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12 febbraio 2008 - Provincia di Milano

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CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO<br />

Processo verbale dell'adunanza del <strong>12</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2008</strong><br />

Addì, do<strong>di</strong>ci <strong>febbraio</strong> duemilaotto, in <strong>Milano</strong>, nell'Aula consiliare <strong>di</strong> via Vivaio n.<br />

1, si è riunito il Consiglio provinciale per la trattazione degli argomenti iscritti<br />

all’or<strong>di</strong>ne del giorno.<br />

A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza dell'adunanza viene assunta dal<br />

Presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina.<br />

Partecipa alla seduta il Segretario generale, Antonino Princiotta, con l’assistenza del<br />

Vice Segretario generale, dr.ssa Liana Bavaro.<br />

Alle ore 17.21 il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere<br />

all'appello nominale dei presenti.<br />

Rispondono all'appello i seguenti trentadue Consiglieri:<br />

Ortolina Vincenzo Foglia Giuseppe<br />

Albetti Roberto Fortunati Ombretta<br />

Angiuoni Pierluigi Gavazzi Attilio<br />

Ariazzi Costanzo Greco Luigi<br />

Arrigoni Vittorio Guerra Luca<br />

Barbaro Mario Maestri Pietro<br />

Bruschi Marco Malinverno Marco<br />

Calaminici Arturo Modugno Roberto<br />

Caputo Roberto Musciacchio Camilla<br />

Cavicchioli Arianna Nobili Ernesto<br />

Censi Arianna Patta Antonello<br />

Clerici Michele Pezzoni Alessandro<br />

De Gaspari Mario Pioli Pier Mauro<br />

Del Nero Paolo Pozzati Vittorio<br />

Elli Enrico Re Marco<br />

Esposito Francesco Tranquillino Giuseppe<br />

Sono altresì presente gli Assessori provinciali Benelli, Ezio Casati, Corso,<br />

Matteucci, Mezzi.<br />

Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare, il Presidente del Consiglio,<br />

<strong>di</strong>chiarata aperta la seduta, così si esprime: “Dobbiamo innanzitutto procedere, come<br />

primo atto <strong>di</strong> questa seduta, a ricostituire l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza del Consiglio<br />

dopo le <strong>di</strong>missioni, avvenute un po’ <strong>di</strong> tempo fa, della Vice Presidente vicaria<br />

Cavicchioli e del Vice Presidente Albetti.<br />

A questo punto voglio sentire che nomi vengono proposti, per poi procedere a<br />

passare alla votazione degli stessi. Sono in attesa <strong>di</strong> avere dai Capigruppo i nomi<br />

che vengono proposti. Prego Patta.”<br />

Il Presidente del Consiglio pone quin<strong>di</strong> in trattazione lo:<br />

1


ARGOMENTO N. 4 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Elezione dei Vice<br />

Presidenti del Consiglio provinciale.<br />

Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Accame. (presenti 33)<br />

Consigliere Patta: “Viene proposto il Consigliere Greco.”<br />

Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Dapei. (presenti 34)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Per la minoranza ci sono proposte? Prego<br />

Dapei.”<br />

Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Informo i colleghi che già nella riunione<br />

Capigruppo abbiamo proposto il nome del collega Attilio Gavazzi. Mi è gra<strong>di</strong>ta<br />

l’occasione per ringraziare, e non è una frase <strong>di</strong> rito, il collega Albetti per il<br />

compito così brillantemente svolto in questi anni, così come la collega<br />

Cavicchioli che si era <strong>di</strong>messa prima <strong>di</strong> lui. Sappiamo tutti che Albetti è stato<br />

chiamato ad un gravoso incarico sia nel suo Comune, dove è <strong>di</strong>ventato Sindaco,<br />

sia in un prestigioso e importante ente regionale da cui anche lì potrà contribuire<br />

ad impegnarsi per il benessere dei nostri citta<strong>di</strong>ni e del nostro territorio.<br />

L’augurio credo <strong>di</strong> tutti è che il prossimo Ufficio <strong>di</strong> Presidenza, sempre <strong>di</strong>retto<br />

dal Presidente Ortolina, sappia essere quel momento <strong>di</strong> equilibrio e <strong>di</strong> camera <strong>di</strong><br />

saggezza che ha saputo essere fino ad oggi l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza uscente.<br />

Grazie.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Apro la <strong>di</strong>scussione sulla delibera, <strong>di</strong> fatto su<br />

questa proposta. Prego Caputo.”<br />

Consigliere Caputo: “La ringrazio Presidente. Spetta anche a me, l’avevo già fatto<br />

quando si era <strong>di</strong>messa la Vice Presidente, ora Capogruppo Cavicchioli, ora si è<br />

<strong>di</strong>messo il Vice Presidente Albetti, ringraziarli perché hanno svolto in questi<br />

mesi, insieme al Presidente Ortolina, un ottimo lavoro, molto equilibrato, attento<br />

e sicuramente rappresentativo non solo delle forze politiche che loro esprimevano<br />

ma credo <strong>di</strong> tutto il Consiglio. Quin<strong>di</strong> è stata sicuramente la loro una presenza<br />

importante, qualificata, che penso sia da premiare, nel senso che sia da<br />

raccogliere come un invito anche per i nuovi Vice Presidenti l’esempio che loro<br />

hanno dato in questa lunga Vice Presidenza, che è durata 3 anni e mezzo.<br />

D’altronde io ritengo che l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza debba essere uno strumento<br />

importante in mano al Consiglio <strong>Provincia</strong>le, uno strumento <strong>di</strong> democrazia. Credo<br />

che dovrebbe sempre più assomigliare a quello che c’è in Inghilterra e in<br />

America, lo speaker, il rappresentante degli eletti sopra le parti che regoli la vita<br />

dei Consigli Comunali, dei Consigli <strong>Provincia</strong>li. D’altronde è stato così in questi<br />

ultimi anni, a partire dalla mia Presidenza, quando la votazione ha avuto<br />

l’astensione dei Consiglieri <strong>di</strong> opposizione, quin<strong>di</strong> non un atto <strong>di</strong> ostilità, ma anzi<br />

un fatto positivo, così è avvenuto per il Presidente Ortolina che ha ricevuto un via<br />

alla sua Presidenza anche da parte dell’opposizione. Questo credo sia un fatto<br />

importante, perché non si tratta <strong>di</strong> una scelta politica ma deve essere invece una<br />

2


scelta che accomuna tutti i Consiglieri, perché l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza deve<br />

rappresentare tutti i Consiglieri.<br />

C’è stata in questi giorni una riorganizzazione dei lavori del Consiglio, che hanno<br />

dato vita a nuove commissioni, a nuovi Presidenti <strong>di</strong> commissione, quin<strong>di</strong> non<br />

solo a una riorganizzazione da un punto <strong>di</strong> vista strutturale ma anche una <strong>di</strong>versa<br />

organizzazione politica, mantenendo quelle che poi erano le caratteristiche della<br />

commissione bilancio e della commissione trasparenza che erano ovviamente <strong>di</strong><br />

pertinenza dell’opposizione. Credo che però il metodo usato per la nomina dei<br />

Presidenti e quello che ovviamente sta avvenendo per quanto riguarda il Vice<br />

Presidente vicario, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggioranza, sia un metodo che io non posso<br />

con<strong>di</strong>videre e non con<strong>di</strong>vido.<br />

Questa maggioranza nasce con una composizione politica tra forze politiche, su<br />

un programma politico che ha un progetto, un’idea <strong>di</strong> gestione<br />

dell’Amministrazione della cosa pubblica, quin<strong>di</strong> nasce come un progetto politico<br />

nuovo, con una sfida politica rispetto alla maggioranza che aveva retto prima<br />

Palazzo Isimbar<strong>di</strong> con alla guida ovviamente il Presidente Penati, e non è quin<strong>di</strong><br />

una somma <strong>di</strong> partiti ma nasce su un programma politico, su un progetto politico.<br />

Io credo che negli ultimi tempi questo si stia decisamente indebolendo, ovvero<br />

non c’è più quella pragmaticità o comunque quel progetto che aveva reso<br />

possibile la maggioranza che ora regge questo Consiglio <strong>Provincia</strong>le e questa<br />

Giunta. Ora c’è un’alleanza elettorale, in questo momento c’è un’alleanza<br />

elettorale. Questo cosa vuol <strong>di</strong>re? Che si confrontano delle posizioni politiche<br />

anche all’interno <strong>di</strong> questa maggioranza, l’abbiamo già verificato parecchie volte<br />

in questo Consiglio <strong>Provincia</strong>le, a volte con <strong>di</strong>fferenze su temi importanti. Io<br />

credo e confermo la mia adesione al progetto politico del Presidente Penati e<br />

quin<strong>di</strong> la mia adesione a questa maggioranza e soprattutto alla gestione <strong>di</strong> questa<br />

Giunta, quin<strong>di</strong> al Presidente Penati. Ritengo che siano cambiate le con<strong>di</strong>zioni in<br />

cui si muove questa maggioranza, siano cambiate fortemente e proprio per questo<br />

non con<strong>di</strong>vido il metodo usato per la nomina <strong>di</strong> Presidenti <strong>di</strong> commissioni e <strong>di</strong><br />

questo Vice Presidente <strong>di</strong> maggioranza, ovvero una maggioranza non può vivere<br />

su una contrattazione. Una maggioranza non ha <strong>di</strong> fronte una logica sindacale, per<br />

cui io valgo tot, tu vali tot e io su questo mi muovo e ottengo un consenso. La<br />

maggioranza è omogenea, <strong>di</strong>cevo prima una maggioranza sul progetto, non può<br />

reggersi ed è sbagliato il metodo che viene usato in questo senso, che all’interno<br />

della stessa maggioranza ci sia una sorta <strong>di</strong> compensazione sui ruoli, sui posti.<br />

Credo che questo sia un fattore negativo.<br />

Io spero invece che si vada a correggere questo metodo e che si usi una politica<br />

più ambrosiana che romana, perché se si sta a guardare a quello che sta<br />

succedendo a Roma, credo che ci siano degli aspetti fortemente negativi. Per<br />

quanto riguarda la mia forza politica, un progetto che è nato nel 1994, è arrivato<br />

credo alla conclusione, io non sono mai un pessimista ma credo che molto<br />

probabilmente per la prima volta da quando c’è la Repubblica Italiana una forza<br />

politica storica, che è storica in Italia come in Europa, come il Partito Socialista,<br />

non avrà rappresentanti al Parlamento e questo è un fatto grave. Un milione <strong>di</strong><br />

voti verrà buttato nella spazzatura e andrà a rafforzare le posizioni politiche del<br />

centrodestra, perché questo è quello che prevede la nostra legge elettorale. Io<br />

spero che invece qui si usi un altro metodo, un’altra concezione politica, cioè si<br />

ragioni in termini completamente <strong>di</strong>versi, auspica un metodo ambrosiano, ovvero<br />

3


non ci sono delle contrapposizioni o delle riven<strong>di</strong>cazioni sindacali, come ho detto<br />

prima, ma c’è invece una logica politica che sta <strong>di</strong>etro allo stare insieme.<br />

In questo senso, secondo me non abbiamo dato un buon esempio <strong>di</strong> come ci si è<br />

organizzati in queste nuove commissioni sull’elezione dei Presidenti, così come è<br />

avvenuta, come non <strong>di</strong>amo un buon esempio come avverrà l’elezione <strong>di</strong> questo<br />

Vice Presidente, perché non <strong>di</strong>amo importanza a questo strumento che ha una sua<br />

valenza, che poi non può permetterci, se non <strong>di</strong>amo valenza a questo strumento,<br />

<strong>di</strong> lamentarci se non c’è considerazione del Consiglio <strong>Provincia</strong>le, c’è un<br />

rafforzamento dell’esecutivo senza invece esserci parimenti un rafforzamento del<br />

Consiglio <strong>Provincia</strong>le.<br />

Quin<strong>di</strong>, al <strong>di</strong> là dei nomi che vengono espressi, che hanno tutta la mia stima,<br />

perché sia il collega Greco per quanto riguarda la maggioranza, sia il collega<br />

Gavazzi hanno la mia stima. E’ evidente che <strong>di</strong> fronte a questa rappresentanza che<br />

c’è adesso all’interno <strong>di</strong> questo Consiglio <strong>Provincia</strong>le, io non voterò, parteciperò<br />

al voto ma esprimerò un voto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso votando scheda bianca rispetto alla<br />

votazione dei due Vice Presidenti.”<br />

Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Barzaghi e i Consiglieri Gaiardelli,<br />

Gatti, Meroni, Scarano. (presenti 38)<br />

Consigliere Meroni: “Grazie Presidente. Il gruppo della Lega Nord per<br />

l'In<strong>di</strong>pendenza della Padania appoggerà la can<strong>di</strong>datura dell’amico Gavazzi, anche<br />

perché noi avevamo già offerto la nostra <strong>di</strong>sponibilità a poter avere la carica <strong>di</strong><br />

Vice Presidente del Consiglio <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, ma il nostro era un intento<br />

per dare <strong>di</strong>gnità a quella che fra pochi mesi sarà la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Monza e Brianza<br />

e già allora noi parlammo <strong>di</strong> dare la visibilità comunque a un’area che già si<br />

apprestava ad avere l’avallo del Parlamento e si apprestava ad essere una realtà<br />

con cui ha convissuto in questi anni la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>.<br />

Quin<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> buon auspicio che l’amico Gavazzi, brianzolo doc, sappia<br />

ben interpretare anche il ruolo <strong>di</strong> Vice Presidente del Consiglio della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Milano</strong>. Grazie.”<br />

Consigliere Patta: “Signor Presidente, io tirato per i capelli intervengo perché non<br />

ho compreso l’intervento del collega Caputo, che gli piacerebbe essere tirato per i<br />

capelli ma non è possibile. Guardate, potrei portare molti esempi per sottolineare<br />

come questa è forse una delle rare coalizioni in Italia, mi piacerebbe avere altri<br />

esempi <strong>di</strong> questo genere, che non ha usato né bilancini né Cencelli, in nessuna<br />

delle attribuzioni dei ruoli che si sono andati determinando, dalla costituzione<br />

della Giunta fino a tutte le altre scelte che si sono compiute. Mi sembra che pur<br />

avendo avuto momenti in cui, come è giusto è possibile, forse necessario avere<br />

momenti <strong>di</strong> confronto come avviene tra membri <strong>di</strong> una coalizione che si trovano<br />

uniti sul piano politico ma hanno culture <strong>di</strong>verse o parzialmente <strong>di</strong>verse, è<br />

possibile che ci siano stati momenti <strong>di</strong> confronto, mi sembra con un grande senso<br />

<strong>di</strong> responsabilità reciproco nel trovare le soluzioni. Abbiamo attraversato adesso<br />

un momento <strong>di</strong>fficile, in cui i livelli extra provinciali, quello nazionale in<br />

particolare, non ci hanno aiutato. Mi sembra che ci si stia muovendo mettendo al<br />

primo posto la coerenza con il mandato avuto dagli elettori, nel rispetto delle<br />

<strong>di</strong>fferenze e tentando <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>fferenze un valore che alla fine produca<br />

4


isultati utili per l’insieme della comunità provinciale che noi ci troviamo ad<br />

amministrare.<br />

Su questa vicenda noi abbiamo atteso a lungo, anche perché si stava provvedendo<br />

a risolvere problemi, a definire delle scelte, è capitata tra capo e collo la necessità<br />

<strong>di</strong> definire anche le commissioni, un rimescolamento complessivo anche delle<br />

presidenze. Il collega Caputo è stato interpellato al riguardo e ovviamente si è<br />

<strong>di</strong>scusso con lui. Forse è vero, con modalità che avrebbero dovuto trovare qualche<br />

momento collegiale, però siamo stati tutti presi in un girandola <strong>di</strong> scelte in questo<br />

periodo da effettuare in un momento in cui è messo in <strong>di</strong>scussione la modalità del<br />

ruolo del Consigliere, insieme a tutti gli altri momenti politici.<br />

Quin<strong>di</strong> io credo che il collega Caputo non possa attribuire alla maggioranza la<br />

scelta <strong>di</strong> non aver considerato le potenzialità e il contributo che egli è in grado <strong>di</strong><br />

apportare alla maggioranza e al Consiglio. Ciò è stato considerato, il collega<br />

Caputo lo sa perfettamente, sono state fatte al collega delle proposte, il collega<br />

Caputo ha tutti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> non riconoscersi nelle proposte, però noi abbiamo<br />

pensato che un’esperienza come la sua andava valorizzata, abbiamo tentato <strong>di</strong><br />

farlo. Riba<strong>di</strong>sco, può essere vero, io mi assumo la mia responsabilità, forse era<br />

meglio trovare un momento <strong>di</strong> valutazione più collegiale, in cui andare a definire<br />

in maniera più con<strong>di</strong>visa tutti gli aspetti delle proposte che ci siamo trovati a fare,<br />

commissioni, ecc. Si poteva fare, però non si può attribuire a questa maggioranza<br />

la volontà <strong>di</strong> non utilizzare tutti i contributi e tutte le potenzialità che essa<br />

contiene perché è più arroccata su modelli cencelliani o altro.<br />

Poiché sono certo che il collega Caputo non ha niente rispetto al nome proposto,<br />

come egli stesso ha sottolineato, non capisco e non con<strong>di</strong>vido la scelta <strong>di</strong><br />

astenersi in questa decisione. Credo che comunque avremo momenti per<br />

continuare insieme, senza problemi il percorso intrapreso, valorizzando come è<br />

necessario continuare a fare, tutti gli apporti, tutti i contributi e tutte le ricchezze<br />

<strong>di</strong> qualità che questa maggioranza ha. Grazie.”<br />

Consigliere Accame: “Devo <strong>di</strong>re Presidente che non pensavo <strong>di</strong> intervenire in<br />

quest’aula, perché mi trovavo ovviamente concorde con quanto aveva detto il mio<br />

Capogruppo sulla questione della can<strong>di</strong>datura del collega Gavazzi per quanto<br />

riguarda i gruppi <strong>di</strong> minoranza, ma il collega Patta mi ha fatto rabbrivi<strong>di</strong>re<br />

quando ho sentito una sua <strong>di</strong>chiarazione a inizio del suo ragionamento, che <strong>di</strong>ceva<br />

che questa maggioranza non ha utilizzato pesi, contrappesi in base<br />

all’appartenenza politica. Collega Patta, vada a vedersi forse la formazione della<br />

Giunta, ci sono non so quanti partiti del centrosinistra rappresentanti in Giunta,<br />

anche partiti che hanno dato il sostegno al centrosinistra, alla can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong><br />

Penati nello scorso mandato e che non hanno ottenuto nessun membro in questa<br />

assemblea sono rappresentati in Giunta. Quin<strong>di</strong> più cencelliana <strong>di</strong> questa<br />

composizione sia dal punto <strong>di</strong> vista della formazione della Giunta, sia anche della<br />

formazione delle commissioni, io francamente devo <strong>di</strong>re che siete stati dei<br />

principi in questo. Io sono veramente inorri<strong>di</strong>to quando sento che non sono stati<br />

utilizzati i pesi e i contrappesi tra le varie forze politiche. Sono stati utilizzati<br />

tutti, come è giusto che in democrazia vengano utilizzati, ma non mi sembra il<br />

caso <strong>di</strong> fare della retorica moralista, quando poi nei fatti si fa il contrario. Qua,<br />

tra Presidenze, Vice Presidenze, penso che questa maggioranza abbia utilizzato<br />

appieno il suo mandato democratico per <strong>di</strong>videre equamente tra le forze politiche,<br />

e vorrei proprio andare a fare un’analisi anche con le società partecipate, in base<br />

5


al peso assembleare il proprio potere. Mi sembra che sia così evidente nella<br />

composizione <strong>di</strong> tutti gli organismi <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> questa amministrazione, compreso<br />

quello della Giunta, che non mi scandalizza assolutamente che sia avvenuto, mi<br />

lascia un po’ perplesso quando si <strong>di</strong>ce che invece è stato fatto su base <strong>di</strong> altre<br />

formule che invece mi sembra siano rispecchiate solo quelle dell’appartenenza<br />

politica e del voto espresso alle elezioni.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Mezzi.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Posso chiedere se possiamo tornare a bomba,<br />

nel senso che proce<strong>di</strong>amo alla votazione? Tranquillino, prego.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Solo 30 secon<strong>di</strong> Signor Presidente, per <strong>di</strong>re che caso<br />

mai aveva ragione il mio Capogruppo, collega e compagno Patta, <strong>di</strong>cendo che si<br />

tentava <strong>di</strong> argomentare una tesi provandone il contrario, perché effettivamente<br />

…… (dall'aula si replica fuori campo voce). No, e so anche dove è nato, in<br />

ambiente doroteo Del Nero, sono più forte in storia <strong>di</strong> quanto tu non pensi.<br />

Solamente per <strong>di</strong>re Signor Presidente che mi pare sia tutto il contrario perché ad<br />

oggi chi è in Giunta, senza <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un Consigliere in aula, sicuramente non si<br />

può <strong>di</strong>re che non siano forze politiche che ci sono e che pur senza una presenza in<br />

Consiglio non siano rappresentati in Giunta. Questo mi pare proprio un<br />

argomento fuori luogo e fuori <strong>di</strong>scussione.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Posso chiedere <strong>di</strong> non aprire un <strong>di</strong>battito sulla<br />

struttura della Giunta, che stiamo parlando <strong>di</strong> altro? Bruschi, prego.”<br />

