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Ettore Cozzani e “L'Eroica” - Istituto Lombardo Accademia di ...

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<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere Milano<br />

<strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> e “L’Eroica”<br />

nei documenti dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong>


INCONTRO DI STUDIO<br />

31 maggio 2012<br />

Milano, Palazzo Brera – Via Brera, 28<br />

MOSTRA<br />

31 maggio 2012 – 13 luglio 2012<br />

Milano, Palazzo Landriani - Via Borgonuovo, 25<br />

5


Nel primo centenario dell’“Eroica” (1911-1944) l’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>Lombardo</strong> de<strong>di</strong>ca un incontro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong>, eclettico<br />

intellettuale fondatore e primo animatore della rivista e delle<br />

iniziative artistico-letterarie a essa connesse.<br />

Una serie <strong>di</strong> xilografie pubblicate su “L’Eroica”, una selezione <strong>di</strong><br />

volumi dell’omonima casa e<strong>di</strong>trice, <strong>di</strong> rara qualità grafica, così<br />

come carte dell’archivio <strong>Cozzani</strong> – pervenuto all’<strong>Istituto</strong> in<br />

donazione dai familiari nel 1984 – saranno per l’occasione<br />

esposti al pubblico, quale esemplificativa documentazione <strong>di</strong> un<br />

fondo <strong>di</strong> speciale interesse per gli stu<strong>di</strong> sulla cultura letteraria,<br />

artistica e grafica italiana del primo Novecento.<br />

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Saluto del Presidente dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong><br />

Presiede prof. Maurizio Vitale<br />

Francesco Spera<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

L’intellettuale e lo scrittore<br />

Davide Colombo<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

<strong>Cozzani</strong> tra Dante e Pascoli<br />

Antonello Negri<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

“L’Eroica”, tra modernità e tra<strong>di</strong>zione<br />

Marta Sironi<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano - Centro Apice<br />

Un laboratorio per la xilografia italiana<br />

Ore 17.30 Inaugurazione della mostra a Palazzo Landriani - Via Borgonuovo, 25<br />

La mostra rimarrà aperta fino al 13 luglio 2012 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00<br />

alle 16.00<br />

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8<br />

FRANCESCO SPERA<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

L’INTELLETTUALE E LO SCRITTORE<br />

<strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> (1884-1971) svolse un’intensa attività culturale nella<br />

Milano del primo Novecento. Nella natia La Spezia aveva fondato una<br />

rivista, L’Eroica, che trattava <strong>di</strong> letteratura e arte, ma nel 1917 si trasferì a<br />

Milano continuando la pubblicazione del perio<strong>di</strong>co e dando inizio anche a<br />

una casa e<strong>di</strong>trice dallo stesso nome. La Milano capitale culturale ben si<br />

ad<strong>di</strong>ceva ai poliedrici interessi <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, deciso a sperimentare i più<br />

importanti generi letterari (dalla poesia alla narrativa), ma anche originale<br />

critico letterario (molto impegnato su alcuni gran<strong>di</strong> autori della nostra<br />

tra<strong>di</strong>zione come Dante e Pascoli). Soprattutto <strong>Cozzani</strong> si <strong>di</strong>stinse per le sue<br />

innumerevoli iniziative, per una generosa vocazione educativa nei<br />

confronti dei giovani, per un’in<strong>di</strong>scutibile capacità oratoria.<br />

Se dal punto <strong>di</strong> vista creativo le opere poetiche e narrative non convinsero<br />

molto la critica contemporanea, ben altra risonanza ebbero le sue<br />

conferenze e le molteplici iniziative letterarie e artistiche. Così accade che<br />

la fama <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> sia rimasta circoscritta al suo tempo, dal momento che<br />

versi e romanzi non sono riusciti a superare la barriera del tempo.<br />

In parallelo la scarsa bibliografia critica si è concentrata più sulle sue<br />

<strong>di</strong>verse e talora notevoli attività <strong>di</strong> organizzatore culturale, trascurando<br />

quasi del tutto l’opera creativa, qualche volta con giu<strong>di</strong>zi fin troppo severi.<br />

Si aggiunga che allo scrittore ha nuociuto non poco l’accusa <strong>di</strong> adesione al<br />

fascismo marcatamente sostenuta da alcuni critici. Su tale questione non si<br />

è arrivati ancora a delineare con accettabile oggettività l’effettivo<br />

comportamento <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, anche se nei suoi vari scritti emerge<br />

un’indubbia ideologia <strong>di</strong> destra.<br />

Occorre quin<strong>di</strong> ripercorrere da un lato le variegate esperienze dello<br />

scrittore focalizzando le tappe del suo percorso, meglio precisando le sue<br />

scelte <strong>di</strong> politica e <strong>di</strong> poetica letteraria e artistica, dall’altro iniziare qualche<br />

sondaggio più approfon<strong>di</strong>to sulle sue opere creative, in particolare quelle<br />

