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MOUNTAIN BIKE NEL GEMONESE<br />

13 itinerari per 7 comuni<br />

Artegna<br />

Bordano<br />

Forgaria nel Friuli<br />

<strong>Gemona</strong> del Friuli<br />

Montenars<br />

Trasaghis<br />

Venzone


presentazione<br />

Sentieri, mulattiere, strade percorrono la montagna friulana formando<br />

<strong>una</strong> fittissima rete viaria. Le laboriose popolazioni che l’hanno abitata<br />

da secoli, dovendo sfruttare pascoli e boschi e collegare tra loro i<br />

numerosi e sparsi paesi, ci hanno lasciato questa particolare eredità.<br />

Un ulteriore arricchimento alla viabilità lo si deve alla realizzazione<br />

di numerose strade e mulattiere militari durante la prima grande guerra,<br />

attività poi proseguita a seguito dell’importante posizione strategica<br />

delle Alpi orientali.<br />

Per sviluppare l’economia montana attraverso un più razionale ed<br />

economico utilizzo di boschi e pascoli e poterli proteggere più efficacemente<br />

dagli incendi, le Comunità Montane hanno anch’esse rafforzato<br />

le vie di collegamento.<br />

In questi ultimi anni la nostra Comunità ha in parte sistemato ma<br />

soprattutto costruito circa 150 km di piste forestali; queste nuove arterie<br />

della montagna sono così diventate un importante strumento per lo<br />

sviluppo del turismo <strong>sport</strong>ivo: trekking, podismo, pesca, parapendio e,<br />

soprattutto, la mountain bike.<br />

Il territorio del Gemonese, collocato tra le Prealpi Giulie e Carniche<br />

divise dalla valle del Tagliamento, è caratterizzato da catene montuose<br />

con andamento est-ovest, generalmente poco innevate, con il versante<br />

sud ben esposto al sole e facilmente accessibile anche in inverno.<br />

I paesi sono collocati a non più di 350 m di quota e i monti raggiungono<br />

i duemila metri.<br />

La zona, ricca di acque e di boschi, mantiene intatto il fascino di un<br />

ambiente ancora integro che le amministrazioni locali intendono conservare.<br />

Questa pubblicazione vuole essere <strong>una</strong> proposta di fruizione intelligente<br />

del territorio rivolta agli <strong>sport</strong>ivi-turisti che amano la natura e<br />

sono interessati a conservarla e rispettarla come un bene comune di<br />

grande importanza. Auguriamo loro di utilizzare la bike non solo<br />

sudando chilometri ma anche sapendo guardare i fiori, le piante, gli<br />

alberi, gli animali ed i paesaggi che questo ambiente offre con dovizia<br />

e grande discrezione.<br />

Flaviano Ermacora<br />

Presidente della Comunità Montana<br />

del Gemonese


2<br />

introduzione agli itinerari<br />

Ipercorsi descritti in questa guida sono in gran parte sconosciuti al<br />

grande pubblico e presentano caratteristiche diverse per quanto<br />

riguarda il livello di difficoltà, il tempo di percorrenza e, non ultimi, gli<br />

ambienti che si vanno ad attraversare. Gli aspetti naturali e paesaggistici<br />

che qualificano il territorio del Gemonese hanno consentito di individuare<br />

13 itinerari per mountain bike: ci si può immergere nei declivi<br />

boscosi dell’altopiano del Corno, segnato da numerose carrarecce e<br />

stradine, oppure c’è la possibilità di affrontare l’impegnativo percorso<br />

che si snoda lungo la selvaggia e isolata Val Venzonassa; gli amanti<br />

delle salite potranno accedere al pianoro del S. Simeone o alla Malga<br />

Cuarnan sfiorandone le cime, da cui si possono godere splendidi panorami;<br />

per coloro che prediligono le pedalate in solitaria gli itinerari che<br />

risalgono il Torrente Palar e la Val Tugliezzo offrono l’occasione per<br />

mettersi alla prova, affrontando salite a tratti ripide avvolti nel silenzio<br />

della natura; infine vengono proposti percorsi ideali per <strong>una</strong> facile<br />

sgambata in compagnia: l’anello che costeggia il Tagliamento e il Lago<br />

di Cavazzo o il giro attorno al Monte Cumieli permettono al ciclista di<br />

effettuare quasi delle escursioni, con la possibilità di fare visita a luoghi<br />

e ad ambienti di notevole interesse.<br />

Le schede, esaurienti, contengono le caratteristiche tecniche e <strong>una</strong><br />

breve descrizione di ogni percorso, inoltre la cartina topografica con lo<br />

sviluppo del tracciato ed il profilo altimetrico forniscono ulteriori informazioni<br />

al ciclista che così potrà scegliere senza difficoltà l’itinerario di<br />

suo gradimento.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, di ogni singolo itinerario<br />

si è inteso evidenziare la lunghezza, il dislivello, l’altitudine massima<br />

raggiunta, il tempo di percorrenza, il grado di difficoltà e le caratteristiche<br />

del fondo stradale.<br />

I dati che riguardano il tempo di percorrenza si riferiscono al tempo<br />

totale impiegato dal ciclista “medio” per effettuare, senza soste, l’itinerario.<br />

Il dislivello rappresenta l’effettiva differenza altimetrica che il ciclista<br />

deve sostenere durante il percorso.<br />

Il fondo prevalente indica in percentuale la tipologia del fondo stradale<br />

in questione.


La difficoltà esprime il grado di preparazione necessaria per poter<br />

affrontare gli itinerari. Per questo si è proceduto ad <strong>una</strong> suddivisione<br />

del tipo di percorso secondo il seguente criterio:<br />

Molto impegnativo: rientrano in questa categoria percorsi caratterizzati<br />

da salite estremamente ripide (pendenza media superiore all’8-9%,<br />

tratti massimi rilevabili oltre il 10%) o itinerari particolarmente lunghi,<br />

per i quali si determinano ostacoli di portata tale da richiedere un’adeguata<br />

preparazione atletica. Ad esempio, salite come quella del Monte<br />

S. Simeone o della Val Tugliezzo necessitano di un impegno costante,<br />

essendo caratterizzate da pendenze medie elevate. L’itinerario della<br />

Val Venzonassa richiede invece particolare attenzione sia per quanto<br />

riguarda la difficoltà del percorso (presenta tratti di salita “tagliagambe”<br />

e discese pericolose, inoltre parte del tragitto risulta non ciclabile), sia<br />

per salvaguardare l’incolumità del ciclista, non essendoci lungo il tracciato<br />

alcun punto di appoggio. È quindi consigliabile affrontare tale percorso<br />

in compagnia e portando con sé l’equipaggiamento necessario in<br />

caso di emergenza.<br />

Impegnativo: vi sono rappresentati gli itinerari caratterizzati da tratti di<br />

