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La conservazione ex situ della biodiversità delle specie

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ti naturali. Il Sulcis-Iglesiente, in Sardegna<br />

(principale bacino piombo-zincifero italiano<br />

per oltre un secolo), offre alcuni esempi,<br />

come Iberis integerrima, <strong>specie</strong> oggi rarissima<br />

al di fuori <strong>delle</strong> discariche minerarie,<br />

dove è invece molto diffusa su materiali<br />

ad elevatissimi tenori di Pb e Zn, o ancora<br />

Linum muelleri, esclusiva dei calcari<br />

“Metalliferi”, oggi protetta come <strong>specie</strong><br />

prioritaria dalla Direttiva “Habitat”, che si<br />

comporta spesso da casmofita insediandosi<br />

sulle pareti degli scavi a cielo aperto.<br />

CRITICITÀ<br />

– Mentre in molti paesi in via di sviluppo, dove l’industria estrattiva è ancora in espansione, le<br />

metallofite sono ancora abbondanti nel loro habitat primario, ossia sui terreni naturalmente<br />

arricchiti in metalli pesanti, in Europa e in Italia le <strong>specie</strong> metallo-tolleranti più rare si ritrovano<br />

molto spesso principalmente in corrispondenza degli scavi o degli abbancamenti di scorie.<br />

<strong>La</strong> principale criticità è quindi rappresentata dalle opere di risanamento ambientale, peraltro<br />

necessarie per la tutela <strong>della</strong> salute dell’uomo e dell’ambiente. L’attuale normativa sulle<br />

bonifiche impone la messa in sicurezza o la rimozione di questi materiali senza tenere conto<br />

<strong>della</strong> flora che li colonizza.<br />

– Tali azioni di risanamento rischiano di compromettere in modo grave le popolazioni di molte<br />

<strong>specie</strong>. Poiché, tuttavia, l’interesse <strong>delle</strong> stesse opere è comunque prioritario per la tutela<br />

<strong>della</strong> salute pubblica, sarebbe necessario trovare adeguate soluzioni per eseguirle senza compromettere<br />

lo stato di <strong>conservazione</strong> <strong>delle</strong> <strong>specie</strong> più rare.<br />

– Allo stato attuale, in diversi territori italiani manca una diffusa conoscenza <strong>della</strong> flora endemica<br />

metallo-tollerante, sia da parte dei responsabili <strong>delle</strong> opere di bonifica, sia da parte dei<br />

gestori di geositi e parchi geominerari.<br />

AZIONI DA COMPIERE<br />

1. Il primo obiettivo dovrebbe essere la redazione di un elenco, per ogni area estrattiva, <strong>delle</strong><br />

<strong>specie</strong> metallo–tolleranti endemiche o di interesse fitogeografico la cui <strong>conservazione</strong> potrebbe<br />

essere posta in condizioni critiche da progetti che modificassero la <strong>situ</strong>azione attuale.<br />

2. Gli organismi di gestione di geositi e parchi geominerari dovrebbero avere come obiettivo,<br />

insieme a quello <strong>della</strong> <strong>conservazione</strong> e valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale<br />

e testimonianza storica, anche quello di tutelare la <strong>biodiversità</strong> caratteristica <strong>delle</strong> aree<br />

minerarie.<br />

3. <strong>La</strong> prioritaria azione di <strong>conservazione</strong> <strong>ex</strong> <strong>situ</strong> vera e propria dovrebbe consistere innanzitutto<br />

nella <strong>conservazione</strong> del germoplasma presso le banche. A tale proposito si debbono ricordare<br />

le azioni condotte dal Centro Conservazione Biodiversità dell’Università di Cagliari, che<br />

2010 anno internazionale <strong>della</strong> <strong>biodiversità</strong><br />

1 - Specie <strong>della</strong> flora autoctona<br />

Limonium merxmuelleri Erben, metallofita esclusiva del<br />

bacino minerario di Iglesias (Sardegna sud-occidentale).<br />

(Foto Mauro Casti)<br />

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