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Quirino De Giorgio futurista - Comune di Vigonza

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MUSEO DELLA RIVOLUZIONE<br />

Disegno, 1930<br />

Anche qui ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad una "architettura <strong>di</strong>pinta" dove, la doppia valenza<br />

dell’ e<strong>di</strong>ficio, da un lato sacrario per le salme dei martiri fascisti caduti durante la<br />

rivoluzione e dall'altro museo che raccoglie la storia del momento storico, rimane<br />

sapientemente nascosta all’interno della scelta prospettica. L'angolo <strong>di</strong> vista fa sì<br />

che la torre a pianta quadrata, che racchiude il complesso del museo - sacrario,<br />

appare ancor più sovra<strong>di</strong>mensionata ma <strong>De</strong> <strong>Giorgio</strong>, a <strong>di</strong>fferenza delle altre due<br />

opere grafiche a carattere commemorativo come Ai caduti del Mare e Ai caduti<br />

dell'Aria, sembra controllare con maggiore padronanza l'intera composizione.<br />

La parte basamentale della torre appare proporzionata alla <strong>di</strong>mensione degli<br />

ingressi e delle aperture che essa contiene. Il resto della composizione, tuttavia,<br />

ritorna invece ad uniformarsi a quel carattere <strong>di</strong> architettura <strong>di</strong>pinta e <strong>di</strong> mancata<br />

proporzione con cui <strong>De</strong> <strong>Giorgio</strong>, ha volutamente valorizzato queste tipologie<br />

commemorative.<br />

Il fine ultimo, infatti, è quello <strong>di</strong> esaltare l'ortodossia fascista con<br />

esagerazioni architettoniche che, nel loro contenuto polemico, <strong>di</strong>ano anche sfogo a<br />

quegli entusiasmi artistici che egli con<strong>di</strong>vide con gli altri giovani esponenti del gruppo<br />

<strong>futurista</strong> padovano.<br />

Sembra essere la formula giusta per accattivarsi il consenso della critica, del regime<br />

e del pubblico che ammira lo slancio imponente della torre segnata sulla sommità da<br />

tre enormi fasci stilizzati. L'uso dei simboli del potere fascista nella loro duplice<br />

eccezione, decorativa e funzionale, è parte integrante della progettazione<br />

architettonica del periodo, spesso destinata per la realizzazione <strong>di</strong> opere a<br />

carattere pubblico e per allestimenti espositivi.<br />

Il fascio <strong>di</strong>venta il sigillo con cui i giovani progettisti marchiano le proprie<br />

opere nella convinzione che queste rappresentino una nuova architettura a simbolo<br />

imperituro del nuovo corso che il fascismo ha impresso all'Italia. Il Museo <strong>di</strong> <strong>De</strong><br />

<strong>Giorgio</strong> assume quei connotati <strong>di</strong> figurazione monumentale, nell'accezione che più le<br />

è propria: " mezzo <strong>di</strong> educazione sociale ( e ) <strong>di</strong> proselitismo politico ".<br />

Bibliografia<br />

La prima Mostra <strong>futurista</strong> Triveneta ( ritaglio <strong>di</strong> stampa ).<br />

Enrico Crispolti, ( a cura <strong>di</strong> ) Ricostruzione <strong>futurista</strong> dell'Universo .cat. mostra, Torino, Mole<br />

Antonelliana, giugno - ottobre 1980.<br />

Cario Cresti, Architettura e fascismo. Vallecchi. Firenze 1986.<br />

Esposizioni<br />

I Mostra Triveneta d'Arte Futurista, Padova, febbraio 1932.<br />

Mostra <strong>futurista</strong>, Mantova, Palazzo Ducale, 14 - 30 aprile 1933.<br />

Omaggio Futurista ad Umberto Boccioni, Milano, Galleria Pesaro giugno 1933.<br />

Prima Mostra Nazionale Futurista, Roma, ottobre 1933.

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