salita o discesa decisamente ripidi che richiedono il possesso di qualità<br />

tecnico-atletiche da parte del ciclista.<br />

Medio: si tratta di itinerari adatti ai ciclisti di media preparazione; i maggiori<br />

problemi in questo caso riguardano brevi frazioni di salita impegnativa<br />

o tratti costanti di salita di media difficoltà (si può notare come<br />

la maggior parte dei percorsi descritti sia considerata di tale livello).<br />

Turistico: vi rientrano i percorsi ideali per il neofita, essendo di facile<br />

percorrenza. Sono caratterizzati dall’assenza di dislivello, con un profilo<br />

altimetrico praticamente piatto.<br />

Poiché le rilevazioni dei singoli itinerari sono state effettuate nel periodo<br />

estate-autunno 1998, non si assicura che i dati relativi al fondo stradale<br />

e alla segnaletica siano immutati.<br />

Buona pedalata!<br />

Andrea Palese<br />

3


4 gli itinerari


6 itinerario 1<br />

ARTEGNA-M. FAEIT-PLAZZARIS-<br />

ISOLA-ARTEGNA<br />

Sviluppo: 16,1 km<br />

Dislivello: 560 m<br />

Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit)<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min.<br />

Difficoltà: medio<br />

Fondo prevalente: 51% asfalto, 49% sterrato


Dal piazzale del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai<br />

cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad <strong>una</strong><br />

piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la strada<br />

asfaltata che dopo 3,1 km complessivi diventa uno sterrato assai insidioso.<br />

Percorsi 4,7 km ha termine il tratto di strada più impegnativo, caratterizzato in alcuni<br />

punti da pendenze del 14%. In corrispondenza di un ampio spiazzo prativo si può<br />

risalire a destra la mulattiera che conduce alla cima del Monte Faeit (734 m; km 5),<br />

da cui si gode uno splendido panorama sulla<br />

piana di Osoppo e l’Anfiteatro morenico.<br />

Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo<br />

la strada da cui ci si era allontanati.<br />

Si avanza ora in falsopiano sulla<br />

dorsale prativa del Monte<br />

Campeon. Dopo 7,1 km complessivi<br />

l’itinerario procede a<br />

sinistra; dopo 8,7 km all’altezza<br />

di un roccolo si fa ritorno sull’asfalto<br />

per svoltare immediatamente<br />

a sinistra in<br />

direzione di Plazzaris, borgata<br />

di Montenars.<br />

La strada asfaltata ha termine<br />

poco oltre l’abitato (km<br />

9,6), si prosegue quindi su<br />

fondo naturale fino alla frazione<br />

di Isola (km 12,4).<br />

Raggiunta la strada asfaltata<br />

si scende verso Artegna,<br />

facendo attenzione a tenere<br />

di nuovo la sinistra all’incrocio<br />

di Cologna.<br />

DA VEDERE<br />

Ad Artegna, sul colle al centro del<br />

paese, di rilevante interesse sono il<br />

Castello dei Savorgnan, ricostruito nel<br />

XV secolo, e la chiesetta di S. Martino<br />

risalente al 1205, che conserva all’interno<br />

un ciclo di affreschi del Cinquecento.<br />

A Montenars meritano <strong>una</strong> visita i borghi<br />

rurali di Cologna e Lucardi. Le chiese di<br />

S. Elena (Sonvilla) e di S. Giorgio<br />

Il Monte Faeit visto da ovest<br />

(Cologna) sono state ricostruite in linee<br />

architettoniche moderne, dopo il terremoto<br />

del 1976, su progetti di Augusto Romano Burelli. Su un costone roccioso<br />

che domina la forra del Torrente Orvenco, a sud dell’abitato di Cologna, si<br />

scorgono i ruderi del Castello di Ravistagno, eretto nel Duecento.<br />

7


8 itinerario 2<br />

ARTEGNA-M. FAEIT-VAL ZIMOR-<br />

SAMMARDENCHIA-TARCENTO-<br />

ARTEGNA<br />

Sviluppo: 28,7 km<br />

Dislivello: 694 m<br />

Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit)<br />

Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min.<br />

Difficoltà: impegnativo<br />

Fondo prevalente: 80% asfalto, 20% sterrato


9<br />

Si tratta di <strong>una</strong> variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzale del municipio<br />

di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai cartelli che<br />

segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad <strong>una</strong><br />

piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti<br />

lungo la strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi<br />

diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi 4,7 km<br />

ha termine il tratto più impegnativo, caratterizzato<br />

in alcuni punti da pendenze del 14%. In corrispondenza<br />

di un ampio spiazzo prativo si può<br />

risalire a destra la mulattiera che conduce alla<br />

cima del Monte Faeit (734 m; km 5), da cui si<br />

gode uno splendido panorama sulla piana<br />

di Osoppo e l’Anfiteatro morenico.<br />

Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo la<br />

strada da cui ci si era allontanati. Si avanza<br />

ora in falsopiano sulla dorsale prativa<br />

del Monte Campeon. Dopo 7,1 km complessivi<br />

l’itinerario procede a sinistra;<br />

dopo 8,7 km, all’altezza di un roccolo,<br />

confluisce a destra nella strada asfaltata<br />

proveniente da Montenars. Si pedala<br />

così per 2 km nella stretta Val di<br />

Stella, imboccando successivamente<br />

la rotabile della Val Zimor (km 10,7).<br />

La strada è interessata da un fondo<br />

sdrucciolevole e irregolare, inoltre il<br />

primo tratto si presenta piuttosto ripido.<br />

Dopo 15,8 km si svolta a destra<br />

alla volta di Sammardenchia raggiungibile<br />

dopo <strong>una</strong> salita assai impegnativa,<br />

caratterizzata da pendenze<br />

notevoli (16%). Attraverso <strong>una</strong> strada<br />

panoramica, superati i borghi di<br />

Beorchian e Coia, si arriva a<br />

Tarcento (km 21,7). Dalla cittadina,<br />

seguendo in successione le indicazioni<br />

per Billerio, Magnano ed<br />

Artegna, si fa ritorno al punto di partenza.<br />

DA VEDERE<br />

A Coia di Tarcento si erge il torrione<br />

che appartenne al Castello Frangipane,<br />

complesso fortificato eretto nel XIV<br />

secolo. A Magnano in Riviera si conservano<br />

i resti del Castello di Prampero,<br />

andato distrutto nel Cinquecento e successivamente<br />

ricostruito. Nei pressi<br />

sorge la chiesetta di S. Margherita, di<br />

origini quattrocentesche.