Consigliere Bruschi: “Sarò brevissimo. Prendo atto che il collega conosce il<br />

manuale Cencelli, visto che Caputo ha parlato in generale della configurazione<br />

delle commissioni, dell’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza e quant’altro, faccio in aula quello<br />

che ho già fatto in riunione <strong>di</strong> commissione, il fatto che in alcuni casi non sia<br />

stato tenuto conto del merito acquisito sul campo è abbastanza evidente. Il<br />

Consigliere Maestri che ha presieduto in maniera egregia la commissione lavoro,<br />

e lo <strong>di</strong>co io che sono <strong>di</strong>stantissimo ideologicamente da lui, non è il Vice<br />

Presidente della commissione che ha assorbito la commissione lavori. E’ una<br />

sconcezza dal punto <strong>di</strong> vista dei meriti acquisiti sul campo. Se non è utilizzo del<br />

manuale Cencelli questo, mi <strong>di</strong>ca lei Presidente Ortolina cos’è.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Matteucci.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Io <strong>di</strong>chiaro invece chiuso il <strong>di</strong>battito.<br />

Dobbiamo procedere a nominare i classici 3 scrutatori, 2 <strong>di</strong> maggioranza e 1 <strong>di</strong><br />

minoranza. Datemi i nomi per la maggioranza e anche ovviamente per la<br />

minoranza. No, si vota, assolutamente! Per la maggioranza Censi e De Gaspari,<br />

per la minoranza Clerici.<br />

Ricordo che è stata consegnata una scheda sulla quale potete scrivere soltanto un<br />

nome. Terminata la votazione, risultano eletti coloro che ottengono il maggior<br />

numero <strong>di</strong> voti. Potete cominciare a votare, poi chiameremo per il deposito della<br />

scheda. “<br />

6


Premesso che il Consiglio provinciale, con delibera 20 luglio 2004, n. 37/2004, atti n.<br />

175556/2004/4661/2004, ha eletto, ai sensi dell’art. 33 dello Statuto della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Milano</strong>, l’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza del Consiglio con la seguente composizione:<br />

- Vincenzo Ortolina Presidente<br />

- Arianna Cavicchioli Vice Presidente<br />

- Roberto Caputo Vice Presidente<br />

Dato atto altresì che Consigliere Roberto Caputo era stato eletto fra i Consiglieri <strong>di</strong><br />

minoranza, ai sensi dell’art. 33, comma 1, dello Statuto, e che il Presidente del<br />

Consiglio aveva scelto successivamente come Vice Presidente del Consiglio vicario il<br />

Consigliere Arianna Cavicchioli.<br />

Ricordato che il Consiglio provinciale, con delibera 14 giugno 2005, n. 24/2005, atti n.<br />

114200/2005/4661/2004, ha eletto, fra i Consiglieri <strong>di</strong> minoranza, il Consigliere<br />

Roberto Albetti Vice Presidente del Consiglio provinciale <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, a seguito delle<br />

<strong>di</strong>missioni dalla carica <strong>di</strong> Vice Presidente del Consiglio provinciale date dal Consigliere<br />

Roberto Caputo nell’adunanza consiliare del 28 aprile 2005.<br />

Ricordato inoltre che il Consigliere Arianna Cavicchioli, in seguito all’assunzione della<br />

carica <strong>di</strong> Capo Gruppo del Gruppo consiliare “Partito Democratico”, ha dato le<br />

<strong>di</strong>missioni dalla carica <strong>di</strong> Vice Presidente Vicario del Consiglio provinciale durante<br />

l’adunanza consiliare del 25 ottobre 2007, formalizzate con comunicazione in stessa<br />

data, atti n.238234/2007/2.1/2004/4661.<br />

Preso atto successivamente che il Consigliere Roberto Albetti, causa impegni<br />

istituzionali sopraggiunti, ha dato le <strong>di</strong>missioni dalla carica <strong>di</strong> Vice Presidente del<br />

Consiglio provinciale con comunicazione dell’8 <strong>febbraio</strong> <strong>2008</strong>, atti n.<br />

34902/<strong>2008</strong>/2.1/2004/4661.<br />

Visto il parere favorevole in or<strong>di</strong>ne alla regolarità tecnica espresso dal Segretario Generale -<br />

Direttore del Settore Supporto al Consiglio provinciale in data 11/02/<strong>2008</strong>.<br />

Durante il <strong>di</strong>battito sono presentate le can<strong>di</strong>dature dei Consiglieri Attilio Gavazzi e<br />

Luigi Greco.<br />

Il Presidente del Consiglio ricorda che si deve pertanto procedere all’elezione dei Vice<br />

Presidenti del Consiglio, ai sensi dell’art. 33 dello Statuto. Tale votazione deve<br />

svolgersi a scrutinio segreto e ciascun Consigliere deve scrivere sulla propria scheda un<br />

solo nome; terminata la votazione, risultano eletti coloro che ottengono il maggior<br />

numero <strong>di</strong> voti, secondo quanto previsto dai commi 4 e 5 dell’art. 33 dello Statuto.<br />

Il Presidente del Consiglio <strong>di</strong>spone quin<strong>di</strong> per la <strong>di</strong>stribuzione delle schede, chiamando<br />

ad assolvere le funzioni <strong>di</strong> scrutatore i Consiglieri Censi, Clerici e De Gaspari.<br />

Chiusa la <strong>di</strong>scussione, il Presidente del Consiglio invita il Segretario generale a<br />

procedere all'appello nominale dei Consiglieri, i quali depongono la scheda nell'urna.<br />

7


Risultano assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i<br />

Consiglieri Colli, Comincini, De Nicola, Fratus, Lombar<strong>di</strong>, Mauri e Russomanno.<br />

E così risultano presenti 38 Consiglieri.<br />

Ultimata la votazione e procedutosi allo spoglio delle schede ed al conseguente<br />

scrutinio, gli scrutatori rassegnano il verbale ed il Presidente del Consiglio proclama il<br />

risultato come segue:<br />

Presenti: 38<br />

Votanti: 38<br />

Presenti e non votanti: 0<br />

Schede bianche: 5<br />

Schede nulle: 0<br />

Luigi Greco voti: n. 21<br />

Attilio Gavazzi voti: n.<strong>12</strong><br />

A seguito <strong>di</strong> tali risultati, il Presidente del Consiglio proclama che i Consiglieri:<br />

- Luigi Greco<br />

- Attilio Gavazzi<br />

sono eletti Vice Presidenti del Consiglio provinciale <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>.<br />

Il Presidente del Consiglio dà pertanto atto che l'Ufficio <strong>di</strong> Presidenza del Consiglio<br />

provinciale <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> è così costituito:<br />

- Vincenzo Ortolina Presidente<br />

- Luigi Greco Vice Presidente<br />

- Attilio Gavazzi Vice Presidente<br />

Il Presidente del Consiglio comunica successivamente che il Consigliere Luigi Greco<br />

eserciterà le funzioni <strong>di</strong> Vice Presidente del Consiglio vicario.<br />

Il Presidente del Consiglio, stante l'urgenza del provve<strong>di</strong>mento, propone <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare la<br />

presente deliberazione imme<strong>di</strong>atamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, comma 4, del<br />

D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267.<br />

Assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i Consiglieri<br />

Accame, Clerici, Colli, Comincini, De Nicola, Fortunati, Fratus, Greco, Lombar<strong>di</strong>,<br />

Malinverno, Mauri e Russomanno.<br />

E così risultano presenti 33 Consiglieri.<br />

La proposta risulta approvata con trentatre voti a favore.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Passiamo agli interventi ex art. 83. Sappiamo<br />

che è un Consiglio un po’ particolare, tra l’altro abbiamo l’importante momento<br />

8


del ricordo della Giornata del Ricordo. Se potessimo contenere molto in questa<br />

occasione gli interventi ex art. 83, credo che sarebbe cosa buona e giusta, oltre<br />

che saggia, ma ovviamente non toglierò la parola a nessuno. Prego Bruschi.”<br />

Consigliere Bruschi: “Grazie Signor Presidente. Mi è capitato un fatto abbastanza<br />

particolare. Sabato è arrivato un messaggino sul telefonino <strong>di</strong> mia moglie, che le<br />

<strong>di</strong>ce: guarda che Max è sulla home page del sito <strong>di</strong> Beppe Grillo e lo stanno<br />

massacrando. Vado alla home page del sito <strong>di</strong> Beppe Grillo, vedo che il Signor<br />

Beppe Grillo ha deciso, non so per quale motivo, <strong>di</strong> pubblicare non un classico<br />

video <strong>di</strong> denuncia “anti casta”, forse perché anch’io e in questo caso me ne<br />

pregio, faccio parte della casta, ma un video vecchio <strong>di</strong> un anno sul<br />

termovalorizzatore. Quel video nasceva un anno fa perché ero appena tornato da<br />

Napoli e avevo visto le immagini per strada, senza bisogno che le televisioni che<br />

se ne sono accorte in ritardo le trasmettessero. Contemporaneamente avevo avuto<br />

notizia da un’ottima giornalista del Corriere della Sera, Paola D’Amico, che il<br />

termovalorizzatore era scomparso dalla proposta <strong>di</strong> Piano Rifiuti della <strong>Provincia</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, in un minuto e mezzo avevo fatto un breve video dove sostanzialmente<br />

denunciavo il fatto che il termovalorizzatore era scomparso nonostante le<br />

previsioni della monnezza lo richiedessero …… (dall'aula si replica fuori campo<br />

voce). Era scomparso dal Piano Rifiuti della problema, a un certo punto c’era, a<br />

un certo punto non c’è stato più per poi ricomparire in questi giorni, lo sappiamo.<br />

Dicevo ovviamente che mi sarei battuti insieme agli altri colleghi del gruppo per<br />

evitare a <strong>Milano</strong> possibilità <strong>di</strong> situazioni campane.<br />

Video <strong>di</strong> un minuto e mezzo, vecchio <strong>di</strong> un anno ripeto, messo in home page del<br />

sito <strong>di</strong> Beppe Grillo non come post, aprendo dunque un <strong>di</strong>battito sul sito <strong>di</strong> Beppe<br />

Grillo, ma messo come rimando, per cui rimandava <strong>di</strong>rettamente al mio account<br />

su Youtube che a sua volta rimandava sul mio sito. E’ successo l’ira <strong>di</strong> <strong>di</strong>o, nel<br />

senso che ho ricevuto qualcosa ad oggi come 425 messaggi pressoché tutti<br />

anonimi e pressoché tutti <strong>di</strong> insulti sull’account <strong>di</strong> Youtube. Ho ricevuto 194<br />

poste elettroniche sulla mia posta elettronica, alcune delle quali sempre anonime<br />

e <strong>di</strong> insulti, altre più <strong>di</strong>aloganti. Molto spesso con le poste elettroniche <strong>di</strong>aloganti<br />

ero d’accordo, perché sono il primo a sostenere che la raccolta <strong>di</strong>fferenziata non<br />

sia un’alternativa al termovalorizzatore ma sia comunque un’opportunità da<br />

utilizzare al massimo, tanto che siccome a <strong>Milano</strong> non c’è la raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata del secco e dell’umido, io vado a portare il mio bravo umido tramite<br />

un accordo cor<strong>di</strong>ale nella raccolta dell’umido del bar sottocasa.<br />

La cosa <strong>di</strong>vertente è stato che con qualcuno degli accusatori attraverso posta<br />

elettronica, sono entrato in contatto e stupendosi del fatto che avevo risposto mi<br />

hanno detto lei se non altro è una persona civile, continuiamo a scambiarci poste<br />

elettroniche.<br />

La cosa brutta <strong>di</strong> tutta questa vicenda è che ha <strong>di</strong>mostrato non tanto e non solo la<br />

potenza <strong>di</strong> fuoco del sito <strong>di</strong> Beppe Grillo, quanto come sia facile per il Signor<br />

Beppe Grillo, che al casellario penale risulta come pluriomicida, laddove al<br />

sottoscritto al massimo possono essere ascritte qualche multa per <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> sosta,<br />

non al casellario ma comunque come infrazione della mia purezza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no,<br />

ma penso che in questo caso sono in buona compagnia, ebbene basta che questo<br />

signore, ripeto pluriomicida, ad<strong>di</strong>ti una persona, basta che questo signore <strong>di</strong>ca<br />

come verbo rivelato che la casta è tutta una merda, e lo sappiamo, ma che i<br />

9


termovalorizzatori sono cancerogeni e chiunque li <strong>di</strong>fenda è il male, che<br />

imme<strong>di</strong>atamente si scatenano centinaia <strong>di</strong> persone.<br />

Secondo me la politica deve sempre rispondere. Io nel mio piccolo ho dato una<br />

risposta, rispondendo a tutte le poste elettroniche, non quelle <strong>di</strong> minacce <strong>di</strong> morte,<br />

ma anche quelle <strong>di</strong> insulti. Ritengo che a chi capita la mia stessa ventura, debba<br />

seguire un po’ la stessa procedura. La cosa <strong>di</strong> questa vicenda orrenda è che le<br />

risposte non potevano essere date nel sito <strong>di</strong> Beppe Grillo, che parla per verbo<br />

rivelato, ma dovevano essere date con altri sistemi e altrove. Allora, chi parla <strong>di</strong><br />

casta dovrebbe in primo luogo imparare le leggi elementari della democrazia,<br />

anche se si tratta <strong>di</strong> un pluriomicida.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Mattioli.<br />

Consigliere Censi: “Grazie Presidente. Questa mattina è stata presentata alla<br />

stampa e al pubblico un’iniziativa che io trovo importante, lodevole e che vorrei<br />

segnalare al Consiglio. Le Case delle Donne dei Centri Antiviolenza della<br />

Lombar<strong>di</strong>a hanno costituito una rete lombarda dei Centri Antiviolenza: Bergamo,<br />

Brescia, Como, Crema, Cremona, Lecco, <strong>Milano</strong>, Merate, Monza, Pavia, Pieve<br />

Emanuele, Varese.<br />

Il fenomeno della violenza e i dati della violenza sulle donne, giova ricordarlo, ve<br />

li ho consegnati, non li sto a leggere, perché ogni giorno, anche ieri, le donne<br />

vengono uccise in questo Paese. Il dato del numero delle donne uccise è in<br />

aumento. Non è in aumento il fenomeno della violenza ma è in aumento il<br />

fenomeno dell’uccisione delle donne. Noi facciamo molte cose, molte le sapete,<br />

la gran parte le ho raccontato.<br />

Ho pensato <strong>di</strong> fare una cosa piccola in più, che riguarda la cultura in cui noi<br />

viviamo, che forma l’atteggiamento che i giovani uomini e gli uomini, e anche le<br />

donne riconoscendo se stesse in un modello, conducono e continuano a perpetrare<br />

in questa nostra civile società. E lo farò ogni Consiglio <strong>Provincia</strong>le quando ci sarà<br />

l’art. 83, presenterò al Consiglio due pubblicità, una televisiva e una cartacea, in<br />

cui la figura e il ruolo, lo stereotipo che è assegnato alle donne viene riverberato<br />

in maniera straor<strong>di</strong>nariamente forte. Le scelgo non eclatanti, in questo Consiglio<br />

abbiamo parlato della pubblicità <strong>di</strong> Dolce e Gabbana che era fortemente eclatante.<br />

Userò pubblicità normali, e cercherò <strong>di</strong> indurre in voi, ma io so che voi siete già<br />

sensibili a questo argomento, una consuetu<strong>di</strong>ne che spero faccia riflettere coloro<br />

che costruiscono una buona parte della cultura <strong>di</strong> questo Paese, degli stereotipi<br />

culturali che continuano a essere riprodotti attraverso la pubblicità.<br />

Comincerei, se il Presidente Ortolina mi autorizza, con la prima pubblicità, è la<br />

pubblicità <strong>di</strong> un formaggio che credo conosciate tutti. Ecco, l’irresistibile, per cui<br />

è irresistibile per il cameriere <strong>di</strong>re quello che pensa, ed è legittimo. E’ <strong>di</strong>vertente,<br />

giusto. Io non sto parlando <strong>di</strong> crimine, io sto parlando Max Bruschi, <strong>di</strong> stereotipi<br />

culturali che comunque sono utili alla riproduzione <strong>di</strong> un modello culturale. Io<br />

penso che debbano cambiare, e uso questo piccolo spazio risibile per segnalare<br />

quello che secondo me……, e ho detto che non uso quelle eclatanti.<br />

Poi passiamo ai giornali, ogni volta farò televisione e giornali. Questa è una<br />

pubblicità, voi non vedete il colore rosa ma la Gazzetta dello Sport è fonte <strong>di</strong><br />

grande e interessante formazione su questo tema. La pubblicità è una colla per<br />

pavimenti, e ovviamente viene utilizzata una donna per descrivere la colla che è<br />

una bomba che non fa polvere. Ovviamente, è del tutto evidente l’attinenza tra la<br />

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figura della donna, la colla e il fatto che non faccia polvere totalmente. In<br />

collegabile, appunto. Però il sottotesto è “uomini, conoscenza e immaginazione”.<br />

Lo farò tutte le volte perché vi accorgerete, ma lo farete tutti i giorni voi, che<br />

frequentemente il corpo delle donne è utilizzato per cose che non c’entrano<br />

niente. La colla penso sia raramente usata per fare piscine, pavimenti, conosco<br />

pochissime donne che fanno questo mestiere, è usata semplicemente per<br />

avvalorare lo slogan che viene utilizzato: una bomba che non fa polvere.<br />

Nell’altro caso è possibile <strong>di</strong>re tutto quello che si pensa, anche se si è un<br />

cameriere, anche se si sta servendo una cliente. Questo lo <strong>di</strong>co perché piccoli<br />

passaggi possono secondo me formare una nuova cultura. Io non penso che gli<br />

uomini debbano essere usati alla stessa maniera, penso che sia opportuno<br />

cambiarlo, penso che sia opportuno <strong>di</strong>scuterne e mi piacerebbe che lo slogan <strong>di</strong><br />

questo Consiglio fosse: rispetta queste cose, adesso basta.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Vice Segretario generale.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Grazie. Scusate, tra l’altro approfitterei per<br />

invitare almeno il Vice Presidente vicario ad occupare il posto a fianco a me,<br />

grazie. Gavazzi, prego.”<br />

Consigliere Gavazzi: “Grazie Presidente. Io onestamente volevo <strong>di</strong>re alla<br />

Consigliere Censi che io sono padre <strong>di</strong> due bambine, 35 e 34 anni, posso capire<br />

benissimo, mia figlia ha subito un tentativo <strong>di</strong> aggressione, non è stata <strong>di</strong>fesa<br />

perché la gente ha paura, sono intervenuto io perché sono il papà e tutto. Però io<br />

onestamente mi sento sempre <strong>di</strong> ripetere non enfatizziamo tanto questo <strong>di</strong>scorso.<br />

E’ giusto puntualizzarlo, però io sono convinto che le donne – non voglio fare la<br />

lisciata – hanno qualcosa in più, però non bisogna secondo il mio punto <strong>di</strong> vista<br />

trattarle anche sempre con questa <strong>di</strong>fesa, come se fossero delle persone deboli e<br />

in<strong>di</strong>fese. Perché, mi permetta un <strong>di</strong>scorso molto semplice, tra noi uomini se tu hai<br />

una <strong>di</strong>scussione o litighi anche a livello politico, 99% ritorni assieme, se litighi<br />

con una donna, questa non te la perdona più tutta la vita. Non è uno stereotipo, è<br />

la verità (dall'aula si replica fuori campo voce). Il <strong>di</strong>scorso della Consigliere<br />

Censi, è una donna che non mi fa finire il ragionamento. La Consigliere Censi<br />

non mi fa finire il ragionamento.<br />

Quello che volevo e intendo <strong>di</strong>re io, forse non riesco a farmi capire o a<br />

esprimermi bene, è che la donna in se stessa ha quel qualcosa in più che non ha<br />

un uomo. E’ questo che voglio <strong>di</strong>re, e quello che veramente mi “fa specie”, ho<br />

fatto una premessa, ho messo un cappello, io in tutta la mia vita – e qui<br />

interpretatela bene – ho mangiato sulle donne, facevo il pellicciaio, se non avevo<br />

le donne morivo <strong>di</strong> fame. Però ripeto, nel rispetto sempre della persona,<br />

veramente tante volte <strong>di</strong>venta stucchevole cercar sempre <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, pur senza<br />

togliere quello che succede, che è gravissimo, io ho una figlia le cui minigonne<br />

sono inguinali, però fa l’avvocato e si <strong>di</strong>fende da sola. Però, insomma, ciò non<br />

toglie che se mia figlia vuole andare con una minigonna inguinale, che ci sia<br />

qualcuno che si permetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>rle qualcosa. Però le garantisco che si <strong>di</strong>fende, e si<br />

<strong>di</strong>fende bene. Allora, il principio è che i <strong>di</strong>ritti sono <strong>di</strong> tutti e la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> tutti.<br />

