Il lavoro, i giovani, i vecchi...ed il prosecco Obbligo del collaudo ...

Anno IX
n. 47
MAGGIO
GIUGNO
2012
euro 1,00
Il lavoro, i giovani, i
vecchi...ed il
prosecco
Direttiva RES e
“Decreto Romani”:
punti chiave e
perplessità
Obbligo del collaudo
statico per tutte le
costruzioni
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma1, DCB Vicenza
Energia fotovoltaica.
Approccio inusuale
all’argomento
2012
47

2
ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA
PROVINCIA DI VICENZA
Stradella S. Corona, 3
Contrà Santo Stefano - 36100 Vicenza
Telefono/fax 0444.322947
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segreteria@ordine.ingegneri.vi.it
ORARI DI SEGRETERIA:
dal lunedì al venerdì: dalle 9:00 alle 12:00
martedì e giovedì: dalle 15:00 alle 18:00
CONSIGLIO DELL’ORDINE
Antonio Schillaci, Presidente
Stefano Pelloso, Vice Presidente
Paolo Franchetti, Segretario
Marco Di Felice, Tesoriere
Lisa Carollo, Consigliere
Ivano Cavestro, Consigliere
Marco Dal Cortivo, Consigliere
Alberto Ebalginelli, Consigliere
Giulia Frinzi, Consigliere
Pietro Paolo Lucente, Consigliere
Raffaela Panizzon, Consigliere
Paolo Rossi, Consigliere
Dino Scortegagna, Consigliere
Sergio Slaviero, Consigliere
Corrado Frisiero, Consigliere iunior
RICEVIMENTO AGLI ISCRITTI E SERVIZIO DI
CONSULENZA AGLI ISCRITTI
Il Presidente e i Consiglieri ricevono i colleghi iscritti
e quanti necessitano di informazioni, presso gli uffi
ci dell’Ordine tutte le settimane, su appuntamento
fi ssato telefonicamente con la Segreteria.
INARCASSA:
Dott. Ing. Enrico Oriella
Martedì pomeriggio
LEGALE:
Avv. Maria Letizia Gallinaro
Giovedì pomeriggio
PARCELLE:
Dott. Ing. Sergio Slaviero
Venerdì pomeriggio

Notiziario dell’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di
Vicenza
Anno IX- Numero 47
MAGGIO-GIUGNO 2012
Registrazione Tribunale di Vicenza
N. 1075 del 20.04.2004
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Passarini, Stefano Pelloso, Antonio
Schillaci, Sergio Slaviero.
Segretaria di Redazione:
Marta Zanin
Comitato dei Garanti:
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Dino Scortegagna.
Editing e Fotografia:
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in alcun modo l’Ordine.
47/2012
sommario
4 Il lavoro, i giovani, i vecchi...ed il prosecco
8 Direttiva RES e “Decreto Romani”: punti
chiave e perplessità
13 Obbligo del collaudo statico per tutte le
costruzioni
15
Energia fotovoltaica. Approccio inusuale
all’argomento
17
Centro studi urbanistici del Veneto (CSUV)
18 Revisione della norma UNI 9494 sui sistemi
di evacuazione naturale e forzata di fumo e
calore
22 Nuove iscrizioni all’Ordine degli Ingegneri
25 Attività del Consiglio
30 Punto Info

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PREMESSA
Cari Colleghi, professionisti, dipendenti o in cerca
di lavoro, considerato che da tempo tutto il mondo
della politica pare affrontare ogni singolo problema
in modo del tutto distaccato dagli altri, forse in ciò
spinto anche dalla risonanza che i media danno all’ar-
gomento del giorno, credo sia arrivato il momento di
effettuare un’analisi di più ampio raggio sulla que-
stione del mercato e del lavoro, senza tralasciare,
da buoni ingegneri, quelle “condizioni al contorno”
che non ci permettono più di ragionare in modo del
tutto distaccato dal contesto mondiale, come poteva
fare l’ “osservatore inerziale” del mondo della fi sica.
Le considerazioni esposte devono essere intese quale
spunto per una più ampia rifl essione, che faremo
entro giugno, mi auguro numerosi, in una specifi ca
Assemblea dedicata all’argomento, perché, al di là
della comprensione dei meccanismi che governano
la nostra vita, la cosa più importante è la fase suc-
cessiva, quella propositiva!
Prima di affrontare nello specifi specifi co i problemi della
nostra quotidianità, ho ritenuto necessario effettuare
alcune semplici rifl essioni sui meccanismi che gover-
nano l’economia di un paese e del mondo; questa
analisi economica, forse anche un po’ soporifera (nel
caso passate direttamente al punto successivo!!!),
non ha comunque la pretesa di essere particolar-
mente approfondita, fi no a toccare tutte le variabili
che infl uiscono sull’andamento economico di una
nazione, ma spero sia suffi ciente a farci ragionare
sui meccanismi meccanismi principali che infl uiscono sul mercato
del lavoro; conseguentemente, chiedo già scusa ai
colleghi gestionali, che ne sanno sicuramente mol-
to più di me; nel seguito, anche il prosecco è stato
utilizzato in modo non del tutto pertinente, dato che,
per ora, non ha molti concorrenti.
Proprio per ragionare in modo del tutto indipendente
dal tipo di rapporto lavorativo in essere, non parlerò
di parcelle o di stipendio, ma userò il termine “com-
penso”.
EDITORIALE
Il Lavoro, i Giovani,
i Vecchi….ed il Prosecco
Ho pure cercato di rimanere nell’ambito prettamente
tecnico, senza affrontare gli argomenti dal punto di
vista politico, e se qualcuno di voi riterrà che io abbia
passato tale limite, riceverò volentieri le vostre even-
tuali osservazioni.
LE LEGGI DI MERCATO
di Antonio Schillaci
La Società è un apparato complesso formato dalle
molteplici interazioni fra le varie componenti sociali
e produttive.
In un cosiddetto “sistema inerziale”, ovvero in una
Società del tutto autonoma, quello che succede al
suo interno è totalmente relativo: i compensi pos-
sono valere 1.000 o 2.000 euro, ma se il prosecco
vale, rispettivamente, 1 o 2 euro, non cambia nulla,
in quanto il potere d’acquisto è lo stesso in entrambi i
casi: se il rapporto “aumento o diminuzione dei prezzi
di vendita / aumento o diminuzione dei compensi”
rimane costante, non c’è variazione.
Il problema, però, è che la nostra Italia non è un paepae- se autosuffi ciente, per cui il “sistema inerziale” deve
interagire con altri sistemi esterni, per l’apporto di
materie prime e la vendita dei nostri prodotti.
In questo contesto, il valore assoluto dei compensi e
dei prezzi non sono più dati ininfl uenti, perché questi
ultimi devono confrontarsi con il resto del mondo, e
con lo sviluppo della globalizzazione e della liberazione
dei mercati è entrato in crisi l’equilibrio interno del
nostro sistema.
La globalizzazione è stata appoggiata, anche in ItaIta- lia, da quasi tutte le forze politiche, proprio perché
avrebbe dato modo ad altre popolazioni di divenire
maggiormente produttive e di acquisire un migliore te-
nore di vita, distribuendo maggiormente la ricchezza.
Essendo tutti concentrati sulla buona causa, nessuno
ha evidenziato quali sarebbero state le ovvie conse-
guenze “idrauliche”: l’acqua nei due vasi comunicanti,
ovvero la ricchezza, può rimanere ad altezza diversa
solo con una paratoia intermedia (dazi, svalutazioni,
ecc.); quando la paratoia si alza, la colonna d’acqua

più alta si abbassa e spinge verso l’alto la colonna
d’acqua più bassa, il che vuol dire che noi diventere-
mo più poveri e che altri diventeranno più ricchi, fi no
a quando gli effetti positivi della globalizzazione, si
spera, non provocheranno quell’aumento comples-
sivo di ricchezza che rialzerà il livello dell’ “acqua” in
tutti e due i vasi comunicanti.
In questo momento, il prosecco non si può più auau- mentare, ma deve essere addirittura diminuito, se
vogliamo ancora riuscire a venderlo all’estero, dove
i paesi emergenti sono molto competitivi, mentre,
dall’altra parte, le materie prime costano di più.
Quindi, il problema reale è che non siamo più in grado
di mantenere in equilibrio il nostro sistema, perché il
rapporto “diminuzione dei prezzi di vendita / diminuzione
dei compensi” non riesce più a rimanere costan-
te: quindi prezzi stazionari (forse) e compensi ridotti,
da cui aumento effettivo del costo della vita, riduzione
della nostra produzione, perché c’è meno ricchezza
nelle tasche, e diminuzione dei posti di lavoro.
Volenti o nolenti, la crisi inciderà obbligatoriamente
obbligatoriamente
su tutti gli aspetti economici della nostra organizza-
zione sociale e, se saremo costretti ad essere più
concorrenziali, tutti noi dovremo rinunciare a qualche
certezza, considerato che la Costituzione dice che la
nostra Repubblica è “fondata sul lavoro”, ma non fa
particolari distinzioni fra rapporto di lavoro dipendente
od autonomo.
LE INCONGRUENZE DEL SISTEMA PAESE
Quello che maggiormente fa rifl ettere, in questa fa- fa-
se di assestamento verso nuovi equilibri sociali, è
la presenza di evidenti contraddizioni, che denotano
palesemente la differente forza delle categorie sociali
ed il diverso peso sulle forze politiche ed i media.
Rammento, anche se in tempi non molto vicini, che
lo Stato Italiano, constatando che “la produzione di
medici” risultava eccessiva per i bisogni della società,
ha deciso di adottare il numero chiuso; questa limitazione,
pur derivata da valutazioni prettamente econo-
miche sui costi universitari, ha equilibrato il settore, in
termini di domanda ed offerta di lavoro, consentendo
alla categoria compensi “dignitosi”.
Abbiamo visto listini di riferimento ovunque (presso(pressoché fi ssi), con la benedizione della Camera di Com-
mercio, per i prodotti dei bar, per le opere edili....,
abbiamo sentito parlare di sicurezza del posto di la-
voro, della difesa dello stipendio e delle parcelle…;
e quante volte abbiamo sentito parlare, anche recen-
temente, di equo compenso per i prodotti agricoli,
pomodori, latte ecc.?
Per ultimo, anche il prosecco è stato contingentato
(da cui il richiamo nel titolo dell’articolo), dato che il
Governatore Zaia ha recentemente deciso di vietare
ulteriori espansioni dell’area di produzione, proprio
per sostenerne il prezzo di vendita.
Ma poi abbiamo sentito parlare di liberalizzazioni, che
hanno cominciato a colpire, per ora, solo specifi ci
settori produttivi.
Siamo a metà del guado, nel passaggio da una sociesocietà “conservatrice” (o monopolista), ovvero completa-
mente impostata sul riconoscimento delle rispettive
prerogative, ad una società completamente liberista,
in cui ognuno dovrà vivere la quotidianità dell’incer-
tezza economica.
Ma questo livellamento verso il basso, che ci impone
l’attuale situazione economica, investirà tutti noi, anan- 5

6
che se prima si è puntato sui commercianti e poi su
professionisti e tassisti (strano connubio); la logica
prosecuzione del processo, ora, concentra l’atten-
zione sull’art. 18 dello statuto dei lavoratori, ovvero
sui dipendenti.
LE LIBERALIZZAZIONI
Le liberalizzazioni, proposte come la giusta via per
dare impulso all’economia ed all’occupazione, anche
se probabilmente si sono rese necessarie per “stare
a galla” e si estenderanno a tutti i tipi di rapporto
di lavoro, non porteranno assolutamente “lavoro ai
giovani”, o almeno non in termini di una dignitosa
remunerazione, né tanto meno ai “vecchi”; forse gio-
verà solo ai “furbi”, che a fronte di compensi bassi
forniranno prestazioni ancora più vuote ! (soprattutto
nel settore edile, totalmente infl azionato da una inar-
restabile offerta di laureati e diplomati).
Mi sto riferendo, ovviamente, alla generalità dei casi,
tralasciando dal ragionamento tutti quei dipendenti
o professionisti la cui alta capacità e specifi ca espe-
rienza hanno dato loro modo di emergere dal mondo
delle asettiche regole di selezione per assunzioni o
gare di affi damento; ovviamente il grande chirurgo
non ha fra i suoi problemi quello di dover vincere gare
di affi damento con il massimo ribasso, né di dover
accettare contratti di lavoro imposti, sia nello stipendio
che nella precarietà.
Se si parte da una base fi ssa, rappresentata dalle
materie prime e dai costi fi ssi di produzione (energia
elettrica, gas, telefono, ecc.), per essere competitivi
in presenza di più concorrenti, “liberati” come i cani
nella caccia alla volpe alla ricerca della preda, non si
può far altro che contrarre le uniche variabili rimaste
(non oso chiamarle indipendenti): il costo orario e/o
i margini di guadagno.
E’ pur vero che in quest’ottica anche i nostri costi si
abbasseranno, ma anche questo nostro vantaggio
sarà dovuto al sacrifi cio di altri: in generale, l’anda-
mento del costo orario o del guadagno si orienterà
verso il basso, per tutti.
Tempo fa girava uno slogan, “lavorare meno, lavorare
tutti”, che a quell’epoca sottintendeva “a parità di
compenso”: in questa fase lo slogan vale ancora,
nel senso che l’allargamento della base lavorativa
sarà probabilmente l’unico effetto certo delle libera-
lizzazioni, ma non a compenso invariato; e bisognerà
vedere se quanto racimolato ci permetterà di vivere
dignitosamente (e per gli autonomi, di tenere in piedi
l’attività).
Ricordo ancora oggi, quasi a memoria, una frase
che mi è rimasta fortemente impressa, pronuncia-
ta dall’Onorevole Pier Luigi Bersani al tempo delle
lenzuolate, credo, a Ballarò: “ma lo vogliamo dire o
no che da quando è entrata in vigore la legge sulle
liberalizzazioni sono state aperte 40.000 nuove partite
IVA !!” (in quel momento si parlava dell’abolizione dei
limiti alle licenze commerciali).
Allora, mi colpì con estrema amarezza la stridente
superfi cialità della logica che aveva condotto a questa
affermazione.
Come ho già detto varie volte, io non sono stato né
fi glio di Professionista, né di famiglia con grandi ri-
sorse economiche, e ricordo ancora nitidamente con
quanta fatica ho racimolato i soldi per poter “aprire”
lo studio studio (in affi tto, con un computer, qualche mobile,
qualche sedia).
Per questo, pur passati tanti anni, ho vissuto con
emozioni quasi da diretto interessato un episodio di
vita reale, non immaginaria, che ha riguardato l’aper-
tura di un negozio di macelleria: lungo la strada che mi
porta in uffi cio, due giovani ragazzi hanno approfi ttato
della liberalizzazione delle licenze di commercio, la