10 itinerario 3<br />

ARTEGNA-M. FAEIT-FLAIPANO-<br />

TARCENTO-ARTEGNA<br />

Sviluppo: 28,1 km<br />

Dislivello: 596 m<br />

Altitudine massima: 734 m (Monte Faeit)<br />

Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min.<br />

Difficoltà: medio<br />

Fondo prevalente: 80% asfalto,<br />

20% sterrato


Si tratta di un’ulteriore variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzale<br />

del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata<br />

dai cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”.<br />

Dopo 1 km, giunti ad <strong>una</strong> piazzola da cui prendono<br />

avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la<br />

strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi<br />

diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi<br />

4,7 km ha termine il tratto di strada più<br />

impegnativo, caratterizzato in alcuni punti<br />

da pendenze del 14%. In corrispondenza<br />

di un ampio spiazzo prativo si può risalire<br />

a destra la mulattiera che conduce<br />

alla cima del Monte Faeit (734 m; km<br />

5), da cui si gode uno splendido<br />

panorama sulla piana di Osoppo e<br />

l’Anfiteatro morenico.<br />

Ridisceso il tracciato, si prosegue<br />

lungo la strada da cui ci si era<br />

allontanati. Si pedala ora in falsopiano<br />

sulla dorsale prativa del<br />

Monte Campeon. Dopo 7,1 km<br />

complessivi l’itinerario procede<br />

a sinistra; dopo 8,7 km, all’altezza<br />

di un roccolo, confluisce a<br />

destra nella strada asfaltata<br />

proveniente da Montenars. Al<br />

bivio successivo (km 10,7) si<br />

prosegue diritti verso Frattins e<br />

Flaipano. La strada avanza<br />

sullo spartiacque che separa le<br />

valli del Vedronza e <strong>dello</strong> Zimor<br />

e sale leggermente di quota<br />

sino al Monte Stuba, per poi<br />

scendere altrettanto gradualmente<br />

oltre i piccoli borghi di<br />

Stella e Pobra. Viene così raggiunta<br />

la chiesetta di Stella (km<br />

15,2); da qui svoltando a destra la<br />

discesa si fa più ripida, caratterizzandosi<br />

per il fondo sconnesso ed<br />

i numerosi stretti tornanti. Altri 5,9<br />

km e si giunge a Tarcento dopo aver<br />

superato le frazioni di Malemaseria e<br />

Zomeais. Da Tarcento (km 21,1) si<br />

seguono le indicazioni per Billerio e<br />

Magnano proseguendo così alla<br />

volta di Artegna.<br />

DA VEDERE<br />

Sui versanti del Monte Faeit rivolti a<br />

nord e ad ovest era situato un “castrum”<br />

longobardo, vasto apprestamento<br />

difensivo di cui restano le tracce a fianco<br />

delle strade lastricate di accesso all’altura.<br />

All’imbocco di uno di questi percorsi sorge<br />

la chiesetta di S. Stefano in Clama risalente<br />

all’XI secolo.<br />

11


12 itinerario 4<br />

SALITA AL MONTE CUARNAN<br />

Sviluppo: 12,9 km (escluso il ritorno)<br />

Dislivello: 800 m<br />

Altitudine massima: 1075 m (Malga Cuarnan)<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 10 min. andata; 40 min. ritorno<br />

Difficoltà: impegnativo<br />

Fondo prevalente: 92% asfalto, 8% sterrato


13<br />

A<strong>Gemona</strong>, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco<br />

di via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni<br />

per il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si affronta<br />

in salita la strada asfaltata che, con pendenza costante, si snoda dapprima<br />

sulla sinistra del corso del Vegliato, poi attraverso la località di Siere per condurre<br />

successivamente ai prati di Plan di Cuarnan (km 11,9), dove ha termine il tratto<br />

asfaltato. Da qui si prosegue su un’ampia strada bianca che dopo circa 1 km<br />

conduce a Malga Cuarnan (fare attenzione al crocicchio dopo 200 m di percorso<br />

sterrato: va imboccata a sinistra la strada con il cancello di legno). Il ritorno si<br />

effettua lungo lo stesso percorso dell’andata.<br />

Interessante è la deviazione che consente di raggiungere i Pascoli Alti del<br />

Cuarnan: poche centinaia di metri prima della malga si imbocca sulla destra la<br />

faticosa mulattiera che si sviluppa<br />

verso sudovest sulla dorsale<br />

del monte. La splendida vista<br />

che si allarga sulla pianura friulana<br />

ed i vasti prati fioriti saranno<br />

la degna ricompensa per lo sforzo<br />

sostenuto. Per chi avesse<br />

ancora energie c’è la possibilità di<br />

raggiungere, a piedi e in circa 30<br />

minuti, la chiesetta del Redentore<br />

che sorge sulla cima del Cuarnan<br />

Veduta dal Monte Cuarnan<br />

(1372 m). Lungo il sentiero si<br />

incontra il ricovero Pischiutti in<br />

cui è possibile pernottare.<br />

Dalla malga, prendendo un<br />

ripido sentiero, si può salire<br />

a Sella Foredôr (1089 m).<br />

Dopo pochi minuti di cammino<br />

si ammirerà lo splendido<br />

scenario rappresentato<br />

dalla catena del Chiampon.<br />

DA VEDERE<br />

A <strong>Gemona</strong>, ricostruita dopo il terremoto<br />

del 1976, di grande interesse è il<br />

Duomo gotico, consacrato nel 1337 dopo<br />

quasi cinquant’anni di lavori. Ha subito nel<br />

tempo numerosi rimaneggiamenti. Lo affianca la<br />

torre campanaria, di poco successiva. Da Porta Udine,<br />

prossima al sagrato, ha inizio via Bini, cuore del centro storico<br />

gemonese, su cui si affacciano importanti edifici: Palazzo Gurisatti,<br />

Casa D’Aronco, Palazzo Sporeni, Casa Antonelli, Palazzo Elti, Palazzo<br />

Boton. Inoltre, attraverso <strong>una</strong> scalinata, si ha la possibilità di accedere direttamente<br />

all’altura che conserva i resti del castello medievale.<br />

Malga Cuarnan è sede di un’attività agrituristica, vi si possono acquistare i<br />

prodotti caseari tipici. La chiesetta-monumento del Redentore, che si eleva<br />

sulla cima del Cuarnan, è stata eretta per la prima volta nel 1901 e ricostruita<br />

nel 1985.


