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il tempo libero - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti

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con sassi. Più tardi adottarono l‟uso romano di costruire<br />

delle casse formate da lastroni di terra cotta, dove ponevano<br />

i morti: a volte, invece, sistemavano sul cadavere<br />

dei grossi mattoni a mo‟ di capanna. Adottarono anche <strong>il</strong><br />

rito della cremazione che praticarono dall‟inizio dell‟età<br />

del bronzo fino ai primi secoli dell‟Impero. Il Ligure fu,<br />

comunque, un popolo non ben conosciuto le cui vicende<br />

sono note soprattutto a partire dal momento in cui avvenne<br />

<strong>il</strong> suo impatto col mondo greco e romano.<br />

Nell‟anno 328 avanti l‟era volgare i Romani, condotti<br />

da Gracco, invasero le nostre regioni devastandone<br />

gran parte e conducendo prigionieri, in Corsica ed in<br />

Sardegna, un gran numero di liguri. <strong>Un</strong>a seconda invasione<br />

di Romani nel tortonese, capitanata dal Console Cornelio,<br />

avvenne nell‟anno 237 a.C. e nella quale furono<br />

uccisi 24.000 Liguri e 5.000 furono condotti prigionieri a<br />

Roma.<br />

La terza invasione sarebbe avvenuta nell‟anno 236 a.C.<br />

sotto <strong>il</strong> consolato di Cornelio Lentulo e Licinio Varo.<br />

Con un‟arma vennero assaliti i Boi ed i Liguri arrecando<br />

distruzioni, saccheggi, spoliazioni di terre e di v<strong>il</strong>laggi.<br />

L‟anno successivo, però, i Liguri riconquistarono quanto<br />

era stato loro sottratto per cui, nel 234 a.C., i Romani<br />

furono costretti nuovamente ad intervenire.<br />

Nel 223 a.C. i Romani stab<strong>il</strong>irono la loro dominazione<br />

nel tortonese anche se, successivamente, dovettero sedare<br />

reiterati tentativi di ribellione.<br />

Infatti nell‟anno 197 a.C, <strong>il</strong> Console Q.Minucio Rufo,<br />

per debellare la tenace ost<strong>il</strong>ità dei Liguri d‟oltre Appennino<br />

e rendere più sicuro <strong>il</strong> transito sulla via Genova-<br />

Derthona-Piacenza, che allora si snodava su un tracciato<br />

di piste montane, valicò i Giovi e, sboccando nel piano,<br />

con violente battaglie occupò Libarna, Iria e Clastidium. I<br />

Liguri, strenui difensori della loro terra, anche se aspra<br />

ed ost<strong>il</strong>e, trovarono nei Romani degni avversari.<br />

Da questi furono sopraffatti per la superiorità nell‟arte<br />

della guerra, per la migliore tecnica nell‟uso delle armi e<br />

per la più approfondita conoscenza delle tecniche belliche.<br />

Le frequenti e quasi ricorrenti guerre che si combattevano<br />

fra i Romani e i Liguri, fra i Romani e gli Insubri, si<br />

spiegano col fatto che anche questi due popoli non latini<br />

della Padania, seppure ancestralmente ost<strong>il</strong>i fra di loro,<br />

esigendolo la necessità, si siano a volte alleati contro<br />

di Domenico Peverone<br />

Roma.<br />

Prova ne sia <strong>il</strong> fatto che quando Annibale, nel 218 a.C,<br />

scese dalle Alpi, se li trovò alleati mentre Genova, che<br />

era alleata di Roma, fu distrutta da Magone, fratello minore<br />

di Annibale.<br />

Dice <strong>il</strong> Gabotto che <strong>il</strong> Ligure fu “un antico popolo fortissimo<br />

che aveva dato in altri tempi molto travaglio a Roma,<br />

e che Roma non era riuscita a conquistare interamente<br />

se non in capo di parecchi secoli, all‟apice della sua<br />

potenza.” Comunque la vita in comune dei due popoli,<br />

col passare del <strong>tempo</strong>, creò una specie di amalgama di<br />

linguaggio, di costumi, di comportamenti e di leggi. Ma<br />

questa integrazione non avvenne in maniera uniforme.<br />

Dove i costumi, le tradizioni e le leggi dei Liguri resistettero<br />

più a lungo a tale processo, fu nelle campagne dove<br />

<strong>il</strong> contatto con l‟elemento e la realtà romani furono meno<br />

frequenti che nelle città. Anche se la civ<strong>il</strong>tà dei vincitori,<br />

a poco a poco in un divenire naturale delle cose, si sovrappose<br />

trasformando <strong>il</strong> loro modo di vivere, i Liguri<br />

mantennero quei principi fondamentali che li avevano<br />

sempre informati, anche perchè i Romani, dove arrivavano,<br />

non distruggevano ma latinizzavano, rispettosi del jus<br />

gentium.<br />

Il Goggi sostiene che tutti i fiumi, quasi tutti i monti e la<br />

stragrande maggioranza dei paesi antichi, hanno nomi<br />

liguri. Ci si deve pertanto affidare alla toponomastica e<br />

alle molte forme dialettali. Sarebbero di origine ligure<br />

quelli che terminano in asco, asca, assi, allo, come ad<br />

esempio Vigallo, così come i composti di ar, var, ver. I<br />

Liguri, pur essendo privi di scrittura, avevano una propria<br />

parlata di origine ariana, indoeuropeizzata, in seguito, con<br />

<strong>il</strong> contributo del Celti che, pur essendosi successivamente<br />

ibridata per effetto della dominazione romana, si<br />

mantenne in alcune espressioni che ancor oggi sopravvivono<br />

nel nostro dialetto.<br />

Scrive <strong>il</strong> Goggi: “La parte del linguaggio ligure di<br />

maggior uso che fu sostituita dal latino andò perduta.<br />

Furono conservate invece le parole che formavano la<br />

base della toponomastica...altre, non molte, furono conservate<br />

dal dialetto.<br />

Qui <strong>Viguzzolo</strong> 2010 67

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