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FLASH DEL 21-12-2001 Periodico quindicinale a carattere sindacale. Direttore Gino Zavanelli. Aut. Trib. Teramo n. 276 del 12/01/1989. Spediz. in abb. post. gruppo II/B
Di particolare interesse in questo numero:
• Lavoro e previdenza
CCNL LAPIDEI - CEMENTO - MANUFATTI IN CEMENTO E LATERIZI - RINNOVI PARTE ECONOMICA
• Fiscale
MODELLO F24 IN EURO - ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE
• Ambiente e sicurezza
CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI
• Credito e finanze
MODIFICA DEL SAGGIO D’INTERESSE LEGALE
• Edilizia
MODIFICHE LEGGE «MERLONI» - PROPOSTE ANIEM
• Estero
PROGRAMMA COMUNITARIO JOP -
INVESTIMENTI NEI NUOVI STATI INDIPENDENTI
• Varie
CONSORZIO PER L’ACQUISTO DI ENERGIA ELETTRICA
• Cronaca associativa
ASSEMBLEA GENERALE SOCI ACI
TERAMOIMPRESA
flash dell’API di Teramo
72 001

Sommario
TERAMO IMPRESA
Periodico dell’API
di Teramo
ANNO XII N. 7 - 2001
DIRETTORE
Gino Zavanelli
COMITATO DI REDAZIONE
API Teramo
FOTOCOMPOSIZIONE
E STAMPA
Deltagrafica s.a.s.
DIREZIONE, REDAZIONE
AMMINISTRAZIONE
Teramo Corso De Michetti, 64
Telefono (0861) 243662
Telefax (0861) 242633
http: www.apiteramo.it
E-mail: info@apiteramo.it
La rivista è inviata gratuitamente alle
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TERAMOIMPRESA 7/2001
LAVORO E PREVIDENZA
Pag. 5 CCNL Lapidei piccola industria - Rinnovo della parte economica
CCNL Cemento piccola industria - Rinnovo della parte economica
6 CCNL Tessile/Abbigliamento - Ricalcolo in euro dei valori espressi in lire
7 CCNL Manufatti in cemento e laterizi - Accordo di rinnovo della parte economica II biennio
7 Approvazione del modello CUD 2002
10 Fondapi - Modalità di versamento dei contributi
10 INAIL - Passaggio all’Euro e riflessi sull’autoliquidazione 2001/2002
11 INPS - Criteri adottati per il passaggio dalla lira all’euro
15 Conversione del DL N. 350/2001 e disposizioni in materia di lavoro sommerso
18 Lavoratori disabili - Agevolazioni contributive
21 Sanzioni pecuniarie - Conversione in Euro
22 Scadenzario contrattuale - Gennaio 2002
23 Tasso di rivalutazione T.F.R.
25 Compensi per collaborazione coordinata e continuativa - Qualificazione giuridica
27 Dichiarazioni fiscali e nuovo modello - «770/2002 semplificato»
27 Modello F24 in Euro - Istruzioni per la compilazione
28 Scadenze legali - Gennaio 2002
31 Catalogo Europeo dei rifiuti - Informativa completa sul catalogo europeo dei rifiuti - CER
35 Halon - Norme tecniche e adempimenti per il recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon
36 Ecolabel - Criteri ecologici - Nuovi criteri ecologici per personal computer, computer portatili, ammendamenti
del suolo e lavastoviglie
36 Sicurezza edilizia - Sentenza corte di cassazione 13 settembre 2001, n. 33548 - Responsabilità dell’impresa
di noleggio
37 Modifica del saggio di interesse legale
38 Costo del denaro
43 La legge obiettivo - Approvazione
43 Modifiche legge Merloni - Le proposte dell’ANIEM
47 Dimostrazione dei requisiti generali - Determinazione dell‘Autorità
48 Non legittimo l’incameramento della cauzione al secondo classificato che rinuncia all’appalto -
Pronunciamento dell’Autorità
49 Autorità di vigilanza LL.PP. - Chiarimenti su A.T.I. e imprese di nuova costituzione
50 Detrazione del 36% - Estensione per tutto il 2002
50 Trattativa privata e A.T.I. - Consiglio di Stato
51 No al mancato contraddittorio con le imprese per la verifica delle offerte anomale - Sentenza
Corte di Giustizia Europea
51 Subappalto vietato anche per una sola delle opere speciali superiori al 15% del valore dei lavori
- Sentenza TAR Lazio
52 Pubblicato il nuovo decreto sulla qualificazione dei beni culturali
54 Gli edifici ristrutturati e la Tremonti-Bis
57 Programma Comunitario JOP - Investimenti nei Nuovi Stati Indipendenti (NIS)
58 Panorama Internazionale
67 Internet per il commercio estero
69 Ricerca Import-Export Confapi
71 Consorzio per l’acquisto di energia elettrica
71 Convenzione De Lillo Editori - Confapi 2002
71 Accordo Confapi/Jolly Hotels - Rinnovo 2002
72 Accordo Wind/Confapi - Novità sui piani tariffari
72 Convenzione API Teramo - Zuritel (Gruppo Zurigo Assicurazioni)
73 Api Stage - Sportello stage orientamento
74 Assemblea generale dei soci dell’Api Teramo
75 Forum sicurezza cantieri edili
75 Concluso il corso formativo agli apprendisti del settore tessile/abbigliamento
76 Rassegna stampa
DATO ALLA STAMPA IL 21-12-2001

Agenzia Generale
TERAMO
Via Brigiotti, 7 - Tel. (0861) • 3232300
Fax (0861) • 245696

Lavoro e previdenza
CCNL LAPIDEI PICCOLA
INDUSTRIA
Rinnovo della parte economica
In data 27 novembre 2001 le Organizzazioni di categoria
(Aniem e Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil) hanno
sottoscritto un verbale di accordo per il rinnovo della
parte economica - scaduta il 30 settembre 2001 - del c.c.n.l.
per i dipendenti dalle piccole e medie imprese di escavazione
e lavorazione di materiali lapidei.
I nuovi minimi di retribuzione risultano dalla seguente
tabella:
CCNL CEMENTO PICCOLA
INDUSTRIA
Rinnovo della parte economica
È stata rinnovata in data 27 novembre 2001 la parte
economica - scaduta il 31 luglio 2001 - del c.c.n.l. per i
dipendenti dalle piccole e medie aziende esercenti la produzione
(anche promiscua) di cemento, calce, gesso e
malte, aderenti all’ANIEM.
5
TERAMOIMPRESA 7/2001
Il nuovo accordo prevede la corresponsione di due
tranches di aumenti retributivi con decorrenza Novembre
2001 e Gennaio 2003, nonché di un importo forfettario
una-tantum nel mese di Novembre 2001, come di seguito
illustrato.
Minimi di retribuzione
I nuovi importi dei minimi di retribuzione sono così
determinati:
Importo forfettario - Una-tantum
A copertura del periodo di carenza contrattuale 1° agosto
- 31 ottobre 2001, ai lavoratori in forza al 27 novembre
2001 spetta, con la retribuzione del mese di novembre 2001,
un importo forfettario una-tantum di L. 180.000. Tale importo
- da ridurre in quote mensili o frazioni in funzione della
durata del rapporto di lavoro nel periodo suindicato - non è
utile agli effetti del computo di alcun istituto retributivo contrattuale
o legale, compreso il t.f.r.
Le giornate di assenza dal lavoro per malattia, infortunio
e congedo matrimoniale cadenti nel suddetto periodo
di carenza contrattuale, e che hanno dato luogo al
pagamento di indennità a carico dell’Istituto competente e
di integrazione a carico delle aziende, sono considerate
utili ai fini della maturazione dell’importo forfettario.

TERAMOIMPRESA 7/2001
CCNL TESSILE/
ABBIGLIAMENTO
Ricalcolo in euro dei valori espressi
in lire
Il 4 dicembre 2001 la Commissione Sindacale Tecnica
Uniontessile ha siglato un verbale di intesa in tema di arrotondamento
dell’Euro con i sindacati di settore Filta, Filtea e Uilta.
Il verbale di accordo prevede il ricalcolo in Euro dei
valori espressi in lire per il CCNL 19.5.00 tessile-abbigliamento,
il CCNL 19.5.00 calzature, il CCNL 19.5.00 pelli
e cuoio, il CCNL 17.11.00 occhiali, il CCNL 17.11.00
penne e spazzole ed il CCNL 23.3.01 giocattoli.
CCNL 19.5.00 TESSILE-ABBIGLIAMENTO
CCNL 19.5.00 CALZATURE
CCNL 19.5.00 PELLI E CUOIO
CCNL 17.11.00 OCCHIALI
6
Lavoro e previdenza
CCNL 17.11.00 PENNE SPAZZOLE E PENNELLI
CCNL 23.3.01 GIOCATTOLI
Art. 39 CCNL 19.5.00 TESSILE ABBIGLIAMENTO
(Aumenti periodici di anzianità)
Livelli Lire Euro
8 25.000 12,91142
7 23.000 11,8785
6 20.000 10,32913
5 19.000 9,81268
4 16.000 8,26331
3 15.000 7,74685
2 14.000 7,23039
1 13.000 6,71393
Art. 44 CCNL 19.5.00 TESSILE ABBIGLIAMENTO
2° livello
Lire 12.000 lorde mensili Euro 6,19748
3° livello
Lire 15.000 lorde mensili Euro 7.74685
Art. 55 CCNL 19.5.00 TESSILE ABBIGLIAMENTO
Mense aziendali
Lire 650 Euro 0.3357

Lavoro e previdenza
CCNL MANUFATTI IN
CEMENTO E LATERIZI
Accordo di rinnovo della parte
economica II biennio
Il giorno, 12 Dicembre 2001 tra l’ANIEM e FeNEAL
– UIL, FILCA – CISL e FILLEA – CGIL, con riferimento
al punto 2, comma 2 del Protocollo 23 luglio 1993, e al
“Sistema dei relazioni sindacali e contrattuali” del CCNL
27 Ottobre 1999 è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo
della parte economica (II Biennio) del CCNL 27 ottobre
1999 per i dipendenti da Aziende produttrici di:
— elementi e componenti in laterizio e prefabbricati in latero-cemento;
— manufatti in calcestruzzo armato e non, in cemento, in
gesso e piastrelle.
AUMENTI RETRIBUTIVI E NUOVI MINIMI
TABELLARI CONTRATTUALI
Gli importi e le tranches di erogazione fissate alle
date del 1º ottobre 2001 e del 1º gennaio 2003 sono riportate,
unitamente ai nuovi minimi tabellari decorrenti dalle
stesse date sopraindicate, nelle tabelle che seguono:
Tabella A)
Tabella B)
7
TERAMOIMPRESA 7/2001
APPROVAZIONE DEL
MODELLO CUD 2002
Con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del
30 novembre 2001, pubblicato sul S.O. n. 263 alla G.U.
del 12 dicembre 2001, n. 288, è stato approvato lo schema
di certificazione dei redditi di lavoro dipendente e assimilati,
nonché le informazioni per il contribuente e le itruzioni
per il datore di lavoro per la compilazione dei dati
fiscali, previdenziali e assistenziali.
Testo del documento
AGENZIA DELLE ENTRATE
provvedimento 30 novembre 2001
Approvazione dello schema di certificazione unica «CUD 2002»,
con le relative istruzioni, nonchè definizione delle modalità
di certificazione dei redditi diversi di natura finanziaria
IL DIRETTORE DELL’AGENZIA
In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate
nel seguito del presente provvedimento:
Dispone:
1. Approvazione dello schema di certificazione dei redditi di lavoro
dipendente e assimilati nonchè dei contributi previdenziali
e assistenziali
1.1. È approvato lo schema di certificazione unica modello
CUD 2002, unitamente alle informazioni per il contribuente
(Allegato 1), da utilizzare ai fini dell’attestazione dell’ammontare
complessivo dei redditi di lavoro dipendente e dei redditi a questo
assimilati, di cui agli artt. 46 e 47 del Testo unico delle imposte sui
redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, corrisposti nell’anno 2001, delle anticipazioni
sulle indennità di fine rapporto, delle indennità di fine rapporto
corrisposte per la cessazione dei rapporti di lavoro dipendente,
avvenute a partire dal 1974 o non ancora avvenute, delle relative
ritenute di acconto operate, delle detrazioni effettuate, dei dati
previdenziali ed assistenziali relativi alla contribuzione versata o
dovuta all’INPS, all’INPDAI e all’INPDAP, nonchè per l’attestazione
dell’ammontare dei trattamenti pensionistici corrisposti, delle
ritenute di acconto operate e delle detrazioni effettuate.
1.2. Sono altresì approvate:
a) le istruzioni per il datore di lavoro, ente pensionistico e altro sostituto
d’imposta per la compilazione dei dati fiscali (Allegato 2);
b) le istruzioni per il datore di lavoro, ente pensionistico e altro
sostituto d’imposta per la compilazione dei dati previdenziali
e assistenziali INPS, INPDAI e INPDAP (Allegato 3).
1.3. Il datore di lavoro, ente pensionistico o altro sostituto
d’imposta deve compilare la certificazione secondo le istruzioni di
cui agli Allegati 2 e 3 e deve rilasciarla al contribuente, unitamente
alle informazioni contenute nel predetto Allegato 1, entro i termini
previsti dall’art. 7 bis, comma 2, del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. La certificazione può essere
sottoscritta anche mediante sistemi di elaborazione automatica.
1.4. L’esposizione dei dati da indicare nella certificazione
CUD 2002 deve rispettare la sequenza, la denominazione e l’indicazione
del numero progressivo ivi previsti. Relativamente ai
campi non compilati, i predetti dati possono essere omessi se tale

TERAMOIMPRESA 7/2001
modalità risulta più agevole per il datore di lavoro. Gli enti pubblici
e privati che erogano trattamenti pensionistici possono, altresì,
non indicare nella predetta certificazione i dati di cui ai punti
4, 18, 19 e 20 dei «Dati fiscali», Parte B, della predetta certificazione.
Qualora si renda necessario certificare distinte situazioni
per lo stesso sostituito, possono essere utilizzati ulteriori righi
aggiuntivi, numerandoli progressivamente, nel rispetto della seuenza
numerica dei punti prevista dallo schema di certificazione.
La medesima certificazione può essere redatta anche con veste
grafica diversa da quella utilizzata nello schema allegato.
1.5. Lo schema di certificazione CUD 2002 può essere
utilizzato anche per certificare i dati relativi a periodi successivi
al 2001 fino alla approvazione di un nuovo schema di certificazione.
In tal caso i riferimenti agli anni 2001 e 2002 contenuti
nello schema di certificazione e nelle relative istruzioni devono
intendersi riferiti a periodi successivi.
2. Certificazioni relative ai contributi INPS
2.1. La certificazione CUD 2002 deve essere rilasciata,
limitatamente ai dati previdenziali ed assistenziali relativi all’INPS,
anche dai datori di lavoro non sostituti di imposta già
tenuti alla presentazione delle denunce individuali delle retribuzioni
dei lavoratori dipendenti previste dall’art. 4 del decretolegge
6 luglio 1978, n. 352, convertito, con modificazioni, dalla
legge 4 agosto 1978, n. 467 (modello 01/M).
2.2. Per i periodi per i quali non risultano acquisiti negli
archivi dell’INPS i flussi informativi delle dichiarazioni di cui
all’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio
1998, n. 322, e successive modificazioni, la certificazione CUD
2002, rilasciata dal datore di lavoro, può essere presentata dall’interessato
all’INPS ai fini della determinazione del diritto e
della misura delle prestazioni nonchè degli altri adempimenti
istituzionali. Per i medesimi periodi e agli stessi fini, in attesa
che vengano acquisiti negli archivi INPS i flussi informativi
delle dichiarazioni unificate di cui all’art. 4 del predetto decreto
n. 322/1998, i datori di lavoro potranno presentare una dichiarazione
a mezzo di supporto magnetico o in via telematica
secondo le istruzioni fornite dall’INPS.
3. Certificazioni relative ai contributi INPDAI
3.1. La certificazione CUD 2002 deve essere rilasciata,
limitatamente ai dati previdenziali e assistenziali relativi all’INPDAI,
anche dai datori di lavoro non sostituti di imposta.
3.2. Per i periodi per i quali non risultano acquisiti dall’INPDAI
i flussi informativi delle dichiarazioni di cui all’art. 4 del
decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e
successive modificazioni, la certificazione CUD 2002, rilasciata dal
datore di lavoro, può essere presentata dall’interessato all’INPDAI
ai fini della determinazione del diritto e della misura delle prestazioni
nonchè degli altri adempimenti istituzionali. Per i medesimi periodi
e agli stessi fini, in attesa che vengano acquisiti negli archivi INP-
DAI i flussi informativi delle dichiarazioni unificate di cui all’art. 4
del predetto decreto n. 322/1998, i datori di lavoro potranno presentare
una dichiarazione secondo le istruzioni fornite dall’INPDAI.
4. Certificazioni relative ai contributi INPDAP
4.1. La certificazione CUD 2002, rilasciata dal datore di
lavoro, può essere presentata dall’interessato all’INPDAP, ai fini
8
Lavoro e previdenza
della determinazione del diritto e della misura delle prestazioni
nonchè degli altri adempimenti istituzionali, per i periodi per i
quali non risultano acquisiti dall’INPDAP i flussi informativi delle
dichiarazioni di cui all’art. 4 del decreto del Presidente della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e successive modificazioni.
5. Certificazione integrativa
5.1. Qualora il sostituto d’imposta, a seguito di richiesta
conseguente alla cessazione del rapporto di lavoro avvenuta nell’anno
2001, abbia rilasciato al sostituito la certificazione unica
prima dell’approvazione dello schema di cui al punto 1, i dati previsti
nello schema CUD 2002 e non presenti nel CUD 2001 già
consegnato, devono essere contenuti in una certificazione integrativa,
anche non comprensiva dei dati già certificati, da rilasciare
entro il termine previsto dall’art. 7 bis, comma 2, del decreto del
Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
6. Certificazione dei redditi diversi di natura finanziaria
6.1. Semprechè non sia esercitata la facoltà di opzione di
cui agli artt. 6 e 7 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n.
461, i notai, gli intermediari professionali, le società e gli enti
emittenti, che comunque intervengono, anche in qualità di controparti,
nelle cessioni e nelle altre operazioni che possono generare
redditi diversi di natura finanziaria di cui all’art. 81, comma
1, lett. da c) a c-quinquies), del Testo unico delle imposte sui redditi,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, rilasciano alle parti, entro il termine di cui
al punto 1.3, una certificazione contenente i dati identificativi del
contribuente e delle operazioni effettuate. In particolare, la certificazione
deve recare l’indicazione delle generalità e del codice fiscale
del contribuente, la natura, l’oggetto e la data dell’operazione,
la quantità delle attività finanziarie oggetto dell’operazione,
nonchè gli eventuali corrispettivi, differenziali e premi.
7. Dichiarazioni modello 730
7.1. Con successivo provvedimento verrà approvato il
modello di dichiarazione di cui agli artt. 34, comma 4, e 37 del
decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni
(modello 730), e le relative istruzioni, che terrà conto delle
modifiche contenute nei provvedimenti normativi applicabili
al periodo di imposta 2001.
Motivazioni
Il presente provvedimento è emanato in relazione a quanto
disposto dall’art. 7 bis, commi 1 e 2, del D.P.R. 29 settembre
1973, n. 600, in base al quale i soggetti indicati nel Titolo III del
medesimo decreto che corrispondono somme e valori soggetti a
ritenute alla fonte secondo le disposizioni dello stesso titolo, devono
rilasciare un’apposita certificazione (CUD), unica anche ai fini
dei contributi dovuti all’Istituto nazionale per la previdenza sociale
(INPS) ed agli altri Enti e Casse previdenziali individuati con
decreto del Ministro delle finanze. Al riguardo, con decreto 25 agosto
1999 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 207 del 3 settembre
1999), la certificazione unica (CUD) e la dichiarazione
unica dei sostituti d’imposta è stata estesa anche ai fini dei contributi
dovuti all’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell’amministrazione pubblica (INPDAP) e all’Istituto nazionale
di previdenza per i dirigenti di aziende industriali (INPDAI).

Lavoro e previdenza
Con il presente provvedimento vengono, altresì, definite
le modalità per l’adempimento dell’obbligo di rilascio della certificazione
dei redditi diversi di natura finanziaria, secondo
quanto previsto dall’art. 10, comma 3, del D.Lgs. 21 novembre
1997, n. 461.
Infine, il presente provvedimento tiene conto di quanto
stabilito dall’art. 1 del citato decreto n. 600/1973, e successive
modificazioni, in base al quale i soggetti esonerati dall’obbligo
di presentare la dichiarazione dei redditi, ai fini della scelta della
destinazione dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle
persone fisiche, prevista dall’art. 47 della legge 20 maggio
1985, n. 222, e dalle leggi che approvano le intese con le confessioni
religiose di cui all’art. 8, 3º comma, della Costituzione,
possono presentare la certificazione unica rilasciata dai sostituti
d’imposta con le modalità previste ed entro il termine stabilito
per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Pertanto, il presente provvedimento approva lo schema di
certificazione unica, modello CUD 2002, unitamente alle informazioni
per il contribuente contenute nell’Allegato 1, da utilizzare
ai fini dell’attestazione dell’ammontare complessivo dei redditi
di lavoro dipendente e dei redditi a questo assimilati, di cui agli
artt. 46 e 47 del Testo unico delle imposte sui redditi, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.
917, corrisposti nell’anno 2001, delle anticipazioni sulle indennità
di fine rapporto, delle indennità di fine rapporto corrisposte
per la cessazione dei rapporti di lavoro dipendente, avvenute a
partire dal 1974 o non ancora avvenute, delle relative ritenute di
acconto operate, delle detrazioni effettuate, dei dati previdenziali
ed assistenziali relativi alla contribuzione versata o dovuta
all’INPS, all’INPDAI e all’INPDAP, nonchè per l’attestazione
dell’ammontare dei trattamenti pensionistici corrisposti, delle
ritenute di acconto operate e delle detrazioni effettuate.
Con lo stesso provvedimento sono altresì approvate le
istruzioni per il datore di lavoro, ente pensionistico e altro sostituto
d’imposta per la compilazione dei dati fiscali, contenute nell’Allegato
2 al presente provvedimento, nonchè le istruzioni per il
datore di lavoro, ente pensionistico e altro sostituto d’imposta per
la compilazione dei dati previdenziali e assistenziali INPS, INP-
DAI e INPDAP, indicate nell’Allegato 3 al provvedimento stesso.
Si riportano i riferimenti normativi del presente provvedimento.
Attribuzioni del Direttore dell’Agenzia delle entrate
— Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante la riforma dell’organizzazione
del Governo, a norma dell’art. 11 della legge
15 marzo 1997, n. 59 (art. 57; art. 62; art. 66; art. 67, comma 1;
art. 68, comma 1; art. 71, comma 3, lett. a); art. 73, comma 4);
— Statuto dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2001 (art. 5, comma 1; art. 6,
comma 1);
— Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle entrate,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio
2001 (art. 2, comma 1);
— Decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 2000, concernente
disposizioni recanti le modalità di avvio delle agenzie
fiscali e l’istituzione del ruolo speciale provvisorio del
personale dell’Amministrazione finanziaria a norma degli
artt. 73 e 74 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
9
TERAMOIMPRESA 7/2001
Disciplina normativa di riferimento
— Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973,
n. 600, e successive modificazioni: disposizioni in materia di
accertamento delle imposte sui redditi (artt. 1 e 7 bis);
— Legge 31 dicembre 1996, n. 675, in materia di tutela delle
persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali;
— Decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241: norme di semplificazione
degli adempimenti dei contribuenti in sede di
dichiarazione dei redditi e dell’imposta sul valore aggiunto,
nonchè di modernizzazione del sistema di gestione delle
dichiarazioni, come modificato dal decreto legislativo 28
dicembre 1998, n. 490, recante la revisione della disciplina
dei Centri di assistenza fiscale;
— Decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 314, e successive
modificazioni, recante norme in materia di armonizzazione,
razionalizzazione e semplificazione delle disposizioni fiscali
e previdenziali concernenti i redditi di lavoro dipendente
ed i relativi adempimenti da parte dei datori di lavoro;
— Decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, in base al
quale, tra l’altro, devono essere stabilite con decreto del
Ministro delle finanze le modalità per l’adempimento dell’obbligo
di rilascio della certificazione dei redditi diversi di
natura finanziaria (art. 10, comma 3);
— Decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, concernente
disposizioni per l’introduzione dell’Euro nell’ordinamento
nazionale, a norma dell’art. 1, comma 1, della legge 17
dicembre 1997, n. 443;
— Decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n.
322, e successive modificazioni, recante modalità per la presentazione
delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi,
all’imposta regionale sulle attività produttive e all’imposta
sul valore aggiunto (art. 4);
— Decreto 25 agosto 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 207 del 3 settembre 1999, concernente l’estensione all’Istituto
nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione
pubblica (INPDAP) e all’Istituto nazionale di previdenza
per i dirigenti di aziende industriali (INPDAI) della
certificazione unica (CUD) e della dichiarazione unica dei
sostituti d’imposta anche ai fini dei contributi dovuti ad altri
enti e casse;
— Decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 506, recante, tra
l’altro, disposizioni modificative delle modalità di prelievo
dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone
fisiche sui redditi di lavoro dipendente e assimilati;
— Decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 47, concernente la
riforma della disciplina fiscale della previdenza complementare,
a norma dell’art. 3 della legge 13 maggio 1999, n. 133;
— Legge 27 luglio 2000, n. 212, in materia di Statuto dei diritti
del contribuente;
— Legge 21 novembre 2000, n. 342, concernente misure in
materia fiscale;
— Decreto legislativo 12 aprile 2001, n. 168, recante disposizioni
correttive del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n.
47, in materia di riforma della disciplina fiscale della previdenza
complementare;
— Legge 18 ottobre 2001, n. 383, recante primi interventi per
il rilancio dell’economia.

TERAMOIMPRESA 7/2001
FONDAPI
Modalità di versamento dei contributi
Facciamo riferimento alla circolare n. 142/01 del 14
novembre 2001 pregandoVi di prendere nota che il CAB
del conto corrente per il versamento dei contributi a FON-
DAPI non è 1417 ma 1719.
Pertanto beneficiario e coordinate complete risultano
come di seguito riportate:
C/C da accreditare: 474
Beneficiario: FONDAPI
Via Colonna Antonina 52 – 00186
Roma
Ubicato presso: UNICREDITO ITALIANO
Filiale di Piazza Cordusio, 1 – 20121
MILANO – Codice filiale 995
ABI 3135 CAB 1719
INAIL - PASSAGGIO
ALL’EURO E RIFLESSI
SULL’AUTOLIQUIDAZIONE
2001/2002
L’INAIL, in vista del passaggio dalla lira all’euro,
con nota del 29 novembre 2001 ha illustrato i criteri adottati
dall’Istituto per la prossima autoliquidazione dei premi
in scadenza al 16 febbraio 2002 e le conseguenti modifiche
apportate alla modulistica ed agli altri strumenti di
lavoro utilizzati a tal fine.
Testo del documento
INAIL nota 29 novembre 2001
Dal 1º gennaio 2002 - per effetto di quanto disposto dall’art.
16 del D.Lgs. 24 giugno 1998, n. 213 - l’euro sostituirà
obbligatoriamente la lira quale unità di conto.
Nell’annunciare l’emanazione di una prossima circolare
sull’argomento, si anticipano con la presente i criteri da seguire
per la prossima autoliquidazione dei premi in scadenza al 16
febbraio 2002 e, con l’occasione, le conseguenti modifiche
apportate alla modulistica ed agli altri strumenti di lavoro utilizzati
a tal fine.
10
Lavoro e previdenza
Denuncia delle retribuzioni
La denuncia dei dati retributivi afferenti l’anno 2001
potrà essere effettuata, nei termini di legge (16 febbraio 2002
ovvero 28 febbraio 2002 se presentata su supporto magnetico),
in lire o in euro.
Per tale adempimento dovrà essere utilizzata, qualunque
sia la valuta prescelta, una nuova versione unificata del relativo
modulo (vedi all. 1) che l’Istituto, come di consueto, farà pervenire
tempestivamente a ciascun datore di lavoro con riferimento
alle posizioni assicurative a lui intestate.
Nel fare rinvio, per le modalità di compilazione, all’opuscolo
«AUTOLIQUIDAZIONE PREMI - CONTRIBUTI ASSO-
CIATIVI» di imminente pubblicazione, si fa rilevare come, rispetto
alla precedente versione, le novità riguardino principalmente:
— l’impostazione in verticale del modulo e la conseguente sua
articolazione in due colonne, il che consente, tra l’altro, di
fornire, a chi ne faccia motivata richiesta, modulistica a trascinamento
non prestampata da utilizzare per operazioni
massive di elaborazione e stampa delle denunce in argomento;
— l’inserimento nella prima sezione di un apposito riquadro
per l’indicazione, a cura del datore di lavoro, della valuta
(lire o euro) in cui saranno espressi tutti i dati retributivi
oggetto della dichiarazione;
— le modalità di indicazione dei dati retributivi, che:
— qualora siano espressi in lire, dovranno essere riportati per
intero senza alcun troncamento di cifre;
— qualora siano espressi in euro, dovranno essere arrotondati
all’unità, seguendo i criteri generali vigenti in materia e
meglio specificati nell’opuscolo in corso di predisposizione;
— l’inserimento di una specifica sezione nella quale dovrà
essere scomposto, distintamente per tipologie di agevolazione
(ved. all. 3) e utilizzando i codici riportati sul retro del
modulo, l’importo complessivo delle retribuzioni parzialmente
esenti da contribuzione eventualmente dichiarato.
Qualora il numero delle righe della sezione dovesse rilevarsi
insufficiente, sarà disponibile presso le sedi INAIL uno
specifico modulo supplementare (all. 2);
— l’eliminazione dei campi già previsti nella precedente modulistica
per l’indicazione dei dati relativi a:
— totale complessivo per quadratura;
— totale premio per regolazione;
— totale premio per rata;
— totale premio dovuto;
- data presentazione.
Calcolo e versamento dei premi
In linea con quanto precedente previsto, i datori di lavoro
che presentino la denuncia delle retribuzioni in lire potranno
sviluppare in questa valuta anche i successivi conteggi per la
determinazione di quanto complessivamente dovuto a titolo di
autoliquidazione.
Resta ferma, in quest’ultimo caso, la necessità di convertire
in euro, con arrotondamento alle due cifre decimali, l’importo
finale risultante dai conteggi.
Coerentemente, la comunicazione delle basi di calcolo dei
premi che l’Istituto trasmetterà ai datori di lavoro, insieme con
l’altra modulistica di rito, sarà compilata sia in lire che in euro.

Lavoro e previdenza
Informazioni più dettagliate sulle modalità di calcolo e di
versamento dei premi verranno fornite con il citato opuscolo
«AUTOLIQUIDAZIONE DEI PREMI - CONTRIBUTI ASSO-
CIATIVI», presto consultabile anche sul sito www.inail.it.
Allegati
(Omissis)
INPS - CRITERI ADDOTTATI
PER IL PASSAGGIO DALLA
LIRA ALL’EURO
L’INPS, con circolare n. 208 del 27 novembre 2001,
ha illustrato i criteri che saranno adottati dall’Istituto sul
passaggio dalla Lira all’Euro ed i conseguenti riflessi in
materia di entrate contributive.
Testo del documento
INPS circolare 27 novembre 2001, n. 208
Sommario: Dal 1º gennaio 2002 l’euro è adottato, quale
unità monetaria di conto, in sostituzione della lira. attività connesse
al passaggio dalla lira all’euro in materia di entrate contributive.
Deliberazione del Consiglio di amministrazione n.
176 del 21 giugno 2001.
Com’è noto, a decorrere dal 1º gennaio 2002 l’adozione
dell’euro è obbligatoria, quale unità monetaria di conto, in sostituzione
della lira (art. 16 D.Lgs. 24 giugno 1998, n. 213).
La presente circolare illustra i criteri che saranno adottati
dall’Istituto nel passaggio dalla lira all’euro e porta a conoscenza
delle Sedi i riflessi sul versante delle entrate contributive.
Quadro normativo di riferimento
La normativa in materia è contenuta in:
— regolamento n. 1103/97, del Consiglio CE del 17 giugno
1997 relativo a talune disposizioni per l’introduzione dell’euro
(allegato n. 1);
— legge 17 dicembre 1997, n. 433, di delega al governo per
l’introduzione dell’euro (allegato n.2);
— regolamento n. 974/98, del Consiglio CE del 3 maggio 1998
relativo all’introduzione dell’euro (allegato n. 3);
— decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, disposizioni per
l’introduzione dell’euro nell’ordinamento nazionale, emanato
in attuazione della legge-delega 17 dicembre 1997, n. 433
(allegato n. 4);
— decreto legislativo 15 giugno 1999, n. 206. Disposizioni
integrative e correttive del decreto legislativo 24 giugno
1998, n. 213 (allegato n. 5).
Le disposizioni amministrative per l’adozione dell’euro
sono contenute in:
— INPS deliberazione del Consiglio di amministrazione n.
1123 del 17 novembre 1998;
11
TERAMOIMPRESA 7/2001
— INPS circolare n. 245 del 7 dicembre 1998;
— INPS deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 176
del 26 giugno 2001;
— INPS circolare n. 139 del 12 luglio 2001;
— Ministero delle finanze, circolare n. 291/E del 23 dicembre
1998 (allegato n. 6);
— Ministero del lavoro, circolare n. 83/2001 del 4 ottobre 2001
(allegato n. 7);
— INPS circolare n. 196 del 8 novembre 2001;
Tasso di conversione
Il tasso di conversione, irrevocabilmente fissato, è: «euro
1 = lire 1936,27».
Principi generali
I principi generali che regolano la materia sono i seguenti.
L’art. 2, c. 1, lett. b) della legge 17 dicembre 1997, n.
433, sancisce il principio della neutralità del passaggio dalla
moneta nazionale all’euro e degli effetti conseguenti.
Ove uno strumento giuridico faccia riferimento ad un’unità
monetaria nazionale, tale riferimento ha il medesimo valore
di un riferimento all’unità euro in base ai tassi di conversione.
Il decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, emanato in
attuazione della legge-delega 17 dicembre 1997, n. 433, come
modificato dal decreto legislativo 15 giugno 1999, n. 206, contiene
le disposizioni per l’adozione delle norme comunitarie sul
passaggio alla moneta unica europea e per favorire un ordinato
e trasparente passaggio dalla lira all’euro, in particolare l’art. 3
(calcoli intermedi) e l’art. 4 (importi in lire contenuti in norme
vigenti) illustrano le regole inerenti la conversione lira/euro ed i
relativi criteri di arrotondamento.
Procedure ed archivi automatizzati
Area aziende
Denunce contributive dei datori di lavoro non agricoli
Le denunce riferite al periodo di paga relativo al mese dicembre
2001 potranno essere presentate in lire entro il termine legale
di scadenza (16 gennaio 2002, ovvero 31 gennaio 2002 per
quelle presentate su supporto magnetico o via Internet).
Le denunce riferite al periodo di paga fino al mese dicembre
2001 per i datori di lavoro per i quali è previsto un termine
differito (aziende amatoriali, della pesca, e Amministrazioni
dello Stato) potranno essere presentate in lire entro il predetto
termine differito.
A partire dal periodo di paga gennaio 2002 le denunce mod.
DM10/2 (anche quelle presentate su supporto magnetico o via Internet)
dovranno essere obbligatoriamente presentate in euro.
A partire dal mese di gennaio 2002 le denunce relative a
periodi pregressi, quelle insolute e quelle relative a regolarizzazioni
contributive (mod. DM 10/V), dovranno essere obbligatoriamente
presentate in euro.
Ai fini della compilazione delle denunce in euro si rinvia
alla circolare n. 245 del 7 dicembre 1998 che contiene in allegato
la deliberazione del Consiglio di amministrazione dell’Istituto
n. 1123 del 17 novembre 1998, nella quale sono indicati i criteri
per l’arrotondamento all’unità di euro delle retribuzioni
imponibili individuali da assoggettare a contribuzione, dei con-

