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XXX domenica del tempo ordinario A La Parola: - Diocesi di Parma

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<strong>XXX</strong> <strong>domenica</strong> <strong>del</strong> <strong>tempo</strong> <strong>or<strong>di</strong>nario</strong> A<br />

26 ottobre 2008<br />

Prima lettura<br />

Dal libro <strong>del</strong>l’Esodo (Es 22, 20-26)<br />

Così <strong>di</strong>ce il Signore: 20 «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai,<br />

perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. 21 Non maltratterai la<br />

vedova o l’orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto,<br />

io darò ascolto al suo grido, 23 la mia ira si accenderà e vi farò morire <strong>di</strong><br />

spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. 24 Se tu<br />

presti denaro a qualcuno <strong>del</strong> mio popolo, all’in<strong>di</strong>gente che sta con te,<br />

non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun<br />

interesse. 25 Se pren<strong>di</strong> in pegno il mantello <strong>del</strong> tuo prossimo, glielo<br />

renderai prima <strong>del</strong> tramonto <strong>del</strong> sole, 26 perché è la sua sola coperta, è<br />

il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo?<br />

Altrimenti, quando griderà verso <strong>di</strong> me, io l’ascolterò, perché io sono<br />

pietoso». <strong>Parola</strong> <strong>di</strong> Dio.<br />

Seconda lettura<br />

Dalla prima lettera <strong>di</strong> san Paolo apostolo ai<br />

Tessalonicesi (1Ts 1, 5b-10)<br />

Fratelli, 5b ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il<br />

vostro bene. 6 E voi avete seguito il nostro esempio e quello <strong>del</strong><br />

Signore, avendo accolto la <strong>Parola</strong> in mezzo a gran<strong>di</strong> prove, con la gioia<br />

<strong>del</strong>lo Spirito Santo, 7 così da <strong>di</strong>ventare mo<strong>del</strong>lo per tutti i credenti <strong>del</strong>la<br />

Macedònia e <strong>del</strong>l’Acàia. 8 Infatti per mezzo vostro la parola <strong>del</strong> Signore<br />

risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio<br />

si è <strong>di</strong>ffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno <strong>di</strong> parlarne. 9<br />

Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e<br />

come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero 10<br />

e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù,<br />

il quale ci libera dall’ira che viene. <strong>Parola</strong> <strong>di</strong> Dio.<br />

Alleluia, alleluia. (Gv 14, 23)<br />

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, <strong>di</strong>ce il<br />

Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.<br />

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 34-40)<br />

In quel <strong>tempo</strong>, 34 i farisei, avendo u<strong>di</strong>to che Gesù aveva<br />

chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme 35 e uno<br />

<strong>di</strong> loro, un dottore <strong>del</strong>la Legge, lo interrogò per metterlo<br />

alla prova: 36 «Maestro, nella Legge, qual è A il grande<br />

comandamento? ». 37 Gli rispose: B « “Amerai il Signore<br />

tuo Dio C con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e<br />

con tutta la tua mente”. 38 Questo è il grande e primo<br />

comandamento. 39 D Il secondo poi E è simile a quello:<br />

“Amerai il tuo prossimo come te stesso”. 40 Da questi due<br />

comandamenti <strong>di</strong>pendono tutta la Legge e i Profeti».<br />

<strong>Parola</strong> <strong>del</strong> Signore.<br />

1<br />

<strong>La</strong> <strong>Parola</strong>:<br />

Dal Salmo 17 (18)<br />

Ti amo, Signore, mia forza.<br />

Ti amo, Signore, mia forza,<br />

Signore, mia roccia, mia fortezza,<br />

mio liberatore.<br />

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;<br />

mio scudo, mia potente salvezza e<br />

mio baluardo.<br />

Invoco il Signore, degno <strong>di</strong> lode, e<br />

sarò salvato dai miei nemici.<br />

Viva il Signore e benedetta la mia<br />

roccia, sia esaltato il Dio <strong>del</strong>la mia<br />

salvezza.<br />

Egli concede al suo re gran<strong>di</strong><br />

vittorie, si mostra fe<strong>del</strong>e al suo<br />

consacrato.