14 itinerario 5<br />

GEMONA-SELLA S. AGNESE-FORTE DI<br />

M. ERCOLE-M. CUMIELI-SELLA S. AGNESE-<br />

GEMONA<br />

Sviluppo: 16,9 km<br />

Dislivello: 530 m<br />

Altitudine massima: 571 m<br />

(Monte Cumieli)<br />

Tempo di percorrenza:<br />

1 ora e 30 min.<br />

Difficoltà: medio<br />

Fondo prevalente:<br />

18% asfalto,<br />

82% sterrato<br />

La Sella di S. Agnese


15<br />

A<strong>Gemona</strong>, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco di<br />

via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per<br />

il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora<br />

seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del Torrente<br />

Vegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conduce<br />

alla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata <strong>una</strong> chiesetta votiva ricostruita<br />

dopo il terremoto del 1976.<br />

Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, mantenendo la sinistra sulla dissestata<br />

strada sterrata che discende il versante. Dopo circa 300 m va imboccato il<br />

largo sentiero che sale deciso a sinistra (fare attenzione: nella bella stagione la<br />

vegetazione rigogliosa tende a nascondere il nuovo percorso). Il tracciato, accidentato<br />

e a tratti ripido, conduce a un piccolo pianoro panoramico posto su <strong>una</strong> propaggine<br />

del Monte Cumieli, con <strong>una</strong> bella veduta sui Rivoli Bianchi e l’ambito di<br />

Ledis (km 5,2).<br />

Dalla balconata ha inizio <strong>una</strong> discesa che nel mezzo di <strong>una</strong> faggeta conduce, dopo<br />

circa 1 km, a un’estesa zona prativa dove è localizzato un casolare (C. Cum).<br />

L’itinerario procede lungo <strong>una</strong> strada prima sterrata poi cementata. Giunti ad <strong>una</strong><br />

sbarra si prosegue diritti attraverso le rovine del Forte di Monte Ercole; al bivio successivo<br />

(km 7,7) si svolta a sinistra. Si è ora impegnati in <strong>una</strong> salita che avviene per<br />

alcune centinaia di metri su un acciottolato di recente realizzazione. Superati <strong>una</strong><br />

galleria naturale ed un tornante, in corrispondenza di un bosco di castagni si può<br />

salire alla cima del Cumieli imboccando a sinistra un ripido sentiero (km 10,1).<br />

L’ascesa è molto difficoltosa, essendo caratterizzata da fortissime pendenze.<br />

Dall’altura splendido è il panorama sulla piana alluvionale del Tagliamento e le<br />

Prealpi del Gemonese.<br />

Si scende e si riprende la strada principale sino al completamento dell’anello, facendo<br />

presto ritorno alla Sella di S. Agnese (km 12,9) e da qui dirigendosi di nuovo a<br />

<strong>Gemona</strong> (km 16,9).<br />

DA VEDERE<br />

La Sella di S. Agnese accoglie l’omonima chiesetta, risalente alla prima<br />

metà del XIII secolo, a cui era annesso un convento. Su <strong>una</strong> piccola<br />

altura posta in prossimità del corso del Tagliamento si erge il Forte di<br />

Monte Ercole, opera militare a carattere difensivo costruita all’inizio<br />

del Novecento. La cima arrotondata del Cumieli custodisce le tracce<br />

di <strong>una</strong> muraglia forse appartenente ad un castelliere protostorico. Su<br />

un contrafforte roccioso a sud del monte, accessibile dalla mulattiera<br />

che riconduce a S. Agnese, sono conservati i resti del Castello di<br />

Grossemberg eretto nel 1190 e presto abbattuto.<br />

Merita <strong>una</strong> visita il Lago Minisini presso Ospedaletto, piccolo<br />

specchio d’acqua che si sta progressivamente interrando.


16 itinerario 6<br />

GEMONA-SELLA S. AGNESE-<br />

S. CATERINA<br />

Sviluppo: 9,4 km (escluso il ritorno)<br />

Dislivello: 226 m<br />

Altitudine massima: 430 m (Sella di<br />

S. Agnese)<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 20 min.<br />

andata; 1 ora ritorno<br />

Difficoltà: medio<br />

Fondo prevalente: 47% asfalto,<br />

53% sterrato<br />

La piana di Venzone


17<br />

A<strong>Gemona</strong>, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco di<br />

via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per<br />

il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora<br />

seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del Torrente<br />

Vegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conduce<br />

alla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata <strong>una</strong> chiesetta votiva ricostruita<br />

dopo il terremoto del 1976.<br />

Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, tenendo la destra e percorrendo<br />

l’ampia carrareccia a tratti sconnessa che scende in maniera decisa<br />

verso la località Plan di Muini (km 4,8). Dal punto più elevato del pianoro si<br />

procede a sinistra e al successivo bivio a destra. Viene così raggiunto il<br />

greto del Rio Pozzolons (km 5,5): seguendo <strong>una</strong> debole traccia, sul suo<br />

argine destro ci si raccorda alla mulattiera principale. Si scende verso<br />

ovest in direzione del Tagliamento per un centinaio di metri, sino ad<br />

incontrare un evidente spiazzo (km 5,8). Qui si svolta a destra<br />

imboccando la nuova carrareccia che prosegue a mezza costa<br />

verso Venzone attraversando l’esteso conoide dei Rivoli Bianchi.<br />

L’itinerario procede diritto verso nord lungo la mulattiera principale che<br />

presto si raccorda alla strada asfaltata proveniente da Borgo Rozza (km<br />

6,6). Ancora 200 m e si svolta a destra per raggiungere Borgo San<br />

Giacomo e l’omonima chiesetta. Poco prima della statale Pontebbana<br />

si imbocca a destra via degli Alpini che conduce alla strada che affianca<br />

il fossato della cittadella medievale di Venzone. All’altezza di Porta<br />

S. Genesio si svolta ancora a destra seguendo le indicazioni per Santa<br />

Caterina. Gli ultimi 500 m, caratterizzati da <strong>una</strong> notevole pendenza<br />

media (14%), conducono al pianoro sommitale dove si erge la chiesetta<br />

pure ricostruita dopo il sisma del 1976. Il ritorno può avvenire<br />

lungo lo stesso itinerario dell’andata oppure attraverso la statale<br />

Pontebbana (sconsigliato).<br />

DA VEDERE<br />

Nella piana di Venzone è situata la chiesetta dei SS. Giacomo e Anna,<br />

risalente probabilmente ai secoli X-XI. L’interno conserva lacerti di<br />

affreschi trecenteschi. La cittadella medievale di Venzone è stata ricostruita<br />

dopo il 1976 con rigore filologico, mantenendo la sua struttura<br />

originaria attraverso la ricollocazione rigorosa delle pietre recuperate<br />

e l’integrazione di quelle andate distrutte (anastilosi).<br />

All’interno della cinta muraria meritano <strong>una</strong> visita il Duomo di<br />

Sant’Andrea Apostolo in stile romanico gotico, consacrato nel 1338,<br />

e il Palazzo com<strong>una</strong>le, splendido esempio di architettura gotico fiorita<br />

risalente all’inizio del Quattrocento, successivamente modificato<br />

e più volte ricostruito. Sul terrazzo che domina la piana è<br />

posta la chiesetta di S. Caterina, di origini quattrocentesche.


