19.06.2013 Views

IL TORCHIO TIPOGRAFICO - Consiglio regionale del Piemonte

IL TORCHIO TIPOGRAFICO - Consiglio regionale del Piemonte

IL TORCHIO TIPOGRAFICO - Consiglio regionale del Piemonte

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>IL</strong> <strong>TORCHIO</strong> <strong>TIPOGRAFICO</strong><br />

Il torchio è la macchina utilizzata per la stampa su un supporto piano. Le sue<br />

caratteristiche sono dipendenti dalla morfologia <strong>del</strong>la matrice: tipografica, calcografica e<br />

litografica. Il torchio tipografico adottato dai primi stampatori derivava da quello per la<br />

torchiatura <strong>del</strong>le vinacce e Gutenberg stesso vi apportò modifiche importanti per il suo<br />

funzionamento. L’uso <strong>del</strong> torchio fu però reso possibile solo da un altro progresso<br />

tecnologico: la produzione di inchiostri molto più viscosi di quelli usati per la scrittura a<br />

mano, idonei ad ancorarsi sulla matrice metallica.<br />

Tecnicamente il torchio, alle sue origini, può esser descritto come una struttura<br />

prevalentemente lignea costituita da parti fisse e parti mobili. Rispetto ai tipi di torchio in<br />

uso fino al Quattrocento, come quello per la pigiatura <strong>del</strong>l’uva o <strong>del</strong>le olive, o, per<br />

rimanere nell’ambito <strong>del</strong>la produzione libraria, quello per la pressatura dei fogli usato<br />

nelle cartiere, il torchio tipografico si distingue per un differente passo <strong>del</strong>la vite senza<br />

fine, che permette una superiore velocità di discesa <strong>del</strong> piano che esercita la pressione e<br />

dall’introduzione <strong>del</strong> carrello mobile per facilitare l’inserimento e l’estrazione dei fogli.<br />

Il cuore <strong>del</strong>la macchina è costituito da un piano fisso sul quale viene posta la<br />

forma, cioè la composizione destinata ad essere trasferita sulla carta, inchiostrata<br />

mediante i mazzi (grossi tamponi rivestiti in pelle), cui corrisponde una parte superiore<br />

mobile formata da un secondo piano, azionato mediante un sistema meccanico di leva-<br />

vite. La carta, posta sopra la forma, riceve la stampa attraverso la pressione esercitata<br />

dalla discesa <strong>del</strong> piano superiore. Un movimento <strong>del</strong>la leva in senso contrario permette<br />

l’innalzamento <strong>del</strong> piano di pressione, rendendo possibile il ritorno <strong>del</strong> carrello,<br />

l’apertura <strong>del</strong> timpano e l’estrazione <strong>del</strong> foglio fresco di stampa.


Il carrello mobile, che scorre su due piccole rotaie, può essere azionato a mano,<br />

come negli esemplari più antichi, o tramite manovella collegata a cinghie di cuoio.<br />

Quando il carrello è in posizione esterna è possibile l’inserimento <strong>del</strong>la forma di stampa<br />

e <strong>del</strong> foglio di carta, mentre quando viene fatto rientrare sotto l’elemento premente<br />

(platina), è possibile eseguire la stampa vera e propria. Il torchio, pur non subendo<br />

modifiche tali da stravolgerne la struttura complessiva, subisce nel corso degli anni<br />

numerosi perfezionamenti, volti soprattutto a semplificarne il funzionamento e ad<br />

incrementarne la produttività. Tra XV e XVI secolo si è passati dalla vite in legno alla<br />

vite in rame, e dal pianale portaforma in marmo a quello in ghisa.<br />

Nel 1620 il tipografo olandese Willem Janszoon Blaeu introduce l’automazione<br />

<strong>del</strong>la leva e <strong>del</strong> carrello mobile. Nel XVII secolo compaiono vari mo<strong>del</strong>li di torchio<br />

completamente metallici, di certo più precisi e veloci di quelli in legno, e meno soggetti a<br />

usura. Nel 1795 appare il primo torchio interamente in ghisa, mentre il più famoso di<br />

questi mo<strong>del</strong>li, lo Stanhope, (che prende il nome dal suo perfezionatore, Lord Charles<br />

Stanhope) viene introdotto nel 1798. Con lo Stanhope si riuesce a raggiungere tirature di<br />

circa 3.000 fogli giornalieri, rispetto ai 300 dei tempi di Gutenberg. Una innovazione<br />

ancora più radicale è quella apportata dal tedesco Friedrich Koenig, che oltrepassa il<br />

concetto di torchio e, nel 1812, realizza una macchina tipografica piano-cilindrica. La<br />

macchina è composta da un cilindro sulla cui superficie vengono stesi tre fogli; sotto il<br />

cilindro scorre il piano con la forma di stampa. Durante la corsa <strong>del</strong> carro il cilindro<br />

avanza di un terzo di giro, stampando così tre fogli ogni giro.<br />

Nel 1814 Koenig, su incarico <strong>del</strong> Times di Londra, assembla una piano-cilindrica<br />

doppia azionata da una macchina a vapore, ottenendo l’allora incredibile cifra di 1.600<br />

copie orarie. Nel 1816, ancora Koenig riesce a stampare bianca e volta in un unico<br />

passaggio, abbinando due macchine cilindriche. Il concetto di rotativa non è poi così<br />

lontano: essa nasce nel 1866.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!