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Chimere e coltura in vitro - gruppove.net

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Zigote Embrione<br />

Sistema aperto<br />

Sistema chiuso<br />

TESSUTI DIFFERENZIATI<br />

TESSUTI MERISTEMATICI


L’ulteriore sviluppo dell’embrione <strong>in</strong> pianta adulta<br />

è assicurato dalla proliferazione dei tessuti<br />

meristematici<br />

NON SI REALIZZA IN PRATICA LA SEPARAZIONE<br />

FRA LINEA SOMATICA E LINEA GERMINALE<br />

Fase vegetativa Cambiamento di fase Fase riproduttiva


Lo sviluppo è una cont<strong>in</strong>ua ripetizione di identici processi ciclici<br />

Organismi ad ontogenesi ricorrente<br />

Totipotenza cellulare<br />

In teoria, la serie di divisioni equazionali cui lo<br />

zigote va <strong>in</strong>contro nel formare la pianta adulta<br />

produce cellule con identico patrimonio<br />

nucleare… TUTTAVIA ……<br />

DISTURBI DEL CICLO MITOTICO<br />

MODIFICAZIONI DEL<br />

NUMERO E STRUTTURA<br />

DEI CROMOSOMI O<br />

STRUTTURA DEI GENI<br />

TESSUTI E/O ORGANI<br />

MESCOLANZA DI<br />

CELLULE A DIVERSO<br />

PATRIMONIO<br />

NUCLEARE (CHIMERE)


CHIMERE<br />

CHIMERE NUCLEARI<br />

citologiche<br />

ge<strong>net</strong>iche<br />

CHIMERE CITOPLASMATICHE<br />

TOTIPOTENZA Ruolo fondamentale delle mutazioni somatiche<br />

negli organismi vegetali<br />

COSTITUZIONE CHIMERICA DEI TESSUTI DIFFERENZIATI<br />

<strong>Chimere</strong> da <strong>in</strong>nesto<br />

Endoreduplicazione (G 1 – G 2) Politenia<br />

Aneuploidia Aneusomatia<br />

Mutazioni cromosomiche<br />

Mutazioni geniche nucleari e citoplasmatiche<br />

arancio Bizzarria (1640) arancio amaro/cedro<br />

Cytisus adami (1825) Cytisus purpureus/C. laburnum<br />

Sono la conseguenza dello sviluppo di apici chimerici (cellule delle due specie)


CHIMERE GENETICHE E CITOLOGICHE PERICLINALI<br />

Utili <strong>in</strong> studi ontoge<strong>net</strong>ici per tracciare la distribuzione dei vari tessuti nella<br />

pianta adulta a partire dagli apici<br />

CHIMERA PERICLINALE:<br />

DIVERSA COSTITUZIONE<br />

GENETICA DEGLI STRATI<br />

TUNICA: divisioni anticl<strong>in</strong>e (pareti perpendicolari)<br />

CORPUS: divisioni con pareti a varia <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione<br />

Le analisi di molte chimere pericl<strong>in</strong>ali hanno<br />

fornito <strong>in</strong>formazioni sull’ontogenesi dei tessuti<br />

Strato L 1 (epidermidi)<br />

Strato L 2 (tessuto<br />

sporigeno)<br />

DA UNA CHIMERA PERICLINALE SI POSSONO INOLTRE OTTENERE<br />

SPONTANEAMENTE O CON AZIONI SPERIMENTALI (Radiazioni)<br />

RIMANEGGIAMENTI DEGLI STRATI A PRODURRE NUOVE CHIMERE


RISTRUTTURAZIONE DELLE CHIMERE (riarrangiamento degli strati)<br />

Po<strong>in</strong>settia (a partire dalla varietà rosa Ecke’s p<strong>in</strong>k nuovi apici)<br />

<strong>Chimere</strong> <strong>in</strong> patata e <strong>in</strong> piante a propagazione vegetativa<br />

Ristrutturazione delle chimere con radiazioni ionizzanti<br />

Garofano “white sim” (BRR)<br />

seme<br />

Raggi x<br />

Fiori bianchi screziati<br />

di rosso<br />

Garofani William sim (rossi)<br />

Nelle specie a propagazione vegetativa la presenza di cellule<br />

chimeriche è la norma e non un eccezione. Questa costituzione<br />

ge<strong>net</strong>ica va considerata quando si parla di cloni di materiale<br />

propagato vegetativamente


Le ristrutturazioni sono la conseguenza:<br />

Reduplicazioni<br />

Perforazioni<br />

Traslocazioni


Le traslocazioni prevedono una<br />

perforazione ed una<br />

reduplicazione seguite da una<br />

estensione degli strati della tunica<br />

<strong>in</strong> seguito a divisioni anticl<strong>in</strong>e<br />

Passaggio da una chimera BBR<br />

ad una chimera BRB<br />

CITOCHIMERE<br />

<strong>Chimere</strong> <strong>in</strong> cui le differenze ge<strong>net</strong>iche fra le<br />

cellule e/o strati riguardano il numero<br />

cromosomico<br />

Per studi ontoge<strong>net</strong>ici sono risultate importanti anche le chimere citologiche<br />

