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Aldo Bonomi (a cura) Milano. Le tre città che stanno in una Camera ...

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Recensioni n. 10_2012<br />

<strong>Aldo</strong> <strong>Bonomi</strong> (a <strong>cura</strong>)<br />

<strong>Milano</strong>. <strong>Le</strong> <strong>tre</strong> <strong>città</strong> <strong>che</strong> <strong>stanno</strong> <strong>in</strong> <strong>una</strong><br />

<strong>Camera</strong> di Commercio di <strong>Milano</strong>, Bruno Mondadori, Pearson Italia, <strong>Milano</strong>-Tor<strong>in</strong>o<br />

2012<br />

Il testo <strong>cura</strong>to da <strong>Aldo</strong> <strong>Bonomi</strong> - con Prefazione di Carlo Sangalli, presidente della <strong>Camera</strong> di<br />

Commercio di <strong>Milano</strong> - racconta alcuni aspetti di <strong>Milano</strong> e della sua area metropolitana a partire<br />

da <strong>tre</strong> punti di vista ben caratterizzati: quello riferito alle vecchie e nuove professioni, viste<br />

prevalentemente attraverso i loro organismi di rappresentanza; quello della vulnerabilità, riferito<br />

<strong>in</strong> particolare ai dest<strong>in</strong>atari del Fondo Famiglia Lavoro voluto dal Card<strong>in</strong>ale Tettamanzi e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />

quello legato all'esperienza dei movimenti urbani, a partire dalla geografia dei Comitati di cittad<strong>in</strong>i<br />

oggi attivi. “Tre microcosmi della <strong>città</strong> <strong>che</strong> cambia… emblematici delle trasformazioni <strong>in</strong> corso e<br />

della posta <strong>in</strong> gioco”.<br />

Tali punti di vista prendono le mosse da lavori di ricerca svolti dal Consorzio AAster nel corso<br />

dell'ultimo qu<strong>in</strong>quennio e, assieme, vogliono dimostrare quanto <strong>Milano</strong> sia, <strong>in</strong> Italia, “il laboratorio<br />

di cambiamenti più avanzato”.<br />

Il primo capitolo (“<strong>Le</strong> metamorfosi di <strong>Milano</strong>”), firmato da <strong>Bonomi</strong>, riprende alcuni concetti dei<br />

suoi testi precedenti (<strong>Milano</strong> ai tempi delle moltitud<strong>in</strong>i ed altri) per meglio specificare la chiave di<br />

lettura qui proposta, <strong>che</strong> consiste nel focalizzare l’attenzione sulle reti, considerando “la metropoli<br />

lo spazio di potenziale ricostruzione di nuove forme di coalizione sociale”.<br />

L’autore si domanda quanto ciò <strong>che</strong> emerge dalle esperienze qui proposte e da al<strong>tre</strong> simili, sia il<br />

segnale di trasformazioni durature. Quanto, per esempio, “l’ascesa di ceti medi riflessivi <strong>che</strong><br />

l’impatto della crisi sta mobilitando <strong>in</strong> tutte le grandi metropoli mondiali” sia capace di portare<br />

nuovi modelli di azione.


Rilevante, sarà, per l’area milanese, trovare un equilibrio tra “coesione e articolazione sociale e le<br />

reti e le connessioni <strong>che</strong> la posizionano rispetto alle piattaforme del capitalismo padano e alle al<strong>tre</strong><br />

<strong>città</strong> globali. Mediare tra queste diverse dimensioni è il compito di <strong>una</strong> politica urbana, di classi<br />

dirigenti <strong>che</strong> abbiano compreso il passaggio <strong>in</strong> corso”.<br />

Il capitolo su “Vecchie e nuove professioni a <strong>Milano</strong>: Monadi, corporazioni o terzo stato <strong>in</strong> cerca di<br />

rappresentanza?” (Simone Bertol<strong>in</strong>o e Salvatore Com<strong>in</strong>u), ricostruisce questo segmento di<br />

popolazione <strong>che</strong> costituisce “<strong>una</strong> <strong>in</strong>telligenza collettiva <strong>che</strong> presidia le reti di connessione tra <strong>città</strong>,<br />

territorio e mondo”<br />

Molto presenti a <strong>Milano</strong>, le professioni vengono raccontate attraverso i risultati di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

compiute attraverso questionari e <strong>in</strong>terviste, <strong>che</strong> analizzano aspetti differenti <strong>che</strong> vanno dalla<br />