TERAMOIMPRESA 7/2001
tributi e delle altre somme a debito e a credito dei datori di lavoro
(i predetti criteri sono stati recepiti dal Ministero del lavoro
nella circolare n. 83/2001).
Si precisa che l’arrotondamento all’unità di euro è riferito:
— alle retribuzioni e compensi imponibili individuali ai fini
contributivi;
— alle retribuzioni, ai compensi cumulativi ed alle somme a
debito e a credito da esporre sulle denunce periodiche che il
datore di lavoro è tenuto a presentare all’INPS in base alla
normativa vigente.
L’arrotondamento deve essere effettuato come segue:
fino a 49 centesimi si arrotonda all’unità di euro inferiore, da 50
centesimi in poi si arrotonda all’unità di euro superiore.
Si ribadisce altresì, che per le denunce presentate su supporto
magnetico o via Internet -fermo restando il criterio di arrotondamento
sopra enunciato- le informazioni devono essere
esposte senza l’indicazione delle due cifre decimali.
Pagamenti per note di rettifica da DM10/2
L’importo è arrotondato all’unità di euro con le stesse
modalità del mod. DM10/2.
Abbuono dei piccoli crediti/debiti
La materia è stata trattata nella circolare n. 265 del 14
dicembre 1989 che illustra la deliberazione del Comitato esecutivo
n. 872 del 27 luglio 1989.
In considerazione di quanto disposto dall’art. 2, c. 1, lett.
b) della legge 17 dicembre 1997, n. 433, l’importo di lire 20.000
per la rinuncia all’azione amministrativa è convertito in _ 10,33.
Gli importi dovuti o rimborsati saranno arrotondati all’unità
di euro seguendo le regole generali previste dalla deliberazione del
Consiglio di amministrazione n. 1123 del 17 novembre 1998.
Sanzioni amministrative
Sull’argomento si rinvia alla circolare del Ministero del
lavoro n. 83 del 4 ottobre 2001, contenuta in allegato.
Limite minimo di retribuzione giornaliera ed aggiornamento
degli altri valori per il calcolo di tutte le contribuzioni dovute in
materia di previdenza ed assistenza sociale
Si fa rinvio alla circolare di prossima emanazione per la
determinazione per l’anno 2002 dei valori in argomento.
In merito a tale circolare, si anticipano alcuni criteri inerenti
ai principi guida delle operazioni di conversione.
Minimali di retribuzione giornaliera (art. 1 della legge 26 settembre
1981, n. 537)
I minimali in argomento sono quelli determinati ai sensi
del D.L. 29 luglio 1981, n. 402, convertito dalla legge 26 settembre
1981, n. 537, annualmente aggiornati, ai sensi dell’art. 7
della legge 11 novembre 1983, n. 638, modificato dall’art. 1, c.
2, del D.L. 9 ottobre 1989, n. 338, convertito nella legge 7
dicembre 1989, n. 389, con il coefficiente dato dalla variazione
percentuale ai fini della perequazione automatica delle pensioni
calcolato dall’ISTAT.
Al riguardo, si specifica che l’importo del trattamento
minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori
dipendenti in vigore al 1° gennaio 2002, preso a base delle
successive operazioni, sarà calcolato e arrotondato al centesimo
di euro superiore, aderendo ai criteri contenuti nella circolare
12
Lavoro e previdenza
dell’Istituto n. 139 del 12 luglio 2001, emanata a seguito della
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 176 del 26 giugno
2001, la quale, in deroga alla regola generale, stabilisce che
«a decorrere dal 1° gennaio 2002 tutti gli importi di pensione che
costituiscono valore autonomo da contabilizzare, sono arrotondati
al centesimo di euro superiore se a favore del pensionato; sono
arrotondati al centesimo di euro inferiore in caso contrario».
I valori dei minimali giornalieri saranno espressi in centesimi
di euro arrotondati secondo la regola generale.
Si allega la tabella degli importi dei minimali retributivi
dal 1º maggio 1952 al 31 dicembre 2001 espressi al decimillesimo
di euro (allegato n. 8), la quale sarà utilizzata dalle procedure
informatiche.
Tale criterio di espressione è stato adottato in ossequio al
principio della neutralità del passaggio dalla moneta nazionale
all’euro e degli effetti giuridici conseguenti.
I predetti minimali dovranno essere utilizzati in caso di
regolarizzazioni contributive.
Limite minimo di retribuzione giornaliera per le retribuzioni
convenzionali delle cooperative ex D.P.R. n. 602/1970
Il limite minimo delle retribuzioni convenzionali per le
cooperative rientranti nel campo di applicazione del D.P.R. 30
aprile 1970, n. 602, salve le competenze ministeriali, sarà convertito
secondo il principio generale in materia di conversione
lira/euro contenuto nel quadro normativo e sarà arrotondato
secondo i criteri per l’arrotondamento all’unità di euro delle
retribuzioni imponibili da assoggettare a contribuzione.
Si fa rinvio alla circolare di prossima emanazione, nella
quale sarà illustrato il D.Lgs. emanato in base all’art. 4, c. 3 della
legge n. 142/2001.
Si allega la tabella degli importi dei minimali retributivi,
ex art. 4 D.P.R. n. 602/1970 ed ex art. 2 D.M. 3 dicembre 1999,
fino al 31 dicembre 2001 espressi al decimillesimo di euro (allegato
n. 9).
Quota di retribuzione soggetta all’aliquota aggiuntiva di un
punto percentuale (art. 3-ter legge 14 novembre 1992, n. 438)
Per quanto concerne la quota di retribuzione soggetta
all’aliquota aggiuntiva di un punto percentuale, l’arrotondamento
sarà effettuato all’unità di euro seguendo le regole in materia
di imponibile contributivo previste dalla deliberazione del
Consiglio di amministrazione n. 1123 del 17 novembre 1998.
Massimale annuo della base contributiva e pensionabile (art. 2,
c. 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335)
Il massimale annuo della base contributiva e pensionabile
previsto dall’art. 2, c. 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335, per i
nuovi iscritti dal 1° gennaio 1996 a forme pensionistiche obbligatorie
e per coloro che optano per la pensione con il sistema contributivo
sarà arrotondato all’unità di euro seguendo le regole in materia
di imponibile contributivo previste dalla deliberazione del
Consiglio di amministrazione n. 1123 del 17 novembre 1998.
Limite di retribuzione per l’accredito dei contributi obbligatori
e figurativi (art. 7, c. 1, del D.L. 12 settembre 1983, n. 463)
Il limite di retribuzione per l’accredito dei contributi
obbligatori e figurativi di cui all’art. 7, c. 1, primo periodo, del
decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modi-

Lavoro e previdenza
ficazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, modificato dall’art.
1, c. 2, della legge 7 dicembre 1989, n. 389, sarà calcolato
sull’importo del trattamento minimo mensile di pensione in
pagamento alla data del 1° gennaio 2002 in base ai criteri contenuti
nella circolare dell’Istituto n. 139 del 12 luglio 2001, ed
arrotondato per eccesso al centesimo di euro.
Si fa riserva di comunicare i limiti di retribuzione per
l’accredito dei contributi obbligatori e figurativi a far tempo dall’anno
1984.
Quote associative
L’importo cumulativo a debito dei datori di lavoro, da
esporre sulla denuncia mensile di DM10/2, dovrà essere arrotondato
all’unità di euro seguendo le regole generali previste
dalla deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 1123
del 17 novembre 1998.
Altri valori
Il minimale giornaliero delle retribuzioni convenzionali
diverso da quello stabilito per le cooperative rientranti nel campo
di applicazione del D.P.R. 30 aprile 1970, n. 602, i valori delle
retribuzioni convenzionali in genere e gli importi che non
concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente (art. 48, c.
9 del T.U.I.R., approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917,
come sostituito dall’art. 3 del D.Lgs. 2 settembre 1997, n. 314),
salve le competenze ministeriali, saranno convertiti secondo il
principio generale in materia di conversione lira/euro contenuto
nel quadro normativo (art. 4 D.Lgs. n. 213/1998: gli importi
contenuti in norme vigenti, espressi in migliaia di lire, vengono
convertiti utilizzando due cifre decimali).
Gli imponibili risultanti saranno arrotondati secondo i
criteri per l’arrotondamento all’unità di euro delle retribuzioni
imponibili da assoggettare a contribuzione.
Apprendisti
Si rimanda alla circolare di prossima emanazione per la
determinazione del contributo settimanale per l’anno 2002.
L’importo del contributo settimanale sarà espresso in
centesimi di euro.
Area contributi Individuali
Lavoratori domestici
Con la circolare n. 71 del 22 marzo 2001 sono stati determinati,
per l’anno 2001, gli importi delle fasce retributive ed i
relativi importi della contribuzione espressi in lire con la corrispondente
conversione in euro.
L’Istituto invierà ai datori di lavoro la modulistica per il
pagamento della contribuzione dovuta dal 1º gennaio 2002,
compreso ovviamente il bollettino relativo al quarto trimestre
2001, predisposta per il pagamento in euro. L’importo da esporre,
a cura del datore di lavoro, dovrà pertanto essere indicato al
centesimo di euro.
Si rimanda alla circolare di prossima emanazione per la
determinazione per l’anno 2002 delle fasce retributive e del contributo
orario.
Le procedure di ripartizione contabile ed accreditamento
dei contributi, saranno disponibili in lire, utilizzando l’attuale
procedura fino alla chiusura del periodo suppletivo 2001.
Si fa presente fin d’ora la necessità di completare entro
13
TERAMOIMPRESA 7/2001
tale periodo la gestione di eventuali SC7/24 ancora sospesi, poichè,
con l’avvio dell’anno contabile 2002, gli archivi di gestione
su AS400 non saranno più utilizzabili, in quanto l’attuale
procedura verrà dismessa.
Con l’avvio della gestione in euro, sarà rilasciata una
nuova procedura in corso di reingegnerizzazione.
Ovviamente, nel caso in cui, presso qualche sede, fossero
rimasti ancora inevasi versamenti in lire, gli stessi saranno
acquisibili in lire, con conversione automatica in euro all’interno
della nuova procedura.
Al momento del rilascio saranno comunicate le opportune
istruzioni operative.
Per quanto riguarda i versamenti da condono ancora in
corso, verrà messa a disposizione delle sedi una procedura «ad
hoc» per la stampa di specifici bollettini in euro.
Al riguardo, si rinvia a quanto disposto nel messaggio
della D.C. Sistemi informativi e telecomunicazioni n. 677 del 13
novembre 2001.
Pescatori autonomi
Si rimanda alla circolare di prossima emanazione per la
determinazione della contribuzione in euro dovuta per l’anno
2002.
L’Istituto provvederà, come di consueto, alla fornitura
dei modelli F24 personalizzati necessari per l’assolvimento dell’obbligo
contributivo.
Le procedure di ripartizione contabile ed accreditamento
dei contributi, saranno disponibili in lire fino alla chiusura del
periodo suppletivo 2001.
Si fa presente fin d’ora la necessità di completare entro
tale periodo la gestione di eventuali SC7/24 ancora sospesi, in
quanto, con l’avvio dell’anno contabile 2002, gli archivi di
gestione su AS400 saranno azzerati, al fine di ripartire «ex
novo» con la nuova gestione in euro.
Ovviamente, nel caso in cui, presso qualche sede, fossero
rimasti ancora inevasi versamenti in lire successivamente alla
chiusura del periodo suppletivo, gli stessi saranno acquisibili in
lire, con conversione automatica in euro all’interno della procedura
stessa.
Al momento del rilascio saranno comunicate le opportune
istruzioni operative.
Per quanto riguarda invece le procedure connesse alla
gestione della posizione assicurativa, in seguito all’emissione
dell’estratto conto già annunciata, si fa riserva di comunicarne
le modalità sia amministrative che tecniche con apposita comunicazione.
Prosecutori volontari
L’Istituto provvederà alla fornitura dei bollettini di c/c
postale personalizzati necessari per il pagamento in euro della
contribuzione dovuta a partire dal quarto trimestre 2001 (scadenza
31 marzo 2002). L’importo dei contributi sarà pertanto
arrotondato al centesimo di euro.
Una volta determinate le variazioni da applicare per il
2002, sarà effettuato il relativo rinnovo.
Le procedure di ripartizione contabile ed accreditamento
dei contributi, saranno disponibili in lire fino alla chiusura del
periodo suppletivo 2001.

TERAMOIMPRESA 7/2001
Si fa presente fin d’ora la necessità di completare entro
tale periodo la gestione di eventuali SC7/24 ancora sospesi, in
quanto, con l’avvio dell’anno contabile 2002, gli archivi di
gestione su AS400 saranno azzerati, al fine di ripartire «ex
novo» con la nuova gestione in euro.
Ovviamente, nel caso in cui presso qualche sede fossero
rimasti ancora inevasi versamenti in lire successivamente alla
chiusura del periodo suppletivo, gli stessi saranno acquisibili in
lire, con conversione automatica in euro all’interno della procedura
stessa.
Al momento del rilascio saranno comunicate le opportune
istruzioni operative.
Le procedure per il rilascio delle autorizzazioni e relativo
riesame o ricorso, nonchè quelle per l’emissione di eventuali
duplicati, o rilascio di VV08, o riammissione in termini,
saranno sostituite con procedure in euro, reingegnerizzate su
piattaforma Intranet, comprensive della gestione dell’istruttoria.
Al riguardo si fa presente che le nuove autorizzazioni
rilasciate dopo il 1º gennaio 2002, ma con decorrenza anteriore
a tale data, continueranno a calcolare la retribuzione media in
lire per omogeneità con le autorizzazioni precedentemente rilasciate,
in quanto:
— per i lavoratori autonomi le tabelle di riferimento sono in lire
e non verranno convertite;
— per i lavoratori dipendenti con il calcolo a percentuale vige la
precedente regola dell’arrotondamento alle 50 lire per eccesso
o per difetto, prima di applicare l’aliquota contributiva.
Nella documentazione rilasciata, tale importo in lire verrà
convertito al centesimo di euro.
Il mantenimento della regola suddetta per le autorizzazioni
con decorrenza anteriore al 2002, comporta l’esigenza di
continuare a gestire in lire l’applicazione della rivalutazione
annuale fino a quella dell’anno 2001, e conseguentemente a calcolare
in lire il contributo dovuto fino al 31 dicembre 2001.
Ovviamente la determinazione dell’importo da versare,
corrispondente al periodo suddetto calcolato in lire (senza arrotondamento
finale alle 10 lire come previsto attualmente), verrà
effettuata in euro con arrotondamento al centesimo di euro.
Il successivo periodo sarà calcolato direttamente in euro,
prendendo a base la retribuzione media vigente al 2001 convertita
da lire a euro con quattro decimali, determinando l’importo
del contributo:
— per i lavoratori autonomi con le nuove tabelle di riferimento
in euro;
— per i lavoratori dipendenti applicando le rivalutazioni successive
al 2001 con l’indice ISTAT e l’importo settimanale
dovuto con l’aliquota contributiva.
L’importo unitario del contributo così determinato (mensile
per gli autonomi e settimanale per i lavoratori dipendenti) è
sempre al centesimo di euro.
Per le autorizzazioni con decorrenza posteriore al 1° gennaio
2002 la retribuzione media e il relativo contributo saranno
determinati al centesimo di euro.
Le innovazioni contenute in tali procedure saranno
comunicate con apposita circolare e daranno luogo ad opportuni
interventi formativi.
Area lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) e
parasubordinati
14
Lavoro e previdenza
Lavoratori autonomi
Sino alla chiusura dell’esercizio contabile 2001 (la chiusura
del bilancio suppletivo avverrà il giorno 18 gennaio 2002)
gli archivi di gestione rimarranno espressi in lire congiuntamente
a tutte le applicazioni collegate (intese come processi
interni) e pertanto almeno in una prima fase temporale essi continueranno
a lavorare in lire.
Dopo il 18 gennaio 2002 agli utilizzatori di sede i risultati
delle applicazioni appariranno visualizzati in euro; a disposizione
degli operatori sarà comunque presente nelle procedure,
il pulsante funzionale F 13 il quale permetterà la conversione
degli importi da euro a lire.
Dall’emissione relativa all’anno 2002 in poi, i dati saranno
tutti registrati e presentati in euro.
Nelle attività di adeguamento che verranno effettuate
sulle basi dati riguardanti le emissioni per gli anni 2001 e precedenti,
le operazioni di conversione intermedie opereranno con
il criterio della conversione in euro con quattro decimali (decimillesimi
di euro).
Questo garantirà la precisione alla lira nelle conversioni
predette, nonchè l’assoluta corrispondenza con la situazione
contabile precedentemente espressa in lire.
Sulle maschere procedurali, agli operatori di Sede verranno
visualizzati i valori finali espressi al centesimo di euro.
Contribuzione IVS sul minimale di reddito
Il reddito minimo annuo da prendere in considerazione ai
fini del calcolo del contributo IVS dovuto dagli artigiani e dagli
esercenti attività commerciali è ottenuto sulla base delle disposizioni
contenute nell’art. 1, comma 3, della legge 2 agosto
1990, n. 233.
Tale valore è convertito secondo i principi generali in
materia di conversione lira/euro contenuti nel quadro normativo.
Per quanto concerne l’esposizione degli importi prestampati
dall’Istituto sul modello di pagamento F24, relativo ai
contributi dovuti sul minimale, tali importi saranno arrotondati
per le prime tre rate all’euro superiore mentre per quanto riguarda
la quarta rata, essa verrà ridotta degli arrotondamenti in
eccesso applicati sulle prime tre rate emesse; l’importo risultante
sarà arrotondato all’unità di euro.
Contribuzione dovuta sulla base della quota di reddito d’impresa
eccedente il minimale
La contribuzione dovuta sulla base della quota di reddito
d’impresa superiore al minimale, in analogia alla contribuzione
IVS sul minimale di reddito, dovrà anch’essa essere arrotondata
all’unità di euro.
Massimale di reddito imponibile
Il massimale di reddito annuo entro il quale sono dovuti
i contributi IVS è stabilito dal comma 4 dell’art. 1 della legge 2
agosto 1990, n. 233.
Tale valore è convertito secondo i principi generali in
materia di conversione lira/euro contenuti nel quadro normativo.
Per i lavoratori privi di anzianità contributiva che si iscrivono
con decorrenza gennaio 1996 o successiva, il massimale
annuo è quello previsto dall’art. 2, c. 18, della legge 8 agosto
1995, n. 335.

Lavoro e previdenza
Contribuzione per le prestazioni di maternità
Il contributo, per effetto di quanto disposto dall’art. 49,
c. 1, della legge 23 dicembre 1999 n. 488, già fissato nella misura
di lire 1.208,33 mensili, è convertito in euro 0,62 mensili, per
ciascun soggetto iscritto alla gestione di appartenenza.
Quote associative
Come è noto, l’importo annuale delle quote associative è
suddiviso in quattro rate trimestrali.
Per le quote di competenza dell’anno 2002, le prime tre
rate, in deroga ai principi generali, saranno arrotondate per
eccesso all’unità di euro.
Sull’importo della quarta rata verrà effettuato lo scomputo
dei centesimi di euro versati in eccedenza sulle prime tre rate.
Essa sarà, pertanto, ridotta degli arrotondamenti in eccesso
applicati sulle prime tre rate emesse e l’importo risultante
sarà arrotondato all’unità di euro.
L’importo annuale delle quote associative viene cumulato
all’importo dei contributi sul minimale.
Parasubordinati
Le attuali maschere di visualizzazione sotto modulo
base, in ambiente AS 400, prevederanno una funzione di conversione
automatica dei dati da lire a centesimi di euro.
Sugli archivi della Gestione separata è presente un apposito
«flag» che identifica il tipo di valuta, il quale permette di
sapere se il GLA è stato presentato in lire od in euro.
Attualmente solo la fase relativa alla visualizzazione dei
contributi versati prevede l’esposizione, in due colonne affiancate,
degli importi sia in lire che in euro.
Sugli archivi della Gestione separata, l’esposizione dei
dati avverrà in euro, fermo restando che le basi dati informatiche
«storiche» manterranno, almeno in una prima fase, i valori
in lire.
Nei passaggi intermedi delle operazioni di conversione
da lire ad euro, le applicazioni -operando anche con quattro
decimali - garantiranno la precisione alla lira anche per il periodo
precedente al 1998 (anni 1996 e 1997).
Per quanto concerne, invece, i modelli GLA di competenza
dell’anno 2001 (da presentare entro il 31 marzo 2002 se
valorizzati su modello cartaceo, ed entro il 30 aprile 2002 se
valorizzati su supporto magnetico od inviati mediante trasmissione
telematica dei dati via Internet, utilizzando l’apposito
software realizzato e distribuito gratuitamente dall’Istituto, circolare
n. 191 del 30 ottobre 2001) l’esposizione dei dati sui
modelli GLA/R e GLA/C da parte dei contribuenti, potrà avvenire
sia con i valori espressi in lire sia in unità di euro, secondo
gli orientamenti recentemente espressi dall’Amministrazione
finanziaria (comunicato stampa diramato dall’Agenzia delle
Entrate in data 23 ottobre 2001).
Ulteriori importi stabiliti dall’ordinamento giuridico
Per quanto non espressamente disciplinato occorre fare
riferimento ai principi generali in materia di conversione
lira/euro contenuto nel quadro normativo ed ai criteri per l’arrotondamento
all’unità di euro delle retribuzioni da assoggettare a
contribuzione, dei contributi e delle altre somme a debito e a
credito dei datori di lavoro.
15
TERAMOIMPRESA 7/2001
Modello F24 sezione INPS
Con riguardo ai contenuti riportati nelle avvertenze fornite
ai contribuenti per la compilazione del modello F24, si chiarisce
che, nella Sezione INPS del modello, l’importo va esposto in
unità di euro - sia nelle singole righe degli importi a debito versati
che in quelle degli importi a credito compensati - nonchè nelle
caselle relative al totale ed al saldo, indicando dopo la virgola,
nello spazio dedicato ai decimali, le due cifre «00».
Compensazione nel modello F24
Il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi
compensabili ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n.
241, ovvero rimborsabili, a decorrere dal 1° gennaio 2001, è
pari a lire 1 miliardo per ciascun anno solare (art. 34 della legge
23 dicembre 2000, n. 388).
Per effetto delle disposizioni richiamate nel quadro normativo
tale importo è pari a euro 516.456,90.
CONVERSIONE DEL D.L. N.
350/2001 E DISPOSIZIONI
IN MATERIA DI LAVORO
SOMMERSO
La legge n. 409 del 23 novembre 2001 (G.U. n. 274
del 24 novembre 2001), di conversione del decreto legge
n. 350/2001 recante disposizioni urgenti in vista dell’introduzione
dell’euro, ha apportato, per quel che è d’interesse,
alcune modifiche al testo originario della L. n.
383/2001, per effetto delle quali, tra l’altro, e’ stato differito
al 28 febbraio 2002, anzichè al 30 novembre 2001, il
termine ultimo di presentazione della dichiarazione di
emersione del lavoro irregolare.
Testo del documento
LEGGE 23 novembre 2001, n. 409
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25
settembre 2001, n. 350, recante disposizioni urgenti in vista
dell’introduzione dell’euro
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:
Art. 1
1. Il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350, recante
disposizioni urgenti in vista dell’introduzione dell’euro, è convertito
in legge con le modificazioni riportate in allegato alla
presente legge.

TERAMOIMPRESA 7/2001
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo
a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Allegato
Modificazioni apportate in sede di conversione
al decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350
Dopo l’articolo 1, è inserito il seguente:
«Art. 1-bis. (Conversione in euro dei valori bollati). 1. I
tabaccai e gli altri rivenditori autorizzati alla vendita al pubblico dei
valori bollati possono restituire al loro punto di approvvigionamento
i valori, compresi i foglietti cambiari, privi dell’indicazione in
euro a decorrere dal 1° gennaio 2002 e non oltre il 28 febbraio 2002,
ottenendo la contestuale sostituzione con valori di corrispondente
importo in euro, al netto dell’aggio a suo tempo percepito, previa
verifica dell’assenza di abusi e falsificazioni nei valori conferiti.
2. Con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze
sono determinate le modalità di attuazione della conversione
dei valori di cui al presente articolo e delle forme di controllo
finalizzate a garantire in maniera tempestiva e completa la tutela
contro possibili abusi e falsificazioni nella fase di introduzione
dell’euro anche con riferimento ai valori citati.
3. Con le medesime modalità di cui al comma 1 ha luogo
la sostituzione dei valori con indicazione sia in lire che in
euro, una volta determinata la nuova tariffa del bollo in euro, a
decorrere dal giorno successivo a tale determinazione e fino al
giorno finale del secondo mese successivo.
4. Quanto previsto dal presente articolo si applica anche
ai valori postali, ancorchè gli stessi non siano dichiarati ufficialmente
fuori corso per l’affrancatura».
All’articolo 2, comma 9, le parole: «lo stipendio e la tredicesima
mensilità dovute» sono sostituite dalle seguenti: «lo
stipendio e la tredicesima mensilità dovuti».
All’articolo 5, al comma 1 è premesso il seguente:
«01. Al primo comma dell’articolo 461 del codice penale,
dopo la parola: «filigrane» sono inserite le seguenti: «, programmi
informatici».
All’articolo 8, comma 3, le parole: «quindicimila euri»
sono sostituite dalle seguenti: «quindicimila euro» e le parole:
«articolo 145 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385»
sono sostituite dalle seguenti: «articolo 145 del testo unico di
cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385».
All’articolo 9, comma 1, lettera a), le parole: «approvato
con» sono sostituite dalle seguenti: «di cui al».
L’articolo 10 è sostituito dal seguente:
«Art. 10. (Disposizioni in materia di imposta sostitutiva
sugli interessi, premi ed altri frutti delle obbligazioni e titoli
similari, pubblici e privati). 1. Al decreto legislativo 1° aprile
1996, n. 239, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 6, il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Non sono soggetti ad imposizione gli interessi, premi
ed altri frutti delle obbligazioni e titoli similari di cui all’articolo
2, comma 1, percepiti da soggetti residenti in Paesi che consentono
un adeguato scambio di informazioni e che non siano
residenti negli Stati o territori di cui all’articolo 76, comma 7bis,
del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come
individuati dai decreti di cui al medesimo comma 7-bis. Non
16
Lavoro e previdenza
sono altresì soggetti ad imposizione gli interessi, premi ed altri
frutti delle obbligazioni e titoli similari percepiti da:
a) enti od organismi internazionali costituiti in base ad
accordi internazionali resi esecutivi in Italia;
b) gli investitori istituzionali esteri, ancorchè privi di
soggettività tributaria, costituiti in Paesi di cui al primo periodo;
c) Banche centrali, anche in relazione all’investimento
delle riserve ufficiali dello Stato, di Paesi che non hanno stipulato
con la Repubblica italiana convenzioni per evitare la doppia
imposizione sul reddito, purchè tali Paesi non siano inclusi nei
decreti emanati ai sensi del predetto articolo 76, comma 7-bis.;
b) all’articolo 6, il comma 2 è abrogato;
c) all’articolo 7, il comma 2 è sostituito dal seguente:
«2. La banca o la società di intermediazione mobiliare di
cui al comma 1 deve acquisire:
a) un’autocertificazione dell’effettivo beneficiario dei proventi
dei titoli che attesti il possesso dei requisiti di cui al comma 1
dell’articolo 6 per la non applicazione dell’imposta. Relativamente
agli investitori istituzionali privi di soggettività tributaria, si considera
beneficiario effettivo l’investitore istituzionale stesso e l’autocertificazione
di cui al primo periodo deve essere resa dal relativo organo
di gestione. L’autocertificazione deve essere redatta in conformità
a quanto stabilito con uno o più decreti del Ministro dell’economia
e delle finanze, da emanare entro il 30 novembre 2001. La predetta
autocertificazione produce effetti salvo revoca e non deve essere presentata
qualora in precedenza siano state prodotte al medesimo intermediario
certificazioni equivalenti per le stesse o altre finalità;
b) i dati identificativi del soggetto non residente effettivo
beneficiario dei proventi dei titoli depositati, nonchè il codice
identificativo del titolo e gli elementi necessari a determinare gli
interessi, premi ed altri frutti, non soggetti ad imposta sostitutiva,
di sua pertinenza»;
d) all’articolo 7, comma 4, primo periodo, le parole: «dell’attestazione»
sono sostituite dalle seguenti: «della dichiarazione»;
nel secondo periodo, le parole: «La predetta attestazione
sono sostituite dalle seguenti: «La predetta dichiarazione».
2. All’articolo 26-bis del decreto del Presidente della Repubblica
29 settembre 1973, n. 600, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 1, le lettere a) e b) sono sostituite dalla seguente:
«a) soggetti residenti all’estero, di cui all’articolo 6,
comma 1, del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239, e successive
modificazioni»;
b) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
«1-bis. I requisiti di cui al comma 1 sono attestati mediante
la documentazione di cui all’articolo 7, comma 2, del decreto
legislativo 1° aprile 1996, n. 239.
3. All’articolo 5, comma 5, del decreto legislativo 21 novembre
1997, n. 461, le lettere a) e b) sono sostituite dalla seguente:
«a) soggetti residenti all’estero, di cui all’articolo 6,
comma 1, del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239, e successive
modificazioni».
4. All’articolo 9 del decreto legislativo 21 novembre
1997, n. 461, il comma 3 è sostituito dal seguente:
«3. Le disposizioni dei commi 1 e 2 si applicano nei confronti
dei soggetti residenti all’estero, di cui all’articolo 6, com-

Lavoro e previdenza
ma 1, del decreto legislativo 1º aprile 1996, n. 239, e successive
modificazioni».
5. Le disposizioni del presente articolo si applicano ai
redditi di capitale divenuti esigibili, nonchè alle plusvalenze e
agli altri redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere
dal 1 gennaio 2002. Sino all’emanazione del decreto di cui
all’articolo 76, comma 7-bis, del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
dicembre 1986, n. 917, per l’individuazione dei Paesi e territori
aventi un regime fiscale privilegiato si fa riferimento agli Stati
e alle società indicati nel decreto ministeriale 24 aprile 1992.
6. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze
possono essere previste modalità semplificate di acquisizione
delle informazioni da parte degli intermediari, basate sull’utilizzo
di mezzi informatici, che garantiscano adeguati livelli di
sicurezza, riservatezza e affidabilità dei dati».
All’articolo 11:
al comma 1, lettera a), le parole: «approvato con» sono
sostituite dalle seguenti: «di cui al»;
al comma 1, lettera b), le parole: «emanato con» sono
sostituite dalle seguenti: «di cui al»;
al comma 1, lettere c), d), e), g) e h), le parole: «d.l.» e
«d. lgs.» sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: «decreto-legge»
e «decreto legislativo»;
al comma 1, la lettera f) è soppressa.
All’articolo 12, comma 1, primo periodo, le parole:
«comunque detenute alla data di entrata in vigore del presente
decreto» sono sostituite dalle seguenti: «detenute almeno al 1°
agosto 2001»; al medesimo comma 1, secondo periodo, sono
aggiunte, in fine, le parole: «, rientrano nel patrimonio personale
e i relativi guadagni rientrano conseguentemente nel reddito
imponibile».
All’articolo 13, comma 1, dopo il primo periodo è inserito
il seguente: «Nella dichiarazione gli interessati devono inoltre
attestare che le attività da rimpatriare erano da essi detenute
fuori dal territorio dello Stato, ai sensi dell’articolo 12, comma
1, almeno al 1° agosto 2001».
All’articolo 14:
al comma 1, lettera c), dopo la parola: «nonchè» è inserita
la seguente: «per»;
al comma 4, sono aggiunte, in fine, le parole: «e di tutti
gli altri reati, con particolare riguardo alle norme antiterrorismo
nonchè per l’attività di contrasto del delitto di cui all’articolo
416-bis del codice penale»;
dopo il comma 5, è inserito il seguente:
«5-bis. Relativamente alle attività finanziarie rimpatriate
diverse dal denaro, gli interessati considerano quale costo fiscalmente
riconosciuto a tutti gli effetti, in mancanza della dichiarazione
di acquisto, l’importo risultante da apposita dichiarazione
sostitutiva di cui all’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo
21 novembre 1997, n. 461, ovvero quello indicato nella
dichiarazione riservata. In quest’ultimo caso gli interessati
comunicano all’intermediario, ai fini degli articoli 6 e 7 del predetto
decreto legislativo, la ripartizione dell’importo complessivo
indicato nella dichiarazione riservata fra le diverse specie
delle predette attività».
All’articolo 17:
al comma 1, sono aggiunte, in fine, le parole: «e tutte le
17
TERAMOIMPRESA 7/2001
altre disposizioni in materia penale, di lotta alla criminalità
organizzata e al terrorismo»;
dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:
«2-bis. L’utilizzo delle modalità di cui agli articoli 12, 15
e 16 per effettuare il rimpatrio o la regolarizzazione di attività
detenute all’estero derivanti da reati diversi da quelli per i quali
è esclusa la punibilità ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera
c), non produce gli effetti di cui al medesimo articolo 14 ed
è punito con una sanzione amministrativa pecuniaria pari al 100
per cento del valore corrente delle attività oggetto della dichiarazione
riservata».
All’articolo 19:
al comma 1, lettera a), sono aggiunte, in fine, le parole:
«e con la confisca di beni di corrispondente valore»;
al comma 1, lettera b), sono aggiunte, in fine, le parole:
«e con la confisca di beni di corrispondente valore»;
dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:
«2-bis. L’interessato che attesta falsamente nella dichiarazione
prevista dall’articolo 13 la detenzione fuori del territorio
dello Stato del denaro o delle attività rimpatriate alla data
indicata ai sensi dell’articolo 12, comma 1, è punito con la
reclusione da tre mesi a un anno».
All’articolo 20:
i commi 1 e 2 sono soppressi;
nella rubrica le parole: «Vincoli di destinazione e» sono
soppresse.
All’articolo 21, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente:
«1-bis. All’articolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole: «30 novembre 2001 sono sostituite
dalle seguenti: «28 febbraio 2002, con indicazione, oltre al
numero e alle generalità dei lavoratori emersi, del relativo costo
del lavoro in misura non inferiore a quanto previsto dai contratti
collettivi nazionali di lavoro di riferimento»;
b) al comma 2, lettera a), terzo periodo, le parole da
«dell’8 per cento» fino alla fine sono sostituite dalle seguenti:
«del 7 per cento per il primo periodo, del 9 per cento per il
secondo periodo e dell’11 per cento per il terzo periodo, e, ai fini
dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali, si applicano tassi di premio ridotti rispettivamente
del 75 per cento per il primo anno, del 70 per cento per il
secondo anno e del 65 per cento per il terzo anno»;
c) dopo il comma 2, è inserito il seguente:
«2-bis. Per il periodo di imposta in corso alla data di presentazione
della dichiarazione di emersione di cui al comma 1
non si applicano le sanzioni previste ai fini dell’imposta sul valore
aggiunto per le violazioni concernenti la liquidazione e i versamenti
periodici di tale imposta, nonchè per la mancata presentazione
della dichiarazione di inizio attività, e non sono dovuti
interessi, a condizione che il versamento dell’imposta sia effettuato
entro il termine previsto per il versamento dovuto in base
alla dichiarazione; non si applicano altresì le sanzioni previste
per l’omessa effettuazione delle ritenute e dei relativi versamenti
dovuti fino alla data di presentazione della dichiarazione»;
d) al comma 3, dopo le parole: «e dei contributi previdenziali»
sono inserite le seguenti: «e premi assicurativi»;
e) al comma 4, il quarto periodo è sostituito dai seguenti:
«I lavoratori possono, a domanda, ricostruire la loro posizione

TERAMOIMPRESA 7/2001
pensionistica relativamente ai periodi di lavoro pregressi effettuati
presso l’impresa che presenta la dichiarazione di emersione
alla quale appartengono alla data del 28 febbraio 2002. La ricostruzione,
che avviene esclusivamente mediante contribuzione
volontaria, integrata fino ad un massimo del 66 per cento della
quota a carico del datore di lavoro dal fondo di cui all’articolo 5
della legge 23 dicembre 2000, n. 388, consente di coprire, fino
ad un massimo di sessanta mesi, periodi contributivi di venti
mesi ogni dodici mesi di lavoro svolto presso la suddetta impresa
a far data dal 28 febbraio 2002. La ricostruzione avviene alla
fine di ogni periodo lavorativo di dodici mesi»;
f) il comma 8 è sostituito dal seguente:
«8. Le maggiori entrate derivanti dal recupero di base
imponibile connessa ai programmi di emersione, con esclusione di
quelle contributive, affluiscono al fondo di cui all’articolo 5 della
legge 23 dicembre 2000, n. 388. Con decreto del Ministro dell’economia
e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, è determinata la quota destinata alla riduzione
della pressione contributiva, al netto delle risorse destinate
all’integrazione del contributo previdenziale dei lavoratori che si
impegnano nei programmi di emersione ai sensi del comma 2, lettera
b), del presente articolo, in misura non superiore al 66 per cento
della quota residua rispetto alla contribuzione previdenziale versata,
e agli oneri concernenti la eventuale ricostruzione della loro
posizione previdenziale relativamente agli anni pregressi, ai sensi
del comma 4 del presente articolo, nei limiti delle risorse all’uopo
disponibili presso il fondo; con lo stesso decreto è inoltre determinata
la misura del trattamento previdenziale relativa ai periodi
oggetto della dichiarazione di emersione in proporzione alle quote
contributive versate, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza
pubblica. Con uno o più decreti del Ministro dell’economia e
delle finanze è altresì determinata la quota residua del predetto
fondo destinata al riequilibrio dei conti pubblici. I commi 2 e 3 dell’articolo
5 della citata legge n. 388 del 2000 sono abrogati»;
g) dopo il comma 8, è aggiunto il seguente:
«8-bis. Il Ministro dell’economia e delle finanze procede
annualmente, sentite le organizzazioni sindacali e di categoria, ad
una verifica dei risultati del processo di emersione in base al
numero degli imprenditori e dei lavoratori che si sono avvalsi delle
disposizioni per incentivare l’emersione dell’economia sommersa,
alla differenziazione degli stessi per il settore di attività e
ubicazione dei relativi insediamenti produttivi e, per i lavoratori,
alla rispettiva anzianità contributiva, nonchè delle conseguenti
maggiori entrate derivanti dal recupero di base imponibile».
All’articolo 22:
al comma 1, capoverso 1, le parole: «10.000 euri» sono
sostituite dalle seguenti: «10.000 euro»;
al comma 1, capoverso 8, il primo periodo è sostituito dal
seguente: «I titoli emessi dalla società di cui al comma 1 sono
assimilati ai fini fiscali ai titoli di cui all’articolo 31 del decreto
del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, e si
considerano emessi all’estero qualora siano ammessi a quotazione
in almeno un mercato regolamentato estero ovvero ne sia
previsto il collocamento anche sui mercati esteri».
All’articolo 25, comma 5, il primo periodo è sostituito
dal seguente: «I titoli di cui al comma 1 sono assimilati ai fini
fiscali ai titoli di cui all’articolo 31 del decreto del Presidente
della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, e si considerano
18
Lavoro e previdenza
emessi all’estero qualora siano ammessi a quotazione in almeno
un mercato regolamentato estero ovvero ne sia previsto il collocamento
anche sui mercati esteri».
L’articolo 26 è soppresso.
Il titolo del decreto-legge è sostituito dal seguente:
«Disposizioni urgenti in vista dell’introduzione dell’euro, in
materia di tassazione dei redditi di natura finanziaria, di emersione
di attività detenute all’estero, di cartolarizzazione e di
altre operazioni finanziarie».
LAVORATORI DISABILI
Agevolazioni contributive
L’INPS con circolare n. 203 del 19 novembre 2001
ha fornito istruzioni operative per il conguaglio delle agevolazioni
contributive a favore dei datori di lavoro che
assumono soggetti disabili.
Testo del documento
INPS circolare 19 novembre 2001, n. 203
Sommario: Istruzioni operative per il conguaglio delle agevolazioni
contributive a favore dei datori di lavoro che assumono
soggetti disabili.
1) Quadro normativo di riferimento
La legge 12 marzo 1999, n. 68, pubblicata nel supplemento
ordinario n. 57/L alla Gazzetta Ufficiale 23 marzo 1999,
n. 68, detta disposizioni finalizzate a tutelare e favorire il diritto
al lavoro dei disabili.
Nel quadro complessivo di detto intervento legislativo,
sono comprese sia norme di natura lavoristica, sia disposizioni
in materia di agevolazioni contributive ed economiche a fronte
dell’assunzione di soggetti disabili (capo IV, artt. 11-14, recante
il titolo «Convenzioni e Incentivi», allegato 1).
Tra le prime meritano attenzione le disposizioni relative
alla rimodulazione delle quote di riserva a favore di detti soggetti
e alle nuove modalità di assunzioni obbligatorie, nonchè l’espressa
abrogazione della legge 2 aprile 1968, n. 482 (disciplina
generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche amministrazioni
e le aziende private) e successive modificazioni.
Le seconde prevedono e disciplinano, a favore dei datori
di lavoro che assumono disabili, riduzioni contributive in
misura variabile in funzione del grado e della tipologia di riduzione
della capacità lavorativa del soggetto assunto.
Coerentemente con l’attuale processo di riforma del collocamento,
che prevede l’attribuzione di numerose competenze
ad uffici della Provincia individuati dalle Regioni ai sensi dell’articolo
4 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, la
legge n. 68/1999 affida ai medesimi uffici -denominati anche

