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I cognomi milanesi, sotto l'aspetto demografico e linguistico (1957 ...

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I <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong>, <strong>sotto</strong> l’aspetto <strong>demografico</strong> e<br />

<strong>linguistico</strong> (<strong>1957</strong>)<br />

Dante Olivieri<br />

Premesse<br />

Le osservazioni che intendo raccogliere qui intorno<br />

ai <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> furono oggetto, in buona parte, di<br />

una mia Relazione fatta, durante l’anno 1955, al<br />

Sodalizio Glottologico Milanese, di cui è presidente il<br />

prof. Vittore Pisani. Esse sono informate agli stessi<br />

criteri che ho seguito, per esempio, nel mio studio sui<br />

Cognomi delle Venezia Euganea. Perciò: voglio<br />

cominciare col riconoscere io stesso che, <strong>sotto</strong> il<br />

rispetto storico e <strong>linguistico</strong>, sarebbe molto più<br />

fecondo di risultati precisi e sicuri considerare i<br />

<strong>cognomi</strong>, uno per uno, od anche in gruppo, al<br />

momento della loro prima apparizione, per seguirli poi<br />

nelle loro alterazioni e nel loro vagabondaggio da uno<br />

ad altro paese.<br />

Da questo non si deve dedurre tuttavia che non<br />

giovino alla scienza anche i tentativi che ancora oggi<br />

si possono proseguire secondo un metodo inverso:<br />

cioè con lo scopo di ricondurre, il meglio possibile,<br />

anche vaste raccolte di <strong>cognomi</strong> alla loro origine:<br />

illuminando, sia pure di scorcio, la loro storia col<br />

ricorso a quanto già si conosce sull’onomastica del<br />

medio evo, ed a tutte le deduzioni che si possono


trarre dal loro aspetto, dalla loro conformazione, e<br />

dalla comparazione con altri <strong>cognomi</strong>. È questo il<br />

metodo che finora hanno seguito tanti studiosi: quali,<br />

in Italia, Giovanni Flechia e Francesco Zambaldi, e<br />

poi il Bianchi: ultimo forse (a tacere di G. D. Serra,<br />

che dei <strong>cognomi</strong> si occupò solo indirettamente, chi ora<br />

si intrattiene qui su questo argomento.<br />

A me, dunque, è piaciuto merrermi ancora una volta<br />

dinanzi agli occfhi un lungo elenco di congomi, per<br />

ricercarne l’etimologia; rassegnandomi al destino di<br />

dovere con ciò rinunziare a spiegar interamenbte la<br />

storia di ciascuno di essi: còmpito che rimane sempre<br />

libero a chi possa o voglia fare di più 1.<br />

1 Un valente ricercatore della storia dei nomi di persona toscani,<br />

specialmente del sec. XIII, il dott. Olof Brattö, dell’Università di<br />

Göteborg, nel ricordare, nell’introduzione del suo lavoro principali<br />

(Studi di Antroponimia fiorentina, il Libro di Montaperti; a. 1260; Göteborg<br />

1953: cui seguirono Nuovi strudi, ecc., e il Liber Extimationum, in<br />

Romanica Gothoburgensia, Stockholm e Göteborg, 1955, ‘56), i<br />

contributi dei suoi predecessori, sembrava rimproverasse anche a me<br />

questo «modo di procedere».<br />

Ma a me pare opportuno fare qui l’osservazione principale: che altro è<br />

studiare dei nomi di persona, altro è lavorare sui <strong>cognomi</strong>. Usando il<br />

metodo suo, il Brattö sa mettere in giusta evidenza, ad esempio<br />

riguardo al nome persona Jacobus, l’importanza di stabilire i rapporti<br />

che questa forma del nome può avere con le forme varianti: Jacopus,<br />

Jacominus, Ciapus, Coppus, Lapus, ecc., attestate dai documenti fiorentini<br />

di cui egli si occupa: con che gli trova il modo di chiarire anche i<br />

rapporti tra le forme di quel nome attuale, come Giacobbe e Giàcomo,<br />

nonchè, indirettamente, coi <strong>cognomi</strong> derivàtine: Giacchi, Giàcomi,<br />

Zacchi e Lapi. Ma se io, occupandomi di questi <strong>cognomi</strong> nel mio studio<br />

sui Cognomi Euganei, mi limitavo a notare che Giacchin, Giaccón, ecc.,<br />

ricorrevano nel Veneto accanto a Giacometti, Cometto, Comussi, ed anche<br />

a Camolli, Chiminello, nonchè a Zacchello, so di non avere per quanto<br />

mancato in nulla agli obblighi che mi spettavano. Quel<br />

raggruppamento da me fatto, per quanto sommario, era non solo


I <strong>cognomi</strong>, che ho voluto esaminare, sono quelli di<br />

Milano, nell’anno 1954. Anche questo argomento<br />

specifico non era per me del tutto nuovo, perché lo<br />

avevo almeno sfiorato, già più di 25 anni or sono,<br />

ponendo a profitto una Guida commerciale (la Guida<br />

Savallo). Per allora, però il solo frutto che ne ricavai<br />

fu un breve articolo di poche pagine (Indicazioni<br />

Geografiche di Cognomi Milanesi), che apparve<br />

nell’Annuario del Liceo Scientif. V. Veneto, per<br />

l’anno 1926-7, pubblicato a Milano nel 1927.<br />

I <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> che mi dava quella Guida erano<br />

circa 12000: corrispondenti, rispetto alla popolazione<br />

cittadina di allora (circa 800.000) a circa 1,5% Invece<br />

la Guida Telefonica di Milano, dell’anno 1954,<br />

presenta ben circa 200.000 nominativi di cittadini<br />

<strong>milanesi</strong>: che, su abitanti cresciuti a circa 1.300.000,<br />

rappresentano più del 15%. Per di più questi 200.000<br />

nominativi pare possa rendere l’immagine di più di un<br />

giustificato, ma anche assai utile a stabilire che quei <strong>cognomi</strong> sono fra<br />

loro congiunti da una certa parentela storica, che altri avrebbero<br />

potuto più tardi determinare più esattamente.<br />

Dallo spoglio di <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> che ho compiuto ora, si rileva che, a<br />

Milano, in questi gruppo di <strong>cognomi</strong> prevalgono di gran lunga i<br />

Giacomelli, -ometti, -omini (circa 125, secondo la Guida di cui dirò):<br />

seguono una ventiva fra Giaccobe, -obbi, e derivati; altrettanti sono i<br />

Giacchi, Giaccóni (con una decina di Giacón, Giacòni). Più di un centinaio<br />

– perchè più conformi al dialetto – sono i Zacchetti, con Zacchi, Zacconi,<br />

Zaccolo. Pochissimi i Jacopetti, Jacoponi; unico un Jacovone.<br />

Della restante bibliografia, mi limito a richiamare qui: B[I]ONGIOVANNI<br />

A., Nomi e <strong>cognomi</strong>, Torino 1940; ALESSIO GIOV., Saggio di topon.<br />

calabrese, Firenze, 1939; SERRA G.D., Per la storia del cogn. ital.,<br />

Dacoromania, 1924-25, e Contributo topon. alla teoria, ecc. Cluj 1925. I<br />

miei «Cognomi della Venezia Euganea» sono parte del 6º volume della<br />

Bibliot. dell’Archivum Romanicum, 1924.


terzo dell’intera popolazione. Va anche tenuto conto<br />

del fatto che la Guida Telefonica, redatta con grande<br />

accuratezza tipografica, riflette, con particolare<br />

garanzia di esattezza, i <strong>cognomi</strong> quali sono voluti dai<br />

rispettivi abbonati.<br />

Aggiungerò qualche elemento di confronto storico.<br />

La popolazione di Milano, al tempo di Bonvesin de la<br />

Riva (fine sec. XIII), era di abitanti 200.000. Dopo<br />

variazioni molteplici, al tempo di Napoleone re<br />

d’Italia, era discesa a 127.000; crebbe a 190.000 verso<br />

il 1844, nel 1892 a 421.000). Oggi, rispetto all’anno<br />

1901, Milano si è raddoppiata (Roma, addirittura<br />

quadruplicata). Basti aver detto per riconoscree che la<br />

popolazione di Milano deve la massima parte del suo<br />

accrescimento ad immigrazione dal di fuori.<br />

Graduatoria numerica fra i <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong>.<br />

Per quanto riguarda la frequenza relativa dei vari<br />

<strong>cognomi</strong>, si può formare una graduatoria. Il cognome<br />

più frequente a Milano sembra essere: Colombo: che<br />

nella Guida conta ben 1400 nominativi: che giungono<br />

a 1550 (ben 0,78%!) con l’aggiunta di 150 Colombi e<br />

Colombini. Come mai ebbe tanta fortuna il cognome<br />

(e prima il nome) Colombo a Milano? Non so darne<br />

una ragione molto plausibile: ricordo solo che il<br />

compianto prof. Alessandro Colombo, che tante cose<br />

sapeva della storia di Milano, mi soleva dire che,<br />

secondo lui, il nome Colombo doveva la sua grande<br />

voga a Milano, per la facilità che si aveva un tempo di


assegnare questo come cognome ai trovatelli od ai<br />

figli illegittimi 2.<br />

Il secondo posto nella graduatoria tocca al cognome<br />

Rossi (circa 1350): il quale, se gli si aggiungano tutti i<br />

De Rossi, i Rossetti (200), i Rossini e Rossoni, nonchè<br />

i meridionali Russo, Russi, Lo Russo (160),<br />

supererebbero addirittura lo stesso Colombo,<br />

raggiungendo la cifra di 1830.<br />

Viene terzo: Bianchi (con Bianco, 1115); seguono:<br />

Ferrari (con Ferrario, e Ferraris, 1350); e poi il<br />

primo dei <strong>cognomi</strong> patrionimici (o geografici, di cui<br />

dirò tra poco), che è Brambilla (640: ma c’è anche<br />

qualche Brambillone, e Brambillaschi). In numero di<br />

600 figurano i Galli o Gallo (più un centinaio di<br />

Gallotti); circa 450 i Beretta, con Beretti, Bezettini<br />

ecc; Sono 470 i Sala (cognome che direi anche esso<br />

«patrionimico», in quanto dipenda da Sala, nome di<br />

parecchi luoghi anche lombardi); altrettanti i Pozzi ed<br />

2 Sono ben lieto che mi venga in aiuto qui la competenza, e grande<br />

cortesia, del prof. C. C. Secchi, che mi suggerisce questa spiegazione,<br />

che credo del tutto soddisfacente: «La vera ragione del nome Coiombo<br />

dato ai trovatelli va cercata in ciò, che l’ospizio dei trovatelli (di Santa<br />