prima fase in assoluto di “deregulation”, ed hanno
affi ttato un ampio locale, arredato principalmente con
un lungo bancone in acciaio, ed hanno aperto, appun-
to, un nuovo negozio di macelleria, a neanche cento
metri da un analogo negozio già presente da tempo.
Chi si interessa del settore arredamento sa quanto
costa un bancone e, probabilmente, quei due ragazzi
hanno investito buona parte dei loro risparmi per av-
viare questa “nuova vita”, che è durata meno di un
anno; oltre al danno anche la beffa, perché dopo un
breve periodo di chiusura, la macelleria ha riaperto,
gestita dall’altro macellaio, che si è trovato il negozio
“nuovo”, con i clienti “vecchi”!
Non so se quei due ragazzi ringrazieranno il legislatore
che gli ha dato la possibilità di partire, o lo maledi-
ranno per averli solamente illusi.
Quindi, il problema non è aprirla, la partita IVA, ma
riuscire a tenerla aperta !! e cioè ad avere quel minimo
di clienti per portare a casa un compenso decoroso ed
adeguato alle responsabilità che uno deve assumersi
(ed ai guai che potrebbe rischiare di dover risarcire!).
E la logica, proprio nell’interesse dei giovani, non
dovrebbe essere quella del gioco al massacro tipo
“vinca il migliore” o “ne resterà solo uno” (Highlan- (Highlan-
der), perché in tale situazione è molto più probabile
che siano i “vecchi” a sopravvivere, avendo una mag-
giore esperienza di lavoro e quindi maggiori capacità
professionali (si presume), nonché disponibilità eco-
nomiche già accumulate.
Pertanto, prima di affrontare lo spinoso tema del lala- voro giovanile, dobbiamo chiederci se vogliamo dare
un lavoro ai nostri giovani, assicurandogli almeno un
minimo di redditività, magari lasciando fuori qualcu-
no, oppure dobbiamo dare a tutti la possibilità .....
di morire di fame.
Anche il mondo del lavoro dipendente ha sempre
adottato la prima ipotesi, nel senso che chi c’è, c’è,
con stipendio pieno, e chi non c’è fa il disoccupa-
to, ma anche nel settore dipendente le cose stanno
cambiando.
Da una parte i “consumatori” plaudono alla caduta
dei dazi sui prodotti cinesi, perché si risparmia sulla
spesa e si costringono i nostri produttori ad abbassare
i prezzi, dall’altra parte, non potendo questi ultimi ri-
sultare competitivi con i costi fi ssi imposti dalle regole
del nostro paese, chiudono le fabbriche: così, il mese
dopo, gli stessi “consumatori”, questa volta nelle loro
vesti di dipendenti, sono davanti alla fabbrica, a pro-
testare per la chiusura ed i licenziamenti.
Quindi anche nel rapporto imprenditori - dipendenti
si dovrà andare, volenti o nolenti, verso una più ampia
“fl essibilità” ed una minor certezza del domani.
A parte i falsi proclami di facciata, quindi, ritengo che il
nocciolo della questione non sia, in assoluto, la presenza
di una limitazione all’ingresso del mondo del lavoro o di un
tariffario di riferimento, ma il raggiungimento di un giusto
rapporto fra quantità di lavoratori e quantità di utenti,
rapporto che quasi ovunque conduce ad una eccedenza
di lavoratori (sia dipendenti che liberi professionisti).
IL PRECARIATO
Come ho già tentato di evidenziare, siamo tutti “consu“consu- matori” e tutti “monopolisti”, nel senso che ognuno di noi
vorrebbe eliminare i privilegi degli altri e mantenere i pro-
pri, ma nessuno può pensare di rimanere fortunosamente
escluso dalle conseguenze di questa fase economica,
purtroppo nemmeno la nostra categoria.
Quindi, in una società “obbligata” ad essere competitiva a
tutti i costi, perché al suo esterno c’è un’infi nità di persone
che si accontenta di molto meno (una volta, al tempo delle
lotte sindacali, li avrebbero chiamati crumiri) o perché ci
sono nazioni in cui l’apparato statale è gestito con molti
meno sprechi, il precariato diviene la regola, non l’ecce-
zione, perché una fabbrica o uno studio professionale
“precari”, perché anch’essi sempre in attesa di vedere
se riusciranno a vendere i prodotti o ad acquisire un nuo-
vo progetto, non potranno necessariamente dare quelle
certezze che tutti noi vorremmo avere, me compreso.
Pur comprendendo le aspirazioni dei Giovani, temo che il
posto fi sso diventerà sempre più diffi cile da raggiungere,
anche applicando normative di controllo più restrittive sui
falsi contratti a progetto, o sulle false partite iva, perché
nell’incertezza del domani, nessun imprenditore o libero
professionista avrà il coraggio di attestare la sua capacità
produttiva sul livello dei massimi ordinativi ricevuti: pre-
ferirà perdere il cliente di turno, piuttosto che ritrovarsi,
domani, con costi strutturali non più sostenibili.
Questo è forse il rischio maggiore che corre la nostra
economia, perché ciò condurrebbe ad una ulteriore
contrazione.
Cosa si può fare per rendere meno pesante, se non cor- cor-
reggere completamente, l’attuale prospettiva del mondo
del lavoro? Ne parleremo in Assemblea.
7

8
Direttiva RES e “Decreto
Romani”: Punti Chiave e
Perplessità
Il nostro paese, sulla base della strategia concordata
a livello europeo nell’ambito del piano “Europa
2020” contenuto nella direttiva 2009/28/CE, ha
ridefi nito i propri indirizzi energetici (DECRETO LE-
GISLATIVO 3 marzo 2011 , n. 28 “Attuazione della
direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso
dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifi ca
e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/
CE e 2003/30/CE” ) mirando, infatti, a ridurre i consumi
energetici e la dipendenza dai combustibili
fossili e promuovere fi liere tecnologiche innovative
anche al fi ne di tutelare l’ambiente.
In cifre percentuali, l’Italia si è impegnata, entro
la fi ne di questo decennio, a raggiungere un livello
di consumo fi nale di energia attribuibile alle fonti
rinnovabili (elettricità, calore, trasporti) almeno pari
al 17% dei consumi fi nali totali di energia primaria,
nonché a realizzare virtuose strategie di consumo
fi nalizzate all’effi cienza energetica, per arrivare a
un risparmio di energia primaria pari al 13,4%.
La tabella seguente (fonte: Ministero dello Sviluppo
Economico – “SINTESI PIANO DI AZIONE NAZIONA-
LE PER LE ENERGIE RINNOVABILI” – giugno 2010)
illustra gli obiettivi che l’Italia intende raggiungere
nei tre settori – elettricità, calore, trasporti – ai fi ni
del soddisfacimento dei target stabiliti dalla Direttiva
2009/28/CE. Gli obiettivi al 2020 sono confrontati
con i valori del 2005, anno preso a riferimento
dalla Direttiva 2009/28/CE. (FER = Fonti Energetiche
Rinnovabili).
Il Decreto n. 28 del 3 marzo 2011 noto anche come
“Decreto Romani” ha una portata indubbiamente
molto rilevante poiché incide in modo determinante
sul futuro dello sviluppo delle energie rinnovabili nel
nostro Paese. In questo contesto si ritiene opportuno
analizzare l’impatto del Decreto sui nuovi edifi ci
di Fabio Minchio e Stefano Pelloso
e sugli edifi ci sottoposti a ristrutturazione rilevante
a partire dall’entrata in vigore, disciplinata dall’art.
11 con rinvio all’Allegato III del Decreto stesso.
E’ opportuno prima di tutto considerare la defi nizione
di riferimento di “edifi cio di nuova costruzione”
o “edifi cio sottoposto a ristrutturazione rilevante”
posta dall’art. 2 del Decreto:
• «edifi cio sottoposto a ristrutturazione rilevante»:
edifi cio che ricade in una delle seguenti categorie:
I. edifi cio esistente avente superfi cie utile superiore
a 1000 metri quadrati, soggetto a ristrutturazione
integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro;
II. edifi cio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione
anche in manutenzione straordinaria
• «edifi cio di nuova costruzione»: edifi cio per il
quale la richiesta del pertinente titolo edilizio, comunque
denominato, sia stata presentata successivamente
alla data di entrata in vigore del decreto
(28 marzo 2011).
L’art. 11 prevede per queste due categorie di edifi ci
l’imposizione di una quota d’obbligo di copertura da
fonte rinnovabile termica ed elettrica da realizzarsi
con le tecnologie rinnovabili disponibili. L’articolo si
inserisce nel quadro normativo esistente disciplinato
- fi no all’entrata in vigore del “Decreto Romani”
- dal comma 22 e comma 23 dell’art. 4 del D.P.R.
59/09 che confermavano gli obblighi del D.lgs
192/05 e s.m.i. rimandando a futuri Decreti che ne
avrebbero precisato le modalità, rendendolo di fatto
non applicato. Alcune Regioni, come ad esempio
Lombardia ed Emilia Romagna (non il Veneto, ad
esempio, che segue la legislazione nazionale) avevano
già nel frattempo defi nito obblighi in merito,
tuttavia nell’ipotesi di un mancato adeguamento
alle disposizioni dell’art. 11 entro 180 giorni dall’en-

trata in vigore del Decreto le disposizioni dell’art. 11
entrano in vigore comunque, modifi cando di fatto
anche i regolamenti edilizi comunali.
Altri punti importanti dell’art. 11 sono i seguenti:
• Le Regioni possono decidere di incrementare gli
obblighi.
• Per gli edifi ci in zona A (centro storico) gli obblighi
sono ridotti del 50%.
• Per gli edifi ci oggetto di vincoli è possibile non
rispettare gli obblighi se il professionista dimostra
che l’applicazione degli stessi deturpa il loro aspetto
storico monumentale.
• L’inosservanza degli obblighi è motivo di diniego
di rilascio del titolo edilizio.
• Per gli edifi ci pubblici gli obblighi sono incrementati
del 10% (Allegato 3).
• Gli impianti realizzati per rispettare gli obblighi
possono accedere a sistemi di incentivazione solo
per la parte eccedente gli obblighi stessi (es. se
l’obbligo prevede 2 kWp di fotovoltaico e ne realizzo
9

10
3 kWp, può ottenere incentivi solo su 3-2 = 1 kWp).
• Se lo ritengono le Regioni o le province possono
prevedere l’esclusione delle biomasse per ragioni
connessione al contenimento delle emissioni da
particolato.
L’allegato III esplicita in modo quantitativo gli obblighi,
prevedendo una netta separazione fra obblighi
da rispettare con “rinnovabili termiche” ed obblighi
da rispettare con “rinnovabili elettriche”.
Per quanto riguarda le rinnovabili cosiddette “termiche”,
le tecnologie da prendere in considerazione
sono:
• Sistemi alimentati a biomasse.
• Pompe di calore, suddivise in funzione della sorgente
termica in:
- Aerotermiche (utilizzanti aria esterna, con l’esclusione
pertanto delle pompe di calore che operano
sull’aria di espulsione di un sistema di ventilazione).
- Idrotermiche (acque superfi ciali, es. sistemi accoppiati
ad acqua di mare o acqua di falda).
- Geotermiche (a circuito aperto ad acqua di falda,
- a circuito chiuso con scambiatori orizzontali o
verticali).
• Solare termico.
Gli obblighi defi niti prevedono una quota rinnovabile
obbligatoria sui consumi fi nali di energia pari a:
• 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria
a partire dall’entrata in vigore (tuttavia vi sono
dubbi interpretativi su questo aspetto secondo cui,
come sostiene ANCE, l’entrata in vigore di tale obbligo
sia anch’essa riferibile alla data del 31 maggio
2012);
• progressivamente, a partire dal 31 maggio 2012,
una percentuale di consumi previsti di acqua calda
sanitaria, riscaldamento e raffrescamento pari ad
almeno il:
- 20% dal 31 maggio 2012
- 30% dal 1 gennaio 2014
- 50% dal 1 gennaio 2017
Il Decreto precisa, nella logica di separazione fra
energia termica ed elettrica, come non sia possibile
assolvere gli obblighi attraverso la realizzazione
di impianti rinnovabili «elettrici» che alimentano
tecnologie per la climatizzazione e la produzione di
acqua calda sanitaria che impiegano energia elettrica
(es. fotovoltaico + resistenza elettrica). L’impiego
di una pompa di calore anche in presenza di
fotovoltaico sarà valutato in termini di contributo
“rinnovabile” di fatto come se l’energia elettrica per
il suo funzionamento fosse prelevata interamente
dalla rete elettrica.
La formulazione degli obblighi lascia aperti molti
interrogativi sia sulle modalità di calcolo della quota
rinnovabile sia sulla modalità attraverso la quale
il settore terziario e commerciale affronteranno
tali richieste visto che in funzionamento estivo le
tecnologie citate se si esclude il solar-cooling non
comportano alcun contributo rinnovabile diretto ai
sensi della Direttiva RES.
Specialmente la determinazione della quota rinnovabile
attribuibile alle pompe di calore lascia molti
interrogativi aperti.
Quest’ultima infatti si basa sulla seguente formula:
Q
SPF
1
1
SPF [1]
Dove:
• Q usable è l’energia termica utile prodotta dalla pompa
di calore.
Testualmente, come riportato dal Decreto Legislativo
n.28/2011, All.1 – Punto 4: “Q usable è il calore
totale stimato prodotto da pompe di calore che ri-
NOTA: L’obbligo sulla quota termica non si applica qualora l’edificio sia allacciato ad una rete di teleriscaldamento
che ne copra l’intero fabbisogno di calore per il riscaldamento degli ambienti e la fornitura di acqua calda sanitaria.
In merito al teleriscaldamento (o teleraffrescamento) l’articolo 22 dello stesso Decreto definisce inoltre:
- Che le opere di realizzazione delle reti sono equiparate a quelle di urbanizzazione primaria.
- Obblighi in sede di pianificazione di:
Verificare la disponibilità di soggetti terzi per la realizzazione di reti.
Per Comuni oltre i 50.000 abitanti: definizione di veri e propri piani per il teleriscaldamento.
Fondo di garanzia per la realizzazione di reti di teleriscaldamento con prelievo su bolletta gas.
Q
Q
usable
ERES usable
usable