18 itinerario 7<br />

LA VAL VENZONASSA E LA CONCA<br />

DI LEDIS<br />

Sviluppo: 29 km (escluso il sentiero non ciclabile)<br />

Dislivello: 1082 m<br />

Altitudine massima: 1089 m (Forca Tacia)<br />

Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 min.<br />

Difficoltà: molto impegnativo<br />

Fondo prevalente: 22% asfalto, 78% sterrato


Dal centro storico di Venzone si supera il ponte sul Torrente Venzonassa e si svolta a<br />

destra per Borgo Sottomonte. Subito il ciclista è impegnato in <strong>una</strong> salita caratterizzata<br />

da <strong>una</strong> pendenza costante e con un buon fondo asfaltato. Dopo 3,6 km vengono<br />

raggiunti i resti di Borgo Costa, ancora 200 m e si perviene alla curva del Gran Rio<br />

dove termina questo primo tratto di salita. Da qui si discende per qualche centinaio di<br />

metri fino ad oltrepassare il Gran Rio (km 4,2), imboccando successivamente <strong>una</strong> galleria<br />

scavata nella roccia.<br />

Da questa galleria prende avvio la pista forestale che prosegue a mezza costa sul versante<br />

meridionale della catena del Plauris (fare attenzione al fondo caratterizzato da uno<br />

sterrato irregolare, cementato nei punti più ripidi). Seguono tratti “tagliagambe” ed altri<br />

decisamente pedalabili, anche se l’ascesa presenta comunque <strong>una</strong> pendenza impegnativa.<br />

Al 5° km si intravedono i ruderi di Borgo Maieron; dopo 6,8 km si raggiunge Borgo<br />

Prabunello per poi salire alla località Pale dal Baraz (km 8,2) da dove ha inizio <strong>una</strong> veloce<br />

discesa (200 m prima <strong>dello</strong> scollinamento vi è il bivio per le malghe Ungarina e<br />

Confin).<br />

Si scende così al Plan di Frassin (km 9,5) e a Casera Navis (km 11,4) e infine al guado<br />

della Venzonassa (km 12,1) per poi guadagnare i 1089 m di Forca Tacia. Il fondo stradale<br />

è pessimo. Al bivio (km 15,8) si svolta a destra proseguendo<br />

lungo la pista forestale, sempre in piano o in discesa, fino<br />

alla conca di Ledis, in prossimità degli Stavoli Scugjelars<br />

(km 24,7). Dopo circa 600 m attraverso un sentiero<br />

non ciclabile si giunge alla chiesetta di Ledis e al<br />

Rifugio Brigate Osoppo Battaglione Prealpi.<br />

Percorrendo sempre a piedi il tracciato,<br />

viene presto raggiunta la Forca di<br />

Ledis per poi discendere sui<br />

ghiaioni fino alla località<br />

Rivoli Bianchi. Qui<br />

ci si rimette in sella<br />

e si procede ancora<br />

in discesa per<br />

<strong>una</strong> ripida carrareccia.<br />

Dopo circa 1<br />

km, giunti ad <strong>una</strong><br />

biforcazione, si tiene<br />

la destra salendo<br />

sull’argine che affianca<br />

il Rio Pozzolons.<br />

Si scende<br />

ancora per un centinaio<br />

di metri, quindi<br />

in corrispondenza<br />

di uno spiazzo si<br />

svolta a destra imboccando<br />

<strong>una</strong> stradina<br />

proveniente da Borgo<br />

Rozza. Prima di Borgo San<br />

Giacomo il fondo ritorna asfaltato<br />

per ricondurre rapidamente a<br />

Venzone.<br />

DA VEDERE<br />

La Val Venzonassa, lunga <strong>una</strong> decina di chilometri, assume aspetti diversificati<br />

sotto il profilo fisico e paesaggistico. Il corso superiore del torrente è caratterizzato<br />

da un alveo piuttosto ampio, quello inferiore si presenta più stretto con<br />

alte sponde tipiche della forra. Su un rilievo del versante meridionale del Monte<br />

Plauris sorge la chiesetta di S. Antonio Abate, la cui fondazione risale al XIV<br />

secolo. Inizialmente vi era annesso un romitorio, presto trasformato in stavolo.<br />

Nell’interno è conservato un ciclo di affreschi della prima metà del Cinquecento.<br />

La vasta distesa ghiaiosa di Rivoli Bianchi, attraversata dall’itinerario nel suo<br />

tratto conclusivo, è uno dei maggiori coni di deiezione della Regione: occupa<br />

<strong>una</strong> superficie di 1,5 kmq con un raggio di oltre 1 km, mentre lo spessore dei<br />

depositi alluvionali raggiunge quasi i 300 m.<br />

19


20 itinerario 8<br />

STAZIONE PER LA CARNIA-TUGLIEZZO-<br />

RIFUGIO FRANZ<br />

Sviluppo: 8,6 km (escluso il ritorno)<br />

Dislivello: 737 m<br />

Altitudine massima: 1008 m (Rifugio Franz)<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min. andata; 30 min. ritorno<br />

Difficoltà: molto impegnativo<br />

Fondo prevalente: 41% asfalto, 59% sterrato


21<br />

AStazione per la Carnia, superata la caserma posta lungo la statale Pontebbana,<br />

si imbocca la strada asfaltata che si snoda a fianco del muro di cinta della zona<br />

militare diretta all’alveo di un torrente. Dopo un’ampia curva l’itinerario prosegue<br />

con la salita che conduce a Tugliezzo: l’ascesa è caratterizzata da pendenze abbordabili<br />

(prestare attenzione, specialmente nei periodi di piogge e di gelo, ai tratti dove<br />

il fondo stradale si presenta sconnesso).<br />

Superati gli stavoli di Tugliezzo (km 3,3), si abbandona l’asfalto girando a destra e<br />

procedendo lungo <strong>una</strong> ripida strada forestale con fondo prima cementato e poi naturale.<br />