Caterina della Ruota, come si chiamava a Milano) faceva parte del<br />

complesso ospitaliero sforzesco, cioè di quell’Ospedale Maggiore, il cui<br />

simbolo è la «colomba». Anche oggi gli Infermieri dell’Ospedale<br />

Maggiore vengono chiamati in gergo, e nei documenti interni, colombit,<br />

e portano sulla giacca una colomba. Anche lo stendardo dell’Ospedale<br />

porta come emblema la colomba».<br />

È chiaro che il cognome Colombo non ha sempre l’origine ora detta. Molti<br />

Colombo, ed in ispecie quelli non originari di Milano, avranno nel loro<br />

cognome il continuatore di Colombo, soprannome di persona, o nome<br />

di Battesimo (allusivo a virtù di purità e mansuetudine). Così è del<br />

cognome meridionale Palumbo, e del nome ebraico Jona, di cui è<br />

tradizione il cognome isrealita Colombo.


i Negri (con Negroni e Negro). Poco men numerosi i<br />

Fumagalli (cognome la cui origine mi è alquanto<br />

oscura: mi pare certo solamente che viene da un<br />

soprannome) ed i Fontana (con Fontanella,<br />

Fontanesi). Circa 400 sarebbero i Ricci e Rizzi<br />

(toscani, o dell’Italia media, i primi, settentrionali i<br />

secondi), più una settantina di Rizzo. A poco più di<br />

300 ammontano i Grassi e Grasso, i Monti, i Sacchi e<br />

Sacco (con 110 fra Sacchetti, Sacchini, Sacconi); si<br />

avvicinano a 400 i Redaelli, se uniti ai Radaelli.<br />

Succedono ancora: Riva, Pèrego, Maggi, Belloni,<br />

Mauri, Tagliabue, Vitali, Galimberti, Pellegrini, Tosi,<br />

Migliavacca: tutti superiori a 200. Stanno poco più<br />

giù: Crespi, Vismara, Re, con le forme più «dotte»<br />

(De Regibus, De Regis); Santagostino e Santambrogio<br />

(curiosamente vicini in graduatoria); e Grossi,<br />

Rusconi, Volpi, Ratti, Ventura {ben 290 coi Venturi e<br />

Venturini); a parte i 25 Turolla ed i 10 Turetta, ecc;<br />

Stanno sopra i 120 i Moro (230 con Mori e De Mori),<br />

i Curti, i De Vecchi, i Verga, i Ruggeri, i Vaccari. Gli<br />

altri <strong>cognomi</strong>, meno numerosi, ci asteniamo dal<br />

riferirli.<br />

Cognomi dipendenti dalla tradizione etpica<br />

(carolingia o brettone).<br />

Alcuni di questi <strong>cognomi</strong> ripetono nomi di luoghi o<br />

paesi: Compostella (15); Chiaramonte (10), -monti<br />

(4). (Il Brattö riconduce a Chiaramontese il nome<br />

personale fiorentino Montese: di qui il cogn. anche


milanese Montesi, con 4 nominativi). Seguono:<br />

Pampaloni o -one, ed un Ronsisvalle.<br />

Da nomi di cavalieri, ecc.: Dainese (4): forse<br />

tutt’uno con Danese, -esini, ben più frequente (30);<br />

Desingrini ed Esengrini (3); da Esengrino, dei ciclo<br />

animalesco; Galassi e Galasso (una cinquantina),<br />

Gallarino o Gallerani (6: ma c’è un paese, in prov. di<br />

Cremona, Gallarano); Gaiani (una trentina), con<br />

Galliani (65), Galiani, Galleani (15: ma accanto a<br />

Galliano, n. pers. epico, può concorrere il n. loc.,<br />

comasco: Galliano); Macabruni [sic] (14); Mariani e<br />

-ano (14); Maganza (20), Marsigli (2), Merlini (80);<br />

Morgante (5);, Olivieri (60: vi possono andare<br />

aggiunti i 25 Olivieri, gli 11 Oliviero, ed i 7 Oliverio:<br />

se questi non dipendono tutti, od in parte, dal lat.<br />

olivarium «olivo». Ben 180 sono gli Orlandi (più 65<br />

tra Orlando ed Orlandini; e 54 fra Rolandi e Rolando:<br />

il Bongiovanni dava questa forma come prevalente nel<br />

solo Piemonte); 80 i Rinaldi, cui si accodano vari<br />

Rinaldo, Rinaldis, Rinoldo, e Renoldi; 70 i Parisi, con<br />

l’aggiunta di vari Parise, Parisse, Parizzi, Parisio,<br />

Parisini, Pari<strong>sotto</strong>, e De Paris (ma faranno tutt’uno<br />

con questi anche i 14 Parigi). Più numerosi di tutti<br />

(170) i Ruggeri o Ruggieri (-iero), con alcuni De<br />

Ruggiero, Ruggieri. Ricordo anche 25 Zerbini, e 5<br />

Percivalle, -alli, con 8 Percivaldi, ed alcuni Princi- e<br />

Prinzivalli. A parte va registrato Brigliadoro (4).<br />

Cognomi da nomi di mestiere o simili.