<strong>di</strong> genere narrativo, non al fine <strong>di</strong> ribaltare il più vulgato giu<strong>di</strong>zio critico su<br />

questi testi, ma puntando a sceverare le componenti concrete della sua<br />

scrittura narrativa. In opere come Il regno perduto (1927), Un uomo<br />

(1934), Destini (1944) si alternano rilevanti tematiche autobiografiche e


amplificate costruzioni <strong>di</strong> personaggi forti, secondo una proposta <strong>di</strong><br />

narrativa eloquente, con un’evidente ricerca <strong>di</strong> operazioni letterarie<br />

ambiziose che restano un documento significativo della ricca e multiforme<br />

cultura me<strong>di</strong>a della Milano novecentesca.<br />

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10<br />

DAVIDE COLOMBO<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

COZZANI FRA DANTE E PASCOLI<br />

Fra i molteplici interessi culturali <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong>, occupano un posto <strong>di</strong><br />

rilievo gli stu<strong>di</strong> danteschi. Essi sono indagati – per la prima volta in modo<br />

sistematico, sulla scorta <strong>di</strong> materiali in larga misura ine<strong>di</strong>ti o inesplorati –<br />

da questo intervento, che procede secondo tre linee <strong>di</strong> ricerca. In primo<br />

luogo due biografie dantesche postillate da <strong>Cozzani</strong> rivelano la sua<br />

attenzione per la vita <strong>di</strong> Dante, in particolare per la figura <strong>di</strong> Gemma<br />

Donati. In secondo luogo le lecturae Dantis e le conferenze conservate<br />

dall’archivio dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> illustrano l’umile lavoro <strong>di</strong> servizio<br />

condotto dal <strong>Cozzani</strong> dantista, il suo sforzo <strong>di</strong> venire incontro alle esigenze<br />

e alle aspettative dei suoi ascoltatori e lettori. Sia i postillati sia i materiali<br />

del <strong>Lombardo</strong> sono ispirati dagli stu<strong>di</strong> danteschi <strong>di</strong> Giovanni Pascoli, ai<br />

quali <strong>Cozzani</strong> de<strong>di</strong>cò numerose conferenze e soprattutto il volume del<br />

1939 Pascoli. Il poeta <strong>di</strong> Dante. Il dantismo pascoliano – terza e principale<br />

linea <strong>di</strong> ricerca del contributo – costituisce il sostrato della riflessione <strong>di</strong><br />

<strong>Cozzani</strong> su Dante, che proprio per questo offre sulla Divina Comme<strong>di</strong>a<br />

uno sguardo alternativo e <strong>di</strong> sicuro interesse.


ANTONELLO NEGRI<br />

<strong>Istituto</strong> <strong>Lombardo</strong> <strong>Accademia</strong> <strong>di</strong> Scienze e Lettere – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

“L’EROICA”, MODERNITÀ E TRADIZIONE<br />

La linea <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, quale si manifesta nelle scelte grafiche e <strong>di</strong><br />

illustrazione per “L’Eroica”, è quella <strong>di</strong> un’arte fuori dal tempo, che si<br />

<strong>di</strong>rebbe risolvere la seicentesca querelle des anciens et des modernes<br />

affermando la pari <strong>di</strong>gnità degli uni e degli altri, quando siano veri artisti:<br />

la “modernità sbalor<strong>di</strong>tiva” dei pittori <strong>di</strong> Stabiae può essere tuttora<br />

ammirata, nello stesso modo in cui pittori e scultori del XX secolo come<br />

Soffici e de Pisis, Viani e Medardo Rosso, avrebbero potuto emozionare<br />

gli amatori d’arte <strong>di</strong> età romana. Così, nelle concrete scelte per la<br />

componente visiva della sua rivista, <strong>Cozzani</strong> passa con una certa<br />

