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Detti e filastrocche in Toscana - Zona Editrice

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IL GALLETTINO E LA VOLPE<br />

C’era un gallett<strong>in</strong>o che stava un giorno a prendere il<br />

sole appollaiato su una siepe: era giovane e ancora <strong>in</strong>esperto<br />

della vita, per cui, quando passò la volpe, non riconobbe<br />

la sua nemica e si mise a cantare un bel<br />

chicchirichì per salutarla.<br />

– Come canti bene – disse la volpe che studiava il modo<br />

di acchiapparlo – provaci ancora più forte.<br />

Soddisfatto il gallett<strong>in</strong>o ricantò.<br />

– Bravo – disse la volpe ma prima mi sembrava tu avessi<br />

fatto meglio perché avevi allungato il collo bene e avevi<br />

chiuso gli occhi…<br />

Il galletto ci riprovò mettendoci tutto l’impegno e la<br />

forza.<br />

– Eccezionale: come canti bene a occhi chiusi… sembri<br />

un usignolo: fammi risentire!<br />

Mentre il galletto si esibiva ancora chiudendo bene<br />

gli occhi, la volpe si avvic<strong>in</strong>ò e con un balzo lo prese <strong>in</strong><br />

bocca e si mise a correre allontanandosi dalla casc<strong>in</strong>a.<br />

Allora il gallett<strong>in</strong>o si ricordò di cosa gli aveva detto la<br />

chioccia e capì d’essere <strong>in</strong> bocca alla volpe che lo portava<br />

nel bosco per mangiarlo.<br />

Mentre correva disse alla sua nemica:

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