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Rassegna stampa del 05/08/2009 - DarVoce

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press LIETE<br />

<strong>05</strong>/<strong>08</strong>/<strong>2009</strong><br />

LIBERTÀ<br />

'ultimo viaggio dei volontari<br />

dove oggi si pala di ricostruzione<br />

(dnz) Anche questa estat e<br />

per i volontari di "Fim-enzuol a<br />

oltre i confini" è stato il tempo<br />

<strong>del</strong> viaggio annuale in Bosnia ,<br />

tra le strade che un tempo par -<br />

lavano di guerra, a Sarajevo ,<br />

Mostar, Zenica, Bihac, Srebre -<br />

nica. «Ma la Bosnia non vuol e<br />

essere solo questo», dice la vo -<br />

lontaria Alessandra Rancati .<br />

«Nonostante non conoscessimo<br />

la lingua abbiamo imparato<br />

a comprendere il loro idioma u -<br />

niversale che parla di ricostru -<br />

zione, crescita, speranza, un i -<br />

dioma visionario e ancorato al -<br />

la dedizione che ogni giorn o<br />

viene impiegata da tutti coloro<br />

che hanno il desiderio di tornare<br />

a vivere come esseri uman i<br />

degni di questo nome. Il nostro<br />

compito è stato quello di fa r<br />

sentire che non sono soli. La so -<br />

lidarietà puoi essere più poten -<br />

te di qualunque altro aiuto» .<br />

L'associazione "Fiorenzuol a<br />

oltre i confini" è stata ancorau -<br />

na volta nei campi profughi at -<br />

torno a Zenica, che a distanz a<br />

di tanti anni dalla fine <strong>del</strong> con -<br />

finto, attendono ancora di esse -<br />

re smantellati. «Questi campi ,<br />

prima destinati ai profughi d i<br />

guerra, sono ora abitati da un<br />

cospicuo gruppo di nomadi ,<br />

considerati dal loro stesso po -<br />

polo gli ultimi tra gli ultimi» ,<br />

raccontano i volontari . «Qui i<br />

bambini portano sulle spalle un<br />

far<strong>del</strong>lo enorme : emarginati da<br />

tutti, vivono in baracche fati -<br />

scenti, senza conoscere le più<br />

elementari norme igieniche, il<br />

significato <strong>del</strong>le parole agio e<br />

benessere, privati di una qual -<br />

Diffusione 36.872<br />

Lettori 169.000<br />

siasi forma di istruzione scola -<br />

stica perché costretti a mendi -<br />

care per sopravvivere . Eppure<br />

gli occhi di questi bambini<br />

chiedono disperatamente di<br />

poter condurre un'infanzia co -<br />

me tutti gli altri bambini e di<br />

non. pagare sulla loro pelle il<br />

prezzo di una colpa che non<br />

hanno commesso e che neanche<br />

conoscono». I volontar i<br />

<strong>del</strong>l'associazione umanitari a<br />

fiorenzuolana per una settima -<br />

na sono stati «bosniaci tra i bo -<br />

sniaci», mangiando con loro, o -<br />

spiti nelle loro case (un temp o<br />

abbandonate a causa <strong>del</strong>l a<br />

guerra). Ai campi profughi so -<br />

no state consegnate casse d i<br />

medicinali, di alimentari e di<br />

vestiario .<br />

L'ultima tappa <strong>del</strong> viaggio è<br />

stata Srebrenica, teatro <strong>del</strong> più<br />

grande massacro di civili nella<br />

guerra in ex Jugoslavia: ottomi -<br />

la musulmani bosniaci vittime<br />

<strong>del</strong>la cecità dei generali serbo -<br />

bosniaci. «Qui a Srebrenica -<br />

racconta Alessandra Rancati -<br />

l'aria odora di sangue . Con i no -<br />

stri occhi vediamo le lapidi che<br />

riempiono i campi di questa<br />

città fantasma, di questo cam -<br />

po di concentramento a cielo aperto.<br />

Come ad Auschwitz sia -<br />

mo persone scomode, ci sentiamo<br />

a disagio, come osservator i<br />

lontani prendiamo coscienza d i<br />

quello che è stato, siamo ad un<br />

passo dal "cuore di tenebra" m a<br />

non osiamo entrare perché sa -<br />

rebbe troppo doloroso» .<br />

Pagina 27<br />

PT Sz v,-I :

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