<strong>di</strong>sinvoltura dalla modernità alla tra<strong>di</strong>zione, facendosi guidare da un gusto<br />

talvolta sorprendente e <strong>di</strong>ffidando comunque delle tendenze artistiche<br />

dominanti, legate a programmi artistici predefiniti: non è casuale che<br />

novecentismo e futurismo – le due principali polarità della scena artistica<br />

italiana fra le due guerre – solo incidentalmente s’incrocino nei fascicoli<br />

dell’“Eroica”.<br />

In tale quadro generale – stante una manifesta passione per chi riesca a<br />

contaminare modernità e tra<strong>di</strong>zione, come l’Andreotti del bambino che<br />

gioca col cane – si può osservare come scelte <strong>di</strong>chiaratamente moderniste<br />

caratterizzino in modo particolare la stagione iniziale della rivista, quando<br />

le composizioni ‘secessioniste’ e primitiviste <strong>di</strong> Marussig, Viani e Casorati<br />

convivono con i michelangiolismi <strong>di</strong> De Carolis e altre e <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong><br />

preraffaellismo italianizzato. Le scelte successive – degli anni Venti e<br />

Trenta – si concentrano su autori specialmente amati, tra i quali primeggia<br />

Eugenio Baroni: uno scultore capace, come piaceva a <strong>Cozzani</strong>, <strong>di</strong> mettere<br />

una tecnica controllata con esemplare mestiere, in<strong>di</strong>fferente a ‘invenzioni’<br />

alla moda, virtuosisticamente al servizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi registri espressivi e<br />

tematici.<br />

11


12<br />

MARTA SIRONI<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano - Centro Apice<br />

UN LABORATORIO PER LA XILOGRAFIA ITALIANA<br />

Le pagine dell’“Eroica” e ancor più il personale e continuo sostegno <strong>di</strong><br />

<strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> ad alcuni artisti sono stati un’importante occasione: non<br />

solo <strong>di</strong> lavoro, ma anche <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> una pratica artistica a lungo<br />

considerata degna solo <strong>di</strong> maestri artigiani, lontana da una propria<br />

autonoma <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> ‘arte’. Così, nella prospettiva <strong>di</strong> una rinascita della<br />

xilografia come forma d’arte nazionale, e moderna, <strong>Cozzani</strong> ha giocato un<br />

ruolo <strong>di</strong> primo piano, aprendo inizialmente a orizzonti europei e facendo<br />

riferimento, nel loro ambito, sia a riviste, sia a specifiche ed esemplari<br />

esperienze artistiche. L’interesse per altre nazioni si esplicita nei numeri<br />

speciali de<strong>di</strong>cati a Polonia, Inghilterra e Belgio, ma anche a Serbia e<br />

Armenia: nei primi casi, per una specifica attenzione alla tra<strong>di</strong>zione storica<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> scuole grafiche nazionali; negli altri, per un interesse politico <strong>di</strong><br />

sostegno a paesi che si sentivano ideologicamente vicini.<br />

Dopo tali aperture ai modelli europei dei primi anni, due xilografi<br />

d’affezione – lo spezzino Emilio Mantelli (1884-1918) e il ticinese Aldo<br />

Patocchi (1907-1986) – sintetizzano le principali anime della rivista <strong>di</strong><br />

<strong>Cozzani</strong>.<br />

L’opera del primo è caratterizzata da una sempre maggior sintesi delle<br />

forme, pur mantenendo quella forza espressiva misurabile nei ritratti<br />

pubblicati in un fascicolo monografico del 1920: uno dei primi dopo il<br />

trasferimento a Milano della testata, che riba<strong>di</strong>sce l’importanza dell’artista<br />

anche dopo la morte (avvenuta in guerra nel 1918) e anche oltre i confini<br />

liguri.<br />

Al contrario, nelle sue incisioni Patocchi ama definire con estremo<br />

dettaglio le superfici lavorate. I primi saggi dell’artista ventenne, nel 1927,<br />

sono giocati sul contrasto tra spazi ariosi, dove gli elementi della<br />

rappresentazione fluttuano nel vuoto, e superfici sature, invece, <strong>di</strong><br />

particolari. Il banco <strong>di</strong> prova della rivista lo fa presto maturare, come<br />

attesta il numero a lui de<strong>di</strong>cato nel 1932, introdotto da un nuovo<br />

autoritratto d’impronta magico-realista, quasi più ‘tedesco’ che italiano, a<br />

testimoniare le ricorrenti aperture europee della rivista.


CATALOGO<br />

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14<br />

“L’Eroica”<br />

La fondazione, le prime mostre, le fiere e i premi<br />

“L’Eroica” viene fondata a La Spezia dallo scrittore <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> e<br />

dall’architetto Franco Oliva, che ne sono i primi animatori dall’estate<br />

1911. Una tappa decisiva per il rafforzamento della <strong>di</strong>rezione artistica<br />

della rivista e per il consolidamento dell’incisione su legno in Italia è la<br />

