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LO SGUARDO DI ERODOTO SULL'IRA… - scuolantibagno.net

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Secondo le parole stesse di Dostoevskij, in una lettera al critico Katkov:<br />

"Nikolaj Stavrogin è la figura più cupa, tetra, e tragica del romanzo". Questo<br />

personaggio si presenta come un individuo non privo di senso morale, ma egli,<br />

questo senso morale, l’ha voluto soffocare in sé, razionalmente, e<br />

razionalmente dirige tutta la sua forza verso il male, compiendo le più atroci<br />

nefandezze; il fatto è che questa forza potrebbe dirigerla, volendo – perché<br />

ne è cosciente –, verso il bene, ma non è intenzionato a farlo. Quel che manca<br />

a Stavrogin è il sentimento del bene: si compiace intellettualmente di fare il<br />

male e di mettere a disposizione il proprio intelletto a vantaggio di un’attività<br />

distruttrice (l’omicidio, l’attentato, la violenza carnale).<br />

Nikolaj Stavrogin è un nichilista che non ha nulla a che fare con un altro<br />

tipo di nichilista: il personaggio di Bazarov (un uomo "inutile" ma generoso ed<br />

eroico) che abbiamo incontrato, qualche settimana fa, nel romanzo Padri e<br />

figli di Turgenev. Stavrogin è moralmente spregevole proprio perché è una<br />

figura a cui non mancano, oltre alle attraenti caratteristiche esteriori della<br />

ricchezza, della nobiltà, della bellezza e della forza, anche elementi positivi<br />

interiori, come una costante malinconia che rasenta la tristezza e la forza di<br />

umiliarsi con castighi tremendi, vissuti anche con ironia, come il matrimonio<br />

che egli contrae: sapete con chi decide di sposarsi? Andate a leggere il<br />

romanzo e ne proverete meraviglia. Come si prova meraviglia per la lucida<br />

"confessione" che egli fa della più vile delle sue azioni che ha una conseguenza<br />

nefasta: di che azione si tratta? Lo scoprirete leggendo, è utile – nei<br />

confronti di chi non lo avesse ancora letto – non svelare i marchingegni<br />

narrativi di questo romanzo.<br />

E leggendo potrete ancora scoprire che, dietro l’arrogante razionalismo di<br />

Stavrogin, ogni tanto brilla, per un attimo, una scintilla d’umanità; ma<br />

purtroppo, questa scintilla non basta a fargli compiere un atto di nobiltà che<br />

controbilanci le sue turpitudini.<br />

Dostoevskij ha sempre affermato di aver costruito la figura di Stavrogin<br />

"analizzando direttamente" il proprio cuore: questo romanzo ha suscitato<br />

molte polemiche ed è stato chiamato "il libro della grande ira" (La parola "ira"<br />

spicca dell’Età assiale della storia). Leggiamone due pagine.<br />

LEGERE MULTUM….<br />

Fédor Dostoevskij, I demoni (1871)

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