I <strong>cognomi</strong> di questa categoria si presterebbero a<br />

tentare qualche ricerca sulle denominazioni delle varie<br />

arti nelle varie regioni d’Italia, dalle quali provengono<br />

i relativi <strong>cognomi</strong>. Per fare un esempio, dicono fosse<br />

la stessa cosa le denominazioni di fabbro e di ferraro,<br />

a cui risalgono i <strong>cognomi</strong> Fabbri e Ferrari? La<br />

distinzione dei due <strong>cognomi</strong> dipende dalla differente<br />

località di origine, oppure da un divario fra i<br />

significati delle due designazioni? Ma, non essendo<br />

mio proposito di trattare qui di tali problemi, sorvolerò<br />

su di essi. Mi contenterò di accennare, per Milano, che<br />

i suoi <strong>cognomi</strong> non rendono tutte le varietà dei<br />

mestieri che vi furono praticati in passato. A tal segno,<br />

che non vi si trovano rappresentati alcuni nomi, che<br />

pure furono tanto vivi, da averne lasciato traccia nel<br />

nome di alcune vie: tali: Armorari (oggi a Milano,<br />

solo i <strong>cognomi</strong> Armari, ed Armaroli; in tutto 8);<br />

Borsinari: credo dicano altra cosa i <strong>cognomi</strong> Borsari<br />

(10) e Borserini (2); Fustagnari, Pennacchiari,<br />

Speronari. Rappresentano ancora, invece, l’arte dei<br />

patàri, pochi Patè, con Pattarini, Pattarelli; esistono<br />

anche vari Cappellari, Spadari (i tredici Spadaro<br />

bverranno da fuori, come un isolato Spadèr, ed<br />

almeno sette Spatàro (cfr., in proposito, i miei<br />

Cognomi Euganei, e Brattö, alla v. Spadarius).<br />

Dirò ora qualcosa intorno ad alcune categorie di<br />

<strong>cognomi</strong> di questa specie.<br />

L’arte dei caligarii ha dato, a Milano, un centinaio<br />

fra Callegari (o Cale-), e Calegarini o Calegaris (o<br />

Caligaris), e una decina di Caligara: forse


provengono tutti da altra città (Verona?) i pochi<br />

Caliari. Si ricordi che l’ant. tosc. galigaio valeva<br />

«conciatore di pelli» (v. Monaci, Crestom.). Si hanno<br />

poi 25 Calzolari (due Calzolai).<br />

Di fronte a vari Cantatore, figurano, a Milano, una<br />

decina fra Cantore (o -ori) e Cantoro.<br />

L’arte dei carrarii ha dato circa 45 fra Carraro, -<br />

arini, -aroli; una trentina fra Carrèri, Carrèr, e<br />

Carriero, -ieri, -irolo. Ci osno anche alcuni Carrè.<br />

Dipenderanno invece dal lat. carraria «via per carri» i<br />

55 fra Carrera e Carriera.<br />

Risalgono a casarius «caciaio» i <strong>milanesi</strong> Casàri<br />

(14), Caséri, -erini (18), nonchè Casieri e Casiroli<br />

(una cinquantina).<br />

Dall’arte dei fabri: più di 150 tra Fabbri, Fabbro, -<br />

oni, e Dal Fabbro o Del Fabbro: pare accennino ad<br />

origine veneta i circa 60 Fàvero, Fàvaro (o, al plur.,<br />

Fàveri, -ari), oltre ad una ventina di Favèrio, ed a vari<br />

Faverato, Del Fàvero; ed ai derivati: Favaretto, -<br />

arolo, -aròn, -arotta.<br />

Ben più numerosi sono i Ferrari (940), più quasi<br />

500 tra Ferrario, -aro, -arini, -arón, -aris; ed ancora<br />

35 Ferrèri e Ferrieri: in forma più caratteristica<br />

lombarda: 28 Ferrè, 35 Farè [ma Ferè] ed alcuni Farè<br />

e Fareri.<br />

Figurano inoltre: 45 Cavallari, con 25 Cavallaro, e<br />

24 Cestari.<br />

Si hanno una ventina di muratores: i più nella forma<br />

Muratori o -ore o -orio; con tre Muradore. Ma ci sono


anche dei murariiò 22 fra Murari, Muràro, Murèr e<br />

Muré.<br />

Da pellacane «conciapelli»: 5 Pellacani.<br />

L’arte della pesca è rappresentata da 22 fra<br />

Pescatori, -ore e Pescadòr; ma si hanno anche 14<br />

Pescarolo (ven. piscaroli, v. i miei Cognomi, 95), ed<br />

un Pescanti (v. ib.); ed inoltre, in forma ant.<br />

lombarda: 8 Pescò ed un Pescù. Di Pesatori ne ho 18:<br />

verranno dal Veneto i 3 Pesarin.<br />

Sono più di 180: a Milano, i Sartori (o -orio, -oris, e<br />

Sartorelli), e 5 i Sertòrio: certo alterazione<br />

ingannevole dello stesso cognome. Dal nominativo<br />

sartor: circa 50 fra Sarti e Sarto.<br />

Accennano all’arte dei tessitori: 40 Testori o -ore<br />

(vale «setaiolo», v. i miei Cognomi, 95); 30 Tessèra<br />

(l’arte contava molte «tessitrici»); oltre ad una<br />

quindicina tra Tessàri, Tessèr, Tessarotto, Tessarolo, -<br />

ariol. Il cognome Tescari, che nei miei Cognomi<br />

avevo ben ricondotto al tescarius degli antichi statuti<br />

vincentini, figura anche in alcuni nominativi <strong>milanesi</strong>.<br />

Alcuni <strong>cognomi</strong> con la terminazione -òia.<br />

A parte altre osservazioni di natura dialettologica,<br />

che riservo per poco più avanti, dirò ora che mi pare<br />

meritino un’attenzione speciale un certo numero di<br />

<strong>cognomi</strong>, terminanti in -òia, che mi sembrano più<br />

frequenti a Milano che altrove. Ho registrati i<br />

seguenti: Bertoia (in numero di 7: cfr. Bertoglio, con<br />

25 nominativi, ed alcuni Bertolli e Bertolaia: questi in


numero di 15); Bidoia, con 6 nominativi (cfr. alcuni<br />

Bidoglio e Bidoglia; li accosterei al cogn. friulano<br />

Bidin «Bernardino»); Franzoia (3 nominativi: ne<br />

registrai uno anche a Padova, v. Cognomi, 130);<br />

Martinoia (5: cfr. 35 Martinoli); Minoia ben 35: forse<br />

da connettere con cogn. Min, da Meneghin, v.<br />

Cognomi?); Mingoia (3: certo da Mingo, per<br />

Domenico); Verdoia (pochi nomin.). Mentre questi<br />

<strong>cognomi</strong> mostrano chiaramente di essere derivati da<br />

nomi di persone, ci lasciano incerti un raro Pelloia (da<br />

Jacopello?) ed un pure raro Pedoia che pure può<br />

provenire da un nome di persona, poichè va certo<br />

collegato con vari Pedòl, Pedoli, Pedetti, Pedini, e<br />

Peduzzi (forse da nomignoli allusivi a «piede»?):<br />

nonchè un Frascoia: che ha riscontro in alcuni<br />

Frascolla e altre Frascòli o Frascolli.<br />

In questi <strong>cognomi</strong> è fa escludere, direi in modo<br />

assoluto, che si possano vedere dei derivati di forma<br />

latina in -oria, giusta l’esempio del toscano Pistoia dal<br />

latino Pistoria (onde forse il cogn. Scialoia, in quanto<br />

corrisponde a Celoria: «acialoria» per «aratro»).<br />

Perchè, a parte il fatto che la scomparsa della<br />

consonante r nella finale -oria non sarebbe possibile,<br />

in Lombardia, salvochè forse per il territorio di Busto<br />

Arsizio, dove già il Salvioni (Fonetica Milanese, pag.<br />

189) notava un manea per “maniera» e portea per<br />

«portiera» (o «callaia»)?, mi pare che gli -oia di<br />

Bertoia, Bidoia, Pedoia siano fatti rivelare come<br />

equivalenti a Bertoglia, Bidoglia, Pedoglia dalla<br />

coesistenta appunto di queste varianti dello stesso


cognome: anche Frascoia lo vediamo rincalzato da<br />

Frascoli e Frascolla. Se dunque questi <strong>cognomi</strong><br />

equivalgono a dei derivari in -olia, io direi che i nessi<br />

siano da vedere o dei «matronimici», da maschili in -<br />

olio (dal suff. lat. -òlus, forse attraverso il plurale -<br />

oli?); oppure (ma meno probabilmente) delle forme di<br />

<strong>cognomi</strong> «collettivi», varianti dei molti <strong>cognomi</strong> in -<br />

alia di cui si è occupato assai bene il Serra nei suoi<br />

Contributi alla storia dei Comuni Rurali, ecc. (pag.<br />

82). Di questo tipo il Serra registrava: Basaglia,<br />

Bertaggia, Bertinaggia, Bertinaglia, Blessaglia,<br />

Brandaglia, Chinaglia, Frisaia, Martinaglia,<br />

Messedaglia, Resinaglia (a Milano, solo Basaglia,<br />

Bertaggia e Chinaglia).<br />

I <strong>cognomi</strong> in quanto rivelatori della loro<br />

provenienza.<br />

Il linguistica, almeno in molti casi, dovrebbe saper<br />

riconoscere la provenienza di un cognome dalla forma<br />

dialettale in cui si presenta. Non pochi <strong>cognomi</strong>, in<br />

quanto dedotti da appellativi, ossia da soprannomi,<br />

non sono altro che voci particolare di certi dialetti, e<br />

molti altri recano, nella loro formazione o nella loro<br />

fonetica, indizi, spesso sicuri, delle rispettive origini<br />

dialettali.<br />

A me non è stato possibile, però, di propormi un<br />

compito così gravoso; e, per dirne qualcosa, mi accade<br />

di dovermi rifare semplicemnte, con poche aggiunte e


migliorie, a quanto ne ho esposto nel già ricordato<br />

articolo di tanti anni or sono.<br />

Come allora avvertivo, si sottraggono alla<br />

possibilità di essere ascritti a questa o quella parte<br />

d’Italia <strong>cognomi</strong> pure frequentissimi, quali: Grossi e<br />

Grassi, Piccoli e Grandi, Gobbi e Bassi, Rossi e<br />

Negri, o Bianchi, Verdi, Vecchi, Nobili, Scolari,<br />

Soldati, Speziali, Sarti, Tagliabue, Tagliazucchi (cui<br />

aggiungerei Tagliacarne, Tagliapietra, Tagliasacchi,<br />

per i circa 40 Tagliaferri farà grave concorrenza alla<br />

derivazione da un nome di mestiere, il nome Taillefer<br />

dell’epoca carolingia). Altri <strong>cognomi</strong> danno in<br />

proposito indicazioni molto generiche: in quanto<br />

estensibili, per esempio, a tutta l’Italia settentrionale;<br />

tali: Tosi e Bisi, Bulli e Gnocchi, Braga e Beolchi,<br />

Longhi (cfr. con Lunghi), Rizzi (cfr. con Ricci),<br />

Carnevali e Carlassare (cfr. con Carnasciali o<br />

Carlevaro).<br />

Ma possono invece venire attribuiti senz’altro alla<br />

Lombardia: Bagatti (lomb. bagatt «ciarliero»);<br />

Biàdego (lomb. biadeg «nipote»; Banderiali o Bandi-<br />

(lomb. «portatore di bandiera»); Barisòn (4 nominat.:<br />

a Milano vale «carrettonaio»; Casè («caciaio»);<br />

Cavalè («cavalaio»); Farè, Farrè, Ferè, di cui già si è<br />

detto; Masnò («macinatore», altrove Masnari,<br />

Masneri); Merzàgora o Marza- (16 nomin.: lomb.<br />

marsagol «merciaiolo», v. Salvioni, op. cit., 43: forse<br />

anche i Masciadri, con 20 nomin., dicono<br />

«merciadri?»); Patè (lomb. «rigattiere»: se n’è già<br />

parlato): Resegotti (9 nomin.: vale «segatori»);