(numeri cromosomici diversi nei diversi strati: es: diplo-tetra-diploidi L1 (2n) –<br />

L2 (4n) – L3 (2n) Analisi microscopica della costituzione citologica dei<br />

tessuti


Materiali vegetali da trattare con mutageni<br />

Generazione M 0: i) semi<br />

ii) organi a propagazione vegetativa<br />

iii) gameti<br />

Generazione M 1<br />

Trattamento mutageno<br />

Mutazioni generalmente<br />

recessive<br />

SEMI E ORGANI A PROPAGAZIONE<br />

VEGETATIVA – MERISTEMI (MULTICELLULARI)<br />

MUTAZIONE EVENTO<br />

CELLULARE<br />

Dopo trattamento mutageno<br />

Chimera a mosaico


E’ nella generazione M 2<br />

che noi possiamo<br />

evidenziare la chimera<br />

CHIMERA A MOSAICO<br />

CHIMERA SETTORIALE<br />

Per mettere <strong>in</strong> evidenza le mutazioni<br />

recessive <strong>in</strong>dispensabile<br />

l’autofecondazione della<br />

generazione M 1 ed ottenere la<br />

generazione M 2<br />

Cont<strong>in</strong>uo sviluppo dell’apice<br />

Le s<strong>in</strong>gole cellule mutate<br />

divengono progenitrici di l<strong>in</strong>ee<br />

cellulari che vanno ad occupare<br />

un settore<br />

i) L’ampiezza del settore mutato dipenderà dal<br />

numero di <strong>in</strong>iziali<br />

ii) La trasmissibilità della mutazione alla<br />

generazione successiva dipenderà dalla posizione<br />

nell’apice delle cellule mutate


Generazione M 0: genotipo AA (materiale trattato)<br />

Generazione M 1: genotipo Aa<br />

Generazione M 2: AA + 2Aa + aa (fenotipo mutante)<br />

Se gli organi riproduttivi derivano da una sola cellula <strong>in</strong>iziale<br />

La segregazione <strong>in</strong> M 2 = 3:1<br />

Se le cellule <strong>in</strong>iziali degli organi riproduttivi sono DUE:<br />

Una mutata una normale<br />

Generazione M 2<br />

Cellula normale segregazione 4:0<br />

Cellula mutata segregazione 3:1<br />

Se le cellule <strong>in</strong>iziali degli organi riproduttivi sono TRE<br />

di cui solo una mutata:<br />

Generazione M 2: segregazione 11:1<br />

Se le cellule <strong>in</strong>iziali degli organi riproduttivi sono QUATTRO<br />

di cui solo una mutata:<br />

Generazione M 2: segregazione 15:1<br />

7:1


L’analisi delle chimere a mosaico e settoriali consente studi sui processi di sviluppo<br />

i) Determ<strong>in</strong>azione del numero di <strong>in</strong>iziali di un organo<br />

ii) quali cellule dell’apice partecipano alla formazione di un organo<br />

Il numero di <strong>in</strong>iziali<br />

dipende dall’ord<strong>in</strong>e<br />

ontoge<strong>net</strong>ico (grado<br />

di differenziazione)<br />

del primordio<br />

Metodo Topografico<br />

Consiste nel sem<strong>in</strong>are la<br />

spiga non sgranata, <strong>in</strong><br />

modo da localizzare le<br />

plantule mutate nella loro<br />

posizione spaziale nella<br />

spiga e conseguentemente<br />

nell’apice che ha orig<strong>in</strong>ato<br />

la spiga


Studi ontoge<strong>net</strong>ici si possono basare anche sull’<strong>in</strong>duzione di<br />

condizioni ge<strong>net</strong>iche a effetto visibile <strong>in</strong> M 1<br />

In questo caso il materiale M 0 sarà eterozigote (Aa) per geni che<br />

controllano la pigmentazione, la forma delle foglie, fusto, fiori o frutti<br />

(marcatori istoge<strong>net</strong>ici)<br />

L’ampiezza del settore <strong>in</strong>dicherà il numero di cellule <strong>in</strong>iziali<br />

Specie a propagazione vegetativa si prestano per questi studi essendo presenti<br />

varietà eterozigoti per geni controllanti il colore del fiore dei frutti e delle foglie


Meccanismi modificano l’ampiezza del settore mutato<br />

Selezione diplontica e aplontica<br />

- Le cellule mutate possono avere una vitalità più bassa delle<br />

cellule normali<br />

Deficit di recessivi<br />

Ristrutturazione degli apici per morte cellulare<br />

- Le cellule degli altri strati possono sostituire cellule troppo<br />

danneggiate<br />

COME SI PUO’ OVVIARE AL PROBLEMA DEL CHIMERISMO NEL<br />

TRATTAMENTO MUTAGENO<br />

i)Trattamento degli zigoti (difficile conoscere il preciso momento della fecondazione)<br />

ii)Trattamento dei gametofiti maschili<br />

- spettro diverso delle mutazioni rispetto al trattamento di cellule somatiche<br />