Note <strong>del</strong> testo<br />

Alla domanda dei farisei: «Qual è il grande comandamento <strong>del</strong>la legge?», Gesù risponde in<strong>di</strong>cando il testo <strong>di</strong> Dt 6,5: «Amerai il Signore Dio tutto con tutto il cuore, con<br />

tutta la tua anima e con tutta la tua mente». E fin qui, tutto bene: chi avrebbe potuto contestarlo? Per <strong>di</strong> più <strong>del</strong> Deuteronomio al cap. 6 fa parte la professione <strong>di</strong> fede (lo<br />

Shema) che ogni pio israelita recita mattina e sera; è la parola d’or<strong>di</strong>ne che definisce l’identità d’Israele. Israele, infatti, deve la sua esistenza stessa a Dio e unicamente a<br />

Dio; dunque a Dio, e a Dio solo; deve rivolgersi il movimento <strong>di</strong> adorazione e <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. Amerai dunque il Signore tuo Dio con tutto il cuore (cioè in tutte le scelte libere<br />

<strong>del</strong> tuo cuore, <strong>del</strong>la tua coscienza); poi, con tutta l’anima (tutti i desideri e le speranze che nutrono la tua anima dovranno tendere anzitutto a Dio); infine, con tutte le tue<br />

forze e le tue energie (anche con i tuoi averi e con i tuoi sol<strong>di</strong>; come specifica opportunamente una tra<strong>di</strong>zione ebraica). <strong>La</strong> lettura veterotestamentaria si presta molto bene<br />

a illustrare il secondo comandamento. Due gli spunti principali. L’amore per l’uomo, per ogni uomo, deve soprattutto concretizzarsi nell’accoglienza e nella <strong>di</strong>fesa degli<br />

ultimi. Forestieri, orfani e vedove, in<strong>di</strong>genti costituivano ampie sacche <strong>di</strong> emarginazione. <strong>La</strong> verità <strong>del</strong>l’amore per l’uomo si manifesta nel sentirsi responsabili <strong>del</strong>la loro<br />

con<strong>di</strong>zione. Il passo <strong>di</strong> Esodo offre anche una motivazione: ‘perché anche voi siete stati forestieri in Egitto’. Non si tratta <strong>di</strong> un semplice ricordo <strong>del</strong>la propria schiavitù. È<br />

molto <strong>di</strong> più: è un unirsi a ciò che Dio ha fatto e Israele ha sperimentato. Non è tanto la propria con<strong>di</strong>zione che deve essere ricordata, ma la solidarietà <strong>di</strong> Dio. Il secondo<br />

spunto: partire da Dio e parlare sempre <strong>di</strong> Dio. Ma <strong>di</strong> quale Dio? È possibile l’equivoco. Tutto il vangelo è un rimprovero ai farisei, puntigliosi <strong>di</strong>fensori <strong>del</strong> primato <strong>di</strong> Dio,<br />

ma che hanno rifiutato Gesù. Dio va sempre messo al primo posto, ma è il Dio <strong>di</strong> Gesù Cristo, il Dio Crocifisso. Il sospetto sorge là dove la fede in Dio permette il silenzio,<br />

il <strong>di</strong>simpegno, l’accettazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>suguaglianze.<br />

(A): L’interlocutore <strong>di</strong> Gesù non gli chiede semplicemente quale sia il primo comandamento, il più grande, ma quale sia quello ‘grande’ (semitismo che significa il<br />

‘massimo’), quello che ha pertanto un valore assoluto.<br />

(B): <strong>La</strong> grandezza <strong>del</strong> comandamento sembra intendersi in relazione al suo contenuto, ossia alla parola che richiede un amore <strong>del</strong>l’uomo verso Dio, compito inesauribile,<br />

come suggerisce l’uso <strong>del</strong>la formula al futuro (‘amerai..’), forma verbale che oltre al valore <strong>del</strong>l’imperativo aggiunge pure l’idea <strong>di</strong> progressività, <strong>di</strong> incompiutezza. È<br />

precisamente l’entrare in relazione con Dio stesso, attraverso l’amore, che giustifica la grandezza <strong>del</strong> comandamento. Inoltre, ciò che deve caratterizzare l’amore per il<br />

