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CARCIOFO CARCIOFO Cynara scolymus L. Cynara scolymus L.

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• Fam. Asteraceae.;<br />

• Sottofam. Tubuliflorae;<br />

• Tribù Cynareae;<br />

• Specie <strong>Cynara</strong> <strong>scolymus</strong> L.<br />

<strong>CARCIOFO</strong><br />

<strong>Cynara</strong> <strong>scolymus</strong> L.<br />

<strong>Cynara</strong> <strong>scolymus</strong> L.<br />

• Origine botanica: per selezione dal cardo (C. cardunculus L.<br />

subspp. Scolymus (L.) Hayek) oppure originata da un progenitore<br />

comune (<strong>Cynara</strong> cardunculus (L.) var. sylvestris (Lamk))<br />

• Originaria del Bacino del Mediterraneo: 85% della superficie<br />

mondiale coltivata a carciofo (Italia: 43%; Spagna: 15%; Francia<br />

11%)


Il carciofo è una pianta a rizoma sotterraneo<br />

Altezza: 1,20-1,30 m<br />

Il capolino: di peso variabile da 150 ad oltre 400 g, costituito da un ricettacolo<br />

carnoso (parte edule) e da molte brattee di colore verde o violetto che possono<br />

anche terminare con una spina nelle cultivar spinose.<br />

Dopo la formazione del capolino principale: il fusto si ramifica in maniera dicotomica,<br />

e produce, in sequenza, 6-7 capolini di 2° e 3° ordine che costituiscono prodotto<br />

commerciabile per il mercato fresco.<br />

I capolini di più modeste dimensioni: vengono destinati all’industria conserviera.<br />

Alla base del fusto, ogni anno si formano nuovi getti chiamati carducci o polloni che<br />

devono essere asportati in modo da lasciarne 1-2 per pianta. Oltre ad essere<br />

commestibili, i carducci possono essere utilizzati per la riproduzione di nuove<br />

carciofaie, per l’alimentazione animale o possibilmente lasciati in campo, costituendo<br />

materiale organico di rilevante importanza per la conservazione della fertilità del<br />

terreno.


Aspetti botanici<br />

Aspetti botanici • Pianta erbacea, diploide, perenne,<br />

caratterizzata da elevata eterozigosi<br />

• Apparato radicale fittonante e<br />

rizomatoso<br />

• Colletto o caule quasi inesistente<br />

(acaule)<br />

• Rosetta di foglie alterne molto<br />

ravvicinate<br />

• Foglie di colore verde-grigio cenere,<br />

tomentose;<br />

• Asse fiorale: tomentoso, di colore<br />

grigio, ramificato (al termine di ogni<br />

ramificazione porta un capolino)<br />

• Capolino: infiorescenza in pre-antesi<br />

(il cuore ne costituisce la parte edule);<br />

carattere tassonomico<br />

• Fioritura: scalare (3-5 gg.) ,<br />

centripeta, impollinazione incrociata<br />

• Frutto: achenio grigio-marrone<br />

• Propagazione:<br />

– gamica: per seme<br />

– agamica: → ovoli<br />

→ carducci<br />

→ ceppaia o<br />

ciocchetto<br />

→ zampe<br />

→<br />

micropropagazione


Esigenze pedoclimatiche e tecnica colturale<br />

Esigenze pedoclimatiche e tecnica colturale<br />

•Terreno: •Terreno: medio medio impasto, impasto, profondo, profondo, fresco, fresco, ben ben drenato drenato pH pH = 6.4 6.4 ÷ ÷ 7; 7;<br />

nei nei terreni terreni argillosi argillosi presenta presenta un un migliore migliore sviluppo sviluppo ma ma la la produzione produzione è ritardata, ritardata,<br />

mediamente mediamente tollerante tollerante la la salinità; salinità; evitare evitare ristagno ristagno idrico idrico (marciume (marciume del del colletto colletto e<br />

radicale) radicale)<br />

•Clima: •Clima: temperato. temperato. T°C= T°C= 7-9 7-9 °C °C soglia soglia termica, termica,<br />

T°C= T°C= 0 °C °C distacco distacco della della cuticola cuticola delle delle brattee, brattee,<br />