Mostra internazionale della xilografia, tenuta a Levanto tra agosto e<br />

settembre 1912, qui testimoniata dall’Albo degli espositori, oggi<br />

considerato, con le sue 46 xilografie, una rarità bibliografica.<br />

Dal 1919, dopo il trasferimento <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> e della testata a Milano, la<br />

rivista partecipa alle principali esposizioni d’arte decorativa nazionali e<br />

internazionali, così come alle fiere del libro negli anni tra le due guerre: ne<br />

sono eloquente testimonianza i numerosi <strong>di</strong>plomi e onorificenze ricevute<br />

dalla rivista e dall’omonima casa e<strong>di</strong>trice.<br />

In esposizione:<br />

Diploma <strong>di</strong> medaglia d’oro alla Società “L’Eroica”, Esposizione internazionale <strong>di</strong> arti decorative e<br />

industriali moderne, Parigi, 1925<br />

Diploma <strong>di</strong> medaglia d’oro alla casa e<strong>di</strong>trice “L’Eroica”, Esposizione universale <strong>di</strong> Bruxelles, 1935<br />

Primo numero dell’“Eroica”, luglio 1911<br />

Rassegna stampa relativa alla prima uscita della rivista<br />

Benvenuto Disertori, Libro alla finestra, esposto alla Mostra internazionale della xilografia <strong>di</strong><br />

Levanto, agosto-settembre 1912<br />

Guido Marussig, Pali, Albo degli espositori, La Spezia, 1912, stampato in 300 copie numerate in<br />

occasione della Mostra internazionale della xilografia <strong>di</strong> Levanto, agosto-settembre 1912<br />

Menu in occasione della Mostra Internazionale della xilografia <strong>di</strong> Levanto, agosto-settembre 1912<br />

Albo d’oro per la Mostra Nazionale d’Arte, organizzata dalla Croce Rossa e da “L’Eroica” a<br />

Sarzana, marzo-aprile 1916<br />

Correzioni autografe <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> sul foglio <strong>di</strong> sottoscrizione all’Associazione Italiana <strong>di</strong><br />

Acquafortisti e Incisori, dal 1913 Corporazione degli xilografi


Primo numero dell’“Eroica”, luglio 1911<br />

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In esposizione:<br />

Diploma <strong>di</strong> partecipazione dell’Eroica alla Prima mostra internazionale delle arti Ddecorative,<br />

Monza, 1923<br />

Diploma <strong>di</strong> collaborazione <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> alla V Triennale <strong>di</strong> Milano, 1933<br />

Fotografie <strong>di</strong> stand fieristici dell’Eroica: Prima mostra internazionale delle arti decorative <strong>di</strong><br />

Monza, 1923; V Triennale <strong>di</strong> Milano, 1933; Festa del libro <strong>di</strong> Milano, 1933; vetrine <strong>di</strong> libreria con<br />

pubblicazioni dell’Eroica<br />

Esempi <strong>di</strong> comunicazione pubblicitaria dell’“Eroica” negli anni Trenta<br />

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Lo stand dell’Eroica alla Festa del libro <strong>di</strong> Milano, 1933<br />

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18<br />

Una scuderia <strong>di</strong> xilografi per il Decamerone <strong>di</strong><br />

Formiggini<br />

Un primo banco <strong>di</strong> prova per la scuderia degli xilografi dell’Eroica è la<br />

serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci volumi del Decamerone <strong>di</strong> Boccaccio curata da <strong>Ettore</strong><br />

<strong>Cozzani</strong> e pubblicata da Formiggini a partire dal 1913. La cornice ornata<br />

da De Carolis per la collana “I classici del ridere” introduce le<br />

interpretazioni grafiche <strong>di</strong> Emilio Mantelli, Giovanni Governato, Gino<br />

Carlo Sensani, Edoardo Del Neri, Carlo Guarnieri, Armando Cermignani,<br />

Antonio Moroni, Pietro Dodero, Benvenuto Disertori e Mossa De Murtas,<br />

che restituiscono la varietà degli stili dell’incisione su legno italiana degli<br />

anni Dieci.<br />

Tra gli interessi letterari <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, quello dantesco è qui esemplificato<br />

dalle xilografie <strong>di</strong> Francesco Gamba per La cantica <strong>di</strong> Dante, e<strong>di</strong>ta<br />

dall’Eroica nel 1921, e da due <strong>di</strong>verse e<strong>di</strong>zioni della Vita <strong>di</strong> Dante dallo<br />

stesso <strong>Cozzani</strong> appuntate.<br />

In esposizione:<br />

Xilografie <strong>di</strong> Giovanni Governato per Il Decamerone. Giornata seconda, pubblicate nel 1913, e <strong>di</strong><br />

Edoardo Del Neri per Il Decamerone. Quarta giornata, pubblicate nel 1914<br />

Xilografie <strong>di</strong> Gino Carlo Sensani per Il Decamerone. Giornata terza, pubblicate 1913<br />