Lavoro e previdenza
«servizi per l’impiego» - la concessione delle previste agevolazioni;
le stesse sono finanziate dal Fondo nazionale per il diritto
al lavoro dei disabili, le cui risorse sono ripartite annualmente
tra le Regioni con decreto.
A tal fine, per l’anno 2000 è stato emanato il decreto 26
settembre 2000, per l’anno 2001 il decreto 12 luglio 2001
(entrambi in allegato 2).
A dettare norme sul funzionamento di detto Fondo è
intervenuto il decreto interministeriale 13 gennaio 2000, n. 91
(allegato 3), il quale ha disciplinato le modalità e i criteri di
ripartizione delle risorse, nonchè il procedimento di concessione
degli incentivi.
Relativamente alle concrete modalità di rimborso delle
agevolazioni contributive in favore dei datori di lavoro, l’art. 8
del decreto sopra citato prevede la possibilità che le Regioni stipulino
«convenzioni con gli enti di previdenza obbligatoria
destinatari della contribuzione».
2) Protocollo d’intesa tra INPS e Regioni
Al fine di agevolare le Regioni nella gestione degli
incentivi in oggetto, l’Istituto ha concordato con le parti interessate
presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un
protocollo d’intesa (allegato 4), che, sostituendo quello trasmesso
con messaggio n. 000044 del 5 luglio 2001, individua le
linee di indirizzo da seguire nella stipula delle eventuali intese
con le singole Regioni.
Dallo schema di protocollo si evidenzia che l’INPS è
interessato in qualità di soggetto erogatore delle agevolazioni,
fermo restando che, in forza dell’art. 3 del decreto n. 91/2000,
l’approvazione dei programmi e la conseguente concessione
delle agevolazioni ex art. 13 legge n. 68/1999 sono di esclusiva
competenza dei servizi per l’impiego.
Pertanto, come stabilito al punto 12 del protocollo d’intesa,
nessuna responsabilità può essere attribuita all’Istituto nelle
ipotesi di denuncia di sgravi successivamente accertati quali
indebiti ovvero fruiti in misura superiore rispetto a quanto di
competenza.
Per le modalità di erogazione degli incentivi, l’intesa prevede
che l’importo delle somme spettanti a titolo di fiscalizzazione
ex art. 13 legge 12 marzo 1999, n. 68, sia corrisposto ai datori
di lavoro in sede di conguaglio dei contributi dagli stessi dovuti
relativamente ai lavoratori dipendenti (vedi il successivo punto 7).
Il protocollo prevede altresì che le Regioni autorizzino
l’Istituto a consentire ai datori di lavoro, mediante il sistema del
conguaglio, anche la fruizione dei benefici relativi a periodi
antecedenti alla data di sottoscrizione dell’intesa.
Tuttavia, le Regioni che, discrezionalmente, non intendano
avvalersi di tale possibilità, all’atto della stipula dell’intesa stessa,
ometteranno di inserire l’apposito punto 3 del protocollo allegato,
dandone comunicazione ai datori di lavoro interessati.
In tale ipotesi si ricorda, per quanto superfluo, di tener
conto, nella stesura dell’intesa, della conseguente diversa numerazione
degli articoli e dei relativi riferimenti.
Come inoltre previsto dal punto 7 del protocollo d’intesa,
entro il 30 aprile di ogni anno l’Istituto si impegna a trasmettere
ad ogni Regione firmataria dell’intesa l’elenco, su base
provinciale, delle aziende beneficiarie, corredato da un riepilogo
contenente:
19
TERAMOIMPRESA 7/2001
— il numero dei lavoratori, distinti a seconda dell’entità del
beneficio;
— i relativi monti retributivi;
— gli importi delle somme conguagliate come risultanti dalle
elaborazioni delle denunce contributive effettuate nell’anno
precedente.
Il punto 9 dell’intesa stabilisce, infine, l’incomputabilità
dei benefici in trattazione con eventuali partite debitorie o creditorie
esistenti tra datori di lavoro e l’INPS.
Da ciò discende che le somme conguagliate a titolo di
fiscalizzazione ex art. 13 della legge n. 68/1999 non potranno
dall’Istituto essere portate a scomputo di partite debitorie del
datore di lavoro diverse da quelle scaturenti dalle denunce con
le quali è operato il conguaglio.
La non computabilità dei benefici nelle partite creditorie
comporta invece che, ove la denuncia rechi un saldo a credito
dell’azienda, ai fini del calcolo degli interessi eventualmente
spettanti, non si terrà conto dell’ammontare dei benefici stessi.
Con la presente circolare, si forniscono le modalità operative
per la fruizione dei benefici ex lege n. 68/1999 da parte
dei datori di lavoro operanti nelle Regioni che sottoscrivano
l’apposita intesa con l’Istituto.
Al riguardo, si fa presente che copia delle intese sottoscritte
dovrà essere trasmessa, a cura delle Sedi regionali, alle
competenti Strutture centrali dell’Istituto.
3) Misura e durata dei benefici
Come già anticipato al precedente punto 1, la legge n.
68/1999 prevede la concessione di riduzioni contributive a favore
dei datori di lavoro che assumono disabili.
In particolare, l’art. 13 della citata legge stabilisce le
seguenti tipologie di agevolazione:
a) la fiscalizzazione totale, per la durata massima di otto anni,
dei contributi previdenziali ed assistenziali relativi ad ogni lavoratore
disabile che abbia una riduzione della capacità lavorativa superiore
al 79 per cento o minorazioni ascritte dalla prima alla terza categoria
di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia
di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni; la
medesima fiscalizzazione viene concessa in relazione ai lavoratori
con handicap intellettivo e psichico, indipendentemente dalle percentuali
di invalidità, secondo i criteri stabiliti dalle Regioni;
b) la fiscalizzazione nella misura del 50 per cento, per la
durata massima di cinque anni, dei contributi previdenziali ed
assistenziali relativi ad ogni lavoratore disabile che abbia una
riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67 per cento
e il 79 per cento o minorazioni ascritte dalla quarta alla sesta
categoria di cui alle tabelle citate nella lettera a).
Si sottolinea che la riduzione contributiva attiene esclusivamente
alla quota a carico del datore di lavoro, mentre la
quota relativa al lavoratore è interamente dovuta.
4) Destinatari dei benefici
Ai sensi dell’art. 3 del Regolamento di cui al già citato
decreto n. 91/2000, possono accedere alle agevolazioni previste
all’art. 13 della legge n. 68/1999:
— i datori di lavoro privati, soggetti o meno all’obbligo di assunzione
di cui alla legge n. 68/1999;

TERAMOIMPRESA 7/2001
— le cooperative sociali di cui all’art. 1, c. 1, lett. b), della legge
8 novembre 1991, n. 381, e i consorzi di cui all’art. 8 della
stessa legge;
— le organizzazioni di volontariato di cui all’art. 11, c. 5, della
legge n. 68/1999.
Ai fini della fruizione dei benefici, i datori di lavoro sono
tenuti a stipulare una convenzione con il competente servizio
per l’impiego, secondo quanto previsto dal citato articolo 11
della legge n. 68/1999, presentando il programma diretto ad
ottenere le agevolazioni spettanti.
Il servizio valuta i programmi presentati e, in caso di
approvazione, autorizza l’accesso al beneficio contributivo, nei
limiti delle risorse annualmente assegnate a ciascuna Regione.
5) Rapporti tra INPS e competenti enti territoriali
Come in precedenza chiarito, l’Istituto è interessato alle
sole operazioni di conguaglio delle somme spettanti a titolo di
fiscalizzazione ex art. 13 legge 12 marzo 1999, n. 68.
Pertanto qualsiasi richiesta di chiarimenti vertenti sulla
normativa o su altri aspetti, compresi controversie e/o ricorsi,
dovrà essere inoltrata ai competenti uffici della Regione e/o
Provincia.
Questi ultimi, quindi, per consentire la gestione delle riduzioni
contributive in oggetto, invieranno alla competente
Sede dell’Istituto, in seguito all’approvazione dei relativi programmi,
una comunicazione contenente:
— la denominazione delle aziende autorizzate alla fiscalizzazione;
— per ciascuna azienda autorizzata, i nominativi dei lavoratori
interessati al beneficio, con l’indicazione - per ciascuno di
essi - della durata e della percentuale di fiscalizzazione spettante.
Le Regioni e/o Province avranno cura altresì di informare
i datori di lavoro dell’avvenuta ammissione alle agevolazioni
contributive.
Anche ogni eventuale variazione dovrà essere trasmessa
alla competente sede dell’Istituto, in tempo utile per l’adozione
da parte di quest’ultima dei conseguenti provvedimenti.
Le Sedi regionali attiveranno le più efficaci sinergie con
i competenti enti territoriali (Regione e/o Provincia), al fine di
ottimizzare il complessivo flusso di informazioni - compresa
quella relativa all’avvenuta precostituzione delle risorse occorrenti
per la copertura degli oneri derivanti dalle agevolazioni -
assicurando, inoltre, il coordinamento ed il monitoraggio delle
attività delle Sedi della Regione.
Queste ultime garantiranno, a loro volta, la più ampia
collaborazione con i competenti uffici regionali e/o provinciali.
6) Codifica aziende - Modalità operative
All’atto della ricezione delle comunicazioni di cui sopra,
le Sedi provvederanno a contrassegnare le posizioni contributive
relative ai datori di lavoro aventi titolo, con effetto dal periodo di
decorrenza del beneficio, con il codice di autorizzazione «2Y»,
che assume il nuovo significato di «azienda destinataria dei benefici
di cui alla legge n. 68/1999» e che sarà gestito attraverso l’utilizzo
dell’apposito scadenzario di Sede, tenendo conto della
durata della fiscalizzazione cui l’azienda è stata autorizzata.
I datori di lavoro che usufruiscono dell’accentramento
degli adempimenti contributivi, i quali, in relazione a diverse
20
Lavoro e previdenza
sedi di lavoro, fossero ammessi al beneficio in una o più Regioni
diverse da quella nella quale assolvono gli obblighi contributivi,
potranno effettuare le operazioni di conguaglio dei benefici
spettanti sulla posizione accentrante, secondo le modalità
specificate ai successivi punti 7 e 7.1.
I medesimi datori di lavoro avranno cura altresì di comunicare,
a ciascuna delle regioni concedenti le agevolazioni, gli
importi conguagliati ripartiti a livello provinciale.
7) Modalità di compilazione del mod. DM10/2
Ai fini della compilazione del mod. DM10/2, le aziende
autorizzate si atterranno alle istruzioni che seguono.
A) Determineranno i contributi complessivamente dovuti
per i lavoratori interessati in base all’intera aliquota contributiva
prevista per il settore di appartenenza (sia la quota a carico
del datore di lavoro che quella a carico del lavoratore), senza
operare alcuna riduzione.
I dati relativi saranno esposti nei quadri «B-C» del mod.
DM10/2 utilizzando i seguenti codici tipo contribuzione, aventi il
nuovo significato sotto indicato, preceduto dal codice qualifica:
Inoltre, i datori di lavoro riporteranno:
— nella casella «n. dipendenti» il numero dei lavoratori disabili
assunti aventi titolo al beneficio;
— nella casella «n. giornate» il numero delle giornate ovvero
delle ore retribuite;
— nella casella «retribuzioni» l’ammontare delle retribuzioni
complessive corrisposte a tali dipendenti;
— nella casella «somme a debito del datore di lavoro» l’importo
dei contributi come sopra determinato.
B) Calcoleranno l’importo complessivo del beneficio
spettante, pari al 100% e/o al 50% dei contributi a carico del datore
di lavoro, e lo esporranno in uno dei righi in bianco del quadro
«D» del mod. DM10/2, preceduto dalla dicitura «Fisc. art. 13 L.
68/1999» e dal codice di nuova istituzione relativo alla Regione
che ha concesso il beneficio, secondo la presente tabella:
I datori di lavoro ammessi al beneficio in più di una
Regione e autorizzati all’accentramento contributivo, ai fini delle
operazioni di conguaglio, calcoleranno separatamente il beneficio
spettante per i lavoratori impiegati nelle diverse Regioni e
lo esporranno utilizzando i corrispondenti codici regionali, ferma
restando l’indicazione dei contributi complessivamente
dovuti come illustrata alla lett. A) del presente punto.
7.1) Regolarizzazione dei periodi pregressi
I datori di lavoro, ammessi ai benefici contributivi in
Regioni che, come chiarito al precedente punto 2, hanno deciso
di avvalersi del sistema del conguaglio sul mod. DM10/2 anche

Lavoro e previdenza
per l’erogazione dei benefici relativi a periodi antecedenti la
data di stipula dell’intesa, potranno recuperare gli importi loro
spettanti utilizzando la prima denuncia contributiva successiva
alla sottoscrizione dell’intesa.
A tal fine:
— esporranno l’importo dei benefici pregressi in uno dei righi
in bianco del quadro «D» del mod. DM10/2 preceduto dal
codice relativo alla Regione che ha concesso il beneficio,
secondo la seguente tabella:
I datori di lavoro autorizzati all’accentramento contributivo
si atterranno alle modalità già illustrate al precedente punto 7.
In sede di elaborazione delle denunce contributive la
procedura di controllo provvederà a registrare, nell’apposito archivio
delle segnalazioni, le matricole delle aziende con i codici
e con gli importi conguagliati al fine di ogni eventuale riscontro
che si rendesse necessario.
SANZIONI PECUNIARIE
Conversione in euro
Il Ministero del lavoro, con circolare n. 83 del 4 ottobre
2001, ha fornito alcuni chiarimenti operativi in merito
alle regole di conversione in euro delle sanzioni pecuniarie
espresse in lire.
Testo del documento
MINISTERO LAVORO circolare 4 ottobre 2001, n. 83
A seguito del passaggio definitivo dalla lira all’euro,
ormai nella fase di completamento, che avverrà dal 1° gennaio
2002, data in cui entrerà in vigore l’obbligo per le Pubbliche
Amministrazioni di tradurre in euro «secondo il tasso di conversione
irrevocabilmente fissato ai sensi del Trattato» (art. 51,
comma 2, D.Lgs. n. 213/1998) ogni sanzione penale e amministrativa,
sentito in merito il gruppo di studio istituito presso questa
Divisione, si ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti
operativi così come di seguito rappresentanti.
Nel periodo transitorio, iniziato il 1° gennaio 1999 e che
terminerà il 31 dicembre 2001, le sanzioni sia penali che amministrative
devono essere espresse sia in lire che in euro (art. 51,
comma 1, D.Lgs. n. 213/1998).
Pertanto, dal 1° gennaio 2002, gli importi del limite minimo
e massimo delle sanzioni penali e amministrative pecuniarie,
fissati dalle vigenti disposizioni normative in lire, saranno
tradotti in euro.
21
TERAMOIMPRESA 7/2001
Ai sensi del comma 3 dell’art. 51 «se l’operazione di conversione
prevista dal comma 2 produce un risultato espresso anche
con decimali, la cifra è arrotondata eliminando i decimali».
In merito al criterio di arrotondamento da adottare, la relazione
illustrativa del D.Lgs. n. 213/1998 con particolare riferimento
all’art. 51, prevede che, nel caso in cui la conversione determini
risultati con cifre decimali, si applichi un arrotondamento per difetto
(cd. troncamento), cioè alla cifra senza i decimali, al fine di conservare
la congruità e la proporzionalità delle sanzioni e di rispettare
nello stesso tempo il principio del «favor rei» la cui applicazione
si rileva in questi casi doverosa in base ad orientamenti desumibili
dalla Carta costituzionale e dai principi dell’ordinamento.
A titolo esemplificativo si riportano i seguenti casi:
1) Sanzione in materia di collocamento: da lire 500.000 a lire
3.000.000
500.000 : 1936,27 = 127,71 euro
3.000.000 : 1936,27 = 766,28 euro
In applicazione del suddetto criterio il limite minimo della
sanzione sarà tradotto in 127 euro e il limite massimo in 766 euro.
L’importo in misura ridotta sarà dato dal risultato di 127
x 2 = 254 euro.
2) Sanzione in materia di lavoro a tempo parziale: lire 300.000
300.000 : 1936,27 = 76,63 euro
In applicazione del suddetto criterio la sanzione sarà tradotta
in 76 euro.
L’importo in misura ridotta sarà calcolato come segue:
1/3 di 76 euro = 25,33 euro.
Applicando la regola generale sull’arrotondamento dettata
dall’art. 5 del Regolamento comunitario n. 1103/97, in questo
caso sarà arrotondato per difetto in quanto il decimale è inferiore
a 50 e corrisponderà a 25 euro.
Per i verbali ispettivi notificati e/o contestati prima del
31 dicembre 2001, anche se il termine di cui all’art. 16 della legge
n. 689/1981 venga a scadere dopo la data predetta, non dovrà
essere effettuata la suddetta operazione in quanto trattasi di atti
formati nel periodo transitorio.
Per quanto riguarda, invece, il calcolo in euro della retribuzione
imponibile e dei contributi, in mancanza di una norma
«ad hoc» che disciplini l’arrotondamento, si ritiene di dover
applicare sia la regola generale già dettata per il periodo transitorio
dall’art. 5 del Regolamento comunitario n. 1103/97, sia
quella adottata in sede di deliberazione del Consiglio di amministrazione
dell’INPS n. 1123 del 17 novembre 1998, in base
alle quali gli importi monetari da pagare o contabilizzare devono
essere arrotondati per eccesso o per difetto a seconda che il
decimale successivo sia pari o superiore a 50 o inferiore a 50.
Le stesse regole, in carenza di espresse disposizioni, si
ritengono applicabili anche alla verifica della corretta determinazione
dell’importo del libro paga e quindi della busta paga
facendo presente che l’arrotondamento sarà effettuato a conclusione
dei calcoli finalizzati a tale operazione.
A titolo di esempio:
Operaio in nero denuncia di aver lavorato per 10 giorni,
presso una ditta per un totale di ore 102 avendo pattuito una
paga di lire 10.000 orarie.
Un ispettore che verifichi tale circostanza, calcolerà la
retribuzione imponibile nel seguente modo:

TERAMOIMPRESA 7/2001
— applicherà il minimo retributivo contrattuale che ipotizziamo
corrisponda a lire 12.000 all’ora;
— tradurrà le suddette lire in euro - 12.000 : 1936,27 = 6,19;
- calcolerà la retribuzione per le ore ordinarie - 6,19 x 80
ore = 495,20 euro;
— calcolerà lo straordinario 35% di 6,19 = 2,16;
— 6,19 + 2,16 x 22 ore di straordinario = 183,70 euro;
— la retribuzione sarà data 495,20 + 183,70 = 678,90 euro;
— arrotonderà per eccesso risultando così una retribuzione
imponibile pari a 679 euro.
Confidando nella piena osservanza dei contenuti della
presente lettera circolare da parte di questa Divisione si rimane
a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Si raccomanda, altresì, la massima diffusione della direttiva
a tutto il personale interessato.
SCADENZARIO
CONTRATTUALE
Gennaio 2002
ALIMENTARI - Piccola industria
Orario di lavoro - Flessibilità
Allo scopo di limitare il ricorso ad ore straordinarie
ed alla C.i.g., con decorrenza dal 1° gennaio 2002 e a titolo
sperimentale per il biennio 2002-2003, può essere concordato
tra azienda e lavoratore - in aggiunta alla flessibilità
collettiva - un regime di flessibilità individuale per un
ammontare minimo di 40 ore annue.
Tale regime non trova applicazione alle seguenti figure:
quadri; personale direttivo preposto alla direzione tecnica
ed amministrativa dell’azienda o di un reparto di essa;
capi reparto o capi turno; manutentori; autisti; viaggiatori e
piazzisti; addetti a lavori discontinui o di semplice attesa e
custodia; lavoratori a domicilio. La flessibilità non si applica,
inoltre, nei casi di forza maggiore ed in quelli nei quali
la cessazione del lavoro ad orario normale costituisce un
pericolo o un danno alle persone o alla produzione.
Il recupero delle ore in eccesso deve essere prioritariamente
effettuato nei periodi di C.i.g. o di minore intensità
produttiva, di norma nel corso dei 12 mesi successivi e
comunque entro il 31 dicembre dell’anno seguente. La
maggiorazione prevista per tali ore è pari al 25%.
Infortunio sul lavoro - Viaggiatori e piazzisti
Dal 1° gennaio 2002 in caso di infortunio sul lavoro
ai viaggiatori e piazzisti deve essere garantita dall’azienda,
in aggiunta all’intera retribuzione per tutto il pe-
22
Lavoro e previdenza
riodo di comporto, la corresponsione (attraverso polizze
assicurative o forme equivalenti) dei seguenti importi:
— 23.240,56 in caso di morte;
— 30.987,41 per invalidità permanente totale.
CEMENTO - Industria e Piccola industria
Lavoro a turni
Per i turnisti su 3 turni avvicendati la riduzione annua
dell’orario di lavoro (già elevata a 72 ore annue dal 1°
gennaio 2001) è ulteriormente elevata a 76 ore annue a decorrere
dal 1° gennaio 2002.
Le riduzioni in parola confluiscono - se non fruite
entro l’anno di maturazione - nella banca ore entro un limite
che per i turnisti su 3 turni avvicendati è, dal 1° gennaio
2002, di 28 ore.
Tali ulteriori ore di riduzione annua possono essere
assorbite da eventuali riduzioni d’orario definite a livello
aziendale.
Tali permessi vengono fruiti - compatibilmente con
le esigenze tecnico-organizzative dell’azienda e previo
preavviso di 5 giorni - entro l’anno successivo a quello di
maturazione, ovvero, in alternativa, sono liquidati con la
retribuzione in atto al 31 dicembre.
Ai lavoratori addetti a turni avvicendati spetta una maggiorazione
del 5% per le ore diurne feriali e del 35% per le ore
notturne e domenicali, calcolata sulla quota oraria del minimo
di retribuzione, indennità di contingenza, eventuale superminimo,
aumenti periodici di anzianità e utile minimo di cottimo.
Dette maggiorazioni sono computate nella retribuzione
agli effetti della tredicesima mensilità, delle ferie,
delle festività ed ex festività, della malattia e infortunio,
delle riduzioni di orario sulla base della maggiorazione
media di turno realizzata negli ultimi 12 mesi.
CHIMICA - Industria - Settore ceramica ed abrasivi
Ferie
Dal 1° gennaio 2002 per tutti i lavoratori con anzianità
di servizio superiore a 18 anni, il periodo di ferie sarà
pari a 5 settimane (di calendario).
COMMERCIO - Confcommercio e Confesercenti
Minimi tabellari
(*) In assenza di contrattazione provinciale.

Lavoro e previdenza
LEGNO E ARREDAMENTO - Piccola industria
Lavoro a turni - Riduzione annua
Dal 1º gennaio 2002 per i lavoratori operanti su tre
turni avvicendati la riduzione dell’orario di lavoro - pari a
68 ore annue - è elevata a 72 ore annue.
Le riduzioni di cui sopra sono assorbite da analoghi
trattamenti aziendali in atto.
VETRO - Industria
Lavoro straordinario - Conto ore
A decorrere dal 1° gennaio 2002, le prestazioni di
lavoro straordinario sono compensate mensilmente con le
relative maggiorazioni, mentre le quote orarie vengono
accantonate nella misura del 50% del loro ammontare
(40% nelle unità produttive con meno di 150 dipendenti)
in un conto ore individuale appositamente costituito; per
la restante parte, il lavoratore può optare per l’accantonamento
ovvero per il loro pagamento. Le ore così accumulate
vengono fruite - entro 12 mesi dall’anno di maturazione
- sotto forma di riposi compensativi, tenendo conto
delle esigenze organizzative e produttive dell’azienda.
Non entrano a far parte del conto ore le prestazioni di
lavoro straordinario riconducibili alle seguenti fattispecie:
— assenze improvvise nell’avvicendamento dei turni;
— manutenzioni straordinarie e non programmabili;
— interventi atti ad assicurare il ripristino dell’efficienza
produttiva degli impianti;
— montaggio e rifacimenti degli impianti;
— assolvimento di indifferibili incombenze derivanti da
innovazioni amministrative e di legge.
TASSO DI RIVALUTAZIONE
T.F.R.
Tasso di rivalutazione T.f.r. 15/09/2001 - 14/10/2001 -
Indice ISTAT dei prezzi al consumo Settembre 2001.
Con comunicato del 16 ottobre 2001 l’ISTAT ha
fornito l’indice dei prezzi al consumo per gli operai e gli
impiegati valido per il mese di settembre 2001 nella misura
di 115,4.
Applicando gli indici in parola è stato determinato
il coefficiente di rivalutazione per il trattamento di fine
rapporto relativamente al periodo 15 settembre 2001 - 14
ottobre 2001, nella misura di 2,447751.
23
TERAMOIMPRESA 7/2001
Tasso di rivalutazione T.f.r. 15/10/2001 - 14/11/2001 -
Indice ISTAT dei prezzi al consumo Ottobre 2001.
Con comunicato del 16 novembre 2001 l’ISTAT ha
fornito l’indice dei prezzi al consumo per gli operai e gli
impiegati valido per il mese di ottobre 2001 nella misura
di 115,7.
Applicando gli indici in parola è stato determinato
il coefficiente di rivalutazione per il trattamento di fine
rapporto relativamente al periodo 15 ottobre 2001 - 14
novembre 2001, nella misura di 2,771164.
Tasso di rivalutazione T.f.r. 15/11/2001 - 14/12/2001 -
Indice ISTAT dei prezzi al consumo Novembre 2001.
Con comunicato del 18 dicembre 2001 l’ISTAT
ha fornito l’indice dei prezzi al consumo per gli operai
e gli impiegati valido per il mese di novembre 2001 nella
misura di 115,9.
Applicando gli indici in parola è stato determinato
il coefficiente di rivalutazione per il trattamento di fine
rapporto relativamente al periodo 15 novembre 2001 - 14
dicembre 2001, nella misura di 3,028439.
TABELLA RIEPILOGATIVA
Mese Anno 2000 Anno 2001
Gennaio 0,1929 0,4557
Febbraio 0,6576 0,8452
Marzo 0,9864 1,03648
Aprile 1,1793 1,4259
Maggio 1,5082 1,0175
Giugno 1,9049 2,0066
Luglio 2,1658 2,1316
Agosto 2,2908 2,2566
Settembre 2,5516 2,4477
Ottobre 2,8804 2,7711
Novembre 3,3451 3,0284
Dicembre 3,5380

%
Una Piccola
Industria
non occuperà mai
grosse quote di mercato,
ma si impegna
ogni giorno
affinché non
aumenti
la percentuale
dei senza lavoro.
TERAMO

Fiscale
COMPENSI PER
COLLABORAZIONE
COORDINATA
E CONTINUATIVA
Qualificazione giuridica
Con circolare del 12 dicembre 2001 n. 105/E, l’Agenzia
delle Entrate, ai fini Irpef, ha fornito chiarimenti in
merito alla disciplina applicabile ai proventi derivanti dall’attività
di amministratore, sindaco o revisore di società ed
enti resa da soggetti esercenti una attività professionale.
Testo del documento
AGENZIA DELLE ENTRATE
circolare 12 dicembre 2001, n. 105/E
Con articoli apparsi sulla stampa specializzata e con
istanze dirette alla scrivente sono state espresse alcune riserve in
merito alle interpretazioni fornite da questa Agenzia in ordine
alla qualificazione fiscale dei compensi derivanti dall’attività di
collaborazione coordinata e continuativa resa da soggetti esercenti
una attività di lavoro autonomo.
Le riserve riguardano, in particolare, l’applicazione delle
disposizioni previste per i redditi assimilati a quelli di lavoro
dipendente ai proventi derivanti dall’attività di amministratore,
sindaco o revisore di società ed enti rese da soggetti esercenti
una attività professionale.
La questione sottoposta all’attenzione della scrivente
involge la corretta applicazione dell’ultimo periodo dell’articolo
47, lettera c-bis), del T.U.I.R.
Come è noto, per effetto di quanto stabilito dalla citata
lettera c-bis), aggiunta dall’articolo 34 della legge 21 novembre
2000, n. 342, «le somme e i valori ... percepiti ... in relazione
agli uffici di amministratore, sindaco o revisore ...» costituiscono
redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.
Fanno eccezione a tale regola, sempre in relazione a
quanto previsto dalla medesima disposizione, «... gli uffici» che
rientrano «nei compiti istituzionali compresi nell’attività di
lavoro dipendente di cui all’articolo 46, comma 1, concernente
i redditi di lavoro dipendente, o nell’oggetto dell’arte o professione
di cui all’articolo 49, comma 1, concernente i redditi di
lavoro autonomo...».
Sulla base delle richiamate disposizioni, per regola gene-
25
TERAMOIMPRESA 7/2001
rale i proventi derivanti dagli uffici di amministratore, sindaco o
revisore di società ed enti danno luogo a reddito assimilato a
quello di lavoro dipendente.
Soltanto in via di eccezione, quando l’ufficio rientra nei
compiti istituzionali oggetto della professione, i relativi proventi
sono riconducibili all’attività professionale.
La disposizione in esame ha quindi affermato un principio
di attrazione nella sfera del lavoro autonomo di quei rapporti
di collaborazione sia tipici (uffici di amministratore, sindaco e
revisore di società ed enti, collaborazione a giornali riveste ecc,
partecipazione a collegi e commissioni) che atipici (altre attività
di collaborazione) che risultino inerenti all’attività artistica o
professionale esercitata dal contribuente.
In sostanza, i compensi derivanti dall’attività di collaborazione
coordinata e continuativa, se rientrano nell’oggetto tipico
dell’attività di lavoro autonomo esercitata dal contribuente,
non sono qualificati fiscalmente quali redditi assimilati a quelli
di lavoro dipendente ma sono assoggettati alle disposizioni
fiscali dettate per i redditi di natura professionali.
Con la circolare n. 67/E del 6 luglio 2001, riprendendo
precedenti orientamenti, questa Agenzia ha chiarito che al fine
di stabilire se sussista o meno una connessione tra l’attività di
collaborazione e quella di lavoro autonomo esercitata occorre
valutare se per lo svolgimento delle prestazioni di collaborazione
siano necessarie conoscenze tecnico-giuridiche direttamente
collegate all’attività di lavoro autonomo esercitata abitualmente.
In tale ipotesi i compensi percepiti per lo svolgimento del
rapporto di collaborazione saranno assoggettati alla disciplina
prevista per i redditi di lavoro autonomo.
Nella circolare citata è stato inoltre precisato, con riferimento
all’ufficio di amministratore di società, che tale attività
non può essere attratta nell’ambito del lavoro autonomo in
quanto per l’esercizio della stessa non è necessario attingere a
specifiche conoscenze professionali.
Per quanto concerne l’incarico di sindaco o revisore di
società o enti, è stato invece chiarito che le relative attività possono
essere ricondotte nel reddito professionale solo se poste in
essere da ragionieri o dottori commercialisti.
Le osservazioni formulate nelle istanze e negli articoli
apparsi sulla stampa fanno riferimento alle figure professionali
da ultimo citate.
Le obiezioni degli istanti si concentrano in particolare
sulle conseguenze che l’interpretazione fornita da questa
Agenzia determinerebbe sotto il profilo previdenziale e assicurativo.
La riconduzione dell’attività di amministratore e dell’attività
di sindaco e revisore al lavoro dipendente, anche se svolta
da professionisti, farebbe sorgere, infatti, a parere degli istanti,
per i soggetti iscritti ad albi professionali dotati di autonoma

TERAMOIMPRESA 7/2001
Cassa di previdenza, l’ulteriore obbligo di iscrizione alla gestione
separata INPS previsto dall’articolo 2, comma 26, della legge
n. 335 del 1995.
Inoltre, rilevano gli istanti, le conoscenze tecnico giuridiche
necessarie in particolare per l’esercizio dell’attività di
amministratore sono senz’altro direttamente collegate al bagaglio
di cognizioni connaturate all’esercizio di alcune attività di
lavoro autonomo; a riprova di tale argomentazione vengono
citate le normative che disciplinano gli ordinamenti professionali
dei ragionieri e dei dottori commercialisti. Infatti, tali ordinamenti
stabiliscono che rientra tra le attività professionali delle
richiamate categorie anche l’amministrazione di aziende,
ancorchè non si tratti di una attività svolta in via esclusiva.
Per quanto concerne, invece, l’attività di sindaco e revisore
contabile, è stato sottolineato che per l’iscrizione al
Registro dei revisori contabili è necessario il superamento di un
esame di ammissione, articolato attraverso prove scritte ed orali
vertenti su specifiche discipline tecnico-giuridiche. Pertanto,
in considerazione di tale rilevante competenza tecnico specialistica,
il revisore iscritto nel Registro che svolge la sua attività di
controllo contabile, espletando le funzioni di sindaco, eserciterebbe
di fatto una attività professionale.
Le nuove argomentazioni proposte, se pur non completamente
condivisibili, inducono a sviluppare ulteriori riflessioni
sulla materia in argomento.
In particolare, la scrivente non ritiene condivisibile l’affermazione
secondo cui la riconduzione dell’attività di amministratore
e dell’attività di sindaco e revisore al lavoro dipendente,
anche se svolta da professionisti, abbia fatto sorgere, per i
soggetti iscritti ad albi professionali dotati di autonoma Cassa di
previdenza, l’ulteriore obbligo di iscrizione alla gestione separata
INPS previsto dalla legge n. 335 del 1995; infatti, l’obbligo
di iscrizione alla gestione separata dell’INPS, per i professionisti
esercenti anche l’attività di amministratore o di sindaco
(eccezion fatta per i ragionieri e dottori commercialisti), alla
luce delle istruzioni impartite dall’Amministrazione finanziaria,
già esisteva sotto il vigore della previgente normativa fiscale.
Per quanto concerne le altre obiezioni mosse in relazione
alle interpretazioni fornite dalla scrivente, si ritiene, in via
preliminare, che non possa essere messo in discussione il principio
espresso con la circolare n. 67/E secondo cui al fine di stabilire
se sussista o meno una connessione tra l’attività di collaborazione
e quella di lavoro autonomo esercitata occorre valutare
se per lo svolgimento dell’attività di collaborazione siano
necessarie conoscenze tecnico giuridiche direttamente collegate
all’attività di lavoro autonomo esercitata abitualmente.
Tuttavia, proprio in applicazione di tale principio la scrivente
ritiene, alla luce degli ulteriori approfondimenti effettuati,
che anche l’esercizio dell’attività di amministrazione di società
ed enti comporti, in alcune ipotesi (ad esempio per l’attività
svolta dai ragionieri e dottori commercialisti) la necessità di
attingere a conoscenze direttamente collegate all’attività di
lavoro autonomo svolto. Tale valutazione può essere operata
tenendo in considerazione, in via prioritaria, quanto disposto dai
singoli ordinamenti professionali.
Qualora gli ordinamenti professionali ricomprendano
espressamente nel novero delle mansioni tipiche esercitabili
dalla categoria disciplinata, l’amministrazione o la gestione di
26
Fiscale
aziende, appare ragionevole ritenere che i compensi percepiti
per lo svolgimento dell’attività di amministrazione di società ed
enti vadano ricondotti nella disciplina applicabile ai redditi di
lavoro autonomo.
L’attrazione dei compensi alla categoria dei redditi di
lavoro autonomo opera, inoltre, nella diversa ipotesi in cui,
anche in assenza di una previsione espressa nell’ambito delle
norme di disciplina dell’ordinamento professionale, il professionista
svolga l’incarico di amministratore di una società o di
un ente che esercita una attività oggettivamente connessa alle
mansioni tipiche della propria professione abituale. In tale ipotesi
è ragionevole ritenere che l’incarico di amministratore sia
stato attribuito al professionista proprio in quanto esercente
quella determinata attività professionale. È il caso ad esempio
dell’ingegnere edile che sia membro del consiglio di amministrazione
di una società di ingegneria o di una società che opera
nel settore delle costruzioni.
Ai principi sopra affermati deve farsi riferimento anche
in relazione all’esercizio delle attività di revisore e sindaco di
società.
La scrivente non ritiene, infatti, di poter accedere alla
tesi secondo cui la semplice iscrizione nel Registro dei revisori
contabili determina in ogni caso l’effetto di ricondurre i compensi
percepiti in relazione all’ufficio di revisore di società nell’ambito
del reddito di lavoro autonomo.
L’eventuale attrazione dei compensi percepiti dai sindaci
e dai revisori alla categoria del reddito di lavoro autonomo
presuppone, invece, che accanto all’attività sindacale o di revisione
il soggetto eserciti un’altra attività professionale, nel cui
oggetto possa essere ricondotto, in base ai criteri sopra menzionati
a proposito degli amministratori, anche lo svolgimento
degli incarichi in discorso. Resta confermato, in tal senso, che i
compensi percepiti in relazione agli incarichi di sindaco o revisore
contabile costituiscono redditi di lavoro autonomo se le
relative attività sono esercitate da ragionieri o da dottori commercialisti.
Si precisa infine, che la riconduzione, nelle ipotesi sopra
descritte, dei compensi percepiti per l’attività di amministratore,
sindaco e revisore di società ed enti nella sfera del lavoro autonomo,
assume rilevanza anche ai fini della determinazione della
base imponibile da assoggettare a tassazione ai fini dell’IRAP
dovuta dal professionista e dal committente. Detti compensi,
infatti, poichè rientranti tra i redditi dell’attività professionale di
cui all’articolo 49, comma 1, del T.U.I.R., costituiscono componenti
positivi rilevanti ai fini della determinazione della base
imponibile dell’IRAP dovuta dal professionista. Per il soggetto
erogante, d’altro canto, i compensi corrisposti configurano componenti
negativi deducibili ai fini dell’IRAP dovuta.
Sulla base dei chiarimenti esposti devono intendersi
superate le interpretazioni fornite da questa Agenzia con le precedenti
circolari.