- solo gameti con mutazioni non troppo deleterie sono <strong>in</strong> grado di fecondare<br />

l’ovocellula (filtro aplontico)


SPECIE AUTOGAME (omozigoti)<br />

SPECIE ALLOGAME (eterozigoti) (l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>bred)<br />

SPECIE A PROPAGAZIONE VEGETATIVA<br />

mutazioni spontanee gemmarie<br />

le mutazioni <strong>in</strong>dotte <strong>in</strong> queste specie ha trovato larga utilizzazione <strong>in</strong><br />

quanto l’ibridazione <strong>in</strong>tra- e <strong>in</strong>ter-specifica richiede un lavoro molto<br />

lungo<br />

Materiale utilizzato nella mutagenesi <strong>in</strong> specie a propagazione vegetativa:<br />

tuberi, stoloni, rizomi, bulbi, talee, apici meristematici<br />

TRATTAMENTO MUTAGENO<br />

SPECIE A PROPAGAZIONE VEGETATIVA<br />

PERCHE’?<br />

i) GEMME ETEROZIGOTI<br />

MUTAZIONI (GEMMARIE)<br />

GIA’ VISIBILI <strong>in</strong> M 1<br />

ii) RISTRUTTURAZIONI DELL’APICE CHIMERICO, un tessuto<br />

profondo mutato partecipa alla formazione di un germoglio


chimere<br />

settoriali<br />

omoistonte<br />

normale<br />

(selvatico)<br />

Omoistonte<br />

mutante<br />

Mutazioni gemmarie: Malvasia<br />

rosa su un ceppo di Malvasia di<br />

Candia Aromatica (ac<strong>in</strong>o bianco)<br />

chimera<br />

mericl<strong>in</strong>ale<br />

chimera<br />

pericl<strong>in</strong>ale


Eterozigosità e chimerismo sono due aspetti ge<strong>net</strong>ici comuni nella<br />

piante a propagazione vegetativa<br />

Nelle specie a propagazione<br />

vegetativa come la vite sarà<br />

<strong>in</strong>dispensabile con<br />

opportune operazioni di<br />

potatura, selezione e<br />

moltiplicazione (anche <strong>in</strong><br />

<strong>vitro</strong>) ottenere gemme, e di<br />

conseguenza cloni,<br />

omoistonti per la mutazione<br />

(completamente mutati)


Considerazioni generali<br />

1) Tenere presente il sistema riproduttivo<br />

2) In generale la mutagenesi andrebbe utilizzata quando si vuole migliorare una<br />

varietà per qualche determ<strong>in</strong>ata caratteristica senza alterare<br />

profondamente il genotipo.<br />

3) Avere <strong>in</strong> mente un ideotipo.<br />

4) I materiali ottenuti a seguito del trattamento mutageno possono essere<br />

selezionati direttamente per costituire nuove varietà.<br />

5) I materiali ottenuti possono essere <strong>in</strong>crociati con l<strong>in</strong>ee già esistenti allo<br />

scopo di <strong>in</strong>trodurre <strong>in</strong> queste caratteri <strong>in</strong>sorti con il trattamento mutageno.<br />

6) Necessario non usare dosi o concentrazioni troppo alte del mutageno per non<br />

<strong>in</strong>durre più mutazioni nella stessa cellula e <strong>in</strong>durre soprattutto mutazioni<br />

geniche.<br />

7) Legge delle serie omologhe -ideotipo (Vavilov, 1922)


Totipotenza<br />

L’accrescimento illimitato nelle piante è determ<strong>in</strong>ato dall’attività<br />

mitotica di cellule localizzate agli apici: caul<strong>in</strong>are e radicale<br />

Alla base del<br />

meccanismo di<br />

omeostasi, che<br />

assicura il giusto<br />

bilanciamento tra<br />

cellule meristematiche<br />

<strong>in</strong> via di<br />

differenziazione e<br />

cellule che devono<br />

rimanere pluripotenti,<br />

esiste l'<strong>in</strong>terazione<br />

molecolare dei prodotti<br />

del gene WUSCHEL<br />

(WUS) e di quelli dei<br />

geni CLAVATA (CLV).


