19.06.2013 Views

testo poetico DIANABALLO

testo poetico DIANABALLO

testo poetico DIANABALLO

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Davide Amodio<br />

<strong>DIANABALLO</strong><br />

Lirica numerica<br />

Quartetto d’archi, Quartetto di ottoni, Percussioni<br />

Otto danzatori<br />

Testo e musica di Davide Amodio<br />

M’impongo di scalare un alto monte. 1)<br />

Partendo per la ripida salita<br />

Non ho con me strumenti, corda o scala<br />

Solamente il profumo, ho d’un fiore<br />

Il profumo d’un rorido bel campo<br />

E negli occhi la linea d’una spiaggia.<br />

M’inoltro allor per odorosi boschi<br />

Lasciandomi alle spalle ‘l vasto mare<br />

Mentre la sera già cede alla notte<br />

E ancor s’intendon respirar le onde<br />

S’argenta il muschio al lume della luna<br />

E si palesa d’ogni animal ‘l verso.<br />

Io non so se mi porta ‘l cammin verso 2)<br />

Buone avventure o se scalar un monte<br />

Meglio sia d’affondare in una spiaggia<br />

I propri passi, però so che i boschi<br />

Nutrono il mio respir quando la luna<br />

Brillar mi fa ‘l sudor de la salita<br />

So che lasciare l’odoroso campo,<br />

So che lasciare l’amoroso mare,<br />

Che cullato mi ha fra le sue onde<br />

Dolci, mi peserà sull’alta scala<br />

Sulle pendici scabre senza un fiore<br />

Sì come senza stelle nera notte.<br />

Ma come il marinaio nella notte 3)<br />

Ha ‘l sicuro timon pel giusto verso<br />

Così m’oriento per l’ardua salita<br />

Le mie energie allora metto in campo<br />

Seren felice pel mio cuore in fiore<br />

Il quieto sguardo alla cima del monte.<br />

Vedo salendo un poco già la luna<br />

Più dappresso il riflesso giù nel mare<br />

Allargasi d’argento come scala<br />

E più sotto la lunga nera spiaggia.<br />

Mi lascio dietro ancora pure i boschi<br />

Quando il vento notturno muove ad onde.<br />

Ah qual fremito dolce hanno quest’onde! 4)<br />

Qual musica soave ha questa notte<br />

Mentre s’annera il silenzioso monte<br />

(Poiché una nube oscura anche la luna)!<br />

Tranquilla va una volpe per i boschi<br />

Non più la vedo ma ne intendo il verso.<br />

Ha chiusa la corolla ‘l novo fiore<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

Si fondon terra e pietra come mare<br />

Muschio, cespugli e sassi son la spiaggia.<br />

A fatica continuo la salita<br />

Ma mi fermo al riposo in picciol campo<br />

Vo’ sol sognar pel momento la scala.<br />

Gradini d’oro in sogno ha la scala 5)<br />

E vigoroso è ‘l mormorar fra l’onde<br />

Con cui quiete tranquilla spande verso<br />

Di me. Delizia è nel giardino in fiore,<br />

Di miele odorano i fiori di campo<br />

Di mille suoni si nutre la notte.<br />

E lontani già sono i neri boschi<br />

S’acquietano le fronde come un mare<br />

Piatto, quando riprendo la salita<br />

Per il temuto, alto, fiero monte.<br />

Tramonta nell’azzurro chiar la luna<br />

Pallida; rosso fuoco è la sua spiaggia.<br />

Sotto i miei piedi: scricchiolii qual spiaggia 6)<br />

Di mille pietre, nel mentre la scala<br />

Ritento. Molti passi pria di notte<br />

Ancora posso dare quando i boschi<br />

Son verde macchia lontana e la luna<br />

È un esil ombra tra le nubi ad onde.<br />

Ancor mi fermo sistemando il campo<br />

Ed ora il cielo è divenuto il mare<br />

Aria fine respirasi sul monte<br />

Guardare posso d’ogni lato il verso<br />

Intero. come al centro son d’un fiore<br />

Stanco sono ma grato alla salita.<br />

Già l’aria affanna ancor per la salita 7)<br />

Battemi il cor: sono all’ultima spiaggia?<br />

Nel capo ronzanmi del suon le onde<br />

È ricordo lontan l’ultimo campo<br />

E ormai non vedo il più piccolo fiore<br />

Posso dire conclusa alfin la scala.<br />

Vicino alta e lucente già la luna<br />

Vedo specchiarsi nell’immenso mare<br />

D’un falco predatore odo il verso<br />

Di stelle piena è nel ciel la notte<br />

Non un filo di vento scuote i boschi<br />

È tempo dunque di scender il monte.<br />

Più difficil mi accorgo ch’è del monte 8)<br />

La discesa ancor più della salita.<br />

Pongo a ritroso i pié in su la scala<br />

Azzurre ombre al lume della luna<br />

S’allungano veloci sino ai boschi<br />

Ho ‘l denso fiato sì rena di spiaggia.<br />

In su la fronte brillami qual fiore<br />

Di fatica una stilla, eppure è un mare<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