La pista si inerpica sempre a forti pendenze (superiori al 10%) nell’incantevole<br />

scenario di un bosco di conifere.<br />

All’unico bivio presente lungo il percorso<br />

(km 5) si svolta a destra.<br />

Dopo 8,6 km appare alla vista l’inconfondibile<br />

profilo del Rifugio<br />

Franz, meta conclusiva dell’itinerario.<br />

Il ritorno viene effettuato lungo<br />

lo stesso percorso dell’andata:<br />

attenzione ora ad affrontare con<br />

cautela la discesa caratterizzata nel<br />

primo tratto dalle ripide rampe per-<br />

Plan di Tugliezzo<br />

corse precedentemente in salita.<br />

DA VEDERE<br />

Il Rifugio Franz, meta finale dell’itinerario, è <strong>una</strong> struttura in tronchi di larice<br />

realizzata negli anni ’70 in sostituzione della vecchia casera Cuel de Fratte.<br />

Offre riparo con possibilità di pernottamento.<br />

Il ripiano di Giardôse costituisce <strong>una</strong> delle località fossilifere più famose delle<br />

Prealpi Giulie, ricca di Nummuliti e di qualche corallo isolato.<br />

Faggeta


22 itinerario 9<br />

BORDANO-PIOVERNO-SOMPLAGO-<br />

INTERNEPPO-BORDANO<br />

Sviluppo: 23 km<br />

Dislivello: 254 m<br />

Altitudine massima: 315 m (Sella di Interneppo)<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min.<br />

Difficoltà: turistico<br />

Fondo prevalente: 88% asfalto, 12% sterrato


23<br />

Da Bordano si percorre in direzione nord la strada che affianca il versante orientale<br />

del Monte S. Simeone lungo la riva destra del Tagliamento. Attraversata<br />

Pioverno (km 3,3) si prosegue, sempre costeggiando il corso d’acqua, alla volta<br />

della statale che transita per Cavazzo e Somplago. La strada è caratterizzata da un<br />

susseguirsi di saliscendi, ma è facilmente percorribile e consente di osservare la<br />

zona di confluenza del Fella e del Tagliamento. Dopo Pioverno l’asfalto si presenta<br />

piuttosto deteriorato; al km 7,4 ha inizio un breve tratto sterrato (circa 2,1 km), fatto<br />

ritorno sull’asfalto ci si raccorda alla statale dopo 11,7 km complessivi.<br />

All’incrocio si svolta a sinistra: superata la breve salita del Cuel di Mena, in discesa<br />

si raggiunge Somplago (km 14) seguendo poi le indicazioni per Alesso. Poco oltre<br />

il camping si giunge al ponte dell’autostrada (km 17,4) in prossimità della sponda<br />

sud-occidentale del Lago di Cavazzo, girando successivamente a sinistra e imboccando<br />

<strong>una</strong> stradina con fondo naturale. Il tratto sterrato è breve (800 m) e conduce<br />

di nuovo alla statale nella zona del parco giochi. Si procede in leggera salita<br />

fino ad Interneppo (km 20,2) che si raggiunge girando a destra.<br />

Superato il paese si affronta la dura ma breve ascesa che<br />

conduce alla Sella di Interneppo (km 21,3), per poi ridiscendere<br />

e far ritorno a Bordano.<br />

DA VEDERE<br />

Bordano è il “paese delle farfalle” per la presenza,<br />

sul versante meridionale del Monte<br />

San Simeone che sovrasta l’abitato, di<br />

numerosi lepidotteri. Colorati murales<br />

abbelliscono le pareti delle case, inseriti<br />

in un più ampio programma di valorizzazione<br />

della località articolato in varie<br />

iniziative che si svolgono soprattutto nel<br />

mese di agosto.<br />

Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni (ne<br />

fanno parte anche i comuni di Bordano<br />

e Trasaghis) è il più grande della<br />

Regione. L’immissione delle acque provenienti<br />

dalla centrale di Somplago ha<br />

provocato profonde alterazioni al bacino<br />

con l’impoverimento della vegetazione<br />

e della fa<strong>una</strong>.<br />

Nel settore meridionale del lago è localizzato<br />

lo “stagno ecologico”: si tratta di un<br />

progetto, promosso dalla Comunità Montana<br />

del Gemonese, che ha comportato la realizzazione<br />

di <strong>una</strong> zona umida a fini faunistici e la<br />

sistemazione e ricostruzione vegetazionale dell’area<br />

circostante.<br />

A Cesclans su un’altura si erge la Pieve di Santo<br />

Stefano, sorta nel XIV secolo ed ora in avanzata fase<br />

di recupero.


24 itinerario 10<br />

SALITA AL MONTE S. SIMEONE<br />

Sviluppo: 13,4 km (escluso il ritorno)<br />

Dislivello: 967 m<br />

Altitudine massima: 1203 m (Baita Monte S. Simeone)<br />

Tempo di percorrenza: 2 ore andata; 45 min. ritorno<br />

Difficoltà: molto impegnativo<br />

Fondo prevalente: 30% asfalto, 65% sterrato, 5% cemento


Da Bordano (piazza Municipio) si risale la strada provinciale che conduce a<br />

Interneppo. Dopo circa 2 km di salita media, in prossimità <strong>dello</strong> scollinamento della<br />

Sella di Interneppo, si seguono le indicazioni per il Monte S. Simeone: svoltando a<br />

destra si imbocca la rotabile, prima asfaltata poi sterrata, che conduce al pianoro posto<br />

sul rilievo, facendo attenzione a tenere la destra in corrispondenza delle due successive<br />

deviazioni per il Monte Festa (km 2,5) e per gli Stavoli Trions. Il tratto asfaltato ha<br />

termine dopo un paio di chilometri dal bivio; si prosegue prima su un fondo cementato<br />

(fino alla prima galleria) e successivamente su <strong>una</strong> carrareccia che si sviluppa per ben<br />

28 tornanti di cui 7 in galleria (questi non creano alcun problema al ciclista data la loro<br />

brevità).<br />

Le condizioni del fondo stradale sono piuttosto precarie: spesso si rischia letteralmente<br />

di affondare con le ruote nella ghiaia, tanto è irregolare e poco battuta la sede stradale.<br />

Va prestata attenzione, soprattutto in discesa, nell’affrontare alcuni tornanti molto<br />

esposti e poco protetti.<br />

Oltre alle pessime condizioni della strada, l’intera salita (11,4 km circa dal bivio) presenta<br />

delle pendenze sempre impegnative e costanti, fort<strong>una</strong>tamente prive di tratti<br />

“tagliagambe” (la pendenza media dall’imbocco della rotabile fino alla cima è del<br />

7,8%). Da rilevare inoltre che lungo la salita è quasi del tutto assente l’ombra e che non<br />

vi è alc<strong>una</strong> possibilità di rifornirsi d’acqua.<br />

Dopo 13,2 km complessivi si raggiunge il pianoro panoramico del S. Simeone situato<br />

a 1200 m di quota. Svoltando a destra è facile raggiungere la Baita Monte San<br />