Altri geni, quali SHOOTMERISTEMLESS (STM) e CUP-SHAPED<br />

COTYLEDON (CUC) sono co<strong>in</strong>volti nella formazione dell’apice meristematico<br />

caul<strong>in</strong>are (SAM) <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>dipendente dal sistema WUS-CLV<br />

L'attività del gene ASYMMETRIC LEAVES1 (AS1)<br />

(arancio <strong>in</strong> B), che codifica per un fattore di<br />

trascrizione di tipo MYB-ARP reprime l'espressione di<br />

geni KNOX di classe 1 (KNAT1, KNAT2 e KNAT6) (<strong>in</strong><br />

violetto <strong>in</strong> B) e ciò consente alle cellule di differenziare<br />

L’<strong>in</strong>izio della formazione<br />

dei primordi fogliari si<br />

accompagna a segnali<br />

ormonali (aux<strong>in</strong>a) e ad<br />

una dim<strong>in</strong>uzione<br />

dell’espressione dei geni<br />

"KNOTTED-like<br />

homeobox" (KNOX),<br />

mentre l’espressione dei<br />

geni regolatori di tipo<br />

MYB, omologhi a<br />

PHANTASTICA, marcano<br />

i primi stadi dello sviluppo<br />

delle fogliare.<br />

(stati di determ<strong>in</strong>azione) Ma le cellule vegetali differenziate possono modificare il<br />

loro dest<strong>in</strong>o Riacquisire La TOTIPOTENZA


Planaria<br />

I processi di sviluppo delle piante<br />

sono molto flessibili se comparati a<br />

quelli attivi <strong>in</strong> animali<br />

neoblasti<br />

Transdifferenziazione<br />

Tuttavia, negli animali la sola<br />

cellula <strong>in</strong> grado di produrre un<br />

organismo completo è lo zigote<br />

Axolotl<br />

Al contrario nelle piante lo zigote non è la sola cellula<br />

capace di sviluppare un embrione


…. Così come cellule differenziate possono <strong>in</strong>iziare lo sviluppo<br />

di meristemi avventizi e/o embrioni avventizi ….<br />

COMPETENZA ALL’ORGANOGENESI AVVENTIZIA<br />

Lo stato di competenza organoge<strong>net</strong>ica sembra essere associato<br />

all’espressione di geni che codificano per prote<strong>in</strong>e co<strong>in</strong>volte nella<br />

trasduzione del segnale legato alle citoch<strong>in</strong><strong>in</strong>e (CKI1 e CRE1) e<br />

nella ripresa del ciclo cellulare (CDC2a e CycD-3) ad esempio cicl<strong>in</strong>e<br />

Successivamente l’ attivazione ectopica di specifici geni regolatori dei<br />

meristemi caul<strong>in</strong>ari quali, WUS, STM (KNOX di classe I) e CLV1 è un<br />

evento molecolare chiave per lo stato di determ<strong>in</strong>azione allo sviluppo di<br />

meristemi avventizi.<br />

Il processo sembra attivato da ormoni: citoch<strong>in</strong><strong>in</strong>e<br />

Tali risultati sono avvalorati dal fenotipo delle piante sovraesprimenti<br />

geni KNOX di classe I e/o il gene IPT di Agrabacterium tumefaciens.


COMPETENZA ALL’EMBRIOGENESI SOMATICA<br />

Embriogenesi zigotica<br />

Apomittica<br />

Somatica (<strong>in</strong> <strong>vitro</strong>, <strong>in</strong> vivo)<br />

E’ probabile che il controllo ge<strong>net</strong>ico dei primi stadi di embriogenesi<br />

zigotica, apomittica, o <strong>in</strong>dotta <strong>in</strong> <strong>vitro</strong>, sia fondamentalmente analogo.<br />

Ciò risulta evidente se si considera che l’attività dei geni PICKLE<br />

(PKL), LEAFY COTYLEDON1 (LEC1), LEC1-LIKE (L1L), LEC2 e<br />

FUSCA3 (FUS3) è richiesta durante le fasi di morfogenesi e<br />

maturazione dell’embrione zigotico ma al contempo, la loro sovraespressione<br />

<strong>in</strong> cellule differenziate può essere sufficiente per <strong>in</strong>durre<br />

la formazione di embrioni somatici.<br />

Analogamente la trascrizione di SOMATIC EMBRYOGENESIS<br />

RECEPTOR-LIKE KINASE 1 (SERK1), un gene marcatore delle<br />

cellule embriogeniche che codifica per un recettore ch<strong>in</strong>asico si attiva<br />

non soltanto nell’embriogenesi zigotica ed <strong>in</strong> quella somatica, ma<br />

anche nella nucella della specie apomittica Poa pratensis.