Salato che m’inzuppa ne la notte,<br />

Un mare caloroso le cui onde<br />

Mi spingono a raggiungere quel campo<br />

L’ultimo campo che ho lasciato verso<br />

Sera allorquando già l’ultimo verso 9)<br />

Tacque dell’ultimo uccel e del monte<br />

Non avevo ancor tocco dalla spiaggia<br />

La massima distanza e del fiore<br />

Erasi spento ‘l profumo del campo,<br />

Profumo che mancavami in salita.<br />

Ecco, già nera rivedo dei boschi<br />

La scura macchia qual gran verde mare.<br />

Degli alberi le cime non fanno onde.<br />

Discendo ancora a ritroso la scala.<br />

Schiarisce il cielo la pallida luna,<br />

Schiarisce a gradi e rinfresca la notte.<br />

Langue dell’ultima stella di notte 10)<br />

Il fioco raggio, tenue, di me verso<br />

Brilla, mentr’a ritroso la salita<br />

Discendo già al limitare dei boschi<br />

E già non più discernesi la luna<br />

Mentre le orme ricalco del monte<br />

Quale rugoso dorso, strano campo<br />

Strano scabroso, pure obliquo mare<br />

E sempre più veloce omai la scala<br />

Discendo a più non posso, ma la spiaggia<br />

È ancor molto lontana mentre un fiore<br />

Vedo spuntar tra gran massi qual onde.<br />

Cominciano le mie emozioni ad onde 11)<br />

A rifiorir, col morir de la notte,<br />

In tutto il ventre, e allor ricordi a monte<br />

Vividi tornano ma a tutto campo.<br />

Rivedo allor la giovinezza in fiore<br />

La vita mia prendeva il giusto verso<br />

Mai alcuno non v’era che la luna<br />

Avea traverso allor nel vasto mare<br />

Di varii studi, di curiose spiagge<br />

Scoperte nuove. Qual dura salita<br />

È il ricercare il sentiero tra i boschi<br />

Atri! Dura salita senza scala!<br />

Scala! Son note in fila inver la scala. 12)<br />

Scorre a guisa di musica sull’onde<br />

Sonore, dolci onde son che verso<br />

Il cielo com’ in sogno son di luna<br />

Il suo cerchio e fitti come boschi<br />

Sono gli armonici che nella notte<br />

Fan de l’accordo del silenzio ‘l fiore.<br />

Il fiore si diffonde come un mare<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