Fiscale
DICHIARAZIONI FISCALI
E NUOVO MODELLO
«770/2002 semplificato»
L’Agenzia delle Entrate, con comunicato stampa
del 12 dicembre 2001, ha reso noto che sono disponibili
la bozza e le istruzioni relative ai termini e alle modalità
per la compilazione del nuovo modello «770/2002 semplificato»
che rende più agevoli gli adempimenti fiscali
dei sostituti d’imposta.
Testo del documento
AGENZIA DELLE ENTRATE
comunicato 12 dicembre 2001
Il nuovo modello per i sostituti d’imposta «770/2002
semplificato», predisposto in bozza dall’Agenzia delle Entrate -
Direzione gestione tributi - consente un significativo alleggerimento
degli adempimenti fiscali per i sostituti. Il nuovo modello
e le istruzioni circa i termini e le modalità per la compilazione,
sono da oggi disponibili sul sito Internet dell’Agenzia
(www.agenziaentrate.it ).
Il 770 semplificato - contenente soltanto i dati relativi ai
redditi di lavoro dipendente e/o autonomo, ai compensi e provvigioni
erogate e all’assistenza fiscale prestata ai lavoratori
dipendenti nell’anno precedente - dovrà essere presentato entro
il 1° luglio 2002.
L’introduzione del nuovo modello 770 semplificato consente
anche ai sostituti d’imposta - purchè non abbiano operato
ritenute sui redditi da capitale - di «liberarsi» di tutti gli obblighi
con un unico adempimento, quello da effettuarsi appunto
entro il prossimo 1° luglio. Dovranno però inserire nella dichiarazione
i prospetti «ST» e «SX», con i dati relativi alle ritenute
e alle imposte sostitutive operate e all’utilizzo dei crediti effettuati.
Entro il 31 ottobre i sostituti d’imposta che non abbiano
seguito tali procedure ovvero che abbiano operato ritenute sui
redditi di capitale dovranno invece trasmettere i dati sulle ritenute
e sulle compensazioni tramite il modello 770 ordinario.
27
TERAMOIMPRESA 7/2001
MODELLO F24 IN EURO
Istruzioni per la compilazione
È stato pubblicato sulla G.U. n. 269 del 19 novembre
2001, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 14
novembre 2001 di approvazione del nuovo modello di
pagamento F24 per l’esecuzione dei versamenti unitari
con compensazione.
Testo del documento
AGENZIA DELLE ENTRATE
provvedimento 14 novembre 2001
Approvazione del nuovo modello F24 di pagamento per
l’esecuzione dei versamenti unitari con compensazione di cui
all’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241,
e successive modificazioni
IL DIRETTORE DELL’AGENZIA
In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate
nel seguito del presente provvedimento;
Dispone:
1. Approvazione del nuovo modello F24 di pagamento per l’esecuzione
dei versamenti unitari in euro
1.1. È approvato, ai sensi dell’art. 47, comma 4, del
decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, il nuovo modello
F24, con le relative istruzioni, per l’esecuzione dei versamenti
unitari con compensazione di cui all’art. 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, che deve
essere utilizzato a decorrere dal 1° gennaio 2002 in sostituzione
dei precedenti modelli F24 in lire e in euro, approvati con decreto
31 marzo 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 85
dell’11 aprile 2000.
2. Reperibilità del modello e autorizzazione alla stampa
2.1. Il modello di cui al punto 1 è reso disponibile gratuitamente
in formato elettronico e può essere prelevato dai siti
Internet www.finanze.it e www.agenziaentrate.it nel rispetto, in
fase di stampa, delle caratteristiche indicate nel successivo punto
3.
2.2. Il modello di cui al punto 1 può essere altresì prelevato
da altri siti Internet a condizione che lo stesso sia conforme
per struttura e sequenza a quello approvato con il presente
provvedimento, rispetti le caratteristiche indicate nel successivo
punto 3 e rechi l’indirizzo del sito dal quale è stato prelevato
nonchè gli estremi del presente provvedimento.
2.3. Il modello di cui al punto 1 deve essere redatto in tre
copie di cui la terza è rilasciata al soggetto che effettua il versamento;
fanno parte del modello le «Avvertenze per la compilazione»
contenenti le relative istruzioni. In aggiunta a quanto
previsto dall’art. 3, comma 2, del decreto 30 marzo 1998, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 1° aprile 1998, l’elenco
dei codici tributo da utilizzare e delle causali di contributo
sono disponibili anche nei siti dell’Amministrazione finanziaria
indicati nel punto 2.1, alla voce «Documentazione».
2.4. È autorizzata la stampa, anche su modulo continuo,

TERAMOIMPRESA 7/2001
del modello di cui al punto 1, nel rispetto delle caratteristiche
indicate nel successivo punto 3. A tal fine, il predetto modello è
reso disponibile nei citati siti Internet dell’Amministrazione
finanziaria in uno specifico formato elettronico, riservato ai soggetti
che dispongono di sistemi tipografici, idoneo a consentirne
la riproduzione.
3. Caratteristiche del modello e rinvio normativo
3.1. Il modello di cui al punto 1 è di colore celeste cieco
e si compone di tre copie su fogli singoli di carta bianca formato
A-4 di dimensioni: base cm 21; altezza cm 29,7. Il medesimo
modello può essere riprodotto anche con stampa monocromatica
realizzata in colore nero mediante l’utilizzo di stampanti laser
o di altri tipi di stampanti, che comunque garantiscano la chiarezza
e l’intelligibilità del modello stesso nel tempo.
3.2. Il modello di cui al punto 1 stampato dai soggetti di
cui al punto 2.4 che dispongono di sistemi tipografici, si compone
di tre copie su carta autocopiante ad esclusione dei campi
relativi alle sottoscrizioni, che sono desensibilizzati.
3.3. Per quanto non è previsto dal presente provvedimento
si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui
al decreto 30 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
76 del 1° aprile 1998, e al decreto 31 marzo 2000, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 85 dell’11 aprile 2000.
Motivazioni
Il presente provvedimento è emanato ai sensi dell’art. 24,
comma 4, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive
modificazioni, che prevede, per l’esecuzione dei versamenti
unitari, l’utilizzazione di stampati conformi ai modelli
approvati.
Inoltre, il presente provvedimento si rende opportuno in
considerazione dell’adozione a decorrere dal 1° gennaio 2002
dell’euro quale moneta di conto e della conseguente necessità di
adeguare la modulistica ai criteri generali di conversione degli
importi da versare previsti dal decreto legislativo 24 giugno 1998,
n. 213, e successive modificazioni, recante «Disposizioni urgenti
in vista dell’introduzione dell’euro» nonchè dalla disciplina
comunitaria di seguito indicata nei riferimenti normativi, provvedendo
in via amministrativa secondo quanto disposto dall’art. 47,
comma 4, del citato decreto legislativo n. 213 del 1998.
Pertanto, è stato predisposto il nuovo modello F24 di
pagamento per l’esecuzione dei versamenti unitari con compensazione
di cui all’art. 17 del predetto decreto n. 241 del 1997, da
utilizzarsi dal 1° gennaio 2002 per l’effettuazione dei versamenti
esclusivamente in euro, in sostituzione dei precedenti modelli
F24 in lire e in euro approvati con decreto 31 marzo 2000 (pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 85 dell’11 aprile 2000).
Al riguardo, sono state adeguate anche le istruzioni per
la compilazione del suddetto modello, procedendo altresì ad una
semplificazione delle stesse, al fine di renderle maggiormente
intelligibili agli utenti interessati.
Con lo stesso provvedimento viene, inoltre, disciplinata la
reperibilità del medesimo modello, che può essere prelevato gratuitamente
in formato elettronico dai siti Internet dell’Amministrazione
finanziaria, nonchè ne viene autorizzata la stampa
mediante l’utilizzo di qualsiasi tipo di stampante, purchè sia garantita
la chiarezza e l’intelligibilità del modello stesso nel tempo.
28
Fiscale
Riferimenti normativi del presente provvedimento
Attribuzioni del direttore dell’Agenzia delle entrate
Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante la riforma
dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 11
della legge 15 marzo 1997, n. 59 (art. 57; art. 62; art. 66; art. 67,
comma 1; art. 68, comma 1; art. 71, comma 3, lettera a); art. 73,
comma 4).
Statuto dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2001 (art. 5, comma 1;
art. 6, comma 1).
Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle entrate,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio
2001 (art. 2, comma 1).
Decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 2000,
concernente disposizioni recanti le modalità di avvio delle agenzie
fiscali e l’istituzione del ruolo speciale provvisorio del personale
dell’amministrazione finanziaria a norma degli articoli
73 e 74 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
Disciplina normativa di riferimento
Regolamento (CE) n. 1103/97 del Consiglio del 17 giugno
1997, relativo a talune disposizioni per l’introduzione dell’euro.
Decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive
modificazioni, concernente norme di semplificazione degli
adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi
e dell’imposta sul valore aggiunto, nonchè di modernizzazione
del sistema di gestione delle dichiarazioni.
Decreto 30 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 76 del 1° aprile 1998, recante l’approvazione del
modello da utilizzare per eseguire i versamenti unitari con compensazione
previsti dal decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
Regolamento (CE) n. 974/98 del Consiglio del 3 maggio
1998, relativo all’introduzione dell’euro.
Decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e successive
modificazioni, recante disposizioni per l’introduzione dell’euro
nell’ordinamento nazionale, a norma dell’art. 1, comma 1, della
legge 17 dicembre 1997, n. 433.
Decreto 31 marzo 2000, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 85 dell’11 aprile 2000, concernente l’estensione dell’applicazione
dei versamenti unitari con compensazione ed
approvazione del nuovo modello di pagamento per l’esecuzione
di tali versamenti, ai sensi degli articoli 17, comma 2, lettera hter),
e 24, comma 4, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
Modelli
(Omissis)

Fiscale
SCADENZE LEGALI
Gennaio 2002
GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2002
• Versamento all’INPS dei contributi per i lavoratori
domestici relativi al trimestre ottobre-dicembre 2001
(Art. 8, D.P.R. n. 1403/1971).
• Versamento al Fondo M. Besusso ed al Fondo M.
Negri dei contributi integrativi per i dirigenti d’azienda
relativi al trimestre ottobre-dicembre 2001.
SABATO 12 GENNAIO
• Consegna al datore di lavoro della certificazione
unica (CUD) relativa a rapporti di lavoro precedenti per
l’effettuazione delle operazioni di conguaglio IRPEF
(Art. 23, c. 4, D.P.R. n. 600/1973).
MARTEDÌ 15 GENNAIO
• Comunicazione del sostituto d’imposta ai propri
dipendenti di voler prestare assistenza fiscale (Art. 17, c.
1, D.M. n. 164/1999).
MERCOLEDÌ 16 GENNAIO
• Versamento unitario dei contributi INPS,
ENPALS, INPDAI e delle imposte con il modello F24
(Art. 18, D.Lgs. n. 241/1997).
• Presentazione della denuncia mensile dei contributi
relativa ai lavoratori dipendenti - mod. DM 10/2 -
(INPS circ. n. 259/1998).
• Presentazione della denuncia mensile dei contributi
relativa ai dirigenti di aziende industriali - mod.
GV93 - (INPS circ. n. 259/1998).
DOMENICA 20 GENNAIO
Scadenze posticipate a lunedì 21 gennaio.
LUNEDÌ 21 GENNAIO
• Presentazione all’INPGI della denuncia delle
retribuzioni corrisposte ai giornalisti nel mese di dicembre
e versamento dei relativi contributi (D.M. 24.02.1984).
• Versamento alla CASAGIT dei contributi integrativi
relativi alle retribuzioni corrisposte ai giornalisti nel
mese di dicembre 2002.
• Versamento al PREVINDAI dei contributi integrativi
relativi alle retribuzioni corrisposte ai dirigenti d’azienda
nel trimestre ottobre-dicembre e presentazione della
denuncia trimestrale dei contributi - mod. 050 - (PRE-
VINDAI circ. n. 16/1998).
• Versamento della rata mensile dei contributi
ENPAIA dovuti per gli impiegati agricoli.
29
TERAMOIMPRESA 7/2001
VENERDÌ 25 GENNAIO
• Presentazione all’ENPALS della denuncia mensile
dei contributi relativi alle retribuzioni corrisposte ai
lavoratori dello spettacolo nel mese di dicembre - mod.
031/R - (INPS circ. n. 259/1998).
• Presentazione all’ENPALS della denuncia delle
retribuzioni soggette a contribuzione e delle trattenute a
carico dei lavoratori pensionati - mod. 031/CM - relativa
al trimestre ottobre-dicembre 2001(ENPALS circ. n.
2/1994).
• Presentazione all’INPS da parte dei datori di lavoro
agricolo della dichiarazione della manodopera agricola
occupata - mod. DMAG - (Art. 6, D.Lgs. n. 375/1993;
INPS circ. n. 183/1999).
GIOVEDÌ 31 GENNAIO
• Liquidazione agli agenti e rappresentanti delle
provvigioni relative al trimestre ottobre-dicembre 2001 e
consegna del relativo conto provvigioni (Art. 1749 cod.
civ.).
• Invio del prospetto informativo da parte dei datori
di lavoro soggetti alla disciplina in materia di assunzioni
obbligatorie (Art. 2, D.M. 22.11.1999).
• Presentazione all’INAIL della domanda di riduzione
del tasso medio dei premi per prevenzione (Art. 24,
D.M. 12.12.2000).

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Ambiente e sicurezza
CATALOGO EUROPEO
DEI RIFIUTI
Informativa completa sul catalogo
europeo dei rifiuti - CER
L’elenco dei rifiuti pericolosi riportato nell’allegato
D al “Decreto Ronchi”, come noto, è stato elaborato in
sede comunitaria (Decisione 94/904/Ce del Consiglio Ue)
ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 4, direttiva 91/689/Cee,
la quale prevede che i rifiuti pericolosi disciplinati dalla
direttiva medesima figurino in un apposito elenco.
Lo stesso articolo prevede che siano da considerare
rifiuti pericolosi anche tutti gli altri rifiuti che a giudizio di
uno Stato membro presentano una o più delle caratteristiche
elencate nell’allegato III alla direttiva 91/689/Cee medesima.
Gli Stati membri che aggiungono rifiuti pericolosi
all’elenco degli stessi concordato in sede comunitaria sono
tenuti a darne notifica alla Commissione Ue. Conseguentemente,
la Commissione stessa esamina i casi segnalati, per
valutare l’opportunità di aggiornare l’elenco, sottoponendo
un progetto di decisione ai membri del Comitato degli esperti
nazionali ex-art. 18 della direttiva n. 91/156/Cee.
L’elenco dei rifiuti pericolosi emanato nel 1994 è
stato recepito da tutti gli Stati membri e, a partire dal
1995, la Commissione Ue ha ricevuto circa 600 notifiche
relative a rifiuti pericolosi disciplinati dalle rispettive legislazioni
nazionali, ma che non fanno parte dell’elenco dei
rifiuti pericolosi elaborato nel 1994.
Nel 1999, l’esame delle prime 282 notifiche ha condotto
alla predisposizione di una proposta di modifica dell’elenco
in questione, presentata al Comitato istituito ai
sensi dell’articolo 18 della direttiva 75/442/Cee in materia
di rifiuti (T.A.C. Technical Adaptation Commettee).
L’esame delle prime circa 300 notifiche ha portato alla
prima modifica della lista dei rifiuti pericolosi riportata
nella decisione 2000/532/Ce della Commissione.
Le restanti circa 250 notifiche sono state esaminate
dal Comitato ex art. 18 a partire dal gennaio 2000 ed hanno
portato ad una nuova modifica della lista europea dei
31
TERAMOIMPRESA 7/2001
rifiuti pericolosi. Tale 2° modifica della Lista dei rifiuti
pericolosi riportata nella decisione della Commissione
2000/118/Ce, emenda la precedente Decisione della
Commissione 2000/532/Ce.
Il nuovo CER, contenuto nella decisione 2001/118/Ce
citata, (che entrerà in vigore il 1° gennaio 2002) contiene
alcune importantissime novità, le quali conducono ad affermare
che cambia notevolmente il sistema di classificazione
dei rifiuti pericolosi: si ritorna ad un sistema basato
sempre sull’origine del rifiuto ma anche sul contenuto delle
sostanze pericolose eventualmente presenti nel rifiuto.
I criteri con cui individuare le sostanze pericolose
presenti nel rifiuto sono quelli riportati nella direttiva
88/379/Ce e successive modifiche, relativa ai “preparati
pericolosi”. Ciò in quanto nella direttiva 91/689/Cee relativa
ai rifiuti pericolosi, veniva effettuata “di fatto” una
assimilazione tra “rifiuto pericoloso e preparato pericoloso”,
relativamente ad alcune caratteristiche di pericolo.
In due casi la proposta non si è allineata con gli sviluppi
della medesima direttiva 88/379/Ce e successive
modifiche, e precisamente:
1) la caratteristica «sensibilizzante», presente nella normativa
relativa alle sostanze ed ai preparati non ha
equivalenti nell’allegato III della direttiva 91/689/Cee.
L’aggiunta di una nuova caratteristica nell’articolo 2
della decisione richiederebbe infatti una modifica dell’allegato
III della direttiva 91/689/Cee;
2) le caratteristiche R50, R51, R54, R55, R56 e R57, che
figurano nella direttiva 1999/45/Cee rientrano fra quelle
raggruppate nella generale definizione «tossico per
l’ambiente» che compare nella direttiva 1999/45/Ce e
che può essere considerata equivalente alla proprietà
«ecotossico» dell’allegato III (H14 nell’allegato III
della direttiva 91/689/Cee).
La metodologia per la valutazione di tale proprietà è
tuttavia ancora in fase di studio e non è stato ancora
chiaramente definito come essa possa trovare applicazione
nel caso dei rifiuti. Pertanto, è stato deciso di non
inserire valori limite per tale caratteristica.

TERAMOIMPRESA 7/2001
A convalida che l’individuazione dei rifiuti e dei rifiuti
pericolosi viene effettuata ancora prevalentemente in
base all’origine, nella Decisione 2001/118/Ce (così come
nella precedente Decisione 2000/532/Ce), viene riportata
una specifica procedura con cui individuare i rifiuti nell’elenco,
e precisamente:
1) identificare la fonte che genera il rifiuto consultando i
titoli dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 per risalire al
codice a sei cifre riferito al rifiuto in questione (esclusi
i codici dei suddetti capitoli che terminano con le
cifre 99). È possibile che un determinato impianto o
stabilimento debba classificare le proprie attività riferendosi
a capitoli diversi. Per es. un fabbricante di
automobili può reperire i rifiuti che produce sia nel
capitolo 12 (rifiuti dalla lavorazione e dal trattamento
superficiale di metalli), che nel capitolo 11 (rifiuti inorganici
contenenti metalli provenienti da trattamento e
ricopertura di metalli) o ancora nel capitolo 08 (rifiuti
da uso di rivestimenti), in funzione delle varie fasi della
produzione. I rifiuti di imballaggio oggetto di raccolta
differenziata (comprese combinazioni di diversi
materiali di imballaggio), invece, vanno classificati
alla voce 15 01 e non alla voce 20 01;
2) se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a
20 si presta per la classificazione di un determinato
rifiuto, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 per identificare
il codice corretto;
3) se nessuno di questi codici risulta adeguato, occorre definire
il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo 16;
4) se un determinato rifiuto non è classificabile neppure
mediante i codici del capitolo 16, occorre utilizzare il
codice 99 (rifiuti non altrimenti specificati) preceduto
dalle cifre del capitolo che corrisponde all’attività
identificata al precedente punto 1).
Molti capitoli dell’elenco sono variati, ma le modifiche
maggiori sono state apportate al capitolo 16 ed al
capitolo 19. Il capitolo 16 riporta 4 nuovi subcapitoli che
riportano: i catalizzatori esauriti; sostanze ossidanti; rifiuti
liquidi acquosi destinati ad essere trattati fuori sito; scarti
di rivestimenti e materiali refrattari. Il capitolo 19 contiene
3 ulteriori subcapitoli che elencano i rifiuti prodotti
dalla rigenerazione dell’olio; i rifiuti prodotti dal trattamento
meccanico dei rifiuti (ad esempio selezione, triturazione,
compattazione, riduzione in pellet) non specificati
altrimenti, contenente tra l’altro una voce specifica per
il combustibile derivato dai rifiuti; i rifiuti prodotti dalle
operazioni di bonifica di terreni e risanamento delle acque
di falda.
32
Ambiente e sicurezza
Ritornando ad esaminare più attentamente il nuovo
sistema di classificazione dei rifiuti pericolosi, si può
affermare che esso è per molti aspetti simile a quello adottato
per la classificazione di sostanze e preparati pericolosi,
come prima detto.
Infatti, il principio adottato dalla direttiva per la
classificazione dei rifiuti è il seguente: qualsiasi sostanza
pericolosa ai sensi della direttiva 67/548/Cee, relativa al
ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari
ed amministrative in merito alla classificazione,
all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati pericolosi,
se presente nel rifiuto in una certa concentrazione, fa classificare
lo stesso pericoloso.
Nel definire la presenza nel rifiuto di sostanze pericolose,
la decisione 2001/118/Ce fa riferimento sia ai limiti
di concentrazione previsti dalla direttiva 88/379/Cee sia
alla direttiva 67/548/Cee.
Più precisamente, per alcuni rifiuti individuati come
“voci speculari”, si fa un esplicito riferimento a concentrazioni
limite di sostanze pericolose presenti nel rifiuto. Tali
concentrazioni limite vengono riportate nell’articolo 1 della
decisione 2001/118/Ce, nel quale viene affermato che:
“Si ritiene che i rifiuti classificati come pericolosi
presentino una o più caratteristiche indicate nell’allegato
III della direttiva 91/689/Cee e, in riferimento ai codici da
H3 a H8 e ai codici H 10 e H 11 del medesimo allegato,
una o più delle seguenti caratteristiche:
— punto di infiammabilità < 55 °C,
— una o più sostanze classificate come molto tossiche in
concentrazione totale > 0,1%,
— una o più sostanze classificate come tossiche in concentrazione
totale > 3%,
— una o più sostanze classificate come nocive in concentrazione
totale > 25%,
— una o più sostanze corrosive classificate come R35 in
concentrazione totale > 1%,
— una o più sostanze corrosive classificate come R34 in
concentrazione totale > 5%,
— una o più sostanze irritanti classificate come R41 in
concentrazione totale > 10%,
— una o più sostanze irritanti classificate come R36, R37,
R38 in concentrazione totale > 20%,
— una sostanza riconosciuta come cancerogena (categorie
1 o 2) in concentrazione totale > 0, 1 %,
— una sostanza riconosciuta come cancerogena (categoria
3) in concentrazione totale > 0, 1 %,
— una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo
riproduttivo (categorie 1 o 2) classificata come R60 o
R61 in concentrazione totale > 0,5%,

Ambiente e sicurezza
— una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo
riproduttivo (categoria3) classificata come R62 o R63
in concentrazione totale > 5%,
— una sostanza riconosciuta mutagena (categoria 1 o 2)
classificata come R46 in concentrazione totale > 0,1 %,
— una sostanza riconosciuta mutagena (categoria 3) classificata
come R40 in concentrazione totale > 1 %.”;
È importante ribadire che il criterio della concentrazione
limite introdotto dalla Decisione 2001/118/Ce, si
applica esclusivamente nei casi in cui i rifiuti possono
essere classificati in “voci speculari».
In alcuni casi, infatti, figurano nell’elenco due “voci
speculari»:
— una riferita al tipo di rifiuto pericoloso
— l’altra riferita a quello non pericoloso.
Un rifiuto è identificato come pericoloso solo se le
sostanze raggiungono determinate concentrazioni (percentuale
rispetto al peso), tali da conferire al rifiuto in
questione una o più delle proprietà di cui all’allegato III
della direttiva 91/689/Cee. Per le caratteristiche da H3 a
H8, H10 e H11 si applicano i limiti indicati all’articolo 1
della decisione (come soprariportati) per determinare la
pericolosità del rifiuto.
Per le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14
l’articolo 1 della nuova decisione non prevede (per il
momento) alcuna specifica, in quanto mancano i criteri di
riferimento. Tuttavia si ritiene che ai fini della caratterizzazione
di un rifiuto pericoloso le caratteristiche di pericolo
per le quali sono state identificate le relative concentrazioni
limite, coprano la casistica dei rifiuti riportati in
elenco alla Decisione 2001/118/Ce.
Poiché la nuova decisione per la classificazione dei
rifiuti si riferisce esplicitamente alla classificazione delle
sostanze pericolose, al fine di non dover modificare troppo
spesso l’elenco dei rifiuti pericolosi, si è previsto un meccanismo
automatico di adeguamento: ogni volta che verrà
classificata una nuova sostanza pericolosa ai sensi della
direttiva 67/548/Cee, se la stessa è presente in un rifiuto per
il quale è prevista la “voce speculare”, quest’ultimo sarà
classificato pericoloso, ove la concentrazione della sostanza
stessa raggiunga le concentrazioni previste nell’art. 2
della Decisione 2001/118/Ce. Infatti, i limiti indicati nel
citato articolo 2 della decisione riflettono le pertinenti
disposizioni della direttiva 1999/45/Ce, ultima modifica
alla citata direttiva 88/379/Cee sui preparati pericolosi.
La presenza di metalli in lega, generalmente non fa
scattare la classificazione di “pericoloso”, bensì unicamente
per alcune leghe metalliche, quali ad esempio l’amalgama
di mercurio.
33
TERAMOIMPRESA 7/2001
Nelle due votazioni in seno al Technical Adaptation
Committee (T.A.C.), nelle quali si è preceduto alla modifica
dell’elenco dei rifiuti pericolosi di cui alla precedente Decisione
94/904/Ce, non si era raggiunta la maggioranza qualificata
per alcune voci dell’elenco rifiuti. Per queste ultime,
secondo la procedura di “Comitato”, la Commissione Ue ha
sottoposto al Consiglio Ue una propria proposta, la quale per
essere respinta doveva essere rigettata dal Consiglio Ue
all’unanimità. Ciò non è avvenuto e, quindi, le proposte
della Commissione sono state approvate dal Consiglio Ue.
Le tipologie di rifiuti per le quali non si era raggiunto
un accordo nel T.A.C., e quindi la Commissione ha
sottoposto al Consiglio Ue una propria proposta, che è stata
approvata dal Consiglio Ue stesso, sono:
160104* Veicoli fuori uso
Decisione 2001/119/Ce
060802* rifiuti contenenti clorosilano pericoloso
Decisione 2001/573/Ce
070216* rifiuti contenenti silicone pericoloso
Decisione 2001/573/Ce
070217 rifiuti contenenti silicone pericoloso diversi da
quelli menzionati alla voce 070216
Decisione 2001/573/Ce
170605* materiali da costruzione contenenti amianto
Decisione 2001/573/Ce
Con l’emanazione di tali due Decisioni, che si applicheranno
anch’esse a partire dal 1° gennaio 2002, si è
completato il nuovo quadro di riferimento per quanto concerne
la lista dei rifiuti pericolosi valida in tutti i 15 membri
della Unione Europea. Si ricorda, comunque, che tale
lista di rifiuti pericolosi rimane una lista “minimale e vincolante”,
cioè ogni Stato membro dovrà recepirla aggiungendo,
se lo ritiene corretto, eventualmente altre tipologie
di rifiuti pericolosi.
Poiché la Decisione 2001/118/Ce modifica la Decisione
2000/532/Ce, in essa vengono riportate unicamente
le parti modificate, mentre per quanto non espressamente
riportato vige quanto previsto dalla Decisione 2000/532/Ce
stessa. Precisamente l’art. 3 della Decisione 2000/532/Ce,
che riporta che un rifiuto pericoloso dell’elenco in casi
eccezionali può essere considerato non pericoloso, rimane
vigente, ancorché non riportato nella Decisione della
Commissione 2001/118/Ce, cioè lo Stato membro può de-

TERAMOIMPRESA 7/2001
cidere, in casi eccezionali, che un rifiuto classificato “pericoloso”
non presenta nessuna caratteristica di pericolosità
o che, viceversa, un rifiuto classificato “non pericoloso”
presenta caratteristiche di pericolosità.
Si sottolinea che tale eventualità è riferita a casi
specifici, ben individuati ed opportunamente documentati.
In particolare, nell’ipotesi di rifiuto classificato “pericoloso”
nell’elenco e di cui il detentore ritenga non presenti
nessuna caratteristica di pericolosità, è posto a carico del
suddetto detentore l’onere di fornire, per lo specifico rifiuto,
l’opportuna documentazione che attesti l’assenza delle
citate caratteristiche di pericolo.
Si riportano di seguito, a titolo esemplificativo, alcuni
casi che si potrebbero verificare per la classificazione di
alcune tipologie di rifiuti descritte con le “voci specchio”.
Si prenda ad esempio il caso delle “terre e rocce,
contenenti sostanze pericolose” voce 170503* (rifiuto
pericoloso) e delle “terre e rocce diverse da quelle di cui
alla voce 170503” (rifiuto non pericoloso) e si ipotizzi che
in tali terre e rocce all’analisi chimica effettuata sul rifiuto
tal quale, si riscontri presenza di una combinazione
complessa di idrocarburi con un numero di atomi di Carbonio
prevalentemente nell’intervallo C 8 – C 11 , con punto
di ebollizione nell’intervallo 130 °C – 205 °C circa,
identificabili come da craking di nafta. Tali sostanze, in
base ai disposti normativi in materia di classificazione,
imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose (nello
specifico Decreto Ministro Sanità del 28 aprile 1997),
sono classificati nel seguente modo:
— Carcinogeno di Categoria 2; frase di Rischio R45;
— Xn (Nocivo); Frase di Rischio R65.
Poiché la caratteristica di Carcinogeno di Categoria
2 prevale su tutte le altre, essendo la più restrittiva, in tal
caso la concentrazione limite da applicare in base all’art.
2 della Decisione 2001/118/Ce è 0.1%. Quindi se il rifiuto
“terra e roccia” contiene più dello 0.1% della miscela di
idrocarburi in questione, andrà classificato PERICOLO-
SO, assegnandogli il relativo codice 170503*; se ne contiene
ad esempio lo 0.09% andrà classificato “NON
PERICOLOSO” assegnandogli il codice CER 170504.
Un ulteriore esempio potrebbe essere costituito dal
“Caso degli imballaggi”. Essi vengono definiti in base al
materiale che li costituisce, inoltre la voce 150110* riporta
“imballaggi contenti residui di sostanze pericolose o contaminati
da tali sostanze”. Facciamo l’esempio, pertanto, di
un imballaggio contenente un residuo di una sostanza pericolosa
quale solfato di rame (utilizzato in alcune pratiche
agronomiche): il solfato di rame è così classificato:
34
— Xn (Nocivo); Frase di Rischio R 22
— Xi (Irritante); Frase di Rischio R36/38
Ambiente e sicurezza
Tra le due classificazioni, ovviamente quella che
regola l’applicazione della relativa concentrazione limite,
è quella più restrittiva, quindi la classificazione di Irritante
con Frase di Rischio R36/38, per la quale è prevista una
concentrazione limite pari a £ 20%. Quindi se all’analisi
chimica si riscontra una concentrazione di Solfato di
Rame nel rifiuto di imballaggio stesso superiore al 20% in
peso, l’imballaggio andrà classificato “PERICOLOSO”
ed assegnato il codice 150110*, altrimenti si assegnerà il
codice corrispondente al materiale di cui è costituito l’imballaggio
in questione.
Ovviamente ciò non significa che dal 1° gennaio
2002 tutti gli imballaggi andranno esaminati chimicamente,
al fine di potergli assegnare il corretto codice, bensì
andranno esaminati unicamente quegli imballaggi che contenendo
una sostanza pericolosa, sono etichettati con il
simbolo corrispondente alla sostanza pericolosa contenuta.
Con la pubblicazione della Decisione 2001/118/Ce
(che modifica l’elenco della Decisione 2000/532/Ce) per la
classificazione dei rifiuti, è stato introdotto un criterio di
accertamento della presenza di sostanze pericolose ad opera
del produttore o del detentore del rifiuto. Tale criterio non
era presente nella precedente versione del 1994, riportata
nell’Allegato D del D.Lgs 22/97. Pertanto, per i rifiuti in cui
non vi è alcun riferimento specifico alla presenza di sostanze
pericolose, la loro classificazione come “pericolosi” continua
a dipendere unicamente dall’origine degli stessi.
Invece, se un rifiuto è identificato come pericoloso
mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose,
esso è considerato pericoloso solo se le sostanze
raggiungono determinate concentrazioni (percentuale
rispetto al peso), tali da conferire al rifiuto in questione
una o più delle caratteristiche di pericolo di cui all’allegato
III alla direttiva 91/689/Cee del Consiglio.
In tale ultimo caso occorrerà pertanto procedere ad
accertamento analitico.
Da ultimo (ma non ultimo) si evidenzia che, poiché
le sostanze classificate pericolose ai sensi della direttiva
67/548/Cee e successive modifiche ed integrazioni sono
circa 3.000, è ovvio che non si dovrà procedere alla ricerca
di tutte le sostanze pericolose classificate tali dalla Ue,
bensì solo di quelle per le quali si può sospettarne la presenza
in base al ciclo produttivo e/o di consumo che ha
generato il rifiuto.
***

Ambiente e sicurezza
Si ricorda che il nuovo catalogo CER di cui alla
Decisione già più volte citata per essere vigente nel nostro
ordinamento deve essere recepito con norma adeguata.
Si ritiene che gli allegati al Decreto Ronchi saranno
modificati con semplice decreto ministeriale ex art. 18,
comma 2, lett. o) del D.Lgs. 22/97, sicuramente entro i
termini auspicati nella Decisione; per l’articolato le modifiche
potrebbero essere introdotte utilizzando l’articolo 1,
comma 15 del ddl S 374-B “Delega al Governo in materia
di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici ed
altri interventi per il rilancio delle attività produttive” (c.d.
Legge obiettivo).
HALON
Norme tecniche e adempimenti per il
recupero, riciclo, rigenerazione e
distribuzione degli halon
Si informa che è stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale n. 249 del 25/10/2001 il Decreto del Ministero
dell’Ambiente 3 ottobre 2001 recante “Recupero, riciclo,
rigenerazione e distribuzione degli halon” (data di entrata
in vigore 09/11/2001).
Il decreto, che abroga i precedenti DM 26.03.96
(Attuazione del DL 10.02.96 n. 56 sulle sostanze dannose
per la fascia di ozono stratosferico) e DM 10.03.99
(Proroga dei termini per la dismissione di gas halon), stabilisce
la disciplina per la raccolta, riciclo e smaltimento
delle sostanze dannose per l’ozono e l’ambiente e fissa i
nuovi termini per la cessazione dell’utilizzo delle stesse e
l’adeguamento dei soggetti che le producono, utilizzano,
commercializzano, importano ed esportano.
In particolare:
— l’art.1 definisce cosa si intende per “halon”, per “clorofluorocarburi”,
per “idroclorofluorocarburi”, rinviando
alle tabelle A e B della Legge 549/93 e all’allegato
I del Regolamento 2037/2001;
— il Capo I (articoli dal 2 al 6) è dedicato agli “HALON”
e prevede:
– da subito il divieto dell’uso di halon vergine, nonchè
l’importazione dai Paesi terzi di halon vergini,
recuperati o riciclati e dei prodotti e apparecchiature
35
TERAMOIMPRESA 7/2001
che li contengono;
– entro 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto
(09/11/2002), gli halon contenuti nei sistemi di protezione
antincendio e negli estintori devono essere recuperati
dai “centri autorizzati di raccolta dell’halon”;
– entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto
(24/12/2001), questi “centri di raccolta” devono trasmettere
ai Ministeri dell’Ambiente e delle Attività
Produttive la documentazione relativa alle procedure
utilizzate per il recupero, la rigenerazione, il riciclaggio
e la distruzione degli halon;
– il divieto di uso di halon vergine non si applica solo
nel caso di sistemi di protezione antincendio ed
estintori destinati ad alcuni utilizzi in campo militare
e petrolifero precisati in dettaglio dall’art. 2 c. 3
del decreto; chi utilizza gli halon anche per detti usi
particolari, deve comunque darne comunicazione ai
Ministeri competenti entro 60 giorni dall’entrata in
vigore del decreto (08/01/2002);
– l’uso di idroclorofluorocarburi è consentito in sostituzione
degli halon solo a determinate condizioni e
per le applicazioni riportate nell’allegato I al decreto;
in tutti gli altri casi è vietato a partire dal
31/12/2008,
— Il Capo II (articoli dal 7 al 10) è riservato ai clorofluorocarburi
(CFC):
– dal 31/12/2000 è vietato l’uso di CFC per la manutenzione
e la ricarica di apparecchiature e impianti
di refrigerazione e condizionamento;
– i CFC devono essere recuperati e destinati a distruzione
nei “centri autorizzati di raccolta dei CFC”;
– entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto
(07/02/2002), chiunque detenga (e quindi gli utenti
finali) nelle apparecchiature e negli impianti di
refrigerazione e condizionamento una quantità
non inferiore a 20 kg di CFC deve darne comunicazione
ai Ministeri competenti utilizzando il fac
simile dell’allegato II al decreto.
N.B. Per quanto riguarda gli adempimenti di cui
sopra, gli utenti di apparecchi e impianti contenenti halon
o CFC devono confrontarsi con i soggetti incaricati dei
periodici interventi di controllo e manutenzione.