Signore è la totalità.<br />

(C): Dentro alla parola “amore” sta prima <strong>di</strong> tutto una decisione. Questo è forse l’aspetto che a noi appare più estraneo. Perché, nel nostro modo <strong>di</strong> parlare, la parola<br />

amore esprime un sentimento istintivo che sta prima <strong>di</strong> ogni nostra volontà. Quando c’è non si riesce a cancellare e quando non c’è non si riesce a far venire neanche con<br />

tutto il nostro sforzo. Ma questo è un’altra cosa: una realtà <strong>di</strong> questo genere non potrebbe, evidentemente, essere comandata. Non si comanda il sentimento istintivo.<br />

Invece, quello <strong>di</strong> cui si sta parlando, è qualche cosa che viene comandato: è un comando, è il comando <strong>di</strong> Dio. Il comando <strong>di</strong> Dio riguarda la libertà, una decisione libera<br />

<strong>del</strong> nostro cuore e la decisione libera consiste in questo: quando io mi trovo <strong>di</strong> fronte un altro, a questo altro che ho <strong>di</strong> fronte, io <strong>di</strong>co il sì <strong>del</strong>la mia vita. Dico l’accettazione<br />

<strong>del</strong>la sua esistenza e <strong>del</strong>la sua esistenza con tutte le sue caratteristiche, con quello che lui è, con la sua faccia e il suo modo <strong>di</strong> pensare, con il suo passato. Cosa vuol <strong>di</strong>re<br />

questo? Fondamentalmente vuol <strong>di</strong>re: imparare a fare nostro l’atteggiamento <strong>di</strong> Dio nei confronti <strong>di</strong> ogni uomo. C’è un sì <strong>di</strong> Dio nei confronti <strong>del</strong> mondo che <strong>di</strong>venta<br />

concretamente un sì <strong>di</strong> Dio rivolto a ogni persona umana. Ogni uomo, Dio lo conosce e lo accoglie.<br />

(D): Gesù continua e ricorda anche il secondo comandamento (che non gli era stato chiesto) e lo qualifica come simile al primo: «amerai il prossimo tuo come te stesso».<br />

Anche qui siamo nella tra<strong>di</strong>zione d’Israele; il comando si trova esplicitamente in Lv 19, 18. Ma perché aggiungere questo comandamento? Non bastava il primo? E perché<br />

unire i due comandamenti se non perché Gesù li ritiene in<strong>di</strong>ssolubili? «Amare Dio» nel contesto <strong>del</strong> Deuteronomio è un appello non al sentimento o all’emozione (che non<br />

possono essere comandati), ma a un’obbe<strong>di</strong>enza fattiva. Ama veramente Dio chi lo riconosce come Dio e compie correttamente, fe<strong>del</strong>mente la sua volontà. Siamo nel<br />

contesto <strong>di</strong> una teologia <strong>del</strong>l’alleanza nella quale a Israele viene chiesta la fe<strong>del</strong>tà ai comandamenti. Ora, i comandamenti <strong>di</strong> Dio sono dati per la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>l’uomo che Dio<br />

ha creato e redento. Dio ha salvato gli israeliti dall’Egitto facendo <strong>di</strong> loro un popolo libero; coi comandamenti egli vuole continuare la sua opera <strong>di</strong> salvezza, garantendo agli<br />

israeliti liberati la vita e la sicurezza necessaria. Se dunque Dio ama l’uomo, chiunque voglia amare Dio deve collocarsi sulla sua stessa lunghezza d’onda: deve amare<br />

l’uomo.<br />

(E): <strong>La</strong> similitu<strong>di</strong>ne per la quale il secondo comandamento <strong>di</strong>pende dal primo è una similitu<strong>di</strong>ne importante. Da una parte vuole <strong>di</strong>re che per come ami il prossimo si coglie<br />