T°C= T°C= -6 -6 -8 -8 °C °C congelamento congelamento della della parte parte aerea, aerea,<br />

T°C= T°C= -10 -10 °C °C morte morte del del rizoma. rizoma.<br />

Produzione in in Italia: Italia:<br />

–superficie: 50.000 50.000 ha ha (41% (41% della della<br />

superficie mondiale destinata a questa questa<br />

orticola)<br />

–produzione: 391.680 t t (33% (33% della della<br />

produzione mondiale)<br />

–resa: –resa: 78,50 78,50 qli/ha qli/ha<br />

–3° –3° orticola a livello livello nazionale dopo dopo<br />

pomodoro e patata.<br />

patata.


Scelta Sceltadelle dellecultivar cultivar<br />

La La scelta sceltadella dellacultivar cultivar deve deveessere essererivolta rivoltaverso verso quelle quelleche chemeglio megliosi siadattano adattano<br />

alle allecondizioni condizionipedoclimatiche pedoclimatichedella dellalocalità localitàdi dicoltivazione coltivazionee e che chepresentano presentanole le<br />

migliori miglioricaratteristiche caratteristichedi dirusticità rusticità (resistenze (resistenzead ad avversità avversitàbiotiche bioticheed ed<br />

abiotiche), abiotiche), buona buonaproduttività produttivitàe e buone buonequalità qualitàmerceologiche. merceologiche. Come Come è noto, noto,<br />

numerose numerosesono sonole le cultivar cultivar di dicarciofo carciofoconosciute, conosciute, ma ma relativamente relativamentepoche pochequelle quelle<br />

che chepossono possonoavere avereinteresse interesseper per gli gliambienti ambientiitaliani italianied ed in in particolare particolareper per quelli quelli<br />

del del meridione. meridione.<br />

La La maggior maggiorparte partedelle dellecultivar cultivar attualmente attualmentecoltivate coltivatesono sonoinermi inermie e tra trale le<br />

tipologie tipologiepiù piùnote note e di dilarga largadiffusione diffusionefigura figurailil Violetto di diSicilia Sicilia o o Catanese, Catanese,<br />

una unacultivar cultivar precoce, precoce, la la cultivar cultivar Romanesco, Romanesco, così cosìcome come per per rispondere risponderealle alle<br />

esigenze esigenzedi diampliare ampliarele le rotazioni, rotazioni, è possibile possibileutilizzare utilizzareuna unacultivar cultivar da daseme seme<br />

(Talpiot) (Talpiot) che, che, giungendo giungendoa a produzione produzionedopo dopoun un anno, anno, consente consentedi diabbreviare abbreviare<br />

drasticamente drasticamentei i periodi periodidi dicoltivazione. coltivazione.


La La propagazione<br />

La La propagazione del del carciofo avviene per per via via agamica e gamica.<br />

Alcune Alcune esperienze esperienze condotte condotte in in Puglia Puglia e Basilicata Basilicata su su linee linee di di carciofo carciofo Israeliane Israeliane<br />

(Talpiot (Talpiot e 044) 044) e Francesi Francesi (Cavo, (Cavo, Rari, Rari, Cecu, Cecu, Jaja) Jaja) propagate propagate per per seme, seme, hanno hanno<br />

evidenziato evidenziato una una discreta discreta produttività produttività della della carciofaia carciofaia quando quando la la semina semina viene viene<br />

effettuata effettuata in in luglio-agosto. luglio-agosto. La La produzione produzione di di tali tali carciofaie carciofaie si si ottiene ottiene in in aprileaprilemaggiomaggio dell’anno dell’anno successivo successivo all’impianto all’impianto e pertanto pertanto il il prodotto, prodotto, trovando trovando difficoltà difficoltà di di<br />

collocazione collocazione sui sui mercati mercati nazionali, nazionali, potrebbe potrebbe essere essere facilmente facilmente destinato destinato all’industria<br />

all’industria<br />

conserviera.<br />

conserviera.<br />

I metodi di di propagazione agamica più più diffusi, sono sono i i seguenti:<br />