Poi chiudo lì, perché non volevo fare questo intervento e mi sono già perso 3<br />

minuti. Logicamente sono d’accordo, senza enfatizzare, ecco la fine del mio<br />

ragionamento.<br />

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L’altra cosa, che si può ricollegare, l’avevo fatta in commissione quando si<br />

parlava <strong>di</strong> sicurezza e legalità. Io ho chiesto all’Assessore Grancini, e mi spiace<br />

che non ci sia ma gli avevo detto che lo <strong>di</strong>cevo pubblicamente, per un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong><br />

sicurezza e soprattutto <strong>di</strong> rispetto della legalità, perché la <strong>Provincia</strong> non si fa<br />

promotrice <strong>di</strong> una campagna per il controllo dell’uso <strong>di</strong>storto del simbolo dei<br />

portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap. E’ una cosa che ha raggiunto limiti vergognosi. Io parlo<br />

come Vice Sindaco del Comune <strong>di</strong> Seregno, sono 2 anni che stiamo cercando un<br />

metodo, un sistema per contrastare questo abusivismo, e chiedevo alla <strong>Provincia</strong>,<br />

magari in collaborazione con le polizie locali, <strong>di</strong> istituire un metodo, un sistema o<br />

magari stanziare dei fon<strong>di</strong> per far sì che questo modo veramente spiacevole,<br />

criticabile e soprattutto un <strong>di</strong>scorso illegale che veramente umilia il senso civico<br />

della maggior parte delle persone, continui a persistere.<br />

Io chiudo l’intervento lasciando a verbale, l’ho già detto prima personalmente<br />

all’Assessore Grancini, <strong>di</strong> farsi promotore <strong>di</strong> un’iniziativa che porti a smascherare<br />

questo tipo <strong>di</strong> abusivismo deplorevole e soprattutto, perché quando ti trovi in una<br />

situazione dove ve<strong>di</strong> persone con esposto il tagliando del portatore <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

perfettamente arzilli, con macchine <strong>di</strong> grossa cilindrata, palesemente falso e il<br />

controllo è non <strong>di</strong>co quasi inesistente ma quasi rassegnato, perché per fermarlo e<br />

per poter ritirare il contrassegno significa che l’agente <strong>di</strong> polizia deve fare il<br />

verbale, il più delle volte magari è contestato, se noi istituiamo questo senso<br />

civico, questa responsabilità nei nostri agenti, negli agenti della polizia<br />

municipale, penso che facciamo un bel intervento proprio nella <strong>di</strong>fesa della<br />

legalità e del senso civico delle persone.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Grazie. Dichiaro chiuse le iscrizioni dopo<br />

l’intervento <strong>di</strong> Malinverno. Accame, si prepari Meroni.”<br />

Consigliere Accame: “Grazie Presidente. Io volevo solo fare un richiamo<br />

innanzitutto politico, perché all’inizio della legislatura ho avuto modo <strong>di</strong> cogliere<br />

nelle parole e nelle intenzioni <strong>di</strong> questa maggioranza <strong>di</strong> sviluppare e realizzare<br />

maggiormente <strong>di</strong> quanto non fosse stato fino ad oggi, il concetto <strong>di</strong> area<br />

metropolitana. Orbene, il centrosinistra e in particolar modo il programma<br />

presentato dal Presidente Penati, programma su cui io ho subito nutrito dei dubbi<br />

sulla reale volontà <strong>di</strong> attuarlo, prevedeva una forte attenzione sullo sviluppo e<br />

realizzazione dell’area metropolitana.<br />

Quando poi l’opposizione, nella revisione dello statuto, aveva proposto un<br />

emendamento per allargare la conferenza dei Sindaci ai Presidenti delle 9 zone<br />

del decentramento amministrativo <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> con partecipazione consultiva, tutti<br />

gli schieramenti politici <strong>di</strong> quest’aula avevano accolto l’iniziativa come positiva e<br />

come una fase interme<strong>di</strong>a che andasse nella <strong>di</strong>rezione appunto <strong>di</strong> dare impulso al<br />

famoso progetto dell’area metropolitana. Se il buongiorno si vede dal mattino,<br />

devo <strong>di</strong>re che ancora una volta l’Amministrazione Penai ha smentito i suoi<br />

propositi, nel senso che domani ci sarà la conferenza dei Sindaci, e a che mi<br />

risulti i Presidenti della città <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, delle 9 zone citta<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cui io sono uno<br />

dei 9 rappresentanti, non sono stati invitati. Quin<strong>di</strong> se il Presidente Penati e<br />

l’Amministrazione ogni volta riempiono le pagine dei giornali <strong>di</strong> proclami e <strong>di</strong><br />

intenti programmatici e poi se nei fatti si verificano cose esattamente contrarie,<br />

penso che sia utile farlo sapere e cercare quando è possibile <strong>di</strong> porvi rime<strong>di</strong>o, non<br />

tanto per la mania <strong>di</strong> protagonismo che può avere qualcuno, ma perché se questa<br />

<strong>12</strong>


cosa, questa mo<strong>di</strong>fica regolamentare era stata concepita con degli obiettivi ben<br />

precisi e <strong>di</strong> ampio respiro sia dal punto <strong>di</strong> vista politico ed amministrativo, che sia<br />

Penati che in tutta la legislatura ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere quanto mai accentratore<br />

<strong>di</strong> poteri invece che decentratore, ad essere colui che mette una pietra tombale su<br />

questo innovativo progetto, penso che non sia corretto e penso che ciò debba<br />

essere stigmatizzato quanto prima, sia da tutto il Consiglio <strong>Provincia</strong>le ma spero<br />

anche da parte della sua maggioranza che, rispetto a questi intenti programmatici<br />

più volte si è espressa in maniera molto positiva, senza poi dare a<strong>di</strong>to a niente<br />

però <strong>di</strong> concreto. Grazie Presidente.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Benelli.<br />

Consigliere Meroni: “Grazie Presidente. Vedo con desolazione l’assenza degli<br />

Assessori e purtroppo noi vogliamo rimarcare a lei solo alcune necessità dei<br />

gruppi consiliari penso <strong>di</strong> minoranza ma anche <strong>di</strong> maggioranza, su tre questioni<br />

Presidente. Uno è quello che riguarda le auto blu. Noi pensiamo e possiamo anche<br />

capire che lei con la sua lettera che ci ha testé in<strong>di</strong>rizzato, che rimanda in<br />

commissione, le nuove commissioni che si sono formate per la <strong>di</strong>scussione, però<br />

noi dobbiamo essere chiari almeno fra <strong>di</strong> noi. Abbiamo presentato un or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno, abbiamo richiesto un taglio se non totale, un ri<strong>di</strong>mensionamento delle<br />

auto blu, è stata fatta in commissione una proposta <strong>di</strong> rivedere il parco delle<br />

macchine, non <strong>di</strong> tagliare o <strong>di</strong> semplificare o <strong>di</strong>, come chie<strong>di</strong>amo noi<br />

eventualmente su quello che ha fatto il Comune <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, azzerare le auto per il<br />

Presidente e per gli Assessori. Dico anche il Presidente, così almeno se <strong>di</strong>ciamo<br />

<strong>di</strong> tagliare la macchina al Presidente, magari qualcuno si sveglia e <strong>di</strong>ce no,<br />

ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> tutelare il Presidente.<br />

Abbiamo sollevato una questione non <strong>di</strong>co in<strong>di</strong>fferente, che vede la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Milano</strong> in quanto detentrice del 14% delle azioni SEA, <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> Malpensa,<br />

caro Presidente. La Lega Nord per l'In<strong>di</strong>pendenza della Padania domenica farà<br />

una grande manifestazione a Malpensa, dove è data per certa oltre che la presenza<br />

del Presidente Formigoni, si ventila anche la presenza del Presidente Penati. Io<br />

<strong>di</strong>co che comunque noi non l’accoglieremo con i fischi, perché un Presidente <strong>di</strong><br />

<strong>Provincia</strong> che viene a <strong>di</strong>fendere la questione dell’aeroporto più importante del<br />

nord Italia per noi può anche andar bene. Ma è possibile che in aula consiliare noi<br />

abbiamo assistito, e <strong>di</strong>co anche ai Consiglieri <strong>di</strong> maggioranza, alla enunciazione<br />

delle iniziative portate avanti dal Presidente <strong>di</strong> SEA e ai Consiglieri provinciali<br />

non è stato dato un momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito politico. Nessuno <strong>di</strong> noi ha potuto <strong>di</strong>re la<br />

sua, sono passate settimane e non sappiamo ancora quando verrà calendarizzato il<br />

nostro intervento, che rimarrà magari solo a futura memoria per i prossimi<br />

Consiglieri, ma almeno potremmo vantarci <strong>di</strong> aver detto qualcosa anche noi su<br />

Malpensa.<br />

Terzo, la questione rifiuti. Noi abbiamo chiesto <strong>di</strong> venire a darci un’informativa<br />

se è reale o meno la possibilità che anche la Lombar<strong>di</strong>a apra alla questione rifiuti<br />

o monnezza come la chiama il mio amico Elli, che riguarda Napoli. Ma abbiamo<br />

detto <strong>di</strong> più, c’è stato un tavolo dove ha partecipato un Assessore <strong>di</strong> questo<br />

Consiglio <strong>Provincia</strong>le, volete farci sapere qual è l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> questa<br />

maggioranza, <strong>di</strong> questa Giunta, <strong>di</strong> quell’Assessore che ha partecipato<br />

sull’eventualità <strong>di</strong> accogliere i rifiuti dalla Campania? Ci avete garantito<br />

un’informativa, ci rispondete adesso che verrà fatta in modo scritto.<br />

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Presidente, noi non pensiamo che voi vogliate evitare il confronto, ci siamo<br />

sempre <strong>di</strong>mostrati abbastanza aperti anche alle vostre iniziative, quando è stato il<br />

momento abbiamo supportato numericamente questa maggioranza del Presidente<br />

Penati, perciò non ci sembra il caso che su delle tematiche che interessano tutta la<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> non ci <strong>di</strong>ate delle risposte.<br />

Concludo <strong>di</strong>cendo che in Brianza c’è ancora la problematica dei trasporti<br />

pubblici. Purtroppo, Presidente Ortolina, a niente è valsa la nostra richiesta <strong>di</strong><br />

fare intervenire l’Assessore Matteucci. Sappiamo che si stano facendo dei tavoli<br />

<strong>di</strong> incontro anche con i relativi Sindaci, ma sappiamo che la protesta sta<br />

montando. Allora Presidente Ortolina, vuole mettere in con<strong>di</strong>zione anche i<br />

Consiglieri provinciali, quelli che vivono nella strada sia in Brianza ma anche<br />

nelle altre realtà, <strong>di</strong> sapere cosa sta succedendo sui trasporti pubblici? Noi non<br />

vogliamo dare la colpa a chi ha annullato le gare, quin<strong>di</strong> all’Amministrazione<br />

Penati, ma vogliamo almeno dare delle risposte giuste ai citta<strong>di</strong>ni che ci<br />

chiedono, altrimenti va a finire, lo <strong>di</strong>co molto apertamente, che sembra che i<br />

Consiglieri provinciali rubano davvero il pane, perché non sanno dare neanche<br />

una risposta che è una risposta semplicissima. E non possiamo <strong>di</strong>re che non lo<br />

sappiamo perché siamo in minoranza, perché loro <strong>di</strong>cono subito: ma chiedetelo! E<br />

noi l’abbiamo chiesto in più e vari mo<strong>di</strong>. Dateci almeno delle risposte per poterle<br />

trasmettere ai citta<strong>di</strong>ni. L’antipolitica caro Presidente si combatte dando <strong>di</strong>gnità<br />

politica anche ai semplici Consiglieri <strong>di</strong> minoranza. Grazie.”<br />

Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Comincini, De Nicola e Mauri.<br />

(presenti 41)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Il Consigliere De Nicola è fuori, volevo<br />

segnalargli che le iscrizioni sono chiuse, mi spiace. A proposito dell’intervento <strong>di</strong><br />

Meroni, volevo considerare che l’or<strong>di</strong>ne dei lavori dei Consigli, tanto più con la<br />

frequenza <strong>di</strong> conferenze <strong>di</strong> Capigruppo che facciamo, <strong>di</strong> fatto lo deci<strong>di</strong>amo nella<br />

conferenza dei Capigruppo. Non c’è nessun problema, fermo restando che<br />

indubbiamente la riorganizzazione delle commissioni ha creato qualche<br />

situazione <strong>di</strong> ritardo e <strong>di</strong> impasse, io non ho alcun problema a programmare, se la<br />

conferenza dei Capigruppo concorda, al più presto e quin<strong>di</strong> ne parliamo nella<br />

conferenza <strong>di</strong> giovedì 21, la <strong>di</strong>scussione dell’or<strong>di</strong>ne del giorno sulle auto blu, a<br />

riprendere magari definendo la data 28 o 31 riaprire la <strong>di</strong>scussione su Malpensa.<br />

Non c’è nessun problema, se lo deci<strong>di</strong>amo in conferenza Capigruppo lo possiamo<br />

fare tranquillamente, mentre sulla vicenda del trasporto pubblico mi risulta che<br />

già una commissione sia stata convocata o sia in via <strong>di</strong> convocazione, più o meno<br />

su questo argomento. Comunque il tema è sotto controllo. Malinverno, prego<br />

(dall'aula si replica fuori campo voce). Prego, la parola a De Nicola.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Mattioli.<br />

Consigliere De Nicola: “Presidente, io so che lei aveva chiuso la possibilità <strong>di</strong><br />

iscriversi e chiedo scusa per aver chiesto anche adesso. Io volevo solamente<br />

complimentarmi con mio collega Gavazzi per l’elezione alla quale non abbiamo<br />

potuto partecipare, <strong>di</strong>cendo che se da un lato sono felice dell’elezione del collega<br />

Gavazzi, nel contempo penso che questo partito unico della destra nasca male.<br />

Credo che naturalmente è stata una ripartizione <strong>di</strong> pani e pesci tra maggioranza e<br />

14


quella che è l’opposizione che sceglie la maggioranza, ossia il gruppo <strong>di</strong> Forza<br />

Italia, che ho un grande rincrescimento per come è stata effettuata questa scelta,<br />

senza nulla togliere al valore del collega Gavazzi ma credo che si apra un<br />

problema politico sul quale ci ragioneremo. Grazie.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Calaminici. (presenti 40)<br />

Consigliere Malinverno: “Grazie Presidente. Capisco il suo lodevole sforzo <strong>di</strong><br />

volere riuscire a rispondere alle imbeccate che alcuni Consiglieri<br />

dell’opposizione fanno rispetto all’organizzazione dei lavori dell’aula, ma credo<br />

che se si sta attenti e si raccoglie il significato politico delle <strong>di</strong>chiarazioni fatte<br />

dal Capogruppo Meroni, credo che Meroni abbia posto una questione che va al <strong>di</strong><br />

là <strong>di</strong> quella che è un presunto attivismo per dare risposte a questioni che vengono<br />

<strong>di</strong> volta in volta sollecitate. Credo che il Consigliere Meroni abbia posto una<br />

evidente verità, che tutti noi Consiglieri <strong>di</strong> maggioranza e minoranza riusciamo a<br />

constatare in quest’aula, cioè la totale incapacità <strong>di</strong> una qualsivoglia produzione<br />

autonoma e propria capacità politica non <strong>di</strong>co <strong>di</strong> pesare, ma <strong>di</strong> poter proporre una<br />

qualsiasi ipotesi <strong>di</strong> ragionamento. Ricordo <strong>di</strong> avere <strong>di</strong>chiarato in quest’aula, tre<br />

settimane fa credo, <strong>di</strong> avere proposto un tavolo <strong>di</strong> lavoro comune maggioranza e<br />

opposizione al Presidente Penati, su questioni <strong>di</strong> rilievo fondamentale per il<br />

futuro dell’area metropolitana, a prescindere dai futuri ruoli <strong>di</strong> maggioranza e<br />

opposizione per riuscire con l’intento <strong>di</strong> lavorare per il bene comune, non con<br />

l’intento <strong>di</strong> lavorare per chissà quali fini. Ragionare su quali possono essere<br />

alcuni gran<strong>di</strong> obiettivi che a prescindere dalla collocazione tra maggioranza e<br />

opposizione in futuro ci possono vedere collaborare per il bene dei nostri<br />

citta<strong>di</strong>ni.<br />

Non solo non ho ottenuto nessuna risposta, ricordo ancora quando il Consigliere<br />

Dapei <strong>di</strong>sse se non dovesse arrivare neanche una risposta sarebbe gravissimo.<br />

Vorrei sottolineare, da quando sono rientrato, forse sono stato sfortunato nel<br />

partecipare nel momento peggiore forse, ma noto una drammatica assenza<br />

dell’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le alle sedute del Consiglio <strong>Provincia</strong>le. Io<br />

ricordo la Consigliere Dioli, ce lo ricordavamo io e il Consigliere Elli, che<br />

quando la Presidente Colli non veniva in aula protestava, ricordo che anche lei<br />

protestava. A volte usciva tutto il gruppo della minoranza e finché non arrivava la<br />

Presidente, e c’era tutta la Giunta, c’era il Vice Presidente. Qui, a parte il<br />

lodevole sforzo <strong>di</strong> qualche Assessore che vengono a subire le lagnanze dei<br />

Consiglieri, c’è proprio un problema politico evidente.<br />

Vorrei fare queste due sottolineature con una valutazione che è tutto sulla<br />

politica. Qualcuno nelle commissioni <strong>di</strong> oggi ha detto, nel programmare l’attività<br />

dei lavori delle commissioni, bisognerebbe stabilire una mappa delle<br />

problematiche. E’ una lodevole intenzione, se ci fosse una capacità reale dei<br />

gruppi che dentro questo Consiglio autonomamente sono capaci <strong>di</strong> promuovere la<br />

politica. Vedo che questa capacità non c’è e ne prendo atto.<br />

Invece volevo assolutamente sottolineare l’importanza del lavoro fatto dalla<br />

Consigliere Censi prima, sul lavoro che lei de<strong>di</strong>ca a noi. Lo fa perché questa è<br />

l’aula in cui si muove, bisognerebbe avere la forza <strong>di</strong> farlo con i mezzi <strong>di</strong><br />

comunicazione <strong>di</strong> massa. Il tema che ha sollevato io lo sto toccando con mano, la<br />

drammatica realtà degli stereotipi che fonda l’atteggiamento delle persone dentro<br />

una cultura in cui si cresce e si vive, e poi ci si comporta, perché l’esplicitazione<br />

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<strong>di</strong> quelli che sono i messaggi espliciti o subliminali attraverso la pubblicità<br />

vengono vissuti drammaticamente dentro una cultura che è quella dell’uomo e<br />

delle donne <strong>di</strong> questo tempo. Avendo modo <strong>di</strong> affrontare questo argomento della<br />

violenza sessuale con ragazzi che hanno 17/18 anni, e vi posso <strong>di</strong>re che i ragazzi<br />

<strong>di</strong> 17/18 anni oggi vivono drammaticamente, in un modo devo <strong>di</strong>re esacerbato, gli<br />

stereotipi che sono dominanti. Per cui sarebbe molto interessante non fare solo un<br />

lavoro dentro quest’aula consiliare ma trovare le forme e i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> riuscire a<br />

denunciare le modalità attraverso le quali oggi purtroppo anche le donne,<br />

soprattutto le più giovani, sono costrette a subire una violenza nella violenza, cioè<br />

quello <strong>di</strong> fare del proprio corpo una merce per poter essere accettate, perché<br />

questa è la cultura dominante. Sarebbe interessante che questo lavoro venisse<br />

fatto non tanto e solo dentro l’aula, ma come promozione <strong>di</strong> una politica culturale<br />

che va verso l’esterno, va verso gli educatori.<br />

Finisco, sottolineo, Presidente Ortolina, che non voglio una risposta da lei sulle<br />

questioni che ha sollevato Meroni, <strong>di</strong>co solamente che qui c’è proprio un<br />

problema <strong>di</strong> fondo. Lo <strong>di</strong>co ai gruppi <strong>di</strong> maggioranza perché hanno il peso<br />

teoricamente “politico” <strong>di</strong> imporre una strategia <strong>di</strong>versa, ma il problema vero è<br />

che o non c’è la volontà o non c’è la possibilità. Però siccome siamo uomini in<br />

carne ed ossa, <strong>di</strong>amo un segnale <strong>di</strong> vivacità, <strong>di</strong> spontaneismo, <strong>di</strong> creatività.<br />

Partiamo da questa consapevolezza e cominciamo a fare qualcosa <strong>di</strong> nuovo,<br />

magari decidendo qualcosa autonomamente, veramente come Consiglio<br />

<strong>Provincia</strong>le, su alcune questioni, su alcune tematiche.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Musciacchio. (presenti 39)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Grazie. Invito i Consiglieri a rientrare in aula,<br />

iniziamo la <strong>di</strong>scussione delle deliberazioni.”<br />

Il Presidente del Consiglio pone quin<strong>di</strong> in votazione lo:<br />

ARGOMENTO N. <strong>12</strong> DELL’ORDINE DEL GIORNO – Approvazione delle<br />

proposte <strong>di</strong> processo verbale delle adunanze consiliari del 17 aprile, 14, 28<br />

giugno e 19 luglio 2007.<br />

Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.<br />

Assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i Consiglieri<br />

Calaminici, Colli, De Nicola, Elli, Foglia, Fratus, Lombar<strong>di</strong>, Musciacchio e<br />

Russomanno.<br />

E così risultano presenti 36 Consiglieri.<br />

Terminate le operazioni <strong>di</strong> voto, <strong>di</strong>chiara approvati i processi verbali con trentasei voti<br />

a favore.<br />

Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.<br />

Il Presidente del Consiglio pone quin<strong>di</strong> in trattazione lo:<br />

16


ARGOMENTO N. 14 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Approvazione dello<br />

schema <strong>di</strong> protocollo d’intesa, relativo alla realizzazione del nuovo Centro<br />

Scolastico presso il Comune <strong>di</strong> Arcore (MI).<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Delibera da <strong>di</strong>chiarare imme<strong>di</strong>atamente<br />

esecutiva per le ragioni che tra l’altro ho spiegato debitamente nella conferenza<br />