spondono ai criteri che saranno defi niti sulla base
degli orientamenti stabiliti dalla Commissione ai
sensi dell’allegato VII della Direttiva 2009/28/CE,
applicato nel seguente modo: solo le pompe di
calore per le quali SPF >1,15*(1/) sarà preso in
considerazione.”
All’Allegato VII, “Computo dell’energia prodotta
dalle pompe di calore”, della Direttiva 2009/28/CE
è riportato, in fondo: “Entro il 1 gennaio 2013 la
Commissione stabilisce orientamenti sul valore che
gli Stati membri possono conferire ai valori Q usable
e SPF per le varie tecnologie e applicazioni delle
pompe di calore, prendendo in considerazione le
differenze nelle condizioni climatiche, particolarmente
per quanto concerne i climi molto freddi”.
• E RES è la quota di energia rinnovabile attribuibile
alla pompa di calore.
Testualmente, come riportato all’Allegato 1, Punto
4, del Dlgs 28/2011, E RES è defi nita come “La
quantità di energia aerotermica, geotermica o
idrotermica catturata dalle pompe di calore”, da
calcolarsi secondo la formula [1].
• SPF è l’acronimo di seasonal performance factor
(fattore di rendimento stagionale medio stimato
della pompa di calore).
La quota rinnovabile E RES sostanzialmente è pari
all’energia fornita dalla sorgente termica; tale approccio
trascura completamente il secondo principio
della termodinamica (l’energia elettrica non
è energia primaria), se non imponendo un limite
minimo al valore di SPF che dovrà almeno essere
pari a 1,15*1/ dove è il rendimento del sistema
elettrico medio europeo (secondo dati Eurostat
= 40%). Allo stato attuale il valore di SPF minimo
(indicato come SPF min ) da raggiungere è pertanto
pari a 2,875.
SPF min = 1,15*1/ = 1,15 * 1/(0,4) = 1,15 * 2,5
= 2,875, dove si è posto = 0,40.
Importante è rimarcare che, al momento in cui
si scrive, la modalità attraverso cui determinare
Q usable ed SPF non è così chiara, anche in relazione
a quanto previsto dalla Direttiva: si tratterà di valori
determinati attraverso le norme tecniche per ciascuna
specifi ca utenza (attraverso il calcolo con le
specifi che tecniche UNI TS 11300) oppure saranno
determinate a priori in funzione della potenza
nominale, della sorgente termica, delle condizioni
climatiche delle zone? Si attendono delucidazioni
con futuri Decreti, in assenza delle quali l’approccio
da norma sembra essere l’unico consigliabile, per
quanto tale considerazione non abbia alcun carattere
di validità legislativa ma sia solo un parere
degli autori.
Infatti, la formulazione prevista dalla Direttiva
2009/28/CE per la determinazione della quota
rinnovabile delle pompe di calore, porta ad alcune
conseguenze importanti:
- Penalizza le pompe di calore termiche e le GHP
a motore.
- Viene sovrastimata la quota rinnovabile prodotta
dalla pompa di calore e non si tiene conto dell’energia
primaria, nonostante in ogni caso sia necessario
un SPF minimo pari a 2,875 (se riferito al
rendimento elettrico medio europeo del 40%) per
consentire l’ottenimento di un risparmio.
- Non premia suffi cientemente l’effi cienza della
pompa di calore.
Ad esempio, se si ha una pompa di calore con
SPF = 4 la quota rinnovabile è pari al 75%, con
SPF=2,875 è pari al 66%. Si incrementa poco meno
del 10% impiegando pompe di calore al top
dell’effi cienza. Si veda il grafi co sotto riportato, dove
si considerano i tre casi a confronto: i primi due
con calcolo effettuato con il II Principio (linea rossa:
calcolo effettuato secondo il II Principio considerando
= 46% cioè il rendimento del sistema elettrico
italiano – linea blu: calcolo effettuato secondo il II
Principio considerando = 40% cioè il rendimento
del sistema elettrico medio europeo), il terzo (linea
verde) secondo la formulazione della Direttiva:
Le rinnovabili cosiddette elettriche sono invece le
solite note:
• Idroelettrico
• Fotovoltaico
• Eolico
• Geotermia
• Biomasse e bioliquidi
In relazione all’energia elettrica, sarà obbligatorio
installare una potenza elettrica nominale minima
espressa in [kW] pari a S/K dove S è la superfi cie
in pianta dell’edifi cio a livello del terreno e K un
coeffi ciente che vale:
11

12
• 80 dal 31 maggio 2012
• 65 dal 1 gennaio 2014
• 50 dal 1 gennaio 2017
Di fatto un edifi cio di nuova costruzione con superfi -
cie in pianta di 100 m2 dovrà installare una potenza
elettrica rinnovabile minima pari a 1,25 kW.
Cosa succede se vi è l’impossibilità tecnica (attenzione
tecnica, non economica!) di soddisfare gli
obblighi? Il Decreto prevede oltre alla necessità di
esplicitare chiaramente le ragioni della mancata osservanza
nella relazione tecnica allegata alla richiesta
del titolo edilizio la possibilità di compensare tale
mancanza attraverso il raggiungimento di un limite
minimo di EPi (energia primaria in riscaldamento)
inferiore ai limiti previsti dal D.P.R.59/09 secondo la
seguente formula:
• % obbligo è il
valore della
percentuale
della somma
dei consumi
previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento
e il raffrescamento che deve essere coperta,
ai sensi del comma 1, tramite fonti rinnovabili;
• % effettiva è il valore della percentuale effettivamente
raggiunta dall’intervento;
• P obbligo è il valore della potenza elettrica degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili che devono
essere obbligatoriamente installati ai sensi del
comma;
• P effettiva è il valore della potenza elettrica degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili effettivamente
installata sull’edifi cio.
L’impostazione del Decreto lascia aperti vari interrogativi
e in alcuni casi tende a non promuovere
sempre in modo adeguato chi privilegia la
massima effi cienza energetica. L’applicazione di
tali obblighi infatti presenta purtroppo molti dubbi
ancora e alcuni punti oscuri che si sperano possano
essere chiariti prima dell’effettiva entrata
in vigore.

Obbligo del Collaudo
Statico per Tutte
le Costruzioni
Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni
emanate con D.M. 14 gennaio 2008 (NTC 2008),
oltre ad aggiornare e riunire le previgenti norme,
hanno introdotto e reso obbligatori nuovi adempimenti
per il progetto, l’esecuzione ed il collaudo delle
costruzioni. Uno di questi è certamente il collaudo
statico trattato nel Capitolo 9 del decreto, riguardante
le parti dell’opera che svolgono funzione portante.
Il collaudo statico è un adempimento tecnico ed
amministrativo (ben distinto e da non confondere
con il collaudo tecnico-amministrativo), da eseguire
prima di porre in esercizio l’opera, volto a fornire
un giudizio sulla sicurezza e stabilità della stessa ed
accertare l’avvenuto rispetto delle prescrizioni tecniche
previste e necessarie ad assicurare la pubblica
incolumità. Nello specifi co, il Collaudatore statico
ha il compito di procedere in corso d’opera ad una
serie di controlli, esami ed ispezioni sull’attività svolta
dal Direttore dei lavori delle opere strutturali e sulle
modalità esecutive dell’opera seguite dall’Impresa
costruttrice. Nell’ambito delle sue responsabilità,
il Collaudatore dovrà inoltre esaminare il progetto
dell’opera, le indagini eseguite nelle fasi di progettazione
e costruzione e, a sua discrezione, potrà richiedere
di effettuare tutti quegli accertamenti, studi,
indagini, prove di carico e prove sui materiali utili
per il convincimento della sicurezza, della durabilità
e della collaudabilità dell’opera. A conclusione delle
operazioni di collaudo il Collaudatore statico rilascia
il certifi cato di collaudo dell’opera e per consentirne
l’utilizzazione o l’esercizio, tale certifi cato deve
contenere la dichiarazione di collaudabilità delle relative
opere strutturali. L’adempimento del collaudo
statico non è certo una novità introdotta dalle
NTC 2008, poiché già la Legge 5 febbraio 1934,
n. 313, di conversione con modifi cazioni del Regio
di Massimo di Girolamo
Decreto-Legge 29 luglio 1933, n. 1213, prescriveva
per le opere di conglomerato cementizio semplice
od armato che al termine dei lavori il committente,
per ottenere l’agibilità della costruzione, dovesse
presentare in Prefettura il certifi cato di collaudo,
eseguito sempre da un ingegnere di riconosciuta
competenza. Alla fi ne dei lavori, i disegni ed i calcoli
statici dovevano essere consegnati al collaudatore
che li doveva allegare all’atto di collaudo “per ogni
eventuale responsabilità futura”. Ma tornando alla
legislazione vigente, il collaudo statico è previsto
per le opere in calcestruzzo armato, normale e precompresso
ed a struttura metallica dall’art. 7 della
legge n. 1086/1971. Il comma 2 dello stesso articolo
stabilisce che il collaudo deve essere eseguito da
un ingegnere o da un architetto, iscritto all’albo da
almeno dieci anni, che non sia intervenuto in alcun
modo nella progettazione, direzione ed esecuzione
dell’opera. Il citato art. 7 è stato successivamente
ripreso ed unito all’art. 8 della medesima legge,
con aggiunte e modifi che, nell’art. 67 del D.P.R. n.
380/2001 (Testo Unico per l’edilizia). Ai sensi del
comma 3 di quest’ultimo, contestualmente alla
denuncia dei lavori delle opere strutturali presso lo
sportello unico, il direttore dei lavori è tenuto a presentare
la nomina del collaudatore scelto dal committente
con la contestuale dichiarazione di accettazione
dell’incarico. Quando non esiste il committente
ed il costruttore esegue in proprio, il comma 4 del
succitato articolo 67, dispone che è fatto obbligo al
costruttore di chiedere, anteriormente alla presentazione
della denuncia di inizio dei lavori, all’ordine
provinciale degli ingegneri o a quello degli architetti,
la designazione di una terna di nominativi fra i quali
scegliere il collaudatore. Il successivo comma 5
prevede che completata la struttura con la copertura
13

14
dell’edifi cio, il direttore dei lavori ne deve dare comunicazione
allo sportello unico e al collaudatore, il
quale ha 60 giorni di tempo per effettuare il collaudo.
La novità introdotta dalle NTC 2008 è stata quella
di estendere il collaudo statico previsto ai sensi della
legge n. 1086/1971 e del D.P.R. n. 380/2001 a
tutte le costruzioni, indipendentemente dal sistema
costruttivo e dal materiale impiegato. Questo signifi
ca che il collaudo statico, ad esempio, deve essere
eseguito anche per le costruzioni in muratura, il cui
collaudo era tra l’altro già previsto dal previgente
D.M. 20.11.1987, e per quelle in legno. Per di più,
l’obbligo del collaudo statico non vige solo per le
nuove costruzioni ma deve essere effettuato anche
sulle costruzioni esistenti interessate da interventi
di adeguamento o di miglioramento. Sono quindi
esclusi dall’obbligo del collaudo statico solo le costruzioni
esistenti oggetto di interventi che interessano
elementi isolati, classifi cati dalle NTC 2008 come
interventi locali o di riparazione. Tenuto conto delle
disposizioni vigenti, da un punto di vista procedurale
si prefi gurerebbero due casi: il primo, chiaramente
defi nito dalla legge n. 1086/1971 e dal D.P.R. n.
380/2001 riferito alle sole “opere in conglomerato
cementizio armato, normale e precompresso ed a
struttura metallica”; l’altro, ai sensi delle NTC 2008,
riferito alle “parti dell’opera che svolgono funzione
portante”, esteso, quindi, a tutti i materiali impiegati,
ma privi di una esplicita defi nizione procedurale.
In merito proprio alle procedure da seguire per le
costruzioni realizzate con materiali diversi da quelli
regolamentati dalla legge n. 1086/1971 (muratura,
legno, ecc.), si riporta il parere espresso dalla Prima
Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
nella seduta n. 155 del 14 dicembre 2010 dove si
ritiene che “pur in assenza di una norma di rango
primario che estenda a tutte le strutture indipendentemente
dal materiale impiegato le procedure
previste dall’art. 7 della Legge 1086/71 e dall’art. 67
del D.P.R. 380/01 in relazione alle strutture portanti
realizzate in calcestruzzo armato semplice e precompresso
o in acciaio, le procedure predette, possono
essere utilmente adottate anche in relazione a tutte
le strutture con qualsiasi materiale realizzate. Resta
in ogni caso obbligatoria l’esecuzione del collaudo
statico di tutte le strutture portanti diverse da quelle
normate dalla Legge 1086/71, ancorché attuato con
modalità diverse”. Questo scollamento procedurale
è chiaramente causato dal fatto che il D.P.R. n.
380/2001 è antecedente all’entrata in vigore delle
NTC 2008 e non è stato (per ora) oggetto di modifi
che tali da rendere completo e coerente l’intero
quadro normativo. In ogni modo, tenuto conto delle
attribuzioni ai Comuni in tema di autorizzazione degli
interventi edilizi con i relativi obblighi istruttori e
del rilascio attribuito agli stessi della licenza d’uso o
di agibilità, negli interventi assoggettati a collaudo
statico non espressamente disciplinati dal D.P.R. n.
380/2001 si ritiene che i Comuni debbano: accertarsi
della nomina ed accettazione del Collaudatore
prima dell’inizio dei lavori; esigere copia del collaudo
statico per il rilascio del certifi cato di agibilità prima
di poter porre l’opera in esercizio. A conclusione si
ribadisce comunque l’obbligatorietà del collaudo
statico per tutte le nuove costruzioni e per tutti gli
interventi di adeguamento o di miglioramento su
quelle esistenti.