I diversi processi di embriogenesi<br />

nelle piante condividono un controllo<br />

ormonale basato su tre classi<br />

pr<strong>in</strong>cipali: aux<strong>in</strong>a, acido abscissico<br />

(ABA) e gibberell<strong>in</strong>e (GAs).<br />

aux<strong>in</strong>e<br />

I geni della famiglia PIN-FORMED<br />

(PIN), che codificano per prote<strong>in</strong>e<br />

di trasporto <strong>in</strong> uscita dell’aux<strong>in</strong>a,<br />

svolgono un ruolo chiave<br />

determ<strong>in</strong>ando la polarità del flusso<br />

ormonale nelle cellule<br />

dell’embrione <strong>in</strong> formazione<br />

La realizzazione di dom<strong>in</strong>i cellulari<br />

con distribuzione asimmetrica<br />

dell’aux<strong>in</strong>a è importante durante<br />

l’<strong>in</strong>iziazione <strong>in</strong> vivo di primordi e <strong>in</strong><br />

<strong>vitro</strong> nei processi di <strong>in</strong>iziazione dell’<br />

embriogenesi somatica


acido abscissico (ABA) e gibberell<strong>in</strong>e (GA)<br />

Intervengono nel controllo fisiologico dell’embriogenesi soprattutto nella fase<br />

di maturazione dell’embrione e di germ<strong>in</strong>azione del seme.<br />

Nell’embriogenesi zigotica è attiva una regolazione a feed-back positivo:<br />

l’ABA ha un effetto positivo sulla s<strong>in</strong>tesi delle sostanze di riserva attraverso<br />

l’attivazione di LEC1 e FUS3 mentre la trascrizione di FUS3 stimola la s<strong>in</strong>tesi<br />

di ABA.<br />

E’ stato ipotizzato che i rapporti reciproci di ABA e GA siano importanti anche<br />

nella fase di morfogenesi dell’embrione e, addirittura, nell’<strong>in</strong>duzione di un<br />

nuovo dest<strong>in</strong>o cellulare (competenza embriogenica) grazie ad un<br />

meccanismo di regolazione che <strong>in</strong>clude i geni LEC.


ABA


Molti studi hanno chiarito aspetti fondamentali della regolazione delle ultime fasi<br />

dell’embriogenesi somatica, ma il quadro complessivo dei meccanismi<br />

molecolari, cellulari e biochimici che sono alla base dell’omeostasi delle cellule<br />

pluripotenti e del cambiamento del dest<strong>in</strong>o cellulare è tuttora <strong>in</strong>completo.<br />

La semplice espressione ectopica di alcuni fattori di trascrizione [ad es. LEC1,<br />

LEC2, BABY BOOM (BBM), WUSCHEL (WUS) e AGOMOUS-LIKE15 (AGL15)]<br />

può determ<strong>in</strong>are l’<strong>in</strong>duzione di embrioni somatici <strong>in</strong> tessuti differenziati<br />

La sovraespressione di WUS appare reprimere l’attività di LEC1, mentre<br />

AGL15, che è attivato dall’espressione ectopica di LEC2, è <strong>in</strong> grado a sua volta<br />

di regolare SERK1.<br />

Tuttavia, l’espressione dei geni LEC1, LEC2, BBM, WUS e AGL15 nella cellula<br />

uovo o nello zigote non è ancora stata dimostrata e rimane tuttora da valutare<br />

se l’espressione ectopica di questi geni possa causare qualche tipo di stress<br />

ed attivare una risposta tale da <strong>in</strong>durre <strong>in</strong>direttamente un cambiamento del<br />

dest<strong>in</strong>o cellulare


MECCANISMI EPIGENETICI E TOTIPOTENZA<br />

La capacità di una cellula vegetale di riacquisire totipotenza è<br />

espressione del fatto che il differenziamento cellulare non implica la<br />

perdita dell'<strong>in</strong>formazione contenuta nell'<strong>in</strong>tero patrimonio ge<strong>net</strong>ico.<br />

CELLULA<br />

DIFFERENZIATA<br />

generale revisione del profilo di espressione<br />

cambiamento della struttura cromat<strong>in</strong>ica<br />

1) Variazioni nei rapporti eucromat<strong>in</strong>a/eterocromat<strong>in</strong>a<br />

2) Metilazione del DNA<br />

CELLULA<br />

EMBRIOGENICA<br />

Il ruolo fondamentale della struttura cromat<strong>in</strong>ica nell’acquisizione della<br />

totipotenza è avvalorata dalla caratterizzazione del mutante pickle<br />

PICKLE codifica per la subunità di un complesso “Chromodoma<strong>in</strong><br />

Helicase DNA-b<strong>in</strong>d<strong>in</strong>g prote<strong>in</strong> 3" (CHD3) che <strong>in</strong>duce la repressione di geni<br />

<strong>in</strong>ducibili mediante deacetilazione istonica


Alcuni risultati suggeriscono un ruolo chiave delle prote<strong>in</strong>e polycomb<br />

(PcG) nella riprogrammazione dell’espressione genica che sottende al<br />

cambiamento del dest<strong>in</strong>o cellulare<br />

PcG Silenziamento genico<br />

Mutazioni a carico di PcG:<br />

Struttura cromat<strong>in</strong>a<br />

Metilazione istonica<br />

- mutanti che esprimono ectopicamente geni KNOX<br />

- mutanti caratterizzati dallo sviluppo di endospermi (fie) e<br />

del seme (fis) <strong>in</strong> assenza di fertilizzazione<br />

Ciò dimostra che <strong>in</strong> condizioni normali, un meccanismo di controllo<br />

basato sulla struttura della cromat<strong>in</strong>a reprime il programma<br />

embrionale f<strong>in</strong>o al compimento della fertilizzazione<br />

La natura molecolare della totipotenza rimane un mistero. Un<br />

obbiettivo affasc<strong>in</strong>ante è comprendere la natura dei segnali che<br />

rimuovono il controllo epige<strong>net</strong>ico della differenziazione cellulare


