21.06.2013 Views

La conservazione ex situ della biodiversità delle specie

La conservazione ex situ della biodiversità delle specie

La conservazione ex situ della biodiversità delle specie

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

PREMESSA<br />

L’importanza <strong>della</strong> <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong>, spesso a supporto e integrazione di quella in <strong>situ</strong>,<br />

è trattata largamente nell’articolo 9 <strong>della</strong> Convenzione sulla diversità biologica (CBD). Numerosi<br />

autorevoli documenti ricordano la necessità di approfondire azioni e conoscenze in questo<br />

campo: il rapporto n. 3 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (European forests, ecosystem conditions<br />

and sustainable use, 2008) lo sottolinea energicamente; il rapporto tecnico <strong>della</strong> FAO<br />

Climate change and biodiversity for food and agricolture (2008) indica concretamente la <strong>conservazione</strong><br />

<strong>ex</strong> <strong>situ</strong> <strong>delle</strong> risorse genetiche come una <strong>delle</strong> sette azioni da compiere per l’adattamento<br />

degli ecosistemi all’impatto dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda il Piano di<br />

Azione <strong>della</strong> UE fino al 2010 e oltre, la <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> risponde a vari degli obiettivi<br />

operativi prefissati nell’allegato 1.<br />

Il presente documento riguarda lo stato <strong>della</strong> <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong> vegetale in<br />

Italia, le criticità riscontrate relativamente alle diverse componenti <strong>della</strong> flora (<strong>specie</strong> spontanee autoctone,<br />

forestali e coltivate) e le azioni da compiere in via prioritaria per risolvere i problemi più<br />

acuti. Seppure destinati a ”invecchiare”, in molti casi sono stati elaborati i costi di alcune <strong>delle</strong> azioni<br />

da compiere per rendere concreto l’impegno economico che, in taluni casi, la difesa <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong><br />

comporta. Sebbene perfettibile, il lavoro tenta di fornire una sintesi, con base rigorosamente<br />

scientifica, sulla <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong> <strong>delle</strong> <strong>specie</strong> vegetali ed è perciò un contributo<br />

alla Strategia nazionale per la <strong>biodiversità</strong>.<br />

A dimostrazione di quanto fosse sentita la necessità di avere un quadro d’insieme, lo studio,<br />

senza precedenti nel nostro Paese, è frutto degli interventi volontari di più di 230 autori, afferenti<br />

a enti pubblici e privati e ad associazioni operanti nel campo ambientale, che hanno risposto<br />

sollecitamente all’iniziativa intrapresa dall’ISPRA insieme a BIOFORV e RIBES. Inoltre,<br />

bene accolti sono stati gli elementi che molti cittadini privati, conoscitori del tema, hanno fornito<br />

all’indagine condotta. Anche Internet ha reso buon servizio al gruppo di lavoro: sono state<br />

realizzate solo due riunioni indispensabili per l’organizzazione dei compiti, mentre tutte le<br />

attività di redazione, revisione e “costruzione” del documento sono state affidate alla posta elettronica<br />

e a una stanza virtuale allestita nel sito web dell’ISPRA che ha funzionato da vetrina<br />

dei documenti prodotti e man mano aggiornati.<br />

Sono stati talvolta affrontati temi che non appartengono in senso stretto alla <strong>conservazione</strong><br />

<strong>ex</strong> <strong>situ</strong>, come la <strong>conservazione</strong> on farm, oppure argomenti “ponte” come i rapporti tra <strong>conservazione</strong><br />

in <strong>situ</strong> ed <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong>. <strong>La</strong> <strong>conservazione</strong> on farm è stata considerata in quanto<br />

vi è un legame forte con la <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> e perché, allo stato attuale, molte varietà<br />

locali necessitano urgentemente di essere conservate in banche di germoplasma, poiché la sola<br />

<strong>conservazione</strong> on farm non garantisce loro la sopravvivenza. Inoltre, la definizione dei rapporti<br />

tra <strong>conservazione</strong> in <strong>situ</strong> ed <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong> è essenziale se si vuole arrivare a<br />

strategie di <strong>conservazione</strong> armoniche e bilanciate.<br />

Gli strumenti normativi e di indirizzo riguardanti i gruppi <strong>delle</strong> <strong>specie</strong> vegetali trattate sono<br />

stati esposti in appendice, mentre sono stati elaborati sia un elenco esplicativo di acronimi, sia<br />

un glossario per agevolare la lettura di un testo pletorico di termini tecnici e acronimi.<br />

Come anticipato e fondamentato dal Manuale per la raccolta, studio, <strong>conservazione</strong> e gestione<br />

<strong>ex</strong> <strong>situ</strong> del germoplasma (APAT, Manuali e Linee guida 37/2006), dalla visione generale del<br />

documento risulta chiaro che le banche del germoplasma, luoghi deputati alla <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong><br />

2010 anno internazionale <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong> IX

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!