Capigruppo ai Capigruppo, ringraziando gli stessi per la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>mostrata<br />

a portare oggi stesso in aula una delibera che è passata oggi in commissione.<br />

(Dall'aula si replica fuori campo voce). Prego.”<br />

Consigliere Elli: “Oggi non era il giorno de<strong>di</strong>cato ……”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Scusate, ma i Consiglieri leggono gli or<strong>di</strong>ni<br />

del giorno, l’or<strong>di</strong>ne dei lavori o non lo leggono, scusate?”<br />

Consigliere Elli: “L’ho letto l’or<strong>di</strong>ne dei lavori.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Alla fine ci sarà il ricordo……”<br />

Consigliere Elli: “Però quando le cose sono importanti, non lo devo rammentare<br />

io, in genere si mettono all’inizio perché c’è presente più gente, perché è così che<br />

si fa, poi tutte le deliberazioni si mettono dopo.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Io non ho nessun problema ad anticipare.<br />

Adesso no però, adesso cominciamo con questa delibera.”<br />

Consigliere Elli: “La ringrazio, lei come sempre le cose importanti …… Grazie.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Accame. (presenti 38)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Prego.”<br />

Consigliere Dapei: “Presidente, noi capiamo perfettamente le ragioni <strong>di</strong> chi deve<br />

governare l’aula e chiedo scusa in anticipo per la proposta che devo fare<br />

all’Assessore, però visto il clima che c’era in commissione io mi chiedo se non<br />

possiamo dare per già svolto tutto il lavoro sia <strong>di</strong> presentazione che <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito.<br />

Se tutti fossero d’accordo, passiamo subito alla votazione <strong>di</strong> questo punto, in<br />

modo che effettivamente non si manchi <strong>di</strong> rispetto a quella memoria che tutti<br />

vogliamo onorare oggi.”<br />

Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il provve<strong>di</strong>mento proposto dalla<br />

Giunta.<br />

Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.<br />

Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue<br />

funzioni il Vice Segretario generale.<br />

17


Assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i Consiglieri<br />

Accame, Calaminici, Censi, Colli, Del Nero, De Nicola, Foglia, Fratus, Guerra,<br />

Lombar<strong>di</strong>, Modugno, Musciacchio e Russomanno.<br />

E così risultano presenti 32 Consiglieri.<br />

Terminate le operazioni <strong>di</strong> voto, <strong>di</strong>chiara approvata la deliberazione con trentadue voti a<br />

favore.<br />

Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.<br />

Il Presidente del Consiglio, stante l'urgenza del provve<strong>di</strong>mento, propone <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare la<br />

presente deliberazione imme<strong>di</strong>atamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, comma 4, del<br />

D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267.<br />

Assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i Consiglieri<br />

Accame, Caputo, Censi, Colli, Del Nero, De Nicola, Foglia, Fratus, Lombar<strong>di</strong>,<br />

Modugno, Musciacchio e Russomanno.<br />

E così risultano presenti 33 Consiglieri.<br />

La proposta risulta approvata con trentatre voti a favore.<br />

Il Presidente del Consiglio pone quin<strong>di</strong> in trattazione lo:<br />

ARGOMENTO N. 13 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Elezione <strong>di</strong> tre Consiglieri<br />

provinciali quali componenti dell’Assemblea <strong>di</strong> Circondario della Brianza Est.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Sono io a questo punto che, accogliendo<br />

anche la sollecitazione <strong>di</strong> Elli, posticiperei …… (dall'aula si replica fuori campo<br />

voce). La facciamo? Però sono costretto a farla per votazione segreta, mi spiace,<br />

così mi <strong>di</strong>ce il Segretario. Decidete voi, in 5 minuti si può fare comunque la<br />

votazione sui Consiglieri del circondario.<br />

Mettiamo in <strong>di</strong>scussione la deliberazione sull’elezione dei tre Consiglieri<br />

provinciali quali componenti dell’Assemblea del Circondario. La votazione ha da<br />

essere per scrutinio segreto, con voto limitato, quin<strong>di</strong> ciascun Consigliere può<br />

scrivere un massimo <strong>di</strong> due nomi.<br />

Ricordo c’è la proposta che io raccolgo <strong>di</strong> eleggere Arrigoni e Pozzati per la<br />

maggioranza, e Meroni per la minoranza. Distribuiamo subito le schede, in 5<br />

minuti possiamo votare. Riconfermo ovviamente la necessità <strong>di</strong> invitare gli<br />

scrutatori a presenziare la votazione. Prego Gavazzi.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Gasparini.<br />

Consigliere Gavazzi: “Mi sembra doveroso intervenire come altro Consigliere <strong>di</strong><br />

minoranza della Brianza, che fa parte della commissione sulla sud<strong>di</strong>visione del<br />

patrimonio. Abbiamo raggiunto un accordo con il Consigliere Meroni proprio<br />

sulla sua can<strong>di</strong>datura all’interno <strong>di</strong> questa commissione, come logicamente anche<br />

quella <strong>di</strong> Pozzati e Arrigoni, perché sono le persone che sono più a conoscenza <strong>di</strong><br />

18


quelle che sono le problematiche del territorio, perché le hanno vissute proprio su<br />

questa sud<strong>di</strong>visione del patrimonio e su questo iter periglioso, un iter…… che<br />

dopo faranno vedere a quelli che non stanno attenti cosa succederà.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Un po’ <strong>di</strong> attenzione, per favore!”<br />

Consigliere Gavazzi: “Ripeto che la scelta che è stata fatta e portata avanti è<br />

proprio sulla competenza e conoscenza soprattutto del territorio, al <strong>di</strong> là degli<br />

schieramenti.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Ripeto, Arrigoni e Pozzati per la<br />

maggioranza, Meroni per la minoranza. Ciascun Consigliere può scrivere un<br />

massimo <strong>di</strong> 2 voti, grazie.<br />

Gli scrutatori <strong>di</strong> prima per favore si presentino al tavolo, cominciamo l’appello.<br />

Gli scrutatori sono: De Gaspari, Maestri e Clerici.”<br />

Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il provve<strong>di</strong>mento proposto dalla<br />

Giunta.<br />

Durante il <strong>di</strong>battito sono presentate le can<strong>di</strong>dature dei Consiglieri Vittorio Arrigoni,<br />

Fabio Meroni e Vittorio Pozzati.<br />

Il Presidente del Consiglio ricorda che l’elezione dei tre Consiglieri provinciali quali<br />

componenti dell’Assemblea del Circondario della Brianza Est deve svolgersi a scrutinio<br />

segreto e ciascun Consigliere deve scrivere sulla propria scheda due nomi; terminata la<br />

votazione, risultano eletti coloro che ottengono il maggior numero <strong>di</strong> voti.<br />

Il Presidente del Consiglio <strong>di</strong>spone quin<strong>di</strong> per la <strong>di</strong>stribuzione delle schede, chiamando<br />

ad assolvere le funzioni <strong>di</strong> scrutatore i Consiglieri Clerici, De Gaspari e Maestri.<br />

Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue<br />

funzioni il Vice Segretario generale.<br />

Chiusa la <strong>di</strong>scussione, il Presidente del Consiglio invita il Vice Segretario generale a<br />

procedere all'appello nominale dei Consiglieri, i quali depongono la scheda nell'urna.<br />

Risultano assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i<br />

Consiglieri Accame, Calaminici, Colli, Fratus, Lombar<strong>di</strong>, Musciacchio e Russomanno.<br />

E così risultano presenti 38 Consiglieri.<br />

Ultimata la votazione e procedutosi allo spoglio delle schede ed al conseguente<br />

scrutinio, gli scrutatori rassegnano il verbale ed il Presidente del Consiglio proclama il<br />

risultato come segue:<br />

Presenti: 38<br />

Votanti: 38<br />

Presenti e non votanti: 0<br />

Schede bianche: 1<br />

Schede nulle: 0<br />

19


Vittorio Pozzati voti: n. 28<br />

Vittorio Arrigoni voti: n. 24<br />

Fabio Meroni voti: n.<strong>12</strong><br />

A seguito <strong>di</strong> tali risultati, il Presidente del Consiglio proclama che i Consiglieri:<br />

- Vittorio Pozzati<br />

- Vittorio Arrigoni<br />

- Fabio Meroni<br />

sono eletti componenti dell’Assemblea del Circondario della Brianza Est.<br />

Il Presidente del Consiglio, stante l'urgenza del provve<strong>di</strong>mento, propone <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare la<br />

presente deliberazione imme<strong>di</strong>atamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, comma 4, del<br />

D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267.<br />

Assenti al momento della votazione il Presidente della <strong>Provincia</strong> Penati e i Consiglieri<br />

Accame, Bruschi, Calaminici, Caputo, Colli, Fratus, Gavazzi, Guerra, Lombar<strong>di</strong>,<br />

Maestri, Mauri, Musciacchio, Patta, Russomanno e Tranquillino.<br />

E così risultano presenti 30 Consiglieri.<br />

La proposta risulta approvata con trenta voti a favore.<br />

Il Presidente del Consiglio pone quin<strong>di</strong> in trattazione il seguente argomento:<br />

Celebrazione del “Giorno del Ricordo”, istituito con legge n.92 del 30.3.2004 in<br />

memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del<br />

confine orientale.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Cari Consiglieri, oggi commemoriamo la<br />

Giornata Nazionale del Ricordo delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro<br />

terre degli istriani, fiumani e dalmati e dunque dei gravi e ripetuti atti <strong>di</strong> violenza<br />

…… L’avete mostrato, prego la cortesia <strong>di</strong> ritirarlo perché non è prassi in aula<br />

lasciare ban<strong>di</strong>ere. Pren<strong>di</strong>amo atto, grazie.<br />

Dicevo, degli istriani, fiumani e dalmati, dunque dei gravi e ripetuti atti <strong>di</strong><br />

violenza che colpirono i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> etnia italiana ai confini orientali del nostro<br />

Paese fra il 1943 e il 1947.<br />

La legge istitutiva, la n. 92 del 30.3.2004, recita in particolare: La Repubblica<br />

riconosce il 10 <strong>febbraio</strong> quale giorno del ricordo, al fine <strong>di</strong> conservare e rinnovare<br />

la memoria della trage<strong>di</strong>a degli italiani e <strong>di</strong> tutte le vittime delle foibe, dell’esodo<br />

dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, e della<br />

più complessa vicenda del confine orientale. Nella Giornata sono previste<br />

iniziative per <strong>di</strong>ffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani nelle<br />

scuole <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado. E’ altresì favorita, da parte <strong>di</strong> istituzioni ed enti la<br />

realizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, convegni, incontri, <strong>di</strong>battiti, in modo da conservare la<br />

memoria <strong>di</strong> quelle vicende. Tali iniziative sono inoltre volte a valorizzare il<br />

patrimonio culturale, storico, letterario ed artistico degli italiani dell’Istria, <strong>di</strong><br />

20


Fiume, delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli<br />

stessi negli anni trascorsi e negli anni presenti – così <strong>di</strong>ce la legge – allo sviluppo<br />

sociale e culturale del territorio della costa nord orientale adriatica, ed altresì a<br />

preservare le tra<strong>di</strong>zioni delle comunità istriano dalmate residenti nel territorio<br />

nazionale ed all’estero.<br />

Il Giorno del Ricordo è considerato solennità civile, ai sensi dell’art. 3 della legge<br />

27.5.1949, n. 260.<br />

In proposito, va considerato che l’equilibrio che si era creato nel corso dei secoli<br />

in Istria e Dalmazia fra le <strong>di</strong>verse etnie e religioni, e che l’Impero Austro<br />

Ungarico aveva coltivato come uno degli elementi della sua secolare<br />

sopravvivenza, aveva subito un’alterazione con il crescere degli irredentismi in<br />

Italia come nei Balcani, ed era stato infranto dalla prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

La guerra <strong>di</strong>chiarata dalla Germani e dall’Italia al Regno <strong>di</strong> Jugoslavia fece<br />

saltare completamente i rapporti interetnici giacché le evidenti mire del Governo<br />

italiano sulla Dalmazia, considerata dai croati parte integrante del territorio<br />

nazionale, crearono una situazione permanente <strong>di</strong> conflittualità in cui il nostro<br />

esercito si trovò a fronteggiare sia la Resistenza <strong>di</strong> matrice comunista e monarca,<br />

cetnici, sia il revanscismo croato sia le intromissioni dello stesso alleato tedesco<br />

che vedeva nella Croazia una testa <strong>di</strong> ponte per le sua ambizioni <strong>di</strong> espansionismo<br />

a sud est. Con l’armistizio del 8.9.1943 la posizione dei soldati italiani e delle<br />

minoranze etniche italiane cambiò improvvisamente, giacché essi furono<br />

imme<strong>di</strong>atamente esposti alle reazioni dei tedeschi e dei loro alleati, a partire dagli<br />

ustascia e alle vendette etniche e politiche dei partigiani, nei quali ormai era<br />

prevalente l’elemento comunista sotto la guida del Maresciallo Tito. Non pochi<br />

ufficiali e soldati del nostro esercito decisero <strong>di</strong> unirsi ai partigiani in Albania e<br />

Jugoslavia, costituendo brigate autonome. Altri, la più parte, vennero uccisi o<br />

internati dai tedeschi, e si colloca qui la gloriosa e tragica pagina <strong>di</strong> Cefalonia.<br />

Altri ancora furono vittime dell’o<strong>di</strong>o etnico e politico dei partigiani.<br />

Inizia la prima fase degli ecci<strong>di</strong> in<strong>di</strong>scriminati <strong>di</strong> italiani da parte delle forze<br />

titine, che se da un lato sembrano essere il frutto <strong>di</strong> una vendetta bellica,<br />

dall’altro in qualche modo sembrano determinati dalla volontà <strong>di</strong> definire in<br />

termini altrettanto decisi ed inumani che non i fascisti, la questione della<br />

prevalenza etnica nei territori contesi. Si aprono così tragicamente le foibe, le<br />

fen<strong>di</strong>ture carsiche utilizzate come fosse comuni, in cui vennero sommariamente<br />

gettati, spesso ancora vivi e dopo in<strong>di</strong>cibili torture, almeno 15.000 italiani<br />

secondo alcune stime. Il 30.4.1045 le forze jugoslave entravano a Trieste e a<br />

Gorizia, precedendo <strong>di</strong> alcuni giorni le forze neozelandesi del Generale Freyberg,<br />

e quello fu il periodo più pesante della vicenda delle foibe, giacché intenzione<br />

<strong>di</strong>chiarata <strong>di</strong> Tito e degli alti <strong>di</strong>rigenti jugoslavi era quello <strong>di</strong> procedere<br />

all’annessione <strong>di</strong> Trieste alla neonata Repubblica Socialista <strong>di</strong> Jugoslavia,<br />

eliminando tutti gli elementi sciovinisti e fomentatori dell’o<strong>di</strong>o nazionale, come<br />

si espresse il Ministro degli esteri jugoslavo Edo Kardelj.<br />

A seguito <strong>di</strong> ciò, non solo i fascisti, ma anche gli esponenti del Comitato <strong>di</strong><br />

Liberazione nazionale e dello stesso Partito Comunista Italiano che si<br />

<strong>di</strong>chiaravano contrari alla slavizzazione, vennero considerati dai titini come<br />

nemici e trattati <strong>di</strong> conseguenza, mentre Trieste fu per 40 giorni sottoposta ad un<br />

duro regime <strong>di</strong> occupazione militare che ebbe termine solo nel giugno successivo<br />

con l’accordo fra il Generale Alexander e il Maresciallo Tito per la sud<strong>di</strong>visione,<br />

lo sappiamo, in due zone <strong>di</strong> occupazione del territorio giuliano. La prima,<br />

21


denominata “Zona A”, comprende Trieste ed il retroterra occidentale presi<strong>di</strong>ato<br />

dagli alleati, la seconda “Zona B”, comprendente il territorio istriano e Fiume<br />

sotto le autorità jugoslave. Tale confine, dopo il pieno ritorno all’Italia della Zona<br />

A nel 1954, venne poi sancito definitivamente con il trattato <strong>di</strong> Osimo, firmato<br />

nel 1975 ed entrato in vigore nel 1978.<br />

I militari tedeschi e repubblichini che cedettero le armi vennero rinchiusi in<br />

campo <strong>di</strong> concentramento a regime durissimo, come quello <strong>di</strong> Borovnica, in cui<br />

non pochi trovarono la morte. Un particolare accanimento viene riservato ai<br />

componenti delle forze <strong>di</strong> polizia, molti dei quali effettivamente complici delle<br />

efferatezze naziste, non bisogna scordare del resto che a Trieste ebbe sede l’unico<br />

campo <strong>di</strong> concentramento esterno al territorio del Reich, quello della Risiera <strong>di</strong><br />

San Sabba, altri assai meno o per nulla. Non esiste credo un censimento reale<br />

dell’insieme delle vittime delle foibe, come pure <strong>di</strong> coloro che a gran<strong>di</strong> gruppi o<br />

alla spicciolata abbandonarono la terra istriano dalmata negli anni fra il 1945 e il<br />

1947 per rifugiarsi in Italia. I dati anagrafici mancanti, la scarsa collaborazione<br />

delle autorità jugoslave prima e dopo la <strong>di</strong>ssoluzione dello Stato Titino, la<br />

presenza sui territori considerati <strong>di</strong> miliari italiani provenienti da altre parti della<br />

penisola, sono tutti elementi che fanno sì che le cifre fornite, che variano dalle<br />

centinaia alle migliaia, alle decine o ad<strong>di</strong>rittura centinaia <strong>di</strong> migliaia, debbano<br />

considerarsi ovviamente con cautela.<br />

Cre<strong>di</strong>amo in ogni caso necessario, comunque sia, che questa Giornata del<br />

Ricordo, istituita nel 2004 a larga maggioranza dal nostro Parlamento sia, come<br />

ha esortato un grande intellettuale <strong>di</strong> frontiera e <strong>di</strong> cultura mitteleuropea come<br />

Clau<strong>di</strong>o Magris, un’occasione per ricercare nella memoria una memoria per<br />

quanto possibile con<strong>di</strong>visa, il senso <strong>di</strong> questa storia <strong>di</strong> sangue, ingiustizia e dolore<br />

che possiamo sintetizzare oggi nel ripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ogni guerra e <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o<br />

interetnico, da qualunque parte proveniente, ricordando come ebbe a scrivere<br />

Albert Einstein che noi tutti apparteniamo ad una razza sola, quella umana.<br />

Una miriade <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>e e <strong>di</strong> orrori, ha affermato il Presidente Giorgio Napolitano,<br />

una trage<strong>di</strong>a collettiva quella dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e<br />

dalmati, quella dunque <strong>di</strong> un intero popolo. Da un certo momento <strong>di</strong> anni a questa<br />

parte si sono intensificate le ricerche e le riflessioni degli storici, così si è scritto<br />

in uno sforzo <strong>di</strong> analisi più <strong>di</strong>staccata, che già nello scatenarsi della prima ondata<br />

<strong>di</strong> cieca violenza in quelle terre, nell’autunno del 1943 si intrecciarono – lo <strong>di</strong>ce<br />

Giorgio Napolitano ripeto – giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo<br />

nazionalista, rivalsa sociale e un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> sra<strong>di</strong>camento della presenza italiana<br />

in quelle terre.<br />

Prima <strong>di</strong> aprire la <strong>di</strong>scussione vi chiedo <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care qualche momento <strong>di</strong><br />

riflessione a questo dramma.”<br />

Il Consiglio osserva un minuto <strong>di</strong> silenzio.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina:”Vi ringrazio, do la parola a Elli, 10 minuti.”<br />

Consigliere Elli: “Grazie Presidente. Che questa fosse la giornata de<strong>di</strong>cata, così<br />

come prevede la legge e così come è entrato spero nella consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tutti<br />

ormai <strong>di</strong> tutti <strong>di</strong> ricordare il <strong>di</strong>sastro delle foibe era noto, però io osservo subito<br />

che non c’è nessuno dei nostri amministratori. Non c’è nessuno! Questo <strong>di</strong>mostra<br />

ampiamente come non sia ancora affatto con<strong>di</strong>viso neanche quello che ha osato<br />

22


<strong>di</strong>re Napoletano…… Napolitano pardon, altrimenti mi correggete come l’altro<br />

giorno.<br />

Io avevo chiesto alcuni mesi fa, faccio un breve sunto per scusarmi con i Signori<br />

che sono qui presenti, il Dottor Guido …… <strong>di</strong> Spalato, la cui famiglia è stata<br />

espulsa nel 1943, Romano Kramer istriano 1949, osservate le date, nel 1949 la<br />

guerra era finita da un po’, Elda Riboni fiumana 1946, e poco fa ha dovuto andare<br />

perché noi colpevolmente un’altra volta abbiamo posticipato e così molti <strong>di</strong> noi<br />

non ci sono, abbiamo posticipato questo tempo, c’era qui anche il Signor<br />

Marcuzzi Mario <strong>di</strong> Zara che è stato espulso con tutta la sua famiglia nel 1956. Io<br />

mi scuso con voi che avete avuto la pazienza <strong>di</strong> attendere.<br />

Io avevo chiesto alcuni mesi fa, parecchi mesi fa al Presidente Ortolina che si è<br />

defilato, mi <strong>di</strong>spiace, <strong>di</strong> avere qui qualcuno dei loro rappresentanti a parlare, a<br />