Simeone (km 13,4), unico punto di appoggio per il ciclista. Sul pianoro, oltre a vari<br />

stavoli, è localizzata <strong>una</strong> chiesetta alpestre. Lo sterrato prosegue ancora per<br />

circa 2 km in direzione della cima del monte, fino a terminare nel bosco in<br />

prossimità dell’imbocco del sentiero CAI (segnavia 839), che rapidamente<br />

guadagna i 1505 m della vetta. Il ritorno si effettua lungo lo<br />

stesso percorso dell’andata.<br />

DA VEDERE<br />

Il Monte S. Simeone, per la sua posizione geografica, la favorevole<br />

insolazione e la presenza di vari microclimi, è perfettamente<br />

esemplificativo delle caratteristiche ambientali e vegetazionali<br />

delle Prealpi friulane. Sul pianoro prossimo alla<br />

cima si erge <strong>una</strong> chiesetta dedicata al santo che dà il nome<br />

al monte. Risale al XIV secolo, anche se è stata sottoposta<br />

nel tempo a modifiche e a parziali ricostruzioni.<br />

A nordovest del S. Simeone, il Monte Festa conserva i resti<br />

di <strong>una</strong> fortificazione militare della prima guerra mondiale.<br />

Faceva parte di un articolato sistema difensivo, la<br />

“Fortezza Alto Friuli”, che doveva tenere sotto controllo le<br />

valli del Tagliamento e del Fella.<br />

25


26 itinerario 11<br />

ALESSO-FORCHIA ARMENTARIA-<br />

STAVOLI PALAR<br />

Sviluppo: 14 km (escluso il ritorno)<br />

Dislivello: 842 m<br />

Altitudine massima: 810 m<br />

Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. andata; 1 ora e 15 min. ritorno<br />

Difficoltà: impegnativo<br />

Fondo prevalente: 31% asfalto, 69% sterrato


27<br />

Da Alesso si attraversa il ponte sul Torrente Palar svoltando successivamente a<br />

destra (si seguono le indicazioni per la località Armentaria). Ad essere imboccata<br />

è <strong>una</strong> ripida stradina asfaltata che impone <strong>una</strong> dura e faticosa ascesa,<br />

caratterizzata da fortissime pendenze e da un fondo non sempre ottimale. Dopo 2,7<br />

km viene raggiunto il Cuel dal Fari. Poco oltre il 3° km ha termine il tratto di salita<br />

più impegnativo, seguito da un rilassante falsopiano che gradualmente guadagna<br />

quota.<br />

Coperti 4,4 km, in località Forchiatas la strada si trasforma in <strong>una</strong> pista sterrata. In<br />

questo tratto la facilità del percorso dà la possibilità di ammirare l’aspetto aspro e<br />

selvaggio della vallata. In corrispondenza di <strong>una</strong> pineta si perviene a Forchia<br />

Armentaria (km 10), da cui ha inizio la discesa verso il greto del Torrente Palar (da<br />

affrontare facendo attenzione al fondo irregolare e ai tratti non protetti). Si giunge<br />

così in vista degli Stavoli Palar, presto raggiunti sull’altro versante della valle (km<br />

14). Gli stavoli sono aperti ed è possibile pernottarvi. Ritorno lungo il medesimo itinerario.<br />

DA VEDERE<br />

La valle del Torrente Palar, selvaggia e riservata, è <strong>una</strong> delle più estese della<br />

zona. Fitti boschi ricoprono i versanti, contribuendo all’integrità di un<br />

ambiente di grande interesse naturalistico. Numerosi insediamenti rurali punteggiano<br />

la valle; il loro abbandono da parte dell’uomo sta provocando la<br />

scomparsa di prati e pascoli, sopraffatti dalla vegetazione arbustiva.<br />

Le pozze d’acqua nei pressi dell’abitato di Alesso sono frequentate d’estate da<br />

numerosi bagnanti.


28 itinerario 12<br />

FORGARIA-M. PRÂT-<br />

MALGA CUAR-<br />

FORGARIA<br />

Sviluppo:<br />

45,7 km<br />

Dislivello:<br />

1102 m<br />

Altitudine massima:<br />

1271 m<br />

Tempo di percorrenza:<br />

3 ore e<br />

30 min.<br />

Difficoltà:<br />

impegnativo<br />

Fondo prevalente:<br />

65% asfalto,<br />

35% sterrato<br />

L’altopiano di Monte Prât


29<br />

Dal centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni,<br />

si prende la strada asfaltata per Monte Prât dove si<br />

giunge dopo <strong>una</strong> lunga salita (km 8,5), caratterizzata<br />

da <strong>una</strong> pendenza media dolce e costante (5-6%).<br />

Attraversato l’altopiano si prosegue diritti lungo il<br />

percorso che taglia il versante sud-orientale del<br />

Monte Cuar. Dopo 11,9 km si supera il bivio per<br />

la Val Tochel (girare a destra) per giungere<br />

successivamente allo scollinamento di<br />

Cuel di Forchia (km 13,9).<br />

Ha inizio ora <strong>una</strong> ripidissima discesa che<br />

in un paio di chilometri conduce all’imbocco<br />

della pista forestale del Monte Cuar che<br />

prende avvio a sinistra, presso gli Stavoli<br />

Pra’ Steppa, in corrispondenza di un<br />

segnale di divieto di transito (km 15,9). Ci<br />

si immette nel nuovo tracciato superando<br />

alcuni stavoli e proseguendo in falsopiano<br />

per circa 4 km, per poi inerpicarsi lungo le<br />

pendici boscose del Cuar. Dopo 21,5 km vi è<br />

la deviazione per Malga Cuvii (proseguire diritti);<br />

finalmente si è in vista di Malga Cuar (km<br />

25,3), passando dagli abeti e dai faggi della prima<br />

parte del percorso agli estesi pascoli attorno alla<br />

casera. Si consiglia di raggiungere a piedi la cresta<br />

sommitale per poter ammirare lo splendido panorama<br />

che si coglie dalla dorsale, con la vista che spazia verso<br />

la pianura a sud e le creste della Catena carnica a nord.<br />

Ripresa la pista, si prosegue ancora per circa 800 m in salita<br />

sino a raggiungere il punto altimetrico più elevato di tutto l’itinerario<br />

(1271 m). Segue <strong>una</strong> tortuosa discesa a tratti ripida,<br />

caratterizzata spesso da un fondo irregolare, che si sviluppa per<br />

circa 5,8 km. La carrareccia ha termine poco sotto il Cuel di<br />

Forchia: da qui si torna all’asfalto e si prosegue in discesa lungo la<br />

strada già percorsa precedentemente, ora diretta a Monte Prât e<br />

Forgaria.<br />

DA VEDERE<br />

L’altopiano di Monte Prât è <strong>una</strong> vasta distesa ondulata caratterizzata<br />

da doline e inghiottitoi che attestano la presenza di <strong>una</strong><br />

circolazione di tipo carsico. Praterie e fitte macchie di alberi ed<br />

arbusti sono i tratti salienti del paesaggio, da cui emergono i<br />

numerosi stavoli utilizzati un tempo per l’alpeggio.<br />

Malga Cuar è la più orientale delle strutture malghive delle<br />

Prealpi Carniche ancora in funzione. Nel comprensorio, presso<br />

la Malga Amula, è in atto un progetto finalizzato all’introduzione<br />

di <strong>una</strong> razza di cavallini di origine polacca (“Konik”), che<br />

dovrebbe consentire il mantenimento e il ripristino delle superfici<br />

pascolive.