come tu ami Dio. Nello stesso <strong>tempo</strong> può anche voler <strong>di</strong>re questo: per come tu ami il prossimo, non pensare mai <strong>di</strong> essere tu maestro <strong>del</strong>l’amore al prossimo, perchè<br />

l’amore al prossimo ha senso nella misura in cui è similitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>l’amore a Dio. E certo, la totalità <strong>del</strong> tuo amore a Dio è espressione <strong>del</strong>la totalità con cui Dio ti ha amato e<br />

l’amore al prossimo è espressione <strong>di</strong> questo. Il tuo amore al prossimo manifesterà la misura con cui ti saprai amato da Dio. Questa similitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>ce anche la nostra<br />

incapacità <strong>di</strong> amare come lui ci ha amato. Dire che il secondo è simile al primo vuol <strong>di</strong>re anche, comunque sia, sapere che l’amore con cui amiamo è sempre riduttivo o in<br />

<strong>di</strong>venire rispetto all’amore <strong>di</strong> Dio. In fondo noi, nell’amore al prossimo, <strong>di</strong>chiariamo anche il nostro essere subor<strong>di</strong>nati a Dio, il nostro essere coscienti <strong>del</strong>l’amore <strong>di</strong> cui<br />

siamo capaci. È importante essere subor<strong>di</strong>nati all’amore <strong>di</strong> Dio perchè allora amare è l’incontro con Cristo che ci ha amato. il nostro amore non è primario, ma è simile al<br />

2


primo.<br />

Prefazio suggerito: “È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: prima <strong>del</strong> <strong>tempo</strong> e in eterno tu sei, nel tuo regno<br />

<strong>di</strong> luce infinita. Tu solo sei buono e fonte <strong>del</strong>la vita, e hai dato origine all’universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori <strong>del</strong>la tua luce.<br />

Schiere innumerevoli <strong>di</strong> angeli stanno davanti a te per servirti, contemplano la gloria <strong>del</strong> tuo volto, e giorno e notte cantano la tua gloria” (prefazio <strong>del</strong>la preghiera<br />

eucaristica IV).<br />

Padri <strong>del</strong>la chiesa<br />

(Mt 22, 34-40)Osservate e vedete se avete in voi la carità. Fate attenzione a un tale tesoro per essere ricchi dentro <strong>di</strong> voi. Le cose che hanno un grande valore vengono<br />

definite care, cioè preziose. Cos’è più prezioso <strong>del</strong>la carità stessa? Qual è il suo valore, da dove deriva il suo valore? Se vuoi avere la carità devi donarti a Dio. Hai paura<br />

<strong>di</strong> darti? Se non ti doni, ti per<strong>di</strong>. <strong>La</strong> stessa carità parla per bocca <strong>del</strong>la Sapienza e ti <strong>di</strong>ce: Dona te stesso. Ascolta ciò che ti <strong>di</strong>ce: Figlio mio dammi il tuo cuore (Prov 23,26).<br />

Era male quando il tuo cuore era da te, quando ti apparteneva: infatti eri portato alle cose futili e agli amori perniciosi. Dammi, <strong>di</strong>ce, il tuo cuore. Sia per me e non si perda<br />

per te. Osserva cosa ti <strong>di</strong>ce: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente (Mt 23, 37; Deut.6,5). Cosa rimane <strong>del</strong> tuo cuore,<br />