Colture <strong>in</strong> <strong>vitro</strong>: Variabilità ge<strong>net</strong>ica<br />

1939 White, Gutheret, Nobencourt CRESCITA ILLIMITATA IN VITRO<br />

APICI CAULINARI CLONAZIONE DI PIANTE IN VITRO<br />

Tessuti differenziati<br />

somatici ed aploidi<br />

Organogenesi<br />

avventizia<br />

Uniformità ge<strong>net</strong>ica<br />

i) conservazione, materiali di alto valore<br />

ii) micropropagazione virus esente<br />

Coltivati <strong>in</strong> <strong>vitro</strong> <strong>in</strong> presenza di ormoni<br />

Callo<br />

Rigenerazione<br />

Embriogenesi<br />

avventizia (somatica,<br />

andro- g<strong>in</strong>o-ge<strong>net</strong>ica)


Applicazioni tecniche di <strong>coltura</strong> <strong>in</strong> <strong>vitro</strong><br />

1) Micropropagazione<br />

2) Ottenimento di ibridi somatici mediante fusione di protoplasti<br />

3) Recupero di embrioni di ibridi <strong>in</strong>terspecifici o <strong>in</strong>tergenerici<br />

4) Ottenimento di l<strong>in</strong>ee aploidi via androgenesi e g<strong>in</strong>ogenesi<br />

5) Selezione di l<strong>in</strong>ee cellulari resistenti a stress biotici ed abiotici<br />

6) Selezione di l<strong>in</strong>ee cellulari per la produzione di metaboliti<br />

secondari<br />

7) Sfruttamento della variabilità ge<strong>net</strong>ica <strong>in</strong>dotta dalla <strong>coltura</strong> <strong>in</strong> <strong>vitro</strong><br />

per l’ottenimento di mutanti<br />

8) Trasformazione ge<strong>net</strong>ica


Variabilità ge<strong>net</strong>ica<br />

1) CONDIZIONI GENETICHE IN VIVO (variabilità <strong>in</strong> vivo)<br />

2) VARIABILITA’ GENETICA INDOTTA DURANTE LA FORMAZIONE E<br />

SVILUPPO DEL CALLO<br />

3) VARIABILITA’ GENETICA NELLE PIANTE RIGENERATE<br />

1) CONDIZIONI GENETICHE IN VIVO<br />

GIMNOSPERME e 20% ANGIOSPERME (APIACEAE , ASTERACEAE)<br />

Le cellule differenziano nello stato diploide con la quantità nucleare di DNA 2C<br />

(Fase G1) G2 (2C)<br />

G1 S<br />

(2C-4C)<br />

(4C)<br />

M<br />

(2C)<br />

(2C)<br />

STRETTO CONTROLLO DELLA SEQUENZA SINTESI DNA MITOSI<br />

MA 80% ANGIOSPERME ENDOREDUPLICAZIONI DURANTE IL<br />

PROCESSO DI DIFFERENZIAZIONE (8C, 16C, 32C, 64C)


TESSUTI: CELLULE DIPLOIDI<br />

CELLULE ENDOREDUPLICATE<br />

CELLULE ENDOREDUPLICATE<br />

2C 4C 8C<br />

8C 2n diplocromosomi<br />

POLISOMATIA<br />

16C 2n quadruplocromosomi<br />

Se entrano <strong>in</strong> mitosi POLIPLOIDIA<br />

ALCUNE CELLULE DIFFERENZIATE ANEUPLOIDI<br />

TESSUTI: CELLULE DIPLOIDI<br />

CELLULE ANEUPLOIDI<br />

ANEUSOMATIA<br />

NEI TESSUTI DIFFERENZIATI SONO PRESENTI ANCHE CELLULE CON:<br />

Mutazioni cromosomiche<br />

Mutazioni geniche (nucleari e citoplasmatiche)<br />

IN CONCLUSIONE: UN TESSUTO, UN ORGANO, UNA PIANTA SONO<br />

MOSAICI GENETICI CHIMERE


PROCESSI NUCLEARI DURANTE LA CALLOGENESI<br />

Variabiltà <strong>in</strong>dotta<br />

TESSUTI IN VITRO STIMOLI ORMONALI<br />

1) MITOSI<br />

2) ENDOREDUPLICAZIONE SEGUITA DA MITOSI<br />

3) FRAMMENTAZIONE NUCLEARE SEGUITA DA MITOSI<br />

1a) Mitosi da cellule diploidi calli diploidi<br />

1b) Mitosi da cellule endoreduplicate (ER) calli poliploidi<br />

1c) Mitosi da cellule ER e diploidi calli mixoploidi<br />

1d) Mitosi da cellule diploidi e aneuplodi calli aneusomatici<br />

2) ER SEGUITA DA MITOSI<br />

stimolata soprattutto da trattamenti ormonali<br />

<strong>in</strong> specie prone all’ER (Nicotiana, Datura)


