4 - Consiglio Regionale della Basilicata
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Tricarico (Mt): Chiesa di S. Maria del Monte Carmelo, affreschi dei Ferro, 1612-1616<br />
(Foto Antonio Mazzone)<br />
stata liberata dalla peste<br />
13 ; invece del convento<br />
di Melfi sappiamo solo<br />
che risultava incorporato<br />
alla provincia pugliese ed<br />
era sede di noviziato. Esso,<br />
infatti, possedeva una<br />
biblioteca comunitaria,<br />
ricca di testi teologici e filosofici<br />
che dovevano servire<br />
come strumenti di<br />
studio e di lavoro per i<br />
giovani che si avviavano<br />
alla vita religiosa, a differenza<br />
degli altri conventi<br />
quali Atella, Matera e<br />
Montescaglioso dove i religiosi<br />
possedevano solo<br />
pochi libri nelle loro celle,<br />
quali la Bibbia, i Santi Padri,<br />
i breviari e qualche<br />
compendio dell’arte esorcistica<br />
14 . Questi ultimi insediamenti,<br />
insieme a<br />
Maschito e Montepeloso,<br />
si svilupparono più tardi<br />
secondo la ricostruzione<br />
formata da B. Van Luijk,<br />
anche se i dati relativi ad<br />
alcune fondazioni non sono<br />
del tutto attendibili 15 .<br />
Sullo scorcio del Cinquecento<br />
nella zona sud-<br />
orientale vicino alla Calabria<br />
sorsero, poi, alcune<br />
fondazioni <strong>della</strong> nuova<br />
Congregazione agostiniana<br />
Osservante dei Coloriti<br />
fondata nel 1545 da un<br />
prete-eremita Bernardo<br />
Milizia da Rogliano, che<br />
conduceva una vita austera<br />
con alcuni compagni<br />
nell’eremo di Colorito,<br />
vicino a Morano Calabro,<br />
dove si venerava anche<br />
una Madonna sotto questo<br />
titolo.<br />
Infatti negli ambienti<br />
agostiniani agli inizi del<br />
Cinquecento era diffusa<br />
l’esigenza di introdurre la<br />
riforma già avviata in altre<br />
regioni d’Italia per frenare<br />
la decadenza morale e disciplinare<br />
che si era andata<br />
propagando nell’Ordine<br />
e propugnare una osservanza<br />
più rigida <strong>della</strong><br />
regola di S. Agostino. Il<br />
movimento dell’Osservanza<br />
era stato introdotto<br />
in Calabria da Francesco<br />
Marino da Zumpano che<br />
aveva fondato la Congregazione<br />
degli Zumpani,<br />
— 220 —<br />
approvata nel 1509. Essa<br />
ebbe un rapido sviluppo e<br />
a metà Seicento contava<br />
42 conventi, mentre l’altra<br />
Congregazione dei<br />
Coloriti, che si limitava a<br />
solo tre insediamenti in<br />
terra calabra (Morano,<br />
Mormanno e Cassano) si<br />
propagò maggiormente in<br />
<strong>Basilicata</strong> nell’area sudorientale<br />
ai confini con la<br />
stessa Calabria 16 . Infatti,<br />
in queste zone, a metà<br />
Cinquecento sorsero alcuni<br />
insediamenti come ad<br />
Episcopia, Viggianello,<br />
Moliterno, Colobraro,<br />
Chiaromonte, anche se di<br />
tutti non si conosce l’anno<br />
di fondazione.<br />
In particolare sappiamo<br />
che nel 1597 fu eretto a<br />
Viggianello il convento di<br />
S. Maria del Loreto proprio<br />
dal fondatore <strong>della</strong><br />
congregazione, padre Bernardo<br />
da Rogliano, con<br />
l’assenso del vescovo Giulio<br />
Caracciolo ed il beneplacito<br />
del conte <strong>della</strong> Saponara,<br />
Ferrante San Severino<br />
padrone di quella<br />
terra. Sempre a Viggianello<br />
fu costruito nel 1630,<br />
con il favore del vescovo e<br />
del conte, l’altro insediamento<br />
di S. Niccolò “sub<br />
nomine hospitii seu valetudinarii”<br />
per maggiore<br />
comodità dei frati ammalati<br />
di Santa Maria del Loreto.<br />
A Colobraro, invece, la<br />
congregazione di Colorito<br />
si insediò nel 1634, con il<br />
beneplacito del vescovo e<br />
dell’Università, per mantenere<br />
aperta all’esercizio<br />
del culto la chiesa di S.<br />
Maria <strong>della</strong> Neve “di gran<br />
frequenza”.<br />
Anche ad Episcopia il<br />
convento dedicato a S.<br />
Maria <strong>della</strong> Neve fu fondato<br />
nel 1610 con il consenso<br />
del barone Francesco<br />
Antonio <strong>della</strong> Porta e<br />
del vescovo monsignor<br />
Bernardo Giustiniani.<br />
A Chiaromonte, invece,<br />
i frati agostiniani, chiamati<br />
nel 1628 per devozione<br />
dal R.D. Carlo Sanseverino,<br />
ricevettero i beni<br />
dall’Università dal momento<br />
che non vi erano<br />
altri conventi mendicanti<br />
e si stabilì che “in pertetuo”<br />
si celebrasse in quel<br />
convento la messa quotidiana<br />
per l’anima dei benefattori.<br />
Infine, a Moliterno, il<br />
convento di S. Antonio di<br />
Vienna si insediò nel palazzo<br />
di don Giovanni<br />
Battista Galleotto, canonico<br />
regolare di S. Antonio<br />
di Vienna <strong>della</strong> terra<br />
di Moliterno. 17<br />
Pertanto anche le fondazioni<br />
agostiniane <strong>della</strong><br />
Congregazione di Colorito<br />
sorsero, come era avvenuto<br />
per i primi insediamenti<br />
agostiniani, grazie<br />
al favore delle Università<br />
o dei signori locali per far<br />
fronte alla mancanza di<br />
assistenza spirituale da