Energia Fotovoltaica -
Approccio Inusuale
all’Argomento
L’idea di scrivere questo articolo mi è venuta
l’estate scorsa percorrendo l’autostrada adriatica:
dove gli esempi di impiego dei pannelli fotovoltaici
per la produzione di energia elettrica non mancano
e vanno dai consueti pannelli sui tetti a falda
delle abitazioni, alle coperture delle pensiline dei
parcheggi degli autogrill. Non mancano nemmeno
i vastissimi campi fotovoltaici nei terreni dove i proprietari
preferiscono “coltivare energia elettrica” al
posto delle colture tradizionali, magari con pannelli
motorizzati che inseguono il sole. Anche il governo
italiano ha ritenuto opportuno sfruttare l’energia
solare e negli ultimi anni ha emanato norme che favoriscono
la realizzazione di impianti fotovoltaici ma
volendo dare un taglio inusuale per una rivista di
ingegneri al nostro articolo evitando di sommergerci
di numeri, vorrei valutare l’opportunità dal punto
di vista dei suoi protagonisti. Il primo protagonista
è sicuramente il piccolo proprietario che desidera
investire sul fotovoltaico realizzando il normale
impianto domestico sul tetto di casa da 3,5 kW. Il
secondo è l’ecologista, colui che si preoccupa prima
di tutto
dell’equilibrio
globale
del mondo
e dopo del
proprio interesse,
cioè
quello che
non vuole
i generatori
eolici in
Puglia perché
fanno
rumore e
disturbano i
di Gian Luca Passarini
campi. Il terzo protagonista siamo noi tutti, ma non
adesso, bensì domani, quando saranno esaurite
le fonti di energia non rinnovabili. Oppure in un
futuro più prossimo, quando le energie non rinnovabili
raggiungeranno un prezzo inaccessibile ai
più restando, come di consueto, ad appannaggio
di pochi.
Il proprietario che realizza l’impianto sul tetto di
casa sa che grazie agli incentivi sulla sua bolletta,
che grava sulla bolletta dei vicini di casa che non
hanno l’impianto fotovoltaico, si pagherà quello
che ha speso per realizzare l’impianto in un tempo
variabile tra i sette e i dieci anni. Quindi la scelta
è facile: spendo oggi, recupero in alcuni anni, non
pochissimi nella realtà, da allora in poi l’energia
prodotta sarà tutto grasso che cola. La scelta per il
nostro primo protagonista è relativamente facile ed
e di tipo fondamentalmente economico-fi nanziaria.
Invece l’ecologista nutra ancora sospetti riguardo la
reale convenienza di tutta l’operazione nonostante
il costo dell’energia grigia per produrre un pannello
fotovoltaico sia in continua discesa grazie alle nuovetecnologiche
ed alle
economie di
scala che si
ottengono
con i mercatidell’estremo
oriente.
Oggi devo
spendere
energia non
rinnovabile,
ovvero petrolio
o gas,
per produrre
15

16
le celle al silicio sperando che le stesse me la rendano
in energia pulita. Il solo processo di produzione
dei wafer di silicio richiede una tecnologia
tuttora molto sofi sticata che ha bisogno di molta
energia per fondere il materiale e farlo cristallizzare
in maniera opportuna. A conforto degli ecologisti
sembra che se tutto va bene, l’energia necessaria
a produrre un pannello fotovoltaico sia pari a circa
un terzo di quella che il pannello sarà in grado di
produrre nel corso della sua vita utile che deve però
essere di 20-25 anni ininterrotti, vietati i disservizi
e interruzioni.
Il terzo protagonista siamo noi tutti, domani, indipendentemente
dagli incentivi, disporre di una
fonte di energia rinnovabile, sarà determinante in
qualsiasi forma e in qualsiasi quantità essa possa
essere disponibile. Dovremo imparare comunque
che la più grande fonte di energia rinnovabile è il
risparmio energetico e dovremo riuscire ad utilizzare
meglio, molto meglio di come facciamo oggi, la
potenza relativamente modesta fornita dal nostro
impianto foto voltaico.
Se tutti e tre i soggetti interessati hanno trovato la
loro ragione per intraprendere il cammino dell’energia
foto voltaica, riportiamo a titolo di esempio i
rendimenti energetici di un impianto reale da 2,99
kW che occupa una superfi cie di circa 20 m 2 con
pannelli semi integrati nel tetto, orientati ad Ovest
alle nostre latitudini. L’impianto del tipo scambio
sul posto attivato il 25 maggio 2010, produce una
quantità di energia che non è in grado di soddisfare
il fabbisogno dell’utenza a cui è collegato: questa
resta una buona norma di dimensionamento per
gli impianti correnti, ma vediamo come potremo
cavarcela se avessimo solo questa fonte di energia!
Con produzioni giornaliere variabili in base al periodo
dell’anno, l’impianto fornisce un’energia che va
dai 7 kWh ai 20 kWh al giorno con alcune premes-
se: l’impianto produce solo di giorno, in presenza
della luce solare, la quantità di energia dipende
dall’insolazione ovvero dalla presenza o meno di
nuvole, nebbia, pioggia, neve, ecc…, infi ne dipende
dall’angolo di incidenza della radiazione solare:
d’inverno l’angolo incidente è più sfavorevole ed
inoltre la radiazione risulta più attenuata perché
deve attraversare uno spessore maggiore di atmosfera:
ne arriva meno al pannello per essere
convertita in energia elettrica utile. La produzione di
energia elettrica è continua, ad un valore di potenza
massima che non sempre è in grado di alimentare
tutte le utenze richieste per la conduzione di una
abitazione domestica. Ma torniamo ai numeri: con
Data Giorni
Energia prodotta nel
periodo
Energia giornaliera
[1] [KWh] [KWh/giorno]
30-ott-10 158 1692 10,71
22-feb-11 273 2061 7,55
25-mag-11 365 3089 8,46
08-ott-11 501 4785 9,55
18-feb-12 634 5395 8,51
7 kWh al giorno della produzione invernale riscaldo
l’acqua per la doccia, oppure in alternativa stiro
per circa 5 ore, posso fare una lavatrice o una lavastoviglie:
non potrò usufruire di tutte le utenze
nello stesso giorno però! Posso invece continuare
a fare un uso normale dell’asciugacapelli e dei
piccoli elettrodomestici che non richiedono grosse
potenze. Nel bilancio energetico invernale anche il
consumo per l’illuminazione della casa risulta una
quota rilevante. Con 20 kWh al giorno, media della
produzione estiva, vorrei alimentare il climatizzatore:
questi apparecchi richiedono molta energia e
potrò tenerlo acceso solo 7 ore al giorno (climatizzazione
di un piccolo appartamento). Ma non solo,
dovrò spegnerlo per far funzionare la lavatrice e
la lavastoviglie. Il televisore, il computer, il router,
sono apparecchi che possono essere tenuti accesi
senza infl uire in maniera determinate nel bilancio
energetico domestico.
Per concludere possiamo dire che il cammino verso
l’autonomia energetica è tuttora lungo ma il nostro
piccolo proprietario ha compiuto un primo importante
passo nella direzione giusta.

Centro Studi
Urbanistici del Veneto
(CSUV)
Il Centro Regionale di Studi Urbanistici del Veneto
si è costituito in Associazione il 24 maggio 1983,
con atto del notaio Polizzi di Venezia.
Il Centro Regionale è emanazione del Centro Nazionale
ai sensi dell’articolo 20 dello statuto nazionale.
L’articolo 2 dello Statuto del Centro Regionale recita:
“Gli scopi del Centro Regionale, che non persegue
fi ni di carattere speculativo e di lucro sono:
a) incrementare l’interesse per l’urbanistica e la
pianifi cazione territoriale, ambientale e paesaggistica,
per i problemi dell’assetto del territorio e
per la tutela dell’ambiente, promovendo iniziative
culturali, d’informazione e di aggiornamento;
b) collaborare per la soluzione di questioni attinenti
all’assetto del territorio e la tutela dell’ambiente,
sia in sede di studio che di attuazione, con gli Enti
Pubblici e con le Associazioni qualifi cate in tale
disciplina;
c) presentare all’attenzione dei propri iscritti i problemi
di interesse nazionale e locale ed esprimersi
in merito;
d) confi gurarsi come organo qualifi cato di consulenza
per il Centro Nazionale di Studi Urbanistici e
per gli organismi politico-amministrativi;
e) valorizzare l’apporto dell’attività professionale e
della specifi ca competenza dell’ingegnere negli
studi urbanistici e nell’attuazione delle iniziative
urbanistiche;
f) promuovere attività di conoscenza, scambio e
collaborazione con Enti istituzionali e culturali e
con associazioni sia nazionali che internazionali.
Il Centro Regionale di Studi Urbanistici coordina
l’attività autonoma dei Centri Provinciali di Studi
a cura di Lisa Carollo
Urbanistici aderenti e li rappresenta nella trattazione
in sede regionale dei problemi di cui ai commi
precedenti.”
Il Direttivo 2012/2014 è così composto: Pasqualino
BOSCHETTO; Alessandro BOVE; Lisa CAROLLO;
Gianni DA ROLD, Mario DE MARCHIS - tesoriere;
Giovanni MONTRESOR - vice presidente; Piero
PEDROCCO; Ciro PERUSINI - presidente; Franco
POZZATI; Maurizio SALVADOR - segretario; Dionisio
VIANELLO.
ll Collegio dei Probiviri è così composto: Gian Mario
BOZZO; Marco FAVARETTI; Roberto SCIBILIA.
Il Collegio dei Revisori dei Conti è così composto:
Flavio BELLIN; Ubaldo FANTON; Claudio SANDRI.
Il prossimo evento organizzato dal CRSUV sarà
“tutto natura” a Malcesine sul Garda, il prossimo
sabato 16 giugno.
Sarà intenzione della redazione della Rivista fornire
ulteriori dettagli circa le attività trascorse e future
del Centro studi stesso.
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18
Revisione Norma UNI 9494
sui Sistemi di Evacuazione
Naturale e Forzata di Fumo
e Calore
è in corso di pubblicazione l’aggiornamento
della norma UNI 9494: viene ufficializzato
anche l’utilizzo degli evacuatori forzati di
fumo e calore
di Marco di Felice
Dopo oltre quattro anni di lavoro della commissione
denominata “Sistemi per il controllo di
fumo e calore”, l’UNI pubblicherà la revisione radicale
della precedente edizione della norma UNI
9494, la cui ultima versione risale al 2007.
Non si tratta di un semplice aggiornamento ma di
una riscrittura completa della norma che si com-
porrà di due parti principali, in linea con gli analoghi
documenti dei paesi UE:
1. Progettazione e installazione dei sistemi per
l’evacuazione naturale di fumo e calore (SEN-
FC): UNI 9494/1
2. Progettazione e installazione dei sistemi per
l’evacuazione forzata di fumo e calore (SEFFC):

UNI 9494/2
Seguirà la pubblicazione di due ulteriori sezioni della
norma, che tratteranno:
3. Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di
EFC: UNI 9494/3
4. Metodi ingegneristici per la progettazione dei sistemi
di EFC: UNI 9494/4
Come noto, la presenza e l’intervento degli evacuatori
di fumo e calore consente di controllare
l’altezza dei fumi all’interno di un edifi cio coinvolto
in un incendio, favorendo l’esodo in
sicurezza degli occupanti e mantenendo
praticabili i percorsi di fuga;
la seconda funzione degli evacuatori
consiste nel contenere le temperature
e ritardare il collasso delle
strutture.
I sistemi di evacuazione naturale
sono costituiti essenzialmente da
una serie di aperture a soffi tto ed
altrettante aperture a fi lo pavimento
per l’ingresso di aria esterna; la
fuoriuscita dei fumi dall’ambiente si
realizza per effetto della differenza
di densità tra lo strato di fumi caldi,
che stratifi cano nella parte alta
dell’edifi cio, e l’aria fredda di rinnovo
che entra dalle aperture perimetrali
presenti sulla parte bassa delle
pareti esterne del locale invaso dal fumo.
Maggiore è la temperatura dei fumi prodotti e più
effi cace risulta l’espulsione degli stessi, mantenendo
in prossimità del suolo una zona libera da fumo
con visibilità suffi ciente all’esodo degli occupanti in
sicurezza.
La nuova norma non contempla solo il dimensionamento
delle aperture a soffi tto, ma tratta di
“sistemi di evacuazione di fumo e calore”, dove si
coordinano i dispositivi di comando e di apertura
degli evacuatori con le relative aperture “al piede”
per l’ingresso di aria esterna, in un sistema integrato
e calcolato per ottenere la massima effi cacia di
espulsione dei fumi.
Si richiamano alcuni elementi signifi cativi della norma:
• campo di applicazione (1) : gli ambienti da proteggere
devono avere una superfi cie minima di 600
m 2 ed un’altezza minima di 3,0 m; compartimenti
a soffi tto di superfi cie massima pari a 1600 m 2 ;
sono esclusi gli ambienti a rischio di esplosione, i
corridoi ed i vani scala;
• si può applicare la norma agli ambienti confi nanti
con la copertura dell’edifi cio, ovvero ad ambienti
(di piani intermedi) collegabili alla copertura mediante
tubi o canali, a condizione di non ridurre le
prestazioni degli evacuatori;
• si conferma la possibilità di utilizzare gli evacuatori
di fumo anche per la funzione quotidiana della
ventilazione naturale (2) degli ambienti;
• il segnale di apertura degli evacuatori può essere
attivato da un allarme manuale o automatico (im-
(1) - Per ambienti con dimensioni non rientranti nel campo di applicazione della norma, sarà comunque possibile (anche se di
diffi cile messa a punto) realizzare un sistema di evacuazione, ma non si potrà dichiarare la conformità alla norma UNI 9494. In casi
particolari si consiglia il ricorso ai metodi prestazionali della fi re safety engineering.
(2) - In questo caso il dispositivo di apertura dell’evacuatore deve essere progettato per la doppia funzione (ordinaria e di emergenza)
e testato per almeno 10'000 cicli di apertura.
19