Reggiori (14 nomin.: vale «massari»); Volonté (50<br />

nomin., con altri 40 fra Volonteri, -teri, -tieri: da<br />

volontarius, che sarebbe stato già nome augurale,<br />

secondo il Brattö). Ma si potrebbe continuare,<br />

ascrivendo alla Lombardia: Prevosti, Basla con<br />

Baslini (cfr. lomb. basla «ciotola»; Bacchiocchi<br />

(lomb. baciocch «bambolino»); Bagaini (lomb. bagài<br />

«frugolo»); Tapella (lomb. «chiacchierone]; Pampuri<br />

e Pampurini (una ventina; lomb. pampür «pane<br />

scusso», v. la mia Top. Lomb., p. 409); Banfi (circa<br />

150, compresi alcuni Banfo: credo plurali di un banfa,<br />

epiteto tratto dal verbo banfà «ansare». Lombardi<br />

sono ancora: Cornaggia, Brasca, Brega, Dordi,<br />

Galbarini, Foppa, Folci, Vegetti o Veggetti (33, con<br />

alcuni Veggia e Veggiotti), Gialdi e Gialdini («gialli»,<br />

Pincoroli, Rògora, -orini, Balossi e Balossini,<br />

Segurini, Cigada, Ciocca, Mascherpa (in numero di<br />

ben 60); Pescò (di cui si è già detto; Sesini (lomb.<br />

sesìn «mezzo soldo»); Olcelli (a. lomb. olcèll<br />

«uccello»); nonchè i ben 200 Migliavacca: in cui<br />

credo sia da vedere nient’altro che un’alterazione,<br />

forse a scopo di nobilitamento (del resto, cfr. il nome<br />

loc. lomb. Missaglia, da Massaglia), del cognome<br />

Maiavacca (sinonomi di «magnavacca»), di cui si ha<br />

pure almeno un esempio, a Milano. Mi pare accenni<br />

alla Lombardia anche il cognome Piccaluga (con 25<br />

nominativi): sinonimo di «becca» o «pilucca l’uva»; la<br />

cui variante piemontese Pittaluga (piem. pità per<br />

picà) ha pure vari rappresentanti fra i <strong>cognomi</strong><br />

<strong>milanesi</strong>. Quanto ai numerosi Prina (85 nomi), ml


pare che siano da riportare non al lomb. prina «brina»,<br />

ma piuttosto dalla forma lomb. Prìn per Perìn (dal lat.<br />

Petrus).<br />

Può bastare la l intervoc. rotacizzata per rivelare il<br />

lombardismo anche dei molti Puricelli (50 nomin.:<br />

mil. pùres «pulce»), e nei vari Parazzoli (per<br />

Palazzoli), e Nicòra, Nicorini (cfr. un Nicorolus, n.<br />

pers. milan., a. 1385). Lo stesso si può dire dei (75)<br />

Parravicini (per Pala-, cioè Pela-vicino); ma possono<br />

dipendere anche dal n. di luogo Parravicino, presso<br />

Erba), e di Vismara (ben, 180 nomin. a Milano), che<br />

riflette il Vincimala dell’a. 1225 (rivelato dal Ratti, nel<br />

suo noto studio sui nomi <strong>milanesi</strong>); e corrisponde, per<br />

la forma, al cogn. Trovamala, rappresentato, a Milano,<br />

da 4 nominativi. Con pera-, per pela-, si hanno anche:<br />

Perabò («pelabue»), Peregalli, Pirogalli («pelagalli»).<br />

Fra i <strong>cognomi</strong> indiziati di piemontesismo venga<br />

ricordata quyi la serie di quelli che contengono -aud-<br />

per -ald- o -auk- per -alk-: Baudo, Baudini (10),<br />

Beràudo; Arnàudo (e Arnaud); Einàudi; Ghibàudi; -<br />

àudini [sic] (8); pochi Rinàudo, di fronte agli 80<br />

Rinaldi; e Bauchiero: cognome da ravvicinare al<br />

vicent. Sbalchiero, che nel Cognomi ho riportatato<br />

giustamente al Balcaire o Beaucaire delle Canzone di<br />

Gesta, francesi. Forse è cognome geografico<br />

meirdionale il cognome Perrone (25, a Miloano), che<br />

già facevo derivato dal piemontese pron o prùn<br />

«scoiattolo». Forse va spiegato dal piemontese nech<br />

«mesto» o dal genovese neco «cattivo» il cogn.<br />

milanese (60 nom.) Necchi.


Emiliani sono, come credo: Usuelli (20, con alcuni<br />

Uzièl, -elli; cfr. emil. usuèl, lomb. usadèl «utensile»; e<br />

Sichirollo (5) «fabbricante di secchie»; nonché<br />

Gabuzzi e Gabusi (una diecina): cfr. emil. gabùs<br />

«verza».<br />

Tralascio di riportare gli esempii, che già avevo<br />

registrati, di <strong>cognomi</strong> di foggia veneta, o toscana, o<br />

meridionale ed insulare. Ricordo solo, come dovuta a<br />

falsa presunzione di esoticità, la grafia del cognome<br />

De Mohr, che non è altro che un veneto-trentino De<br />

Mor. Notavo già l’errata pronuncia chje si vuol dare a<br />

<strong>cognomi</strong> quali Murèr, e Sògaro, per Sogàro (cfr. il<br />

ben noto Sàlgari per Salgàri). Analoghi errori si<br />

commettono ancora pronunciano, ad es.: Strìngher,<br />

Rènier, Zìppel, per Stringhèr, Renièr, Zippèl 3.<br />

3 Mi pare opportuno di non lasciarmi sfuggire l’occasione per riprodurre<br />

qui, benchè in nota, ma sempre in sede più appropriata, e con poche<br />

modificazioni, alcune delle altre annotazioni, etimologiche e storiche,<br />

che nel mio vecchio aeticolo avevo collocato verso la, fine. Riguardano<br />

alcuni <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> particolare.<br />

– Anfossi (una ventina, compresi alocuni Lanfossi e 2 Anfusso). Tale<br />

cognome ci dà la riprova che Anfosso per Alfonso fu vivo in poassato,<br />

anche in Lombardia.<br />

– Archinti (dodici), ed Archenti (una decina). Il Giulini (IV, 268) afferma<br />

che una volta erano detti Alchendi o Archindi. Comunque, risaliranno al<br />

nome pers. Archinto: anche se è da considerare leggenda quanto ne<br />

dice il Moriggia (Historia, cap. III), e ripete il Calvi (p. 132) che così si<br />

chiamasse un figlio di Romualdo, duca di Benevento. Ignoro poi se tale<br />

nome sia di origine greca (Jaquinto), oppure germanica (un Ara-kind?).<br />

– Artóni (10; con 3 Artòm); dal n. person. Artonus, che il Gabotto (Storia<br />

dell’It. Occid., II, 608) rilevò sui documenti come forma secondaria di<br />

Dertonus (tratto dal n. della città di Tortona, latin. Dertona).<br />

– Balzàri, Balzarotti (150). Dal n. pers. Balzarrus, attestato nel 1388 (cfr. il<br />

Balzarino, condottiero di G. G. Visconti). S”identifica col Baldassarre: cfr.<br />

piemont. Baussàro.


– Bignamini, e Bignami (questo viene dal primo); un’ottantina, a Milano.<br />

Viene dal nome israelita Beniamino.<br />

– Biffi,(106 nomin.)[.] Il cognome De Biffis si troverebbe già in un doc.<br />

dell’a. 992 (v. il mio Diz. di Topon. Lomb., p 106). Secondo il Giulini (II,<br />

437) appartenne a questa famiglia, nel sec. XI, un Ambrogio, detto<br />

Biffus. Che si tratti di un soprannome, derivato da quella voce long.<br />

wiffa, anche nel senso di «proprietà delimitata», donde il verbo it.<br />

biffare (v. il mio Dizion. Etimologico Ital., a p. 82)? Impossibile ammettere<br />

col Giulini, che lo trovava nella cronaca di Landolfo il Vecchio, che il<br />

nome di Biffus (o Biffarius) fosse stato dato a quell’Ambrogio «perché<br />

era dotto così nella lingua latina come nella greca».<br />

– Boltraffio (o Beltraffio): cognome che non pare sopravvissutto a Milano,<br />

ma che fu proprio del celebre pittore, nato a Milano nel 1467. Trovo un<br />

Adobatus Bultraffius, o Butraffus, ricordato nel sec. XII. Difficile però<br />

spiegare queso nome: forse da un composto, come «butta raffo»?<br />

– Dedè (18) certamente dal lat. Deus -dedit. Secondo il Giulini (III, 304),<br />

sarebbe venuto da un Varadeo (quasi dunque «guarda-Dio»?) il<br />

cognome Varè (a Milano, 5): che però non mi pare di poter separate da<br />

quello di Varedo, luogo del Milanese.<br />

– Dominioni (con Dominione, una dozzina). Va ricondotto ad un Dominione,<br />

per Domenicone; analogamente a Rustioni (25), da Rusticone (con un<br />

nomin., a Milano).<br />

– Dompè (a Miano, 6): corrisponde a Dompieri, da Dominus Petrus. Al<br />

doppione ora detto corrispondono parecchie altri: Albè, accanto ad<br />

Alberio, Bertè (8), allato a Bertieri, Bolgè (7), di fronte a Bolgeri (3), Bramè<br />

(6), Bramieri (2); Brunè-Brunero, Frigè (9), Frigerio: di questi ben 239, v.<br />

Cognomi; Frè (5), Freri (12); Barbè (5), Barbieri (80); Cavalè (3), Cavalieri<br />

(ben 65); Casè (4), Caserio (8); Fusè (11), Fuseri; Volontè (50), Volonteri (8);<br />

Uggè (40), Uggeri (25). Qui le forme in è sono schiette <strong>milanesi</strong> o<br />

lombarde, le altre, o ricostruire, o venute dal di fuori.<br />

– Dubini (65): cfr. un n. pers. Adobinus, attestato nel 1338. Purchè non<br />

dipendano da Dubino, n. di paese, Sondrio.<br />

– Fumèi (due soli): non è altro che Thomaeus: cfr. Fomeus, n. pers. in Ratti (a<br />

1240), e v. Cognomi, p. 152. Il Giulini (II, 260) riferisce che la chiesa<br />

milanese di S. Tomaso era detta di San Fumè. Dallo stesso nome anche i<br />

cogn. milan. Fumelli, Fumiati.<br />

– Maviglia (a Milano, solo 4): dal n. pers. Amabilia.<br />

– Ultrocchi (3): forse riflette il n. german. Altroch (donde fors’anche<br />

altrove, Alterocca). Per il cogn. Galtrucco (6), non so che supporre un n.<br />

pers. (no attestato) Waltrock; escluderei però la derivazione da<br />

Gualtiero, proposta dl Bongioanni (p. 128).