“percezione del declassamento” avvenuto, alla domanda di rappresentanza, f<strong>in</strong>o alle<br />

caratteristi<strong>che</strong> di <strong>Milano</strong> considerate negati o positive per lo sviluppo delle proprie attività<br />

professionali.<br />

Nel capitolo “I vulnerati. Fare comunità di dest<strong>in</strong>o universale nelle terre dell’opulenza” (Salvatore<br />

Com<strong>in</strong>u e Alb<strong>in</strong>o Gusmeroli) l’attuale crisi economica e la nuova questione sociale nelle grandi<br />

aree urbane vengono studiate attraverso l’analisi dell’Archivio domande di contributo presentate<br />

ai Dis<strong>tre</strong>tti del Fondo Famiglia Lavoro nel corso degli anni 2009 e 2010. Da tale analisi, e dalle<br />

<strong>in</strong>terviste agli operatori della Caritas e delle Acli, emergono le caratteristi<strong>che</strong> di tale domanda, i<br />

legami con il mondo del lavoro, l’articolazione territoriale all’<strong>in</strong>terno dell’area metropolitana.<br />

L’ultimo capitolo, “I comitati dei cittad<strong>in</strong>i a <strong>Milano</strong>” (Simone Bertol<strong>in</strong>o e Domenico <strong>Le</strong>tterio)<br />

<strong>in</strong>tende mostrare “<strong>Milano</strong> come possibile laboratorio di nuove forme di legame comunitario e di<br />

connessione tra politica e società”, attraverso <strong>una</strong> specificità: “l’emergere dello spazio fisico dei<br />

quartieri come fondamento dell’identità e del s<strong>in</strong>dacalismo del territorio come nuova modalità<br />

dell’agire collettivo”.<br />

I comitati dei cittad<strong>in</strong>i - <strong>che</strong> a partire dalla f<strong>in</strong>e degli anni ottanta si sono affermati<br />

progressivamente come <strong>una</strong> presenza stabile del panorama politico nelle grandi aree<br />

metropolitane di tutto l’occidente - sono portatori di “domanda d’ord<strong>in</strong>e e istanze partecipative di<br />

democrazia diretta, mobilitazioni per la contesa/difesa dello spazio urbano e <strong>cura</strong> civica della<br />

<strong>città</strong>”: un <strong>in</strong>sieme molteplice ed eterogeneo di istanze non necessariamente contrapposte.<br />

“Sicurezza e qualità della vita – <strong>in</strong>fatti - si contam<strong>in</strong>ano e compenetrano esprimendo <strong>una</strong> nuova<br />

domanda di spazio pubblico…”<br />

I comitati possono essere <strong>in</strong>terpretati secondo due approcci molto differenti: come “l’espressione<br />

più radicale di un processo di frammentazione delle identità e dei bisogni sociali” piuttosto <strong>che</strong><br />

come “<strong>una</strong> nuova sfera pubblica orientata a costruire ponti tra spazio dei flussi e spazio dei<br />

luoghi”.<br />

Impegnati nella difesa e riqualificazione dei quartieri, nell’opposizione a grandi <strong>in</strong>terventi di<br />

ristrutturazione urbana, nella ricerca di sicurezza piuttosto <strong>che</strong> nel contrasto agli effetti della<br />

movida, essi sembrano spesso avere sullo sfondo <strong>una</strong> critica alle logi<strong>che</strong> di sviluppo complessive o,<br />

meglio, l’affermazione della decrescita come nuovo paradigma.<br />

Lo studio evidenzia tuttavia un’evoluzione dai movimenti rivendicativi “contro” a soggetti <strong>che</strong><br />

agiscono “per”: l’adozione nella <strong>città</strong> del s<strong>in</strong>dacalismo di territorio fa <strong>in</strong>fatti emergere “il<br />

rafforzamento di <strong>una</strong> identità progettuale orientata alla produzione diretta di beni pubblici, dalla<br />

socialità all’<strong>in</strong>tegrazione, alla manutenzione urbana ecc.”<br />

Lo studio prosegue con un identikit dei comitati e dei loro animatori, attraverso alcuni esempi<br />

concreti e con l’elencazione di alcune delle “priorità per <strong>Milano</strong>” da questi espresse.


