C.Menta " Qualità biologica dei suoli: il contributo della fauna ... - Arpa
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<strong>Qualità</strong> <strong>biologica</strong> <strong>dei</strong> <strong>suoli</strong>: <strong>il</strong> <strong>contributo</strong> <strong>della</strong><br />
<strong>fauna</strong> edafica<br />
GEO FLUID Piacenza 2008<br />
Dr. Cristina <strong>Menta</strong><br />
Dipartimento di Biologia Evolutiva e<br />
Funzionale, Università di Parma
La parte attiva del suolo forma un “cuore” che viene sostenuto dalla<br />
componente abiotica: <strong>il</strong> suolo è un sistema vivente nel quale le piante<br />
(radici), i microrganismi e la <strong>fauna</strong> interagiscono tra loro e con l’ambiente<br />
abiotico (Verhoef, 2004).<br />
Il suolo è quindi la risultante delle interazioni tra componente abiotica e<br />
biotica in tutte le sue molteplici forme e funzioni.
Il suolo rappresenta la sede che accoglie<br />
una parte ampia <strong>della</strong> biodiversità globale.<br />
La diversità sotto la superficie è<br />
essenziale per la funzionalità<br />
ecosistemica <strong>della</strong> superficie (Copley,<br />
2000).
Adattamento al suolo: un fenomeno evolutivo di convergenza adattativa
COMPONENTE STRUTTURALE<br />
11<br />
1<br />
2<br />
1<br />
Oasi WWF <strong>dei</strong> Ghirardi (Borgotaro, PR) - Querceto<br />
50<br />
Acari<br />
55<br />
2 2221<br />
9<br />
6<br />
Araneidi<br />
Ch<strong>il</strong>opodi<br />
Coleotteri adulti<br />
Coleotteri larve<br />
Collemboli<br />
Dipluri<br />
Ditteri larve<br />
Imenotteri<br />
Isopodi<br />
Pauropodi<br />
Proturi<br />
Sinf<strong>il</strong>i
Tre funzioni chiave <strong>della</strong><br />
<strong>fauna</strong> edafica relative alla<br />
qualità del suolo:<br />
1. Mineralizzazione e<br />
dinamica <strong>della</strong> sostanza<br />
organica.<br />
2. Formazione e<br />
mantenimento <strong>della</strong><br />
struttura del suolo.<br />
3. Supporto e controllo <strong>della</strong><br />
produzione delle piante e<br />
<strong>della</strong> diversità di specie.
Emerge sempre più <strong>il</strong> bisogno di sv<strong>il</strong>uppare<br />
strumenti di valutazione <strong>della</strong> qualità del suolo<br />
sufficientemente attendib<strong>il</strong>i, pratici e ripetib<strong>il</strong>i.<br />
Nella definizione di qualità del suolo<br />
deve essere considerato l’apporto<br />
degli organismi al funzionamento <strong>dei</strong><br />
processi edafici e includere i livelli di<br />
equ<strong>il</strong>ibrio e stab<strong>il</strong>ità.<br />
L’equ<strong>il</strong>ibrio include implicitamente <strong>il</strong><br />
b<strong>il</strong>ancio tra la sintesi e la demolizione<br />
<strong>della</strong> sostanza organica,<br />
l’impedimento dell’accumulo di<br />
materiale organico o <strong>il</strong> suo<br />
esaurimento e <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio tra<br />
incremento e diminuzione delle<br />
specie e quindi la conservazione <strong>della</strong><br />
diversità e delle funzioni ecologiche.<br />
Le vie di quantificazione/monitoraggio del funzionamento del sistema suolo sono (van<br />
Straalen, 2004):<br />
1. Decidere quali processi del suolo sono da ritenersi importanti per la qualità dello stesso.<br />
2. Determinare quali organismi giocano un ruolo chiave in questi processi.<br />
3. Monitorare questi organismi (singoli o le comunità) valutando le dinamiche di popolazione,<br />
sia nello spazio che nel tempo.