<strong>di</strong>re qual è l’esperienza tragica che hanno vissuto sulla loro pelle perché ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi può raccontare quello che legge, ma credo che sia ben <strong>di</strong>verso se qualcuno<br />

che ha vissuto <strong>di</strong>rettamente la trage<strong>di</strong>a lo possa raccontare, così come pochi<br />

giorni fa c’era qui un Signore <strong>di</strong> cui non ricordo il nome, e mi scuso, ebreo che è<br />

stato in campo <strong>di</strong> concentramento e ha potuto parlare della sua esperienza.<br />

Grazie, Maris.<br />

Bene, con una tattica <strong>di</strong>lazionaria come quella <strong>di</strong> questa sera che ha spostato tutto<br />

all’ultimo momento, si è impe<strong>di</strong>to a questi Signori, ai loro rappresentanti <strong>di</strong><br />

venire. Perché se la decisione <strong>di</strong> sospendere il loro intervento, la loro presenza in<br />

aula fosse stata presa qualche mese fa quando io avevo chiesto <strong>di</strong>rettamente la<br />

possibilità <strong>di</strong> avere uno <strong>di</strong> loro, uno storico tra l’altro a presentare i fatti, fosse<br />

stata presa allora potevamo <strong>di</strong>scutere. C’era il problema <strong>di</strong> avere un interlocutore<br />

anche vostro? Perché così sembra, dal mio punto <strong>di</strong> vista e io sono stato<br />

l’estensore primo, il firmatario primo della richiesta, non avrei avuto nessuna<br />

problematica. Benissimo, meglio, comunque si esprima su questo drammatico<br />

fatto poteva essere qui e assumersi le proprie responsabilità, così loro avrebbero<br />

visto da che parte stanno una parte degli italiani cosiddetti e da che parte stanno<br />

gli altri. Ma, senza neanche interpellarmi, i Capigruppo hanno cancellato per<br />

motivi <strong>di</strong> opportunità l’intervento e quin<strong>di</strong> noi siamo costretti a parlare<br />

<strong>di</strong>rettamente e loro sono costretti a tacere. Loro sono costretti a tacere, così come<br />

per 40 e più anni sono stati costretti a tacere e ad essere seppelliti per 40 anni<br />

un’altra volta. 60, grazie della precisazione, mi scuso. Per 60 anni sono stati<br />

costretti a tacere.<br />

350.000 persone sono state espulse, non sono state invitate, usando una parola<br />

leggera come ha fatto il Presidente, a lasciare le loro tette, no sono stati costretti,<br />

forzati, violentati per abbandonare le loro terre in quanto italiani, perché che sia<br />

stato così è estremamente chiaro, non lo <strong>di</strong>co io. Milo Vangilas in un’intervista a<br />

panorama del 21.7.1991 aveva <strong>di</strong>chiarato: nel 1946 io e Edward Cardlay<br />

andammo in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana, bisognava indurre gli<br />

italiani ad andare via con pressioni <strong>di</strong> ogni tipo. Ci sono documenti che<br />

raccontano bene come la pulizia etnica, perché così è stata, tra l’altro non lo <strong>di</strong>co<br />

io, lo <strong>di</strong>ce persino Napolitano, che per 60 anni è rimasto zitto pur sapendo.<br />

Il Partito Comunista, Edward Cardlay aveva dato <strong>di</strong>rettiva <strong>di</strong> epurare non sulla<br />

base della nazionalità ma del fascismo, però per fascismo si intendevano tutti gli<br />

oppositori politici nazionali, ideologici, compresi gli uomini del CLN <strong>di</strong> Trieste e<br />

<strong>di</strong> Gorizia in quanto non comunisti e oppositori delle annessioni alla Jugoslavia.<br />

Credo che il fratello <strong>di</strong> un noto scrittore che appartiene alla vostra parte sia stato<br />

23


ucciso alla Malga <strong>di</strong> Porzus. Sono stati infoibati 15.000 persone e io non so tutta<br />

la storia, mi <strong>di</strong>spiace, se fosse stato possibile come auspicavo che qualcuno <strong>di</strong><br />

loro parlava <strong>di</strong>rettamente sarebbe stato molto più chiaro e semplice, anche<br />

richiamare a fondo. Ma io voglio citare due righe, che cosa ha detto Napolitano<br />

nel 2007. Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle<br />

foibe e va ricordata la congiura del silenzio, <strong>di</strong> cui lui faceva parte perché lui<br />

sapeva, lui era uno dei comunisti e quin<strong>di</strong> non poteva non sapere. Aggiunge: la<br />

fase meno drammatica ma ancora più amara e demoralizzante dell’oblio, anche <strong>di</strong><br />

questo non dobbiamo tacere assumendoci la responsabilità <strong>di</strong> aver negato o teso a<br />

ignorare la verità per pregiu<strong>di</strong>ziali ideologiche e cecità politica ed averla rimossa<br />

per calcoli <strong>di</strong>plomatici e convenienze internazionali. Tutta l’Italia, non solo la<br />

parte comunista è stata zitta, anche i democristiani <strong>di</strong> allora, d’altronde i<br />

democristiani sono pronti a qualsiasi…… da sempre (dall'aula si replica fuori<br />

campo voce). A qualsiasi compromesso, da sempre.<br />

Quando è stata detta questa parola, l’allora Presidente jugoslavo, il Capo dello<br />

Stato Croato Stipe Mesic si era offeso e aveva detto …… Perché si era offeso e<br />

aveva duramente contestato le parole <strong>di</strong> Napolitano? Perché Napolitano aveva<br />

anche parlato <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno annessionistico slavo che prevalse nel trattato <strong>di</strong> pace<br />

del 1947 e che assunse i sinistri connotati <strong>di</strong> una pulizia etnica, che sono i fatti.<br />

Bene, il croato Mesic si era duramente opposto a questa “interpretazione” <strong>di</strong><br />

Napolitano, ma su pronunciamento dell’Unione Europea era stato costretto a<br />

ritrattare, perché persino l’Unione Europea riconosce la trage<strong>di</strong>a delle foibe che<br />

Napolitano quest’anno ha detto: le foibe furono pulizia etnica.<br />

Io so bene che dopo <strong>di</strong> me ci sarà qualcuno che vuole contestualizzare, è già stato<br />

detto. Contestualizzate pure, ma attenzione alle parole, perché contestualizzare è<br />

importantissimo, bisogna stare attenti a non contestualizzare per giustificare,<br />

perché si può cercare <strong>di</strong> contestualizzare anche le stragi <strong>di</strong> Pol Pot ……”<br />

Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco.<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consigliere Elli, il tempo è<br />

terminato, grazie.”<br />

Consigliere Elli: “Ho quasi finito, mi permetta un minuto in più, grazie. Anche<br />

Pol Pot può essere contestualizzato o i crimini <strong>di</strong> Stalin, non solo contro la sua<br />

gente ma contro le migliaia <strong>di</strong> italiani, c’è un libro interessante non e<strong>di</strong>to da me,<br />

e<strong>di</strong>to da una scrittrice russa su ricerche storiche, <strong>di</strong> italiani comunisti che sono<br />

andati nella patria sovietica, uccisi prima della guerra, appena era scattata la<br />

guerra, in quanto italiani, quin<strong>di</strong> si può contestualizzare. Certo, quelli potevano<br />

essere fascisti, così come i 350.000 espulsi erano tutti fascisti evidentemente. Si<br />

può contestualizzare i turchi che hanno <strong>di</strong>strutto gli armeni e così via.<br />

Io credo che sia sbagliato, occorre riconoscere la storia, ma la storia va risalita<br />

non fermandoci all’anteguerra del 15/18……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consigliere, la prego, le ho<br />

concesso già la deroga.”<br />

Consigliere Elli: “Un minuto e chiuso. La contestualizzazione va fatta risalendo<br />

alle ra<strong>di</strong>ci storiche <strong>di</strong> quelle terre che sono venete da millenni. Io ringrazio e<br />

24


scuso ancora voi che siete venuti e noi non abbiamo avuto la compiacenza né <strong>di</strong><br />

farvi parlare né <strong>di</strong> ascoltarvi imme<strong>di</strong>atamente ma messi in coda come ultimi,<br />

purtroppo è il vostro destino e senza nessun interesse della Giunta, come potete<br />

vedere non c’è nessuno e quei pochi che ci sono, sono <strong>di</strong>sattenti. Grazie e<br />

scusate.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Caputo. (presenti 37)<br />

Consigliere Guerra: “Grazie Presidente. Io vorrei innanzitutto fare questa<br />

premessa e cioè non siamo a <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> un argomento come se fossimo allo<br />

sta<strong>di</strong>o, quin<strong>di</strong> non stiamo parlando <strong>di</strong> squadre sportive ma stiamo parlando <strong>di</strong> un<br />

dramma che io non intendo assolutamente ridurre al livello <strong>di</strong> un gioco sportivo.<br />

Non mi piace la storia fatta con gli slogan, con i miti, con le simbologie. Lo<br />

storico ha il preciso compito <strong>di</strong> indagare la storia e <strong>di</strong> collegare i fatti. Io non<br />

voglio contestualizzare e ripeto, sotto il dramma umano io ho rispetto per tutti i<br />

morti, provo rispetto per chiunque subisca un torto e per chiunque venga ucciso.<br />

Ma il compito dello storico e il compito <strong>di</strong> chi vuole indagare la storia è quello <strong>di</strong><br />

ricercare pazientemente e con cocciutaggine e <strong>di</strong> ragionare sui fatti per cercare <strong>di</strong><br />

interpretarli. Nessuno intende contestualizzare, però su una vicenda del genere e<br />

se la storia è ancora un evento <strong>di</strong> fatti realmente accaduti, non si può confondere<br />

la foiba <strong>di</strong> Gropada con quella <strong>di</strong> Plutone, non si può essere approssimativi sui<br />

numeri, sulle cifre, non si possono sbagliare i nomi <strong>di</strong> chi finisce dentro una<br />

foiba, lo storico questo compito lo deve fare con passione e con serietà.<br />

Clau<strong>di</strong>a Cernigoi, storica <strong>di</strong> quelle zone, nel suo libro che io mi sono letto con<br />

interesse, si chiama “Operazione foibe a Trieste”, non nega l’esistenza delle<br />

foibe, però cerca innanzitutto <strong>di</strong> applicare un metodo scientifico nella ricerca<br />

storica e quin<strong>di</strong> il metodo utilizzato dallo storico Pirina è un metodo che<br />

scientificamente non regge, è molto confuso, approssimativo, non fa <strong>di</strong>stinzione<br />

tra i deportati, chi ritorna, i sopravvissuti, quanti sono, i numeri che entrano in<br />

contrad<strong>di</strong>zione foiba per foiba. Ma soprattutto l’aspetto che io vorrei toccare, e<br />

ripeto io non voglio toccare la sensibilità <strong>di</strong> drammi <strong>di</strong> questo genere, ma invito<br />

sul serio a fare un’indagine seria sull’argomento, precisando Presidente che il<br />

paletto fermo è che la storia non si revisiona. Questa Repubblica, questo Paese è<br />

una Repubblica democratica nata dalla Carta Costituzionale costruita con la lotta,<br />

con la Resistenza partigiana. Chiaro? Io poi <strong>di</strong>scuto <strong>di</strong> tutto, ma il quadro e il<br />

contesto della storia deve essere questo, perché altrimenti non parliamo più <strong>di</strong><br />

storia, parliamo <strong>di</strong> altre cose. Allora, la storia, soprattutto la storia <strong>di</strong> quelle terre,<br />

non comincia il primo maggio del 1945, la storia <strong>di</strong> quelle terre inizia ben molto<br />

prima. La storia <strong>di</strong> Trieste e della Venezia Giulia non è purtroppo molto<br />

conosciuta neanche in zona, e spesso la gente e i testi evitano <strong>di</strong> parlare e <strong>di</strong><br />

ricordare fatti. Carolus Cergoly nella sua poesia che è sulla Risiera <strong>di</strong> San Sabba<br />

<strong>di</strong>ce: su, femo i bravi…… - io non sono triestino, quin<strong>di</strong> capitemi, mi sforzo <strong>di</strong><br />

leggere – in fondo xe un brusar ebrei e slavi. Così era la concezione mentale <strong>di</strong><br />

quegli anni, <strong>di</strong> chi viveva a Trieste, che non visse male sotto il fascismo, neanche<br />

poi dopo sotto il nazismo, perché non si occupava fondamentalmente <strong>di</strong> politica.<br />

Quin<strong>di</strong> lì c’era questo sentimento italianissimo, arianissimo, era molto sentita<br />

questa cultura. Questa cultura che in fin dei conti <strong>di</strong>ceva non ci mancava niente<br />

sotto la politica del Duce, anzi i tedeschi erano anche utili perché mettevano un<br />

po’ <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne in queste terre, e soprattutto mettevano un po’ <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne verso gli<br />

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slavi che erano definiti un popolo <strong>di</strong> bifolchi e gli ebrei lasciamo perdere. A<br />

Trieste il nazionalismo italiano ha sempre avuto un connotato culturale e politico<br />

molto forte, fortissimo, ad<strong>di</strong>rittura con caratteristiche esasperate. Ruggero Timeus<br />

che si è autodefinito irredentista imperialista, militarista e conquistatore, asseriva:<br />

a noi che la lotta abbia un carattere civile o anticivile non importa nulla, contro<br />

questi ignari bifolchi noi non possiamo rispondere con la severa coscienza<br />

nazionale, ma con l’o<strong>di</strong>o che sussulta, che aggre<strong>di</strong>sce, che affama. Nell’Istria la<br />

lotta nazionale è una fatalità che non può avere il suo compimento se non nella<br />

sparizione completa <strong>di</strong> una delle due razze che si combattono. Se una volta<br />

avremo la fortuna che il Governo sia quello della Patria italiana, faremo presto a<br />

sbarazzarci <strong>di</strong> tutti questi bifolchi sloveni e croati.<br />

Va avanti Timeus, è dovere <strong>di</strong> ogni popolo uccidere ogni imperialismo che non<br />

sia il suo. Noi accettiamo l’assioma germanico che la bontà <strong>di</strong> un’idea si <strong>di</strong>mostra<br />

con la forza. Ancora, l’italianità si afferma imponendola ai popoli stranieri.<br />

C’entra, poi arrivo, ti faccio capire da dove nascono certi o<strong>di</strong> e certe culture. L’ho<br />

detto prima, Ruggero Timeus, è un poeta e scrittore <strong>di</strong> quei tempi.”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco “Per favore, non interrompiamo.<br />

Continui Consigliere.”<br />

Consigliere Guerra: “Questo è un ideale che non si esaurisce che con la conquista<br />

del mondo. Queste erano le culture da cui nel tempo e negli anni hanno prodotto,<br />

per esempio dopo la fine del primo conflitto mon<strong>di</strong>ale, le tappe della repressione<br />

antislava, che precedettero e consistettero in soldati che scappavano, che<br />

rientravano a casa che vennero presi e deportati nei campi <strong>di</strong> concentramento,<br />

accentuò il processo <strong>di</strong> snazionalizzazione forzata in quelle terre dell’Istria e<br />

degli slavi che esistevano lì dentro. Lo scrittore Sem Benelli, poi vi farò avere<br />

copia, parla ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> chiusura <strong>di</strong> giornali, circoli, idee slavi perché era<br />

partito il grande proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> snazionalizzazione e <strong>di</strong> conquiste da parte<br />

dell’Impero Italiano nelle terre dell’Istria.<br />

Faccio un breve cenno sulle scuole slave che vennero completamente sra<strong>di</strong>cate,<br />

<strong>di</strong>strutte e si impose la lingua italiana a chi italiano non era per esempio. Non sto<br />

a <strong>di</strong>rvi i dati. Il tutto serve per <strong>di</strong>re, perché capisco anche il tempo, che certi<br />

rancori che poi si tramutano e si accentuano, per esempio il 6.4.1941 quando<br />

l’Italia sferra l’attacco alla Jugoslavia arrivando alla creazione della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

Lubiana, in cui gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> attacco non solo a quelle popolazioni ma agli<br />

antifascisti, ai partigiani. Vorrei leggervi qualche dato, perché prima si citavano i<br />

dati. Nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Trieste furono bruciati per rappresaglia i paesi <strong>di</strong><br />

Malchina, Ceroglie, Visogliano, Medeazza, Caresana e Grozzana. Nella città <strong>di</strong><br />

Trieste furono compiuti <strong>di</strong>versi ecci<strong>di</strong> <strong>di</strong> rappresaglia, <strong>di</strong> cui i più noti sono<br />

questi: il 3.4.1944 71 fucilati al poligono <strong>di</strong> Opicina; il 23.4.1944 51 impiccati<br />

nell’e<strong>di</strong>ficio del conservatorio <strong>di</strong> musica <strong>di</strong> Via Ghega; il 19.5.1944 11 impiccati<br />

a Prosecco; 18.9.1944 18 ostaggi fucilati o impiccati; 21.9.1944 5 fucilati dalla<br />

Missione Molina. E’ lungo l’esempio, è lunghissimo.<br />

Chiudo, perché in questo libro che io ho letto con passione e che non prendo<br />

come verità assoluta, però è un libro che consiglierei <strong>di</strong> leggere perché ……<br />

(dall'aula si replica fuori campo voce). Colleghi, io ho avuto il buonsenso <strong>di</strong><br />

ascoltarvi, io chiedo ……”<br />

26


Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Prego <strong>di</strong> non interrompere, il<br />

Consigliere sta concludendo.”<br />

Consigliere Guerra: “Se posso concludere …… Posso andare avanti colleghi?<br />

Posso andare avanti? Se voi aveste letto anche qualcosa in più ……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consiglieri, per cortesia! Per<br />

favore Consiglieri! Il Consigliere Guerra stava concludendo il suo intervento.”<br />

Consigliere Guerra: “Ve<strong>di</strong> Del Nero, la conoscenza ormai <strong>di</strong> opinione pubblica<br />

considera che la foiba, penso che voi questo pensiate, sia un’idea <strong>di</strong> matrice <strong>di</strong><br />

sinistra. Le foibe le hanno fatte chi? I comunisti? Gli slavo comunisti? Perfetto!<br />

In questo libro per esempio scoprirete che la cultura della foiba non ha proprio<br />

una matrice <strong>di</strong> sinistra, troviamo infatti in un libro <strong>di</strong> testo in uso nelle scuole <strong>di</strong><br />

quella Regione, durante il decennio fascista, una poesia che accenna per prima lei<br />

al concetto <strong>di</strong> foiba. Il concetto Presidente, mi scusi, ma io ho bisogno <strong>di</strong><br />

terminare, perché purtroppo io con educazione ho ascoltato l’intervento del<br />

collega, i colleghi democratici non ti permettono <strong>di</strong> concludere questo concetto<br />

che vorrei esprimere con pacatezza.<br />

Io non giustifico nessun tipo <strong>di</strong> ecci<strong>di</strong>o. Io quello che voglio <strong>di</strong>re è che in<br />

questioni così complesse e complicate è giusto indagare, è giusto colpire chi ha<br />

sbagliato, è giusto colpire chi commette degli atti contro il genere umano, ma<br />

quello che non tollero e quello che non è giusto è prendere spunto da questo<br />

evento per ri<strong>di</strong>scutere un processo storico che la storia ha già detto e ha già dato e<br />

cioè che questo Paese è un Paese che è nato dalla Carta Costituzionale ed è<br />

democratico per le lotte che i partigiani e i partiti clandestini hanno fato in questo<br />

Paese. Grazie Presidente.”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Chiedo scusa, chiedo scusa! Per<br />

poter proseguire il <strong>di</strong>battito vi invito a rispettare le idee <strong>di</strong> ciascuno degli oratori,<br />

tanto c’è il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> replica e quin<strong>di</strong> eventuali <strong>di</strong>ssensi possono essere espressi<br />

legittimamente al microfono. La prego Consigliere <strong>di</strong> non mettermi in una<br />

situazione antipatica. La parola al Consigliere Dapei.”<br />

Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Lombar<strong>di</strong> e Russomanno.<br />

(presenti 39)<br />

Consiglieri Dapei: “Grazie Presidente. Ci saremmo aspettati un richiamo a tutti i<br />

colleghi anche a evitare le provocazioni, perché quantomeno il gruppo <strong>di</strong> Forza<br />

Italia partecipa con devozione a questo momento che deve essere, che vuole<br />

essere un momento <strong>di</strong> memoria delle vittime e non <strong>di</strong> ricostruzione <strong>di</strong> parte della<br />

storia, delle vittime delle foibe e dell’esito giuliano dalmata, così come peraltro<br />

vuole una legge dello Stato. Una legge dello Stato peraltro assai tar<strong>di</strong>va. Noi<br />

abbiamo dovuto attendere il crollo delle ideologie e tutta una montagna <strong>di</strong> bugie e<br />

<strong>di</strong> ipocrisie costruite su un modello che per fortuna non è più quello che governa<br />

la politica del nostro Paese, per questo riconoscimento che è comunque<br />

importante. In questo senso vogliamo ringraziare il Presidente Ortolina, che ha<br />

avuto parole degne rispetto alla questione, ha parlato <strong>di</strong> sangue, <strong>di</strong> ingiustizia e <strong>di</strong><br />

dolore, che hanno marchiato quegli anni, hanno marchiato la carne delle famiglie<br />

27


italiane e non solo italiane che vivevano in quel territorio e che ancora bruciano<br />

per l’ingiustizia e bruciano <strong>di</strong> dolore.<br />

Sicuramente molti Assessori avranno avuto impegni importanti, però ci<br />

associamo anche noi alla considerazione che la mancanza contemporanea sia del<br />

