Componenti Consiglio Pastorale Parrocchiale - Diocesi di Como
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14<br />
C<br />
arissimi Bormini,<br />
ringrazio l’Arciprete, don Giuseppe, <strong>di</strong><br />
avermi chiesto la testimonianza della mia<br />
vita religiosa vissuta nell’Istituto delle<br />
“Suore della Carità” <strong>di</strong> S. Bartolomea<br />
Capitanio e S. Vincenza Gerosa, dette <strong>di</strong><br />
Maria Bambina, le quali sono presenti a<br />
Bormio da molti anni.<br />
So <strong>di</strong> essere ben conosciuta da tutti voi tramite<br />
la costante corrispondenza missionaria<br />
intercorsa fra noi in questi anni.<br />
Ho lasciato Bormio nel lontano 1965, ma<br />
porto viva nel cuore l’appartenenza a questa<br />
comunità parrocchiale, la nostra famiglia<br />
a raggio largo e ogni volta che la rivisito<br />
si risvegliano in me sentimenti profon<strong>di</strong>.<br />
Rivivo, non solo il vitale ricordo dei sacramenti<br />
ricevuti, della formazione e dell’esempio<br />
cristiano appreso in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi e in varie<br />
occasioni; ma tutta una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> iniziative<br />
che mi sono rimaste nel cuore e sono il<br />
pilastro sul quale ho costruito la mia vita.<br />
Avvertii la mia vocazione in una giornata<br />
missionaria mentre con le amiche eravamo<br />
intente a raccogliere le offerte. Una domanda<br />
cominciò ad inquietarmi: “Perché tanto<br />
impegno nel raccogliere per inviare ai poveri<br />
e non dare invece la vita, le mani, i<br />
pie<strong>di</strong>…per andare a stare con loro porgendo<br />
<strong>di</strong>rettamente l’aiuto, con<strong>di</strong>videndo e consolando?”.<br />
Così scelsi l’Istituto presente a Bormio,<br />
fondato nel 1832 a Lovere da due gran<strong>di</strong><br />
sante della carità le cui suore salparono ben<br />
presto per l’In<strong>di</strong>a, Calcutta esattamente,<br />
nel 1860. Questo è un istituto “tutto fondato<br />
sulla carità”.<br />
S. Bartolomea morì a ventisei anni, <strong>di</strong>sse:<br />
“Fare ogni possibile, soffrire tutto, dare<br />
anche il sangue per il bene del prossimo”.<br />
Il prossimo, i poveri visti come me membra<br />
<strong>di</strong> Gesù.<br />
S. Vincenza, compagnia <strong>di</strong> S. Bartolomea, si<br />
pensa buona a nulla ma ambedue sono<br />
innamorate del Crocifisso e la <strong>di</strong>sponibilità<br />
ad andare là dove più grande e urgente è il<br />
bisogno, aperte alla compassione per ogni<br />
miseria umana non ha mai trovato limiti.<br />
I giovani specie i più poveri, abbandonati e<br />
<strong>di</strong>sorientati; i malati, gli anziani, gli emarginati,<br />
chi ancora non conosce il vangelo:<br />
sono i preferiti, sono coloro <strong>di</strong> cui farsi cari-<br />
Testimonianza<br />
co. Sempre L’Istituto ci manda come segno<br />
della comunione ecclesiale unite alla Chiesa;<br />
nella parrocchia come risposta alle sue<br />
necessità in collaborazione e <strong>di</strong>alogo con<br />
tutti.<br />
Al centro <strong>di</strong> questa Carità ci sta l’eucaristia<br />
e S. Bartolomea parlando dell’orazione alla<br />
quale consacrare buona parte del giorno<br />
<strong>di</strong>ce: “…affinché possano insegnare agli altri<br />
quello che da Dio hanno appreso orando”.<br />
L’Istituto al 31 <strong>di</strong>cembre 2004 contava:<br />
suore <strong>di</strong> professione perpetua n. 4754, <strong>di</strong><br />
professione temporanea n. 278 e novizie n.<br />
113 sparse in tutto il mondo.<br />
Io ho potuto realizzare il mio sogno missionario<br />
in Bangladesh solo nel 1981 dopo<br />
<strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> lavoro come infermiere<br />
all’Ospedale S. Anna <strong>di</strong> <strong>Como</strong>.<br />
Sono in missione da ventiquattro anni<br />
(anche se quasi tre <strong>di</strong> essi li ho trascorsi in<br />
Italia per malattia). Della vita missionaria,<br />
ben tre<strong>di</strong>ci anni li ho vissuti a Rajshahi fra<br />
gli ammalati del Sick Asst. Centre e le varie<br />
attività parrocchiali e sociali.<br />
Di tutto questo voi sapevate già molto tramite<br />
gli scritti e le testimonianze date.<br />
A Rajshahi, dai piccoli ai gran<strong>di</strong>, dai malati<br />
all’equipe, me<strong>di</strong>ca e parame<strong>di</strong>ca vi conoscono,<br />
vi ricordano, vi ringraziano e per voi<br />
pregano sempre grati per l’aiuto che ci<br />
viene inviato costantemente.<br />
Il mio ultimo tratto <strong>di</strong> strada è la malattia,<br />
durante la quale il Signore mi vuole insegnare<br />
a “non fare tanto” ma ad “essere<br />
molto”, una presenza <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong><br />
offerta per i vari bisogni <strong>di</strong> tutti. È una<br />
Carità che deve saper essere attiva anche se<br />
silenziosa; conduce all’essenziale, “la<br />
volontà del Padre” che si realizza in noi<br />
così, proprio al contrario <strong>di</strong> ciò che noi<br />
vorremmo.<br />
So <strong>di</strong> esservi debitrice <strong>di</strong> tanta preghiera e<br />
conto sempre su <strong>di</strong> essa.<br />
Da Rajshahi ricevo frequenti informazioni<br />
sul come si svolgono le varie attività, dalle<br />
suore e dal parroco, io invio loro le vostre<br />
generose donazioni.<br />
A nome <strong>di</strong> tutti ringrazio con riconoscenza e<br />
affetto.<br />
Suor Camilla Andreola<br />
Olate, Lecco 14 marzo 2005