Il sistema di propagazione<br />

per carducci (polloni)<br />

La propagazione per ovoli<br />

Il sistema di propagazione<br />

per carducci radicati in<br />

piantonaio<br />

La propagazione per occhetti<br />

La propagazione per piantine ottenute da micropropagazione


Il sistema di propagazione per carducci (polloni) è quello più diffuso, ma non<br />

il migliore.<br />

Consiste nel prelievo di carducci in sovrannumero dalle piante madri all'epoca<br />

delle scarducciature e nel trapianto degli stessi in pieno campo.<br />

Difetti:<br />

•la coltura si presenta spesso disforme, con molte fallanze che, sebbene<br />

rimpiazzate da altri successivi trapianti, comportano tuttavia una produzione<br />

scalare dei capolini a causa della diversa età delle piantine.<br />

•La scarsa presenza di radici sui polloni distaccati dalle piante madri spesso<br />

non consente un regolare attecchimento e le piantine (polloni), presentando<br />

ferite, possono essere più facilmente attaccate da funghi terricoli (Fusarium,<br />

Verticillium, Rhizoctonia, Sclerotinia) con conseguente moria.<br />

Vantaggi: scegliendo in modo opportuno al fine di ottenere la massima<br />

precocità, molto importante è la scelta del materiale di propagazione; i<br />

carducci di piante precoci mantengono tale caratteristica, una volta<br />

trapiantati, per almeno due-tre anni. Inoltre, quelli che presentano foglie a<br />

lamina intera producono più precocemente di quelli che presentano foglie più o<br />

meno settate.


Propagazione per carducci radicati in piantonaio<br />

consiste nel disporre i carducci della seconda scarducciatura, che in genere si<br />

effettua in gennaio-febbraio, in piantonai possibilmente pacciamati con film<br />

biodegradabili in maniera da farli ben radicare e nel contempo formare un piccolo<br />

rizoma legnoso, molto simile agli ovoli che si formano, a fine ciclo colturale, sulle<br />

ceppaie rizomatose delle piante in coltivazione.<br />

I carducci vengono posti a radicare in aiuole a file distanti 50-60 cm circa ed a<br />

distanze di 15 cm sulla fila e permangono nel piantonaio per 4-5 mesi ed in luglio<br />

vengono divelti, opportunamente scelti e trapiantati in pieno campo.<br />

Vantaggi: questo metodo permette un attecchimento pressochè totale e formazione<br />

di una carciofaia uniforme che entra in produzione fin dal tardo autunno (novembredicembre).<br />

La propagazione per ovoli ottenibili durante il periodo estivo è un metodo che talvolta<br />

viene utilizzato in Sicilia, in terreni irrigui e, spesso, per carciofaie di durata annuale.<br />

La propagazione per occhetti è un sistema di propagazione, in uso soprattutto nel Lazio<br />

per il tipico "Romanesco", a causa della scarsa capacità pollonifera della cultivar, non<br />

appare molto valido. Infatti il prelievo di questi da vecchie carciofaie divelte, presenta<br />

gravi problemi inerenti il forte impiego di manodopera per la preparazione del materiale e<br />

lo stato sanitario, poichè spesso, le vecchie ceppaie presentano danni da insetti,<br />

batteriosi e malattie fungine facilmente trasferibili alla nuova coltivazione.


Piantine di carciofo ottenute da micropropagazione<br />

Tra le tecniche di propagazione del carciofo la coltura in vitro mira all’ottenimento di<br />

materiale esente da fitopatie, in particolare funghi, batteri e virus e al raggiungimento<br />

di tassi di moltiplicazione più elevati rispetto a quelli ottenibili con i metodi<br />

tradizionali.<br />

La coltura in vitro viene condotta in condizioni asettiche e con l’impiego di celle<br />

climatiche con parametri ambientali controllati: fotoperiodo di 16 ore di luce e 8 di<br />

buio, illuminazione di 4000 lux e temperatura di 22 ± 1 °C.<br />

Il materiale di partenza è costituito da apici vegetativi di carducci dai quali viene<br />

prelevato l’apice meristematico, delle dimensioni di circa 0.5 mm. Le dimensioni<br />

dell’espianto sono di notevole rilevanza ai fini del risanamento poiché il successo della<br />

tecnica è basato sull’utilizzo di porzioni di pianta dove la probabilità di presenza dei<br />

virus è minima. Gli apici meristematici vengono posti in vitro e, attraverso una serie di<br />

passaggi su substrati differenti per il tipo di ormoni, si arriva alla rigenerazione di<br />

piantine complete.<br />

Vantaggi: alti tassi di moltiplicazione di piante virus esenti<br />

Svantaggi: Le plantule risultano, nella fase di accrescimento, più sensibili ad attacchi<br />

virali rispetto al materiale di norma utilizzato per la propagazione.<br />

Inoltre, nelle cultivar precoci tale importante caratteristica non viene più esaltata.