<strong>del</strong>la tua anima e <strong>del</strong>la tua mente? Tutto te stesso esige colui che ti ha fatto. Il prossimo quanto deve essere amato? Risponderai: se nulla mi è rimasto come amerò<br />

ancora? Poiché mi si or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> amare con tutto il cuore, l’anima e la mente colui che mi ha fatto, in che modo mi si or<strong>di</strong>na il secondo precetto, cioè amare il prossimo come<br />

me stesso? Il che è come <strong>di</strong>re <strong>di</strong> amare il prossimo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. Ama il prossimo tuo come te stesso (Mt 22, 37.39). Dio con<br />

tutto me stesso; il prossimo come me. Vuoi sentire come ti ami? Ti ami perché ami Dio con tutto te stesso. Quando ami Dio ami te stesso. Poiché ami Dio, forse si<br />

aggiunge qualcosa a Dio? Quando ami, tu progre<strong>di</strong>sci e sarai lì dove non perirai. Mi domanderai: forse non mi sono amato? Non ti amavi affatto quando non amavi Dio<br />

che ti ha fatto. Cos’è l’intera terra o l’intero cielo? Cosa sono tutti gli astri, il sole, la luna o le schiere stesse degli angeli? Più <strong>di</strong> tutti costoro, ho sete <strong>del</strong> creatore, <strong>di</strong> lui<br />

stesso ho fame, <strong>di</strong> lui ho sete poiché presso <strong>di</strong> lui è la fonte <strong>del</strong>la vita. Dio non potrebbe saziarmi, se non promettendomi se stesso (Agostino, Sermo 34,7-8 e 158,7).<br />

Altri autori cristiani<br />

Ama. L’enumerazione negativa è superata; la casistica ebraica è superata: ogni casistica è superata. Il comandamento <strong>del</strong>l’amore, lievito <strong>di</strong> ogni forza creatrice, è<br />

accettato senza indugi. Sotto lo sguardo <strong>di</strong> Gesù anche uno scriba traccia la prima parola <strong>del</strong> nuovo carme secolare. Il problema non è l’amare, ma come amare. ‘Sine<br />

modo’ risponde S. Bernardo, volendo significare che non c’è metodo né misura nella carità. Altri santi sono più precisi. ‘Con tutto’: soprattutto, unicamente. Aderisco a Dio<br />

con tutto me stesso. Lo preferisco a tutto. Amo unicamente lui. Quest’ultima maniera dà la pace. Come te stesso: ci sembra chiaro, e non lo è per nulla. (…) Allora Gesù<br />

dettò il comandamento nuovo: ‘Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato’. Il ‘come te stesso’ ha trovato il suo punto d’appoggio: Cristo, presente in me e negli altri. Cristo<br />

in me è pieno d’amabilità, imprestatagli dal mio egoismo: Cristo nei fratelli è molto meno amabile davanti al mio occhio invi<strong>di</strong>oso e cattivo (P. Mazzolari, Il Samaritano 19-<br />

20).<br />

L’amore <strong>di</strong> Dio si riconosce poco dal <strong>di</strong> fuori; si può facilmente illudersi su <strong>di</strong> esso, credere <strong>di</strong> possederlo e non averlo. Consideriamo l’amore che abbiamo per il prossimo<br />

e riconosceremo se abbiamo amore per Dio, poiché sono inseparabile e crescono e decrescono insieme nella stessa misura. L’amore che si ha per il prossimo si conosce<br />

senza <strong>di</strong>fficoltà; lo si constata ogni giorno dai pensieri, dalle parole, dagli atti che si fanno e da quelli che non si fanno; è facile sapere se si fa per il prossimo ciò che si<br />

vorrebbe che si facesse per noi, se lo si ama come noi stessi, se si vede in lui il Signore, se lo si tratta con tutto l’amore, la tenerezza, la compassione, il rispetto, il<br />

desiderio <strong>di</strong> bene che si deve alle membra <strong>di</strong> Gesù… (Ch. de Foucauld, Me<strong>di</strong>tazioni sui passi evangelici…, 337-8).<br />

Il più grande comandamento nella legge è amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi (cf. Mt 22,37-40). Ma questo precetto <strong>di</strong> carità verso il prossimo, Cristo<br />

lo ha fatto proprio e lo ha arricchito <strong>di</strong> un nuovo significato avendo voluto identificare se stesso con i fratelli come oggetto <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong>cendo: “Ogni volta che voi avete fatto<br />

queste cose a uno solo <strong>di</strong> questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Egli infatti , assumendo la natura umana, con una solidarietà soprannaturale, ha<br />

legato a sé come sua famiglia tutto il genere umano, e ha stabilito la carità come <strong>di</strong>stintivo dei suoi <strong>di</strong>scepoli con le parole: “Da questo tutti sapranno che siete miei<br />