20
pianto di rivelazione o altro allarme), mentre per
l’azionamento degli EFC si può ricorrere a dispositivi
pneumatici, elettrici o meccanici;
• l’attivazione del sistema deve agire contemporaneamente
su tutti gli evacuatori presenti nel
compartimento a soffi tto (smoke zone), sulle corrispondenti
aperture per l’ingresso di aria ester-
na e sulla discesa di eventuali barriere al fumo
presenti;
• ogni singolo EFC è inoltre dotato di dispositivo
di apertura mediante
elemento termosensibile
(tarato a
68°C): tale elemento
non rappresenta
comunque mai il
sistema principale
di comando di apertura;
• nel caso in cui il
locale da proteggere
non abbia pareti
confi nanti con
l’esterno, si dovranno
comunque realizzare
dei dispositivi
per l’affl usso di aria
fresca dal basso; è
escluso l’utilizzo di
sistemi di ingresso
d’aria forzata dal
basso in presenza di
EFC “naturali”;
• non è compatibile
la presenza di EFC
“naturali” e “forzati”
nel medesimo ambiente;
• è possibile installare
“evacuatori da
tetto” in posizione
orizzontale o inclinata
(su falda o
coperture a shed)
ed “evacuatori da
parete” in posizione
verticale; il progetto
dovrà prescrivere
l’adozione di apparecchi
testati ed omologati per la messa in opera
nella posizione prevista;
• sia la norma UNI 9494 che le recenti circolari del
Ministero dell’Interno sugli impianti fotovoltaici

da tetto, prescrivono una particolare attenzione
nelle distanze tra il perimetro degli evacuatori ed
i moduli fotovoltaici e/o altri ostacoli che possano
modifi care la regolare apertura ed il funzionamento
dell’evacuatore: fatto salvo l’obbligo di
analisi di ciascun caso particolare, si ritiene accettabile
l’adozione di una distanza di sicurezza
pari ad almeno 1,0 m tra l’evacuatore (in posizione
aperta) ed altri ostacoli e installazioni presenti
in prossimità;
Ventilatore assiale
• in caso di presenza di evacuatori in ambienti protetti
da impianto sprinkler, si adotteranno particolari
accorgimenti sulla scelta e coordinamento
delle temperature di intervento degli elementi
termosensibili;
• gli evacuatori di fumo e calore non rientrano nel
campo di applicazione del Decreto 37/2008,
quindi l’installatore non ne può redigere la dichiarazione
di conformità; la corretta posa in
opera ed ottemperanza alla norma UNI 9494 può
essere attestata con i modelli DICH.IMP_2008
(dall’installatore, sulla base di un progetto) o
CERT.IMP_2008 (dal professionista antincendio
iscritto agli elenchi ex L. 818/1984).
La procedura di dimensionamento dei sistemi di
evacuazione naturale di fumo e calore (SENFC)
inizia dalla determinazione della velocità di propagazione
dell’incendio (3) , per poi passare alla scelta
del “Gruppo di dimensionamento” (in funzione del-
la durata convenzionale di sviluppo dell’incendio)
e quindi ricavare da una tabella la superfi cie utile
totale di evacuazione (SUT EFC ), in funzione dei parametri
di altezza del locale (h), altezza dello strato
di fumo (z) e altezza dello strato libero da fumo (y).
Determinato poi il numero degli EFC da installare,
si ricava anche la superfi cie delle aperture per l’affl
usso di aria fresca dalla parte bassa dell’edifi cio.
L’Appendice A della norma elenca la documentazione
ed i parametri di cui si compone il progetto (4)
Torrino centrifugo
del sistema di evacuazione; devono essere identifi -
cabili le fi gure del progettista e dell’installatore del
sistema.
L’Appendice B tratta infi ne dei criteri di dimensionamento
e realizzazione di SENFC con apparecchi
di evacuazione installati a parete, dispositivi non
contemplati nella precedente versione della norma.
Dopo la pubblicazione della nuova norma UNI
9494 (prevista per giugno 2012), la commissione
sicurezza e prevenzione incendi dell’Ordine degli
Ingegneri di Vicenza organizzerà un incontro tecnico
di approfondimento ed illustrazione del testo,
con esempi pratici di dimensionamento.
L’autore del presente articolo ha partecipato ai lavori
di redazione della norma UNI 9494, in qualità
di delegato dell’Ordine degli Ingegneri di Vicenza
nella commissione “Sistemi per il controllo di fumo
e calore”.
(3) - Nell’Appendice C della norma UNI 9494/1_2012 è presente una tabella che correla le velocità di propagazione dell’incendio ai
gruppi di pericolo delle merci e della loro modalità di stoccaggio, come codifi cato nella norma UNI 12845 sugli impianti sprinkler.
(4) - la norma non stabilisce soglie al di sotto delle quali non sia necessario redigere il progetto del sistema di evacuazione fumi e
calore, che si ritiene pertanto sempre obbligatorio.
21

22
Nuove Iscrizioni
all’Ordine degli Ingegneri
a cura di Laura Di Prima
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 14/04/2011)
BABINI VITTORIO residente a Lonigo (VI)
Si è laureato il 16 dicembre 1999 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Applicazione di tecniche locali di previsione della resistenza
a fatica su componenti strutturali complessi”.
Relatore: Prof. B. Atzori
BRESOLIN PAOLO residente a Nove (VI)
Si è laureato il 18 marzo 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali.
Laurea in Ingegneria Gestionale.
Titolo Tesi: “Applicazione della tecnologia RFID per realizzare l’identifi
cazione automatica: il caso Fitt e l’analisi degli impatti sulla Supply
Chain”.
Relatore: Prof. Alessandro Persona
Correlatore: Ing. Fabio Sgarabossa
CALDOGNETTO GIORGIO residente a Vicenza
Si è laureato il 13 luglio 2006 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Analisi numerica e prestazionale della tipologia edilizia
“Tetto Verde””.
Relatore: Prof. Roberto Zecchin
Correlatori: Ing. Michele De Carli
Ing. Massimiliano Scarpa
DALLA FINA SIMONE residente a Santorso (VI)
Si è laureato il 26 aprile 2004 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Informatica.
Titolo Tesi: “Architetture per un servizio software di annotazioni su collezioni
di documenti numerici”.
Relatore: Prof. Maristella Agosti
FERRARI MARTINA residente a Campiglia dei Berici (VI)
Si è laureata il 20 luglio 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Tecniche fotografi che avanzate per la documentazione
architettonica. Case study: il cortile nuovo del Bo”.
Relatore: Prof. Giuseppe Salemi
MATTOS NICOLO’ residente a Cassola (VI)
Si è laureato il 10 marzo 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Le nuove dinamiche territoriali indotte dalla Pedemontana
Veneta”.
Relatore: Prof. V. Pollini
Correlatore: Ing. A. Bove
MELCHIORO NICOLA residente a Camisano Vicentino (VI)
Si è laureato il 23 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento. Laurea
in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “L’evoluzione nella specifi cazione delle dimensioni lineari:
la norma ISO/DIS 14405”.
Relatore: Prof. Gianmaria Concheri
Correlatore: Ing. Roberto Meneghello
MORESCO DANIELE residente a Torri di Quartesolo (VI)
Si è laureato il 27 ottobre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Elettronica.
Titolo Tesi: “Applicazioni dell’NMR – mouse per la caratterizzazione
non distruttiva dei materiali”.
Relatore: Roberta Bertani
MUSI ROBERTO residente a Vicenza
Si è laureato il 22 dicembre 2005 al Politecnico di Milano. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Biomedica.
Titolo Tesi: “Studio di fattibilità per l’introduzione in azienda ospedaliera
di un sistema PACS: il caso degli istituti clinici di perfezionamento
di Milano”.
Relatore: Prof. Marcello Crivellini
Correlatore: Ing. Tatiana Cancellieri
PORTO ALESSANDRO residente a Cesuna (VI)
Si è laureato il 27 ottobre 2010 all’Università di Trento. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Metodo di valutazione della vulnerabilità sismica del sistema
di gallerie della PAT”.
Relatori: Prof. Daniele Zonta
Prof. Alessandro Gajo
Correlatore: Ing. Francesca Bortot
SARTIANO ANTONIO residente a Reggio Calabria
Si è laureato il 19 maggio 2005 all’ Università degli Studi Mediterranea
di Reggio Calabria. Facoltà di Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “La forza massima prodotta dal moto ondoso su diverse
tipologie di strutture marittime nella località di Alghero”.
Relatore: Prof. Ing. Giuseppe Barbaro
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 14/04/2011)
CAPPAROTTO ELENA residente a Montegaldella (VI).
Si è laureata il 23 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale
e Geotecnica. Diploma di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il
Territorio.
Titolo Tesi: “Criteri e strumenti per l’analisi di rischio per le discariche.
Applicazione di un caso di studio”.
Relatore: Prof. Ing. Roberto Raga.
Correlatori: Geol. Roberto Pedron
Geol. Valentina Accoto
FRIGO NICOLA residente a Marano Vicentino (VI).
Si è laureato il 21 dicembre 2004 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Realizzazione di un paraurti automobilistico in schiuma
metallica”.
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 12/05/2011)
BALESTRO SERGIO residente a Montecchio Maggiore (VI)
Si è laureato il 17 febbraio 1992 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Elettronica.
Titolo Tesi: “Filtri attivi per alimentatori C.C.”.
Relatore: Prof. Doriano Ciscato

BONTORIN FRANCESCA residente a Romano d’Ezzelino (VI)
Si è laureata il 20 luglio 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Analisi di una struttura multipiano soggetta ad azione sismica”.
Relatore: Prof. Ing. Claudio Modena
DESSI EMANUELA residente a Camisano Vicentino (VI)
Si è laureata il 3 maggio 2006 all’Università degli Studi di Cagliari.
Facoltà di Ingegneria. Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “’Is Arenas’ Quartu Sant’Elena: una proposta progettuale
per un paesaggio limite”.
Relatore: Ing. Pasquale Mistretta
Correlatore: Ing. Ginevra Balletto
FAEDO GIANLUCA GIACOMO residente a Meledo di Sarego (VI)
Si è laureato il 23 luglio 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale e
Geotecnica. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Elaborazione di dati sperimentali per la valutazione dell’effi
cienza di diverse difese spondali nei confronti di onde generate da
natanti in laguna”.
Relatore: Prof. Ing. Roberto Ruol
Correlatore: Prof. Ing. Luca Martinelli
FRANCESCHINI ANDREA residente a Vicenza
Si è laureato il 28 giugno 2010 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Laurea in
Ingegneria Informatica.
Titolo Tesi: “A pratical approach to music theory on the reactable”.
Relatore: Prof. Giovanni De Poli
Supervisore: Dott. Sergi Jordà
MANUZZATO STEFANO residente a Sovizzo (VI)
Si è laureato il 27 aprile 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento. Laurea
in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Valutazioni sulle trasformazioni del territorio veronese tra
primo e secondo dopoguerra”.
Relatore: Prof. Vittorio Pollini
Correlatore: Ing. Alessandro Bove
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 26/05/2011)
ALBERTON GIANCARLO residente a Rosà (VI)
Si è laureato il 14 luglio 2010 all’Università di Trento. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Valutazione comparativa di tecnologie per il guadagno
energetico passivo nell’edilizia scolastica. Intervento in una scuola
elementare di Rosà”.
Relatore: Prof. Arch. Maria Paola Gatti
Correlatore: Ing. Maurizio Grigiante
BURTINI MICHELE residente a Valdagno (VI)
Si è laureato il 24 giugno 2010 all’Università di Ferrara. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Analisi degli schemi bilanciati discontinuous gallekin applicati
alle equazioni alle acque basse”.
Relatore: Ing. Valerio Caleffi
Prof. Ing. Alessandro Valiani
SCHIAVOTTO GIOVANNI residente a Monticello Conte Otto (VI)
Si è laureato il 27 aprile 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Ex carceri di San Biagio – Vicenza. Progetto di recupero
architettonico e urbano del complesso con impiego di tecniche innovative
di modellazione architettonica e strutturale”.
Relatore: Prof. Giorgio Garau
Correlatori: Ing. Angelo Bertolazzi
Ing. Carlo Zanchetta
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 09/06/2011)
ALBERTI LUCA residente a Asiago (VI)
Si è laureato il 16 luglio 2010 all’Università di Trento. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Un nuovo centro ricettivo per Asiago: progetto di recupero
del complesso rurale della “Rendola”.
Relatore: Prof. Arch. Maria Paola Gatti
Correlatore: Prof. Ing. Maurizio Costantini
CISOTTO ANDREA residente a Monteviale (VI)
Si è laureato il 10 dicembre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Energetica.
Titolo Tesi: “Ottimizzazione della gestione dell’impianto di teleriscaldamento
cogenerativo a ciclo Rankine a fl uido organico alimentato a
biomassa di Asiago”.
Relatore: Prof. Anna Stoppato
Correlatore: Ing. Simone Micheletto
GREGO THOMAS residente a Romano d’Ezzelino (VI)
Si è laureato il 3 novembre 2005 all’Università di Trento. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
Titolo Tesi: “Disinfezione UV nel trattamento di potabilizzazione delle
acque”.
Relatore: Prof. Giuliano Ziglio
MANTOAN CHRISTIAN VALTER residente a Bassano del Grappa (VI)
Si è laureato il 21 ottobre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Civile.
Titolo Tesi: “Valutazione della vulnerabilità sismica dei ponti a travata
isostatici della rete viaria di Treviso”.
Relatore: Prof. Ing. Claudio Modena
Correlatori: Prof. Ing. Carlo Pellegrino
Ing. Manuel Grendene
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 23/06/2011)
CANGEMI ALESSIO residente a Valdagno (VI).
Si è laureato il 19 dicembre 2005 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Biomedica.
Titolo Tesi: “Analisi del parco delle tecnologie elettromedicali per il
miglioramento dei processi di gestione, di manutenzione e dello stato
qualitativo e funzionale”.
Relatore: Prof. Ing. Alfredo Ruggeri
Tutore aziendale: Per. Ind. Paolo Zaltron
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 21/07/2011)
BURATO ANDREA residente a Cornedo Vicentino (VI)
Si è laureato il 19 aprile 2001 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Gestionale.
Titolo Tesi: “Gestione del processo di documentazione dello sviluppo
prodotto – uno studio applicativo”.
Relatore: Prof. Roberto Filippini
D’INCA’ MICHELA residente a Sarcedo (VI)
Si è laureata il 9 dicembre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “L’analisi costi – ricavi di investimento immobiliari: teoria e
prassi nella stima dei tassi di attualizzazione”.
Relatore: Prof. Giuliano Marella
Correlatore: Prof. Laura Gabrielli
GREGORI FRANCESCO residente a Bassano del Grappa (VI)
Si è laureato il 25 febbraio 2004 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
23