I <strong>cognomi</strong> geografici (o patrionimici).<br />

a) Un articolo di Olinto Marinelli.<br />

Quelli, fra i <strong>cognomi</strong>, che possono più<br />

comodamente orientare verso il loro luogo quello<br />

d’origine sono, evidentemente, quelli chge dicono<br />

appunto, da sè medesimi, il luogo di dove proveniva la<br />

famiglia, nel momento in cui se ne formò, o preparò,<br />

il cognome. I <strong>cognomi</strong> di tale specie (in parte in forma<br />

di «aggettivi patrionimici», in parte no), credo che sia<br />

stato il primo il prof. Olinto Marinelli a chiamarli<br />

«<strong>cognomi</strong> geografici»; e, in mancanza di meglio, li<br />

designeremo così anche noi. Essi sono dappertutto, e<br />

sono stati già in passato, più o meno frequenti; ma<br />

forse più che altrove in Lombardia, ed anzi a Milano;<br />

da quando questa città, appunto verso il sec; XI e XII,<br />

cominci: a richiamare a sé l’immigrazione di famiglie,<br />

– Oriboni (lma con ben 75 Riboni): dal n. pers. Orabonus, noto a Milano dal<br />

1266 (v. Ratti): nome inverso di Bonora. Così pare che Orombelli (a<br />

Milano 3; il n. pers. Orombellus, Horembella, è attestato a Milano dal<br />

secolo XIII; a Milano esiste anche, con 7 nomin., il cogn. Rambelli) faccia<br />

riscontro a Bellora, ecc.<br />

– Parini (a Milano 75, con 14 Parrini). Il nome pers. Parrus (da Gasparus) è<br />

attestato a Milano dall’anno 1388 (v. Calvi, 386). Il poeta Parini ebbe fra<br />

gli ascendenti un Gasparino, detto Parino.<br />

– Provasi [(]18), Provasini (2); dal n. pers. Provaso, da Protasius.<br />

– Resmini (16), Rusmini (14): cfr. un Arasminus nel 1388: pari ad Erasm-.<br />

– Serbolonghi (un solo nom.): non è, come già credevo, composto di ser-<br />

(senior); ma dipende, come seppi dal sig. Carlo Poma, di Biella, che fu<br />

benemerito cultore di questi studi, dal n. di un luogo, Sorbolongo (fraz.<br />

di S. Ippolito, Pesaro).


