del maestro Antonio 

Braga, pubblicate nella collana “I Dardi” 

e presentate il 16 dicembre alla Chiesa Luterana. 

Braga, prima di spegnersi in un 

pomeriggio primaverile a Napoli, è riuscito 

con una narrazione toccata dal talento 

della chiarezza, a consegnare un testamento 

letterario di rara intensità. 

l’ultima parte del libro, una ricca appendice 

dà consigli e suggerimenti a tutti 

quelli che accudiscono i malati di Alzheimer, 

cioè a tutti quelli che fanno parte 

della rete che si crea intorno ad un malato 

così impegnativo. Una rete che tutta 

una serie di altre persone tenta invece 

di evitare, il più delle volte per paura. 

LA BACHECA DI 

magazine 

CHIAIA 

BUONE FESTE AI NOSTRI LETTORI 

La redazione di Chiaia Magazine augura ai suoi 

numerosi lettori e sostenitori un felice Natale e 

un grande 2010. Chiaia Magazine ritornerà, insieme 

al mensile «10», a metà gennaio 2010 con 

il solito spirito battagliero e un ricco ventaglio 

di novità. 

LA COPERTINA 

Come da tradizione, anche quest’anno la cover 

di Chiaia Magazine è stata affidata al talento di 

Paola del Prete che, su nostro suggerimento, 

ha disegnato un bambino che imbuca una lettera 

molto particolare. La novità di questo numero 

natalizio è, senza dubbio, il restyling grafico 

della cover e della testata affidato a Ferdinando 

Polverino de Laureto, autore del pregetto 

grafico di «10», e del nuovo «abito» di Chiaia 

Magazine che potrete gustarvi il prossimo anno. 

• ACQUISTO DVD «E IO TI SEGUO» 

Ricordiamo ai nostri lettori che il dvd «E io ti seguo», 

il docufilm sul Giancarlo Siani, il giornalista 

ucciso dalla camorra, scritto, prodotto e diretto 

da Maurizio Fiume, è acquistabile al prezzo 

di 3,90 euro. Chi è interessato all’acquisto o è 

interessato a organizzare una proiezione pubblica, 

può telefonare al numero 08119361500. 

• DOVE PUOI TROVARCI 

In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, 

bar, discoteche, banche, boutique, studi 

professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli 

sportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani. 

Distribuzione palazzo per palazzo; gazebo 

nei punti strategici della città per la presentazione 

del numero e delle iniziative del mensile. 

• CONSULTACI ON LINE 

Chiaia Magazine è scaricabili in formato pdf sul 

sito www.chiaiamagazine.it. Chiaia Magazine 

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caro babbo natale... - Chiaiamagazine.it

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