Presidente che del Vice Presidente che <strong>di</strong> <strong>12</strong>, 13 Assessori su 15 stride un po’ con<br />

il senso della seduta che abbiamo voluto tutti insieme organizzare. Questo Paese<br />

ha fatto dei gran<strong>di</strong> passi avanti dopo tanti errori. Certo, è stato il più tragico<br />

quello del lungo silenzio, se non ad<strong>di</strong>rittura da parte <strong>di</strong> alcuni prima il<br />

negazionismo, poi un certo giustificazionismo, però a tutti i livelli, anche a livello<br />

decisionale noi cre<strong>di</strong>amo che sia ancora una delle vergogne nazionali quel trattato<br />

<strong>di</strong> Osimo che non ha sanato ma in parte ha prodotto guasti a cui ormai sarà ben<br />

<strong>di</strong>fficile poter rime<strong>di</strong>are.<br />

La cosa che noi possiamo fare, come <strong>di</strong>ceva credo anche il Presidente Ortolina, è<br />

quantomeno tramandare il ricordo <strong>di</strong> quello che è successo sia come forma <strong>di</strong><br />

rispetto verso le vittime, quelle che sono cadute in quel momento, verso i loro<br />

familiari che hanno dovuto continuare a vivere con il ricordo <strong>di</strong> quello che è<br />

successo e poi per chi è nato dopo in famiglie che vivono il dramma terribile<br />

dell’essere stati sra<strong>di</strong>cati dalle proprie terre.<br />

Il fatto che qualcuno un giorno abbia detto che questi erano dei bifolchi, non<br />

giustifica l’assassinio <strong>di</strong> 15.000 persone, <strong>di</strong> uomini, donne e bambini. (Dall'aula<br />

si replica fuori campo voce). No, il fatto che altri popoli abbiano patito, non<br />

giustifica il fatto che degli italiani, ma fossero stati anche degli svizzeri……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Per cortesia, prego <strong>di</strong> non<br />

interrompere. Continui Consigliere.”<br />

Consigliere Dapei: “Perché poi non è stato ricordato da chi ha voluto rifare la<br />

storia, c’erano degli italiani che vivevano nelle loro terre, nelle loro città, che<br />

hanno dovuto fare le valige e partire. E stiamo parlando <strong>di</strong> quelli che sono rimasti<br />

vivi. Il fatto che altrove …… Idem dall’altra parte. Io non riesco a capire, noi<br />

oggi siamo qui a fare che cosa? Siamo qui per una legge <strong>di</strong> uno Stato che si fonda<br />

su una Costituzione <strong>di</strong> cui ci si riempie la bocca ma che poi si <strong>di</strong>mentica……<br />

(dall'aula si replica fuori campo voce).”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Per cortesia, ha la parola il<br />

Consigliere Dapei, che non venga interrotto!”<br />

Consigliere Dapei: “Noi non vogliamo fare un ring con qualcuno, c’è chi ha perso<br />

la battaglia storica rispetto a certi temi, noi non ci sentiamo i vincitori, noi<br />

vogliamo che trionfi la memoria <strong>di</strong> chi ha patito sia che non ci sia più, sia a<br />

maggior ragione che ci sia ancora, perché è soprattutto a loro che noi dobbiamo<br />

rispetto. Quin<strong>di</strong> ripeto il ringraziamento del gruppo <strong>di</strong> Forza Italia al Presidente<br />

Ortolina per le parole che lui ha avuto.<br />

Qualche settimana fa comunque a Palazzo Isimbar<strong>di</strong>, per iniziativa del nostro<br />

gruppo consiliare, ma anche voglio ringraziare i colleghi <strong>di</strong> Alleanza Nazionale<br />

De Nicola e Russomanno, noi abbiamo potuto ospitare in sala degli affreschi la<br />

sorella <strong>di</strong> Norma Cossetto, Licia Cossetto Tarantola, in occasione della<br />

presentazione <strong>di</strong> un libro scritto dalla moglie <strong>di</strong> un <strong>di</strong>pendente della <strong>Provincia</strong>,<br />

che ha voluto ricordare appunto la figura <strong>di</strong> Norma Cossetto, un’istriana catturata,<br />

28


seviziata e poi infoibata dai partigiani slavi. (Dall'aula si replica fuori campo<br />

voce).”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “No, il pubblico non può<br />

intervenire, chiedo scusa.”<br />

Consigliere Dapei: “In quell’occasione, oltre alle nostre umili figure ci fu<br />

l’occasione <strong>di</strong> avere ospiti <strong>di</strong> riguardo che hanno dato anche prestigio e lustro a<br />

questo genere <strong>di</strong> ricorrenza, perché poi questo è <strong>di</strong>ventato. Io voglio ricordare<br />

Gabriele Albertini, Paolo Pillitteri, oltre a una serie <strong>di</strong> ospiti illustri. Sono state<br />

ricordate le parole del Presidente Napolitano, che per noi sono importanti perché<br />

comunque, tar<strong>di</strong>ve o non tar<strong>di</strong>ve sono parole che hanno il merito <strong>di</strong> indurre tutti a<br />

riflettere, perché c’è chi comunque ha fatto un percorso e ha anche oggi il<br />

coraggio, quin<strong>di</strong> ha ancora più merito, <strong>di</strong> riconoscere che si può anche vedere le<br />

cose da un punto <strong>di</strong> vista più obiettivo, e ci <strong>di</strong>sinteressiamo credo a questo punto<br />

<strong>di</strong> chi invece vuole insistere nello sbagliare.<br />

Io Presidente concludo, ho un particolare affetto e una particolare commozione<br />

quando penso a questo genere <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a, perché sapete la mia famiglia non viene<br />

da quelle terre ma è una famiglia <strong>di</strong> italiani nati all’estero che dopo generazioni e<br />

generazioni hanno dovuto forzatamente lasciare la propria casa e tornare in Italia.<br />

Io sono il primo nato in Italia, neanche mio fratello è nato in Italia, quin<strong>di</strong> so cosa<br />

significa sentirsi italiani all’estero, immagino cosa debba significare sentirsi<br />

italiani in una terra che <strong>di</strong>venta straniera all’improvviso. Quin<strong>di</strong> io non posso<br />

comunque accettare che si <strong>di</strong>ca che un forte sentimento nazionale possa essere<br />

una colpa o ad<strong>di</strong>rittura la giustificazione per un ecci<strong>di</strong>o o anche solo per un<br />

qualsiasi genere <strong>di</strong> costrizione. Si ama credo profondamente questo Paese quanto<br />

più lo si ha lontano e ci sono dei tesori, delle fortune, delle grazie che uno si<br />

rende conto essere tali solo quando ne sente la mancanza. E’ se ci manca l’aria<br />

che noi capiamo quanto è importante respirare, il fatto che ci fosse una cultura<br />

italianissima alla frontiera mi sembra una cosa assolutamente fisiologica.<br />

Presidente, grazie comunque per aver permesso che anche in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong><br />

ci fosse questa commemorazione. Io devo <strong>di</strong>re che per come si erano messe le<br />

cose nella conferenza Capigruppo, ho anch’io con<strong>di</strong>viso, probabilmente<br />

sbagliando, la decisione <strong>di</strong> non aprire quel ring, perché mi era capitata tra le mani<br />

una pubblicazione <strong>di</strong> alcuni gruppi politici rispetto al tema <strong>di</strong> cui stiamo parlando,<br />

che io non avrei mai voluto che venisse portata al <strong>di</strong>battito ad<strong>di</strong>rittura da<br />

qualcuno con la veste <strong>di</strong> relatore. Mi va benissimo che ogni Consigliere eletto<br />

<strong>di</strong>ca come la pensa, perché è il gioco democratico, ma che noi si elevi al rango <strong>di</strong><br />

relatore qualcuno che ci viene a propagandare certe tesi su questa immane<br />

trage<strong>di</strong>a, con<strong>di</strong>vido con chi ha avuto secondo me la saggezza <strong>di</strong>…… Abbiamo<br />

dovuto quin<strong>di</strong> pagare un prezzo, fare un sacrificio, non dare la parola a chi<br />

l’avrebbe sicuramente meritata, a chi avrebbe onorato nel migliore dei mo<strong>di</strong><br />

questa cosa, ma quantomeno volevo spiegare il motivo, ripeto possiamo aver<br />

sbagliato, il motivo era <strong>di</strong> non avere due voci che rischiavano o <strong>di</strong> annullarsi o<br />

comunque <strong>di</strong> ingenerare ancora confusione. C’è un vecchio detto che <strong>di</strong>ce non<br />

litigare mai con uno stupido perché la gente potrebbe non rendersi conto della<br />

<strong>di</strong>fferenza.<br />

Io credo che ormai questo Paese è sufficientemente maturo per ripensare alla sua<br />

storia e in questo senso le parole del Presidente Napolitano rimangono scolpite<br />

29


nella pietra, chie<strong>di</strong>amo scusa per tutti gli errori che abbiamo potuto fare come<br />

Nazione alle vittime <strong>di</strong> questa immane trage<strong>di</strong>a, non compiamo l’errore <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>menticare o, peggio ancora, <strong>di</strong> ricordare male.”<br />

Nel frattempo sono usciti dall’aula gli Assessori Barzaghi e Gasparini e il<br />

Consigliere Bruschi. (presenti 38)<br />

Consigliere Gavazzi: “Grazie Presidente. Mi <strong>di</strong>spiace che non è presente il<br />

Consigliere Guerra, perché confutare e tacciare <strong>di</strong> antidemocrazia e poi non<br />

ascoltare la replica non è bello. Mi fa piacere che sia rientrato il Consigliere<br />

Tranquillino. Volevo iniziare il mio intervento ricordando cosa scriveva il<br />

giornale sloveno <strong>di</strong> Trieste, l’E<strong>di</strong>lnost, nel 1911. La nostra lotta è per il dominio,<br />

non l’abbandoneremo mai fino a quando avremo sotto i pie<strong>di</strong> ridotta in polvere<br />

l’italianità <strong>di</strong> Trieste, che si trova agli sgoccioli e festeggia la sua ultima orgia<br />

prima della morte. Noi sloveni inviteremo domani questi votati alla morte a<br />

recitare il confiteor. 1911, però mi preme ricordare ai Consiglieri, e l’ho sempre<br />

tenuta nella mia borsa, un mio or<strong>di</strong>ne del giorno datato 19.9.1996. Io, Consigliere<br />

comunale, ho presentato un or<strong>di</strong>ne del giorno che recita: la sorpresa prima e<br />

l’in<strong>di</strong>gnazione successiva che come citta<strong>di</strong>ni e Consiglieri comunali <strong>di</strong> Seregno<br />

hanno colpito nel profondo le nostre coscienze, dopo aver appreso dai giornali la<br />

trage<strong>di</strong>a e le infinite sofferenze delle popolazioni che vivevano ai nostri confini<br />

orientali dopo la fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, ad opera dei partigiani <strong>di</strong><br />

Tito, ci porta a chiedere che questo Consiglio Comunale approvi un or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno privo <strong>di</strong> qualsiasi lettura ideologica della storia, riscritta a seconda <strong>di</strong> chi<br />

sono i protagonisti. Si invita ad inviare al Presidente del Consiglio Onorevole<br />

Romano Pro<strong>di</strong>, i seguenti provve<strong>di</strong>menti: la condanna dei crimini e dei criminali<br />

delle foibe; togliere le pensioni italiane a coloro che si sono macchiati dei<br />

riconosciuti crimini <strong>di</strong> guerra anche se vivono oltre confine; attribuire i dovuti<br />

riconoscimenti ai familiari delle vittime <strong>di</strong> quegli ecci<strong>di</strong> con vitalizi che si<br />

possono definire congrui ai danni materiali e morali subiti; il riconoscimento dei<br />

<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> prelazione agli esuli sui loro beni d’oltre confine, nell’ottica della<br />

richiesta <strong>di</strong> adesione all’Unione Europea delle Repubbliche Est Jugoslave.<br />

Questo era datato settembre 96, però vi leggo l’intervento. Si invita ad inviare al<br />

Presidente del Consiglio Onorevole Romano Pro<strong>di</strong> i seguenti provve<strong>di</strong>menti: la<br />

condanna dei crimini e dei criminali delle foibe; togliere le pensioni italiane a<br />

coloro che si sono macchiati dei riconosciuti crimini <strong>di</strong> guerra, anche se vivono<br />

oltre i confini; attribuire i dovuti riconoscimenti ai familiari…… quello che ho<br />

detto nell’or<strong>di</strong>ne del giorno. Per prima cosa, io penso che bisogna descrivere e<br />

spiegare ai componenti del Consiglio Comunale cosa sono le foibe. Sono della<br />

cavità carsiche che purtroppo sono servite a perpetrare dei crimini. Perché <strong>di</strong>co<br />

questo? Perché nel 1996 la metà del Consiglio Comunale mi <strong>di</strong>ceva che non<br />

sapeva cos’erano le foibe. Però c’è un altro tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso, che si imputava<br />

questo genere <strong>di</strong> crimine come reazione alle brutalità eseguite dagli italiani o<br />

dall’esercito italiano durante l’occupazione della Jugoslavia. L’invasione italiana<br />

dell’ex Jugoslavia, le atrocità che effettivamente ci furono, delle quali io ho<br />

un’autentica documentazione, non giustificano le foibe e gli infoibatori, non<br />

conferiscono loro legittimità, andavano ricercati e colpiti i colpevoli e non<br />

massacrati italiani innocenti la cui più grande ed unica colpa era quella <strong>di</strong> essere<br />

italiani. Erano semplici citta<strong>di</strong>ni, il maestro elementare, il farmacista, la<br />

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studentessa universitaria, conta<strong>di</strong>ni e piccoli artigiani, gente comune che non si<br />

era mai identificata con il regime che governava il nostro Paese e soprattutto<br />

gente che non aveva mai impugnato un’arma. Ma con una logica manichea, chi<br />

non era con i comunisti doveva essere senz’altro un nemico da eliminare. In<br />

Istria, non <strong>di</strong>mentichiamolo, furono uccisi anche sloveni e croati non comunisti,<br />

ma soprattutto furono sterminati italiani per terrorizzare i sopravvissuti e<br />

costringerli a fuggire e a non rimettere più piede in quelle terre, confiscando tutti<br />

i loro beni mobili ed immobili. Furono sterminati, senza fare alcuna <strong>di</strong>stinzione<br />

fra fascisti e non fascisti, mentre sarebbe stato doveroso anche fra i fascisti<br />

in<strong>di</strong>viduare chi aveva sparato ed ucciso e chi invece aveva l’unica colpa d’essere<br />

fascista.<br />

Ma con ciò non voglio fare <strong>di</strong>stinzione fra morti buoni e morti cattivi. Tutti sono<br />

stati sciaguratamente massacrati. Le eventuali atrocità commesse ai danni dei<br />

serbi non si possono attribuire in alcun modo agli italiani che abitavano in Istria o<br />

appartenenti all’esercito italiano ma esclusivamente agli ustascia croati, alleati<br />

dei nazisti, mentre i soldati italiani erano considerati dagli ustascia pappe molli e<br />

venivano presi in giro con il titolo “italijanski buoni”. Tutti i 3 eserciti erano<br />

alleati, ma mai atrocità e crimini <strong>di</strong> massa furono commessi da italiani.<br />

Per tutto quanto sopra descritto, e con le prove <strong>di</strong> un rapporto inviato al comando<br />

del 5° Corpo d’Armata da un ufficiale me<strong>di</strong>co seregnese del quale vi darò lettura<br />

<strong>di</strong> alcuni brani, stanno a <strong>di</strong>mostrare una raccapricciante consuetu<strong>di</strong>ne da parte <strong>di</strong><br />

queste popolazioni, chi vinceva eliminava i nemici scaraventandoli nelle foibe.<br />

La cosa che più scandalizza in questa vicenda è quanto viene scritto dai giornali<br />

in merito a pensioni Inps elargite a presunti infoibatori, praticamente noi <strong>di</strong>amo la<br />

pensione a chi ha trucidato i nostri connazionali. Per questo motivo io chiedo a<br />

questo Consiglio Comunale <strong>di</strong> approvare l’or<strong>di</strong>ne del giorno da inviare al<br />

Presidente Onorevole Pro<strong>di</strong>, con allegato il verbale <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione onde possa<br />

anche verificare i nomi dei presunti infoibatori che beneficiano <strong>di</strong> pensioni Inps, e<br />

ve li leggo: Mario Toffanin sloveno, nome <strong>di</strong> battaglia Giacca, comandante dei<br />

gruppi armati …… Per cortesia, se vi <strong>di</strong>sturba andate dall’altra parte.<br />

Comandante dei gruppi armati partigiani dell’alto Friuli, uno degli autori del<br />

massacro <strong>di</strong> 22 partigiani della Brigata Osoppo, in località della Malga Porzus,<br />

perché si rifiutarono <strong>di</strong> passare con Tito, pensione £ 678.910 mensile. Ciro Raner,<br />

ex comandante del lager <strong>di</strong> Borovnica, vicino a Lubiana, <strong>di</strong> 3.000 reclusi ne<br />

tornarono a casa solo un migliaio, pensione £ 569.750, più 50 milioni <strong>di</strong> arretrati.<br />

Nerino Gobbo, responsabile <strong>di</strong> Villa Segre a Trieste, luogo <strong>di</strong> tortura, pensione £<br />

532.500 più 30 milioni <strong>di</strong> arretrati. Franc Pregelj, sloveno, ex commissario<br />

politico del 9° corpus del Maresciallo Tito a Gorizia, su 900 italiani deportati, dei<br />

quali lui era responsabile, 655 non sono più tornati, pensione £ 469.750, con solo<br />

45 milioni <strong>di</strong> arretrati. Giorgio Sfiligoi, collaboratore <strong>di</strong> Pregelj, con le stesse<br />

colpe verso i deportati italiani a Gorizia ma con una pensione superiore, £<br />

571.850, ma con appena 20 milioni <strong>di</strong> arretrati. Oscar Piskulic, croato, presunto<br />

autore <strong>di</strong> rastrellamenti <strong>di</strong> italiani che poi sparivano nelle foibe, era capo della<br />

polizia segreta <strong>di</strong> Tito tra il 1942 e il 1947. Ivan Matika, conosciuto come il<br />

Giu<strong>di</strong>ce, amministrava la giustizia, si fa per <strong>di</strong>re, nel castello <strong>di</strong> Pisino<br />

considerato il tribunale del popolo, ha condannato a morte centinaia <strong>di</strong> italiani.<br />

Giuseppe Osgnac, sloveno, era comandante della banda partigiana Beneska Ceta,<br />

la sua banda non faceva prigionieri, li eliminava, alcuni sarebbero stati sepolti<br />

vivi dopo aver legato loro mani e pie<strong>di</strong>, pensione £ 569.750 più 30 milioni <strong>di</strong><br />

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arretrati. Giudo Climich, croato, responsabile della polizia segreta Pisino, avrebbe<br />

fatto sparire decine <strong>di</strong> italiani, il suo nome <strong>di</strong> battaglia era Lampo. Ivan Semes,<br />

croato, comandante militare a Zara, capo della polizia segreta <strong>di</strong> Tito dal 1940 al<br />

1945, fece fucilare 29 italiani, altri 73 sparirono nella fossa marina dell’isola <strong>di</strong><br />

Lavernata nell’arcipelago delle Coronarie.<br />

Chiudo leggendo un rapporto autentico fatto dal tenente me<strong>di</strong>co Dottor Nicola Di<br />

Mauro, che tutti conoscete. Questo per significare che tutte le persone che sono<br />

state buttate nelle foibe non erano solo italiani, perché vi leggerò……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consigliere, un minuto ancora.”<br />

Consigliere Gavazzi: “Se mi dà come gli altri, la ringrazio. Questo è un rapporto<br />

della Direzione Sanitaria del 5° Corpo d’Armata. Relazione circa i cimiteri<br />

provvisori della nostra zona, incaricato dalla Direzione <strong>di</strong> Sanità <strong>di</strong> rintracciare i<br />

cimiteri provvisori della nostra zona, onde prevenire eventuali inquinazioni delle<br />

acque ed esaminare per mezzo <strong>di</strong> coloranti chimici Osino e …… il percorso <strong>di</strong><br />

questo. La data è 1.9.1941, due anni prima che si scoprisse il <strong>di</strong>scorso delle foibe.<br />

Ho raggiunto la voragine <strong>di</strong> Prana, che si trova sopra del villaggio <strong>di</strong>…… - non<br />

mi viene il nome – Comune <strong>di</strong> Prana. Per raggiungere la località suddetta si deve<br />

percorrere circa un’ora <strong>di</strong> cammino. Strada facendo, tra le numerose cartucce <strong>di</strong><br />

fucili militari e da caccia nei pressi della voragine pezzi <strong>di</strong> catena <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />

forma e grandezza, <strong>di</strong>stintivi <strong>di</strong> impiegati ferroviari, galloni <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza<br />

jugoslava, spazzolini per denti, specchi tascabili, pettini e quello che è più<br />

interessante portafogli e portamonete vuoti e strappati. In questo punto trovo<br />

pezzi <strong>di</strong> ossa dalla volta cranica che per le loro caratteristiche anatomiche ritengo<br />

appartenere a uomini adulti <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a tra 30 e 50 anni, uccisi da circa due<br />

mesi. La bocca della voragine ha <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 8x5 metri, la profon<strong>di</strong>tà è enorme,<br />

una pietra gettatavi non si arresta ma prosegue nella caduta sino a perdersi<br />

all’u<strong>di</strong>to. I margini della voragine, come pure le pareti interne della stessa, sono<br />

cosparse <strong>di</strong> calce viva. Mi reco a Santa Maddalena per prendere la <strong>di</strong>rittura verso<br />

la grande voragine chiamata Jasmina, l’ultimo abitato che si incontra è<br />

chiamato…… ed è poco <strong>di</strong>stante dalla voragine stessa, per arrivare occorrono due<br />

ore e mezza <strong>di</strong> cammino faticosissimo e io non riesco a comprendere come le<br />

vittime, donne e bambini, abbiano potuto raggiungere quella località, tanto più<br />

che <strong>di</strong>cono abbiano transitato <strong>di</strong> notte. Passata la montagna che si trova a sud dei<br />

campi <strong>di</strong> concentramento……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consigliere, mi scusi, il tempo è<br />

terminato.”<br />

Consigliere Gavazzi: “Manca mezza pagina Presidente.”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “La tolleranza non è la stessa cosa<br />

dell’abuso, mi scusi.”<br />

Consigliere Gavazzi: “Presidente, non voglio perdere tempo. Questa fossa ha le<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> circa 150 metri <strong>di</strong> lunghezza e 20 metri <strong>di</strong> larghezza. Eseguito lo<br />

scavo nel senso trasversale della fossa, trovo un punto a circa 1,50 metri <strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà, un cadavere <strong>di</strong> donna ricoperto da un cuscino e in vicinanza <strong>di</strong> esso un<br />