Autori<br />

<strong>Aldo</strong> <strong>Bonomi</strong><br />

Ha fondato e dirige l’Istituto di ricerca Aaster per lo sviluppo del territorio. Direttore della rivista<br />

“Communitas”, <strong>cura</strong> la rubrica Microcosmi su “Il Sole 24 Ore”.<br />

Tra le sue numerose pubblicazioni: La <strong>città</strong> <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita (con A. Abruzzese, 2004) e <strong>Milano</strong> ai tempi<br />

delle moltitud<strong>in</strong>i (2008).<br />

Simone Bertol<strong>in</strong>o<br />

Si è laureato <strong>in</strong> Scienze Politi<strong>che</strong> all’Università degli Studi di <strong>Milano</strong>, ha collaborato con l’Ufficio<br />

Studi della <strong>Camera</strong> di Commercio di <strong>Milano</strong> e ha conseguito il dottorato <strong>in</strong> Scienza della Politica<br />

presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha al suo attivo alcune pubblicazioni riguardanti i temi della<br />

cultura politica e del cambiamento del sistema partitico italiano, tra cui la monografia dal titolo<br />

Rifondazione Comunista. Storia e organizzazione (Il Mul<strong>in</strong>o, 2004). Ha <strong>cura</strong>to con <strong>Aldo</strong> <strong>Bonomi</strong> e<br />

Nicola Pas<strong>in</strong>i il volume Struttura della società, valori e politica dell’enciclopedia “La cultura<br />

italiana” ( Utet, 2009). Dal 2005 è ricercatore del Consorzio A.A.Ster.<br />

Salvatore Com<strong>in</strong>u<br />

Dal 1997 lavora nel campo della ricerca sociale ed economica, <strong>in</strong> qualità di collaboratore del<br />

consorzio A.A.Ster. I suoi pr<strong>in</strong>cipali ambiti di <strong>in</strong>teresse sono lo studio delle aree metropolitane e la<br />

trasformazione dei sistemi produttivi, delle imprese e del lavoro, temi sui quali ha partecipato a<br />

numerose <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e pubblicato rapporti di ricerca, articoli e contributi <strong>in</strong> volumi collettivi.<br />

Alb<strong>in</strong>o Gusmeroli si è laureato <strong>in</strong> Scienze Politi<strong>che</strong> presso l’Università degli Studi di Mlilano ed è<br />

ricercatore presso il consorzio A.A.Ster dal 1996. Nel corso dell’attività professionale si è occupato<br />

delle ricadute territoriali dei processi di modernizzazione economica, sociale e culturale,<br />

applicando tali conoscenze all’accompagnamento di esperienze di animazione territoriale<br />

orientate a coniugare coesione sociale e sviluppo economico. Collabora <strong>in</strong>ol<strong>tre</strong> con la Fondazione<br />

Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) dal 2000.<br />

Domenico <strong>Le</strong>tterio si è laureato <strong>in</strong> Scienze Politi<strong>che</strong> come allievo del Collegio d’Eccellenza<br />

dell’Università di Bologna e ha conseguito il Dottorato <strong>in</strong> Studi Politici Europei ed Euro-Americani<br />

presso l’Università degli Studi di Tor<strong>in</strong>o. Ha trascorso periodi di ricerca a Man<strong>che</strong>ster, Cambridge e<br />

Parigi. Dopo essersi adagiato per anni nell’alveo discipl<strong>in</strong>are della filosofia politica, si orienta oggi a<br />

piccoli passi <strong>in</strong> direzione della psicoanalisi. Per il Consorzio A.A.Ster, con il quale collabora dal<br />

2008, si è occupato di trasformazioni del lavoro, creatività, welfare e migrazioni. E’ autore di<br />

Toqueville ad Algeri (Il Mul<strong>in</strong>o, 2011).<br />

Centro Studi PIM –luglio 2012

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