24
Titolo Tesi: “Comportamento a rottura degli ancoraggi a piastra basculante”.
Relatore: Prof. Ing. Paolo Carruba
RIGADELLO GIUSEPPE residente a Schio (VI)
Si è laureato il 10 luglio 1995 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Elettronica.
Titolo Tesi: “Tecniche di progettazione automatica di DSP”.
Relatore: Prof. Carlo Offelli
Correlatore: Ing. Roberto Cappon
ZANOTTO ALBERTO residente a Rosà (VI)
Si è laureato il 26 marzo 2008 all’Università di Trento. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni.
Titolo Tesi: “Uno strumento per la misurazione della potenza assorbita
da dispositivi bluetooth in condizioni operative reali”.
Relatore: Ing. David Macii
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 01/09/2011)
DARTENI PIERO residente a Vicenza
Si è laureato il 15 dicembre 2009 al Politecnico di Torino. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Renewable energies numerical modelling of geothermal
borehole heat exchanger systems”.
Relatore: Prof. Giovanni Barla
LIDRON SAMUELE residente a Quinto Vicentino (VI)
Si è laureato il 9 dicembre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Civile.
Titolo Tesi: “Verifi ca sismica di tipologie ricorrenti di ponti nella rete
stradale regionale veneta”.
Relatori: Prof. Ing. Claudio Modena
Prof. Ing. Carlo Pellegrino
MARSETTI STEFANO residente a Zané (VI)
Si è laureato il 23 aprile 2007 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Laurea in Ingegneria
Elettronica.
Titolo Tesi: “Sintesi di controllori PID: un approccio basato su tecniche
di ottimizzazione”.
Relatore: Prof. Augusto Ferrante
VALDESOLO ANGELA residente a Nanto (VI)
Si è laureata il 26 aprile 2010 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Analisi di vulnerabilita’ sismica fi nalizzata agli interventi di
miglioramento strutturale di edifi ci in aggregato nel centro storico de
l’Aquila colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009 - Palazzo Ardinghelli”.
Relatore: Prof. Mariarosa Valluzzi
Correlatori: Prof. Claudio Modena
Prof. Francesca Da Porto
Ing. Marco Munari
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 01/09/2011)
NUVOLI ALESSANDRO residente ad Arzignano (VI).
Si è laureato all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria. Dipartimento
di Architettura, Urbanistica e Rilevamento. Diploma di Laurea
in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Villa Cordellina Lombardi, una lettura geometrico - strutturale”.
Relatore: Prof. Arch. Andrea Giordano
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 22/09/2011)
CUCCAROLLO DANIELE residente a Tezze sul Brenta (VI)
Si è laureato il 13 marzo 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Elettrotecnica. Laurea in Ingegneria
Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “Valutazione del potenziale del piccolo idroelettrico nella
Regione Veneto - Assessment of small hydro power potential in Veneto
Region”.
Relatore: Prof. Arturo Lorenzoni
Correlatore: Ing. Filippo Antoniazzi
FERRON GIORDANO residente ad Altavilla Vicentina(VI)
Si è laureato il 21 aprile 2006 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Elettrica.
Titolo Tesi: “Caratterizzazione dei parametri di un dispositivo di illuminazione
stradale mediante LED”.
Relatore: Prof. Artuto Lorenzoni
Correlatori: Prof. Pietro Fiorentin
Sig.ra Andreina Cesellato
FRIZZO ALESSANDRO residente a Monticello C. Otto (VI)
Si è laureato il 27 ottobre 2010 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Civile .
Titolo Tesi: “Analisi numeriche per la verifi ca di instabilità di pannelli
piani”.
Relatore: Prof. Ing. Stefano Secchi
NIZZOLI GIANLUCA residente a Caldogno (VI)
Si è laureato il 22 febbraio 2011 all’Università di Ferrara. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Ferrara:
città accessibile?”.
Relatori: Prof. Ing. Maurizio Biolcati Rinaldi
Prof. Arch. Claudio Fedozzi
PAULON PAOLO residente a Villaverla (VI)
Si è laureato il 22 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Applicazione del sistema di certifi cazione energetico ambientale
LEED ad un edifi cio direzionale ad elevata effi cienza energetica”.
Relatore: Prof. Ing. Roberto Zecchin
Correlatore: Ing. Andrea Fornasiero
PEDRINA ALBERTO residente ad Asigliano Veneto (VI)
Si è laureato il 21 ottobre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale
e Geotecnica. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Problematiche relative agli scavi sottofalda e in rocce tenere”.
Relatore: Prof. Ing. Paolo Carruba
Correlatore: Ing. Paolo Pavanello
SISTI CLAUDIO ALESSANDRO OSCAR residente a Cassola (VI)
Si è laureato il 16 ottobre 1997 all’Università di Udine. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Gestionale.
Titolo Tesi: “Simulazione lagrangiana della dispersione turbolenta di
aerosol in precipitatori elettrostatici”.
Relatori: Prof. Paolo Andreussi
Alfredo Soldati
TASCA FRANCESCO residente a Marostica (VI)
Si è laureato il 15 aprile 2003 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Comportamento dei giunti coniugati nei ponti a conci prefabbricati”.
Relatore: Prof. Lamberto Briseghella
Correlatore: Dott. Alessio Nardin
continua

SEDUTA N. 49 DEL
24.11.2011
attivita’ del consiglio dell’ordine
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di
Felice, Franchetti, Lucente, Rossi,
Schillaci, Scortegagna, Slaviero.
Assenti: Carollo, Ebalginelli, Frinzi,
Frisiero, Panizzon, Pelloso.
ORDINE DEL GIORNO
324) Lettura e approvazione del verbale
della seduta precedente (decisione);
325) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
326) Procedimenti disciplinari;
327) Situazione Foiv (discussione);
328) Programmazione Cena di Natale;
329) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 324 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 48 del 10
Novembre 2011.
Punto n. 325 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Broggio Benito n. 3336; Vinci Sergio
n. 3337.
b) Trasferimenti all’Ordine di Vicenza
– Sezione A:
Bentivegna Francesco n. 3338
(dall’Ordine di Agrigento).
c) Cancellazioni – Sezione A:
Formichi Ezio n. 956; Zotto Marco
n. 2586.
della maggioranza dei Presidenti
degli Ordini del Veneto.
Il Presidente Ing. Schillaci ha ricordato
che l’ultima riunione dei soli
Presidenti del Veneto ha evidenziato
un distacco crescrente con il
Presidente FOIV Ing. Cavestro.
Punto n. 328 dell’O.d.G.
La tradizionale cena di Natale è
fissata per Venerdì 16 Dicembre, in
sede idonea ad ospitare non meno
di 100 persone.
Punto n. 329 dell’O.d.G.
- Il Tesoriere Ing. Di Felice comunica
che l’ Ing. XY ha richiesto, con
specifica motivazione, la restituzione
della quota di iscrizione.
Il Consiglio determina di restituire
la quota al netto delle spese di
segreteria sostenute, previa dichiarazione
di responsabilità da parte
dell’Ingegnere.
- L’Ing. Slaviero comunica che: – Lo
“Schedario Tariffario” sarà pronto
per fine anno; – Nella prossima
seduta del Consiglio produrrà la
bozza del contratto con la ditta
Tecnobit S.r.l. (software). Auspica
che entro il corrente anno, l’iter
relativo al dossier Tariffa/Parcelle
possa concludersi con la delibera
di adozione/approvazione del Consiglio.
SEDUTA N. 50 DEL
01.12.2011
Punto n. 326 dell’O.d.G.
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di
.......................omissis....................... Felice, Ebalginelli, Frinzi, Frisiero,
Punto n. 327 dell’O.d.G.
Panizzon, Pelloso, Rossi, Schillaci,
L’Ing. Cavestro – Presidente FOIV –
Scortegagna, Slaviero.
comunica che il prossimo 6 Dicem-
Assenti: Carollo, Franchetti, Lucenbre
convocherà i Presidenti degli
te.
Ordini del Veneto ed il Consiglio ORDINE DEL GIORNO
della Federazione per:
a) comunicare le proprie dimis-
330) Lettura e approvazione del versioni
da Presidente FOIV;
bale della seduta precedente (deci-
b) festeggiare l’Ing. Fabio Bonfà,
sione);
Presidente dell’Ordine degli Inge-
331) Movimento iscritti (comunicagneri
di Padova, eletto nel C.N.I..
zione e delibera);
In particolare l’Ing. Cavestro espo-
332) Riorganizzazione Rivista delne
le ragioni che lo hanno indotto
l’Ordine (discussione);
a rinunciare al proprio mandato di
333) Varie ed eventuali.
Presidente FOIV, dovute a difficoltà
di vario genere organizzativo e per
DECISIONI
il venir meno del sostegno da parte
a cura di Sergio Slaviero
Punto n. 330 dell’O.d.G.
Viene approvato, con integrazioni,
il verbale della seduta del Consiglio
n. 49 del 24 Novembre 2011.
Punto n. 331 dell’O.d.G.
a) Cancellazioni - Sezione A:
Mottin Matteo n. 2600; Stragliotto
Giorgio n. 739; Rizzi Nicola n. 2976;
Moretto Anna n. 2070; Alessi Stefano
n. 780.
Punto n. 332 dell’O.d.G.
Il Presidente introduce l’argomento
e sviluppa alcune riflessioni sui
contenuti della Rivista e su aspetti
organizzativi della stessa. Seguono,
da parte dei Consiglieri, ampi
ed articolati interventi preceduti,
da attestazioni di plauso e da ringraziamenti
all’Ing. Busana, già Direttore
responsabile della Rivista
dell’Ordine.
Il Consiglio assume le seguenti
decisioni:
- Il Presidente ricoprirà l’incarico di
Direttore responsabile della Rivista
e verrà dunque iscritto nella sezione
separata dell’Albo dei Giornalisti;
- Il Presidente è delegato ad individuare
un Giornalista che, temporaneamente,
assumerà la funzione di
Direttore responsabile della Rivista;
- Il Vicepresidente e l’Ing. Scortegagna
sono delegati a rivedere
l’impostazione editoriale.
Punto n. 333 dell’O.d.G.
Il Tesoriere illustra il contratto proposto
da Tecnobit S.r.l. per il servizio,
a favore degli Iscritti, di compilazione
delle parcelle: Parcelle
On-line.
Impegno di spesa: € 7000,00 iniziali,
per messa a regime ed attivazione
del servizio; € 2000/anno
per gli anni successivi. L’impegno
di spesa era già stato assunto a
bilancio e dunque il Consiglio ratifica.
Il Presidente è delegato alla
firma del contratto.
SEDUTA N. 51 DEL
15.12.2011
25

26
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di
Felice, Ebalginelli, Frisiero, Lucente,
Panizzon, Pelloso, Schillaci, Scortegagna,
Slaviero.
Assenti: Carollo, Franchetti, Frinzi,
Rossi.
ORDINE DEL GIORNO
334) Lettura e approvazione del verbale
della seduta precedente (decisione);
335) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
336) Rivista - bozza di programmazione
editoriale (discussione);
337) Rinnovo Sito dell’Ordine - programma
operativo (discussione);
338) Esito bando interno avanzamento
dipendenti dell’Ordine (comunicazione
e delibera);
339) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 334 dell’O.d.G.
Si apportano delle modifiche, il verbale
sarà ritrasmesso ed approvato
nel prossimo Consiglio.
Punto n. 335 dell’O.d.G.
a) Cancellazioni - Sezione A:
Pontarollo Francesco n. 990; Reniero
Loredana n. 2602.
Punto n. 336 dell’O.d.G.
L’argomento è già stato oggetto
di ampia analisi nel corso del precedente
Consiglio ( Seduta n. 50).
Viene esaminata in particolare la
programmazione editoriale ed al
riguardo, gli Ingg. Di Felice e Pelloso
espongono programmi possibili
che trovano la condivisione degli altri
Consiglieri. Segue dibattito sulla
programmazione annuale del piano
editoriale.
ve dichiara idonee alla posizione
giuridico/economica - C3 la Dott.
ssa Marta Zanin - B1 la Sig.a Gloria
Giacomuzzo e dispone quanto conseguentemente
necessario.
Punto n. 339 dell’O.d.G.
- Inserimento nominativi elenco
collaudatori statici - relazionano
sull’argomento gli Ingg. Dal Cortivo
e Slaviero, preposti all’istruttoria
delle domande pervenute. Il
Consiglio approva l’inserimento
nell’elenco di n. 11 Ingegneri in
possesso dei requisiti.
- Ing. X. Y. - esame parcella - l’Ing.
Slaviero espone la questione : l’Ing.
X. Y. che ha eseguito calcoli strutturali
, ha richiesto il visto della parcella;
è emerso che il collaudatore
delle strutture è l’Ing. V. Z. consocio
dell’Ing. X. Y. - Analizzata la questione
il Consiglio determina, che
il Presidente senta nel merito l’Ing.
V. Z. e che venga posto specifico
quesito al C.N.I..
- Obiettivi strategici - sono considerati
argomenti strategici prioritari
da sviluppare, come categoria,
quelli riguardanti l’Ambiente e
l’Urbanistica. Il Consiglio delega
il Presidente all’organizzazione di
un corso specifico sulla normativa
urbanistica.
- Riunione CUP e PAT riforma delle
professioni - relaziona l’Ing. Cavestro.
- Chiusura Segreteria dell’Ordine -
dal 27.12.2011 al 05.01.2012.
pendente (comunicazione);
343) Attivazione della registrazione
audiovisiva delle sedute del Consiglio
(decisione);
344) Riorganizzazione Commissioni
e rappresentanza in FOIV
(decisione);
345) Attivazione della procedura di
acquisto del software gestionale
(decisione);
346) Bozza di regolamento per attività
ispettiva (discussione);
347) Recupero, interessi e spese
legali e spese postali Ingegneri
morosi (delibera);
348) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 340 dell’O.d.G.
Rimandato alla prossima seduta
del Consiglio.
Punto n. 341 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Pizzato Luca n. 3339; Ferretto Fabio
n. 3340; Zancanaro Vanessa n. 3341;
Forin Paolo Antonio n. 3342; Zoppelletto
Luca n. 3343.
b) Cancellazioni – Sezione A:
Ferrante Francesco n. 2078; Ruffino
Giuseppe n. 1878; Di Dio Luigi
n. 1662; Matteazzi Eugenio n. 269 ;
Matticchio Giovanni n. 407; Dola
Fabio n. 3164; Castagna Fernando
n. 770; Pierotti Piero n. 592; Casaro
Davide n. 2662; Moro Giacomo n.
558; Carlotti Vittoria n. 1514.
Punto n. 342 dell’O.d.G.
SEDUTA N. 52 DEL
La dipendente Sig.a Gloria Giaco-
19.01.2012
muzzo, per ragioni di salute, sarà
sostituita temporaneamente a partire
dal 1 Marzo c.a. dalla Sig.a R.G..
Presenti: Cavestro, Di Felice, Franchetti,
Lucente, Panizzon, Rossi, Punto n. 343 dell’O.d.G.
Punto n. 337 dell’O.d.G.
Schillaci, Slaviero.
Il Presidente propone la registra-
Assenti: Carollo, Dal Cortivo, Ebal-
Il punto viene rimandato ad altra
zione audio-video delle sedute del
ginelli, Frinzi, Frisiero, Pelloso,
seduta del Consiglio.
Consiglio a garanzia di trasparenza.
Scortegagna.
Il Consiglio determina di sperimen-
Punto n. 338 dell’O.d.G.
tare la registrazione audio.
ORDINE DEL GIORNO
Il Presidente della Commissione
Punto n. 344 dell’O.d.G.
d’esame Ing. Schillaci comunica 340) Lettura e approvazione del
l’esito delle prove di selezione in- verbale della seduta precedente Il Presidente auspica: la nomina di
terna per le seguenti posizioni, giu- (decisione);
un Segretario per ogni Commissioridica
ed economica:
341) Movimento iscritti (comunicane provinciale FOIV; che il Segreta-
Posizione C3 e Posizione B1. zione e delibera);
rio, se necessario, sostituisca il Re-
Il Consiglio visti i risultati delle pro- 342) Sostituzione temporanea disponsabile in occasione di riunioni