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ombrello. Accanto a questo cadavere ve ne sono numerosi altri, anche <strong>di</strong> bambini,<br />

tutti in stato <strong>di</strong> decomposizione avanzata, emananti un acre odore. La morte è<br />

avvenuta circa un mese fa. E’ <strong>di</strong>fficile precisare il numero dei morti trovati in<br />

questa fossa, ma è certo che ve ne sono numerosissimi e posti in <strong>di</strong>versi strati.<br />

Ritengo che le persone portate dal campo <strong>di</strong> concentramento raggiungono la cifra<br />

<strong>di</strong> 8 o 9.000. I cadaveri non hanno avuto sufficiente interramento, in alcuni punti<br />

questi si trovano alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 15 centimetri, e ritengo che le abbondanti<br />

piogge autunnali potranno scoprire i cadaveri <strong>di</strong> poco interrati. Dopo breve strada<br />

raggiungo la voragine <strong>di</strong> …… -non si capisce – che si trova a nord est del<br />

villaggio <strong>di</strong> Stupacino, ed è circondata da alberi e ben nascosta. Da essa fuoriesce<br />

un’esalazione <strong>di</strong> acre odore, in una parte del lago Vittoria la terra è molto smossa<br />

e l’erba è calpestata, qui si trovano pezzi <strong>di</strong> camicia e <strong>di</strong> vestiti da uomo. Nei<br />

pressi della voragine vi sono cappelli <strong>di</strong> uomo, lettere e fotografie, portafogli e<br />

portamonete vuoti e strappati, cartucce, ecc. Raccontano che a parecchie riprese<br />

sono stati accompagnati e gettati nella voragine 2.000 servi maschi e che l’ultimo<br />

massacro rimonti a 3 settimane fa.<br />

Questo è il rapporto che ho letto, però finisco <strong>di</strong>cendo che nel 1996 è successo<br />

con il mio intervento, nel <strong>2008</strong> è successo questo. Questa è la risposta che mi è<br />

stata data da una Consigliere <strong>di</strong> opposizione molto vicina a Guerra: questo zelo<br />

mal riposto purtroppo mi fa venire in mente, non è questo il momento, un antico<br />

detto siciliano “chi è più sciocco <strong>di</strong> Carnevale? Carnevale e chi ci va <strong>di</strong>etro”. Io<br />

mi fermo qui, perché credo che forse dovremmo riflettere non su ciò che è<br />

accaduto ma sul perché è accaduto. Credo che dovremo riflettere che in questo<br />

momento qui e da più parti ci stanno ad ascoltare, si accettano e si sventano idee<br />

pericolosissime <strong>di</strong> secessione. Forse varrebbe la pena <strong>di</strong> cominciare a capire che<br />

molte volte la storia ha già dato dei risultati. Le foibe sono anche uno <strong>di</strong> questi<br />

risultati, in <strong>12</strong> anni non è cambiato nulla sul modo <strong>di</strong> interpretare la trage<strong>di</strong>a delle<br />

foibe, ancora in un modo ideologizzato. E’ una vergogna!”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Pozzati. (presenti 37)<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Prego, un attimo il Consigliere Elli<br />

sull’or<strong>di</strong>ne dei lavori.”<br />

Consigliere Elli: “Grazie. Io volevo fare una proposta. Dato che non c’è nessuno<br />

qui dentro, per rispetto a quelli che assistono, io chiedo <strong>di</strong> sospendere e chiudere<br />

in attesa della maturazione <strong>di</strong> noi tutti, perché non c’è nessuno. Guardate, lì non<br />

c’è nessuno al tavolo, qua la metà sono spariti. Io chiedo ufficialmente <strong>di</strong><br />

sospendere, mi <strong>di</strong>spiace non voglio toglierti la parola, ma io penso che per<br />

rispetto quando pochi giorni fa c’era qui il Signore ebreo che raccontava la sua<br />

esperienza……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “L’Avvocato Maris.”<br />

Consigliere Elli: “Scusate io non conosco …… Non era ebreo, va bene, non lo<br />

conosco. Posso fare una proposta? Tu sei da solo e siete in 15, quin<strong>di</strong> è peggio<br />

(dall'aula si replica fuori campo voce). Benissimo, uno è andato via perché ha<br />

dovuto andare al Consiglio……”<br />

33


Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Consigliere Elli, concluda la<br />

proposta.”<br />

Consigliere Elli: “Concludo la proposta. Chiudere perché non c’è lo spirito, così<br />

come c’è stato l’altra volta quando c’era Maris, che non so chi sia …… (dall'aula<br />

si replica fuori campo voce). Va bene, questo Signore che c’era qui tutti l’hanno<br />

sentito con rispetto, tutti presenti. Questa <strong>di</strong>scussione evidentemente non<br />

interessa nessuno perché c’è un sacco <strong>di</strong> gente che si affaccia e se ne va al bar.<br />

Chiedo che sia chiusa la <strong>di</strong>scussione per rispetto a chi merita maggior rispetto <strong>di</strong><br />

questo consesso. Grazie.”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Prego De Nicola, un minuto anche<br />

a lei.”<br />

Consigliere De Nicola: “Io credo che la riflessione verso la quale ci induce il<br />

collega Elli è una riflessione che dovremmo fare. Forse sarebbe stato più<br />

opportuno se questa riflessione l’avessimo fatta all’inizio, dopo le parole al <strong>di</strong><br />

sopra delle parti del Presidente Ortolina, io credo che avremmo potuto chiudere<br />

lì, dopo un momento <strong>di</strong> raccoglimento. Credo che chiudere adesso non so cosa<br />

cambia. Personalmente non credo <strong>di</strong> avere molte cose da aggiungere a quelle che<br />

già altri colleghi hanno detto, ma probabilmente i colleghi, altri colleghi hanno<br />

qualcosa da aggiungere. Io credo che suonerebbe male, quasi <strong>di</strong>venterebbe una<br />

censura dopo che abbiamo avuto il piacere e l’onore <strong>di</strong> sentire il collega Elli<br />

impe<strong>di</strong>re per esempio al collega Tranquillino <strong>di</strong> esprimersi. Rimane la riflessione<br />

<strong>di</strong> fondo, se è ben vero, e ringrazio il Presidente Ortolina <strong>di</strong> aver voluto de<strong>di</strong>care<br />

un Consiglio <strong>Provincia</strong>le a questa barbarie, perché non ci sono altre parole per<br />

caratterizzarla, probabilmente avremmo dovuto dare forse un maggiore impegno,<br />

forse avremmo dovuto ricordare questa giornata. E’ vero che sono passati 60<br />

anni, ma forse sono occorsi 60 anni per far riconoscere questa trage<strong>di</strong>a ……”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Scusi Consigliere, la sua proposta<br />

è quella <strong>di</strong> continuare?”<br />

Consigliere De Nicola: “Presidente, io personalmente posso anche rinunciare al<br />

mio intervento, se gli altri colleghi ……”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Fortunati. (presenti 36)<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Io è esattamente questo che volevo<br />

<strong>di</strong>re all’assemblea. Io ho 3 iscritti a parlare, il Consigliere Tranquillino, il<br />

Consigliere De Nicola e il Consigliere De Gaspari. Rispetto alla proposta che il<br />

Consigliere Elli ha fatto, proprio per evitare che possano essere interpretate<br />

eventuali decisioni a colpi <strong>di</strong> maggioranza, l’unanimità non mi interessa, come<br />

forme <strong>di</strong> censura rispetto al pensiero che i colleghi vogliono esprimere, la mia<br />

opinione è che se i colleghi rinunciano agli interventi possiamo sospendere la<br />

seduta questa sera e aggiornarci alla prossima seduta, continuare anche un<br />

<strong>di</strong>battito <strong>di</strong> natura culturale, approfon<strong>di</strong>re alcuni temi, eccetera, perché avremo<br />

tempo per approfon<strong>di</strong>re questi argomenti. Non la metto sul piano della mancanza<br />

<strong>di</strong> rispetto nei confronti dei nostri ospiti, perché comunque l’Ufficio <strong>di</strong><br />

34


Presidenza è qui in aula, comunque i Consiglieri ci sono, la vivacità del <strong>di</strong>battito<br />

ha <strong>di</strong>mostrato che c’è stata anche partecipazione emozionale, al <strong>di</strong> là delle tesi<br />

che ciascuno ha espresso. C’è una rappresentanza della Giunta che è stata più<br />

numerosa qualche momento fa, per motivi <strong>di</strong>versi è <strong>di</strong>minuita. Io credo che<br />

alcune forme <strong>di</strong> censura non sono proprie per questa serata. Quin<strong>di</strong> io chiedo ai 3<br />

Consiglieri iscritti se intendono proseguire nel <strong>di</strong>battito. Non voglio mettere in<br />

votazione una sospensione dei lavori del Consiglio, che non ci serve, io credo che<br />

invece il buonsenso ci può portare a sospendere comunque con l’accordo <strong>di</strong> tutti,<br />

senza creare forme <strong>di</strong> malevolenza o <strong>di</strong> censura nei confronti <strong>di</strong> nessuno.<br />

(Dall'aula si replica fuori campo voce). Quin<strong>di</strong> rinuncia all’intervento. De Nicola<br />

ha detto…… Tranquillino? La parola a Tranquillino.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Corso e il Consigliere Angiuoni.<br />

(presenti 35)<br />

Consigliere Tranquillino: “Per <strong>di</strong>re unicamente una cosa, che il fatto che questa<br />

giornata sia andata così, e io ritengo al pari <strong>di</strong> lei Presidente che c’è stato un<br />

<strong>di</strong>battito, una presenza che non è stata al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> altre occasioni, quando l’aula<br />

è stata ben più vuota, io faccio mia anche la decisione che ha preso De Gaspari,<br />

non senza rilevare che mi farebbe piacere che se ci si aggiornerà ci siano i<br />

rappresentanti dell’Associazione Nazionale Giuliano Dalmati. Perché Presidente,<br />

lei deve avere pazienza, che il <strong>di</strong>battito prosegua oltremodo, per quel che mi<br />

riguarda poteva essere chiuso questa sera, però se ai sensi dell’economia dei<br />

lavori in futuro……”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Malinverno. (presenti 34)<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Non è questo il senso Consigliere,<br />

mi scusi. Il senso è che rispetto ad una richiesta specifica, i ragionamenti si fanno<br />

velocemente, si alzano le manine, si vota e si decide se si continua o non si<br />

continua. Poiché c’è una richiesta <strong>di</strong> buonsenso che viene accolta da tutti gli<br />

iscritti a parlare, in questo senso io capisco quello che lei ha detto, non me la<br />

sento <strong>di</strong> decidere una cosa così importante a botta <strong>di</strong> maggioranze o meno. Io<br />

credo che le sedute del Consiglio sono come sempre pubbliche, su questo tema<br />

specifico…… (dall'aula si replica fuori campo voce). Come?”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Meroni. (presenti 33)<br />

Consigliere Tranquillino: “No, niente, era una mia riflessione.”<br />

Vice Presidente Vicario del Consiglio Greco: “Dopo<strong>di</strong>ché è chiaro che in questo<br />

momento non stiamo decidendo ci aggiorniamo fra 24 ore o fra 48 ore. E’ chiaro<br />

che i rappresentanti dell’Associazione saranno debitamente informati attraverso i<br />

canali con cui sono stati informati <strong>di</strong> questa sera, quin<strong>di</strong> una loro presenza in aula<br />

potrà far sentire anche altre voci rispetto al <strong>di</strong>battito che si è svolto finora. Questa<br />

mi sembra una proposta ragionevole, quin<strong>di</strong> credo che possiamo…… Cavicchioli,<br />

prego.”<br />

Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Meroni. (presenti 33)<br />

35


Consigliere Cavicchioli: “Io ringrazio per la proposta fatta dal Vice Presidente,<br />

però devo <strong>di</strong>re con franchezza e anche senza imbarazzo che questa richiesta <strong>di</strong><br />

chiusura della <strong>di</strong>scussione con le motivazioni legittime poste dal Consigliere Elli,<br />

per quello che ci riguarda non le con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo. Io non credo che quest’aula non<br />

sia in grado o non sia matura per continuare la riflessione. La riflessione ha avuto<br />

i suoi accenti, le sue <strong>di</strong>versità, io peraltro con<strong>di</strong>vido la riflessione fatta dal<br />

Consigliere Dapei sulle motivazioni che hanno indotto la conferenza dei<br />

Capigruppo a fare una scelta che oggi ci può apparire magari per certi aspetti non<br />

giusta fino in fondo. Detto questo, io credo che o si sceglie <strong>di</strong> chiudere questa<br />

<strong>di</strong>scussione e sono state espresse alcune delle posizioni, io non ho problema da<br />

questo punto <strong>di</strong> vista, tenendo conto che negli interventi manca un intervento da<br />

parte del Partito Democratico. Però riaggiornarci lo troverei effettivamente una<br />

valutazione <strong>di</strong> incapacità oggi <strong>di</strong> continuare la <strong>di</strong>scussione, nella quale noi ci<br />

troviamo stretti. Noi siamo <strong>di</strong>sponibili ad andare avanti a <strong>di</strong>scutere, così anche <strong>di</strong><br />

prendere la decisione <strong>di</strong> chiuderla oggi. Perché, e qui non è accento <strong>di</strong> polemica,<br />

le assenze sono assenze da ambo le parti, non mi pare che sia…… C’è anche<br />

l’assenza <strong>di</strong> alcuni Consiglieri della minoranza, così come <strong>di</strong> taluni della<br />

maggioranza. Per cui io con<strong>di</strong>vido la proposta <strong>di</strong> chiudere la <strong>di</strong>scussione, detto<br />

questo però non con<strong>di</strong>vido quella <strong>di</strong> riaggiornarla, perché credo che<br />

effettivamente sarebbe anche un torto nei confronti dei rappresentanti, a cui il<br />

Partito Democratico porta il saluto, non avevamo avuto occasione, poi verrò<br />

anche a farlo personalmente.<br />

Detto questo, si può serenamente chiudere, però non riaggiornandoci. Mi pare che<br />

il tema del riaggiornarci perché non siamo pronti non sia decoroso per chi in<br />

questo momento è oggi presente.”<br />

Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Albetti, Esposito e Nobili.<br />

(presenti 30)<br />

Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Riaggiornandoci all’anno prossimo mi<br />

verrebbe da <strong>di</strong>re, alla prossima ricorrenza. Patta prego.”<br />

Consigliere Patta: “Il punto che voglio sottolineare è che una decisione non può<br />

essere la decisione collettiva <strong>di</strong> limitare la possibilità <strong>di</strong> chi aveva chiesto <strong>di</strong><br />

parlare, <strong>di</strong> parlare. Se tra coloro che hanno chiesto <strong>di</strong> parlare ce ne fosse anche<br />

solo uno, ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> farlo.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Su questo non c’è dubbio. Prego Dapei.”<br />

Consigliere Dapei: “Infatti in questo senso io credo che sia stata molto saggia la<br />

proposta dell’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza, perché non è stato deciso o proposto <strong>di</strong><br />

decidere <strong>di</strong> chiudere, ma è stato richiesto a chi si era iscritto <strong>di</strong> ritirare la sua……<br />

Quin<strong>di</strong> io devo ringraziare la sensibilità sia dell’Ufficio <strong>di</strong> Presidenza e <strong>di</strong> chi ha<br />

poi accettato, perché in questo modo non ci può neanche essere il sospetto che si<br />

voglia strumentalizzare la cosa. Nessuno potrà <strong>di</strong>re che il Consiglio è abortito, chi<br />

ha voluto parlare ha potuto farlo. Noi sappiamo che da entrambe le parti ci sono<br />

36


state autorevolissime assenze, io credo che per rispetto verso quella causa che<br />

abbiamo voluto qui ricordare, è anche meglio che questa cosa non si propagan<strong>di</strong><br />

all’esterno. Io posso <strong>di</strong>re che pur essendo opposizione non abbiamo nessuna<br />

intenzione <strong>di</strong> strumentalizzare, non per coprire le nostre assenze, ma proprio per<br />

decoro dell’istituzione e soprattutto per rispetto <strong>di</strong> quella causa che comunque è<br />

stata qui ricordata e credo che è stata opportunamente onorata.”<br />

Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Gavazzi. (presenti 29)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Confermo. Trovo saggio questo intervento.<br />

Tranquillino voleva intervenire?”<br />

Consigliere Tranquillino: “Certo, perché mi pare che qui la situazione si stia<br />

ingarbugliando.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Se lei vuole intervenire sulla materia, chieda<br />

<strong>di</strong> intervenire e faccia il suo intervento.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Ma veramente io lo stavo facendo prima <strong>di</strong> essere<br />

interrotto. Si sta ingarbugliando perché……”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Non si sta ingarbugliando, se lei vuole<br />

intervenire, <strong>di</strong>ce che vuole intervenire.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Se permette, le esprimo il mio punto <strong>di</strong> vista, che non<br />

è il suo.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “D’accordo, non le suggerisco le parole.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Grazie Presidente. Prima si è chiesto chi fosse<br />

<strong>di</strong>sponibile a rinunciare all’intervento, e fin lì andava tutto bene, posto il fatto che<br />

noi avevamo posto una riserva, come poi il Capogruppo compagno Patta ha<br />

riba<strong>di</strong>to. Avevamo detto qualora si decidesse <strong>di</strong> continuare, perché questo era<br />

stato ciò che era stato adombrato dai banchi dell’opposizione, fino a prova<br />

contraria, se non ho capito male <strong>di</strong> che cosa stavamo parlando. Per cui De<br />

Gaspari, io, così come De Nicola abbiamo detto non c’è problema. Adesso però è<br />

uscita una posizione articolata, per cui si <strong>di</strong>ce per quello che ci riguarda o la<br />

chiu<strong>di</strong>amo stasera, anche perché Presidente lei mi consentirà, non posso non<br />

notare che nei banchi della maggioranza le presenze sono pressoché al completo<br />

…… (dall'aula si replica fuori campo voce). Ariazzi, sto <strong>di</strong>cendo quello che<br />

penso, sto intervenendo sull’or<strong>di</strong>ne dei lavori e il Presidente lo sa bene Ariazzi, a<br />

meno che tu non lo voglia autorevolmente aiutare.<br />

Per cui io le chiedo lumi perché non riesco più a comprendere: a) se ci sarà un<br />

aggiornamento; b) se invece alcuni come è legittimo non sono d’accordo……”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “E’ semplice, non ci sarà aggiornamento. Se<br />

lei vuole intervenire, liberamente intervenga e chi vuole intervenire ancora chieda<br />

la parola e interviene.”<br />

37


Consigliere Tranquillino: “Però Presidente mi consenta <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che mi pare che<br />

essendo la Giornata del Ricordo, così come uno la possa intendere, così come uno<br />

la possa interpretare, io a un <strong>di</strong>battito sull’or<strong>di</strong>ne dei lavori come questo avrei<br />

preferito non assistere, e forse adesso saremmo già in <strong>di</strong>rittura d’arrivo per avere<br />

compiuto quei 3 interventi che c’erano in relazione a un tema che è pregnante,<br />

importante e che desta ancora, come ha detto il compagno Vice Presidente Greco<br />

anche un ceto livello emozionale.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Ciò detto, non ho capito. Lei vuole<br />

intervenire sul merito oppure no?”<br />

Consigliere Tranquillino: “Se l’aula ritiene che non ci sarà un<br />

aggiornamento……”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Confermo che non ci sarà, non è previsto un<br />

aggiornamento.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Allora cercherò <strong>di</strong> essere breve Presidente, però a<br />

questo punto lo faccio anche perché è presente l’Associazione e mi pare una cosa<br />

dovuta. Io <strong>di</strong>co solo a titolo <strong>di</strong> cronaca che, così come avevano avuto modo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re precedentemente, lo <strong>di</strong>co per le zone <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> dove anche dei colleghi <strong>di</strong><br />

questo Consiglio hanno potuto vedere cosa è successo, la Giornata del Ricordo ha<br />

destato ha destato ancora passioni, ha destato un confronto serrato laddove<br />

ad<strong>di</strong>rittura invece non è stato proprio un confronto aspro, per definirlo con un<br />

eufemismo, su quello che è accaduto nelle zone <strong>di</strong> confine, le zone dell’Istria,<br />

della Dalmazia, nelle zone giuliane. Quin<strong>di</strong> è stata un’occasione <strong>di</strong> frizione e con<br />

questo non sono qui a <strong>di</strong>re che una Giornata del Ricordo non dovesse essere<br />

tenuta, per un ricordo Presidente. Per un ricordo!<br />

Oggi quello che abbiamo <strong>di</strong> notizie <strong>di</strong> ieri, ci <strong>di</strong>ce che presso una foiba in<br />

