Guida Sentieri Natura italiano - Parco Naturale Regionale del Beigua
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Blockstream e Blockfield<br />
I blockstream (fiumi di pietra) come quello <strong>del</strong>la Torbiera <strong>del</strong> Laione ed i blockfield (campi di pietre) come<br />
quello di Pian <strong>del</strong> Fretto, sono accumuli di grossi blocchi di roccia testimoni di un paesaggio mo<strong>del</strong>lato<br />
nel passato da un clima che doveva essere molto più freddo <strong>del</strong>l’attuale.<br />
Risulta difficile immaginare da dove provenga un tale accumulo e come massi di tali dimensioni possano<br />
essersi mossi lungo una valle con una pendenza così modesta (10 gradi al massimo). Avvicinandosi si<br />
può osservare che la maggior parte dei massi ha forma tabulare, con spigoli poco arrotondati (indicatori<br />
di trasporto brevissimo), dimensioni metriche ed assenza di materiale fine, come ghiaia sabbia ed argilla.<br />
Provando a camminarci sopra si coglierà anche che tali blocchi sono spesso verticalizzati.<br />
Attualmente depositi analoghi a questi si formano alle alte latitudini, in zone molto fredde dove il terreno<br />
in profondità è permanentemente congelato (permafrost); un ambiente unico e molto particolare che<br />
i geomorfologi chiamano ambiente periglaciale. In tali condizioni climatiche la formazione dei blocchi<br />
che formano i “campi di pietre” avviene per gelifrazione; si tratta, in sostanza di uno stato di più o meno<br />
intensa disgregazione che si origina quando l’acqua e la neve, che sono penetrate nelle fratture e negli<br />
interstizi, congelano e, di conseguenza, aumentano il proprio volume creando notevoli pressioni interne<br />
che tendono a frantumare le rocce.<br />
Ancor oggi, nella stagione invernale, tra i blocchi di questo deposito sono stati misurati circa 100 cicli di<br />
gelo e disgelo (notte - giorno).<br />
In alcuni casi i blocchi rocciosi si sono accumulati e disposti nella parte centrale <strong>del</strong>le valli o lungo i versanti,<br />
con sviluppo e andamento simile a veri e propri torrenti di massi (chiamati blockstream). Durante<br />
l’ultima glaciazione, lo scongelamento diurno <strong>del</strong> permafrost, nelle stagioni più calde, ha permesso il<br />
fluire e l’accatastamento di questi grossi massi su un suolo rigonfiato per continui cicli di gelo-disgelo.<br />
Attraversata la spianata il sentiero scende verso Piampaludo<br />
alla destra di un altro “campo di pietre”, talvolta<br />
lastricato con lastroni rocciosi in serpentinoscisti che<br />
testimoniano la frequentazione di quest’area da parte<br />
<strong>del</strong>l’uomo per attività agro-silvo-pastorali.<br />
Il percorso prosegue diventando più ripido sino a raggiungere<br />
il bivio per il<br />
Lago <strong>del</strong>la Biscia - stop é (978 mt / 45’).<br />
Una breve deviazione di circa cinque minuti conduce<br />
alla scoperta di un’interessante zona palustre dove<br />
si possono incontrare piccoli ed interessanti insetti acquatici,<br />
come ad esempio ditischi e libellule. Ritornati<br />
sul sentiero principale si segue un segnavia , che porta<br />
verso la Casa <strong>del</strong> Che. Il percorso scende leggermente<br />
attraversando un bosco di faggi per poi risalire fino alla<br />
strada asfaltata Piampaludo - Pratorotondo. Giunti sulla<br />
strada asfaltata la si percorre in leggera salita (direzione<br />
sud) per circa 00 metri fino sino ad arrivare al pannello<br />
che indica la<br />
A fianco: sviluppo <strong>del</strong> sentiero<br />
dopo Pian <strong>del</strong> Fretto.<br />
Sopra: particolare <strong>del</strong>la zona<br />
umida denominata “Lago <strong>del</strong>la<br />
Biscia”.