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il tempo libero - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti

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È stato riproposto, inoltre, per <strong>il</strong> quinto anno consecutivo,<br />

<strong>il</strong> rapporto di particolare assiduità con la classe V della<br />

scuola primaria, cui è stato dedicato <strong>il</strong> laboratorio di lettura<br />

creativa “Leggo e scrivo uno spettacolo”, sostenuto dal<br />

Sistema bibliotecario di Tortona e condotto da Massimo<br />

Cauzzi, che ha portato alla realizzazione di un vero e proprio<br />

spettacolo teatrale, basato sull'Inferno dantesco. Lo<br />

spettacolo è stato messo in scena, con <strong>il</strong> solito grande<br />

successo, alla palestra polifunzionale nel pomeriggio di<br />

martedì 8 giugno 2010, chiudendo in allegria l‟anno sco-<br />

lastico dei ragazzi. Proprio in questi giorni di inizio anno<br />

abbiamo avuto conferma da parte del Sistema bibliotecario<br />

di Tortona e del Tortonese che saranno disponib<strong>il</strong>i le<br />

risorse (di provenienza regionale) per confermare anche<br />

per quest'anno scolastico 2010-2011 <strong>il</strong> laboratorio e <strong>il</strong><br />

relativo spettacolo conclusivo, per cui <strong>il</strong> progetto verrà<br />

attivato anche nella prossima primavera, sempre con la<br />

classe V della scuola primaria.<br />

Aldo Nove<br />

Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese...<br />

… ma potrebbe chiamarsi anche Alessandra, Riccardo, Angelo,<br />

Maria, Giovanna, Fabio... Storie di persone vere, mai<br />

raccontate però. Chi lavora in agenzie web, nei call center,<br />

chi fa <strong>il</strong> pastore, chi vive flessib<strong>il</strong>ità di ogni genere, chi fa lo<br />

stagista a vita, chi lavora da precario in uno studio da avvocato<br />

ma si mantiene facendo <strong>il</strong> cameriere...<br />

Storie di tanti, oggi, che nella “società liquida” devono incastrare<br />

i pezzi della loro vita lavorativa (nei casi più fortunati<br />

solo di quella lavorativa, nei più intricati anche di quella<br />

sentimentale) come un puzzle per cercare alla fine del<br />

mese di avere uno stipendio, comunque da fame.<br />

Cosa succede nella vita di queste persone, spesso con un<br />

titolo di studio, o anche più di uno? Lavorano come minimo<br />

12 ore al giorno e le restanti le passano su mezzi per<br />

“trasportarsi” da un luogo di lavoro all'altro, la loro vita<br />

sociale viene annullata, <strong>il</strong> <strong>tempo</strong> <strong>libero</strong> è solo un bel ricordo<br />

di quando erano bambini o giovani studenti, i profitti vengono<br />

spesi per pagare l'affitto (perché spesso questi lavori<br />

sono anche lontano dalla città di origine) e i trasporti per<br />

cercare di ritornare almeno nei fine settimana dai propri<br />

cari.<br />

Poi <strong>il</strong> dramma di quando viene offerto un nuovo “lavoro”:<br />

non ci si può permettere di rifiutarlo, ma nello stesso <strong>tempo</strong><br />

nemmeno di perdere quelli che già si avevano perché sono<br />

“contatti” che possono sempre servire, e allora sempre meno<br />

<strong>tempo</strong> <strong>libero</strong>, sempre meno ore di sonno e più pezzi del<br />

puzzle da incastrare<br />

Aldo Nove (Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250<br />

euro al mese, Einaudi 2006, 178 p.) presenta una grande<br />

inchiesta, un docu-drama italiano, un reportage struggente<br />

in cui le storie vere di giovani e non più giovani dovrebbero<br />

aiutare chi <strong>il</strong> posto fisso ce l'ha e chi invece sta cercando un<br />

di Pierluigi <strong>Per</strong>nigotti<br />

di Michela Moratto<br />

posto (a progetto, di collaborazione, precario, interinale,<br />

sul web...) a capire come funziona <strong>il</strong> nuovo sistema<br />

lavorativo, a capire che ormai bisogna essere flessib<strong>il</strong>i,<br />

non affezionarsi a luoghi e persone perché durano poco<br />

e quando ti sembra che tutto vada per <strong>il</strong> meglio, che ti<br />

ci sei ambientato, devi cambiare.<br />

Storie che aiutano anche ad essere “coraggiosi”, come<br />

l'inchiesta che ci troviamo davanti agli occhi leggendo<br />

questo libro, e a sognare, in grande, anche se ciò che ci<br />

troviamo davanti è piccolo e senza speranze: non essere,<br />

come si legge sul retro di copertina, una generazione<br />

di giovani-adulti costretti a forza a rimanere bambini,<br />

ma giovani e adulti con grandi speranze e grandi sogni<br />

per <strong>il</strong> futuro.<br />

Qui <strong>Viguzzolo</strong> 2010 73

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