Giovanni Boccaccio, Il Decamerone. Giornata prima, Genova, Formiggini, 1913, a cura <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong><br />

<strong>Cozzani</strong>, xilografie <strong>di</strong> Emilio Mantelli<br />

Antonio Moroni, xilografia per Il Decamerone. Settima Giornata, pubblicata nel 1917<br />

Giovanni Boccaccio, Vita <strong>di</strong> Dante, Roma, Oreste Garroni, 1908, con appunti manoscritti <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong><br />

<strong>Cozzani</strong><br />

Vita <strong>di</strong> Dante, a cura <strong>di</strong> Tommaso Gallarati Scotti, Milano, <strong>Istituto</strong> italiano per il libro del popolo,<br />

1921, con appunti manoscritti <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong><br />

Lettera dalla Società Nazionale Dante Alighieri relativa alla conferenza ‘dantesca’ tenuta da<br />

<strong>Cozzani</strong> ai minatori italiani del Limburgo a Sittard, 26 novembre 1958<br />

Xilografie <strong>di</strong> Francesco Gamba per il volume <strong>di</strong> Giovanni Chiapparini, La cantica <strong>di</strong> Dante,<br />

Milano, L’Eroica, 1921 dall’album <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> con la raccolta delle xilografie eseguite per le<br />

sue e<strong>di</strong>zioni


Antonio Moroni<br />

xilografia per Il Decamerone. Settima Giornata, pubblicata nel 1917<br />

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20<br />

Il ritratto tra sperimentazione e avanguar<strong>di</strong>a<br />

La consuetu<strong>di</strong>ne della rivista <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care i fascicoli a un singolo artista ha<br />

stimolato la produzione <strong>di</strong> autoritratti: i testi <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> sui <strong>di</strong>versi<br />

xilografi sono spesso introdotti da un autoritratto, anche funzionante da<br />

saggio stilistico d’apertura. Così, nel numero de<strong>di</strong>cato alla Polonia,<br />

Alessandro Pandolfi usa una tecnica xilografica allusiva alle stampe<br />

popolari nor<strong>di</strong>che; il ticinese Aldo Patocchi si autoritrae con il tratto<br />

‘freddo’ tipico del legno duro utilizzato per le sue incisioni, mentre Gino<br />

Barbieri inventa una scena estremamente elaborata, colma <strong>di</strong> particolari.<br />

Il sostegno <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> alla scuderia degli artisti chiamati a collaborare<br />

all’“Eroica” è stato costante, basato su stretti rapporti personali e su un<br />

continuo aggiornamento delle informazioni: i faldoni d’archivio de<strong>di</strong>cati ai<br />

suoi artisti sono ricchi <strong>di</strong> cataloghi, informazioni biografiche dettagliate e<br />

numerosi testi manoscritti per articoli, presentazioni e conferenze.<br />

In esposizione:<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Gino Carlo Sensani “L’Eroica”, (20-21) 1913<br />

Autoritratto <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> Di Giorgio, “L’Eroica”, (26) marzo 1914<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Emilio Mantelli, “L’Eroica”, (22-23) novembre-<strong>di</strong>cembre 1913<br />

Giovanni Costetti, Ritratto <strong>di</strong> Lanza Del Vasto, “L’Eroica”, (127) marzo 1929<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Alessandro Pandolfi, “L’Eroica”, (43-47) 1916<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Aldo Patocchi, “L’Eroica”, (116) aprile 1928<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Gino Barbieri, “L’Eroica”, (24-25) gennaio-febbraio 1914<br />

Autoritratto <strong>di</strong> Antonio De Witt, “L’Eroica”, (58) 1919


Autoritratto <strong>di</strong> Emilio Mantelli<br />

“L’Eroica”, (22-23) novembre-<strong>di</strong>cembre 1913<br />

21


22<br />

Le scuole straniere <strong>di</strong> xilografia<br />

Fin dagli esor<strong>di</strong> della rivista <strong>Cozzani</strong> guarda a modelli extra-nazionali, in<br />

primis al perio<strong>di</strong>co viennese “Ver Sacrum”, punto <strong>di</strong> riferimento<br />

fondamentale per il rinnovamento stilistico tra Otto e Novecento; e non a<br />

caso invita esponenti delle principali scuole grafiche europee alla Mostra<br />

internazionale <strong>di</strong> xilografia <strong>di</strong> Levanto (1912).<br />

L’interesse e l’apertura internazionali sono una costante <strong>di</strong> tutta la prima<br />

stagione della rivista, che vede tra l’altro la pubblicazione <strong>di</strong> numeri<br />

speciali de<strong>di</strong>cati alla Serbia, all’Armenia, alla Polonia, alla Romania, al<br />