Slovenia era andato un pullman con 60 persone che non so se siano al corrente<br />

coloro che appartengono all’Associazione, ma parrebbe che abbiano subito degli<br />

inciampi, degli intoppi, io li definisco così ma voi sapete bene quello <strong>di</strong> cui sto<br />

parlando, è stato multato il pullman, è stata trovata una recinzione intorno alla<br />

foiba, mi pare <strong>di</strong> capire però correggetemi voi perché sono notizie che ho mentre<br />

voi probabilmente sarete più informati <strong>di</strong> me. Signor Presidente, anche in questa<br />

occasione è inutile <strong>di</strong>re che come a <strong>Milano</strong> questo <strong>di</strong>battito, questo ricordo,<br />

questa rievocazione, questo approfon<strong>di</strong>mento che ha visto anche colleghi<br />

dell’opposizione portare documentazione, prodursi in uno sforzo <strong>di</strong> ricerca<br />

storica, effettivamente da qui fino alla Slovenia desta ancora dei malumori, desta<br />

delle frizioni, desta delle lacerazioni che parevano sopite, perché poi tutto<br />

sommato sono più <strong>di</strong> 6 i decenni. In alcuni casi no, perché ci sono casi che sono<br />

avvenuti anche dopo.<br />

Io non posso non <strong>di</strong>re, spero che nel mio intervento non ci sia traccia <strong>di</strong> invettiva,<br />

l’ho sentita invece in altri interventi provenienti dai banchi della maggioranza. Io<br />

non ritengo oggi <strong>di</strong> avere da <strong>di</strong>fendere una presunta verità che non deve essere<br />

sottoposta a quello che si potrebbe definire un revisionismo. Non sono qui per<br />

questo.<br />

Mi pare che invece occorresse avere un ricordo completo, ma non perché<br />

Presidente quando viene strappata una ra<strong>di</strong>ce, che può essere un parente al quale<br />

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tu sei legato, quand’anche non venisse colpito qualcuno che possa essere a te<br />

legatissimo, ma fosse anche un parente, un cugino, un carissimo conoscente, sia<br />

una cosa che non sia parimenti importante alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un genitore o <strong>di</strong> un<br />

figlio. Perché le popolazioni, se sono collegate, stabiliscono delle relazioni nelle<br />

quali quando ti muore qualcuno <strong>di</strong> caro è qualcuno che è caro. Io ho avuto il mio<br />

<strong>di</strong> lutto in autunno, quin<strong>di</strong> posso <strong>di</strong>re che essendo una persona a me cara, è ancora<br />

relativamente fresca in me la sensazione <strong>di</strong> qualcosa che ti manca, no c’è più.<br />

Quin<strong>di</strong> il ricordo <strong>di</strong> qualcosa che è successo <strong>di</strong> brutale, <strong>di</strong> efferato, <strong>di</strong> tragico, non<br />

è qualcosa che possa essere preso con leggerezza. Mi è parso invece nelle<br />

invettive che ho sentito dai banchi della maggioranza <strong>di</strong> assistere a una<br />

strumentalizzazione che io considero…… (dall'aula si replica fuori campo voce).<br />

Scusate, sì perché io sono all’opposizione nel Comune <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>. Io dai banchi<br />

dell’opposizione oggi ho sentito dei toni carichi <strong>di</strong> invettiva. E nonostante io sia<br />

un citta<strong>di</strong>no eletto in questo Consiglio, riba<strong>di</strong>sco un citta<strong>di</strong>no perché io non faccio<br />

politica <strong>di</strong> mestiere, spero e tento <strong>di</strong> farlo con passione, devo <strong>di</strong>re che ancora una<br />

volta in me il fasti<strong>di</strong>o per uno strumentalismo che a mio avviso è stato eccessivo,<br />

pur io mettendo nel conto che in una questione <strong>di</strong> questo genere ce ne potesse<br />

essere, devo <strong>di</strong>re che secondo me non ha reso giustizia a quella che dovrebbe<br />

essere una memoria aperta. Una memoria aperta, per un ricordo completo.<br />

Mi si è venuti a <strong>di</strong>re, <strong>di</strong>co a me, per come l’ho vissuta io soggettivamente, noi<br />

laddove contestualizzassimo potremmo compiere un’operazione <strong>di</strong><br />

giustificazionismo. Ma come faccio io? Io non posso mancare <strong>di</strong> ricordare, e<br />

guardate che lo <strong>di</strong>co senza retorica, anche perché ahimè sono stato colpito anch’io<br />

in prima persona solamente due mesi, tre mesi fa, posso mancare <strong>di</strong> ricordare che<br />

sono mancati 1.600.000 slavi in una nazione dove la popolazione è molto<br />

inferiore a quella del nostro Paese? Il fatto che mi si venga a <strong>di</strong>re Signor<br />

Presidente che erano italijanski bravi, vedete colleghi quello che <strong>di</strong>ceva<br />

Mussolini sugli slavi è ampiamente documentato. Se andate nella biblioteca<br />

centrale <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> lo ritroverete. Non sono cose che io ho tratto da un libro……”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “3 minuti ancora.”<br />

Consigliere Tranquillino: “Grazie Presidente, lei con me è meglio delle ferrovie<br />

svizzere. Vedrete in quei <strong>di</strong>scorsi un’efferatezza, una volontà <strong>di</strong> annessione, una<br />

volontà <strong>di</strong> dominio, una sottovalutazione <strong>di</strong> quella etnia, quella slava, che fanno<br />

accapponare la pelle. Questo non è giustificazionismo, è semplicemente tenere<br />

una memoria aperta per un ricordo completo. Laddove noi non lo facessimo, non<br />

renderemmo un buon servizio neppure alle nuove generazioni Signor Presidente,<br />

e Dio solo sa come Maris l’altro giorno ci abbia insegnato che c’è un dolore che<br />

non insegna. Maris ci ha parlato del contesto, se noi non contestualizzassimo noi<br />

non avremmo nulla da tramandare, perché noi non dobbiamo fare in modo che<br />

quel contesto, per un’altra volta nella nostra storia, si verifichi <strong>di</strong> nuovo, non<br />

dobbiamo più contribuire a creare quel contesto, perché è in quel contesto, e<br />

anche da culture elevatissime, ce l’ha spiegato, che nascono i mostri.<br />

Io credo veramente che chi abbia in mente <strong>di</strong> avere una memoria aperta per un<br />

ricordo completo, debba compiere un’operazione <strong>di</strong> verità. E’ per questo che io<br />

non ho paura della Giornata del Ricordo, è per questo che io non insorgo, è per<br />

questo che non sono carico <strong>di</strong> invettiva Signor Presidente, perché la storia, che ci<br />

piaccia oppure no, non la possiamo cancellare, è lì tutta intera nelle<br />

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documentazioni che sono nelle biblioteche, in ciò che è successo, in quella calce<br />

che è ancora possibile ritrovare oggi nelle foibe, perché le foibe vanno ricordate,<br />

proprio perché sono state inaugurate dagli italiani negli anni 20, quando i primi<br />

slavi andarono a caderci dentro. Allora, se occorresse ricordarle, io credo e non<br />

per fare Signor Presidente del pietismo a buon mercato dove tutti i gatti sono<br />

uguali, perché io penso sempre per la verità che ci sia un aggre<strong>di</strong>to e un<br />

aggressore, e sono convinto che quegli italiani, quegli ecci<strong>di</strong> che ci sono stati<br />

anche contro civili non fossero aggressori, quelli erano civili inermi che sono<br />

stati fatti oggetto <strong>di</strong> brutalità, efferatezze e massacro. Però, pur <strong>di</strong>cendo questo, lo<br />

voglio <strong>di</strong>re a quelli dell’Associazione, non posso mancare <strong>di</strong> provare, <strong>di</strong> tentare e<br />

<strong>di</strong> volere una memoria aperta per un ricordo completo. Grazie Signor Presidente.”<br />

Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Clerici e Del Nero. (presenti 27)<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Grazie. De Nicola, poi De Gaspari, poi<br />

chiu<strong>di</strong>amo possibilmente. “<br />

Consigliere De Nicola: “Io credo che questa giornata è stata ricordata a Roma dal<br />

Presidente della Repubblica e dal Vice Presidente del Consiglio, quin<strong>di</strong> è stata<br />

ricordata dalla nazione. Dall’intervento del Presidente della Repubblica e del<br />

Vice Presidente del Consiglio non c’è stato un contro intervento degli storici<br />

negazionisti, questo perché per fortuna c’è una nazione, per fortuna ci sono<br />

statisti o persone che stu<strong>di</strong>ano da statisti o da gente che vuole avere a cuore le<br />

sorti dello Stato, che dopo 60 anni hanno il coraggio <strong>di</strong> non guardare la storia con<br />

la lente deformante e deformata dell’ideologia, della parte, del pregiu<strong>di</strong>zio<br />

ideologico, ma hanno il coraggio <strong>di</strong> guardare ad una pagina che fa inorri<strong>di</strong>re con<br />

serenità.<br />

Stasera è mancato qualcosa in questo Consiglio Presidente. E’ vero che per un<br />

atto <strong>di</strong> affetto alle istituzioni noi abbiamo evitato che quella parte legittima, ci<br />

mancherebbe, noi non ci iscriviamo nel novero <strong>di</strong> coloro che vanno a Torino a<br />

<strong>di</strong>re che i sionisti non pubblicano e non presentano i loro libri, ci mancherebbe,<br />

che venga la storica negazionista, che scriva i suoi libri, li pubblichi, li venda, li<br />

<strong>di</strong>vulghi, ma eviti <strong>di</strong> utilizzare la Giornata del Ricordo per farsi pubblicità, eviti<br />

<strong>di</strong> utilizzare una giornata che dovrebbe essere <strong>di</strong> lutto pensando ai 15.000 italiani<br />

infoibati, stuprati, massacrati, rei solo <strong>di</strong> essere italiani, i primi 3 uccisi a Fiume<br />

erano 3 giovani del Comitato <strong>di</strong> Liberazione Nazionale, erano quelli che tu <strong>di</strong>resti<br />

i miei compagni. Fu una vergogna, una barbarie voluta da alcuni, e quando i<br />

nostri fratelli italiani rientravano in Italia, tornavano in Italia, scappavano verso<br />

l’Italia, perché non ricordare la barbarie <strong>di</strong> chi nelle stazioni li linciava perché<br />

avevano il torto <strong>di</strong> denunciare al mondo cos’era il comunismo, perché si cresce se<br />

si ha il coraggio <strong>di</strong> guardare anche <strong>di</strong>etro, <strong>di</strong> guardare anche ai misfatti che la<br />

parte alla quale in qualche modo ci vogliamo richiamare ha commesso.<br />

Io non volevo fare l’intervento. Io mi auguravo <strong>di</strong> poter chiudere con le parole del<br />

Presidente, visto che è mancato il Presidente della <strong>Provincia</strong>, visto che è mancato<br />

il Vice Presidente della <strong>Provincia</strong>, visto che è mancata la storia, visto che la storia<br />

è stata lasciata ai Consiglieri, i quali fanno i Consiglieri però devono evitare <strong>di</strong><br />

moltiplicare i pani e i pesci, perché i pani e i pesci li moltiplicava il buon Dio<br />

quando faceva i miracoli. Io credo che oggi quella parte del territorio europeo non<br />

ha un milione e mezzo <strong>di</strong> abitanti, <strong>di</strong>venta un po’ <strong>di</strong>fficile capire chi sono il<br />

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milione e mezzo <strong>di</strong> slavi ammazzati, <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>fficile capire chi li ha ammazzati.<br />

Ma io non voglio entrare nel merito <strong>di</strong> giustificare niente …… (dall'aula si replica<br />

fuori campo voce). Poi mi spieghi chi sono il 1.500.000, credo che oggi saranno 2<br />

milioni, non so come ci sono stati un milione e mezzo <strong>di</strong> morti. Comunque<br />

<strong>di</strong>venterebbe <strong>di</strong>fficile, ci introdurremmo in un <strong>di</strong>scorso storico che né i tempi né<br />

credo la preparazione mia mi consente <strong>di</strong> poter affrontare perché sarebbe <strong>di</strong>fficile<br />

andare a pensare a chi si scontrava, quali gruppi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine slava si<br />

scontrava e si massacrava l’un contro l’altro. Ma questa è un’altra storia.<br />

Rimane la storia e il dolore, il dolore mio oggi, non solo a pensare a quello che è<br />

accaduto, il dolore perché anche oggi abbiamo voluto <strong>di</strong>viderci, anche oggi c’è<br />

qualcuno in una giornata <strong>di</strong> una festa voluta da tutte le istituzioni, in una giornata<br />

<strong>di</strong> un ricordo voluto dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del<br />

Consiglio, quin<strong>di</strong> al <strong>di</strong> là delle parti, ci sia qualcuno che ancora vuole <strong>di</strong>videre, ci<br />

sia qualcuno che ancora dopo 60 anni non ha il coraggio <strong>di</strong> guardare avanti con<br />

serenità, girando la testa <strong>di</strong>etro sulle barbarie, sulle brutture ingiustificabili. Non<br />

ci possono essere giustificazioni per certe barbarie, gli assassini hanno un nome,<br />

sono assassini, siano <strong>di</strong> destra, <strong>di</strong> sinistra o <strong>di</strong> centro, e se all’epoca erano<br />

comunisti si abbia il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che c’è una condanna che la storia ha<br />

consegnato ai posteri, qualcuno e non al servizio <strong>di</strong> un’ideologia, qualcuno al<br />

servizio <strong>di</strong> un suo interesse, qualcuno che la storia ha già bollato come assassino<br />

rimarrà come assassino. E questa Giornata del Ricordo serva a <strong>di</strong>re che non ci<br />

sono attenuanti per gli assassini, quali che sia la parte politica che vogliono<br />

occupare.<br />

Quin<strong>di</strong> Presidente, che <strong>di</strong>rle? Speriamo <strong>di</strong> essere qui l’anno venturo e speriamo<br />

l’anno venturo <strong>di</strong> celebrare questa giornata tutti insieme, smettendola anche <strong>di</strong><br />

fronte a queste cose, a tentare <strong>di</strong> speculare sulle cose, sulle parti per portare un<br />

vantaggio veramente modesto non so a quale causa. “<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Chiude De Gaspari.”<br />

Consigliere De Gaspari: “Sì, riduco all’osso l’intervento, anche perché il <strong>di</strong>battito<br />

è stato lungo e io purtroppo ho una riunione tra un quarto d’ora a Pioltello, devo<br />

assolutamente esserci. Semplicemente ci tenevo ad intervenire per una riflessione<br />

<strong>di</strong> questo tipo, cioè il motivo per cui si fanno le Giornate del Ricordo, per cui si<br />

fanno le commemorazioni. Il motivo non credo che sia né dare a noi l’occasione<br />

<strong>di</strong> fare un’analisi storica né dare motivo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scussione destinata a <strong>di</strong>videre<br />

ulteriormente le persone. Il motivo per cui si fanno le Giornate del Ricordo è una<br />

sacralità che dobbiamo avere la forza e la capacità <strong>di</strong> interiorizzare e che riguarda<br />

momenti specifici delle vicende umane. Vi è un motivo forse ancora più profondo<br />

per cui queste giornate <strong>di</strong> commemorazione hanno nomi così importanti. La<br />

Giornata del Ricordo si celebra una volta l’anno, non la si celebra tutti i giorni.<br />

Perché la Giornata del Ricordo? Forse perché c’è in tutti noi e anche<br />

nell’intenzione <strong>di</strong> chi ha istituito questa ricorrenza, la consapevolezza che certe<br />

trage<strong>di</strong>e sono trage<strong>di</strong>e tipicamente umane, sono trage<strong>di</strong>e verso le quali l’umanità<br />

si incammina a volte inconsapevolmente, verso le quali un’umanità che in perio<strong>di</strong><br />

normali sarebbe assolutamente incapace <strong>di</strong> compiere atti efferati, però la<br />

debolezza del genere umano è proprio questa, cioè <strong>di</strong> lasciarsi vincere dalla<br />

storia, <strong>di</strong> lasciarsi trasportare dalla storia, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> catapultarsi in trage<strong>di</strong>e che<br />

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poco tempo dopo ognuno <strong>di</strong> noi, con la luci<strong>di</strong>tà, la pacatezza, la freddezza anche<br />

<strong>di</strong> una certa lontananza, non può che valutare come trage<strong>di</strong>a.<br />

La storia è sempre manichea, soprattutto è manichea la storia <strong>di</strong> quelle Regioni.<br />

Una storia che non è iniziata con la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, una storia che è<br />

vecchia <strong>di</strong> secoli e una storia dove a ogni passaggio chiunque abbia<br />

nell’occasione regolato i conti ha sempre pensato che fosse l’ultima volta. Così è<br />

stato anche nell’occasione che stiamo commemorando. Ogni occasione nella<br />

quale una piccola parte dell’umanità si trova a dover gestire i destini pensa che<br />

quella è l’ultima volta, e quin<strong>di</strong> forse è anche per questo che le trage<strong>di</strong>e sono così<br />

feroci. Su quella trage<strong>di</strong>a in particolare poi confluirono oggettivamente una serie<br />

<strong>di</strong> coincidenze tragiche, certamente non aiutò negli anni del dopoguerra la<br />

vicenda interna al Movimento Comunista internazionale, la vicenda del ……, una<br />

vicenda per cui all’interno <strong>di</strong> una situazione molto manichea se ne crearono altre.<br />

Non vi era solo la trage<strong>di</strong>a che contrapponeva il popolo italiano agli slavi, ma vi<br />

era la vicenda che contrapponeva comunisti a non comunisti e vi era una piccola<br />

grande trage<strong>di</strong>a che contrapponeva comunisti che facevano parte <strong>di</strong> un blocco a<br />

comunisti che facevano parte <strong>di</strong> un altro blocco. Quin<strong>di</strong> è una vicenda<br />

estremamente intricata, dove tutto ha contribuito alla creazione <strong>di</strong> un qualcosa <strong>di</strong><br />

così immane che la storia può aiutarci a decifrare, può aiutarci se è una storia che<br />

va lontano a farci capire una parte del perché le cose hanno subito quella deriva.<br />

Ma certamente noi con gli occhi e l’animo sereno <strong>di</strong> una politica normale quale la<br />

pratichiamo oggi, sicuramente abbiamo <strong>di</strong>fficoltà a realizzare.<br />

Dapei parlava del dolore <strong>di</strong> chi si trova esule in una terra straniera quando<br />

cambiano le situazioni. Ecco, forse quelle popolazioni hanno subito due esili,<br />

l’esilio <strong>di</strong> venirsene via dalla loro terra e un esilio anche in Patria, in Italia,<br />

quando non furono accolte quelle popolazioni come avrebbero dovute essere<br />

accolte dalla loro nuova Patria. Ma vi fu anche una congiura del silenzio, che non<br />

fu la congiura dei comunisti, fu una congiura dettata da una Realpolitik forse<br />

malintesa, ma da una Realpolitik che aveva coinvolto forse tutta l’Europa. E non<br />

è un caso che il velo su questa trage<strong>di</strong>a si sia potuto sollevare solo dopo la caduta<br />

del Muro <strong>di</strong> Berlino, perché è quella la vicenda che ha dato a tutti quanti la<br />

possibilità <strong>di</strong> guardare a ciò che è successo nel continente europeo ma soprattutto<br />

in quella Regione, con gli occhi finalmente liberi e la possibilità <strong>di</strong> ritrovare il<br />

senso della sacralità, <strong>di</strong> una sacralità che dovrebbe unirci tutti e che è forse<br />

proprio ciò che fa <strong>di</strong>fetto a noi italiani, a <strong>di</strong>fferenza invece <strong>di</strong> altri popoli che su<br />

certe occasioni hanno la capacità e la forza <strong>di</strong> ritrovarsi tutti uniti, mentre noi<br />

abbiamo questa debolezza <strong>di</strong> considerare ogni volta un tema occasione <strong>di</strong> scontro,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>visione.”<br />

Presidente del Consiglio Ortolina: “Bene, avrei preso alcune frasi dette da De<br />

Gaspari proprio come conclusione <strong>di</strong> questa nostra seduta. Il <strong>di</strong>battito io credo<br />

che sia stato affatto inutile, non è stato per nulla superficiale. L’elemento<br />

passionale io lo considero <strong>di</strong> fatto un valore, quin<strong>di</strong> sono contento <strong>di</strong> come<br />

abbiamo concluso i nostri lavori. Ringrazio in ogni caso i gra<strong>di</strong>ti ospiti e ci<br />

ve<strong>di</strong>amo ai futuri prossimi appuntamenti sull’argomento, grazie.”<br />

Dopo<strong>di</strong>ché, alle ore 20.36 del <strong>12</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2008</strong>, il Presidente del Consiglio toglie la<br />

seduta e significa che il Consiglio è convocato per il giorno 21 <strong>febbraio</strong> <strong>2008</strong><br />

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Del che si è redatto il presente verbale che viene come in appresso sottoscritto.<br />

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IL SEGRETARIO GENERALE<br />

(Vincenzo ORTOLINA) (Antonino PRINCIOTTA)<br />

43<br />

IL VICE SEGRETARIO GENERALE<br />

(Liana Bavaro)

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