In ogni dove. E quando salita<br />

In gran crescendo già è sino a monte<br />

Con il fortissimo per tutto il campo<br />

Sonoro, trovo allora la mia spiaggia.<br />

Ecco, così discerno allor tal spiaggia 13)<br />

Una sicura pace in cui la scala<br />

Sonora muovesi come di notte<br />

Le nubi grigie della luna in fiore<br />

Ardon d’intenso vapore di campo<br />

Ed il respiro ritmico dell’onde<br />

Blandisce come un’eco quel dei boschi<br />

E la battigia splende a que’ del mare.<br />

Ecco, così discerno allor tal monte<br />

Sì scuro e amato allor guardando verso<br />

L’alto e non trovo più nemmen la luna<br />

La mia luna compagna di salita.<br />

Ma non comprendo or più della salita 14)<br />

Il senso. Quando allor lasciai la spiaggia<br />

Che pensav’io? ‘n che frequenza d’onde<br />

Avea la testa? I pensieri quai boschi<br />

Mi fan sentir il capo nella luna.<br />

Della realtà smarrito ho io la scala<br />

Di valori. Son perso io nel campo<br />

Della ragione. Navigo in un mare<br />

Di assurdità di cui non vedo il verso.<br />

Non v’é capo né coda, solo notte,<br />

La notte d’ogni senso da cui un fiore<br />

Vedo spuntare però sopra il monte.<br />

Speranza! Ora ti chiamo, scendi il monte! 15)<br />

Sei forse tu quel fiore che in salita<br />

In ogni dove, io cercavo e, scala<br />

Scala, ancora cercavo quando il campo<br />

Avea lasciato? Da me scendi in spiaggia!<br />

Col sole accendi, e prima che la luna,<br />

Il cielo, accendi con impeto il mare,<br />

Il mare di passioni che la notte<br />

Scuote, la notte dell’inconscio, l’onde<br />

Del muschio verde-marrone dei boschi!<br />

Guarda qui! Volgi il capo di me verso!<br />

Verso di me, sì. Volgi il capo verso 16)<br />

Di me. Mi vedi? Mi ascolti dal monte?<br />

Da lassù s’ode quel che dico in spiaggia?<br />

Da lassù vedi il riflesso di luna?<br />

O forse troppo t’ingombran i boschi?<br />

O forse è troppo dura la salita?<br />

Ma forse sbaglio. Non sei tu quel fiore<br />

Il timon tu non sei che qui nel mare<br />

Grosso guida tra vorticose onde<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

Non sei neppur tu l’àncora, la scala<br />

Di salvezza, non l’àratro nel campo<br />

Non la stella polare nella notte.<br />

Poi, d’improvviso, nel cuor de la notte 17)<br />

A poco a poco tutto muove verso<br />

Il chiaro. E’ una dea, là in salita?<br />

Sta cogliendo…ma sì! Proprio il mio fiore!<br />

Sparge i suoi petali per tutto il campo.<br />

Scende, giù viene dall’Olimpo monte.<br />

Viene giù, attraversa i foschi boschi<br />

E naviga sul rude arido mare<br />

Di pietre. Certo non usa la scala<br />

Di corda. Presto sarà nella spiaggia.<br />

Ben presto parlerammi. E la luna<br />

I venti e le maree alza sull’onde.<br />

Lampi d’aurora mi fan lume, onde 18)<br />

Intendo onde comprendo quel che notte<br />

Pria mi sembrava, onde un grande monte<br />

È già varcato e noto nei suoi boschi.<br />

Intrichi di muschio intrichi di luna 1 .<br />

Ora si appianano il senso, ed il verso.<br />

Luminoso e visibile, è il campo<br />

Tutto, gradatamente il campo al mare<br />

Discende e l’erba si trasforma in spiaggia<br />

Ed in dolce discesa la salita<br />

Si trasforma. E già profuma il fiore<br />

Frutto futuro, or prendo la scala!<br />

Poggio dell’albero al fusto la scala 19)<br />

E salgo alle odorose verdi fronde<br />

Per poi sull’erba, ebbro, star riverso.<br />

Non fuggo. Al piacer non certo scampo;<br />

dagli occhi miei la gioia or m’affiore.<br />

Cedo a Morfeo, al regno della notte.<br />

Cede il cielo lo spazio suo alla luna.<br />

Di star è tempo, vivere ed amare.<br />

Nel mio cuore la dea è risalita.<br />

Quieto ‘l sol pone il carro, a tramonte.<br />

E tu, dea, i pensieri miei disboschi.<br />

La fronte stendesi qual liscia spiaggia.<br />

Sole e luna s’alternan sulla spiaggia. 20)<br />

Del tempo inverte il valore la scala:<br />

Il sotto è sopra e il sopra è sotto e notte<br />

È giorno e giorno è notte; senza luna<br />

Scure cortecce in terra e rami i boschi<br />

Alternandosi il rado e il duro all’onde.<br />

Torna il fiore al suo seme e ‘l seme al fiore.<br />

1 L’unico verso con accentuazione al 5°. Si è preferita la simmetria provocata dalla ripetizione della parola intrichi.<br />

(Ricordo del Intrichi d’amore di Torquato Tasso).<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