Belgio e all’Inghilterra.<br />

È in particolare quest’ultimo fascicolo a far conoscere l’opera grafica <strong>di</strong><br />

Frank Brangwyn, allora noto in Italia soprattutto per la sua pittura,<br />

ampiamente rappresentata nelle Biennali <strong>di</strong> Venezia.<br />

In esposizione:<br />

Frank Brangwyn, L’asse<strong>di</strong>o e I pugili, “L’Eroica”, (59-60) 1919, fascicolo de<strong>di</strong>cato all’Inghilterra<br />

Albert Delstanche, L’hotel de la ville de Lourain, e Frans Masereel, La processione, “L’Eroica”,<br />

(82-83) 1924, fascicolo de<strong>di</strong>cato alla xilografia in Belgio<br />

Fascicolo de<strong>di</strong>cato al russo Meeter De Zorn, “L’Eroica”, (17) giugno 1913<br />

Charles Doudelet, Tre canti per <strong>di</strong>re i dolori della terra e del cielo, “L’Eroica”, (41-42) 1915-16,<br />

fascicolo de<strong>di</strong>cato all’Armenia<br />

Edgard Tytgat, Il palazzo <strong>di</strong> St. Nicholas, “L’Eroica” (27-28), aprile-maggio 1914, fascicolo<br />

de<strong>di</strong>cato alla xilografia in Belgio


Charles Doudelet<br />

Tre canti per <strong>di</strong>re i dolori della terra e del cielo,<br />

“L’Eroica”, (41-42) 1915-16, fascicolo de<strong>di</strong>cato all’Armenia<br />

23


24<br />

Aristide Sartorio e Adolfo Wildt<br />

La Sibilla, il poema in versi scritto e illustrato da Sartorio, pubblicato a<br />

puntate sulla rivista, trova forma compiuta nel raffinato volume d’arte<br />

e<strong>di</strong>to dall’Eroica nel 1922: a esservi incisi, con un risultato <strong>di</strong> eccezionale<br />

qualità grafico-e<strong>di</strong>toriale, non sono solo le illustrazioni ma anche i caratteri<br />

del testo. L’impresa e<strong>di</strong>toriale è promossa da una fervida campagna <strong>di</strong><br />

comunicazione – che si avvale <strong>di</strong> volantini propagan<strong>di</strong>stico-esplicativi e<br />

pagine pubblicitarie – <strong>di</strong>rettamente sostenuta da <strong>Cozzani</strong> anche attraverso<br />

lettere personalmente scritte a numerosi possibili sottoscrittori del<br />

progetto.<br />

La vena simbolista tipica dell’opera <strong>di</strong> Sartorio, nella quale <strong>Cozzani</strong> si<br />

riconosce, si ritrova anche nell’opera dello scultore Adolfo Wildt. Lo stile<br />

della sua grafica tende però, <strong>di</strong>versamente da Sartorio, a un’estrema sintesi<br />

espressiva d’intonazione secessionista, dove virtuosistici linearismi<br />

impreziositi da inchiostrazioni d’oro e d’argento trasformano in preziosi<br />

ricami anche soggetti drammatici.<br />

In esposizione:<br />

Giulio Aristide Sartorio, Sibilla, s.d., e depliant pubblicitario per la pubblicazione in volume, 1922<br />

Adolfo Wildt, Anime della notte e Sorelline, “L’Eroica”, (70-72) 1920<br />

Giulio Aristide Sartorio, Sibilla, Milano, “L’Eroica”, 1922<br />

Adolfo Wildt, Madre adottiva, “L’Eroica”, (70-72) 1920; matrice lignea della xilografia


Adolfo Wildt<br />

Anime della notte, “L’Eroica”, (70-72) 1920<br />

25


26<br />

<strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> scrittore ed e<strong>di</strong>tore<br />

L’attività e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong> affianca sin dagli inizi la rivista – si veda<br />

l’Albo per la Mostra internazionale <strong>di</strong> xilografia del 1912 – ma si fa più<br />

intensa e costante a partire dagli anni Venti. Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> casi isolati,<br />

scaturiti da occasionali incontri – come per il volume <strong>di</strong> Anton Giulio<br />