TERAMOIMPRESA 7/2001
ECOLABEL –
CRITERI ECOLOGICI
Nuovi criteri ecologici per personal
computer, computer portatili,
ammendanti del suolo e lavastoviglie
Si segnala la pubblicazione, sulla GUCE n. L 242
del 12.09.2001, dei criteri per l’assegnazione del marchio
di qualità ecologica ECOLABEL per i seguenti prodotti:
— PERSONAL COMPUTER – con Decisione della
Commissione del 22 agosto 2001 sono stati definiti i
nuovi criteri ecologici in sostituzione di quanto previsto
dalla Dec. 1999/205/CE in scadenza il 28 febbraio 2002;
— COMPUTER PORTATILI - con Decisione della
Commissione del 28 agosto 2001 sono stati definiti i
nuovi criteri ecologici in sostituzione di quanto previsto
dalla Dec. 1999/698/CE in scadenza il 31 ottobre 2001;
— AMMENDANTI DEL SUOLO/SUBSTRATI DI
COLTIVAZIONE - con Decisione della Commissione
del 28 agosto 2001 sono stati definiti i nuovi criteri
ecologici in sostituzione di quanto previsto dalla Dec.
98/488/CE (come modificata dalla Dec.2001/157/CE)
in scadenza il 30 settembre 2002;
36
Ambiente e sicurezza
— LAVASTOVIGLIE - con Decisione della Commissione
del 28 agosto 2001 sono stati definiti i nuovi criteri
ecologici in sostituzione di quanto previsto dalla Dec.
98/483/CE (come modificata dalla Dec. 2001/397) in
scadenza il 31 gennaio 2003.
SICUREZZA EDILIZIA
Sentenza Corte di Cassazione
13 settembre 2001, n. 33548 –
Responsabilità dell’impresa di noleggio
La Corte di Cassazione ha condannato il responsabile
di un’impresa fornitrice di macchinari per un cantiere
nel quale si era registrato un infortunio mortale. La responsabilità
penale è derivata dall’aver svolto un’effettiva
opera di sovrintendenza all’andamento complessivo delle
operazioni. Chi è preposto alla vigilanza sull’attività lavorativa
in un cantiere risponde, quindi, della violazione delle
norme antinfortunistiche anche se non appartiene all’impresa
che ha in appalto i lavori.
LA MERCHANT BANK ABRUZZESE
CHE OPERA IN FAVORE DELL’INDUSTRIA REGIONALE
•FORNISCE CONSULENZA FINANZIARIA
finabruzzo spa
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Credito e finanze
MODIFICA DEL SAGGIO
DI INTERESSE LEGALE
Il D.M. 11 dicembre 2001 (G.U. 14 dicembre 2001,
n. 290) con decorrenza dal 1° gennaio 2002, ha fissato al
3% in ragione d’anno la misura del saggio degli interessi
legali di cui all’art. 1284 del codice civile.
Testo del documento
DECRETO MINISTERIALE 11 dicembre 2001
Modifica del saggio di interesse legale
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA
E DELLE FINANZE
Visto l’art. 2, comma 185, della legge 23 dicembre 1996,
n. 662, recante «Misure di razionalizzazione della finanza pub-
finapi
al servizio dell’impresa teramana
COSA OFFRIAMO
La finapi fornisce
ogni tipo di servizio
in campo finanziario e creditizio
37
TERAMOIMPRESA 7/2001
blica» che, nel fissare al 5% il saggio degli interessi legali di cui
all’art. 1284 del codice civile, demanda al Ministro dell’economia
e delle finanze la facoltà di modificare detta misura sulla
base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di
durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di
inflazione registrato nell’anno;
Visto il proprio decreto ministeriale 11 dicembre 2000,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 292 del 15 dicembre 2000
con il quale la misura del cennato saggio di interesse è stata fissata
al 3,5% in ragione d’anno, con decorrenza 1° gennaio 2001;
Visto il decreto legislativo 1° settembre 1995, n. 385,
Testo unico, della legge in materia bancaria e creditizia;
Visti il rendimento medio annuo lordo dei predetti titoli
di Stato e il tasso d’inflazione annuo registrato;
Decreta:
La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art.
1284 del codice civile è fissata al 3% in ragione d’anno, con
decorrenza dal 1° gennaio 2002.
• facilita l’accesso al credito di esercizio presso le banche ordinarie garantendo
le linee di fido concesse e ottenendo una riduzione dei tassi pagati
dall’impresa agli istituti di Credito;
• prepara pratiche per l’ottenimento di finanziamenti agevolati e ordinari
a medio termine per investimenti industriali riducendo sensibilmente i
tempi di istruttoria ed erogazione;
• prepara pratiche per l’ottenimento di finanziamenti specifici per automezzi,
macchinari, sviluppo aziendale, consolidamento di passività a breve;
• facilita l’utilizzo di strumenti quali Leasing e Factoring;
• esegue valutazioni delle esigenze finanziarie delle imprese di breve e
medio periodo;
• esegue valutazioni economico-finanziarie di nuovi investimenti;
• esegue ricerche di soci per nuove attività imprenditoriali ed imposta piani
di ristrutturazione e sviluppo aziendale.
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SOANC
Società Organismo Attestazione Nazionale Costruttori
La Società Organismo Attestazione Nazionale Costruttori, SOANC S.p.A., autorizzata in data 14 novembre 2000 dall’AUTO-
RITÀ per la VIGILANZA sui LAVORI PUBBLICI, si propone quale riferimento di efficienza, affidabilità e trasparenza nella verifica
dei livelli di qualificazione delle aziende operanti nel comparto delle costruzioni, conformemente a quanto previsto dal Regolamento
(DPR 25 gennaio 2000 n. 34), sul sistema di qualificazione per gli esecutori dei lavori pubblici. Le caratteristiche
e l’autorevolezza dei soggetti costitutori, garanzie di assoluta competenza e professionalità, consentono a SOANC S.p.A.:
• l’assoluto rispetto dei tempi e delle prescrizioni normative
• procedure e personale altamente qualificati
• riduzioni degli oneri procedurali
• informativa tempestiva e dettagliata sui contenuti normativi, sulle modalità di verifica dei requisiti e sugli elementi contrattuali
• applicazione delle tariffe minime previste dal Regolamento DPR 34/2000
L’organizzazione della società, conforme alle nome internazionali UNI CEI 45000 e UNI EN ISO 9000 e valorizzata da un
avanzato sistema informatico, riafferma l’alto grado di capacità tecniche, organizzative e di qualità, che sono alla base dell’attività
della SOANC.
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242633) il modello sottostante debitamente compilato.
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Edilizia
LA LEGGE OBIETTIVO
Approvazione
Il 6 dicembre scorso il Parlamento ha definitivamente
approvato la c.d. “legge obiettivo” contenente la
delega al Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti
produttivi strategici.
Principale finalità del provvedimento appare quella
di accelerare e semplificare le procedure per la realizzazione
di grandi infrastrutture.
Il Governo dovrà individuare tali interventi attraverso
un programma redatto con la collaborazione delle
regioni interessate o su loro proposta ed inserito nel documento
di programmazione economica e finanziaria.
I progetti delle opere dovranno essere approvati dal
Cipe integrato dai rappresentanti delle regioni coinvolte.
Entro 12 mesi il Governo dovrà esercitare la propria
delega per l’emanazione di uno o più decreti delegati attraverso
i quali sarà modificata la disciplina sulle conferenze
di servizi ed individuate le procedure semplificate
per il rilascio degli atti autorizzativi e delle concessioni;
tali procedure non potranno essere di durata superiore a 6
mesi “per l’approvazione dei progetti preliminari, comprensivi
di quanto necessario per la localizzazione dell’opera
d’intesa con la regione o la provincia autonoma competente,
che, a tal fine, provvede a sentire preventivamente
i comuni interessati, e, ove prevista, della Via”.
La delega al governo riguarda altresì l’individuazione
dei principi e dei criteri per l’affidamento della realizzazione
delle infrastrutture ad un unico soggetto contraente
generale o concessionario.
La legge precisa che “il contraente generale é
distinto dal concessionario di opere pubbliche per l’esclusione
dalla gestione dell’opera ed è qualificato per specifici
connotati di capacità organizzativa e tecnico-realizzativa,
per l’assunzione dell’onere relativo all’anticipazione
temporale del finanziamento necessario alla realizzazione
dell’opera in tutto o in parte con finanziamenti privati, per
la libertà di forme nella realizzazione dell’opera, per la
natura prevalente di obbligazione di risultato complessivo
43
TERAMOIMPRESA 7/2001
del rapporto che lega detta figura al soggetto aggiudicatore
e per l’assunzione del relativo rischio”.
Nell’ambito della fase realizzativa, il general contractor
potrà affidare a terzi l’esecuzione delle prestazioni,
sempre nel rispetto della normativa antimafia e di quella
sui requisiti degli appaltatori.
La “legge obiettivo” introduce, inoltre, importanti
semplificazioni anche nell’attività di ristrutturazione relativa
ad interventi di edilizia privata, estendendo l’applicazione
della Dia (finora limitata ad opere minori) ad esecuzioni
di totale ristrutturazione edilizia, agli ampliamenti
ed alle nuove costruzioni.
In particolare viene consentito di utilizzare la Dia
anche per sopralzi, addizioni, ampliamenti e nuove edificazioni,
purché specificatamente disciplinati da piani attuativi
che contengano precise disposizioni plano-volumetriche,
tipologiche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata
esplicitamente dichiarata dal consiglio comunale in sede di
approvazione dei piani o di ricognizione di quelli vigenti.
Tale possibilità viene ritenuta ammissibile anche per
gli interventi su immobili sottoposti a vincolo ambientale o
storico artistico, purchè si acquisisca preventivamente
l’autorizzazione della Soprintendenza o della Regione.
MODICHE LEGGE MERLONI
Le proposte dell’ANIEM
Dopo l’esame della Giunta di Presidenza del 22 ottobre
u.s., anche i responsabili delle Sezioni e dei Collegi
Edili dell’ANIEM si sono riuniti a Roma per discutere e
confrontarsi sulle possibili modifiche da approtare alla
normativa sugli appalti pubblici.
Le indicazioni emerse da tali consultazioni sono riportate
nel documento di sintesi che trasmettiamo di seguito e
che resta peraltro aperto ad ulteriori contributi propositivi.

TERAMOIMPRESA 7/2001
PROPOSTE MODIFICHE
LEGGE QUADRO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI
Premessa
La legge 109/94 e le sue successive modificazioni hanno
certamente risentito del particolare momento storico nel quale
tale provvedimento è stato concepito.
Appare evidente la volontà del Legislatore di disciplinare
minuziosamente sistemi di aggiudicazione, procedure di gara,
modalità di ricorso al subappalto prevedendo strumenti e modalità
di vigilanza sull’intero svolgimento dell’appalto.
L’esasperazione di questa tendenza, la concentrazione di
una molteplicità di funzioni al responsabile del procedimento,
l’inadeguatezza organizzativa di molte stazioni appaltanti, la
persistente presenza di fenomeni distorsivi, il delicato consolidamento
del nuovo sistema di qualificazione creano, evidentemente,
problemi che a tutt’oggi ancora penalizzano lo sviluppo
del mercato nel settore dei lavori pubblici.
Riteniamo in questo senso che debba essere pienamente
recepito nel nostro ordinamento un indirizzo legislativo, già
radicato nel diritto comunitario ma ampiamente diffuso anche
nei sistemi giuridici di molti Stati membri, finalizzato a definire
principi, deleghe, norme quadro, senza, peraltro, divenire una
normativa essenzialmente di “controllo”.
L’esperienza, d’altronde, ha dimostrato come il moltiplicarsi
di vincoli, controlli e divieti, oltre a rivelarsi fortemente
inefficace, non incide tanto sulle disfunzioni del sistema quanto
sugli oneri che lo stesso deve sopportare.
Non a caso continuano a persistere fenomeni di ribassi
eccessivi e lavoro sommerso che certamente penalizzano le prospettive
e le potenzialità di crescita qualitativa del sistema
imprenditoriale.
In questo senso restiamo convinti che, pur indicando una
serie di correttivi su diversi aspetti della Legge quadro, una particolare
attenzione vada riservata alle regole ed ai criteri che
disciplinano il nuovo sistema di qualificazione al fine di renderlo
più efficace nella sua capacità selettiva.
Organizzazione e funzionamento della Pubblica
Amministrazione
L’inadeguata capacità organizzativa e professionale delle
stazioni appaltanti rispetto alla molteplicità delle responsabilità e
dei compiti indicati dalla Legge 109/94 costituisce un non trascurabile
rallentamento dell’attività gestionale degli appalti pubblici.
L’eccessivo numero di stazioni appaltanti, costituito in
gran parte da enti di piccole dimensioni, dilata ulteriormente il
problema.
Riteniamo, pertanto, non più rinviabile una scelta finalizzata
a ridurre il numero delle stazioni appaltanti prevedendo
che, laddove si rilevi un’inadeguatezza delle stesse, tali funzioni
possano essere esercitate dai Provveditorati Regionali.
Sottolineiamo altresì l’ ampiezza dei compiti del responsabile
del procedimento per il quale, almeno per gli appalti di importo
più rilevante, potrebbe essere introdotta una doppia figura (un
responsabile per gli aspetti tecnici, uno per quelli amministrativi).
Auspichiamo, infine, un chiarimento definitivo sulla ripartizione
delle competenze fra i due principali organismi istituzionali
in materia di lavori pubblici (Ministero ed Autorità di Vigilanza).
44
Edilizia
Sistemi di aggiudicazione
Nell’attuale sistema di aggiudicazione fondato sul massimo
ribasso permangono distorsioni e processi di dequalificazione
del mercato.
Tale sistema, esasperato dall’esigenza di acquisire lavori
nel quinquennio per mantenere la qualificazione, comporta
offerte caratterizzate da ingenti ribassi che, evidentemente, non
garantiscono né la qualità dei lavori né una corretta gestione della
concorrenza.
Riteniamo che debbano essere resi più incisivi i meccanismi
già previsti dalla normativa.
In questo senso proponiamo che sia mantenuta fissa la percentuale
minima del 10% entro la quale applicare il c.d. “taglio
delle ali”, ma che tale percentuale possa essere annualmente
aumentata sulla base di determinazioni adottate a livello regionale
dall’Autorità di Vigilanza tenuto conto delle indicazioni fornite
dagli osservatori regionali sull’andamento degli appalti.
Possono altresì essere presi in considerazione altri criteri
di selezione quale quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa,
integrata dalla previsione di introdurre la facoltà per il
committente di scartare le offerte con ribassi eccessivi e per le
imprese di proporre varianti e miglioramenti al progetto iniziale.
Si tratta di metodologie già ampiamente recepite a livello
europeo che, nel nostro ordinamento, potrebbero essere adottate
per tipologie di affidamento di importi significativi che
richiedono una particolare complessità valutativa.
Recentemente, come noto, in Francia è stato attuata una
profonda riforma legislativa in materia di lavori pubblici che
pone l’offerta economicamente più vantaggiosa al centro dei
criteri di aggiudicazione.
Il provvedimento, ispirato dall’esigenza di conferire la
semplificazione, la trasparenza e la rapidità nel settore degli
appalti, riduce le procedure concorsuali a sole quattro tipologie:
— fino a 90.000 Euro il solo giustificativo di fattura;
— fra i 90.000 e i 130.000 Euro una procedura di “concorrenza
semplificata”;
— fra i 130.000 Euro ed i 200.000 Euro l’obbligo di pubblicizzazione
a livello comunitario;
— sopra i 200.000 Euro l’estensione anche agli enti locali dell’obbligo
di pubblicizzazione a livello comunitario.
L’utilizzo dell’euro come sistema monetario unico, infine,
rende necessaria la previsione di un adeguamento dei valori
nelle procedure concorsuali (arrotondamento degli importi a
base di gara) al fine di prevenire possibili problematiche nel
passaggio al nuovo regime.
Licitazione privata semplificata
Le procedure di gara sono tuttora caratterizzate da un
eccessivo numero di soggetti partecipanti e da procedure troppo
lunghe e complesse.
In questo senso si ritiene che debba essere favorito un
maggiore ricorso alla licitazione privata semplificata.
Si propone, al riguardo, di aumentare l’attuale limite di
750.000 ECU e di eliminare l’obbligo di invitare almeno 30
concorrenti (obbligo che, spesso, si rivela fortemente disincentivante
all’utilizzo della licitazione privata semplificata soprattutto
per le piccole stazioni appaltanti).

Edilizia
Trattativa privata
Soprattutto in alcune aree territoriali si registra uno scarso
ricorso alla trattativa privata che potrebbe rivelarsi un utile
strumento di aggiudicazione per accelerare la realizzazione delle
opere e favorire l’utilizzo della manodopera e dell’imprenditoria
locale.
A tal fine vanno individuati meccanismi meno rigidi rispetto
a quelli fissati dall’art.24 aumentando, ad esempio, l’importo
dei 300.000 ECU ed estendendo l’utilizzo della trattativa privata al
di là delle ipotesi tassative previste dalla norma attuale.
Potrebbe essere valutata, inoltre, la possibilità di invitare
alla gara informale solamente le imprese operanti nell’area regionale
nella quale viene indetta la procedura di aggiudicazione.
Subappalto
Si conferma l’esigenza di uniformità fra la normativa
nazionale e quella comunitaria sull’istituto del subappalto ancora
soggetto nel nostro sistema legislativo a persistenti limitazioni.
A tal fine si propone di eliminare ogni limitazione alla
quota parte subappaltabile per la categoria prevalente e di snellire
gli oneri procedurali attualmente previsti.
Varianti
Il miglioramento dell’opera e della sua funzionalità deve
restare un obiettivo fondamentale nel settore dei lavori pubblici.
È necessario, quindi, reintrodurre il limite del 20% dell’importo
dei lavori entro il quale è possibile apportare varianti
in corso d’opera che non comportino modifiche sostanziali e
siano motivate da esigenze obiettive, derivanti, peraltro, da circostanze
non prevedibili al momento della stipula del contratto.
Consorzi stabili
Si propone che le imprese singole possano affidare l’esecuzione
dei lavori assunti nell’appalto ai consorzi stabili dei
quali fanno parte.
A tal fine, in sede di gara le imprese dovranno dichiarare di
voler affidare al consorzio i lavori eventualmente aggiudicati.
Il consorzio stabile, come noto, assume le caratteristiche
di una comune struttura d’impresa.
L’affidamento dei lavori da parte del singolo consorziato
al consorzio stabile non deve, pertanto, configurarsi come un’ipotesi
di cessione del contratto né di subappalto.
Parimenti si ritiene ammissibile l’affidamento dei lavori alle
singole imprese da parte del consorzio stabile affidatario dei lavori.
L’obiettivo di garantire a tutti i soggetti ammessi alle
gare pari condizioni di accesso al mercato rende necessario il
superamento di discipline diversificate fra i consorzi di imprese
e quelli costituiti da artigiani o cooperative.
Tali condizioni penalizzano, infatti, i consorzi di imprese
disincentivandone fortemente la costituzione.
Casse edili
Considerati i fini di interesse pubblico assegnati dalla
legislazione alle casse edili, si ritiene necessario modificare l’attuale
formulazione dell’art.37 fissando alcuni principi operativi
e comportamentali assolutamente importanti per una gestione
corretta e rispettosa della concorrenza fra tutti i soggetti operanti
nel settore degli appalti pubblici.
45
TERAMOIMPRESA 7/2001
A tal fine la norma dovrebbe prevedere che le casse edili,
pur mantenendo la natura privatistica, sono tenute a:
— rispettare tutti i CCNL ai quali fanno riferimento i lavoratori
e le imprese iscritte;
— rilasciare la certificazione liberatoria riferita esclusivamente
alle prestazioni dirette ai lavoratori iscritti ed alla quota per
la gestione della cassa edile (il cui tetto massimo verrà fissato
con decreto ministeriale);
— destinare le quote riservate alle Associazioni datoriali e sindacali
alle Organizzazioni cui aderiscono imprese e lavoratori
iscritti che devono dare relativa autorizzazione alla
riscossione espressa anche con l’adozione di un CCNL che
ne faccia previsione.
Project financing
La notevole carenza di infrastrutture e la ridotta disponibilità
di risorse pubbliche rendono assolutamente necessario
definire una disciplina efficace per lo sviluppo di un sistema di
finanziamento privato delle opere pubbliche.
Si ritiene, anzitutto, che l’impresa edile debba costituire
un elemento imprescindibile della finanzia di progetto.
In questo senso si propone che istituti finanziari e gestori
dell’iniziativa possano partecipare alla promozione dell’opera
fino ad un limite del 30% e, comunque, solo in associazione
con imprese di costruzione.
Sarebbe altresì rilevante per lo sviluppo dell’istituto che
le Pubbliche Amministrazioni costituissero al proprio interno
uffici specifici composti da tecnici, urbanisti, amministrativi
(per gestire l’insieme della procedura) ai quali destinare incentivi
sulle proposte successivamente realizzate attraverso tariffe
predefinite a carico dei promotori.
In relazione all’obbligo di affidare a terzi una percentuale
di lavori si ritiene opportuno prevedere che tale vincolo scatti
solo per interventi di rilevante importo economico.
Si propone, inoltre, che l’attuale meccanismo debba
essere integrato estendendone l’applicazione anche alle proposte
non ricomprese negli elenchi predisposti dalle amministrazioni
aggiudicatrici nel primo trimestre di ogni anno.
In questo senso si rileva l’opportunità che soggetti promotori
possano avanzare proposte per la realizzazione di lavori
pubblici o di pubblica utilità da sottoporre alla verifica delle
stesse amministrazioni e ad un sistema di pubblicità analogo a
quello previsto per le altre proposte.
SISTEMA DI QUALIFICAZIONE (D.P.R. 34/2000)
Il periodo di verifica dei requisiti
Il nuovo sistema di qualificazione necessita certamente
di interventi correttivi che possano migliorare l’efficacia della
disciplina regolamentare e si dimostrino più rispondenti alle
caratteristiche peculiari dell’imprenditoria edile e del settore
degli appalti pubblici.
In questo senso si ritiene che l’intervento più significativo
debba essere finalizzato a modificare il periodo temporale entro il
quale debbono essere controllati i requisiti delle imprese.
L’attuale termine del quinquennio appare, infatti, penalizzante
ed inadeguato a svolgere una corretta valutazione essendo,
evidentemente, soggetto ad essere condizionato dalla
presenza di condizioni temporanee di mercato, da congiunture o

TERAMOIMPRESA 7/2001
situazioni episodiche, da eventi particolari che possono incidere
nella vita dell’azienda.
Si propone, pertanto, di prendere in esame gli ultimi dieci
anni di attività. Tale criterio appare più congruo ad una valutazione
attendibile sulle reali capacità dell’impresa.
Coerentemente, andrebbe esteso a 5 anni il periodo di
validità dell’attestato di qualificazione.
Referenze bancarie
Nell’ambito dei requisiti necessari per la dimostrazione
della capacità economica e finanziaria l’art.18 del D.P.R.
n.34/2000 richiede, come noto, la presentazione di «idonee referenze
bancarie».
L’Autorità per la Vigilanza sui lavori Pubblici ha altresì
previsto, fra i criteri di ammissibilità delle offerte nelle «tipologie
unitarie dei bandi di gara», che le dichiarazioni bancarie sulla
capacità finanziaria ed economica debbano essere «in numero
non inferiore a due».
Molte imprese, tuttavia, lavorano con un solo istituto di
credito: tale scelta imprenditoriale non solo è legittima, ma,
molto spesso, correttamente motivata dalla necessità di un rapporto
fiduciario con la banca.
Si ritiene, pertanto, che queste aziende non possano essere
penalizzate dalla richiesta di referenze rilasciate da più istituti
di credito, richiesta che non trova alcuna giustificazione nella
valutazione dell’affidabilità dell’impresa.
Si richiede, quindi, di precisare che qualora le imprese operino
con un unico istituto bancario venga ritenuto sufficiente la
presentazione della sola nota di referenza relativa a tale istituto.
Attrezzatura tecnica
L’impostazione del regolamento in merito all’accertamento
dell’adeguata attrezzatura tecnica appare sostanzialmente iniquo.
Anzitutto appare paradossale l’obiettivo di verificare il
possesso del requisito per un periodo pregresso (coincidenti con
gli ultimi cinque esercizi finanziari approvati).
Sembrerebbe più logico e coerente con le finalità di un
sistema di qualificazione l’accertamento della capacità e delle
potenzialità imprenditoriali nella fase in cui si attesta la qualificazione
dell’impresa.
Le verifiche degli organismi di attestazione dovrebbero
essere mirate ad accertare se i soggetti esecutori di lavori pubblici
hanno i mezzi o le capacità economiche necessarie ad
entrarne in possesso per poter realizzare nel successivo quinquennio
i lavori per cui chiedono di essere qualificati.
Si ritiene opportuno, quindi, prevedere che ai fini della
valutazione dell’attrezzatura tecnica si accerti la dotazione dell’impresa
o la capacità economica della stessa al momento della
sottoscrizione del contratto con la SOA.
Sembra altresì inammissibile che l’attuale regolamentazione
non tenga in alcun conto le diverse tipologie di attività
oggetto della qualificazione sulle quali le attrezzature hanno
logicamente una diversa incidenza.
Ad un’impresa qualificata nel settore del restauro di beni
culturali non si può chiedere la stessa percentuale di attrezzatura
tecnica di un’azienda che realizza dighe, così come diversa è
l’incidenza di tale requisito fra un’impresa impiantista ed una
che realizza strade, ponti, ferrovie e metropolitane.
46
Edilizia
È necessario, pertanto, diversificare le percentuali di
incidenza dell’attrezzatura tecnica tenendo conto delle diverse
tipologie di lavori.
Incremento convenzionale premiante
L’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici sembra aver
limitato l’utilizzo dell’incremento convenzionale premiante alle
sole società di capitali.
Ai fini degli accertamenti necessari per la verifica dei
requisiti che consentono di avvalersi dell’incremento viene
imposta la presentazione dei bilanci approvati «da parte degli
organi appropriati» e redatti nel rispetto delle procedure previste
dagli articoli 2424 e 2425 del codice civile.
Ciò, secondo l’Autorità, comporterebbe l’impossibilità
di estendere il meccanismo premiante a soggetti diversi dalle
società di capitali.
Tale conclusione, tuttavia, non sembra accettabile in
quanto discriminerebbe una parte consistente del sistema imprenditoriale.
Si propone, quindi, di consentire l’utilizzo dell’incremento
convenzionale a tutti i soggetti in grado di presentare i
bilanci redatti nella forma e nel rispetto delle procedure previste
dagli artt. 2424 e 2425 del cod.civ.
Altri interventi correttivi: declaratorie e requisiti tecnici SOA
La prima fase di applicazione del D.P.R. 34/2000 ha evidenziato
l’esigenza di ulteriori, seppur più limitati, interventi
correttivi.
Fra questi si segnala la necessità di precisare ed integrare
i contenuti delle declaratorie di alcune categorie.
Basti pensare, ad esempio, ai problemi interpretativi sollevati
dalla declaratoria della categoria OG2 (restauro e manutenzione
di beni culturali) che sembrerebbe riguardare «altresì
la realizzazione negli immobili di impianti elettromeccanici,
elettrici, telefonici ed elettronici …» o all’eccessiva indeterminatezza
che si evince dalla declaratoria della cat. OS2 (cosa si
intende per superfici decorate di beni architettonici?).
Eccessivamente rigida appare, inoltre, la disciplina relativa
ai requisiti tecnici delle SOA.
Non si comprendono i motivi per i quali il direttore tecnico
debba esclusivamente essere laureato in ingegneria o in
architettura.
Come peraltro confermato dalla successiva previsione
che impone alle SOA di avvalersi anche di laureati in giurisprudenza
e in economia e commercio, l’attività tecnica degli
Organismi di attestazione presuppone esperienze e capacità professionali
fra le quali assumono particolare rilevanza le materie
giuridiche ed economiche.
Si propone, quindi, di estendere anche ai laureati in giurisprudenza
ed in economia e commercio la possibilità di assumere
il ruolo di direttore tecnico.
Sembra, infine, contrastare con la privatizzazione del sistema
e con il conseguente diritto di autodeterminazione della propria
organizzazione societaria il vincolo che impone alle SOA di avere
in organico almeno 6 diplomati assunti a tempo indeterminato.
Si propone, pertanto, di eliminare tale vincolo e lasciare
alle singole Società la possibilità di determinare il proprio organico
in funzione dell’attività effettivamente svolta.

Edilizia
D.P.R. n.554/1999
Funzioni e compiti del responsabile del procedimento (art.8)
La norma regolamentare conferisce al responsabile del
procedimento una molteplice serie di compiti: dalla conformità
ambientale alla progettazione, dalle procedure concorsuali fino
all’incarico di responsabile dei lavori.
La previsione di un supporto dei dipendenti pubblici
sembra insufficiente a garantire un corretto espletamento della
complessa attività tecnico-amministrativa assegnata al responsabile
del procedimento.
Categorie di opere generali e specializzate (art.72)
L’art. 72, dopo avere definito i contenuti delle due tipologie
di categorie, elenca le lavorazioni che se singolarmente
superiori al 15% dell’importo totale dei lavori non possono
essere affidate in subappalto.
Tale elenco appare eccessivamente esteso, ricomprendendo
anche tipologie di interventi che non sembrano richiedere
una particolare specializzazione tecnica.
Condizioni per la partecipazione alle gare (art 73)
La normativa attuale prevede che nei bandi venga richiesta
la qualificazione nella sola categoria di opere generali che
rappresenta la categoria prevalente; qualora assuma carattere
prevalente una lavorazione specializzata, la gara viene esperita
con la qualificazione nella relativa categoria specializzata. Per
categoria prevalente viene intesa quella di importo più elevato
fra le categorie costituenti l’intervento. Nel bando di gara devono
essere altresì riportate le parti dell’opera singolarmente superiori
al 10% o di importo superiore ai 150.000 Euro.
Quest’ultima previsione appare eccessivamente rigida
imponendo alle Amministrazione l’indicazione di lavorazioni
che hanno un’incidenza assai limitata nella realizzazione complessiva
dell’opera.
Procedure di scelta del contraente (art.76)
In caso di appalto-concorso o di licitazione privata, qualora
il numero dei candidati qualificati sia inferiore a tre la stazione
appaltante è tenuta ad indire una nuova gara .
Tale disposizione potrebbe essere abolita per favorire
una maggiore celerità nelle procedure concorsuali.
Riunione di imprese (art.93)
La norma prevede che le imprese riunite debbano eseguire
i lavori nella percentuale corrispondente alla quota di partecipazione
al raggruppamento.
La disposizione rischia di risultare troppo vincolante per
le imprese che formano l’ATI.
47
TERAMOIMPRESA 7/2001
DIMOSTRAZIONE DEI
REQUISITI GENERALI
Determinazione dell’Autorità
Con la recente determinazione n. 16/23 del 5
dicembre 2001, l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici
ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla verifica dei
requisiti di ordine generale ai fini della qualificazione ed,
in particolare, ai rapporti fra quanto previsto dall’art.17
del D.P.R. 34/2000 e l’art.75 del D.P.R. 554/1999 (nella
formulazione introdotta, dopo la mancata registrazione
della Corte dei Conti, dall’art. 2 del D.P.R. 412/2000).
L’Autorità ha innanzitutto distinto tra idoneità di tipo
«statico» (quella certificata dall’attestazione di qualificazione)
e di tipo «dinamico» (quella effettuata nella singola
gara). Sul punto, viene sostanzialmente ripreso quanto
affermato dalla Circolare Min. LL.PP. Prot. 182/400/93 del
1 marzo 2000, secondo cui il fatto che l’impresa sia in possesso
di qualificazione rilasciata da SOA non significa che
la stessa sia in possesso dei requisiti d’ordine generale.
I requisiti soggettivi devono infatti essere comprovati
nell’attualità (cioè in modo dinamico): l’attestazione
SOA, in questo senso, costituisce condizione necessaria e
sufficiente per la sola dimostrazione dei requisiti di ordine
speciale.
Passando all’esame più specifico dei requisiti
l’Autorità, soffermandosi sul caso degli stati di fallimento,
liquidazione coatta, ecc, precisa che devono essere
escluse dalle gare “non soltanto le imprese nei cui confronti
sia stato dichiarato con sentenza uno stato di insolvenza
ma anche quello nei cui confronti sia in corso un
procedimento”.
Tale requisito è comunque autocertificabile.
L’Autorità, in generale, ammette la previsione nel
bando dell’autocertificazione, ipotizzando, peraltro che la
stazione appaltante possa eseguire una verifica consultando
il casellario informatico delle imprese qualificate.
L’Autorità affronta inoltre le ipotesi dei concorrenti
“nei cui confronti è stata pronunciata sentenza di condanna
passata in giudicato, oppure di applicazione della
pena su richiesta, ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura
penale, per reati che incidono sull’affidabilità
morale e professionale” richiamando, anzitutto, la determinazione
n. 56/2000 che, conformemente alle indicazioni
di cui alla circolare del Ministero dei lavori pubblici del
1° marzo 2000, n. 182/40093, ha ritenuto che “influiscono
sull’affidabilità morale e professionale del contraente i

TERAMOIMPRESA 7/2001
reati contro la pubblica amministrazione, l’ordine pubblico,
la fede pubblica ed il patrimonio, se relativi a fatti la
cui natura e contenuto siano idonei ad incidere negativamente
sul rapporto fiduciario con le stazioni appaltanti”.
L’Autorità precisa, tuttavia che “la mancanza di parametri
fissi e predeterminati e la genericità della prescrizione
normativa lascia un ampio spazio di valutazione discrezionale
per la stazione appaltante che consente alla stessa
margini di flessibilità operativa al fine di un equo apprezzamento
delle singole concrete fattispecie, con considerazione
di tutti gli elementi delle stesse che possono incidere
sulla fiducia contrattuale, quali ad. es. l’elemento psicologico,
la gravità del fatto, il tempo trascorso dalla condanna,
le eventuali recidive”.
L’Autorità interviene inoltre sul delicato problema relativo
ai contenuti del certificato del Casellario Giudiziario.
In particolare si sottolinea che il certificato del Casellario
giudiziario, ai sensi dell’art. 75, comma 2, D.P.R.
554/1999, non riporta, se richiesto da privati, le condanne
per le quali è stato riconosciuto il beneficio della non menzione,
nonché le sentenze di applicazione della pena su
richiesta (patteggiamento), mentre tali sentenze sono
riportate nei certificati integrali del Casellario giudiziario
medesimo rilasciati su richiesta di una Pubblica amministrazione
ovvero di un ente incaricato di pubblico servizio
(art. 688 cod. proc. pen.).
“Stante, tuttavia, l’esplicito dato normativo, che
impone al concorrente il solo onere di produrre il certificato
del Casellario giudiziario non sembra consentito alla
stazione appaltante di gravarlo di un adempimento ulteriore,
quale potrebbe essere quello della presentazione di
un atto di notorietà circa l’inesistenza di sentenze di condanne
con beneficio della non menzione ovvero di irrogazione
di pena su richiesta ovvero di sanzioni irrogative
della sorveglianza speciale.
In questo senso, quindi, la carenza della piena idoneità
probatoria della certificazione che concerne il soggetto
beneficiato sembra implicare un’inversione dell’onere
della prova in capo alla stazione appaltante, alla quale,
peraltro, per la verifica del requisito, è consentito accedere
al “Casellario informatico delle imprese qualificate”
istituito presso l’Autorità di Vigilanza ed in cui vanno
inserite tutte le “sentenze di condanna passate in giudicato
o di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’art.
444 del codice di procedura penale” (art. 27, comma
2, lett. a), del DPR 34/2001.
Va considerato, inoltre, che, ai sensi dell’art. 688 del
codice di procedura penale, “nei casi in cui il certificato è
necessario per provvedere ad un atto delle loro funzioni”, le
amministrazioni pubbliche ed i soggetti esercenti un pubblico
48
Edilizia
servizio possono richiedere il certificato integrale del
Casellario giudiziario medesimo così come le stesse pubbliche
amministrazioni possono accedere ai registri relativi ai
carichi pendenti. Ed ove ciò non sia possibile per la natura privatistica
dell’ente aggiudicatore, lo stesso potrà farne richiesta
all’Autorità di Vigilanza che, per suo conto, provvederà alla
acquisizione delle necessarie informazioni di cui agli indicati
registri e del certificato generale del Casellario medesimo.
Ciononostante, per una più efficace dissuasione dalla
commissione di illeciti e senza che ne derivi alcun serio
aggravio per gli interessati, le stazioni appaltanti possono
disporre nei bandi di gara che la dichiarazione relativa al
possesso dei requisiti autocertificabili contenga anche una
attestazione circa l’assenza di sentenze di condanne con il
beneficio della non menzione ovvero di irrogazione di
pene patteggiate ovvero di applicazione della misura della
sorveglianza speciale ovvero annotazioni di sentenze,
ancorché non definitive, relative a reati che precludono la
partecipazione alle gare di appalto.”
In merito alle ipotesi di violazione del divieto di
intestazione fiduciaria, la determinazione n.16, infine, fa
espresso rinvio a quanto previsto nel D.P.C.M. 11 maggio
1991 n.187.
NON LEGITTIMO
L’INCAMERAMENTO DELLA
CAUZIONE AL SECONDO
CLASSIFICATO CHE
RINUNCIA ALL’APPALTO
Pronunciamento dell’Autorità
L’Autorità di Vigilanza si è pronunciata su un esposto
presentato da un’impresa che aveva evidenziato il caso
di una stazione appaltante che, dopo aver revocato l’aggiudicazione
al primo classificato, ha revocato l’aggiudicazione
anche allo stesso esponente, secondo classificato
rinunciatario, disponendo nel contempo l’incameramento
della cauzione provvisoria.
La ditta aggiudicataria aveva comunicato di voler
rinunciare all’appalto dei lavori per sovraccarico di impegni
e non perfette condizioni di salute del titolare; conseguentemente
l’ente appaltante aveva provveduto ad aggiudicare
i lavori alla ditta seconda classificata.