della specifica Commissione FOIV.
Punto n. 345 dell’O.d.G.
Rinviato per assenza del Consigliere
delegato.
Punto n. 346 dell’O.d.G.
L’argomento viene rinviato alla
prossima seduta del Consiglio.
Punto n. 347 dell’O.d.G.
Relazione il Tesoriere sulla posizione
dell’Ing. X. Y.. Il Consiglio conferisce,
al Presidente, ampio mandato
per ogni azione necessaria a
tutela delle ragioni dell’Ordine.
Punto n. 348 dell’O.d.G.
Argomenti e/o comunicazioni varie:
- Formazione continua - mirata alle
esigenze ed alle specializzazioni di
ogni Iscritto; (intervengono sul tema:
Slaviero - Di Felice - Cavestro
- Ebalginelli);
- Interventi su rete dati e impianto
elettrico (Sede Ordine) - l’Ing. Di
Felice comunica che sono necessari
interventi per € 4000 circa;
- Fondazione Architetti di Vicenza
- l’Ing. Di Felice comunica relativamente
a possibili intese su formazione
e aggiornamento;
- Situazione del CNI - il Presidente
relaziona;
- Commissione CTU dell’Ordine
degli Architetti - l’Ing. Panizzon
comunica di aver partecipato, su invito,
ad incontro in occasione della
formazione di detta Commissione;
- Incontro sulla Mediazione Tecnica
(21.12.2011) - relazione l’Ing.
Panizzon sui lusinghieri risultati
dell’incontro;
- Nomos Appalti - relaziona il
Presidente su un corso master di
interesse per la categoria; intervengono
sull’argomento gli Ingg.
Cavestro e Slaviero... L’argomento
verrà approfondito e discusso in
una prossima seduta di Consiglio.
SEDUTA N. 53 DEL
02.02.2012
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo Di
Felice, Franchetti, Frinzi, Frisiero,
Lucente, Panizzon, Pelloso, Rossi,
Schillaci, Scortegagna, Slaviero.
Assenti: Carollo, Ebalginelli.
ORDINE DEL GIORNO
349) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
350) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
351) Modifiche normative in essere
e conseguenze tariffarie (delibera);
352) Nomina Coordinatore e Direttore
Responsabile Rivista (delibera);
353) Approvazione bilancio corso
commissione Impianti su diagno-si
energetica (decisione);
354) Modifica della durata del corso
per coordinatori sicurezza cantieri
(delibera);
355) Riorganizzazione commissioni
e rappresentanti nelle commissioni
interne ed in quelle F.O.I.V. (delibera);
356) Rapporti fra Consiglieri e Segreteria
(discussione);
357) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 349 dell’O.d.G.
Vengono approvati: il verbale delle
sedute del Consiglio n. 50 del 1 Dicembre
2011 e con integrazione il
verbale della seduta del Consiglio
n. 52 del 19 Gennaio 2012.
Punto n. 350 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Andreoni Roberto n. 3344; Franzoi
Patrizio n. 3345; Guariento Alessandro
n. 3346; Caretta Erika n. 3347;
Battilana Chiara Maria n. 3348; De
Franceschi Davide n. 3349; Scremin
Luca n. 3350.
b) Nuove Iscrizioni - Sezione B:
Molon Stefano n. B74; Ferronato
Claudio n. B75.
c) Trasferimenti all’Ordine di Vicenza
– Sezione A:
Pavan Consuelo n. 3351 (dall’Ordine
di Venezia).
d) Cancellazioni – Sezione A:
Ambrosini Davide n. 2028; Simioni
Paola n. 2715; Calamari Giorgia n.
2469; Molinari Mario n. 2885; Miola
Stefano n. 2387; Bordin Giovanni n.
3095; Gaspari Giovanni n. 254; Caldonazzo
Piergiorgio n. 1297; Cogo
Paolo n. 1581; Miotello Angelo n.
2084.
Punto n. 351 dell’O.d.G.
Il Presidente da lettura dell’art. 9
capo III del D.L. 24.01.2012 liberalizzazioni.
Esaminato l’argomento
il Consiglio determina, in via provvisoria,
di sospendere l’invio della
parcella tipo che accompagna l’indicazione
della terna dei collaudatori
c.a. - L’Ing. Cavestro propone,
al riguardo, la formulazione di un
contratto tipo da fornire agli Iscritti;
il Consiglio lo incarica allo scopo,
quale Responsabile della Commissione
Etica e Professione.
Punto n. 352 dell’O.d.G.
In via transitoria e provvisoria, viene
incaricato, quale Direttore Responsabile
della Rivista il Dott. P.G.
e previsto il relativo compenso.
Punto n. 353 dell’O.d.G.
L’Ing. Pelloso illustra il corso e presenta
il relativo bilancio - Il Consiglio
approva.
Punto n. 354 dell’O.d.G.
Relaziona l’Ing. Di Felice - L’art. 98
del D.Lgs. 81/2008 prevede che gli
Iscritti che abbiano superato l’esame
universitario del corso di “Sicurezza
nei cantieri”, possono vedersi
riconosciuta la riduzione di un pari
numero di ore di frequenza al corso
di 120 ore di cui all’Allegato XIV del
D.Lgs. 81/2008. Il Consiglio conferma
ed approva questa possibilità;
di conseguenza ne ottengono beneficio
i due Ingegneri X. Y. e V. Z..
Punto n. 355 dell’O.d.G.
Il Presidente riporta i Gruppi di Lavoro
FOIV ed i nominativi dei componenti
partecipanti per il nostro
Ordine di Vicenza.
Per quanto riguarda la nomina dei
sostituti nelle attività di coordinamento
delle Commissioni interne e
FOIV vengono individuati i seguenti
nominativi (Ingegneri):
- Commissione Strutture: Di Girolamo
Massimo (Ordine) - Franchetti
Paolo (FOIV);
- Commissione Informazione: Fabris
Manuel (Ordine) - Fabris Manuel
(FOIV);
- Commissione Pari Opportunità:
27

28
Bassanello Cecilia (Ordine);
- Commissione Edilizia e Urbanistica
: Morandini Giorgio (Ordine)
- Morandini Giorgio (FOIV);
- Commissione Sicurezza e Prevenzione
Incendi : Sperotto Fulvio
(Ordine) - Sperotto Fulvio (FOIV);
- Commissione Impianti : Lucente
Paolo (Ordine);
- Commissione Iunior : Sartori Andrea
(Ordine);
- Commissione Etica e Professione:
Frinzi Giulia (Ordine) - Frinzi Giulia
(FOIV);
- Centro Regionale Studi Urbanistici
del Veneto : Vianello Dionisio.
Punto n. 356 dell’O.d.G.
L’argomento viene rimandato alla
prossima seduta del Consiglio.
SEDUTA N. 54 DEL
16.02.2012
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo,
Ebalginelli, Frisiero, Panizzon, Rossi,
Schillaci, Scortegagna, Slaviero.
Assenti: Carollo, Di Felice, Franchetti,
Frinzi, Lucente, Pelloso.
ORDINE DEL GIORNO
358) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
359) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
356) Rapporti fra Consiglieri e Segreteria
(discussione);
360) Riorganizzazione Rivista - comitato
direttivo e Direttore (decisione);
361) Attività relative alla Mediazione
(discussione);
362) Linee guida per riorganizzazione
sito internet;
363) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 358 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 53 del 2
Febbraio 2012.
Punto n. 359 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Cozzolino Flavia n. 3351.
b) Nuove Iscrizioni - Sezione B:
Schmidt Leonardo Pablo n. B76.
Punto n. 356 dell’O.d.G.
Introduce il Presidente in merito
alla necessità di un regolamento
nei rapporti tra la Segreteria e i
Consiglieri, viste le varie casistiche
possibili.
Segue dibattito. Le richieste dei
Consiglieri vanno fatte direttamente
al Segretario.
L’Ing. Slaviero fa presente che il
ruolo del Segretario e la sua presenza
è importante per le necessità
del Consiglio e dei Consiglieri.
L’Ing. Panizzon chiarisce circa
determinate richieste fatte direttamente
alla Segreteria.
L’Ing. Cavestro sottolinea ruolo e
funzione del Segretario e partecipazione
attiva alla vita dell’Ordine.
Punto n. 360 dell’O.d.G.
Il Presidente comunica circa il ruolo
del Direttore pro-tempore e propone
un’ipotesi operativa circa un
gruppo di coordinamento editoriale
da Lui presieduto e composto dagli
Ingegneri: Pelloso S., Di Felice M.,
Scortegagna D., Sperotto R.. Il Consiglio
ritiene valida la proposta che
deve essere verificata.
Punto n. 361 dell’O.d.G.
L’Ing. Panizzon, anche a seguito
dell’incontro con gli Iscritti, del
21.12.2011, e dell’interesse suscitato
propone l’istituzione della
Commissione Mediazione. Il Presidente
rammenta l’esistenza della
Commissione C.T.U.. L’Ing. Slaviero,
Responsabile della Commissione
C.T.U. comunica la propria disponibilità
per quanto si renderà necessario.
L’Ing. Frisiero sostiene
la necessità di una commissione
dedicata. L’Ing. Ebalginelli ritiene
che i corsi potrebbero essere svolti
da un responsabile, senza istituire
una commissione. Il Consiglio determina
alfine la costituzione di un
gruppo di lavoro, nell’ambito della
Commissione C.T.U..
Punto n. 362 dell’O.d.G.
Introduce l’Ing. Frisiero; entra quindi
in Consiglio l’Ing. Martini il quale
illustra tecnicamente i siti ed il
capitolato. Seguono domande e/o
proposte dei Consiglieri e risposte
dell’Ing. Martini. Il Consiglio determina
di procedere con la stesura
del capitolato definitivo; relativamente
a “preferenze” riguardo al
sito dell’Ordine, si rinvia alla prossima
seduta.
Punto n. 363 dell’O.d.G.
- Proposta di incontro formativo
(il progetto strutturale) - L’Ing. Dal
Cortivo relaziona circa la proposta
avanzata, dall’Ing. Massimo Di Girolamo,
di un “incontro/corso tecnico”
relativo a procedure tecnicoamministrative
riguardanti il progetto
strutturale delle costruzioni in
zona sismica. L’incontro si potrebbe
tenere a Poiana Maggiore, coinvolgendo
più realtà Amministrative
(Comuni) del territorio.
L’argomento è di interesse e verrà
inserito nel prossimo O.d.g..
SEDUTA N. 55 DEL
01.03.2012
Presenti: Cavestro, Ebalginelli Franchetti,
Frinzi, Frisiero, Panizzon,
Pelloso, Schillaci, Scortegagna,
Slaviero.
Assenti: Carollo, Dal Cortivo, Di Felice,
Lucente, Rossi.
ORDINE DEL GIORNO
364) Lettura e approvazione del verbale
della seduta precedente (decisione);
365) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
366) Procedimenti disciplinari;
367) Modifica regolamento interno
sedute del Consiglio: verbalizzazioni
e registrazioni (decisione);
368) Eventuali riflessioni sulle modifiche
normative;
369) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 364 dell’O.d.G.
Viene approvato con integrazioni, il
verbale della seduta del Consiglio
n. 54 del 16 Febbraio 2012.
Punto n. 365 dell’O.d.G.