La qualità di un suolo può essere definita attraverso un sistema di indicatori di<br />
qualità.<br />
Gli indicatori possono<br />
essere fisici, chimici,<br />
biologici.<br />
La selezione degli<br />
indicatori da impiegare<br />
deve tenere conto dell’uso<br />
del suolo, di modelli di<br />
variazione temporale e<br />
spaziale, delle relazioni<br />
tra funzioni del suolo e<br />
indicatore, <strong>della</strong> misura<br />
<strong>della</strong> sensib<strong>il</strong>ità ai<br />
cambiamenti di gestione<br />
del suolo e <strong>della</strong><br />
ripetib<strong>il</strong>ità e comparab<strong>il</strong>ità<br />
del campionamento e del<br />
programma di<br />
monitoraggio (Verhoef,<br />
2004).
L’idea di base <strong>della</strong> bioindicazione è che la relazione tra i<br />
fattori del suolo e le comunità del suolo può essere stretta:<br />
quando i fattori del suolo influenzano la struttura di comunità,<br />
la struttura di comunità può contenere informazioni relative<br />
alle caratteristiche del suolo.<br />
Le caratteristiche chiave considerate nella valutazione del disturbo del suolo sono:<br />
1. Ricchezza e diversità di specie.<br />
2. Rapporto tra le specie (dominanti e rare).<br />
3. Distribuzione <strong>della</strong> taglia del corpo nelle varie specie.<br />
4. Caratteristiche del ciclo vitale.<br />
5. Classificazione in accordo con le preferenze ecofisiologiche<br />
6. Struttura delle catene trofiche.
Maturity Index (Bongers, 1990) MI<br />
Valutazione delle condizioni di maturità di un<br />
ecosistema basandosi sulla composizione <strong>della</strong><br />
comunità nematologica. L’indice si basa sulla<br />
frequenza relativa di famiglie ad elevato tasso<br />
riproduttivo (colonizzatori), caratterizzate da ciclo<br />
riproduttivo rapido e alta tolleranza agli<br />
inquinanti, e famiglie definite persistenti, con<br />
ciclo vitale più lungo e maggiormente sensib<strong>il</strong>i<br />
alle perturbazioni del sistema.<br />
Colonizzatori e persistenti vengono considerati<br />
come i due estremi di una scala di valori (c-p) <strong>il</strong> cui<br />
range numerico è compreso tra 1 e 5.
• c-p 1: nematodi con generazioni brevi (pochi giorni), che producono numerose uova<br />
e crescono a ritmo esponenziale in condizioni di abbondanza di nutrimento. Tollerano<br />
relativamente bene lo stress da inquinanti e sono in grado di entrare in criptobiosi<br />
(dauerlarvae).<br />
• c-p 2: organismi con brevi tempi di generazione ma non in grado di formare<br />
dauerlarvae.<br />
• c-p 3: con tempi di generazione più lunghi e relativa sensib<strong>il</strong>ità agli inquinanti.<br />
• c-p 4: caratterizzati da lunghi cicli vitali, cuticola permeab<strong>il</strong>e e discreta sensib<strong>il</strong>ità agli<br />
inquinanti.<br />
• c-p 5: nematodi con cicli vitale più lunghi e tasso riproduttivo più basso, producono<br />
poche uova, hanno capacità di spostamento limitata e sono molto sensib<strong>il</strong>i agli inquinanti<br />
e ai fenomeni di disturbo.<br />
Il Maturity Index è calcolato come la media pesata <strong>dei</strong> valori c-p individuali:<br />
n<br />
MI=∑v(i)f(i)<br />
i=1<br />
Dove v(i) è <strong>il</strong> valore c-p <strong>della</strong> famiglia considerata, f(i)è la frequenza relativa <strong>della</strong> stessa nel<br />
campione.<br />
Valore dell’indice vicino a 1 esprime una predominanza di individui colonizzatori e<br />
indicatori di un ambiente poco stab<strong>il</strong>e, valore dell’indice compreso tra 2 e 4 esprime una<br />
maggiore abbondanza di persistenti ed è indice di un sistema tendenzialmente più stab<strong>il</strong>e.