Bragaglia Scultura vivente –, sono emblematiche delle sue e<strong>di</strong>zioni le due<br />

serie <strong>di</strong> piccoli ma preziosi volumi “I gioielli” e “La collana <strong>di</strong> corallo”,<br />

de<strong>di</strong>cata alla giovane poesia italiana.<br />

Quanto a <strong>Cozzani</strong> scrittore, è da ricondurre alle origini liguri la costante<br />

presenza del mare e della montagna nei suoi scritti – da Il poema del<br />

mare e I racconti delle Cinque terre fino a Il regno perduto – che si<br />

riflette in tante e<strong>di</strong>zioni e illustrazioni de “L’Eroica”, prima fra tutte la<br />

collana “Montagna” <strong>di</strong> Giuseppe Zoppi.<br />

Il tema del paesaggio italiano e della sua bellezza e unicità s’intreccia<br />

altresì all’ardente nazionalismo <strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>, configurandosi quale chiave<br />

interpretativa <strong>di</strong> non poche scelte <strong>di</strong> autori e argomenti dei libri delle sue<br />

e<strong>di</strong>zioni. Bisogna in tale prospettiva ricordare anche la collana de<strong>di</strong>cata<br />

alle “Leggende d’Italia”, e<strong>di</strong>ta dal 1932.<br />

In esposizione:<br />

Locan<strong>di</strong>na del Politeama Duca <strong>di</strong> Genova a La Spezia in occasione della lettura <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong><br />

del Poema del Mare, 3 gennaio 1932 ; Walter Klemm, Leggenda marinara, “L’Eroica”, (12) 1912 e<br />

Mimmo Guelfi, La rete, s.d.<br />

Ugo Lucerni, Asinello, 1932; copertina <strong>di</strong> Francesco Gamba per Giuseppe Zoppi, Il libro dell’Alpe,<br />

Milano, “L’Eroica”, 1922 e Vittorio <strong>di</strong> Colbertaldo, [Paesaggio notturno], s.d<br />

Legno utilizzato dallo xilografo ligure Salvatore Apriliano per la sovraccoperta <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong>, Il<br />

regno perduto, Milano, “L’Eroica”, 1941<br />

Anton Giulio Bragaglia, Scultura vivente, Milano, “L’Eroica”, 1928<br />

Due esempi della collana “Gioielli”, e<strong>di</strong>ta dall’Eroica dal 1917 al 1941: Dino Valeri, Alcassino e<br />

Nicoletta, 1920, xilografie <strong>di</strong> Roberto Aloy, <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong>, Poemetti notturni, 1920, xilografie <strong>di</strong><br />

Francesco Gamba<br />

Due esempi della “Collana <strong>di</strong> corallo”, e<strong>di</strong>ta dall’Eroica dal 1925 al 1929: Paolomaria Arcari, In<br />

<strong>di</strong>vine parvenze, 1927, xilografie <strong>di</strong> Antonio Giuseppe Santagata, Elmo Patocchi, L’altalena, 1927,<br />

xilografie <strong>di</strong> Aldo Patocchi


Sovraccoperta <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong>, Il regno perduto, Milano, “L’Eroica”, 1941<br />

27


28<br />

Tra<strong>di</strong>zione e modernità<br />

Le pagine dell’“Eroica” dal 1911 al 1944 mantengono inalterata una<br />

coerenza in gran parte attribuibile al gusto estetico dello stesso <strong>Cozzani</strong>,<br />

che pur amando la figurazione in tutte le sue declinazioni si è in alcuni casi<br />

aperto a momenti <strong>di</strong> sperimentazione. Da una parte si trova quin<strong>di</strong> la linea<br />

più tra<strong>di</strong>zionalmente figurativa, che dal gusto classicheggiante <strong>di</strong> Adolfo<br />

De Carolis arriva al figurativismo degli anni Trenta tipico <strong>di</strong> Italo Zetti e<br />

Bruno da Osimo passando attraverso maestri minori provenienti da varie<br />

regioni italiane: autori oggi in gran parte <strong>di</strong>menticati ma sintomatici <strong>di</strong> un<br />

gusto <strong>di</strong>ffuso e <strong>di</strong> temi legati alle tra<strong>di</strong>zioni popolari.<br />

Chiaramente sperimentali invece, nei primi anni della rivista, gli interventi<br />

<strong>di</strong> artisti impegnati in un personale percorso creativo non necessariamente<br />

legato alla sola xilografia: <strong>di</strong> particolare interesse i lavori <strong>di</strong> Lorenzo Viani<br />

ed Enrico Prampolini, così come i ‘saggi’ del pittore Felice Casorati e<br />

dello scultore Arturo Martini.<br />

In esposizione:<br />

Adolfo De Carolis, L’amore, s.d., e Benvenuto Disertori, senza titolo, s.d.<br />

Armando Bal<strong>di</strong>nelli, L’amore <strong>di</strong> Saffo, 1933, e Italo Zetti, Atleti, “L’Eroica”, (204-206) agostoottobre<br />