Edilizia
Invitata a presentare i documenti per la stipula, detta
ultima comunicava, tuttavia, la volontà di rinunciare
all’appalto, avendo, nel frattempo, acquisito altri lavori.
In conseguenza di ciò la stazione appaltante revocava
anche questa seconda aggiudicazione disponendo
altresì l’incameramento della cauzione provvisoria, che
non era stata restituita nei termini previsti dall’articolo 30,
comma 1, ultimo periodo della legge 109/94.
Sull’argomento l’Autorità ha ricordato che in materia
di lavori pubblici, la possibilità di utilizzare la graduatoria
di gara per aggiudicare un contratto ad una impresa
diversa da quella aggiudicataria, appare espressamente
disciplinata in due soli casi:
1. articolo 30, comma 2, della legge 109/94, laddove è
disciplinato che nel caso di mancata costituzione della
garanzia definitiva si determina la revoca dell’affidamento,
l’acquisizione della cauzione provvisoria e
l’aggiudicazione al secondo classificato;
2. articolo 10, comma 1/ter della legge 109/94, che disciplina
i casi di fallimento o risoluzione del contratto per
grave inadempimento dell’originario appaltatore, casi
nei quali, se espressamente previsto nel bando di gara,
è possibile interpellare il secondo classificato per la stipula
del contratto.
La stessa Autorità ha osservato che la cauzione provvisoria,
finalizzata a coprire «la mancata sottoscrizione del
contratto per fatto dell’aggiudicatario..» e, nei confronti dei
«non aggiudicatari,» è restituita entro 30 giorni dall’aggiudicazione:
ne consegue che, se la S.A. non stipula entro 30
giorni, non può incamerare la cauzione provvisoria del
secondo interpellato in caso di sua rinuncia.
Occorre altresì osservare che la previsione di 30
giorni per la restituzione della cauzione, previsione temporale
introdotta dalla Legge 415/1998 è tesa a circoscrivere
la discrezionalità della S.A., che, sulla base della
disciplina previgente, era tenuta a restituire la cauzione
“non appena avvenuta l’aggiudicazione” e non certamente
a creare un raccordo tra l’eventuale stipula del contratto
da parte dell’aggiudicatario e la possibilità di utilizzare
la cauzione provvisoria prestata dal secondo classificato.
Inoltre, i concorrenti sono vincolati all’offerta presentata
per il periodo di tempo stabilito dal bando di gara,
termine che, di norma, è correlato a quello, pari a 180
giorni, di validità della cauzione provvisoria a garanzia
dell’offerta presentata.
49
TERAMOIMPRESA 7/2001
AUTORITÀ DI VIGILANZA
LL.PP.
Chiarimenti su A.T.I. e imprese
di nuova costituzione
Interessanti chiarimenti sono stati forniti dall’Autorità
di Vigilanza sulle associazioni temporanee d’impresa
nella deliberazione n.377 del 5 novembre u.s.
In tale atto si affronta il problema delle A.T.I. c.d. di
“tipo misto” precisando che tale forma di aggregazione è
legittimata dalla dottrina e dalla giurisprudenza.
In particolare è consentita la partecipazione sia di
associazioni orizzontali che verticali nell’ipotesi di appalti
che prevedano, oltre ai lavori della categoria prevalente,
anche parti scorporabili dell’opera.
La normativa vigente, peraltro, ammette che la
mandataria delle lavorazioni attinenti la categoria prevalente
sia un’ATI orizzontale e che le mandanti assuntrici
delle lavorazioni rientranti nelle altre categorie “siano anche
più di una impresa per ognuna di queste categorie,
sempreché riunite in raggruppamento orizzontale”.
In tema di responsabilità, l’Autorità precisa che “la
mandataria dell’ATI orizzontale costituita per l’esecuzione
della categoria scorporabile avrà rilievo solo ed unicamente
nei confronti della capogruppo esecutrice della categoria
prevalente cui si riferisce l’appalto” in conseguenza,
cioè, di un rapporto giuridico interno all’organizzazione
d’impresa.
Il sistema resta tutelato dalla garanzia data dall’unicità
del responsabile verso l’amministrazione (l’impresa
mandataria).
La possibilità di avvalersi della propria classifica di
qualificazione incrementata di un quinto (art.3, comma 2,
D.P.R.34/2000) è applicabile anche alle ATI verticali o
miste, in riferimento ai singoli importi della categoria prevalente
e delle altre categorie scorporabili.
Il pronunciamento dell’Autorità assume connotazioni
importanti.
Se è vero, infatti, che la giurisprudenza (Consiglio
di Stato n. 702 del 1998) aveva già affermato la legittimità
delle ATI miste, ciò era stato inteso limitandone l’accezione
a quelle dove una associazione orizzontale assume i
lavori in categoria prevalente e una o più mandanti in verticale
assume/ono il/i lavoro/i in categoria/e scorporabile.
Cioè, ciascuna mandante assume una o più scorporabili
e non, al contrario, più mandanti la stessa scorporabile.
Il Consiglio di Stato non aveva ritenuto ammissibile
le cosiddette ATI miste «esasperate», ossia proprio quelle

TERAMOIMPRESA 7/2001
associazioni, come nel caso esaminato dall’Autorità, dove
anche la scorporabile è assunta da più imprese associate in
orizzontale (più mandanti per una sola scorporabile).
L’Autorità ha inteso, quindi, ampliare tale forma di
aggregazione delle imprese sulla quale, tuttavia, non sembra
per ora esserci una conferma giurisprudenziale.
In un’ulteriore deliberazione (n.288/2001 pubblicata
sulla G.U. n.261 del 9 novembre u.s.) l’Autorità precisa
che le imprese di nuova costituzione (operanti cioè da
meno di cinque anni) possono comunque partecipare alle
gare per l’aggiudicazione agli appalti pubblici o ottenere il
rilascio dell’attestazione SOA.
Ciò pur non potendo produrre i risultati di cinque
bilanci: i dati relativi alla cifra d’affari, all’ammortamento
ed al costo del lavoro saranno determinati sulla base del
numero dei bilanci che possono essere esibiti.
DETRAZIONE DEL 36%
Estensione per tutto il 2002
La Commissione Bilancio della Camera ha approvato
l’estensione della proroga per l’intero anno 2002 della
detrazione Irpef sugli interventi di ristrutturazione.
Il beneficio dovrà essere ripartito nello spazio temporale
di dieci anni (per i lavori che inizieranno nel 2002).
L’aliquota IVA resta invece fissata al 10% limitatamente
al 30 giugno p.v.
Con un emendamento del Senato all’art. 7 del disegno
di Legge Finanziaria era stato modificato il regime
della proroga concernente la detrazione del 36% su manutenzioni
e ristrutturazioni edilizie.
Nel caso di interventi su fabbricati interi “eseguiti,
entro il 31 dicembre 2002, da imprese di costruzione o ristrutturazione
immobiliare e da cooperative dilizie che provvedano
alla successiva alienazione o assegnazione dell’ommobile”
l’agevolazione è consentita fino al 30 giugno 2003.
Gli acquirenti degli immobili ristrutturati potranno
detrarre il 36% del valore degli interventi eseguiti, “che si
assume pari al 25% del prezzo dell’unità immobiliare”.
Solo fino al 30 giugno 2002 sarà possibile invece la
detrazione per gli interventi dei proprietari immobiliari riguardanti
manutenzione straordinaria, restauro, risanamento
conservativo, ristrutturazione o lavori nelle parti comuni dei
condomini (anche limitati a manutenzione ordinaria).
50
TRATTATIVA PRIVATA
E A.T.I.
Consiglio di Stato
Edilizia
È inammissibile il ricorso presentato da un’impresa
che, pur avendone fatto richiesta, non è stata invitata a
trattativa privata.
L’impresa in questione risulta essere portatrice di
un interesse semplice e, per questo, inidoneo a radicare
una legittimazione all’impugnativa.
In questo modo si è pronunciato il Consiglio di
Stato (Sez.V, 12 Settembre 2001, n.4768) contraddicendo
le argomentazioni portate in giudizio dall’impresa appellante
supportate, peraltro, da precedenti indirizzi giurisprudenziali
favorevoli a riconoscere l’interesse all’impugnazione
dell’impresa non invitata alla trattativa privata.
Secondo il Consiglio di Stato “la circostanza che
l’Amministrazione si determini a una anziché ad altra
modalità di scelta del contraente non implica, infatti, che
negli operatori del settore, in quanto possibili contraenti,
si differenzi e si qualifichi, per quel solo fatto, una specifica
posizione soggettiva a interloquire con il potere pubblico
e, eventualmente, a reagire nelle forme consentite
dall’ordinamento”.
In un’altra pronuncia (sez.V, 7 Settembre 2001,
n.4682) il Consiglio di Stato si è espresso su una gara
d’appalto di servizi nella quale un’A.T.I. aveva modificato
la struttura interna successivamente all’invio della
domanda di partecipazione.
In questo caso è stata dichiarata illegittima l’ammissione
dell’A.T.I. in quanto si è sostenuto che consentire
a due imprese di variare – in modo determinante ai fini
della qualificazione – l’originaria posizione associativa
mandante-mandataria equivarrebbe a riaprire i termini
stessi della fase di prequalificazione.

Edilizia
NO AL MANCATO
CONTRADDITTORIO
CON LE IMPRESE PER LA
VERIFICA DELLE OFFERTE
ANOMALE
Sentenza Corte di Giustizia Europea
Con una sentenza del 27 novembre u.s. la Corte di
Giustizia Europea è intervenuta sul sistema di verifica delle
offerte anomale previsto dall’art.21, comma 1 bis, della
Legge Merloni rilevando, anzitutto, l’inammissibilità di
un sistema privo del necessario contraddittorio con le
imprese successivo all’apertura delle buste.
La Corte, in particolare, si oppone ad una normativa
che consente all’amministrazione aggiudicatrice di
escludere le offerte senza concedere “la possibilità alle
imprese di far valere il loro punto di vista sugli elementi
di prezzo che hanno dato luogo a sospetti”.
Ma l’organo giurisdizionale comunitario non si
limita a questo rilievo criticando altresì il fatto che vengano
prese in esame solamente le giustificazioni “fondate
sull’economicità del procedimento di costruzione o delle
soluzioni tecniche adotatte o sulle condizioni particolarmente
favorevoli di cui gode l’offerente, con esclusione di
giustificazioni relative a tutti quegli elementi i cui valori
minimi sono stabiliti da disposizioni legislative, regolamentari
o amministrative ovvero i cui valori sono rilevabili
da dati ufficiali”.
Un ulteriore conseguenza della sentenza comunitaria
impone che nella fase di dialogo con le imprese che
hanno presentato offerte presumibilmnete anomale l’ente
appaltante deve accettare giustificazioni sul 100% delle
voci di prezzo e non più solo sul 75%.
La pronuncia della Corte di Giustizia (stimolata da
due ricorsi di imprese escluse da gare dell’ANAS per
appalti sopra soglia) si fonda su una corretta applicazione
dell’art. 30, n. 4, della direttiva del Consiglio 14 giugno
1993, 93/37/CEE, che coordina le procedure di aggiudicazione
degli appalti pubblici di lavori.
La Corte ha sostanzialmente confermato l’illegittimità
di ogni restrizione in evidente contrasto con l’obiettivo
di agevolare la libera concorrenza fra tutti gli offerenti.
51
TERAMOIMPRESA 7/2001
SUBAPPALTO VIETATO
ANCHE PER UNA SOLA
DELLE OPERE SPECIALI
SUPERIORE AL 15% DEL
VALORE DEI LAVORI
Sentenza TAR LAZIO
Con sentenza n. 6895 del 9 luglio 2001, il TAR del
Lazio ha chiarito che non è ragionevole ammettere che,
qualora nel bando di gara figurino più categorie fra quelle
rientranti nell’elenco delle lavorazioni di cui all’art. 72,
comma 4 del DPR 554/99 (quali ad esempio le categorie
impiantistiche OS3, OS5, OS28 e OS30), l’esecuzione
delle suddette lavorazioni specialistiche incidenti per più
del 15% sul valore dell’appalto possa essere affidata in
subappalto, nell’ipotesi in cui anche solo una delle lavorazioni
specialistiche non superi la predetta soglia.
La precedente interpretazione riteneva applicabile il
divieto del subappalto nel solo caso in cui tutte le categorie
speciali indicate nel bando avessero superato il 15%.
L’art. 72 comma 4 del DPR 554/1999 attribuisce,
come noto, particolare rilevanza e autonomia alle opere
speciali, le quali, essendo caratterizzate da una complessità
tecnologica e da un alto grado di specializzazione non
possono essere affidate in subappalto quando il loro valore
assume una particolare rilevanza; secondo il TAR del
Lazio la previsione contenuta nell’articolo 13, comma 7
della Legge Merloni che prevede la necessità di costituire
associazioni temporanee verticali in presenza di determinate
lavorazioni di importo e tipologia significativi “qualora
ciascuna di tali opere superi altresì in valore il 15 per
cento dell’importo totale dei lavori”, non può che essere
riferita alle lavorazioni singolarmente considerate e non
ad un complesso di lavorazioni tecnicamente distinte.
Viene pertanto ritenuto legittimo il divieto di subappalto
per la sola categoria specialistica che oltrepassa il
limite del 15% indipendentemente dall’importo delle altre
opere specialistiche previste nel bando.
È presumibile che la sentenza del TAR produca
effetti immediati nella redazione dei bandi di gara da parte
delle stazioni appaltanti.

TERAMOIMPRESA 7/2001
PUBBLICATO IL NUOVO
DECRETO SULLA
QUALIFICAZIONE
NEI BENI CULTURALI
Sulla Gazzetta Ufficiale del 1° dicembre 2001 n.
280 è stato pubblicato il nuovo decreto (Decreto
24/10/2001 n.480) relativo alla qualificazione dei soggetti
esecutori di lavori di restauro e manutenzione di beni
mobili e superfici decorate di beni architettonici.
Il provvedimento interviene a modificare il precedente
Decreto n.294/2000 la cui applicazione era stata
sospesa dal TAR Lazio a seguito di un ricorso presentato
dall’ANIEM.
Riportiamo, di seguito, il testo del nuovo Regolamento
coordinato con le disposizioni modificative introdotte.
Testo coordinato del Regolamento concernente l’individuazione
dei requisiti di qualificazione per i soggetti esecutori
dei lavori di restauro e manutenzione di beni mobili e delle
superfici decorate di beni architettonici
(Decreto 3 agosto 2000 n.294 e Decreto 24 Ottobre 2001
n. 420)
Art. 1
Ambito di applicazione.
1. Il presente regolamento individua, ai sensi dell’articolo
8, comma 11-sexies, della legge 11 febbraio 1994, n. 109, i
requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di
importo superiore ai 150.000 euro di restauro e manutenzione
ordinaria e straordinaria dei beni culturali mobili e delle superfici
decorate di beni architettonici, sottoposti alle disposizioni di
tutela, di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.
2. Per i lavori di cui al comma 1 di importo pari o inferiore
ai 150.000 euro si applica quanto previsto dall’articolo 10.
3. In relazione ai lavori previsti dai commi 1 e 2 trovano
applicazione, per quanto non diversamente disposto dal presente
regolamento e nei limiti in cui siano compatibili con la specificità
della materia, le disposizioni del decreto del Presidente
della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, di seguito indicato
come “decreto n. 34”.
Art.2
Requisiti generali.
1. I requisiti di ordine generale per la qualificazione
necessaria all’esecuzione dei lavori previsti dall’articolo 1, sono
stabiliti dall’articolo 17 del decreto n. 34.
2. L’iscrizione dell’impresa al registro istituito presso la
competente camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
prescritta dall’articolo 17, comma 1, lettera f), del
decreto n. 34, deve essere conseguita nella specifica attività economica
“conservazione e restauro di opere d’arte”.
52
Art.3
Requisiti speciali.
Edilizia
1. I requisiti di ordine speciale per la qualificazione
necessaria all’esecuzione dei lavori previsti dall’articolo 1,
sono:
a) adeguata idoneità tecnica;
b) adeguata idoneità organizzativa per le imprese con più
di quattro addetti;
c) adeguata capacità economica e finanziaria.
Art.4.
Idoneità tecnica.
1. L’adeguata idoneità tecnica è dimostrata dalla presenza
di tutti i requisiti di seguito elencati:
a) presenza di un direttore tecnico, eventualmente coincidente
con il titolare dell’impresa, restauratore di beni culturali;
b) avvenuta esecuzione, nel quinquennio antecedente la
data di sottoscrizione del contratto con una Società organismo di
attestazione (SOA), di lavori di cui all’articolo 1, per un importo
complessivo non inferiore al novanta per cento dell’importo
della classifica per cui è chiesta la qualificazione;
c) fermo quanto previsto alle lettere a) e b), avvenuta
esecuzione dei lavori di cui all’articolo 1, nell’ultimo dei cinque
anni, per un importo complessivo non inferiore ad un terzo dell’importo
della classifica per cui è chiesta la qualificazione,
ovvero, negli ultimi due dei cinque anni, per un importo complessivo
non inferiore al cinquanta per cento della classifica per
cui è chiesta la qualificazione, ovvero ancora, negli ultimi tre
dei cinque anni, per un importo complessivo non inferiore al
sessanta per cento dell’importo della classifica per cui è chiesta
la qualificazione.
Art.5.
Idoneità organizzativa.
1. Le imprese con più di quattro addetti devono avere
una adeguata idoneità organizzativa dimostrata dalla presenza
di restauratori in possesso dei requisiti professionali stabiliti
dall’articolo 7, in numero non inferiore al venti per cento dell’organico
complessivo, e dalla presenza di collaboratori
restauratori di beni culturali ai sensi dell’articolo 8, in numero
non inferiore al quaranta per cento del medesimo organico.
2. In alternativa a quanto previsto dal comma 1, l’idoneità
organizzativa dell’impresa e’ dimostrata dall’aver
sostenuto per il personale dipendente con qualifica di
restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali,
come definite dal presente regolamento, un costo complessivo,
composto da retribuzione e stipendi, contributi
sociali e accantonamenti ai fondi di quiescenza, non inferiore
rispettivamente al venti e al trenta per cento dell’importo
dei lavori che rientrano nella categoria OS2 di cui all’allegato
A del decreto n. 34, realizzati nel quinquennio antecedente
la data di sottoscrizione del contratto con la società
organismo d’attestazione.

Edilizia
3. Il calcolo delle unità previste dai commi 1 e 2 è effettuato
con l’arrotondamento all’unità superiore.
4. I restauratori e i collaboratori restauratori di beni
culturali di cui al comma 1 devono avere un rapporto di
lavoro a tempo indeterminato con l’impresa ovvero, nel
limite del trenta per cento del loro numero complessivo, un
rapporto di lavoro a tempo determinato o di collaborazione
coordinata e continuativa, in entrambi i casi di durata non
inferiore a un anno.
Art.6.
Capacità economica e finanziaria.
1. L’adeguata capacità economica e finanziaria dell’impresa
e’ dimostrata da idonee referenze bancarie rilasciate
da soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria
ai sensi del decreto legislativo 1 settembre 1993, n.385,
ovvero, in alternativa, ai sensi dell’articolo 18, comma 2, lettere
b) e c), del decreto n.34.
Art. 7
Restauratore di beni culturali.
1. Ai fini del presente regolamento, nonché ai fini di
cui all’articolo 224 del decreto del Presidente della
Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, per restauratore di
beni culturali si intende colui che ha conseguito un diploma
presso una scuola di restauro statale di cui all’articolo 9 del
decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, di durata non
inferiore a quattro anni, ovvero un diploma di laurea universitaria
specialistica in conservazione e restauro del patrimonio
storico-artistico.
2. Per restauratore di beni culturali s’intende altresi’
colui che alla data di entrata in vigore del presente regolamento:
a) ha conseguito un diploma presso una scuola di
restauro statale o regionale di durata non inferiore a due
anni e ha svolto attività di restauro dei beni stessi, direttamente
e in proprio ovvero in rapporto di lavoro dipendente
o di collaborazione coordinata e continuativa con responsabilità
diretta nella gestione tecnica dell’intervento, con regolare
esecuzione certificata da parte dell’autorità preposta
alla tutela del bene o della superficie decorata, per un periodo
di tempo almeno doppio rispetto a quello scolare mancante,
e comunque non inferiore a due anni;
b) ha svolto attività di restauro dei beni predetti,
direttamente e in proprio ovvero in rapporto di lavoro
dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa
con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell’intervento,
per non meno di otto anni, con regolare esecuzione
certificata dall’autorità preposta alla tutela dei beni sui quali
e’ stato eseguito il restauro;
c) ha conseguito un diploma presso una scuola di
restauro statale o regionale di durata non inferiore a due
anni ovvero ha svolto attività di restauro di beni mobili o
superfici decorate per un periodo almeno pari a quattro
53
TERAMOIMPRESA 7/2001
anni, direttamente e in proprio ovvero in rapporto di lavoro
dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa
con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell’intervento,
con regolare esecuzione certificata dall’autorità di
tutela, ove ne venga accertata l’idoneità o venga completato
il percorso formativo secondo modalità stabilite con decreto
del Ministro per i beni e le attività culturali, da adottarsi
entro il 31 dicembre 2001.
Art.8.
Operatore qualificato per i beni culturali.
1. Agli effetti del presente regolamento, per collaboratore
restauratore di beni culturali si intende:
a) colui che ha conseguito un diploma di laurea universitaria
triennale in tecnologie per la conservazione e il
restauro dei beni culturali, ovvero un diploma di Accademia
di Belle Arti con insegnamento almeno triennale in restauro;
b) colui che ha conseguito un diploma presso una
scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore
a tre anni;
2. Per collaboratore restauratore di beni culturali
s’intende altresì colui che, alla data di entrata in vigore del
presente regolamento, ha svolto lavori di restauro di beni
mobili di interesse storico, artistico o archeologico, o di
superfici decorate di beni architettonici, per non meno di
quattro anni, anche in proprio.
L’attività svolta e’ dimostrata con dichiarazione del
datore di lavoro, ovvero autocertificata dall’interessato ai
sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre
2000, n. 445, accompagnata dal visto di buon esito degli
interventi rilasciato dall’autorità preposta alla tutela dei
beni oggetto del lavoro.
Art.9
Lavori utili per la qualificazione.
1. La certificazione dei lavori utili ai fini di cui all’articolo
4 è redatta in conformità a quanto previsto dall’articolo 22,
comma 7 del decreto n. 34.
2. Per i lavori eseguiti per conto del medesimo committente,
anche se oggetto di diversi contratti di appalto, può essere
rilasciato un unico certificato con la specificazione dei lavori
eseguiti nei singoli anni.
3. Sono fatti salvi i certificati rilasciati prima dell’entrata
in vigore del presente regolamento, se accompagnati o integrati
dalla dichiarazione di buon esito rilasciata dall’autorità
preposta alla tutela dei beni su cui i lavori sono stati realizzati.
4. I lavori possono essere utilizzati ai fini di cui all’articolo
4 solo se effettivamente eseguiti dall’impresa, anche per
effetto di subappalto. L’impresa appaltatrice non può utilizzare
ai fini della qualificazione i lavori affidati in subappalto.
5. Per i lavori eseguiti all’estero si applica la disciplina
prevista dall’articolo 23 del decreto n. 34.

TERAMOIMPRESA 7/2001
Art. 10
Lavori di importo pari o inferiore a 150.000 euro.
1. Per eseguire lavori di restauro o di manutenzione di
beni culturali mobili e di superfici decorate di beni architettonici
di importo pari o inferiore a 150.000 euro, le imprese devono
possedere i seguenti requisiti:
a) avere eseguito lavori direttamente e in proprio nel corso
dell’ultimo quinquennio antecedente la pubblicazione del
bando o la data dell’invito alla gara ufficiosa, del medesimo tipo
di quelli che si affidano, per un importo non inferiore a quello
del contratto da stipulare o, in alternativa, avere il direttore tecnico
previsto dall’articolo 4, comma 1, lettera a);
b) avere un organico determinato secondo quanto previsto
dall’articolo 5. Per le imprese fino a quattro addetti è comunque
richiesta la presenza in organico di almeno un restauratore
in possesso dei requisiti professionali stabiliti dall’articolo 7.
2.I requisiti di cui al comma 1, autocertificati ai sensi
della legge 4 gennaio 1968, n. 15, sono dichiarati in sede di
domanda di partecipazione o in sede di offerta e sono accompagnati
da una certificazione di buon esito dei lavori rilasciata dall’autorità
preposta alla tutela dei beni su cui si è intervenuti. La
loro effettiva sussistenza è accertata dalla stazione appaltante
secondo le vigenti disposizioni in materia.
Art.11
Specificità degli interventi.
1.Ferma restando la disciplina dettata dall’articolo 13,
comma 7, della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e delle relative
norme di esecuzione, qualora i lavori previsti dal presente regolamento
costituiscano parte non prevalente di un’opera o di un
lavoro, essi sono comunque indicati nel bando di gara qualunque
sia il relativo importo, e sono eseguiti esclusivamente da
imprese in possesso dei requisiti stabiliti dal presente regolamento.
Resta salva la facoltà della stazione appaltante di procedere
al loro autonomo affidamento.
Art. 12
Norma transitoria.
1. Fino al 31 dicembre 2001, le imprese che eseguono
lavori di restauro o manutenzione di beni culturali mobili e di
superfici decorate di beni architettonici e che non hanno conseguito
l’attestazione da parte delle Società organismi di attestazione
(SOA) sono ammesse alle procedure di affidamento di
appalti di lavori pubblici qualora siano in possesso dei requisiti
fissati dal presente regolamento. Le percentuali fissate dall’articolo
4, comma 1, lettere b) e c), sono riferite all’importo dei
lavori da affidare, ed il periodo di attività documentabile coincide
con il quinquennio antecedente la pubblicazione del bando
o la data dell’invito alla gara ufficiosa.
2. La sussistenza dei requisiti è determinata, documentata
e accertata secondo quanto stabilito dal presente regolamento
e, per quanto da esso non disposto, dalle disposizioni vigenti in
materia.
54
Edilizia
GLI EDIFICI RISTRUTTURATI
E LA TREMONTI-BIS
La nuova detassazione degli investimenti si applica
anche al comparto immobiliare, per il quale sono state
introdotte novità molto interessanti. É opportuno, dunque,
esaminare in dettaglio i principali elementi di cui devono
tenere conto i soggetti che intendono applicare la
Tremonti-bis all’acquisto di un fabbricato o di un’area
edificabile.
Gli immobili agevolati. La detassazione spetta per
l’acquisto di immobili strumentali per natura. Sono, quindi,
esclusi i fabbricati a uso abitativo. I fabbricati strumentali
per natura sono quelli indicati nella nota della
Direzione generale del Catasto n. 3/330 del 3 febbraio
1989 e, cioè, gli immobili classificati nelle categorie catastali
A/10, B, C, D e E. Si tratta di immobili che per le loro
caratteristiche non sono suscettibili di diverse utilizzazioni
senza radicali trasformazioni. Per essi, quindi, la qualifica
di immobile strumentale non viene persa anche se il bene
viene concesso in locazione o comodato. In sostanza, non
è richiesta anche la strumentalità per destinazione, ovvero
l’impiego diretto del bene da parte di chi lo acquista.
La considerazione più importante da fare, pertanto,
è che la Tremonti-bis spetta anche per gli investimenti
puramente immobiliari: se un’impresa acquista l’immobile
nuovo e successivamente lo concede in locazione a un
altro soggetto la detassazione è comunque applicabile.
Un problema particolare si pone per le imprese che
hanno per oggetto esclusivo o principale (in base all’attività
effettivamente esercitata) la costruzione di immobili
per la rivendita: queste imprese non possono fruire dell’agevolazione
con riferimento agli immobili costruiti.
Tuttavia, è da ritenere applicabile la disciplina agevolativa
per gli immobili che queste imprese considerano strumentali.
In ogni caso, proprio per evitare comportamenti
scorretti, la norma antielusione dispone la revoca del
beneficio se l’immobile viene venduto dal soggetto che ha
detassato il reddito prima della fine del quinto periodo di
imposta successivo a quello agevolato.
Il requisito della novità. Per essere agevolabili i
beni devono essere nuovi. Relativamente agli immobili la
condizione di novità si realizza in presenza di:
— fabbricati costruiti in economia;
— fabbricati acquisiti dalle imprese costruttrici per le
quali gli stessi costituiscono beni-merce.
Tuttavia si può considerare nuovo anche l’immobile
strumentale per natura acquistato da un soggetto diverso
dall’impresa costruttrice purché sia dimostrato, anche

Edilizia
mediante il contratto di acquisto, che il bene è effettivamente
nuovo in quanto mai utilizzato, né dal cedente né da
altri soggetti, anche mediante locazione o comodato.
La circolare n. 90/E del 17 ottobre 2001 contiene,
inoltre, un’importante novità relativa agli immobili ristrutturati.
Viene precisato, infatti, che può essere considerato
nuovo anche un fabbricato strumentale acquistato da
un’impresa di costruzioni che prima della cessione abbia
operato sullo stesso una radicale trasformazione. Si deve
trattare, però, di una trasformazione significativa; per
esempio, non è agevolabile il mero adattamento della
struttura alle caratteristiche di un’eventuale nuova categoria
catastale.
In sostanza, quando viene acquistato un immobile
ristrutturato è possibile beneficiare della Tremonti-bis se
ricorrono tutte due queste condizioni:
—è stata eseguita una trasformazione radicale;
— l’importo complessivo dei lavori eseguiti è prevalente
rispetto al costo di acquisto dell’immobile da parte del
cedente.
L’impresa che cede il fabbricato deve attestare la
sussistenza dei due requisiti.
Per illustrare questo criterio può essere utile ricorrere
a un esempio. Ipotizziamo che un’impresa di costruzione
acquisti un fabbricato non nuovo per un milione di
euro e che, in seguito, esegua una trasformazione radicale
con un costo di 1,3 milioni di euro. Data la prevalenza del
55
TERAMOIMPRESA 7/2001
costo dei lavori su quello del bene, l’immobile che verrà
venduto (che ipotizziamo interamente strumentale per
natura) risulta nuovo e quindi può beneficiare della detassazione.
Aree fabbricabili. In questo ambito riveste, inoltre,
importanza l’acquisto di aree fabbricabili. La circolare n.
90/E precisa che questa ipotesi dà diritto a detassazione solo
se sull’area iniziano i lavori di costruzione e purché l’acquisizione
sia avvenuta successivamente al 30 giugno 2001
e nei periodi d’imposta agevolati. Per esempio, un’area
acquistata nel 2001 (dopo il 30 giugno) è detassata nel 2001
solo se i lavori di costruzione sono iniziati entro il 2001.
L’importo detassabile è dato dal rapporto tra la quota
parte dei lavori eseguiti (stato avanzamento lavori) al
termine di ciascun periodo d’imposta e l’ammontare complessivo
del costo preventivato per l’intera costruzione.
Le aree acquistate prima del 30 giugno 2001 non
generano mai beneficio Tremonti. Esse, tuttavia, dovrebbero
essere considerate ai fini del calcolo della media
degli investimenti del quinquennio precedente. Non è
ancora chiaro con che criteri vadano conteggiate ai fini
della media, anche se per rendere omogeneo il valore di
confronto sembrerebbe corretto applicare anche per il passato
il criterio di proporzionalità rispetto alla quota di
lavori effettuata in ciascun periodo.
(fonte: Il Sole 24 Ore)
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Estero
PROGRAMMA
COMUNITARIO JOP
Investimenti nei Nuovi Stati
Indipendenti (NIS)
Finalità
Promuovere le attività private nei Paesi dell’Europa
centrale ed orientale e nei Nuovi Stati Indipendenti,
attraverso la creazione e lo sviluppo di joint-ventures tra
imprese dei Paesi UE ed operatori economici locali.
Paesi di destinazione
Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Russia,
Ucraina e Uzbekistan.
Tipo di intervento o agevolazione
Sono finanziabili progetti di joint-ventures – società
mista di capitali o persone costituita o da costituire da parte
di un partner comunitario e di uno locale in base alla legislazione
vigente nel Paese in cui l’investimento viene effettuato.
Il partner comunitario deve essere una persona giuridica
con sede legale in uno degli Stati membri dell’UE,
con disponibilità finanziaria ed esperienza adeguate all’investimento
progettato.
Priorità sarà accordata alle richieste di finanziamento
da parte di PMI – con esclusione delle ditte individuali
– che abbiano un’esperienza almeno triennale nel
settore oggetto dell’investimento.
Sono considerate PMI le imprese che rispettano i
seguenti parametri:
— Numero di dipendenti inferiore a 250
— Attività totali inferiori a 27.000.000 Ecu oppure fatturato
annuo inferiore a 40.000.000 Ecu
— Criterio di indipendenza (l’impresa non deve essere
partecipata per più del 25% da una grande impresa)
Sono ammissibili progetti relativi a tutti i settori
produttivi, ivi inclusi i servizi, i trasporti ed il turismo, a
condizione che l’investimento preventivato sia diretto e
non meramente speculativo e/o finanziario.
57
TERAMOIMPRESA 7/2001
Importo dell’intervento
Il Programma JOP si articola in 4 diversi tipi di operazioni
finanziabili, denominate “Facilities”. Tali facilities
sono tra loro cumulabili, purchè il finanziamento globale
di ogni singolo progetto non superi i 2 milioni di Ecu.
Cosa fare per ottenere benefici
L’accesso alle agevolazioni di JOP viene filtrato da
una rete di circa 50 intermediari finanziari (con l’eccezione
della Facility I, per la quale il ricorso agli intermediari
finanziari non è sempre obbligatorio), accreditati dall’UE
sulla base di accordi quadro. Tali soggetti sono chiamati a
svolgere i seguenti compiti: valutazione ed eventuale cofinanziamento
dei progetti da inoltrare alla Commissione;
gestione dei fondi erogati; monitoraggio dei progetti mediante
follow-up. Gli intermediari finanziari di JOB al momento
operanti in Italia sono: Istituto Bancario San Paolo
di Torino, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Commerciale
Italiana, Banca di Roma, Carialo, IMI, Mediocredito
Centrale, Monte dei Paschi di Siena, Simest, Banca Popolare
di Novara, Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare
di Bergamo, Banca Popolare di Verona, Banco Ambrosiano
Veneto, Finlombarda, Finest, Icrea SpA.
Facility I
Obiettivo: Promozione di joint-ventures nei paesi
NIS attraverso la sovvenzione di workshops, seminari,studi
di mercato e manifestazioni di carattere informativo
volte alla ricerca di partners locali.
Beneficiari: Istituti finanziari, Camere di Commercio,
Associazioni di Categoria ed altri Enti destinati alla
promozione di investimenti nei paesi dell’Est.
Natura ed importo agevolazione comunitaria: Un
contributo a fondo perduto pari al 50% dei costi ammissibili
fino ad un massimo di ECU 100.000. Sono rimborsabili
costi quali spese di viaggio e di soggiorno, spese organizzative
e compensi per consulenti, purchè siano successive
al ricevimento della domanda di finanziamento da
parte dell’Unione Europea. Vengono esclusi dal contributo
comunitario i costi di eventuali campagne di promozione
pubblicitaria.