specialmente dal territorio circostante: la cui<br />

provenienza dal di fuori costituiva, per i <strong>milanesi</strong> di<br />

allora, la caratteristica pimù importante. Il geografo<br />

ora nominato, O. Marinelli, raccontò nell’articolo,<br />

intitolato appunto «Cognomi Geografici» (in Vie<br />

d’Italia, del maggio 1921), come gli fosse accaduto di<br />

fermare la sua attenzione, così per passare il tempo,<br />

sull’elenco di <strong>cognomi</strong> che figurava inquella che<br />

allora si diceva la Guida Savallo. Scorrendo questo<br />

elenco di <strong>cognomi</strong>, sfilavano, com’egli diceva, «anche<br />

le cento citté del Bel Paese, e decine e decine di<br />

castelli di borghi minori, ed anche di piccole località,<br />

ed altresì non poche delle regioni storiche, o<br />

tradizionali, d’Italia, e persino di qualcuno degli stati e<br />

dei popoli stranieri». Confrontati, più tardi, questi<br />

<strong>cognomi</strong> (e quelli di altre città d’Italia) con l’Indice<br />

della carta del Touring Club Italiano, il Marinelli<br />

stese, in quell’articolo, un breve rapporto dei risultanti<br />

più interessanti a cui era pervenuto, limitatamente alle<br />

città di Milano, Firenze e Roma; Una parte dello<br />

spazio fu dedicata ad otto cartine geografiche. Nella è<br />

prima è rappresentato il territorio tra Novara e<br />

Bergamo: e vi sono indicate, una per una, le località<br />

«che diedero luogo alla formazione di <strong>cognomi</strong><br />

<strong>milanesi</strong>»; qui si delinea, secondo il Marinelli, «la<br />

regione subalpina che meglio contribuì a formare la<br />

grande Milano del Medioevo». Delle altre sette<br />

cartine, tre vogliono rappresentare, su altrettante<br />

piccole carte d’Italia, il «diverso contributo dato dalle<br />

varie parti d’Italia alla formazione di <strong>cognomi</strong>


geografici <strong>milanesi</strong>#, e, rispettivamente, fiorentini, e<br />

romani; una dà un’idea della distribuzione<br />

degl’Israeliti in Italia[na] (argomento, si capisce,<br />

appena delibato in quest’articolo). Le tre cartine<br />

rimanenti vogliono invece render conto del rapporto,<br />

sempre rispetto alle tre dette città, in cui stavano, sulla<br />

base del «Censimento dell’anno 1911, gli abitanti nati<br />

a Milano, Firenze e Roma, in cofnronto delle perosne<br />

immigrate. Così risultava riconoscibili, graficamente,<br />

le diverse proporzioni (che vanno dall’uno al cento<br />

per mille), secondo cui le diverse regioni d’Italia<br />

avevano contribuito, nel corso di una generazione, a<br />

formare la popolazione di Milano, Firenze, Roma.<br />

Benchè a me sembri che avrebbero servito meglio al<br />

bisogno delle tabelle statistiche, dalla cartina per<br />

Milano aveva fornito oltre il 30 per cento dei <strong>cognomi</strong><br />

geografici; fra il 20 ed i[l] 30 il territorio comasco,<br />

lodigiano, piacentino, ecc.; il resto dell’Italia<br />

settentrionale, dal 10 al 20; le altre parti d’Italia<br />

sempre meno. Il Marinelli ne concludeva che, anche<br />

dal oslo esame dei <strong>cognomi</strong> suddetti, «Milano non<br />

sarebbe stata, nè sarebbe, Milano, senza il Comasco e<br />

la Brianza ed il Vare<strong>sotto</strong> e l’altra pianura». Anche<br />

secondo i dati del censimento 1911, secondo il<br />

Marinelli, [«]i cittadini non nati a Milano erano in<br />

forte proporzione comprovinciali, o almeno di<br />

Lombardia».<br />

In Firenze il Marinelli notava un numero più scarso<br />

di «<strong>cognomi</strong> geografici»: e lo spiegava per il fatto che<br />

la gente che affluì a Firenze, probabilmente più tardi


che a Milano, portava con sé il proprio cognome. E<br />

solo la Toscana, con parte dell’Umbria e delle<br />

Marche, dava dei contributi valutabili dal 10 al 30 per<br />

cento.<br />

Anche Roma, secondo il Marinelli, appariva dai<br />

<strong>cognomi</strong> di questa specie, con grande prevalenza<br />

«nutrita d’uomini» più che altro dal Lazio e dalla<br />

province marchigiani dialettalmente affini:<br />

cominciavano però già a manifestarsi notevoli apporti,<br />

fino d’allora, in ispecie dal Piemonte e dalla Calabria<br />

e Sardegna, come effetto naturale dell’accentramento<br />

burocratico della Capitale.<br />

b) Il mio articolo dell’anno 1927 su<br />

quest’argomento.<br />

È curioso che, sei o sette anni dopo il Marinelli,<br />

dall’esame della stessa Guida Savallo che aveva<br />

provocato l’articolo del valente geografo, fui portato<br />

anch’io, senz’aver saputo nulla di quanto egli aveva<br />

scritto nelle Vie d’Italia, a considerare i «<strong>cognomi</strong><br />

geografici» della città di Milano. Il mio interesse<br />

verso di questi era determinato, naturalmente, dallo<br />

studio che avevo fatto, di recente, intorno ai<br />

«Cognomi delle Venezia Euganea», e da quello, che<br />

sto iniziando, per il Dizionario di Toponomastica<br />

Lombarda.<br />

Accade dunque anche a me di notare la singolare<br />

frequenza, a Milano, dei <strong>cognomi</strong> di questa specie,<br />

istituendo anzi una specie di graduatoria numerica fra


di essi. Il nome di luogo più prolifico di <strong>cognomi</strong><br />

<strong>milanesi</strong> mi risultava essere quello di Brambilla (o<br />

Brembilla o Brambillaschi): di cui la citata fonte mi<br />

dava 90 nominatrivi; seguivano 60 fra Milanesi e<br />

Milano (di questi ultimi però si poteva dubitare<br />

fossero stati assegnati anche per pure ragioni affettive,<br />

come in tanto altri casi analoghi (es. Bergamo,<br />

Treviso, Bologna, ecc.); e poi 50 Lombardi; quindi,<br />

frammisti a molti Cremonesi o Cremona, Pavesi o<br />

Pavia, Bergamaschi o Bergamo, Bresciani, o, più<br />

dialettalmente, i Bersani o Bressàn, i Viganò, i<br />

Locatelli, i Giussani, i Mariani (tutti «geografici»?),<br />

Sala, Pèrrego, Longoni, Rivolta, Biraghi, ecc. Poi<br />

continuavo, come già ho detto più sopra, con gli<br />

apporti di altre regioni e con avvertenze di cui ho già<br />

detto sopra.<br />

c) I <strong>cognomi</strong> geografici desunti dalla Guida del<br />

1954.<br />

Sulla Guida Telefonica del 1954 figurano, come ho<br />

detto, 200.000 nominativi, circa otto volte dunque i<br />

12.000 del 1921 e del 1927. Ma la propozione dei<br />

<strong>cognomi</strong> geografici lombardi, rispetto al totale della<br />

stessa categoria, è notevolmente aumentata. Dissi già<br />

che dalla cartina del Marinelli si ricavava che i<br />

<strong>cognomi</strong> allusivi a paesi di Lombardia potevano<br />

essere valutati a circa il 20, o, al massimo, il 30 del<br />

percento del totale. Invece, stando all’elenco della<br />

Guida del 1954, su un totale di <strong>cognomi</strong> geografici di


circa 28.000 (ma non sempre è facile, e neppure<br />

possibile determinare, per ogni cognome, se deriva o<br />

no da un nome di luogo), i <strong>cognomi</strong> provenienti da<br />

nomi di paesi lombardi sarebbero saliti a ben 20.000,<br />

o 23.000: il che vuol dire che in questi trent’anni i<br />

<strong>cognomi</strong> geografici lombardi avrebbero raggiunto la<br />

propozione dell’82 per cento. L’assorbimento di<br />

popolazione dai paesi vicini sarebbe divenuto sempre<br />

più notevole: anche in confronto di quanto era già<br />

avvenuto anteriormente. perché non ha gran peso, per<br />

limitare la portata di questo indizio dei «<strong>cognomi</strong><br />

geografici», il fatto che essi rappresentano appena il<br />

12,5 per cento siul totale: perché è quasi certo che i<br />

dati risultanti dal complesso dei <strong>cognomi</strong> geografici<br />

sarebbe in sostanza confermato da quelli, che si<br />

potrebbero dedurre anche dagli elementi dialettoloici a<br />

cui abbiamo di sopra accennato.<br />

d) Osservazioni linguistici sui <strong>cognomi</strong> in discorso.<br />

È un fatto, come accennavo più sopra, che in certi<br />

casi non è possibile distinguere i <strong>cognomi</strong><br />

«geografici» dagli altri.Qualche volta essi sono<br />

alquanto mascherati. Ad esempio, il cognome<br />

Galbussèra: che io credo variante di Gambussèra (c’è<br />

anche questo, come cognome): che varebbe dunque<br />

«cavolaia» (milan. gambùs). C’è Redaelli o Radaelli,<br />

che dev’essere inteso come composto di Re-da-Ello, a<br />

designare un ramo della famiglia Re, distinto dagli<br />

altri (De Regibus), per essere venuti da Ello, un luogo


in Brianza. Così non è per sé stesso evidente che<br />

Brentegani (4 nomin. a Milano) sia qual è in effetto<br />

nome «patrionimico» da Brentònico, paese trentino; e<br />

altrettanto Reitano o Riggitano o Raitano, che<br />

sappiamo dall’Alessio essere aggettivo indicante<br />

l’origine, da Reggio di Calabria; come Sciacchitano<br />

«da Sciacca», e Palmigiano o Palmisano: «da Palmi».<br />

In certi <strong>cognomi</strong> si notano oscillazioni interessanti<br />

fra trascrizioni popolari e letterarie: queste talora<br />

latinizzate anche con la terminazione in -is. A Milano,<br />

il cogn. Vèrtua, di fronte a Vèrtova, rappresenta la<br />

forma più popolare: si veda anche il cognome<br />

Vertuani o Virtuani, che è il patrionimico<br />

corrispondente. Di fronte al nome locale Gazzaniga<br />

sta il cognome, italianizzato, Cazzaniga (200 nomin.).<br />

In luogo del n. loc. Barzizza si ha il cognome<br />

Bargiggia, o Barigigia (60 nomin.); in luogo di<br />

Bellagio, i cogn. Bellasio, Bellasi; al nome della Val<br />

Greghentino corrisponde il cognome Gargantini, o<br />

Garghentini; e credo non sia altro che un’alterazione<br />

di Rovescali (cognome, da Rovescala, luogo Pavese) il<br />

cognome Rescalli o Rescali (a Milano 20).<br />

Similmente: Valenzasca, di fronte al n. loc.<br />

Vallanzasca; e, con alterazione più notevole,<br />

Valtolina, Voltolini, Oltolini, di contro al nome della<br />

Valtellina. Ancora si notino: Berinzaghi da<br />

Bellinzago, e pochi Lampignani, in confronti dei molti<br />

Lampugnani (790); e Montrasio (13), di fronte a<br />

Moltrasio (15); Piontelli, di contro a Pioltelli;<br />

Maierna (23), di fronte a Maverna (probabilm. dal


nome locale Maderno, oppure da Magherno?); nonchè<br />

Usnaghi, parallelo ad Osnaghi, e Noberaschi, dal n.<br />

loc. Noverasco (fraz. di Opera). E la forma giusta:<br />

Cassamagnago ha per competitori alcuni<br />

Cacciamagnago e Caccamognaga.<br />

Il cognome Andenna, Landena (una ventina) mi<br />

pare provenga dal nome di Endenna (frazione di<br />

Zogno); ed alcuni Donni (7) risultano dalla fusione<br />

della preposizione de col n. loc. Onno; Lindù (2) lo<br />

direi dipendente dal n. loc. Induno. In certi casi, il<br />

cognome sembra invece correggere il nome di luogo;<br />

così avviene per Airaghi (una cinquantina) che<br />

riproducono la forma più genuine del n. loc. Dairago.<br />

Spesso si hanno tracce evidenti dell’oscillazione<br />

subita da certi nomi locali lombardiu fra desinenze in -<br />

ago e desinenze in -ate. Così è di Anzaghi (20) e<br />

Inzaghi (30), che hanno di fronte, non solo un<br />

Linzaghi, ma anche alcuni Inzadi (8): sempre dal n.<br />

loc. Inzago; così di Casiraghi (110 a Milano); che, se<br />

questa forma, riflette esattamete il n. loc. Casirago, ha<br />

in un cognome Casirati (3) (se questo non riflette il n.<br />

loc. bergam. Casirate), una forma concorrente, o<br />

concomitante. Il cognome Bartesaghi o -ezzaghi rende<br />

la forma più esatta del nome loc. Bartesate; e il n. loc.<br />

Gavirate può apparire rettificato dal cogn. Gaviraghi<br />

(14, di fronte però ai 15 Gavirati). Notevole, fra tutti,<br />

mi sembra il cogn. Salmoiraghi (20), in cui già il<br />

Flechia ebbe il merito di intuire un derivato del n. loc.<br />

varesino: Sumirago, del quale infatti ho dato per<br />

forme corrispondenti (v. Dizion. Topon. Lomb.):


Samoriacus (a. 807) e Salmorago (sec. XIII). Il cogn.<br />

Ciminaghi (18) rende la forma più distesa del n. loc.<br />

Ciminago. Dal n. loc. Agrate dipende forse il<br />

cognome milanese Dagrada o Da Grada, con<br />

Dagradi e Da Gradi (in tutto 24). Da un n. loc., da<br />

tempo scomparso, Subinago (v. Diz. Top. Lomb.,<br />

520), si ebbe il cogn. Subinaghi. In modo analogo a<br />

casi or ora veduti: Camnasio (14) è forse tutt’uno col<br />

n. loc. Camnago, o con Camnasco, di Como; e vanno<br />

ricondotti a Cedrasco, n. loc. milanese, insieme con<br />

alcuni Cedraschi, anche alcuni Cedrati; come non<br />

solo da Caverzasi (6), ma anche da Caverzaghi e<br />

Caverzaschi (in tutto 5) è reso il n. loc. Caversaccio<br />

(Como). Per la stessa ragione potremo infine<br />

ravvicinare il cogn. Luraschi (ben 50 nomin. a<br />

Milano) al cogn. Luraghi 15): che dipende dal n. loc.<br />

comasco: Lurago.<br />

Va compreso fra i <strong>cognomi</strong> geografici (meno<br />

appariscenti!) anche il cognome milanese Cerabolini<br />

(con Ceribulini e Cirabolini, ne figurano sedici nella<br />

Guida); poichè credo di aver avuto ragione di<br />

indicarne come base (già nel mio articolo del 1927)<br />

quell’aggettivo cerabolìn, che il Cherubini dava come<br />

voce usata a Milano, a designare, un tempo,<br />

l’almanacco del «Pescatore di Chiaravalle». Sicchè<br />

quel cognome non vorrà dire altro che «il<br />

Chiaravallino».<br />

Un certo numero di <strong>cognomi</strong> traggono origine anche<br />

da nomi di fiumi: anch’essi per alludere certo alla<br />

provenienza della famiglia. Lasciando da parte


Séveso, che, oltrechè nome di fiume, è anche nome di<br />

paese (una cinquantina di Séveso, a Milano; il<br />

cognome è attestato fin dal sec. XIII), ricordo qui:<br />

D’Adda (30), Dall’Olio o Daolio o Dall’Oglio, o<br />

Oglio (in tutto più di 50); Mella (30), Lambri (12); più<br />

alcuni Lambrini, Lambrocchi; e 3 Lambrugo); Sèsia, e<br />

Valsèsia; Bòrmida (3). Forse dal nome del Po: Da Po<br />

(uno solo); e da quello del Taro (nella carte med.<br />

anche Tarone): Taroni (14). Forse dal nome del<br />

Ticino: Tesìni (una decina: cfr. però il trent. tesìn a<br />

designare «abitante della Val Tesìno»).<br />

Distribuzione regionale dei <strong>cognomi</strong> geografici.<br />

Fra i <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> figurano alcuni Italia ed<br />