<strong>di</strong>scepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri” (Gv 13,35) (Conc. Vat. II, Decreto Apostolicam actuositatem, 8).<br />

I deboli non vanno maltrattati, perché è la loro voce che il Signore ascolta più <strong>di</strong> tutte. C’è una richiesta <strong>di</strong> giustizia che sale dai fragili, una giustizia che nell’Esodo sembra<br />

3


quasi vendetta, mentre con Gesù muta in amore fraterno con chi fratello non è per nascita. Il modo attuale <strong>di</strong> essere vicini alle persone è un po’ strano: si fanno offerte alle<br />

parrocchie o alle associazioni, ma <strong>di</strong>fficilmente ci si muove verso il proprio vicino <strong>di</strong> casa. D’altra parte il modo più <strong>di</strong>retto espone a tanti rischi, compresa l’ingratitu<strong>di</strong>ne, che<br />

non siamo abituati ad accettare nelle relazioni. Un termine molto usato oggi per parlare <strong>del</strong>la convivenza fra gli uomini è il “rispetto”, ma ci pare che il “rispetto” implichi una<br />

<strong>di</strong>stanza; è l’amore che implica un rapporto <strong>di</strong> affetto, <strong>di</strong> comunione. Così si ha l’impressione che certe forme <strong>di</strong> educazione basata sul rispetto reciproco siano largamente<br />

insufficienti, se non vuote, sul piano <strong>del</strong>la testimonianza cristiana. Abbiamo molte <strong>di</strong>fficoltà con i nostri sentimenti, con la trasparenza <strong>del</strong>l’animo: in un contesto sociale che<br />

ha perso una parte <strong>del</strong>la sua naturale umanità, con il rispetto si maschera la paura <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong> ferirsi nel rapporto con gli altri. Eppure anche vicino a noi, in OPG, ci sono<br />

cose che <strong>di</strong>cono che si può andare oltre: certi compagni <strong>di</strong> cella si donano reciprocamente ciò che hanno senza chiedere nulla in cambio, quello più in forze “copre con il<br />

suo mantello” il più debole (Gruppo Degenti e Volontari Ospedale Psichiatrico)<br />

Paralleli e riferimenti biblici<br />

Confronta: Mc 12,28-34 e Lc 10,25-28<br />

vv 34-35<br />

Mt 5,19-20: Chi dunque trasgre<strong>di</strong>rà uno solo <strong>di</strong> questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi<br />

invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi <strong>di</strong>co: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei<br />

farisei, non entrerete nel regno dei cieli.<br />

Mt 23,23-24: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima <strong>del</strong>la menta, <strong>del</strong>l’anèto e <strong>del</strong> cumìno, e trasgre<strong>di</strong>te le prescrizioni più gravi <strong>del</strong>la legge: la giustizia, la<br />

misericor<strong>di</strong>a e la fe<strong>del</strong>tà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!<br />

v 36<br />

Sal 119,15-16.59-60.66.130-131: Voglio me<strong>di</strong>tare i tuoi comandamenti, considerare le tue vie. Nella tua volontà è la mia gioia; mai <strong>di</strong>menticherò la tua parola. Ho scrutato<br />

le mie vie, ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti. Sono pronto e non voglio tardare a custo<strong>di</strong>re i tuoi decreti. Insegnami il senno e la saggezza, perché ho fiducia<br />

nei tuoi comandamenti. <strong>La</strong> tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. Apro anelante la bocca, perché desidero i tuoi comandamenti.<br />

Gv 15,9-10: Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho<br />

osservato i comandamenti <strong>del</strong> Padre mio e rimango nel suo amore.<br />