TERAMOIMPRESA 7/2001
Facility II
Obiettivo: Offerta di un supporto finanziario alla
fase esplorativa dell’investimento articolata nei seguenti
due momenti:
— Fase di prefattibilità (consistente in ricerche iniziali,
incontro di potenziali partners, firma lettera di intenti finalizzata
alla creazione o ampliamento di una joint-venture)
— Fase di fattibilità (consistente in altre azioni finalizzate
a preparare una joint-venture, quali studi di fattibilità
o di mercato, verifica delle condizioni legali e normative,
ricerca di finanziamenti).
Beneficiari: Imprese (preferibilmente PMI) interessate
ad un progetto di investimento in un Paese NIS attraverso
la costituzione di una joint-venture ex novo, o
società locali/joint-ventures pre-esistenti che desiderano
ampliarsi.
Natura ed importo agevolazione comunitaria:
ß Fase di prefattibilità Æ contributo a fondo perduto
pari al 50% dei costi ammissibili fino ad un massimo di
Ecu 20.000.
— Fase di fattibilità e finanziamento a tasso zero pari al 50%
delle spese sostenute, fino ad un massimo di Ecu 75.000.
Una volta ultimata la “fase esplorativa” l’investitore
si troverà in una delle seguenti situazioni:
Effettiva costituzione della joint-venture entro 12
mesi. Possibilità di ottenere l’estensione dell’importo del
finanziamento al rimanente 50% dei costi ammissibili, fino
ad un massimo di Ecu 150.000 e conseguente trasformazione
dell’intero ammontare in un contributo a fondo perduto.
Mancata costituzione della joint-venture. Possibilità
di trasformazione del finanziamento in contributo a
fondo perduto, a condizione che lo studio di fattibilità effettuato
venga messo a disposizione dell’Unione Europea.
Facility III
Obiettivo: Offerta di supporto alla struttura finanziaria
della joint-venture attraverso l’apporto di una parte delle
risorse finanziarie necessarie a medio e lungo termine.
Beneficiari: Joint-ventures in fase di costituzione o
di rinnovamento ed ampliamento in uno dei Paesi NIS.
Natura ed importo agevolazione comunitaria: Di
natura temporanea ( tra 5 e 10 anni), l’intervento finanziario
dell’Unione Europea – che non implica in alcun modo
interventi nelle decisioni commerciali e d’investimento
della joint-venture – richiede necessariamente il cofinanziamento
da parte dell’intermediario finanziario accreditato
per un importo almeno pari a quello della UE.
La partecipazione dell’UE al capitale della jointventure
beneficiaria non potrà superare il 20% del fabbisogno
finanziario complessivo dell’impresa, con un mas-
58
Estero
simale di 2 milioni di Ecu. Il supporto comunitario può
intervenire sotto diverse forme, in particolare l’assunzione
della partecipazione della nuova società o l’erogazione
di un prestito partecipativo.
Facility IV
Obiettivo: Rafforzamento delle risorse umane della
joint-venture attraverso il finanziamento di attività di formazione
professionale, assistenza tecnica e manageriale e
trasferimento di know-how.
Beneficiari: Joint-ventures costituite in uno dei paesi
beneficiari.
Natura ed importo agevolazione comunitaria: Un
contributo a fondo perduto pari al 50% dei costi ammissibili
(Es: costi di viaggio e soggiorno, onorari di consulenza
esterna, compensi di esperti interni), con un contributo
massimo di 100.000 ECU, viene erogato a titolo di anticipo
o rimborso delle spese sostenute per il trasferimento di
know-how, corsi di formazione, assistenza tecnica al personale
di una joint-venture in uno dei paesi beneficiari.
Per quanto riguarda la formazione, i destinatari dovranno
essere dipendenti di una società produttiva, anche se la
formazione può riguardare tematiche di tipo commerciale
o amministrativo.
PANORAMA
INTERNAZIONALE
AUSTRALIA: CRESCE INTERSCAMBIO COMMER-
CIALE, RECORD SURPLUS
(ANSA) - ROMA, 2 NOV - Mentre il commercio
mondiale è in forte rallentamento (nel 2001, secondo i dati
Wto si è registrato solo un +2% rispetto a un +12 del 2000),
l’Australia è in forte controtendenza con un export che a
settembre ha superato ampiamente le importazioni per l’ottavo
mese consecutivo, archiviando il surplus commerciale
più alto dal 1973. Con un export salito dell’1,8% e un
import sceso del 1,9%, L’Australia ha registrato un surplus
mensile di 545 milioni di dollari, mentre il surplus del terzo
trimestre è stato stimato a 2,2 milioni di dollari, un risultato
che ha abbassato il deficit del conti correnti a 1,8% del
Pil, il rapporto più basso dal 1980. Il risultato inaspettato è
stato determinato da un balzo del 6% degli export non agri-

Estero
coli, come il petrolio e il carbone e la debolezza del dollaro
australiano. Secondo gli economisti difficilmente l’ottimo
risultato potrebbe essere superato per qualche tempo, infatti,
con il generale rallentamento dell’economia mondiale ci
si aspetta che la forte economia nazionale spingerà in alto le
importazioni. Ice Sydney. (ANSA)
UE: PATTO STABILITÀ, IN ARRIVO NUOVI PRO-
GETTI PER 3 MLD EURO
(ANSA) - ROMA, 2 NOV - Sotto l’egida del patto di stabilità
saranno adottati nuovi progetti per 3 miliardi di euro
nell’Europa centro-orientale. L’occasione per l’annuncio
della comunità internazionale è stata offerta dalla riunione, a
fine ottobre, a Bucarest della Conferenza regionale sull’Europa
sud-orientale. I Paesi dell’area sono stati invitati a sviluppare
una cooperazione regionale stabile e concreta ed a
proseguire sulla strada delle riforme in vista di una futura
adesione all’Unione Europea. Il pacchetto comporta l’adozione
di 27 progetti per 2,4 miliardi di euro, di cui 700 milioni
finanziati dalla Bei sotto forma di prestiti. Tra i progetti,
che sono stati approvati dal «gruppo Infrastrutture» figurano
la costruzione del ponte sul Danubio tra la Romania e la
Bulgaria, un’autostrada in Croazia e diversi progetti di posti
di frontiera, oltre al riassetto delle ferrovie in Bosnia e in
Jugoslavia. La maggior parte dei fondi sarà destinata alle
infrastrutture di trasporto che assorbiranno 1,44 miliardi di
euro, seguite dall’energia con 762 milioni di euro, dalle
risorse idriche con 104 milioni di euro e dall’ambiente con
100,4 milioni di euro. Ice Bruxelles. (ANSA)
ROMANIA: IN ARRIVO PRESTITO FMI PER 383
MILIONI DI DOLLARI
(ANSA) - ROMA, 2 NOV - In arrivo per la Romania
una pioggia di finanziamenti dal Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) e dalla Banca Europea per la Ricostruzione
e lo Sviluppo (Bers). Il Consiglio direttivo del
Fmi ha accordato mercoledì scorso un prestito di 383 milioni
di dollari alla Romania, mentre la Bers ha concesso alla
Raiffeisen Romania un finanziamento di 5,5 milioni di euro
per il sostegno dell’import-export delle imprese romene,
nel quadro del programma di finanziamento del commercio
attivato in 27 Paesi dell’Europa Centro-Orientale e della
Csi. In particolare, per quanto riguarda il prestito del Fmi la
prima tranche è di 66 milioni di dollari mentre la seconda
ed ultima dovrebbe essere erogata a febbraio 2002. Per
dicembre è previsto il primo controllo sugli indicatori economici
relativi al deficit di bilancio, al livello delle riserve
internazionali nette della Banca Centrale, alla massa monetaria
e agli aumenti salariali. Il Fondo ha sottolineato, a più
riprese, l’importanza del processo di privatizzazioni e degli
59
TERAMOIMPRESA 7/2001
investimenti esteri diretti nonchè del controllo degli aumenti
salariali e della riduzione del numero dei dipendenti pubblici.
Ice Bucarest. (ANSA)
LIBANO: IN CRESCITA COMMERCIO ESTERO, ITA-
LIA PRIMO FORNITORE
(ANSA) - ROMA, 2 NOV - Nei primi 9 mesi dell’anno
la bilancia commerciale libanese ha registrato una
vivacità senza precedenti: le importazioni sono cresciute
del 13,7% per un valore pari a 5,2 miliardi di dollari, mentre
le esportazioni sono salite del 18% pari a 627 milioni
di dollari. Resta, tuttavia, il deficit della bilancia commerciale
che, anzi, sale ulteriormente del 13,6% attestandosi
intorno ai 4,5 miliardi di dollari. L’Italia, in ogni caso,
mantiene la prima posizione di Paese fornitore con 506
milioni di dollari, seguita dalla Francia con 460 milioni,
dalla Germania con 438 milioni e dagli Usa con 377
milioni. L’export libanese, invece, si dirige in primo luogo
verso l’Arabia Saudita, che assorbe il 10% delle vendite
all’estero. Ice Beirut.(ANSA).
CANADA: 51 CASE VINICOLE ITALIANE A MON-
TREAL E TORONTO
(ICE) - ROMA, 5 NOV - L’appuntamento di oggi a
Montreal e quello di dopodomani a Toronto per la sesta edizione
della ‘Grande Degustazione di vini e di grappe è divenuto
un importante richiamo per tutto l’ambiente enogastronomico
locale. Sono presenti all’evento 51 tra le più prestigiose
case vinicole italiane con l’obiettivo di consolidare la
propria presenza e lanciare nuovi prodotti. Il Canada rappresenta
un prestigioso mercato per i vini italiani che ottengono
sempre più consensi tra i consumatori. Le importazioni
dall’Italia, infatti, sono aumentate in valore nel 2000 del
7,8% rispetto all’anno precedente (97 miliardi di euro circa).
L’Italia, con una quota di mercato del 16,4% si colloca al
secondo posto dopo la Francia (leader di mercato). I concorrenti
più temibili per l’Italia sono gli USA, l’Australia ed il
Cile che hanno avuto nel 2000 un incremento dell’export
rispettivamente del 6,5%, del 46% e del 15%. (ICE)
PERÙ: PROSSIMA REALIZZAZIONE COMPLESSO
TURISTICO NELLA BAIA DI PARACAS
(ICE) - ROMA 6 NOV - Sarà prossimamente bandito
un concorso pubblico per l’assegnazione, in concessione,
di un fondo di circa 29 ettari con 1.000 mt di spiaggia,
per la realizzazione di un moderno complesso turistico
situato nella Baia di Paracas, all’interno dell’omologa
Riserva Nazionale, l’unica del Perù. Sono già disponibili,
per gli eventuali investitori, due studi preliminari sull’impatto
ambientale e sull’abilitazione urbana. Le aziende

TERAMOIMPRESA 7/2001
interessate a partecipare possono trovare informazioni più
dettagliate nella rubrica http://www.ice.it/informazioni/progetti.htm>Anteprima
grandi progetti. La banca dati è consultabile,
previa registrazione, per paese e settore e contiene
anticipazioni circa piani di privatizzazione, finanziamenti,
realizzazione di grandi opere. Per ogni segnalazione
viene riportata la fonte e il contatto cui rivolgersi per
ulteriori approfondimenti. (ICE)
ICE SIGLA ACCORDO COLLABORAZIONE CON
COLOMBIA
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - Un accordo di collaborazione
per promuovere le relazioni commerciali fra Italia e
Colombia, attivare un reciproco scambio di informazioni in
materia legislativa, finanziaria e commerciale e sulle possibilità
d’investimento e coinvestimento. È quanto hanno
siglato oggi a Roma il direttore generale dell’Istituto nazionale
per il Commercio estero (Ice), Gioacchino Gabbuti, ed
il ministro del Commercio estero colombiano, Martha Lucia
Ramirez. L’ accordo, ha dichiarato Gabbuti, mira ad intensificare
l’attività dell’ Ice ‘’per quel che riguarda la collaborazione
con realtà economiche che presentano opportunità
d’affari importanti per il nostro Paese. E la Colombia, che
ultimamente ha dato incoraggianti segnali di ripresa, vi rientra
a pieno titolo’’. Nel periodo gennaio-giugno 2001, ha
infine ricordato Gabbuti, l’interscambio complessivo del
Paese latino americano con l’Italia è cresciuto del 60%
rispetto ai primi 6 mesi del 2000 e, in particolare, l’ export
italiano è aumentato di ben il 40%. (ANSA)
LITUANIA: MONETA LOCALE SI ANCORAALL’EURO
(ICE) - ROMA, 7 NOV - La moneta locale lituana
‘Litas’, attualmente agganciata al cambio fisso con il dollaro,
a febbraio 2002 viene ancorata all’Euro. La Lituania,
uno dei futuri paesi membri dell’Unione Europea, compie,
in questo modo, un passo molto importante verso l’integrazione
economica. (ICE HELSINKI).
INTERNET: DA ICE PORTALE EMARKETSERVICE
PER PMI
(ANSA) - ROMA, 8 NOV - Il mondo business-to-business
via Internet a portata di mouse grazie a www.emarketservices.it,
il primo osservatorio internazionale sugli
emarketplace presentato oggi dall’Istituto nazionale per il
Commercio con l’Estero a Milano nel corso del convegno
‘’eMarketplaces, un nuovo strumento per rafforzare la presenza
italiana sui mercati esterì’. Con questo portale, l’Ice si
pone come obiettivo di far familiarizzare le piccole e medie
imprese all’uso degli e Marketplaces. cioè quei siti internet
o portali nei quali si svolgono operazioni commerciali fra
60
Estero
imprese business-to-business con il perfezionamento dell’accordo
fra le parti totalmente via Internet. ‘’Con il portale
- ha dichiarato nel corso del convegno il direttore generale
dell’Ice, Gioacchino Gabbuti - l’Ice si propone di accompagnare
le imprese italiane verso la nuova frontiera
dell’International eBusiness permettendo loro di giovarsi
delle nuove opportunità offerte dagli eMarketplaces per
accedere a nuovi mercati, anche alla luce del crescente ruolo
che questi strumenti vanno assumendo nella gestione
degli scambi internazionalì’. (ANSA).
EUROPA CENTRO ORIENTALE: IN CRESCITA
INVESTIMENTI ESTERI NEL PROSSIMO QUIN-
QUENNIO
(ICE) - ROMA 12 NOV - Secondo l’Economist Intelligence
Unit (EIU), pubblicazione settimanale dell’Economist,
nel quinquennio 2001-2005 gli investimenti
stranieri nei 27 Paesi dell’ex blocco sovietico dovrebbero
raggiungere i 160 miliardi di USD, il 36% in più rispetto
al quinquennio 1996-2000. I due terzi degli investimenti
sono destinati a sei Paesi: Polonia, Repubblica Ceca,
Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Russia. I capitali esteri
investiti in Polonia dovrebbero raggiungere i 6,9 mld di
USD annui nel quinquennio 2001-2005 (6,5 mld USD nel
periodo 1996-2000). Nella graduatoria dei Paesi più
attraenti per stabilire rapporti d’affari, la Polonia figura al
terzo posto, dopo Estonia e Ungheria. (ICE VARSAVIA)
KUALA LUMPUR: LA SETTIMANA ITALIANA
(ICE) - ROMA, 12 NOV - È stata ufficialmente
inaugurata ieri, 11 novembre, con un gala dinner presso
l’Hotel Sheraton Imperial di Kuala Lumpur, la «Settimana
Italiana». L’evento, che si conclude il 16 novembre, è stato
organizzato congiuntamente dall’Ambasciata d’Italia in
Malesia e dall’Ufficio ICE di Kuala Lumpur ed è stato
finanziato da un’azienda locale, Sri Inderajaya Group. E’
previsto un programma intenso di iniziative nel cuore della
città come la mostra «Design in Italia», che presenta
100 Oggetti della Collezione Permanente del Disegno
Italiano della Triennale di Milano, proiezioni di filmati,
concerti di musica da camera, una sfilata di moda italiana.
Questi sono solo alcuni esempi di eventi che porteranno a
Kuala Lumpur il sapore della cultura italiana. Per stimolare
ulteriormente l’interesse reciproco tra Italia e Malesia,
l’8 novembre è stato inaugurato il «Festival della Gastronomia
Italiana» con la presentazione delle tradizioni culinarie
delle varie regioni italiane ad un vasto pubblico.
(ICE KUALA LUMPUR).

Estero
UE: ALLARGAMENTO; PRONTI IN 10 PER CON-
CLUDERE NEGOZIATI 2002
(ANSA) - BRUXELLES, 13 NOV - L’allargamento
della Ue procede su un buon binario: sono dieci, secondo
il rapporto annuo adottato oggi dalla Commissione europea,
i paesi pronti per concludere i negoziati entro il 2002
e che potrebbero quindi entrare nel club dei Quindici prima
delle prossime elezioni europee del giugno 2004. Il
documento - reso pubblico oggi – non indica con esattezza
i paesi che potranno essere accolti nella Ue tra tre anni:
per capire quali saranno i primi della lista bisognerà attendere
il prossimo e ultimo rapporto nel novembre 2002. Ma
lo scenario di un ‘big bang’, vale a dire dell’adesione dei
dieci in una sola ondata, è ancora possibile, se non
probabile. Solo per Romania e Bulgaria è esclusa l’ipotesi
di un’adesione rapida: questi due paesi soddisfano i criteri
politici, ma non quelli in campo sociale ed economico.
In entrambi i paesi si registrano problemi nella tutela
delle minoranze (tzigani e Rom) e dell’infanzia abbandonata.
La corruzione «resta un soggetto estremamente
preoccupante» in Bulgaria. E in Romania persistono «gravi
squilibri economici». Ad essere invece sulla buona strada
verso Bruxelles sono: Polonia, Ungheria, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania,
Malta e Cipro. I progressi fatti, in campo politico ed economico,
sono considerati «molto incoraggianti». La lentezza
delle riforme giudiziarie, la corruzione, il traffico di
donne e bambini restano pero’ elementi di grande preoccupazione
per Bruxelles che spinge i candidati a fare di
più. La Turchia fa storia a sè: con Ankara infatti non è stato
avviato un negoziato di adesione, ma solo un partenariato.
L’esecutivo riconosce che le modifiche costituzionali
adottate dal Parlamento turco il 3 ottobre scorso
rappresentano un «progresso sensibile verso il rafforzamento
delle garanzie nel campo dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali e verso la limitazione dell’ applicazione
della pena di morte», ma rileva che «le libertà
fondamentali restano soggette a un certo numero di restrizioni».
E sulla Turchia continuano anche a pesare il caso
Cipro (per il quale l’Ue chiede una soluzione) e le divergenze
sulla politica europea di difesa e sicurezza. L’importanza
strategica dell’allargamento - commenta il rapporto
- si è già tradotto nei fatti: le prospettive di appartenenza
alla Ue hanno contribuito alla stabilità politica e ai
progressi economici nei paesi candidati. Con loro, i negoziati
proseguiranno secondo i criteri stabiliti: la Ue non
creerà nuove condizioni di adesione. I capitoli che saranno
discussi nei negoziati del prossimo semestre (agricoltura,
politica regionale e budget) saranno affrontati tenendo
conto del quadro di regole e del bilancio esistenti.
61
TERAMOIMPRESA 7/2001
L’Unione - rileva il rapporto, eliminando così un elemento
di preoccupazione per i Quindici - sarebbe in
grado di far fronte al finanziamento di tutti e dieci i nuovi
membri senza mettere in causa il programma di spese
comunitarie stabilito fino al 2006. (ANSA).
GIAPPONE: IL DESIGN ARREDA LE CASE DEI GIO-
VANI
(ICE) - ROMA, 15 NOV - Sedie, divani e tavoli
ideati da top designers dell’industria del mobile acquistano
popolarità tra i giovani giapponesi, che si preoccupano sempre
di più dell’arredamento della loro casa. Negli ultimi due
anni Meguro Street, nella circoscrizione di Meguro a
Tokyo, è diventata famosa per i suoi 30 negozi di mobili,
alcuni specializzati in articoli importati, di antiquariato o
dall’originale design. L’interesse verso il mobile firmato da
famosi designers si è espanso in tutto il Giappone, e gli
osservatori del settore commentano dicendo che si tratta di
un secondo boom. Il primo, durato due anni dalla fine del
‘94, ha riguardato una piccola parte di clienti, mentre quest’ultimo
ha accolto una più ampia fascia di consumatori.
Questo forte interesse è stato alimentato, oltre che dalle
riviste specializzate, dalle numerosissime esposizioni che si
sono svolte quest’anno, tra cui ‘Charles & Ray Eames’
tenutasi lo scorso agosto al Tokyo Metropolitan Art
Museum, una retrospettiva su due designer americani
degli anni 50-70 che ha attirato più di 86.000 visitatori, tra
cui molti giovani tra i 20-30 anni. Italia e Giappone design
come stile di vita organizzata a Yokoama e successivamente
a Kobe in settembre, ha richiamato un forte interesse presentando
200 mobili italiani. Exercise in Style a Ozone-
Shinjuku in ottobre. Un’altra novità è il recente interesse
della clientela maschile che comincia a preoccuparsi di più
dell’aspetto della propria casa, che diventa per molti un luogo
d’accoglienza per gli amici. (ICE TOKYO).
SIRIA: AUMENTA L’INTERSCAMBIO COMMERCIA-
LE ITALO-SIRIANO
(ICE) - DAMASCO, 16 NOV - Nei primi sette mesi
del 2001 l’interscambio italo-siriano, secondo i dati di fonte
ISTAT, è aumentato del 60,07% rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno, raggiungendo i 2.081,337 miliardi di
lire. Le esportazioni italiane sono aumentate del 21,07%,
passando a 595,627 miliardi di lire, mentre le importazioni
sono aumentate dell’83,81%, raggiungendo i 1.485,710
miliardi di lire. Esse sono caratterizzate da
macchinari (49,55%), da prodotti chimici e fibre sintetiche
(18,08%), dai prodotti petroliferi raffinati (7,78%), da componenti
per l’industria degli elettrodomestici (2,63%), da
carte (2,11%) e tessuti (2,03%). Le importazioni italiane

TERAMOIMPRESA 7/2001
sono dominate dai prodotti petroliferi greggi (74,50%), da
prodotti petroliferi raffinati (12,25%), dal cuoio (5,56%),
dai filati di cotone (3,56%), e dai prodotti agricoli (3,10%).
Nello stesso periodo, le esportazioni italiane verso il mondo
sono aumentate del 10,92%, mentre le importazioni italiane
dal mondo sono aumentate del 9,98%. (ICE).
SLOVENIA: ITALIA, FIRMATO ACCORDO IN MATE-
RIA DOGANALE
(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Lo scorso 14 novembre
presso l’Agenzia delle Dogane in Roma, il direttore
dell’Agenzia delle dogane italiane, Mario Andrea Guaiana,
ed il suo omonimo sloveno, Franc Kosir hanno firmato
l’accordo bilaterale, intergovernativo, di mutua assistenza
amministrativa in materia doganale, fra Italia e
Slovenia. L’accordo mira a rendere più trasparente l’interscambio
commerciale fra i 2 Paesi attraverso una più puntuale
applicazione delle rispettive legislazioni, che ostacolerà
così le frodi ed i traffici di stupefacenti. (ANSA).
GIAPPONE: ALIMENTARE; VINO, ITALIA PROVA
SORPASSO FRANCIA
(ANSA) - VERONA, 20 NOV - Il vino italiano di
qualità mette la freccia e prova a superare quello francese.
L’ insolito terreno di questo confronto è a Tokyo, in
Giappone, dove da domani al 24 novembre si svolgerà la
prima edizione di ‘’Vino e olio, Italian wine and food
Festival’’ manifestazione organizzata da Veronafiere. Forte
dell’esperienza di quasi 40 anni di Vinitaly e di dieci di Sol,
il salone dell’extravergine d’oliva, l’ente espositivo scaligero
realizza così una grande immagine promozionale del
made in Italy che, per il commissario straordinario di
Veronafiere Pierluigi Bolla, ‘’si inquadra in un’ampia strategia
di internazionalizzazione della fierà’. Una spinta ulteriore
soprattutto per il vino italiano che nell’ultimo decennio ha
incrementato in Giappone del 17% la propria fetta di mercato
passando dai cinque ai 22 punti percentuali sul totale,
lasciandosi alle spalle la Germania, che precedeva l’Italia
con l’11%, e puntando al primato dei transalpini passato dal
55 al 44%. In volume il vino italiano ha raggiunto tre milioni
di casse (36 milioni di bottiglie) per un controvalore di 20
miliardi di lire. Alla rassegna di Tokyo prendono parte un
centinaio di aziende, le Regioni del Veneto, Sicilia, Friuli
Venezia Giulia, consorzi e associazioni di categoria. Le
potenzialità di mercato per i prodotti alimentari italiani in
Giappone sono in crescita. Secondo dati resi noti dall’ufficio
Ice di Tokyo nel primo semestre di quest’anno il settore
agroalimentare italiano ha fatturato in Giappone oltre 25
miliardi di yen, 40 miliardi di lire, segnando un incremento
del 15% rispetto allo stesso periodo del 2000. Nella capitale
62
Estero
nipponica sono aperti oltre 500 ristoranti italiani, al 90%
gestiti da giapponesi, ai quali si aggiungono altri 400 attivi
tra Osaka e Kyoto. Per Nicola Ruggiero, presidente Unaprol,
«la scelta del Giappone è strategica per l’olio d’oliva. In
pochi anni il consumo è passato dalle duemila tonnellate
l’anno alle oltre 30 mila del 2000 e di queste il 64% è di provenienza
italianà». Anche per quanto riguarda la pasta nonostante
il calo dei fatturati i produttori italiani si confermano
al primo posto, con oltre il 40%, davanti a Cina e Usa. Nelle
conserve il prodotto tricolore supera il 78% sul totale dei
consumi. Bene anche le vendite di formaggi (più 5%) e della
cioccolata che ha registrato un incremento del 250%. Il
rapporto costo materia prima, prezzo di vendita della cucina
italiana rispetto a quella francese è decisamente concorrenziale:
un piatto di pasta costa sui 1000 yen, circa 16 mila lire
e il costo della materia prima incide per il 10% contro il 30
della media del food. (ANSA).
JUGOSLAVIA: VIA LIBERA A FINANZIAMENTO
SIMEST DI 20 MILIARDI
(ANSA) - ROMA, 20 NOV - Semaforo verde a un
finanziamento Simest di 20 miliardi per investimenti nella
Repubblica Federale Jugoslava. Ad annunciarlo è stato
il vice-ministro delle Attività Produttive Adolfo Urso, che
ha la delega per il commercio estero. I destinatari del
finanziamento sono le pmi italiane che acquisiscono quote
di capitale a rischio in società e medie imprese costituite
o da costituire nella Repubblica Federale Jugoslava.
L’intervento consiste nell’acquisizione da parte della
Simest di quote di capitale a rischio di società o imprese
miste e si rivolge principalmente ai settori dell’agricoltura
e agroindustria, della pesca, alla cosiddetta catena del
freddo, al manifatturiero, alla lavorazione del legno, all’edilizia
civile ed al turismo. Ma non sono i esclusi anche i
settori delle infrastrutture (strade e ferrovie), della privatizzazione
di municipalizzate, dei beni di largo consumo
(acqua, energia, telefonia), gli interventi per la tutela dell’ambiente
e per il recupero di beni culturali.(ANSA).
AUSTRIA: PORCELLANE, AUGARTEN ALLA RI-
CERCA DI UN PARTNER
(ANSA) - ROMA, 21 NOV - AAA partner cercasi.
L’azienda austriaca di porcellana Augarten, che dopo 30
anni ha finalmente realizzato degli utili, sarebbe ora alla
ricerca di un nuovo partner. Secondo quanto sostiene la
rivista austriaca ‘Lo Standard’, dopo aver avuto impreviste
difficoltà con la società fiorentina Ginori, l’antica ditta
ha ora deciso di trovare un alleato per ampliare la sua
struttura di vendita. Ice Vienna. (ANSA).

Estero
NORVEGIA: VINOl; SEMPRE PIÙ APPREZZATO IL
«ROSSO» ITALIANO
(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Chianti, Valpolicella e
Montepulciano d’Abruzzo: ai norvegesi il vino rosso italiano
piace molto. Lo rileva il quotidiano locale Vaart Land,
precisando che del rosso ‘made in Italy’è apprezzato soprattutto
l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Nonostante una rigida
normativa, i consumi di alcolici in Norvegia continuano
ad aumentare. Lo scorso anno i norvegesi hanno infatti speso
in birra, vino e superalcolici ben 3 miliardi di euro, e per
il 2001 si prevede un’ulteriore crescita. A queste cifre, va
pero’ aggiunto un buon 40% di vendite attraverso il mercato
nero, caratterizzato da acquavite di patate fatta in casa e
dall’acquisto di alcolici in Svezia, dove i prezzi sono inferiori
di circa il 50%. Il boom degli alcolici in Norvegia è poi
confermato dall’apertura, negli ultimi 20 anni, di circa 4.000
esercizi commerciali provvisti di licenza per la vendita ed il
consumo di alcolici. Ice Oslo.
EGITTO: MUBARAK, 4 DECRETI MINISTERIALI
PER RILANCIO EXPORT
(ANSA) - ROMA, 26 NOV - Continuano gli sforzi
del Governo egiziano per rilanciare le esportazioni e gli investimenti:
il presidente Mubarak ha recentemente emanato
4 decreti ministeriali volti proprio al raggiungimento di tale
obiettivo. Nel primo decreto sono indicate le attività del
Ministero per il Commercio con l’Estero, che dovrà focalizzarsi
sulla promozione delle esportazioni egiziane e sulla
regolamentazione delle importazioni in modo da tutelare l’economia
nazionale dagli impatti negativi del commercio
internazionale. Il Ministero, che rappresenterà l’Egitto nei
negoziati bilaterali ed internazionali relativi agli scambi
commerciali, controllerà il Capital Market Authority, l’Ente
Generale per gli Affari delle fiere e dei mercati, il Centro di
Sviluppo delle esportazioni egiziane, la Banca egiziana per
lo sviluppo delle esportazioni, il settore di Rappresentanza
commerciale e l’Autorità di controllo sulle esportazioni e
sulle importazioni. Il secondo decreto trasforma invece il
Ministero della cooperazione internazionale in una direzione
del Ministero degli Affari esteri responsabile di di preparare
gli accordi bilaterali, regionali ed internazionali e di
proporre i contributi dell’Egitto ai progetti di cooperazione
economica. Il terzo decreto sancisce la fusione dell’Autorità
per gli investimenti (Gaf) con l’Ente delle società (la holding
che controlla le joint venture pubbliche che dipendevano dal
disciolto Ministero dell’Economia) e trasferisce la loro direzione
direttamente al Primo Ministro, al quale sono state
attribuite anche le competenze dell’ex dicastero dell’Economia
sulle banche. Con il quarto decreto, infine, si stabilisce
la dipendenza della Banca nazionale per gli investimenti dal
63
TERAMOIMPRESA 7/2001
Ministero delle Finanze. La squadra del presidente Mubarak
sarà così composta: Youssef Boutros Ghali al Ministero del
Commercio Estero, Ali El Seidy al Ministero dell’Industria,
Ahmed Youness al Ministero dell’Elettricità, Ossman
Mohamed al Ministero della Pianificazione, Mamdouh Riad
Tadross al Ministero per gli Affari ambientali e Faiza Aboul
Naga al Ministero degli Affari Esteri. Ice Cairo. (ANSA).
CINA: GENNAIO-GIUGNO; VOLA EXPORT ITALIA-
NO, +44%
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Con Pechino che ha
aderito al Wto e il mercato cinese sempre più importante
per l’export italiano, si è aperto oggi il primo vertice italocinese
nel dopo Doha. Nei primi sei mesi del 2001, le
esportazioni italiane verso la Cina hanno messo a segno un
+44%, per un totale di 2.971 miliardi di lire. Più contenuta,
invece, la crescita delle importazioni (+14,6%) che,
nonostante tutto, sono risultate ancora una volta (7.476
miliardi di lire) nettamente superiori all’ export. La delegazione
italiana, presieduta dal viceministro alle Attività produttive
Adolfo Urso, e quella cinese, guidata dal viceministro
del Commercio con l’estero Zhou Keren, hanno snocciolato
ed analizzato le maggiori questioni di interesse economico.
I dati relativi all’ interscambio tra i due Paesi confermano
il buon momento delle relazioni commerciali fra
Italia e Cina, che hanno chiuso il primo semestre con un
interscambio pari a 8.611 miliardi di lire e un saldo passivo
per l’Italia di 4.505 miliardi di lire. «Sul mercato cinese
- ha sottolineato Urso - l’Italia ha registrato la migliore
performance nell’ export nel 2001. L’incontro odierno rappresenta
un’ottima occasione per favorire i nostri scambi
commerciali, visto che l’Italia è sempre più intenzionata ad
aprirsi al grande mercato orientale. Un mercato per il
nostro Paese in forte espansione e nel quale potrebbero trovare
terreno fertile le piccole e medie imprese italiane,
locomotiva della nostra economia». L’interscambio commerciale
italo-cinese è per tradizione passivo per l’Italia, e
nel corso degli anni ha subito un costante peggioramento.
Nel 2000 l’impennata registrata dagli acquisti italiani (il
40% in più rispetto all’anno precedente) ha provocato un
ulteriore appesantimento del saldo a nostro sfavore. Nei
primi sei mesi dell’ anno in corso, invece, le esportazioni
hanno ripreso a correre, pur rimanendo molto distanziate
dalle importazioni. I dati dei flussi di scambio tra Italia e
Cina vanno pero’ letti contestualmente a quelli del traffico
commerciale con Hong-Kong, che rappresenta un importante
centro di intermediazione economico-finanziaria di
Pechino. Lo scorso anno l’Italia ha esportato verso Hong-
Kong merci per 6.331 miliardi di lire, importando solo per
782 miliardi: il surplus commerciale italiano si è così atte-

TERAMOIMPRESA 7/2001
stato a 5.561 miliardi, contro i 6.400 miliardi del 1996 e
del 1997, gli anni precedenti alla crisi economica del Sud-
Est asiatico. L’incremento del deficit commerciale italiano
verso la Cina va inoltre posto in correlazione con la stagnazione
complessiva dell’ export made in Italy verso l’intera
area asiatica. Nel 2000 le voci più importanti dell’ import
italiano dalla Cina sono stati gli articoli di abbigliamento
e gli accessori (l’8,6% del totale import), i giochi e i giocattoli
(6,4%) e gli articoli da viaggio (5,7%). Le maggiori
voci, invece, delle esportazioni verso Pechino sono state
le macchine di impiego generale (27,5% del totale
export), le macchine per impieghi speciali (8,6%) e il
cuoio (6,3%). (ANSA).
JUGOSLAVIA: PRIVATIZZAZIONI, DA ICE AIUTO A
IMPRESE ITALIANE
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Informazioni tempestive,
valutazione immediata dei dati disponibili sui settori e
sulle aziende, valutazioni dei programmi di ristrutturazione
e rilancio, coordinamento con le banche di investimento,
finanziamenti disponibili per la realizzazione di investimenti
in Europa Centrale ed Orientale. E’ quanto forniranno
Ice, Simest, Finest ed Informest alle imprese italiane
interessate alle privatizzazioni delle aziende serbe. In seguito
alla firma del memorandum d’intesa per la cooperazione
tecnica bilaterale tra Italia e Jugoslavia, ai 4 istituti è stato
riconosciuto dal ministero delle Attività Produttive il compito
di avviare uno stretto coordinamento tra le istituzioni
italiane preposte all’internazionalizzazione e le controparti
governative durante il processo di transizione della Jugoslavia
all’economia di mercato. Allo scopo, gli istituti promozionali
italiani stanno costituendo un accesso diretto al
sito del ministero serbo attraverso i propri siti Internet, anche
attraverso la costituzione di un Info-centre Internet in
lingua italiana presso il ministero stesso. I 4 enti avranno
poi la possibilità di entrare in possesso, prima possibile, dei
dati sulle privatizzazioni per supportare gli operatori italiani.
Alla fine dello scorso febbraio erano circa 7.000 le
aziende avanzata. Il governo serbo ha intenzione di vendere
le società da privatizzare seguendo due diverse procedure:
per le aziende più grandi si ricorrerà alla gara, mentre
per le medie e piccole è prevista l’asta. Agli investitori strategici
sarà riservato almeno il 70% delle azioni, mentre le
rimanenti andranno ai dipendenti e ai privati detentori di
titoli di privatizzazione. Tra le ditte che potrebbero andare
subito sul mercato ci sono alcune società produttrici di
cemento e tabacco, parte dell’industria petrolifera ed alcune
aziende chimiche. Tra i settori interessati dalle privatizzazioni
ci sono anche quello agro-alimentare, farmaceutico,
automobilistico, elettronico, turistico e dei materiali da
64
Estero
costruzione. Nella prima settimana di dicembre il viceministro
delle Attività Produttive, Adolfo Urso effettuerà a
Belgrado una missione con gli operatori economici e per il
4 dicembre il locale ufficio Ice ha organizzato un seminario
per la presentazione del Fondo già operativo in base alla
legge sui Balcani. Simest e Finest, grazie alla costituzione
del fondo, potranno acquisire quote di capitale di rischio in
imprese costituite da Pmi italiane in Jugoslavia, in aggiunta
a quelle che possono già rilevare.(ANSA).
UE: BONIFICI, ACCORDO MINISTRI SU LUGLIO 2003
(ANSA) - BRUXELLES, 27 NOV - Il consiglio dei
ministri dell’Ue ha raggiunto ieri a Bruxelles un accordo
per eliminare le differenze di costo tra i bonifici bancari e i
pagamenti elettronici fatti tra una nazione e l’altra dell’Unione
europea rispetto a quelli eseguiti in un singolo Paese.
Dal primo luglio prossimo, per i pagamenti elettronici fatti
in altri paesi dell’Ue si dovranno pagare commissioni uguali
a quelle previste per pagamenti ‘nazionalì. I costi per i
consumatori dei bonifici bancari transfrontalieri saranno
invece allineati a quelli ‘internì dal primo luglio del 2003.
L’accordo politico sul regolamento Ue, si è appreso a Bruxelles,
dovrà ora essere esaminato dal parlamento Ue che
avrebbe voluto un allineamento delle commissioni per i
bonifici già quattro mesi prima, dal primo marzo 2003, e
per le operazioni elettroniche con carte di pagamento (comprese
quindi quelle di carte di credito) dal primo primo marzo
prossimo. Esclusa invece, sottolineano fonti della presidenza
belga, è ormai la possibilità di una «clausola sospensiva»
del regolamento in attesa che le banche si adeguino
alle richieste dell’Ue. E respinta anche una richiesta dell’ultimo
minuto da parte della Germania, che avrebbe voluto
sospenderne l’applicazione per due anni. Al consiglio Ue
sul mercato interno che ha assunto la decisione, l’Italia è
stata rappresentata dal ministro per le Politiche comunitarie,
Rocco Buttiglione, che aveva espresso una «disponibilità»
italiana a far slittare il varo del regolamento «non di troppo»
rispetto a marzo.(ANSA).
CINA: COMMERCIO ESTERO; URSO, È MERCATO
DEL FUTURO
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - «La Cina è il mercato
del futuro. I rapporti italiani con Pechino sono buoni ma
devono essere migliorati: negli ultimi anni, infatti, l’Italia
ha perso quote di export, anche in conseguenza della crisi
asiatica. Ora, invece, dobbiamo scommettere su questo
grande mercato, soprattutto dopo il suo ingresso nel Wto».
Lo ha dichiarato il vice ministro alle Attività produttive,
Adolfo Urso, a margine della VI sessione della
Commissione mista italo-cinese. Con la delegazione cine-