È allora il mar profondo l’alto mare<br />

L’ima caverna divien l’alto monte.<br />

Cambia infin volto l’intero universo<br />

Sottile linea d’intermezzo il campo<br />

Tra salir, scender, discesa e salita.<br />

Ecco, il mio umor è sempre più in salita 21)<br />

Non serve più vagar di spiaggia in spiaggia<br />

Né cerco ancora vagar fra l’onde<br />

Ma solo ‘l frutto raccoglier dal fiore<br />

I cui petali sparsi son sul campo<br />

Il terreno feconda e l’aere scala<br />

Col suo profumo, vi attraversa i boschi<br />

I suoi color si dissolvon nel mare<br />

Ai colori del fondo cangia verso<br />

Il glauco ciel quando poi scura notte<br />

Quando lo scuro poi copre la luna<br />

Il vento fresco poi cala dal monte.<br />

“Ti parlo ora dall’alto del monte” 22)<br />

La dea mi canta al mio cuore in salita,<br />

“Hai fatto bene a intraprender la scala<br />

del monte, bene a inoltrarti nei boschi,<br />

a vagare nel nero senza luna<br />

per poi tornare infine sulla spiaggia.<br />

Ricordi quando sostasti nel campo?<br />

Or poggi i piedi sul fondo del mare<br />

Ma non t’oscura ti nutre la notte<br />

Non ti confonde il sogno ma le onde<br />

Recan del vento il profumo del fiore,<br />

Segno sottil ov’il cammin ha ‘l verso.<br />

Dolce sussurro di scirocco è ‘l verso 23)<br />

Che ti tranquilla e che rinfresca il monte,<br />

Come una pioggia estiva sulla spiaggia<br />

Che la battigia indura come campo<br />

Di ghiaccio lucido e ‘l color qual fiore<br />

esala odor su la spuma in salita.<br />

Di color bianco azzurrino è la luna<br />

Ancor la spuma in salita del mare<br />

Corona di bianchissimo le onde<br />

Bianchissime le cime son dei boschi<br />

E viva, ricca e intensa è la tua notte”.<br />

È nettare d’ambrosia il suono “notte” 24)<br />

Sul dolce labbro de la mia dea. Il verso<br />

Mi culla e ‘l cor rinfresca se in salita<br />

Come un gabbiano risplende alla luna<br />

Alle mie orecchie arriva ed i boschi<br />

Dei miei capelli ruvidi sul monte<br />

Della mia fronte, sì petal di fiore<br />

Le tempia alitami caldo il mare.<br />

E gira, volta, esala, or salta or scala<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

‘l petalo, poi posando su la spiaggia.<br />

È acqua e sabbia l’infinito campo.<br />

L’orizzonte non fermano le onde.<br />

L’orizzonte non guardano le onde. 25)<br />

Dormo. E al respiro de la notte<br />

Il mio sonno è un macigno, quale monte<br />

Immerso nel silenzio. Mentre ‘l fiore<br />

Abbraccia l’ape dormiente, se ‘l campo<br />

Del suo alveare ha perso. Mentre verso<br />

Oriente schiara dietro i neri boschi<br />

E di cobalto è il respiro del mare<br />

E la fredda salsedine, la spiaggia,<br />

m’incoraggia a destarmi. La salita<br />

del carro d’oro già infoca la luna<br />

e lenta appare alfin d’oro la scala.<br />

Non in sogno ma…vera è or la scala! 26)<br />

Il calore la fa vibrare ad onde<br />

Non avverso ne converso ma ‘l verso<br />

Si doppia, in su e in giù, dal mar ai boschi<br />

Dai boschi in cima ‘l monte e poi alla luna<br />

Nuovamente da su in grembo alla notte.<br />

Questo è il segreto: non poggia su campo<br />

Alcun la scala ma abbraccia sul mare<br />

Il cocente vapor che va in salita<br />

ad avvolger di nubi il caro monte<br />

e in rugiada trasformasi sul fiore<br />

stille d’umor sull’infinita spiaggia.<br />

Piaggia al mio spirto che la calda spiaggia 27)<br />

D’offrir m’infochi il desire la scala<br />

A la mia dea, regina de la notte<br />

Spargitrice di petali sul campo<br />

Rifiorire di gigli e rose in fiore<br />

E un campo di mimose fan le onde<br />

Sul quale mai riflettesi la luna.<br />

In questo giallo ed odoroso mare<br />

V’è un secolare ulivo, come monte<br />

Troneggia. Uno scoglio sicur verso<br />

Levante apre i suoi rami, ma i suoi boschi,<br />

Rari ulivi sono sul colle in salita.<br />

Vana fatica è l’andar in salita. 28)<br />

Assaggia il restar quieto sulla spiaggia.<br />

sicura sponda è ‘l non lasciare l’onde<br />

L’una e l’altra riflettono la luna<br />

E non ve n’è al mattino traccia. Boschi<br />

Di alghe lisce e scure quale scala<br />

Molle sul grave scoglio cresce il fiore<br />

E godo il sol pria di tuffarmi in mare.<br />

Avvolto di tepore guardo verso<br />

Le bianche nubi prima che la notte<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA


Davide Amodio<br />

Ne inghiotta anche il ricordo mentre il campo<br />

È ancora fremente al vento di monte.<br />

M’imposi del monte la gran salita (finale)<br />

Cercai, e quanto, con la scala il fiore<br />

Al campo riposai quando la spiaggia<br />

Piangevo tra ne i boschi con il mare<br />

Di notte mi parea sentir le onde.<br />

Ora mi culla della luna il verso!<br />

Venezia, 12 febbraio 2007<br />

Davide Amodio<br />

S.Croce 1394<br />

30135 VENEZIA

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!