Italiani (una dozzina). Non so dire nulla sul perchè di<br />

questo cognome: forse dovuto a nomi di persona?<br />

La mia rassegna regionale comincerà naturalmente<br />

dalla Lombardia. Ripetono nomi di luoghi, spesso<br />

importanti, della Lombardia anche alcuni dei casati<br />

nobiliari, come Agrati, Appiani, Arconati, Belgioioso,<br />

Càrcano, Melzi, ecc., passati talvolta anche alla<br />

borghesia: come dimostravano certo, per esempio,<br />

quei nomi figuranti nelle insegne di Milano, che<br />

recarono sopresa ad Onorato Balzac, perchè erano<br />

anche i <strong>cognomi</strong> «dei gran signori, che gli davano<br />

pranzo e palchetto al teatro» (v. C. Cantù, Aless.<br />

Manzoni, «Reminiscenze», II, 94).<br />

Che molti <strong>cognomi</strong> <strong>milanesi</strong> di questa natura<br />

abbiano origini remote, lo provano esempi ben noti:


icorderò appena: Ariberto «de loco Intimiano» (anno<br />

1034; dal nome di una frazione di Capiago, Como);<br />

Uguccione «da Lodi»; Alberto «da Giussano»; Pietro<br />

«da Besgapè o Barsegapè»; Bonvesin «de la Riva»<br />

(che diceva di sè «che sta in borgo Legnan»);<br />

Stefanardo «da Vimercate» (il cronista compreso negli<br />

Scriptores del Muratori); Paolo «da Cannobio»;<br />

Giovanni «da Milano»; nonchè i magistri Antelami (di<br />

Vall’Intelvi), i Comacini, ed i Campionesi. (Del resto<br />

ogni parte d’Italia è ricca di nomi storici di questa<br />

specie, egualmente antichi).<br />

Diamo luogo ora alla enumerazione dei <strong>cognomi</strong>, da<br />

nomi locali di Lombardia. Il nome più frequente di<br />

tutti è, ancora adesso, Brambilla (coi pochi derivati<br />

già ricordati): che fornisce ben 650 nominativi alla<br />

Guida (0,32% del totale dei <strong>cognomi</strong> «dalla<br />

Lombardia»; erano, come ho detto, 90 nella Guida<br />

Savallo). Vengono poi, secondo una graduatoria che<br />

non corrisponde in tutto a quella di tre decenni or<br />

sono: Mariani (480: tutti da Mariano Comense?);<br />

Viganò e Locatelli (circa 340); stanno sopra ai 200:<br />

Pèrego, Lombardi (con -ardini, -rdelli, Lombardo);<br />

Milani (tutti da Milano città?; a parte 135 Milanesi[)]<br />

e Galbiati; poco men numerosi i Castiglioni (dei quali<br />

parecchi verranno da luoghi, pur detti Castiglione, ma<br />

estranei alla Lombardia); e così i Piròvano, i Longoni,<br />

i Gandini, i Nava, i Casati; ed ancora: Giussani,<br />

Bergamaschi, Molteni, Pavesi (con 9 Pavese e 3<br />

Pavèsio); Pessina, Cerri, Fossati. Sotto al numero 50<br />

stanno gli Annoni, i Magnaghi, i Cremonesi (con 8


Cremonese, e 45 Cremona), i Garavaglia (dal n. loc.<br />

ticinese); i Gerosa ed i Consonni. Si aggirano sui<br />

cento, o un po’meno: Biraghi, Valsecchi, Mandelli,<br />

Casiraghi, Crippa, Mapelli, Vergani, Gorla, Brioschi,<br />

Cella, Sironi, Brivio, Rancati, Ceriani, Meda, Trezzi,<br />

Besana, Bestetti, Càrcano, Corbetta, Dossèna, Erba,<br />

Oggioni, Rovéda, Rovelli, Romano, Turati. La sfilata<br />

non si esaurirebbe senza che io avessi nominato forse<br />

altri 200 paesi di Lombardia.<br />

Dalle venezia (col Trentino, la Venezia Giulia, ecc.)<br />

dipendono circa 1200 <strong>cognomi</strong> geografici <strong>milanesi</strong>.<br />

Prevalgono per numero: quasi 200 fra Veronesi e -ese<br />

(alcuni Veronelli); vengono poi circa 70 fra Padovani<br />

e Padoàn; di fronte a un’ottantina di Pavàn, Pavani, -<br />

anato, -anello, -anini, ecc., ed a tre (curiosi) Patavini,<br />

nonchè qualche Pavìn, Pavinato, e vari Pàdova e Di<br />

Pàdova. Sèguono circa 75 fra Trevisàn e Trevisani; ai<br />

quali si possono aggiungere 15 Trevisi, Trevisìni,<br />

Trevisiòl; e Trevissòi; i quali però sembrano risalire<br />

piuttosto a nomi di persona, richiamantisi a Treviso<br />

per ragione di affetto. Si hanno inoltre: circa 75 fra<br />

Vicentini, Visentìn, -ini e Visintìn (di questi, 14; con<br />

un, intedescato, Visintainer) e 48 fra Trentin[i], e<br />

Trentìn: con 6 Trento e 2 Trentinaglia. I Veneziani (o<br />

-iano) sono circa 30.<br />

Una ventina sono i Furlàn, ed altrettanti i Furlani:<br />

più di dieci i Furlanetto; dieci anche i Feltrìn, con<br />

vari Feltrinelli: scarsamente rappresentati: Rovigo con<br />

Rovigatti, Polesnàn e Polesenàn, e Cenedése.


Il Piemonte dà circa 850 <strong>cognomi</strong>. Ma, mentre<br />

Torino non figura che con un solo nominativo, 60<br />

<strong>cognomi</strong> dà Asti; 50 ne dà Paròdi (Lìgure, ma in prov.<br />

di Alessandria); 45 Barengo di Novara (cogn.<br />

Barenghi); Novara, se si contano anche i Novarini ed<br />

i Novarési, -ese, -esio, ne fornisce più di settanta.<br />

Abbiamo inoltre: 45 Savoia, più alcuni Savoini,<br />

Savoino e Savoiardo; 20 Spairani o Speirano, da<br />

Spairano, fraz. di S. Maurizio Torinese; 19 fra<br />

Canavese e -avèsio, -evìsio; e 14 Chivasso.<br />

Ma sono una settantina, tutti’insieme i Vercelli,<br />

Vercelloni, -ellati, -ellesi, Vercellotti e Vercellis.<br />

La Liguria figura in circa 160 <strong>cognomi</strong> (poichè mi<br />

pare da escludere accenni a provenienza da Verzi, di<br />

Genova, il cognome Vercesi, portato a Milano da<br />

almeno 85 nominativi: forse affine al ven. Verci<br />

«guerci»?).<br />

Più copiosi i <strong>cognomi</strong> dall’Emilia e Romagna: totale<br />

circa mille. Fra essi 87 Reggiani e -anini (più 15<br />

Reggio, alcuni forme meridionali); 70 Ravegnani, o -<br />

agnani, o -agnàno od anche Ravenna; 103 i<br />

Piacentini; a parte dieci Piacenza e 2 Piacenza [sic];<br />

106 i Ferrara, -resi, -rese (con un Ferrarato?); 100 i<br />

Parmigiani od -esani o Parma; altrettanti i Bolognesi<br />

(compresi 35 Bologna ed altrettanti Bologni o<br />

Bolognini; ma si veda quanto ho detto a proposito di<br />

Trevisi, -isiòl, ecc.); cinquanta i Modena, più 10<br />

Modenési ed -ése; e 3 Modonesi; una quindicina fra<br />

Forlì, Forlè (anche Forleo?) e Forlivesi.