Estero
se, ha detto Urso, «abbiamo discusso di molti temi economici,
ricordando che le autorità cinesi devono tutelare fino
in fondo i diritti di proprietà intellettuale. Per favorire
l’export ed attrarre nuovi investimenti, Pechino dovrà
imporre il diritto di proprietà intellettuale. La Cina è infatti
il maggior paese consumatore, il maggior produttore ma
anche il più grande contraffattore». «Anche le piccole e
medie imprese italiane - ha aggiunto il vice ministro -
ritengono la Cina il mercato del futuro. Allo stesso tempo,
Pechino e gli altri paesi asiatici in via di transizione vogliono
ispirarsi al modello del distretto industriale italiano.
I margini più ampi di crescita dell’export italiano verso
la Cina sono le calzature, la pelletteria, il cuoio, l’oreficeria
e le macchine utensili». Rispondendo ad alcune
domande sulla situazione dei diritti umani in Cina, problema
che sembra essere stato accantonato in sede Wto,
Urso ha affermato che «la questione va sicuramente
affrontata. La Cina è stata ammessa nel Wto in quanto ha
svolto un ruolo importante nella stabilità mondiale ed è
scesa in campo contro il terrorismo, a difesa dei diritti
umani». Vendendo poi all’attuale situazione commerciale
italiana, Urso ha ribadito che in seguito agli attentati
dell’11 settembre l’interscambio è crollato. «Le tre locomotive
dell’economia mondiale, Giappone, Usa e
Germania, sono in recessione e l’Italia - ha concluso Urso
- paga le sue conseguenze. Il successo militare ed il rilancio
di un nuovo round negoziale possono però contribuire
a creare un clima di fiducia e di conseguenza a far ripartire
l’economia. Dai dati Istat sul commercio italiano verso
i Paesi extra Ue emerge qualche segnale di ripresa, ma
tanto dipende dal contesto internazionale». (ANSA).
MODA: NORD AMERICA RESTA N.1 PER EXPORT
LUSSO ITALIANO
(ANSA) - MILANO, 27 NOV - Anche dopo l’11 settembre,
il Nord America rimane l’area più importante per le
esportazioni del made in Italy di lusso, mentre l’ Europa,
compresa quella dell’Est, è la destinazione più interessante
per i prodotti medi e fini. Complessivamente, non sono le
grandi firme la realtà più rilevante nella internazionalizzazione
della moda. Sono queste alcune indicazioni della ricerca
condotta da Sisim, società di consulenza alle reti distributive,
presentata oggi al convegno «Le sfide del momento:
scenari economici, tensione dei mercati e reazioni dei consumatori»,
promosso da Sistema Moda Italia. «Intanto, le
griffe non sono il fenomeno quantitativamente più importante
nel processo di internazionalizzazione della moda, in
quanto - ha affermato Luca Giacomelli, amministratore delegato
di Sisim International - quasi la metà delle nuove aperture,
avvenute nell’ ultimo anno in tutto il mondo, hanno
65
TERAMOIMPRESA 7/2001
riguardato negozi con prodotti della fascia fine, seguiti per il
31% da quelli di fascia alta e per il 22% da quelli di fascia
media». «Il mercato europeo - ha spiegato ancora Giacomelli
- rimane il canale privilegiato per l’export globale, con
il 43% delle nuove aperture, mentre il 27% sono state indirizzate
in Estremo Oriente, il 14% in Nord America, e percentuali
inferiori al 10% hanno riguardato gli altri Paesi».
Un’ osservazione particolare merita il mercato giapponese,
che per molti anni è stato il terreno elettivo quasi esclusivamente
dei prodotti di lusso, mentre nell’ultimo anno ha
accolto con successo anche i prodotti di fascia media e fine.
Soffermandosi poi sulle singole città, i suggerimenti di
Sisim vedono Tokyo, Londra, Seoul, Parigi, New York, Los
Angeles, Osaka, Mosca e Chicago quali mete di maggior
espansione per i prodotti del lusso, mentre gli imprenditori
del medio-fine dovrebbero puntare su Tokyo, Parigi,
Londra, New York, Mosca, Hong Kong, Berlino, Monaco,
Madrid e Barcellona. Un occhio di riguardo - secondo Sisim
– dovrebbe essere posto nei confronti della Cina, che si potrebbe
rilevare uno sbocco molto interessante. (ANSA).
SUD AFRICA: TESSILE ABBIGLIAMENTO,EXPORT
2001 DI 500 MLD LIRE
(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Boom delle esportazioni
di tessile ed abbigliamento per il Sud Africa. Nel 2001
il valore dell’export del settore dovrebbe raggiungere,
secondo stime recenti, i 500 miliardi di lire, raddoppiando
rispetto al ’99. Circa il 60% delle vendite è effettuato verso
gli Stati Uniti. Il vicepresidente della Federazione dell’abbigliamento
del Sud Africa, Gordon Joffe, ha spiegato che
l’incremento delle esportazioni è dovuto agli accordi con
gli Usa sulla crescita del Paese ed all’intesa con l’Unione
Europea, che di fatto hanno consentito al Sud Africa di iniziare
ad essere più competitivo. La Federazione dell’abbigliamento
rappresenta 230 società, che impiegano 390.000
lavoratori. Ice Johannesburg.(ANSA).
CROAZIA: BANDO DI GARA PER VENDITA 14
STRUTTURE TURISTICHE
(ANSA) - ROMA, 30 NOV - A.A.A. cercasi acquirente
per strutture turistiche situate sulla costa adriatica della
Croazia. Il bando di gara per la raccolta di offerte per la
vendita dei pacchetti di maggioranza di tali strutture è stato
pubblicato sulla stampa locale e sul Financial Time, che
hanno riportato anche i termini per l’acquisizione delle
documentazione e per la presentazione delle offerte. In particolare,
dal prossimo 5 dicembre al 14 gennaio 2002 sarà
possibile acquisire la documentazione necessaria, mentre le
offerte dovranno essere presentate entro e non oltre il 16
gennaio 2002 alle ore 14.00. Ice Zagabria. (ANSA).

TERAMOIMPRESA 7/2001
JUGOSLAVIA: URSO A BELGRADO PER NUOVE
JOINT VENTURES
(ANSA) - BELGRADO, 3 DIC - Il viceministro per
le attività produttive con delega al commercio estero Adolfo
Urso è arrivato stasera a Belgrado per una visita ufficiale di
due giorni, durante la quale avrà una serie di incontri con
esponenti politici e del mondo economico, accompagnato
dall’ambasciatore d’Italia in Jugoslavia Giovanni Caracciolo.
Domani Urso inaugurerà un seminario organizzato
dall’Istituto italiano per il commercio estero (Ice) e dalla
Camera di commercio jugoslava per favorire i contatti e le
joint ventures fra gli imprenditori dei due paesi. La Simest,
la società creata per favorire la cooperazione fra aziende italiane
ed estere, ha già stanziato un fondo speciale di 20 miliardi
di lire ed altri strumenti finanziari per la creazione di
joint ventures. Al seminario parteciperanno anche la Finest
(società del nord est italiano con le stesse finalità della
Simest, ma rivolta in particolare al sud est europeo), la
Informest, la International finance corporation e l’Agenzia
europea per la ricostruzione, nonchè rappresentanti della
Confindustria, della Sace, delle regioni Friuli Venezia Giulia,
Piemonte e Veneto. Accompagna il ministro una nutrita
delegazione di imprenditori della grande, piccola e media
industria, fra cui la Ansaldo, la Enelpower, l’Eni, l’Agip
petroli, la Fiat, la Italgas. Urso sarà presente nel pomeriggio,
assieme al viceministro degli Affari esteri Jelica Minic, alla
chiusura dei lavori del seminario. (ANSA).
ARABIA SAUDITA: PROBABILI AGEVOLAZIONI
PER INVESTIMENTI ESTERI
(ICE) - RIYADH, 4 DIC - Il Principe ereditario del
Regno dell’Arabia Saudita, Abdullah, in una riunione con
i massimi esponenti dell’imprenditoria saudita ha promesso
ulteriori agevolazioni per incoraggiare gli imprenditori
stranieri ad investire nel proprio paese. L’Arabia Saudita
si é aperta agli investimenti esteri lo scorso anno con la
promulgazione del nuovo codice degli investimenti e con
la costituzione della SAGIA (Saudi Arabian General
Investment Authority), ente preposto all’industrializzazione
del Paese. In questi primi 18 mesi dalla sua nascita, la
SAGIA ha rilasciato licenze per 583 progetti per un investimento
totale di circa 9,3 milardi di dollari Usa. L’84%
dei capitali per tali progetti sono investimenti completamente
stranieri, mentre solo il 16% sono capitali misti
(joint venture). Fino alla fine del 2000 gli investimenti
esteri in Arabia Saudita ammontavano ad un totale di
41.589 milioni di dollari Usa. (ICE).
66
Estero
BOSNIA: ITALIA, COMITATO PERMANENTE COL-
LABORAZIONE ECONOMICA
(ANSA) - SARAJEVO, 4 DIC - Si è costituito a
Sarajevo un comitato permanente italo-bosniaco di collaborazione
economica come «foro istituzionalizzato di
incontro e discussione» per promuovere ulteriormente la
presenza italiana in Bosnia. Il comitato si propone di valorizzare
il patrimonio di scambi e rapporti economici tra i
due paesi, sorti per lo più spontaneamente, che hanno portato
l’Italia a figurare tra i primi partner commerciali della
Bosnia Erzegovina. Del comitato, co-presieduto dall’ambasciatore
d’Italia Saba D’Elia e dal viceministro del
commerco estero Nikola Kragulj, fanno parte, tra gli altri,
i rappresentanti delle aziende e degli enti italiani che hanno
investimenti diretti, uffici, filiali o sedi di rappresentanza
in Bosnia Erzegovina, mentre la segreteria è
affidata all’Ufficio Ice di Sarajevo. Oltre a favorire un
intenso scambio di informazioni ed esperienze tra operatori
economici e le istituzioni dei due paesi, il comitato si
propone anche di incoraggiare una maggiore presenza italiana
nel settore degli investimenti e delle privatizzazioni
che finora, come ha sottolineato Kragulj, è stata insufficiente
ed in contrasto con il volume degli scambi commerciali.
Per l’Italia, è stato sottolineato nel corso dell’incontro,
la Bosnia non è soltanto un mercato di sbocco per
i beni di consumo ma è anche opportunità di collaborazione
produttiva e tecnica, componente essenziale del processo
di transizione e ricostruzione postbellica. Occorre
quindi fornire alle imprese un’informazione puntuale
anche sulle possibilità di accesso agli strumenti finanziari
comunitari e italiani, ha detto D’Elia, che ha annunciato
per l’anno prossimo una linea di credito del Governo italiano
di 20 miliardi di lire a tasso agevolato per le piccole
e medie imprese bosniache. (ANSA)
DOGANE: DA GENNAIO IN VIGORE NUOVA
NOMENCLATURA TARIFFARIA
(ANSA) - ROMA, 4 DIC - A partire dal 1 gennaio
2002 entrerà in vigore la nuova versione del regolamento
comunitario relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica
ed alla tariffa doganale comune. Lo riporta il mensile
Commercio Estero News, edito da Edicomes, citando la
Commissione europea. la versione 2002 presenta molte
novità rispetto a quella dell’anno in corso: diversi adattamenti
tariffari riguardanti il processo evolutivo relativo alle
statistiche ed alla politica commerciale comunitaria, agli
accordi intervenuti nell’ambito dei negoziati
multilaterali dell’Uruguay Round, ai cambiamenti nella
nomenclatura di classificazione delle merci in conformità
alla raccomandazione del 25 giugno 1999 del Consiglio di

Estero
Cooperazione Doganale ed alle variazioni ai codici della
nomenclatura combinata (N.C.), su cui è basato il sistema
armonizzato di designazione e di codificazione delle merci
(istituzione di circa 800 nuovi numeri di codice e modifica di
circa 150 codici già usati, con diverso contenuto, nel 2001).
L’elenco dei nuovi codici N.C. sarà rilasciato a chiunque lo
richiederà cliccando all’indirizzo internet http://www.edicomes@tin.it.
(ANSA).
SUD AFRICA: TERRENO FERTILE PER PMI ITALIANE
(ANSA) - ROMA, 7 DIC - L’Africa subsahariana è
terreno fertile per i business delle piccole e medie imprese
italiane. Lo dimostrano le cifre: nel 2000 il giro d’affari
tra le due zone è stato è stato di 15 mila miliardi di lire,
per un incremento del 21,2% sul risultato dell’anno precedente.
A sostenere, a gran voce, validità e attualità della
«via africana» (soprattutto, ma non solo) per le PMI italiane
sono i componenti della SADC, Southern African
Development Community, l’organizzazione commerciale
che raccoglie 14 paesi del continente africano (Angola,
Botswana, Congo, Lesotho, Malawi, Mauritius, Mozambico,
Namibia, Seychelles, Sudafrica, Swaziland, Tanzania,
Zambia, Zimbabwe) tutti presenti a Roma per la
giornata conclusiva della Conferenza per la promozione
degli investimenti all’interno della loro area territoriale.
Non parole, ma fatti e proposte di affari concreti: agli
interlocutori italiani, infatti, i rappresentanti del Sadc hanno
presentato oltre 150 progetti specifici di collaborazione
per decine di milioni di dollari. Dal tessile al turismo,
dalla lavorazione della pelle all’edilizia, dai macchinari
per la lavorazione del legno e marmo fino alle infrastrutture:
sono questi i settori su cui puntare per concludere
affari che siano, ad un tempo, compatibili e rispettosi delle
economie locali e remunerativi per chi investe.
Organizzato dal ministero italiano degli Affari esteri,
insieme con l’Ice (istituto per i commercio estero) e con la
partecipazione dell’Onu e di Confindustria-Assafrica,
«l’incontro - ha sottolineato il sottosegretario agli Affari
esteri, Alfredo Mantica - è stato l’occasione per vincere la
diffidenza dei nostri imprenditori verso l’Africa e metterli
in rapporto di diretto con le autorità dei paesi del SADC,
a testimonianza di un clima nuovo che, da questo punto di
vista, si respira in Africa». In questo senso, proprio il
modello economico italiano (per il 95%, Pmi) puo’ offrire
«a questi paesi - ha aggiunto Mantica - una prima grande
possibilità di sviluppo economico per superare situazioni
difficili di guerre civili e di feroci contrasti interetnici».
67
TERAMOIMPRESA 7/2001
UNGHERIA: AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI
STRANIERI
(ICE) - ROMA, 7 DIC - Nel 2001 gli investimenti
stranieri in Ungheria sono aumentati del 16-17% rispetto
all’anno precedente. Lo ha dichiarato ieri il vice sottosegretario
del Ministero ungherese per gli affari economici,
Pongorné Csákvári. Questa è una crescita del 70% rispetto
al 1999. L’ammontare totale degli investimenti realizzati
in Ungheria negli ultimi 10 anni è pari a 24,2 miliardi
di Euro, mentre quello dell’anno scorso è pari a 2
miliardi di Euro. Il Ministero prevede per il 2002 che l’attività
degli investitori stranieri sarà simile a quella di quest’anno.
(ICE BUDAPEST).
KOSSOVO: LA BERS FINANZIA LE PICCOLE E ME-
DIE IMPRESE
(ICE) - LONDRA, 7 DIC - La BERS (Banca Europea
per la Ricostruzione e Sviluppo) ha approvato un
finanziamento di 2 milioni di Euro nel fondo per la ricostruzione
del Kossovo ‘KFRE’. Il fondo, co-finanziato dal
Ministero del Tesoro Italiano, è uno strumento finanziario
per favorire la crescita delle pmi kossovare ed è gestito
dalla società italiana di consulenza Economisti Associati
ed investe nel capitale di rischio delle piccole e medie
imprese del Kossovo. Per ulteriori informazioni Mailto: paranos@ebrd.com. (ICE).
SLOVENIA:OTTOBRE, IN CRESCITA EXPORT
(+8,6%) E IMPORT (5,3%)
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - Crescono le esportazioni
e le importazioni slovene ad ottobre. In base ai dati diffusi
dall’Ufficio di statistica, la Slovenia ha esportato ad ottobre
per 837 milioni di dollari, l’8,6% in più rispetto allo stesso
mese dello scorso anno. Più contenuta la crescita delle
importazioni, +5,3% per un totale di 917 milioni di dollari.
L’Italia ha saputo approfittare di questo incremento dell’import
sloveno aumentando la propria quota di mercato e confermandosi
il secondo partner commerciale della Slovenia.
Il buon andamento delle esportazioni ha permesso al paese
di ridurre il deficit della bilancia commerciale, ora coperto
per il 91,3% contro l’88,2% del 2000. Ice Lubiana.
INTERNET PER IL
COMMERCIO ESTERO
Di seguito elenchiamo i siti internet delle Camere di
Commercio italiane all’Estero, dove è possibile reperire
interessanti informazioni su alcuni paesi:

TERAMOIMPRESA 7/2001
68
Estero

Estero
RICERCA IMPORT-EXPORT
CONFAPI
L’API Teramo, insieme con la Confederazione Nazionale
CONFAPI, sta conducendo una ricerca che mira a
raccogliere il maggior numero di dati ed informazioni possibili
circa le attività di Import-Export svolte dalle aziende
che ne fanno parte.
I dati ottenuti, elaborati su base nazionale, saranno determinanti
per la conoscenza del mondo CONFAPI e per l’ela-
69
TERAMOIMPRESA 7/2001
borazione di nuove strategie comuni sul fronte dell’export.
Seguendo le Vostre indicazioni, inoltre, potremo
orientare la scelta delle iniziative da proporVi per favorire
l’internazionalizzazione della Vostra azienda e offrirVi,
quindi, un servizio personalizzato, il più possibile idoneo
alle Vostre esigenze.
Vi chiediamo, per questo, di dedicare pochi minuti
alla compilazione del questionario pubblicato di seguito di
questa pagina e di restituirlo, quanto prima, via FAX al n.
0861/242633.
Grazie per la collaborazione.

Ogni piccola industria compie
ogni giorno una grande impresa:
aiutare Teramo a crescere
TERAMO

Varie
CONSORZIO PER
L’ACQUISTO
DI ENERGIA ELETTRICA
L’API Teramo ed il Consorzio ALFA hanno promosso
la costituzione di un soggetto idoneo per l’acquisto
di energia elettrica sul mercato libero, a prezzi più vantaggiosi
per le aziende aderenti.
Ai sensi del decreto “Bersani” è stato costituito nella
nostra associazione un “cliente idoneo” ovvero un gruppo
di imprese che complessivamente consuma più di 20
milioni di Kwh all’anno.
All’iniziativa hanno già aderito 11 aziende che singolarmente
consumano oltre 1 milione di Kwh all’anno.
Dal momento dell’avvio dell’iniziativa sono stati svolti
numerosi incontri con le principali società di fornitura di
energia elettrica sul mercato libero: Edison e Enel Trade.
Dopo una lunga trattativa, il contratto di fornitura,
per l’anno 2002, è stato sottoscritto con Enel Trade, ritenuto
complessivamente più conveniente.
Pertanto le 11 aziende aderenti, a decorrere dal 1°
gennaio 2002, avranno una fornitura di energia elettrica a
prezzi più convenienti.
Enel Trade, su pressione dell’API Teramo e del
Consorzio Alfa, si è dichiarata disponibile ad inserire nell’accordo,
anche aziende che aderiranno successivamente
all’iniziativa (al momento 4 nuove adesioni).
A tal proposito ricordiamo che per aderire all’iniziativa,
secondo quanto previsto dall’attuale normativa, è necessario
avere un consumo di almeno 1 milione di Kwh all’anno.
Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria
della scrivente.
71
TERAMOIMPRESA 7/2001
CONVENZIONE DE LILLO
EDITORI – CONFAPI 2002
La De Lillo Editore rinnova per il 2002 la convenzione
riservata a tutti gli associati all’API.
È previsto lo sconto del 15% su tutte le pubblicazioni
del gruppo.
I prezzi di abbonamento saranno pertanto i seguenti:
— Riv. “Informazioni Aziendali e Professionali” Euro
217,00;
— Riv. “Notiziario del Lavoro e Previdenza” Euro 222,00;
— Riv. “Tuttoindici” + aggiornamento Istat via Internet
Euro 70,00;
Per ulteriori informazioni relative alle modalità di
sottoscrizione dell’abbonamento e al pagamento delle
quote segnaliamo il sito internet www.delillo.it.
ACCORDO CONFAPI/JOLLY
HOTELS
Rinnovo 2002
Confapi e Jolly Hotels rinnovano anche per il
2002 la convenzione alberghiera “Volume Value”.
Ai funzionari ed agli ospiti dell’Associazione verranno
applicate tariffe particolarmente vantaggiose, comprensive
di piccola colazione a buffet, presso tutti gli
alberghi della catena JollyHotels.
Per le informazioni relative ai piani tariffari in vigore è
possibile contattare il referente Jolly Hotels per la convenzione,
la signora Monica, all’indirizzo corporate@jollyhotels.it
Tutte le tariffe sono comprensive di piccola colazione
a buffet, tasse ed IVA (se non altrimenti specificato).

TERAMOIMPRESA 7/2001
Le tariffe del presente albergo devono intendersi al
netto – per l’albergo – di oneri di intermediazione.
Le prenotazioni vengono tenute, dall’albergo, con
arrivo entro le ore 20,00 (locali), altrimenti le stesse
andranno garantite con carta di credito.
Le prenotazioni possono essere effettuate:
— direttamente al Jolly Hotel interessato i cui riferimenti
completi sono a disposizione sul sito www.jollyhotels.it
— tramite il Centro Prenotazioni Jolly Hotels – operativo
dalle ore 9,00 alle 18,00 dal lunedì al venerdì (Numero
Verde: 800-017703, fax 02.5701772/57501780).
Per evitare addebiti su prenotazioni garantite, le cancellazioni
delle stesse dovranno pervenire per iscritto entro
le ore 18,00 (ora locale) del giorno di arrivo per gli alberghi
europei e 24 h. prima per il Jolly Hotel di New York.
Il pagamento relativo al servizio va effettuato direttamente
in albergo, all’atto della partenza, o a condizioni
diverse, salvo preventivi accordi con la Direzione e Controllo
della catena alberghiera.
Per ulteriori informazioni contattare la Dott.sa
Elisabetta Boffo (06.697640.204- boffo@confapi.org).
ACCORDO WIND/CONFAPI
Novità sui piani tariffari
Wind presenta alcune novità in relazione ai piani
tariffari in convenzione.
A partire dal 1 novembre u.s. le offerte relative ai servizi/prodotti
Corporate «WindVoce, WindOffice Fisso,
WindOffice Convergente, WindCompany Fisso, Wind-
Company Convergente, WindCompany WPN Fisso e Wind
Company WPN Convergente» NON sono più commercializzabili
né sottoscrivibili, mentre il servizio/prodotto
«WindOffice Mobile» continuerà ad essere commercializzato
anche dalla Forza Vendita afferente alla B.U.Microbusiness,
ferme restando le condizioni economiche (sconto
associativo) previste dall’Accordo Quadro in vigore.
In vece dei suddetti servizi/prodotti, potrà essere
sottoscritta la nuova offerta «WIND SELECT COM-
PANY» che beneficierà dell’applicazione dello sconto
relativo all’ Accordo Quadro in essere con Confapi per il
solo listino WIND SELECT COMPANY LONG TIME
(solo fisso e convergente).
Restano inalterate le condizioni di particolare favore
relative all’acquisto in convenzione di centralini PABX.
72
CONVENZIONE
API TERAMO – ZURITEL
(Gruppo Zurigo
Assicurazioni)
Varie
Si ricorda che l’API di Teramo nell’intento di allargare
la gamma dei servizi offerti alle imprese Associate dal
1999 mette a disposizione un prodotto (tramite apposita
convenzione stipulata con la ZURITEL) relativo alla copertura
assicurativa (RC Auto, incendio e furto, kasko) delle
autovetture dei dipendenti e collaboratori delle Imprese
Associate, a condizioni particolarmente vantaggiose.
A partire dal 1º gennaio 2002 verranno applicate
nuove tariffe che premieranno i conducenti migliori e gli
autoveicoli con le più elevate dotazioni di sicurezza.
In sostanza coloro (imprenditori, soci, dipendenti e
collaboratori) che intendono avvalersi di queste condizioni
in esclusiva, possono contattare il Numero Verde 800247247
Zuritel (telefonata gratuita), utilizzando telefonicamente la
password “API - Teramo”, per ottenere un preventivo.
La password “API – Teramo” dovrà essere specificata
all’operatrice Zuritel dal soggetto che effettua la
telefonata.
Zuritel provvederà ad inviare gratuitamente, se
richiesto, il relativo preventivo scritto presso il recapito
indicato dal dipendente.
Come accennato in precedenza, trattandosi di condizioni
particolarmente vantaggiose, si prega di darne
ampio risalto presso la propria azienda.
La segreteria dell’Associazione è a disposizione
per eventuali chiarimenti (Rif.to Rag. Vittorino De
Dominicis).
CEDESI ATTIVITÀ
Cedesi avviata lavanderia artigianale,
con attività ventennale (causa pensionamento
titolare). Località Teramo.
Attrezzature rinnovate di recente.
Prezzo: L. 30.000.000.
Per informazioni telefono: 328/3290350

Cronaca associativa
API STAGE - SPORTELLO
STAGE ORIENTAMENTO
Venerdì 9 Novembre 2001 presso l’API Teramo è
stato presentato lo “SPORTELLO STAGE ORIENTA-
MENTO”, un’iniziativa dell’API Teramo, in collaborazione
con la Confapi Abruzzo, con il patrocinio della
Regione Abruzzo e del Fondo Sociale Europeo, per favorire
la realizzazione di “stage” o “tirocini” su tutto il territorio
regionale con l’apertura di quattro sportelli localizzati
nelle sedi delle quattro API abruzzesi.
L’iniziativa consiste in:
1. Una “banca dati” in cui vengono caricati i curriculum
dei giovani che intendono realizzare tirocini formativi
e da un archivio in cui verranno riportate le richieste
delle aziende con l’indicazione delle specifiche caratteristiche
di cui devono disporre i tirocinanti;
2. Realizzazione di un’apposita “pagina Web” (www.apistage.it)
che può essere utilizzata per conoscere le caratteristiche
dello strumento del tirocinio, per caricare proprie
richieste da parte dei giovani e delle imprese;
3. Realizzazione di moduli di orientamento e promozione
della cultura imprenditoriale presso gli istituti di scuola
media superiore;
4. Intensa e continua attività di sensibilizzazione ad utilizzare
lo “Sportello Stage Orientamento” presso le aziende,
scuole, università, Enti Pubblici, ecc.. Questa
attività di sensibilizzazione avverrà attraverso incontri
diretti nelle scuole mediante l’utilizzo di materiale
informativo, attraverso la stampa e la diffusione del
“Manuale dello stage”, ecc.
In concreto l’aspirante “stagista” collegandosi al
sito www.apistage.it potrà inserire il suo curriculum; le
imprese, dal canto loro, potranno richiedere, sempre attraverso
www.apistage.it un tirocinante con caratteristiche
precise, ottenendo una risposta in pochi secondi. In tal
modo, si creerà una piazza virtuale dove si incontreranno
domanda ed offerta di “stage”, sfruttando la velocità e la
mancanza di burocrazia tipiche di “internet”.
73
TERAMOIMPRESA 7/2001
L’idea di “SPORTELLO STAGE ORIENTAMEN-
TO” scaturisce dal successo crescente dello “stage”, una
modalità di formazione professionale sul campo “reinventata”
dalla Legge n.196/97 (Pacchetto Treu) che coinvolge
una gamma molto ampia di soggetti: studenti e laureati
ma anche disoccupati e lavoratori in mobilità.
Lo stage offre allo “stagista” l’opportunità di
fare un’esperienza di lavoro in azienda e di creare i
presupposti per un rapporto professionale più stabile e
duraturo nel tempo.
Lo stage non prevede un impegno all’assunzione,
stabilendo, però, la possibilità di un rimborso spese e l’onere
dell’assicurazione Inail.

TERAMOIMPRESA 7/2001
ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI DELL’API TERAMO
In data 27 Ottobre 2001 si è tenuta l’Assemblea Geerale
dei soci dell’API Teramo.
L’Assemblea dei soci ha provveduto a rieleggere il
nuovo Consiglio Generale che ha poi provveduto a confermare
alla presidenza dell’API per il prossimo triennio il
Cav. GIULIO PEDICONE.
Al termine dell’Assemblea sono stati consegnati gli
attestati di stima e gratitudine ai soci iscritti da oltre 25 anni.
Riportiamo di seguito la composizione degli organi
dell’API TERAMO.
PRESIDENTE RAGIONE SOCIALE AZIENDA
PEDICONE GIULIO LAS MOBILI SRL
VICE PRESIDENTI RAGIONE SOCIALE AZIENDA
FERRANTE PASQUALE D.M.P. ELECTRONICS
CAUCCI UGO CASUCCI SPA
GUIDOTTI FILIPPO LAVAAL SRL
ROSA EUGENIO I.C.I.E.T. SNC
COMPONENTI COMITATO
ESECUTIVO
RAGIONE SOCIALE AZIENDA
PEDICONE GIULIO LAS MOBILI SRL
FERRANTE PASQUALE D.M.P. ELECTRONICS
CAUCCI UGO CASUCCI SPA
GUIDOTTI FILIPPO LAVAAL SRL
ROSA EUGENIO I.C.I.E.T. SNC
D’ILARIO PIO S.C.M. SRL
FRACASSA RINALDO RINALDO FRACASSA
NOVELLI ROBERTO NOVELLI LEGNO SPA
SAVINI ALFREDO SAVINI SRL
74
Cronaca associativa
COMPONENTI CONSIGLIO
GENERALE
RAGIONE SOCIALE AZIENDA
PEDICONE GIULIO LAS MOBILI SRL
FERRANTE PASQUALE D.M.P. ELECTRONICS
CAUCCI UGO CASUCCI SPA
GUIDOTTI FILIPPO LAVAAL SRL
ROSA EUGENIO I.C.I.E.T. SNC
ALESSIANI MARCO ALESSIANI MARIO & C. SAS
BOLSIERI BORTOLO PIETRO METALLURGICA ADRIATICA SPA
BROCCO RENATO EDIL SCERNE
CANTAGALLI SABATINO CANTAGALLI SABATINO
CARRELLI MICHELE DELTAGRAFICA SAS
COLLELUORI ADELCO CRUING SRL
COSENZA FRANCO COSENZA F.LLI SRL
D’ILARIO PIO S.C.M. SRL
DE NIGRIS FRANCO AFATEC SRL
DI DONATANTONIO EDILIO MAR MOBILI SRL
DI DONATANTONIO RENZO PRAGMA SRL
DI FILIPPO STEFANO GEIM SRL
DI FRANCO LORENZO ABRUZZI SONDA SAS
DI PAOLO ALDO TECNOMATIC SRL
DI PAOLO GIUSEPPE DI PAOLO PREFABBRICATI
DI SAVERIO ENNIO SEA SRL
DI SERAFINO SABATINO SIMPLAST SRL
ERCOLE ANGELO C.T.A. SRL
FRACASSA RINALDO FRACASSA RINALDO
GAVIOLI DINO GAVIOLI DINO
GIANFORTE PIETRO EDILCASA SNC
MASSI MASSIMO GAMA SPA
MICIONI FRANCA PELLETTERIA TERAMANA
NOVELLI ROBERTO NOVELLI LEGNO SPA
PARTITI FEDELE EDILVOMANO COSTRUZIONI SNC
PATANI UMBERTO CALZATURIFICO PATANI SAS

Cronaca associativa
POLISINI FIORENZO EDIL FAG. COSTRUZIONI SNC
PONZIO PINO PONZIO SUD SRL
RAGNI VALERIO CISIA PROGETTI SRL
ROSATI ITALO UNION SRL
SAVINI ALFREDO SAVINI SRL
SPOSETTI DOMENICO SPOSETTI 86 SRL
TANZI GIANNI ELETTR.AB SRL
TORTÙ NAZZARENO TAKING SRL
FORUM SICUREZZA
CANTIERI EDILI
Venerdì 14 dicembre 2001, presso la sala riunioni
dell’API TERAMO, si è tenuto un incontro, promosso dal
Collegio Edili dell’API, in materia di sicurezza nei cantieri
edili.
All’incontro, di carattere tecnico e operativo, ha
partecipato, in qualità di relatore, il Sig. Gianni Sabatini,
funzionario dell’Ispettorato del Lavoro di Teramo.
Durante l’incontro è stato seguito il seguente programma:
— cenni sugli adempimenti amministrativi a carico delle
imprese;
— cenni sugli adempimenti di carattere tecnico a carico
delle imprese (Valutazione dei rischi – Art. 4 D.Lgs.
626/94, Pos, Psc, nomine coordinatore, responsabile
lavori e medico competente);
— risposte ai quesiti formulati dai partecipanti.
Le imprese ed i tecnici partecipanti si sono dimostrati
molto interessati agli argomenti ed hanno formulato
numerosi quesiti al relatore.
75
TERAMOIMPRESA 7/2001
CONCLUSO IL CORSO
FORMATIVO RIVOLTO AGLI
APPRENDISTI DEL SETTORE
TESSILE/ABBIGLIAMENTO
In data 23 Novembre 2001 è terminato il corso formativo
obbligatorio rivolto agli apprendisti delle piccole e
medie imprese industriali del settore Tessile/Abbigliamento,
previsto dall’articolo 16 della Legge 24 Giugno
1997 n. 196 e finanziato dalla Regione Abruzzo.
Al corso, suddiviso in ore di formazione teorica esterna
all’azienda ed ore di formazione pratica in azienda,
hanno partecipato 15 allievi con qualifica di apprendista
provenienti ad piccole e medie imprese del settore Tessile/Abbigliamento
ubicate in varie zone della Provincia di
Teramo.
Dal colloquio finale svolto il 19 Dicembre 2001 i
funzionari della Regione hanno avuto modo di rilevare la
preparazione più che soddisfacente raggiunta dagli allievi
che hanno manifestato apprezzamento per la professionalità
dei docenti e per l’organizzazione complessiva dell’attività
formativa.

Il Messaggero, 28 ottobre 2001
TERAMOIMPRESA 7/2001
76
Rassegna stampa
Il Centro, 28 ottobre 2001
Il Tempo, 28 ottobre 2001

Rassegna stampa
Il Messaggero, 7 novembre 2001
Il Messaggero, 10 novembre 2001 Il Centro, 10 novembre 2001
77
TERAMOIMPRESA 7/2001
Il Centro, 15 novembre 2001
Il Centro, 15 novembre 2001

TERAMOIMPRESA 7/2001
Il Centro, 18 novembre 2001
78
Rassegna stampa
Il Centro, 18 novembre 2001