3) FRAMMENTAZIONE NUCLEARE (AMITOSI) SEGUITA DA MITOSI<br />

MITOSI<br />

INFLUENZATA<br />

NOTEVOLMENTE DAI<br />

RAPPORTI ORMONALI:<br />

ALTI RAPPORTI<br />

AUXINE/ CITOCHININE<br />

CALLI CON CELLULE A NUMERI<br />

CROMOSOMICI MOLTI SQUILIBRATI<br />

(anche aploidi)<br />

PROGRESSIVA SELEZIONE<br />

MITOTICA NEL CALLO A<br />

Tuttavia: le cellule con frammenti<br />

FAVORIRE LE CELLULE<br />

nucleari entrano <strong>in</strong> mitosi con difficoltà<br />

DIPLOIDI<br />

DURANTE LE FASI DI CALLOGENESI, SPECIALMENTE SE MOLTO<br />

PROTRATTA LE CELLULE IN DIVISIONE VANNO INCONTRO AD UN<br />

ULTERIORE VARIAZIONE GENETICA CHE DIPENDE:<br />

Caratteristiche del materiale di partenza<br />

Condizioni di <strong>coltura</strong> (ormoni)


ULTERIORI MECCANISMI CHE INDUCONO VARIABILITA’ GENETICA<br />

1) ABORTI DI FUSO MITOTICO POLI- E ANEUSOMATIA<br />

2) FUSIONE DI NUCLEI POLIPLOIDIA<br />

3) CROMOSOMI RITARDATARI ANEUPLOIDIA<br />

4) FUSI MULTIPOLARI ANEUPLOIDIA<br />

5) MUTAZIONI CROMOSOMICHE (dicentrici, anelli)<br />

6) REPLICAZIONE TARDIVA DI REGIONI ETEROCROMATICHE<br />

7) MUTAZIONI GENICHE<br />

8) CROSSING OVER MITOTICI<br />

9) ATTIVAZIONE DI ELEMENTI MOBILI TRASPONIBILI<br />

VARIABILITA’ GENETICA NELLE PIANTE RIGENERATE<br />

a) Organogenesi avventizia<br />

b) Embriogenesi avventizia<br />

Orig<strong>in</strong>e multicellulare (chimerismo)<br />

Orig<strong>in</strong>e unicellulare (mutanti solidi)


NON TUTTA LA VARIABILITA’ GENERATA DALLA COLTURA IN VITRO E’<br />

RECUPERABILE<br />

Variabilità<br />

T0 Espianto<br />

Fasi della rigenerazione<br />

Da cellule meno<br />

danneggiate<br />

Le piante rigenerate (R 1) Autofecondazione Generazione R 2<br />

Nella generazione R 2 si evidenzia il<br />

controllo ge<strong>net</strong>ico di eventuali<br />

mutazioni <strong>in</strong>dotte e/o recuperate<br />

Variabilità ge<strong>net</strong>ica<br />

recuperata<br />

Considerando l’orig<strong>in</strong>e pluricellulare<br />

dei germogli avventizi (chimerismo)<br />

DEFICIT di RECESSIVI <strong>in</strong> R 2


IBRIDAZIONE SESSUALE<br />

<strong>in</strong>terspecifica<br />

<strong>in</strong>tergenerica<br />

IBRIDAZIONE SOMATICA<br />

Incompatibilità pre-zigotica<br />

Incompatibilità post-zigotica<br />

FUSIONE DI PROTOPLASTI, CELLULE<br />

PRIVATE DI PARETE ISOLATE DA DUE<br />

SPECIE DISTINTE<br />

1) Isolamento soluzioni enzimatiche<br />

2) Fusione (eterocarionte)<br />

3) Isolamento eterocarionti<br />

4) Riformazione della parete mitosi<br />

5) Callogenesi e rigenerazione delle piante ibride<br />

embryo rescue<br />

Dicarion<br />

S<strong>in</strong>carion<br />

6) Caratterizzazione ge<strong>net</strong>ico molecolare delle piante ibride


FUSIONE DEI PROTOPLASTI<br />

1) METODI CHIMICI PEG, Ca 2+ , elevato pH<br />

2) METODI FISICI ELETTROPORAZIONE<br />

METODI CHIMICI<br />

Il PEG è altamente idrosolubile con carica leggermente negativa, che gli<br />

consente di unirsi con i gruppi carichi positivamente delle membrane cellulari<br />