Dalla Toscana, circa 400 <strong>cognomi</strong>: 130 i Toscani, -<br />

ano, -anini; compresi 30 Toschi, e 6 Tosco; quasi<br />

settanta i Fiorentini, -ino (con 3 Firenze ed un Della<br />

Fiorentina[)]; dubbi 9 Fiorenza; un centinaio fra<br />

Pisani e Pisano, Pisa e Di Pisa; 18 i Pratesi; pochi i<br />

Sanesi (con 10 Siena).<br />

Dal Lazio, Umbria e Marche non ho più di 350<br />

<strong>cognomi</strong>, a tener qualche conto dei molti Romano,<br />

Romani e Romanelli, -anoni, dei quali però buona<br />

parte sarà da riportare od al nome di San Romano, od<br />

ai noli locali Romano, di Milano, Bergamo e Treviso.<br />

Seguono: 40 tra Sinigaglia e Senigaglia, -alia,<br />

Zenegaglia (anche Senigaltesi); 35 tra Camerini e<br />

Camerini: 25 Norsa (da Norcia); 25 Ancona (con un<br />

D’Ancona); 18 Terni; 17 fra Perugini, Perugia e -<br />

uggia; 12 Ascoli; 14 Arpino ed Arpini; 14 Cimino, più<br />

2 Cimmino; 13 Aquino o D’Aquino; una decina fra<br />

Marchesàn, -esani e -eggiani. È ben chiaro che di<br />

questi <strong>cognomi</strong> una buona parte sono propri di<br />

famiglie israelite; ma qui noi non possiamo istituire<br />

una ricerca speciale su questo argomento.<br />

Dall’Abruzzo, con la Campania, Molise, Basilicata,<br />

ho contato circa 360 <strong>cognomi</strong>: 50 fra Napoli, De e Di<br />

Napoli, e Napole- o Napolitano; 40 Salerno o -erni;<br />

30 Capuani, -ano, -ana; quattro Benevento, -enti: ma<br />

una ventina di Bonivento, più alcuni Beneventani o<br />

Breventani (che fu la forma medievale di questo<br />

patrionimico). Vengono poi: Di Venosa (14), Aquila,<br />

con D’Aquila, Dell’Aquila ed Aquilano (13). Circa<br />

dieci nomin. hanno La Cava e Cava; Scalese e Scalisi


(per Ascolese: da Ascoli Satriano?); ed anche Nocera,<br />

Gaeta e Matera. Forse spetta qui, se è dal nome di<br />

luogo Perrone, fraz. di Casamicciola o da altro<br />

omonimo merid., il cognome Perrone o Perroni (una<br />

trentina).<br />

Dalla Puglia, e Calabria ci vengono altri 560<br />

<strong>cognomi</strong>, ripartiti in piccole quote. Una sessantina<br />

sono i Calabrese e -esi (con un Gallavresi): compresi<br />

alcuni Calabria e Calabrò (questo, pronunciato con<br />

accento greco). Circa 40 i Pugliese o -esi o Puglisi:<br />

compresi Di Puglia e Puglia; altrettanti i Tarantini o -<br />

ino, con alcuni Tàranto e Di o De Taranto; 40 i Gioia,<br />

con De o Di Gioia, La Gioia; 10 i Riggitano,<br />

Reiatano, Raitano (v. sopra); circa 20 i Mola con Di o<br />

De Mola; i Molfetta, con Di o De Molfetta; ed anche i<br />

Dàvoli (dal nome del comune catanzarese). Poco men<br />

numerosi i Consetino, -tina o Cosenza; i Bari, o Di<br />

Bari, Barisani; i Terlizzi o Di Terlizzi; i Troia (o<br />

Troya; con De o Di Troya, e Troise, Troisi); nonchè<br />

Corato (con De-; ed anche Dicorato), e Modugno o Di<br />

Modugno (lo stesso: Medugno?). Circa dieci <strong>cognomi</strong><br />

ciascuna danno poi: Cellammare, Bitetto (con Di<br />

Bitetto e Bitetti); Trani (con Di Trani); Lecce (con Di<br />

Lecce e Leccese); Barletta, Altamura, Minervino,<br />

Paola (con Di e De Paola); Rutigliano, Nicòtera (con<br />

Nicotra e De Nicòtera); Spinazzola e Crotone (che dà<br />

il cognome Cotronèo; -onèi; anche Cutrone e<br />

Cutronèi).<br />

Anche minori quote hanno: Conversano, Di Bitonto,<br />

Squillace, Murgia (con Murgi e Murgese), Gravina;


Giovinazzi e Di Giovinazzo; Catanzaro, Stignani,<br />

Ugenti, Turi (e Di Turi), Brìndesi; Arcolèo[;] La<br />

Mantìa; Bivona, Di Maglie, Casamassima, Placànica.<br />

Un Grantagliano mi fa pensare ad un originario<br />

Grottaliano (da Grottaglie; cfr., a Bari, il cogn.<br />

Graveglione, per grabilione?). Ci sono anche pochi<br />

Molfese e Molfino (da Melfi), e due Stillitano (da<br />

Stilo, v. ALESSIO, «Toponom. Calabr.», 397).<br />

Di <strong>cognomi</strong> dalla Sicilia ne avrei circa 200. Segnalo<br />

una decina di Siciliani o -iano (non avranno a far nulla<br />

con i Siculi, probabil., i dieci Siculi, Sicolo, -ola).<br />

Circa trenta sarebbero i Messina, -inese, Messinèo; e<br />

così i Catania, con Catanése e Catanèo; circa venti i<br />

Palermo (con un curioso Palerma) ed i Nicosìa; poco<br />

meno i Siracusa, -ano (con un Siragusa, più 5<br />

Giansiracusa); ed i Pennisi (da Penne; o da Pennisi,<br />

fraz. di Acireale?); i Buscemi (un Buscema); i Ragusa,<br />

gli Sciacca e Sciacchitano; i Nicastro (o -astri); pochi<br />

i Marsala, i Vizzini, i Càccamo, i Tràpani (con<br />

Trapanese, -esi e un Giannitrapani) ed i Butèra. Ci<br />

sono una decina di Maltese o Maltesi.<br />

La Sardegna non mi pare rappresentata, a questo<br />

riguardo, a Milano, che da almeno alcuni fra i 24<br />

Sardi o Sardo: di cui una parte saranno però apocopi<br />

[sic] di nomi germanici, del tipo di Rizzardo. Lasciano<br />

qualche dubbio gli gli 8 Càgliari, dei quali almeno<br />

alcuni saranno fallaci trascrizioni di Cagliàri (v.<br />

sopra, a proposito di Callegari). Aggiunto appena un<br />

Nurra ed un Sulci.


I <strong>cognomi</strong> allusivi a nazionalità straniera sono<br />

abbastanza numerosi: anche limitandosi a raccogliere<br />

soilo quelli che si presentano in lingua italiana.<br />

La Francia dà in tutto circa 200 <strong>cognomi</strong> di questi<br />

tipo. Circa 50 sono i Franzosi, con Franzoso e<br />

Franzosini, più 12 Franciosi, e 6 Francesi, o -ese, o -<br />

esio. Ci sono poi 3 fra Provenzali e -zani, e 2<br />

Provenza; 17 fra Piccardo e -ardi si rammenti però<br />

anche qui la ragione affettiva; basti pensare alla<br />

Piccarda Donati, ricordata anche da Dante); 8 fra<br />

Borgognoni, Borgogna e Borgogno; altrettanti<br />

Bertagnoni o -agnón: questi allusivi alla Bretagna. Da<br />

nomi di città: Breveglieri, o -iglieri, o Berveglieri<br />

(dalla città di Belvilliers, che però non vedo come sia<br />

potuta diventar familiare agl’Italiani); 5 i Tortosa e 2 i<br />

Tarasconi. Solo in apparenza, come ho già avvertito,<br />

possono ricordare il nome della capitale di Francia i<br />

nostri 14 Parigi e Parigini. Richiamano la tradizione<br />

epica, come si è già avvertito, anche Roncisvalle,<br />

Chiaramonte, Maganza, Pampaloni (da Pamplona, in<br />

Navarra). Il cogn. israelita Momigliano (7 nomin. a<br />

Milano), dipende da quello del luogo savoiardo di<br />

Montmélian. Forse sarà israelita anche Algeri ed<br />

Algerini (8 nomin.).<br />

Altri circa 200 <strong>cognomi</strong> dé la penisola iberica. Sono<br />

una sessantina a Milano, gli Spagnoli, -olo, -uolo,<br />

Spagnolini (c’è uno Spagnulo, e 3 Spagna). Una<br />

cinquantina i Catalano o -ani (fra cui 3 Catellani, 5<br />

Catelàn, un Catelanotti); 15 i Compostella; altrettanti<br />

i Gallizia (o -ioli) ed i Navarra (o -arri, -arro, arrini);


pochi o pochissimi i D’Aragona o Aragona (perché i<br />

10 Ragonesi o Regonesi proverranno dal n. loc. calabr.<br />

di Ragonesi, presso Terranova); nonchè i Barcellona, i<br />

Castiglia (con 3 Castigliano), i Mendoza (o -ozza); i<br />

Córdova, gli Zamorani (da Zamora); i Toledo, i<br />

Saragozza, i Lisbona.<br />

Circa 280 <strong>cognomi</strong> alludono alla Germania od<br />

all’Austria. Ho 150 fra Tedeschi e -esco (con vari<br />

Todeschini, Todisco, Zantedesco); ma dei 45 fra<br />

Alemani e Alemagna non so quanti dipendano, invece<br />

che dal nome allusivo al popolo germanico, dal nome<br />

personale (abbastanza frequebre, nei secoli andati)<br />

Alemanno; od anche ve ne siano di quelli in cui fu<br />

travisato, non di rado, l’appellativo germanico<br />

arimanno. Attraverso il francese, ci vennero 4<br />

Allemandi.<br />

I più dei <strong>cognomi</strong> Germani e Germano (una<br />

settantina) dipendono certamente dal nome personale<br />

tratto da quello di San Germano (v. Brattö). Un po’<br />

dubbio direi anche Bàvero (6); e forse anche Anversa<br />

(5). Ricordo poi qui i <strong>cognomi</strong> israeliti: Morpurgo (da<br />

Marburgo, donde la famiglia venne a Gradisca nel<br />

sec. XVI: v. Cognomi V. E.), e Luzzatto (14, con 5<br />

Luzzatti); che credo ancora rivelino, nel nome,<br />

l’origine dalla Lussazia.<br />

I <strong>cognomi</strong> Danesi, ecc., li ho ricordati fra quelli di<br />

probabile origine cavalleresca.<br />

Aggiungerò poi circa 25 fra Polacco e [-]cchini; 22<br />

fra Morlacchi e -acco; una quarantina di Moreschi, -<br />

esco, -eschini e Morisco; 25 Barbareschi; 18 fra


Saraceni, -eno, e Saracino, -ini (un Sarracino); 14 tra<br />

Frisoni e Frisia; 25 Fiammenghi, -engo e -ingo; e 36<br />

Bulgari, con -arini, -arelli, aróni.<br />

Dall’Europa orientale ci vennero, oltre ai Bulgari<br />

ora detti, gli 80 Greco, cui si aggiungono 60 fra<br />

Grechi e Grecchi, ed 8 Grieco (3 Del Greco): ma fra<br />

di essi ce ne possono essere di allusivi al Greco,<br />

sobborgo milanese. Non so se abbia veduto bene il<br />

Cherubini (Dizion. Patrionimico), considerando<br />

Milese come aggettivo dedotto dal nome dell’isola<br />

greca di Milo. È comunque dubbio che vada<br />

considerato come venuto di là, il cogn. milan. Milesi<br />

(35; compresi pochi Milesio e Millesi). Secondo<br />

l’Alessio sarebbe aferesi di Epirota il cogn. merid.<br />

Pirrotta, di cui a Milano se n’hanno circa 40<br />

(compresi Pirotta).<br />

Si contano ancora: una settantina di Turchi, Turco,<br />

Turconi, Turchetti (dove la Turchia può entrare anche<br />

per qualche metafora): una quarantina gli Ungaro, -<br />

ari; e 15 gli Zingaro o Zingarelli (o anche Zingale, -<br />

ali); 5 gli Armeni (con Armènise, che mi sembra un<br />

derivato).<br />

Isolato e assai strano, un Giapponese (nella Guida<br />

1956, sono 2).

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