Ettore Cozzani e “L'Eroica” - Istituto Lombardo Accademia di ...
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ANTONELLO NEGRI<br />
<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
“L’EROICA”, MODERNITÀ E TRADIZIONE<br />
La linea <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, quale si manifesta nelle scelte grafiche e <strong>di</strong><br />
illustrazione per “L’Eroica”, è quella <strong>di</strong> un’arte fuori dal tempo, che si<br />
<strong>di</strong>rebbe risolvere la seicentesca querelle des anciens et des modernes<br />
affermando la pari <strong>di</strong>gnità degli uni e degli altri, quando siano veri artisti:<br />
la “modernità sbalor<strong>di</strong>tiva” dei pittori <strong>di</strong> Stabiae può essere tuttora<br />
ammirata, nello stesso modo in cui pittori e scultori del XX secolo come<br />
Soffici e de Pisis, Viani e Medardo Rosso, avrebbero potuto emozionare<br />
gli amatori d’arte <strong>di</strong> età romana. Così, nelle concrete scelte per la<br />
componente visiva della sua rivista, <strong>Cozzani</strong> passa con una certa<br />
<strong>di</strong>sinvoltura dalla modernità alla tra<strong>di</strong>zione, facendosi guidare da un gusto<br />
talvolta sorprendente e <strong>di</strong>ffidando comunque delle tendenze artistiche<br />
dominanti, legate a programmi artistici predefiniti: non è casuale che<br />
novecentismo e futurismo – le due principali polarità della scena artistica<br />
italiana fra le due guerre – solo incidentalmente s’incrocino nei fascicoli<br />
dell’“Eroica”.<br />
In tale quadro generale – stante una manifesta passione per chi riesca a<br />
contaminare modernità e tra<strong>di</strong>zione, come l’Andreotti del bambino che<br />
gioca col cane – si può osservare come scelte <strong>di</strong>chiaratamente moderniste<br />
caratterizzino in modo particolare la stagione iniziale della rivista, quando<br />
le composizioni ‘secessioniste’ e primitiviste <strong>di</strong> Marussig, Viani e Casorati<br />
convivono con i michelangiolismi <strong>di</strong> De Carolis e altre e <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong><br />
preraffaellismo italianizzato. Le scelte successive – degli anni Venti e<br />
Trenta – si concentrano su autori specialmente amati, tra i quali primeggia<br />
Eugenio Baroni: uno scultore capace, come piaceva a <strong>Cozzani</strong>, <strong>di</strong> mettere<br />
una tecnica controllata con esemplare mestiere, in<strong>di</strong>fferente a ‘invenzioni’<br />
alla moda, virtuosisticamente al servizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi registri espressivi e<br />
tematici.<br />
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