30<br />

itinerario 13<br />

FORGARIA-<br />

M. PRÂT-<br />

VAL TOCHEL-<br />

VAL D’ARZINO-<br />

FLAGOGNA<br />

Sviluppo: 39,2 km<br />

Dislivello: 761 m<br />

Altitudine massima:<br />

894 m (Bivio Val Tochel)<br />

Tempo di percorrenza:<br />

1 ora e 30 min.<br />

Difficoltà: medio<br />

Fondo prevalente:<br />

100% asfalto<br />

Bosco in Val d’Arzino


Dal centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni, si prende la strada asfaltata<br />

per Monte Prât dove si giunge dopo <strong>una</strong> lunga salita (km 8,5), caratterizzata<br />

da <strong>una</strong> pendenza media dolce e costante (5-6%). Attraversato l’altopiano<br />

si prosegue diritti lungo il percorso che taglia il versante sud-orientale del Monte<br />

Cuar. Dopo 11,9 km complessivi, esattamente sotto lo spigolo a sud del rilievo, si<br />

svolta sinistra e si scende verso la Val d’Arzino attraversando, nei primi chilometri,<br />

la ridente Val Tochel.<br />

La strada, asfaltata per gran parte della sua lunghezza, richiede<br />

<strong>una</strong> particolare attenzione, presentandosi piuttosto<br />

stretta e in costante discesa. L’unico insediamento che<br />

si incontra lungo il tragitto è costituito dagli Stavoli<br />

Zopiet (km 16). Dopo circa 9 km di discesa si raggiunge<br />

la strada della Val d’Arzino che va percorsa<br />

in direzione di Anduins, affrontando con<br />

grande prudenza le gallerie prive di illuminazione<br />

localizzate prima dell’abitato.<br />

Da Anduins, scendendo attraverso<br />

<strong>una</strong> serie di tornanti, si supera<br />

Casiacco e si giunge al Ponte<br />

dell’Armistizio, oltre il quale si prosegue<br />

a sinistra alla volta di Forgaria<br />

per far ritorno al punto di partenza.<br />

DA VEDERE<br />

Il Torrente Arzino è caratterizzato<br />

da <strong>una</strong> valle profonda e stretta che il<br />

corso d’acqua ha modellato formando<br />

il tipico ambiente di forra. Poco prima di<br />

Anduins è localizzata <strong>una</strong> palestra di roccia<br />

ottimamente attrezzata. Da Flagogna è<br />

possibile salire alle rovine del Castello di<br />

S. Giovanni, risalente al XII secolo.<br />

Lungo la strada che conduce a Trasaghis si<br />

estende la Riserva naturale di Cornino,<br />

con l’omonimo laghetto carsico dalle forti<br />

tonalità verde azzurre e il Centro di reintroduzione<br />

dei grifoni, dotato di voliere e<br />

di un punto di alimentazione artificiale<br />

per i rapaci.<br />

31


le guide... in tasca<br />

(in neretto i numeri degli itinerari a cui si riferiscono le pubblicazioni)<br />

Le guide del Friuli-Venezia Giulia. 4 Prealpi e Piana del Tagliamento, Provincia<br />

di Udine, 1997<br />

Il sentiero naturalistico Monte Faeit, Sottosezione C.A.I. Artegna, 1996 (1, 2, 3)<br />

Montenars e il Monte Cuarnan, Comune di Montenars, s.d. (1, 2, 3)<br />

<strong>Gemona</strong> del Friuli. Guida storico artistica, Arti Grafiche Friulane, 1994 (4, 5, 6)<br />

Guida al sentiero naturalistico Silans-Lago di Ospedaletto, Comune di <strong>Gemona</strong><br />

del Friuli, Pro Glemona I.A.T., II edizione 1997 (4, 5, 6)<br />

Il conoide del Vegliato e la Sella di S. Agnese, Pro Glemona I.A.T., 1997<br />

(4, 5, 6)<br />

Malga Cuarnan e Malga Cuar. Itinerari naturalistici e agriturismo nel Gemonese,<br />

Comunità Montana del Gemonese, 1998 (4, 12)<br />

Rivoli Bianchi, Ledis e Torrente Venzonassa, Pro Glemona I.A.T., 1998 (6, 7)<br />

Venzone. Guida storico turistica, Arti Grafiche Friulane, 1991 (6, 7)<br />

Venzone. Il Centro Storico, Cooperativa Utopie Concrete, 1991 (6, 7)<br />

Venzone. La Piana, Cooperativa Utopie Concrete, 1994 (6, 7)<br />

Venzone e il Parco delle Prealpi Giulie. 1/Geografia e paesaggio, Comune di<br />

Venzone, 1992 (6, 7, 8)<br />

Venzone. Il Parco delle Prealpi Giulie, Cooperativa Utopie Concrete, 1990<br />

(6, 7, 8)<br />

Pavees. Farfalle ed altri Insetti del Monte S. Simeone, Comune di Bordano,<br />

1994 (9, 10)<br />

Invito al Lago dei Tre Comuni, Comune di Trasaghis, 1998 (9, 10, 11, 12)<br />

Forgaria nel Friuli, Comune di Forgaria, s.d. (12, 13)<br />

le cartine<br />

Carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, foglio 020, Prealpi Carniche<br />

e Giulie del Gemonese, Edizioni Tabacco


Realizzazione: Cooperativa Utopie Concrete-Venzone<br />

Testi: Comunità Montana del Gemonese<br />

Foto: archivio Comunità Montana del Gemonese-Ufficio cultura e turismo,<br />

archivio Sottosezione C.A.I. Artegna (pag. 7)<br />

Cartine: Franco Londero<br />

Coordinamento: Enrico Chiussi, Maurizio Tondolo<br />

Stampa: Arti Grafiche Friulane-Tavagnacco (1999)<br />

Si ringrazia per la collaborazione il Gruppo Sportivo "Pedale Gemonese"<br />

ed in particolare il sig. Andrea Palese

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