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Orchidee della Liguria

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11<br />

BOTANICA 52<br />

Alle pagine precedenti<br />

1. Nigritella<br />

nigra subsp. corneliana<br />

2. Listera cordata<br />

3. Corallorhiza trifida<br />

4. Neottia nidus-avis<br />

5. Cephalanthera rubra<br />

6. Epipactis atrorubens<br />

7. Dactylorhiza maculata<br />

8. Dactylorhiza sambucina<br />

9. Orchis patens<br />

10. Orchis ovalis<br />

In questa pagina<br />

11. Orchis tridentata<br />

12. Orchis ustulata<br />

13. Orchis pallens<br />

Per la descrizione<br />

delle caratteristiche salienti<br />

delle orchidee citate<br />

si rinvia al testo dell'articolo:<br />

l'individuazione è agevole<br />

perché la successione delle<br />

immagini corrisponde<br />

all'ordine di citazione<br />

delle specie nel testo.<br />

12<br />

I<br />

n questa splendida “Floralie”,<br />

che tutto il mondo invidia a<br />

Genova e alla <strong>Liguria</strong>, ho<br />

provato il culmine del godimento<br />

estetico al cospetto dei numerosi<br />

stand che ospitavano profluvi di<br />

orchidee: migliaia e migliaia di<br />

steli fioriti. Non pecco certo di<br />

sciovinismo se affermo che i floricoltori<br />

liguri hanno letteralmente<br />

spadroneggiato, nel riportare allori<br />

e giudizi lusinghieri delle giurie<br />

internazionali chiamate a valutare<br />

questo tipo di produzione floreale,<br />

tanto specializzato. Mai vista<br />

una simile profusione di fogge<br />

inconsuete, di linee armoniose, di<br />

tonalità cromatiche varie, accattivanti,<br />

sfacciate, delicate, tenuissime,<br />

trionfanti grazie anche all’irresistibile<br />

fascino dell’esotico.<br />

Dopo la famiglia delle Asteracee<br />

(margherite, girasoli, stelle alpine<br />

e così via), le Orchidacee si collocano<br />

al secondo posto, come<br />

ricchezza di specie, nel Regno<br />

Vegetale: non sappiamo quante<br />

ne esistano al mondo, né mai lo<br />

sapremo perché, nelle regioni<br />

equatoriali, gli incendi appiccati<br />

13<br />

dall’uomo stanno sicuramente eliminando<br />

specie che nessuno, prima<br />

d’ora, ha mai scoperto;<br />

nell’ambito <strong>della</strong> famiglia ne sono<br />

state distinte oltre 20.000.<br />

Le regioni equatoriali ospitano<br />

soprattutto orchidee epifite (viventi<br />

su tronchi e rami di alberi);<br />

in quelle temperate sono presenti<br />

solo orchidee che crescono direttamente<br />

sul terreno. Man mano<br />

che ci si sposta verso le regioni<br />

ad elevata latitudine, il numero<br />

delle specie diminuisce progressivamente;<br />

lo stesso fenomeno si<br />

verifica nell’ascendere dal livello<br />

del mare alle montagne, pur se<br />

esistono orchidee adattate<br />

all’ambiente alpino, tanto che alcune,<br />

tra cui le ben note nigritelle,<br />

dal delicato profumo di vaniglia,<br />

possono spingersi anche oltre<br />

2500 metri di quota. Nella flora<br />

spontanea italiana la famiglia è<br />

ben rappresentata: le orchidee<br />

presenti nel nostro Paese assommano,<br />

in tutto, ad un centinaio di<br />

specie (anche se studi recenti ne<br />

elevano notevolmente il numero<br />

– diffidiamo, però, di chi è uso ad<br />

individuare nuove specie senza<br />

applicare ai problemi la necessaria<br />

ponderazione).<br />

Le Orchidacee sono comparse in<br />

tempi relativamente recenti sulla<br />

Terra; si pensava che si fossero<br />

differenziate pochi milioni di anni<br />

fa: non si valutava appieno la difficoltà<br />

per le orchidee di dare origine<br />

a fossili, dati gli ambienti<br />

che esse prediligono e soprattutto<br />

in quanto i loro corpi sono costituiti<br />

da parti molli, rapidamente<br />

degradabili, inidonee a subire<br />

processi di fossilizzazione (fossilizzano<br />

meglio strutture già ricche,<br />

in partenza, di componenti<br />

minerali, calcare o silice). Il ritrovamento<br />

in Germania di un fossile<br />

sicuramente ascrivibile ad<br />

un’orchidea in rocce calcaree generatesi<br />

15 milioni di anni fa, ha<br />

indotto gli studiosi a spostare indietro<br />

nel tempo la comparsa sul<br />

nostro pianeta di rappresentanti<br />

di questa famiglia. Possiamo ipotizzare<br />

che i primi esemplari si<br />

siano differenziati da 30 a 20 milioni<br />

di anni fa: una comparsa recente,<br />

uno sviluppo esplosivo,

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