1935<br />

Lorenzo Viani, La Madre, “L’Eroica”, (29) agosto 1914<br />

Arturo Martini, La vergine, “L’Eroica”, (34-36) marzo 1915<br />

Enrico Prampolini, La danza, “L’Eroica”, (41-42) 1915-16, fascicolo de<strong>di</strong>cato all’Armenia<br />

Emilio Mantelli, La bimba, “L’Eroica”, (34-36) marzo 1915


Lorenzo Viani<br />

La Madre, “L’Eroica”, (29) agosto 1914<br />

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Eugenio Baroni e Duilio Cambellotti<br />

Pur in modo <strong>di</strong>verso, lo scultore Eugenio Baroni e il pittore e grafico<br />

Duilio Cambellotti hanno una presenza importante nella vicenda e<strong>di</strong>toriale<br />

<strong>di</strong> <strong>Cozzani</strong>.<br />

A Baroni sono de<strong>di</strong>cati <strong>di</strong>versi fascicoli e sue specifiche opere <strong>di</strong> scultura,<br />

<strong>di</strong> grande impegno e risonanza pubblica, sono presentate con abbondanza<br />

<strong>di</strong> riproduzioni, con dettagli e vedute d’insieme: dal Monumento ai Mille<br />

<strong>di</strong> Quarto, inaugurato alla presenza <strong>di</strong> Gabriele D’Annunzio il 5 maggio<br />

1915, al Monumento al fante sul monte S. Michele del Carso fino al<br />

Monumento al Duca d’Aosta <strong>di</strong> Torino. L’ammirazione per Baroni, con<br />

cui intrattiene rapporti d’amicizia, spinge <strong>Cozzani</strong> alla stesura <strong>di</strong> una<br />

monografia, mai però pubblicata. Se ne presenta qui la prima pagina.<br />

Cambellotti <strong>di</strong>segna il logo per La Giovane Italia, associazione giovanile<br />

combattentista fondata da <strong>Cozzani</strong> a La Spezia nel 1917; e ancora nel 1937<br />

è considerato da <strong>Cozzani</strong> l’artista più adatto a risolvere con un linguaggio<br />

moderno quei temi <strong>di</strong> romanità allora specialmente apprezzati dal<br />

fascismo. La presenza nell’Archivio <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni originali <strong>di</strong><br />

Cambellotti richiesti dallo stesso <strong>Cozzani</strong> nel 1946 ne fa la figura <strong>di</strong> artista<br />

che più a lungo, pur saltuariamente, ha affiancato l’esperienza e<strong>di</strong>toriale<br />

dell’Eroica.<br />

In esposizione:<br />

Duilio Cambellotti, Orazio Coclite, “L’Eroica”, (231-232) novembre-<strong>di</strong>cembre 1937<br />

Duilio Cambellotti, Tarpeia, 1937<br />

Pagina autografa <strong>di</strong> <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> per una monografia su Eugenio Baroni, ine<strong>di</strong>ta<br />

Fascicolo de<strong>di</strong>cato al Monumento ai Mille <strong>di</strong> Eugenio Baroni, “L’Eroica”, (37-38) 1915:<br />

Ritratto fotografico <strong>di</strong> Baroni accanto al suo monumento e doppia pagina con bozzetto del<br />

monumento e xilografia <strong>di</strong> Emilio Mantelli<br />

La Giovane Italia, Milano, 1918<br />

Disegni originali commissionati da <strong>Ettore</strong> <strong>Cozzani</strong> a Duilio Cambellotti nel 1946 per il volume<br />

Fiori sul tascapane, ine<strong>di</strong>to


Fascicolo de<strong>di</strong>cato al Monumento ai Mille <strong>di</strong> Eugenio Baroni, “L’Eroica”, (37-38)<br />

1915: ritratto fotografico <strong>di</strong> Baroni accanto al monumento<br />

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32<br />

“L’Eroica” 1911 - 1944<br />

Una selezione <strong>di</strong> numeri dell’“Eroica” tra 1911 e 1944 esemplifica i<br />

<strong>di</strong>versi stili grafici che ne hanno caratterizzato la vicenda. Autori delle<br />

copertine: Adolfo De Carolis (1913), Charles Doudelet (1916), Francesco<br />

Gamba (1920), Aldo Patocchi (1927), Publio Morbiducci (1934).<br />

Nell’ultimo fascicolo è in copertina una Testa <strong>di</strong> Giovanetto dal Supplizio<br />

<strong>di</strong> San Cristoforo <strong>di</strong> Andrea Mantegna (1944).


Adolfo De Carolis<br />

copertina, “L’Eroica”, novembre-<strong>di</strong>cembre 1913<br />

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