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CARDIO PIEMONTE • N. 4/2010 dicembre febbraio 2011<br />
Notizie varie<br />
Gli amanti del pesce rischiano<br />
meno infarti e ictus<br />
Gli uomini di mezza età che mangiano pesce<br />
ogni giorno sono meno esposti al rischio<br />
cardiaco.<br />
Lo conferma una ricerca della Kookmin University<br />
di Seul che ha concluso come tra gli<br />
amanti del pesce si registri una minore incidenza<br />
di sindrome metabolica, una condizione<br />
caratterizzata dalla presenza di fattori<br />
di rischio cardiaco e metabolico, come pressione<br />
alta, obesità, trigliceridi, colesterolo<br />
e glicemia fuori norma.<br />
Lo studio ha preso in esame 3500 coreani<br />
tra i 40 e i 69 anni e ha scoperto che gli<br />
uomini che mangiavano pesce ogni giorno<br />
avevano il 57% di probabilità in meno di<br />
sviluppare la sindrome metabolica nel giro<br />
di tre anni, rispetto a chi mangiava pesce<br />
meno di una volta alla settimana.<br />
Secondo i ricercatori i risultati sono in linea<br />
con i precedenti studi che avevano mostrato<br />
i benefici offerti dagli acidi grassi omega.<br />
Lo studioso Inkyung Baik ha spiegato che<br />
non è emersa la stessa correlazione tra minore<br />
rischio cardiaco e consumo di pesce<br />
per le donne e la ragione di questa disparità<br />
non è chiara.<br />
Forse le donne, ipotizzano gli studiosi, non<br />
assorbono sufficienti acidi grassi dal pesce,<br />
ma sarà necessario approfondire il tema.<br />
Olio di pesce può ridurre 9%<br />
morti per infarto<br />
Un grammo al giorno di olio di pesce può<br />
ridurre del 9 per cento le probabilità di attacco<br />
cardiaco fatale in persone che hanno<br />
il cuore 'debole'.<br />
Lo ha scoperto uno studio britannico pubblicato<br />
dall'European Journal of Cardiovascular<br />
Medicine.<br />
Martin Cowie dell'Imperial College di Londra<br />
ha esaminato 7mila pazienti affetti da problemi<br />
cardiaci, assegnando a metà di loro<br />
un grammo di olio di pesce al giorno, ricco<br />
di acidi grassi omega-3, e all'altra metà un<br />
placebo.<br />
Dopo due anni nel primo gruppo si è verificata<br />
una diminuzione della mortalità del 9<br />
per cento, con un taglio significativo anche<br />
delle ammissioni in ospedale.<br />
"Lo studio dimostra - ha spiegato Cowie -<br />
che se due terzi delle persone che in Gran<br />
Bretagna soffrono di problemi cardiaci prendesse<br />
il supplemento si risparmierebbero<br />
10mila morti l'anno".<br />
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