a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Noro Emanuele n. 3353; Rizzi Michela
n. 3354; Ballardin Sabrina n.
3355.
b) Reiscrizioni – Sezione A:
Alessi Marco n. 1582.
c) Trasferimenti all’Ordine di Vicenza
– Sezione A:
Conte Davide n. 3356 (dall’Ordine
di Venezia).
d) Cancellazioni – Sezione A:
Padovani Erica n. 2704.
e) Deceduti – Sezione A:
Mattei Giuseppe n. 2217.
Punto n. 366 dell’O.d.G.
.......................omissis.......................
Punto n. 367 dell’O.d.G.
Vengono deliberate le procedure relative
alla registrazione audio delle
sedute del Consiglio, alla conservazione
ed alla cancellazione di quanto
registrato, dopo l’approvazione
del relativo verbale.
Punto n. 368 dell’O.d.G.
Il punto viene rimandato ad altra
seduta del Consiglio.
Punto n. 369 dell’O.d.G.
- Vicepresidente FOIV - Il Presidente
comunica che l’Ing. Slaviero
Sergio è stato eletto Vicepresidente
della FOIV; il Consiglio si congratula.
- Bando Comune di Castelgomberto
- L’Ing. Slaviero espone un bando
del Comune di Castelgomberto,
aperto anche ai laureati Ingegneri,
che prevede per una collaborazione
di 768 ore/anno il solo rimborso delle
spese per complessivi € 1.500,00.
Il Consiglio determina di inviare
una lettera di biasimo al Comune.
- Ingegneri neolaureati e dipendenti:
condizioni di lavoro - L’Ing.
Panizzon (Commissione Pari Opportunità)
espone un’iniziativa
congiunta con l’Ing. Frinzi (Commissione
Giovani) e l’Ing. Lucente
(Commissione Dipendenti) per
un’indagine sulle condizioni di lavoro
degli Ingegneri, neolaureati e
dipendenti.
SEDUTA N. 56 DEL
22.03.2012
Presenti: Carollo, Dal Cortivo, Di
Felice, Ebalginelli, Frinzi, Frisiero,
Lucente, Panizzon, Rossi, Schillaci,
Scortegagna, Slaviero.
Assenti: Cavestro, Franchetti, Pelloso.
ORDINE DEL GIORNO
370) Riunione congiunta con il
comitato di redazione per la programmazione
della rivista 2012;
371) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
372) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
373) Incontro con i rup - proposta
della Comm. Strutture - (delibera);
374) Approvazione capitolato tecnico
software gestione flussi documentali
(discussione e delibera);
375) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 370 dell’O.d.G.
Sono presenti oltre ai Consiglieri,
componenti il CdR: M. Di Felice, P.
Franchetti, R. Panizzon, D. Scortegagna
e S. Slaviero anche gli Ingegneri:
G. Costa, M. Di Girolamo,
M. Meneghetti, G.L. Passarini e R.
Sperotto.
Viene discussa la programmazione
editoriale del prossimo numero della
Rivista; ulteriori ed approfondite
analisi verranno fatte, a breve, con
un altro incontro.
Punto n. 371 dell’O.d.G.
Viene approvato, con integrazione,
il verbale della seduta del Consiglio
n. 55 del 1 Marzo 2012.
Punto n. 372 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Piccioli Francesco n. 3357; Carli
Laura n. 3358; Fortuna Marco n.
3359; Facci Enrico Giovanni n. 3360;
Gobbo Roberto n. 3361; Contro Bruno
Giuseppe n. 3362.
b) Nuove Iscrizioni - Sezione B:
Bianchino Giovanni n. B77.
c) Trasferimenti all’Ordine di Vicenza
– Sezione A:
Loriggiola Fabio n. 3363 (dall’Ordine
di Padova); Sampietro Germano
n. 3364 (dall’Ordine di Como).
Punto n. 373 dell’O.d.G.
L’Ing. Dal Cortivo illustra la proposta
di incontro formativo “Adempimenti
e procedure tecnico-amministrative
riguardanti il progetto
strutturale delle costruzioni in zona
sismica, in applicazione al quadro
normativo nazionale e regionale”
rivolto ai responsabili degli uffici
tecnici ed ai RUP di 24 Comuni
del patto Territoriale “Area Berica”.
L’incontro verrà organizzato a
Noventa Vicentina ma l’intenzione
sarebbe di organizzarlo anche in
altri Comuni.
Il Consiglio approva l’iniziativa
per cui verrà inviata una lettera di
disponibilità all’Amministrazione
Comunale per l’organizzazione.
Punto n. 374 dell’O.d.G.
L’Ing. Frisiero presenta l’ultima versione
del “Capitolato tecnico per
la fornitura di un software per la
gestione del protocollo e dei flussi
documentali delle Commissioni e
del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri
di Vicenza”. L’Ing. Di Felice
presenta alcune osservazioni in
merito.
Il Consiglio delega gli Ingg. Frisiero
e Lucente di approfondire alcuni
aspetti specifici del documento.
Punto n. 375 dell’O.d.G.
- Camera di Commercio - rinnovo
componenti Commissione (art. 9
del Regolamento). Il Consiglio determina
di segnalare l’Ing. P. Rossi
(effettivo) e l’Ing. G. Morandini
(supplente).
- L’Ing. X. Y. ha richiesto l’autorizzazione
alla partecipazione al Corso
di Prevenzione Incendi (ex L.
818/84) organizzato dal Collegio dei
P.I. di Padova. Il Consiglio approva.
29

30
EDILIZIA E ALTRO
a cura di Pietro Argento
Rubrica informativa tecnico-legislativa del notiziario
dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza
DISCIPLINA TRANSITORIA SU TERRE DA SCA-
VO E RIFIUTI
Con la pubblicazione in Gazzetta Uffi ciale della Legge
28/2012, che ha convertito il Dl Ambiente, i materiali
da riporto non sono considerati rifi uti, almeno per due
mesi e fi no a nuovo provvedimento.
Il decreto sulle liberalizzazioni rimanda a un decreto
ministeriale, da approvare entro 60 giorni (quindi entro
il 25 maggio) dall’entrata in vigore della legge di
conversione, la defi nizione della disciplina sulla classifi
cazione e l’utilizzo dei materiali da riporto estratti
durante gli scavi.
Per evitare incertezze tra gli operatori del settore, la
legge per la conversione del Dl Ambiente ha fi ssato una
disciplina transitoria cui far riferimento fi no all’entrata
in vigore del DM.
Secondo la nuova legge, le matrici ambientali da riporto
rientrano nel concetto di suolo. Ne consegue che questi
materiali sono esclusi dalla disciplina sui rifi uti, ma
vengono considerati sottoprodotti e possono, quindi,
essere riutilizzati.
Il riutilizzo deve conformarsi alle prescrizioni del Codice
Ambiente, quindi essere originato da un processo di
produzione, di cui costituisce parte integrante, utilizzato
direttamente, senza alcun ulteriore trattamento diverso
dalla normale pratica industriale, nel corso dello stesso
o di un successivo processo di produzione, e non deve
comportare impatti complessivi negativi sull’ambiente
o la salute umana.
CERTIFICAZIONE ENERGETICA, METÀ DELLE
REGIONI HA UNA LEGGE
Il rapporto 2012 del CTI (Comitato Termotecnico Italiano
Energia e Ambiente) stima, a dicembre 2011, 2 milioni
e mezzo di ACE (Attestati di Certifi cazione Energetica).
Gli Attestati di Certifi cazione Energetica censiti al 31
dicembre 2011 sono 1.375.023, dei quali 710.000
(51,63%) solo in Lombardia. È però presumibile che
quelli effettivamente realizzati siano almeno il doppio.
Le Regioni che hanno un elenco dei certifi catori energetici
sono 8 (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia,
Piemonte, Puglia, Sicilia, Trento e Valle d’Aosta), per
un totale di circa 40.000 certifi catori iscritti.
Il recepimento della Direttiva 2002/91/CE (abrogata
dal 1° febbraio 2012 dalla 2010/31/UE) è avvenuto in
Italia in modo non omogeneo. Dieci Regioni (Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche,
Molise, Sardegna, Umbria e Veneto) non hanno una
legge quadro sulla materia. Solamente quattro Regioni
(Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle
d’Aosta) possiedono un catasto energetico regionale.
Abruzzo, Liguria e Veneto prevedono la sua attivazione
nel corrente anno.
Oltre alle 8 Regioni che hanno già un elenco, altre 5
(Abruzzo, Basilicata, Lazio, Umbria e Veneto) prevedono
di costituire un elenco di certifi catori energetici. La
formazione dei certifi catori è fortemente differenziata
sul territorio.
Anche la procedura di calcolo utilizzata per la valutazione
degli indicatori energetici non è uguale per tutte
le Regioni. In particolare, la Lombardia e la Provincia
Autonoma di Bolzano non utilizzano le norme tecniche
nazionali del pacchetto UNI/TS 11300. La Lombardia
prevede però l’adeguamento agli standard nazionali
non appena questi saranno completati e disponibili.
L’autodichiarazione in classe G del proprietario dell’immobile
è prevista nella maggior parte delle Regioni,
ad eccezione di Emilia Romagna, Liguria, Lombardia,
Piemonte e Trentino, dove però è accettata ai sensi
delle Linee Guida Nazionali per la certifi cazione energetica.
Sulla questione pende una procedura di messa
in mora da parte della Commissione Europea, che non
consente la possibilità di autodichiarare la classe G.
Molti notai già oggi sono orientati a chiedere sempre
l’ACE, rifi utando l’autodichiarazione del proprietario
Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto
e la Provincia autonoma di Trento hanno avviato
controlli sulla qualità dei certifi cati emessi. Lombardia
e Piemonte prevedono sanzioni nel caso di mancata
consegna degli ACE al momento della locazione di
un’abitazione. In Lombardia assegnare una classe
energetica superiore a quella reale può costare fi no a

10.000 euro; in Valle d’Aosta gli attestati non veritieri
sono punti con sanzioni che possono arrivare a 12.000
euro. In Piemonte il locatore che non rende disponibile
l’ACE alla stipula del contratto di locazione, è punito con
una sanzione che va da 500 a 5.000 euro.
Le attività di controllo da parte delle Regioni, laddove
avviate, hanno evidenziato un’elevata percentuale di
attestati non conformi. La direttiva 2010/31/UE, all’art.
18, prescrive alle autorità nazionali competenti o agli
organismi da esse delegati, l’istituzione di sistemi di
controllo indipendenti.
Il Dlgs 28/2011 ha reso obbligatoria, dal 1° gennaio
2012, l’indicazione dell’indice di prestazione energetica
contenuto nell’ACE negli annunci di compravendita
immobiliare, garantendo all’acquirente un’informazione
precisa su consumo e qualità energetica degli
immobili.
ABROGAZIONE DELLE TARIFFE PROFESSIO-
NALI E BANDI DI GARA
L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha riattivato
il tavolo tecnico di consultazione con le categorie interessate
per le modifi che che si rendono necessarie
all’indomani della conversione in Legge del Decreto
Semplifi cazioni.
Con l’abrogazione delle tariffe professionali le stazioni
appaltanti sono prive di norme per la determinazione
del compenso professionale da porre a base di gara
per i servizi di architettura e ingegneria (progettazione,
direzione lavori, coordinamento della sicurezza, collaudo)
sia in caso di affi damento, sia di appalto concorso
e sia di appalto integrato.
L’abrogazione del Testo Unico 143/1949 sulle tariffe ha
anche eliminato le classi e categorie creando un vuoto
nella defi nizione dei requisiti per i partecipanti alle gare.
RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO:
FONDO PER LA RIDUZIONE DEL COSTO
DELL’ENERGIA
Il D.M. 26/01/2012 stabilisce condizioni, modalità e
termini per l’utilizzo della dotazione del Fondo, di cui
all’art. 1, comma 362, della L. 296/2006 (Finanziaria
2007) fi nalizzato alla copertura di interventi di effi cienza
energetica ed alla di riduzione dei costi della fornitura
energetica per fi nalità sociali: edilizia popolare, case
di riposo, centri di accoglienza.
Destinatari del provvedimento sono:
• per interventi da realizzare sull’abitazione di proprietà,
consistenti nella realizzazione, nel potenziamento e
nella manutenzione straordinaria di impianti per la
produzione e/o la fornitura di energia utilizzanti fonti
rinnovabili, nonché nella realizzazione di interventi di
effi cienza energetica tali da ridurre i consumi di energia
ed i relativi costi, i clienti fi nali titolari di contratti
di fornitura di energia per usi civili, che si trovano in
almeno una delle seguenti condizioni:
a) disagio economico;
b) disabilità;
c) età non inferiore a 65 anni, purché in una condizione
di disagio economico.
• i soggetti pubblici titolari degli immobili di seguito
elencati, che provvedono alla realizzazione, al potenziamento
e alla manutenzione straordinaria di impianti
per la produzione e/o la fornitura di energia utilizzanti
fonti rinnovabili, nonché all’effettuazione di interventi
di effi cienza energetica tali da ridurre i consumi di
energia ed i relativi costi:
a) edifi ci di edilizia popolare residenziale pubblica;
b) centri di riabilitazione per anziani e disabili;
c) case di riposo;
d) centri di accoglienza e case famiglia;
e) edifi ci di edilizia sociale di proprietà degli enti locali.
Il decreto provvede alla ripartizione alle Regioni della
dotazione fi nanziaria del Fondo, pari a 71.589.896,00
Euro, così come stabilito dalle Regioni medesime sulla
base di indicatori già utilizzati per il riparto del Fondo
per le politiche sociali (nella misura del 50%) e di indicatori
risultanti dal rapporto tra le famiglie residenti
nella Regione ed i soggetti che hanno presentato dichiarazione
ISEE di importo non superiore a 7.500 Euro
(nella misura del 50%).
CAMPI ELETTROMAGNETICI: RINVIATE LE
NORME DI PROTEZIONE DEI LAVORATORI
Nuova proroga al 31/10/2013 per l’applicazione delle
misure di protezione previste dal TU sulla sicurezza nei
luoghi di lavoro.
Il termine per l’entrata in vigore delle disposizioni in
materia di protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione
a campi elettromagnetici di cui al Titolo VIII, Capo
IV del D.Leg.vo 09/04/2008, n. 81, è stato prorogato
dal 30/04/2012 al 31/10/2013.
La recente Direttiva 2012/11/UE ha infatti prorogato il
termine, previsto dall’art. 13, comma 1, della Direttiva
2004/40/CE, entro il quale gli Stati membri mettono in
vigore i propri provvedimenti di recepimento in materia
di protezione dai rischi di esposizione dei lavoratori a
campi elettromagnetici.
Come previsto ai sensi del comma 3 dell’art. 306 del
D. Leg.vo 81/2008, il Titolo VIII, Capo IV del medesimo
decreto legislativo entra in vigore a partire dal
termine indicato dall’art. 13, comma 1 della Direttiva
2004/40/CE.
Si ricorda che il termine in oggetto era già stato prorogato
al 30/04/2012 dall’art. 11 della L. 04/06/2010,
n. 96 (Comunitaria 2009), recependo la direttiva
2008/46/CE che ha modifi cato la direttiva 2004/40/CE.
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