Comunità di lombrichi (Bouché, 1977)<br />
1. Specie epigee: di superficie, pigmentate e non scavatrici.<br />
2. Specie endogee: specie che costruiscono gallerie orizzontali e vivono nella<br />
superficie minerale e nell’orizzonte organico;<br />
3. Specie aneciche: specie che scavano gallerie profonde e tornano in superficie<br />
durante la notte attratte dalla lettiera.<br />
Gli epigei sono meglio rappresentati in <strong>suoli</strong> con accumulo di materiale organico in<br />
superficie, come boschi e prati stab<strong>il</strong>i (elevato turnover, altamente predati, elevato<br />
numero di cocconi).<br />
Gli endogei sono dominanti in prati stab<strong>il</strong>i temperati (numero intermedio di cocconi).<br />
Gli aneci: comuni nei prati (basso numero di cocconi), si alimentano di foglie fresche<br />
sulla superficie o di materiale organico nel suolo quando queste non sono<br />
disponib<strong>il</strong>i.<br />
Le proporzioni di questi tre gruppi forniscono un semplice ma efficace sistema di<br />
indicazione
Gruppo EMI<br />
Proturi 20<br />
Dipluri 20<br />
Collemboli 1-20.<br />
Microcoryphia 10<br />
Zygentomata 10<br />
Dermatteri 1<br />
Ortotteri 1-20.<br />
Embiotteri 10<br />
Blattari 5<br />
Psocotteri 1<br />
Emitteri 1-10.<br />
Tisanotteri 1<br />
Coleotteri 1-20.<br />
Imenotteri 1-5.<br />
Ditteri (larva) 10<br />
Altri olometaboli (larva) 10<br />
Altri olometaboli (adulti) 1<br />
Pseudoscorpioni 20<br />
Palpigradi 20<br />
Op<strong>il</strong>ionidi 10<br />
Araneidi 1-5.<br />
Acari 20<br />
Isopodi 10<br />
Diplopodi 10-20.<br />
Pauropodi 20<br />
Sinf<strong>il</strong>i 20<br />
Ch<strong>il</strong>opodi 10-20.<br />
Q BS<br />
250<br />
200<br />
150<br />
100<br />
50<br />
0<br />
QBS-ar (Parisi et al., 2005): sommatoria<br />
<strong>dei</strong> singoli Indici EcoMorfologici<br />
Plough Sugarbeet Corn Wheat Alfalfa Grassland Wood
BIO-BIO Project<br />
Biodiversity-Bioindication to evaluate so<strong>il</strong> health<br />
European Commission, Joint Research Centre, Institute for Environment and Sustainab<strong>il</strong>ity, Ispra, Italy<br />
•European Commission, Joint Research<br />
Centre, Institute for Environment and<br />
Sustainab<strong>il</strong>ity, Ispra<br />
•Regione Lombardia<br />
•Istituto Sperimentazione per la Nutrizione<br />
delle Piante<br />
•So<strong>il</strong> Sciences Centre, Wageningen<br />
•Brandenburgische Technische<br />
Universität, Germany<br />
•Università di Torino<br />
•Università di Camerino<br />
•Università di Macerata<br />
•Università di M<strong>il</strong>ano- Bicocca<br />
•Justus Liebig University, Germany<br />
•Università di Parma<br />
•Università del Piemonte Orientale<br />
•Université Rennes, France
1) Analisi fisico - chimiche<br />
• Tessitura<br />
•Umidità<br />
•Bulk density<br />
•Ritenzione idrica<br />
•pH<br />
•C, H, N<br />
•Diossine<br />
•Contenuto in metalli pesanti (Al,<br />
As, Cd, Cr, Cu, Hg, Ni, Pb, Zn)<br />
•PCB<br />
2) Indicatori e indici microbici e animali<br />
•Valutazione dell’attività microbica<br />
•Attività respiratoria<br />
•Tetrahymena thermoph<strong>il</strong>a (protozoo c<strong>il</strong>iato)<br />
•Dictyostelium discoideum (ameba)<br />
•Comunità di nematodi (densità e composizione<br />
tassonomica)<br />
•Microartropodi (QBS-c, QBS-ar, test Folsomia candida)<br />
•Eisenia andrei (biomarkers indicatori di stress)<br />
•Comunità di lombrichi
Indicatori<br />
fisici<br />
Buona salute del<br />
suolo<br />
Indicatori chimici<br />
Indicatori<br />
biologici<br />
Grazie per l’attenzione<br />
Per informazioni:<br />
cristina.menta@unipr.it<br />
Tel. 0521-033407