Micropropagazione in vitro di di una varietà tardiva<br />

di di carciofo “Grato 1” 1”<br />

Sterilizzazione:<br />

1. 1. lavaggio e pulitura delle delle parti parti più piùesterne esterne dei dei carducci sotto sotto acqua acqua corrente<br />

ed ed immersione degli degli apici apici ridotti ridotti a 2-3 2-3 cm cm circa circa in in una una soluzione diluita diluita 1 1 a<br />

50 50 con con acqua acqua distillata di di Acido Acido Ascorbico (5g/l) (5g/l) e Acido Acido Citrico Citrico (7.5g/l);<br />

2. 2. immersione degli degli apici apici in in una una soluzione diluita diluita 5 a 50 50 con con acqua acquadistillata distillata di di<br />

Cloruro di di Mercurio (5g/100ml) per per 3 minuti minuti ; ;<br />

3. 3. 3 lavaggi lavaggi consecutivi in in acqua acqua sterile sterile di di cinque cinque minuti minuti ciascuno;<br />

4. 4. immersione degli degli apici apici in in Ipoclorito di di Sodio Sodio al al 20% 20% per per 15 15 minuti; minuti;<br />

5. 5. 2 lavaggi lavaggi in in una una soluzione antiossidante di di Acido Acido Ascorbico (5g/l) (5g/l) e Acido Acido<br />

Citrico Citrico (7.5g/l) sterilizzata per per filtrazione diluita diluita 1 1 a 50 50 con con acqua acqua sterile.<br />

sterile.


Substrato M/2 M/2<br />

Macroelementi: Murashige e Skoog Skoogmod mod (50% (50% NH NH4NO3 ; 50% KNO3 )<br />

4NO3 ; 50% KNO3 )<br />

Microelementi: Murashige e Skoog Skoog<br />

(FeSO4-7H2O mg/l mg/l 27.8 27.8 + Na2EDTA mg/l mg/l 37.3) 37.3)<br />

Vitamine: Murashige e Skoog Skoog + Mio-inositolo<br />

Saccarosio 30 30 g/l g/l<br />

Agar Agar 7,5 7,5 g/l g/l<br />

pH pH5.8 5.8


Substrato di induzione<br />

BA (6-benzilaminopurina) 0.8 mg/l<br />

IBA (acido indol-3-butirrico) 0.2 mg/l<br />

Substrato di moltiplicazione<br />

Fitoregolatori aggiunti al substrato:<br />

Fitoregolatori aggiunti al substrato:<br />

BA 0.03 mg/l<br />

GA3 0.05 mg/l


La La radicazione:<br />

Si Si immergono immergono per per 48 48 ore ore i i germogli germogli che che hanno hanno raggiunto raggiunto una una dimensione dimensione di di almeno almeno 3 cm cm<br />

nel nel substrato substrato liquido liquido e e sterile sterile M/2 M/2al al quale quale viene viene aggiuna aggiunauna una miscela miscela di di fitoregolatori<br />

fitoregolatori<br />

(20 (20 mg/l mg/l di di IAA IAA + + 20 20 mg/l mg/l di di NAA).<br />

NAA).<br />

Tab. 1 - Germogli radicati in vitro<br />

%germ rad %piante rad %piante rad/tot<br />

m 36,6 31,66 16,52<br />

m1/2 55,35 60,33 36,78<br />

Tab. 2 - Germogli radicati in torba + perlite (1:1)<br />

%germ rad %piante rad %piante rad/tot<br />

m 25 33,33 10<br />

m1/2 21,02 62,5 13,84

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