LE ALLERGIE AI POLLINI: COSA SONO, COME SI CURANO ... - Arpa
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ARPA Emilia-Romagna, Servizio Idrometeorologico – Area Agrometeorologia e territorio<br />
efficace nel contrastare i sintomi, non è però in grado di<br />
modificare lo stato allergico dell’individuo. Questo è invece<br />
l’obiettivo della immunoterapia specifica (vaccino<br />
antiallergico) che si propone di modificare il meccanismo<br />
immunologico che sta alla base dell’allergia, di cui costituisce<br />
pertanto la cura più completa. L’immunoterapia va iniziata<br />
generalmente in autunno e può essere effettuata per via<br />
iniettiva oppure orale (sublinguale).<br />
E’ interessante notare come i cambiamenti climatici<br />
attualmente in corso, caratterizzati principalmente da un<br />
aumento della temperatura (effetto serra), possano<br />
modificare la biologia delle piante, ripercuotendosi sulla loro<br />
pollinazione e di conseguenza sui sintomi degli allergici. Ad<br />
esempio vi sono studi che riportano un aumento negli ultimi<br />
anni del polline di betulla, ambrosia e cedro (Cryptomeria<br />
Japonica). Altri riportano che l’ambrosia produce più polline in<br />
ambiente urbano, più caldo e ricco di CO2, che in campagna.<br />
La temperatura influenza anche il calendario di pollinazione:<br />
in generale le piante in città fioriscono 2-4 giorni prima<br />
rispetto all’ambiente rurale. A causa dell’aumento termico<br />
globale alberi come il nocciolo, la betulla, l’ontano, l’olivo ed<br />
erbe come le graminacee e la parietaria tendono ad<br />
anticipare l’inizio della pollinazione di circa un giorno ogni<br />
anno. Si osserva anche un prolungamento del periodo di<br />
pollinazione: la parietaria ora produce pollini nei primi mesi<br />
di autunno in regioni ove normalmente la fioritura cessava a<br />
fine settembre. Anche la distribuzione delle piante sul<br />
territorio risente dei cambiamenti climatici. La betulla in<br />
Europa si sta diffondendo a latitudini dove prima non trovava<br />
condizioni ottimali di crescita. Anche l’olivo in questi ultimi<br />
anni si sta espandendo verso nord, così come la parietaria. Si<br />
ritiene che per ogni grado di aumento di temperatura media<br />
annuale gli ecosistemi si spostino verso nord di circa 150 km.<br />
Pertanto è possibile ipotizzare che in futuro in Italia prevarrà<br />
una vegetazione di tipo mediterraneo, il che potrà modificare<br />
la qualità e la quantità dei pollini nell’aria e di conseguenza i<br />
sintomi degli allergici ed il loro trattamento.