1Gv 5,1-5: Da questo conosciamo <strong>di</strong> amare i figli <strong>di</strong> Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l’amore <strong>di</strong> Dio, nell’osservare i suoi<br />

comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è<br />

che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio <strong>di</strong> Dio?<br />

v 37<br />

Dt 6,1-5: Questi sono i coman<strong>di</strong>, le leggi e le norme che il Signore vostro Dio ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per<br />

prenderne possesso; perché tu tema il Signore tuo Dio osservando per tutti i giorni <strong>del</strong>la tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio <strong>del</strong> tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi coman<strong>di</strong><br />

che io ti dò e così sia lunga la tua vita. Ascolta, o Israele, e bada <strong>di</strong> metterli in pratica; perché tu sia felice e cresciate molto <strong>di</strong> numero nel paese dove scorre il latte e il<br />

miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con<br />

tutta l’anima e con tutte le forze.<br />

Tb 13,6: Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima, per fare la giustizia davanti a Lui, allora Egli si convertirà a voi e non vi nasconderà il suo volto.<br />

Mt 6,24: Nessuno può servire a due padroni: o o<strong>di</strong>erà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e <strong>di</strong>sprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.<br />

Mt 6,19-21: Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola<br />

né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.<br />

Dt 30,6: Il Signore tuo Dio circonciderà il tuo cuore e il cuore <strong>del</strong>la tua <strong>di</strong>scendenza, perché tu ami il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima e viva.<br />

Ez 36,26-27: Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro <strong>di</strong> voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore <strong>di</strong> pietra e vi darò un cuore <strong>di</strong> carne. Porrò il mio spirito dentro <strong>di</strong> voi e<br />

vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.<br />

1Gv 4,19-21: Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno <strong>di</strong>cesse: «Io amo Dio», e o<strong>di</strong>asse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello<br />

che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.<br />

v 39<br />

4


Lv 19,13-18: Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai <strong>di</strong> ciò che è suo; il salario <strong>del</strong> bracciante al tuo servizio non resti la notte presso <strong>di</strong> te fino al mattino dopo.<br />

Non <strong>di</strong>sprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giu<strong>di</strong>zio; non tratterai con<br />

parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giu<strong>di</strong>cherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai<br />

alla morte <strong>del</strong> tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore o<strong>di</strong>o contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un<br />

peccato per lui. Non ti ven<strong>di</strong>cherai e non serberai rancore contro i figli <strong>del</strong> tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore.<br />

Lc 10,29-30.36-37: Ma quegli, volendo giustificarsi, <strong>di</strong>sse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei<br />

briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto…. (…) Chi <strong>di</strong> questi tre ti sembra sia stato il prossimo <strong>di</strong> colui che è incappato<br />

nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione <strong>di</strong> lui». Gesù gli <strong>di</strong>sse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».<br />

Mt 5,43.46: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e o<strong>di</strong>erai il tuo nemico; ma io vi <strong>di</strong>co: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori. Infatti se amate<br />

quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?<br />

Gv 13,14-15: Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri pie<strong>di</strong>, anche voi dovete lavarvi i pie<strong>di</strong> gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto<br />

io, facciate anche voi.<br />

Gv 13,34-35: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete<br />

miei <strong>di</strong>scepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.<br />

Rm 13,8-10: Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello <strong>di</strong> un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non<br />

commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.<br />

L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento <strong>del</strong>la legge è l’amore.<br />

Gal 5,13-15: Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non <strong>di</strong>venga un pretesto per vivere secondo la carne, ma me<strong>di</strong>ante la carità siate a<br />

servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e <strong>di</strong>vorate a vicenda,<br />

guardate almeno <strong>di</strong> non <strong>di</strong>struggervi <strong>del</strong> tutto gli uni gli altri!<br />

Gc 2,6-9: Voi invece avete <strong>di</strong>sprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi che bestemmiano il bel<br />

nome che è stato invocato sopra <strong>di</strong> voi? Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene; ma<br />

se fate <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.<br />

v 40<br />

Mt 7,12: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.<br />

Gv 1,17: Perché la legge fu data per mezzo <strong>di</strong> Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo <strong>di</strong> Gesù Cristo.<br />

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