Il PEG agisce come ponte molecolare fra due protoplasti<br />

La fusione avviene durante il lavaggio<br />

Ridistribuzione delle cariche elettriche<br />

Sulla superficie delle membrane<br />

FUSIONE


I PROTOPLASTI SONO IMMERSI IN UNA<br />

SOLUZIONE CON DUE ELETTRODI CHE<br />

GENERANO UN CAMPO ELETTRICO A<br />

CORRENTE ALTERNATA<br />

IMPULSI DI CORRENTE CONTINUA AD<br />

ALTO VOLTAGGIO<br />

METODI FISICI<br />

All<strong>in</strong>eamento dei protoplasti<br />

(dielettroforesi)<br />

Rottura nella membrana nei<br />

punti di contatto<br />

Ponti citoplasmatici<br />

FUSIONE<br />

Dopo 24-48 ore RICOSTRUZIONE<br />

PARETE<br />

DIVISIONI MITOTICHE CALLO RIGENERAZIONE ANFIDIPLOIDE<br />

Riconoscimento protoplasti ibridi<br />

-Separazione meccanica (sedimentazione, micromanipolatori)<br />

-Caratteristiche morfologiche<br />

-Complementazione genica


1) IBRIDI SOMATICI SIMMETRICI (co<strong>in</strong>volge i due nuclei e citoplasmi parentali)<br />

<strong>in</strong>dividui poliploidi <strong>in</strong>stabili a livello genomico<br />

Incompatibilità somatica<br />

2) IBRIDI SOMATICI ASIMMETRICI<br />

quando una delle due specie, considerata ricevente, viene arricchita<br />

soltanto di una parte del genoma dell’altra specie (donatrice)<br />

RAGGI X<br />

SPECIE DONATRICE (citoplasti) + SPECIE RICEVENTE (m<strong>in</strong>iprotoplasti)<br />

IBRIDI CITOPLASMATICI (CI-IBRIDI)<br />

Trasferimento di geni localizzati nel genoma plastidiale e/o mitocondriale<br />

- Resistenza ad erbicidi<br />

- Maschiosterilità<br />

I protoplasti sono utilizzati <strong>in</strong> esperimenti di trasformazione ge<strong>net</strong>ica


APLOIDI IN VIVO PARTENOGENOSI DA OVOCELLULE APLOIDI NON<br />

FECONDATE o DA SINERGIDI (aploide-diploide)<br />

APLOIDI IN VITRO antere<br />

poll<strong>in</strong>e<br />

ovuli<br />

1964 Guha e Maheshwari <strong>in</strong> Datura <strong>in</strong>oxia<br />

ANDROGENESI<br />

DIRETTA<br />

INDIRETTA<br />

ANDROGENESI<br />

GINOGENESI<br />

Fattori fondamentali ai f<strong>in</strong>i dell’androgenesi:<br />

-genotipo<br />

-stadio di sviluppo delle antere<br />

Embrioni aploidi<br />

Germogli o embrioni aploidi<br />

Il processo di differenziazione gametofitica può essere deviato<br />

verso quello sporofitico esclusivamente <strong>in</strong> corrispondenza di un<br />

preciso stadio di sviluppo del granello poll<strong>in</strong>ico (tetrade o<br />

un<strong>in</strong>ucleato)


In molte specie è stata<br />

osservata la presenza<br />

di forme atipiche di<br />

granuli poll<strong>in</strong>ici non <strong>in</strong><br />

grado di germ<strong>in</strong>are<br />

Mitosi del nucleo<br />

vegetativo<br />

Sviluppo di tipo<br />

sporofitico<br />

Aploidi <strong>in</strong> <strong>vitro</strong>


L’androgenesi puo essere<br />

diretta o <strong>in</strong>diretta<br />

Nel caso di rigenerazione<br />

<strong>in</strong>diretta il callo va spesso<br />

<strong>in</strong>contro a fenomeni di<br />

diploidizzazione


IMPORTANZA DEGLI APLOIDI IN GENETICA<br />

1) studi di dosaggio genico<br />

2) riconoscimento immediato delle mutazioni<br />

3) omozigosi (trattamento con colchic<strong>in</strong>a) – l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>bred<br />

4) produzione di l<strong>in</strong>ee pure <strong>in</strong> specie auto<strong>in</strong>compatibili<br />

5) studi filoge<strong>net</strong>ici<br />

L’androgenesi è stata ampiamente utilizzata anche <strong>in</strong> specie arboree dove<br />

l’ottenimento di l<strong>in</strong>ee omozigoti è difficilmente perseguibile<br />

Costituzione di piante aploidi<br />

e diaploidi<br />

-Studio del controllo ge<strong>net</strong>ico<br />

di alcuni caratteri<br />

-Ottenimento di porta<strong>in</strong>nesti<br />

uniformi da seme ibrido<br />

-Sfruttamento del materiale <strong>in</strong><br />

esperimenti di mutagenesi

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